Sabato, 09 Luglio 2022 04:03

Un volto per "RE ITALO" In evidenza

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Lettere a Tito n. 410 - Dare un volto al Re Italo che in Calabria ha dato nome all’Italia e ha inventato la democrazia 3500 anni fa. (allegato Pdf completo)

Caro Tito, quando ho cominciato ad interessarmi di Re Italo quaranta anni fa, nella primavera 1982, in Italia (come poi ho appurato con una indagine nazionale del 1983) era quasi semisconosciuto il fatto che il Re Italo avesse dato nome all’Italia ed avesse inventato la prima forma di democrazia, ben 3500 anni fa, proprio nell’Istmo della Calabria tra i Golfi di Squillace e di Lamezia. Adesso (e ne siamo assai lieti) sta diventando abbastanza frequente constatare che se ne parli. Possiamo persino affermare che stia diventando di moda, pure con il ricorso a marchi commerciali nazionali importanti, quali, ad esempio, il “Treno Italo”, il “Vino Italo”, “Amaro Italo” ecc. come  ti ho accennato nella << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-391-la-rinascita-della-calabria-eticaripassa-da-re-italo-e-dal-marketing-territoriale/ >> che hai pubblicato alle ore 14.14 di lunedì 14 marzo 2022.

1 – DARE UN VOLTO A RE ITALO

Re Italo sta davvero diventando sempre più popolare, tanto che si sente l’esigenza di dare un volto a questo esaltante ed emblematico personaggio, vissuto in tempi in cui non c’erano (quasi sicuramente) pittori o scultori che ne avessero potuto tramandare un’immagine, più o meno veritiera. E, se c’erano, nulla comunque è giunto fino a noi, forse a causa di terremoti, alluvioni, incendi, distruzioni belliche e quanto altro. Così è stato per tutti i personaggi arcinoti dell’antichità, come Mosè, Ulisse e lo stesso Gesù. Per avere un’idea del loro volto ci affidiamo all’immaginazione di pittori o scultori posteriori di secoli, a volte di millenni. Ed è solitamente un’immagine che raffigura la loro carisma piuttosto che il loro aspetto fisico. Infatti, il volto risulta idealizzato, a volte persino trasfigurato come se fosse la trasposizione della loro anima o del loro significato, della loro missione. E a noi piace vederli o saperli così. E siamo ormai così tanto abituati a tale iconografia epica … che non riusciremmo ad immaginarli diversamente!…

Come, ad esempio, per avere il volto di Ulisse (qui riprodotto) dobbiamo ringraziare (tra gli altri) gli scultori Agesandro, Atenodoro e Polidoro i quali (nel primo secolo a.C.) hanno scolpito il cosiddetto “Gruppo di Polifemo” trovato a Sperlonga (Latina) dove è possibile ammirarlo nel Museo Archeologico Nazionale.

Ma, in verità, è un Ulisse immaginato. Tuttavia è meglio di niente. Abbiamo bisogno di avere delle immagini per tutto e tutti … persino del Padre Eterno che, come sappiamo, Michelangelo ha voluto rappresentare nella Cappella Sistina come un anziano e poderoso uomo con barba e capelli bianchi e fluenti … immagine che non è dispiaciuta nemmeno ai Papi del Vaticano, sebbene Dio è concepito soltanto come puro spirito!

Perciò, come immaginare un Re, come Italo, vissuto nella Terra dell’attuale Calabria, ben 16 generazioni prima della guerra di Troia … cioè circa 320 anni prima di Ulisse?…

Alcuni artisti nostri contemporanei hanno provato ad immaginare questo Re Italo, un imponente e giovane guerriero con la spada (come sulla copertina disegnata da Max Rega del libro “Italo” che il prof. Felice Campora ha pubblicato nel 2012), un po’ senza alcuna arma quasi fosse uno statista o sovrano con medaglione regale (per come realizzato recentemente dall’artista Max Marra, nato nel 1950 a Paola – CS) con un disegno posto all’interno e alla quarta di copertina del libro “Il titano Reventino” di R. Spada e G. Serianni (edito nel 2019).

Immagini, queste, che sto riportando lungo il racconto di questa ”Lettera n. 410” assieme ad una testa scolpita in pietra la quale dovrebbe ancora trovarsi nel Museo di Mongiana (Vibo Valentia) e che secondo l’arch. Alberto Gioffré potrebbe essere attribuita al volto di Re Italo (già uomo maturo), qui raffigurato con una densa capigliatura e con ben ordinati bòccoli finali. E’ una icona messa a rappresentare e a significare il logo del “Club Unesco” di Reggio Calabria intitolato proprio a Re Italo e presieduto dallo stesso Gioffré.

Ed eccola, qui di sèguito, la testa attribuibile a quello che potremmo chiamare il “Re Italo di Mongiana” per distinguerlo dagli altri. In questa foto, abbastanza recente, la presunta e monumentale testa del “Re Italo di Mongiana” è in mezzo proprio all’arch. Alberto Gioffré e al figlio Alessandro in visita al Museo delle ferriere nelle Serre vibonesi. E’ una testa alquanto imponente e suggestiva che forse gli esperti non hanno ancora analizzata adeguatamente. Sarei curioso sapere chi è veramente e a quale epoca o popolo appartenga.

A tale raffigurazione bisogna aggiungere il volto di Re Italo per come tratteggiato dall’artista Cosimo Allera per la copertina del libro “Italo” di Oreste Kessel Pace edito il 22 giugno 2021. Mentre con spada e scudo è il Re Italo, uno spavaldo guerriero presentato dalla Rivista web Globus del 21 dicembre 2021.

Quindi, finora in internet sono riuscito a rintracciare cinque raffigurazioni su Re Italo dovute a Max Rega, Max Marra, Cosimo Allera, rivista Globus e poi l’ipotetica scultura del Museo di Mongiana. Per pura e semplice curiosità, Italo è anche il nome del pulcino-mascotte per i 150anni dell’Unità d’Italia (1861-2011), così come l’attuale leone-mascotte per la squadra nazionale italiana di calcio.

2 – URGE UN CONCORSO PER IL VOLTO DI RE ITALO

Caro Tito, come ricorderai, da lunedì 14 marzo 2022 buona parte della più importante stampa calabrese (web e cartacea) ha pubblicato con evidenza la mia nota-appello con la quale proponevo di realizzare (con una contribuzione popolare, oltre che istituzionale, meglio se gestita dalla Regione Calabria, pure per maggiori garanzie) una statua di Re Italo da erigere, in forma emblematica e monumentale, al centro della Cittadella regionale di Germaneto di Catanzaro (Palazzo degli Itali) come simbolo della storia di questa nostra terra e di questo nostro popolo che però ci possa rappresentare anche a livelli internazionali e persino mondiali, specialmente a beneficio e ad orgoglio dei calabresi e degli italiani che vivono all’estero. Un tratto distintivo e riconoscibile della Calabria nel Mondo.

Nel medesimo giorno del 14 marzo, hanno risposto all’appello tre nostri corregionali, dichiarando di essere disposti a sostenere anche economicamente, nel loro piccolo e per la loro parte, la realizzazione della statua a Re Italo. Ti voglio ricordare i loro nomi (in ordine di adesione): monsignore Adamo Castagnaro (parroco di Conflenti – CZ), Caterina Cristofaro (signora badolatese, residente in una cittadina vicino Roma) e il medico-psicoterapeuta ed intellettuale Domenico Tucci di Petrizzi (CZ). Ai quali va ancora e sempre il nostro più sincero ringraziamento. Pure perché sono davvero i primissimi generosi di tale vicenda sociale.

Poi, alcune settimane fa, parlando al telefono con il dinamico imprenditore Vincenzo Serra di Cosenza (creatore e titolare dell’azienda di Liquori “Qual’Italy”), è riemersa la necessità di dare un volto a Re Italo, pure come effige e logo da dare al suo AMARO RE ITALO che sta riscuotendo un grande successo anche a livelli internazionali. Un volto che possa essere di ispirazione pure per la statua dedicata al Re eponimo e legislatore della ”Calabria Prima Italia” da posizionare davanti al Palazzo degli Itali di Germaneto, sede della massima Istituzione regionale. Ci siamo trovati d’accordo nel dire che sarebbe necessario un vero e proprio “Concorso internazionale tra Artisti” per una immagine-progetto del volto e/o della statua di Re Italo … votata, condivisa e scelta pure dai cittadini calabresi e italiani, tramite apposite iniziative, le quali potrebbero essere utili pure al rilancio della Calabria nel mondo. Una “statua-marketing” oltre che istituzionale vedendo la quale non si possa non pensare alla Calabria e alla Prima Italia.

Ovviamente, per realizzare bene una tale assai impegnativa impresa socio-culturale, sarà necessaria la partecipazione di quanti più calabresi e italiani possibile, a cominciare dalle più alte Istituzioni nazionali (Quirinale, Parlamento, Ministeri, Enti vari, Aziende, ecc.), regionali (Giunta, Consiglio e altre importanti presenze, ecc.) ma anche europee (Commissione, Parlamento, multinazionali, ecc.). Non sarà una cosa facile, però sarà essenziale e salutare per il Popolo, per le Istituzioni e per le lungimiranze sociali.

Intanto, possiamo seguire insieme un interessante video con cui Vincenzo Serra spiega il come e il perché ha preferito assegnare ai suoi prodotti nomi della nostra tradizione storica e territoriale calabrese, a cominciare dalla figura (storica e leggendaria insieme) di Re Italo, cui ha dedicato, appunto, una bottiglia di amaro tipico. Alcuni di questi suoi liquori hanno ottenuto prestigiosi premi a livelli mondiali (due recentissimi a Londra), facendosi e facendoci onore. Tale video (girato giorni fa alla rassegna “Naturium” di Montepaone Lido – CZ) dura 26 minuti e 16 secondi e ha già riscosso tanto successo presso tutti i miei contatti web. Il titolo è “Liquori d’Italia tra storia e gusto, l’idea imprenditoriale di Vincenzo Serra” ed è reperibile su “youtube” al seguente link: << https://www.youtube.com/watch?v=l3MjxWCVStU >>.

3 – SALUTISSIMI

Caro Tito, dobbiamo augurarci che, attraverso tale “Concorso internazionale tra Artisti” (sostenuto pure da Vincenzo Serra così come principalmente dalle Istituzioni prima accennate e l’universo-mondo, il popolo italiano e calabrese in particolare), possiamo finalmente avere il volto e la statua di Re Italo.

Appena avremo l’effige ufficiale (che sarà votata pure e soprattutto dai cittadini) faremo anche noi la più ampia diffusione possibile affinché si possa giungere a tale risultato che potremmo considerare “storico” dal momento che Re Italo potrà avere un proprio volto che lo rappresenti in tutto e per tutto. Ti terrò aggiornato. Intanto, ti ringrazio per questa “Lettera n. 410” e in attesa della “411” ti saluto sempre con tanta cordialità ed affetto,

Domenico Lanciano (www.costjonicaweb.it)

ITER-City, lunedì 04 luglio 2022 ore 05.05 (tra Aurora ed Alba) – Dal settembre 1967 il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto”. Le foto sono state prese dal web o sono state fornite dagli interessati.

https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-410-dare-un-volto-al-re-italo-che-in-calabria-ha-dato-nome-allitalia-e-ha-inventato-la-democrazia-3500-anni-fa/

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