Giovedì, 12 Agosto 2021 15:05

Segni indelebili e appartenenze culturali. L’arte letteraria di Nicolai Lilin In evidenza

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Migrazioni di popoli, trasferimenti di usi e tradizioni dal sapore orientale, una sottile violenza che erompe a sprazzi con le tinte sbiadite di tatuaggi datati;

lingue lontane, odori e sapori che si perdono in un miscuglio di culture, regole e mondi diversi. Ecco in sunto l’impressione che dà – a prima vista – la letteratura di Nicolai Lilin, scrittore italiano di successo di origine transnistriana, arrivato nel nostro Paese nel 2004 e subito affermatosi come una delle più interessanti e particolari voci del panorama letterario degli ultimi anni.

A prima vista, si diceva. Perché nelle pieghe della narrazione si nasconde un mondo molto più complesso, solido e strutturato, fatto di regole che si comunicano e si fissano attraverso segni indelebili sulla pelle. Quei tatuaggi di cui Lilin è un esperto e che sono il mezzo di comunicazione iconografico più estremo dei mondi criminali orientali e non solo. Mondi che si autogovernano e che – nonostante le strategie di deportazione e di gestione etnica perpetrate dalle autorità durante il periodo più duro del governo sovietico – si mantengono vive in quella lingua di terra sconosciuta e, nello stesso tempo, così affascinante.

Della Transnistria non se ne sa nulla infatti. Regione ad est del fiume Dnestr, di là dal confine storico della Bessarabia, terra oggi che in parte coincide con i confini della repubblica di Moldavia. Una lingua di terra, congerie di etnie di diversa provenienza, area cuscinetto di imperi di storica memoria, in cui si dibattono le vicende della comunità criminale Urka di origine siberiana raccontate nei romanzi di Lilin. 

Educazione siberiana, il primo romanzo di successo, pubblicato nel 2009 per i tipi di Einaudi (tradotto in 23 lingue e presentato in veste cinematografica dall’omonimo film diretto da Gabriele Salvatores), ha permesso al pubblico italiano di scoprire ricchezza e disagi di quell’area al confine fra oriente e occidente, area di cui non si parla, di cui non si sa e di cui Nicolai Lilin è diretto portavoce.

Di romanzi Nicolai Lilin ne ha pubblicati altri tredici, intervallati a opere di analisi iconografica sull’arte del tatuaggio; un’arte che è comunicazione, che è trasmissione di messaggi e appartenenza sociale e di cui Lilin è un vero esperto.

Non voglio dire di più, perché l’11 agosto, alle 21:30, ne parlerà direttamente lui in una diretta condotta da me e da Giulia Orrù, con la collaborazione preziosa dello staff di parliamodilibri.it.

A cura di Riccardo Busetto e Giulia Orrù

(team parliamodilibri.it)

 

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