La ricetta di Unioncamere Emilia Romagna, Intesa Sanpaolo e Confindustria Emilia Romagna per uscire dall'emergenza
Il Centro Cardinal Ferrari va in supporto della sanità pubblica ospitando pazienti positivi Covid dimessi dagli ospedali dell’Emilia Romagna ma che necessitano ancora di un periodo di cure prima del rientro a domicilio
COMUNICATO - Fontanellato, 2 aprile 2020 - Il Centro Cardinal Ferrari di Fontanellato, l’ospedale riabilitativo appartenente a Santo Stefano Riabilitazione (Gruppo Kos), apre ai pazienti Covid 19 dimessi dagli ospedali dell’Emilia Romagna.
Il Centro Cardinal Ferrari ha dedicato 13 posti letto in un reparto dedicato isolato rispetto al resto della struttura e con un percorso di ingresso protetto per la sicurezza di operatori e pazienti.
Il personale dedicato al reparto è stato dotato di tutti i dispositivi di protezione individuali necessari per il trattamento di pazienti Covid positivi. Nel reparto sono state adottate le procedure previste dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, Ministero della Salute e Regione Emilia Romagna recepite dalla Direzione Sanitaria del Centro e sulle quali il personale è già stato formato.
I pazienti ospitati al Centro Cardinal Ferrari sono usciti dalla fase più critica acuta e necessitano di un periodo di ricovero ospedaliero finale protetto, supportato da presidi e personale in grado di garantire adeguata assistenza sanitaria prima del rientro a domicilio.
Il 23 Marzo alle ore 17 il progetto “Prima Linea” ha aperto ufficialmente le linee telefoniche e le manterrà fino al 23 Aprile.
Che cosa è Prima Linea? Lo chiediamo alla Country Manager di HAL ALLERGY Italia, azienda che ha realizzato il progetto.
“Prima Linea” è una bellissima iniziativa, dedicata a tutti gli operatori sanitari e non, che sono impegnati negli ospedali delle regioni più fortemente colpite dal Coronavirus – ci dice la dottoressa Sabrina de Federicis".
“Abbiamo sentito molto forte la necessità di offrire un contributo diretto a tutto il personale ospedaliero impegnato, in questi giorni, in turni massacranti e in situazioni devastanti emotivamente”.
“La vista dei loro volti segnati dalle mascherine, stremati, che continuano senza sosta e grande coraggio il loro lavoro, ci ha spinto a cercare di realizzare qualcosa di dedicato che li aiutasse e sostenesse”.
Nasce così “Prima Linea” nel giro di pochissimo, con la collaborazione prontissima di Avalon Counseling e della sua fondatrice dottoressa Zuleika Fusco e del gruppo di counselor da lei coordinato per questo progetto.
Come funziona “Prima Linea”?
“Abbiamo attivato un numero specifico funzionante dalle 17 alle 20 di tutti i giorni della settimana, a partire da lunedì 23, fino al 23 Aprile, per il momento. Ogni chiamata sarà accolta da un counselor esperto, il tutto nella totale riservatezza come impone il codice deontologico e la normativa del trattamento dei dati personali.
“Mi auguro – continua la Country Manager di HAL Allergy – che questa opportunità venga colta dagli operatori del settore. Proprio da tutti.”
“Penso alla testimonianza di un ragazzo di venti anni Matteo, che fa il cuoco in uno di questi ospedali e che con impegno, nonostante l’ansia dichiarata, porta avanti il suo lavoro. Agli infermieri o medici che dormono sfiniti sulle scrivanie o che si trovano a gestire i malati e i loro familiari e la solitudine di tutti”.
“Il momento è davvero complesso e il nostro appoggio e contributo è doveroso e HAL Allergy vuole essere in “PRIMA LINEA”.
Il numero per chiamare “PRIMA LINEA” è lo 06 - 69310443 e sarà attivo dalle 17 alle 20 da Lunedì a Domenica a partire dal 23 Marzo fino al 23 Aprile.
Per informazioni rivolgersi al numero 338 6245224 o scrivere ad Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Dei volontari si parla molto e si elogiano altrettanto ma mai a sufficienza. Il rischio al quale si sottopongono quotidianamente è elevatissimo ma ancor più elevata è forza con la quale affrontano ogni turno di servizio.
Di Francesca Bocchia e LGC Parma 27 marzo 2020 - Sulla lavagnetta a muro un (*) asterisco rosso rimarca una frase che può essere il loro slogan : "…ricordate che gli occhi parlano più delle parole. Portate sempre, come state facendo, la tranquillità e un sorriso, di questo hanno bisogno le persone, di tranquillità!".
Il contributo empatico che i soccorritori e i sanitari, in condizioni di normalità, potevano dare oggi è limitato a quelli che sono lo specchio dell'anima, gli occhi.
L'unico organo visibile, seppur mascherato da occhiali, che mette in contatto il volontario con il paziente sono proprio solo e esclusivamente gli occhi. Gli occhi di persone che da un mese sono sotto pressione fisica e soprattutto emotiva ma che, nonostante tutto, sanno e vogliono donare un frammento di serenità al paziente che stanno consegnando alle cure dei sanitari.
Un senso civico immenso che attraversa tutti gli strati sociali e tutte le età.
Casualmente ci siamo imbattuti in uno sportivo, quel Maxime Mbandà rugbista delle Zebre e della nazionale, che non si sottrae ai massacranti turni servizio e senza volerlo, diventa un simbolo positivo per tutti.
Nella gallery fotografica di Francesca Bocchia alcuni istanti dei preparativi e del rientro dal servizio dei volontari del SEIRS Croce Gialla di Parma tra i quali anche Maxime Mbandà.
Il numero telefonico unico 118 riceve le chiamate di soccorso da parte dei cittadini e dal quale partono le disposizioni per intervenire, nel modo più rapido e opportuno rispetto alla tipologia di chiamata. A Parma è situata la centrale operativa "Emilia Ovest" dalla quale vengono smistate le chiamate provenienti da Piacenza, Parma e Reggio Emilia.
Di Lamberto Colla e Francesca Bocchia Parma 26 marzo 2020. Il primo filtro qualificato per ottenere un risultato di intervento di emergenza positivo è il "118". Il numero di emergenza per eccellenza, la linea "più infuocata" di quest'ultimo mese quasi interamente dedicato al coronavirus. Per comprendere lo spirito che anima gli operatori, siamo entrati virtualmente nella sede di Via del Taglio, da dove vengono smistaste le chiamate dell'Emilia Ovest, per registrare una testimonianza diretta dalla voce di Antonio Pastori, dirigente infermieristico e tecnico.
"Stiamo affrontando questa emergenza, come tutti - osserva Antonio Pastori -, con grande impegno e con un grande impatto emotivo da parte di tutti i nostri operatoti. Abbiamo cementato tutte le postazioni di lavoro disponibili all'interno della centrale operativa e grazie a questo siamo riusciti a rispondere a tutti gli appelli dei cittadini. Senza l'aspetto fondamentale, messo a disposizione dal volontariato di Parma ma anche di tutte le altre province interessate, da qui infatti gestiamo le chiamate che provengono da Piacenza e da Reggio oltre che da Parma, non saremmo riusciti a garantire il servizio che è sotto agli occhi di tutti. Pensate che in una condizione normale abbiamo risposto a un caso al giorno di polmonite segnalato al 118, nel giorno di massimo picco da coronavirus a Parma siamo arrivati a superare i 150 casi di pazienti trasportati. Questa è la dimensione epocale. Stiamo osservando una piccola onda di decrescita ma è ancora presto, deve essere ancora accompagnata e compresa nel suo andamento. Ci vuole ancora forza, coraggio e insistenza da parte di tutti".
Come opera il "118"
L'attività principale della Centrale operativa 118 è fornire la risposta più qualificata e rapida possibile nelle situazioni di emergenza e urgenza sanitaria che colpiscono la popolazione.
Il numero telefonico unico 118 riceve le chiamate di soccorso da parte dei cittadini ai quali verranno rivolte alcune domande per stabilire al meglio quanto sta accadendo dal punto di vista sanitario, e per individuare nel modo più preciso possibile il luogo dell'incidente.
In base a queste brevi ma indispensabili domande, gli infermieri del 118 attribuiscono un codice all'urgenza in atto e coordinano l'invio immediato del mezzo più appropriato all'intervento.
Il soccorso può essere svolto da un'ambulanza di base con volontari o da un'ambulanza avanzata con l'infermiere o il medico a bordo (automedica) fino ad arrivare all'impiego dell'elicottero (eliambulanza).
Dopo aver svolto tutti i trattamenti sanitari necessari direttamente sul luogo dell'accaduto, il personale della Centrale operativa 118 provvede a coordinare il successivo trasporto del paziente verso l'ospedale più vicino oppure competente e specializzato per la patologia che ha determinato il soccorso.
Il bacino di competenza è rappresentato dalla provincia di Piacenza, Parma e Reggio Emilia
di Francesca CAGGIATI – Stiamo vivendo un momento particolarmente difficile per tutti, in particolare per il commercio costretto - in alcuni settori - a chiudere prima di altri le serrande dei negozi per le disposizioni messe giustamente in atto in questo periodo di emergenza sanitaria.
E quando si è chiusi in casa si capisce quanto vale la nostra libertà di muoverci, in particolare se capita di far cadere il cellulare e trovarsi con lo smartphone acquistato da poco in mille pezzi e non si sa a che santo votarsi.
Incontriamo Emanuele Settecasi, 29 anni, titolare di The Phone Clinic, negozio di riparazione e vendita di dispositivi elettronici come iPhone, iPad e Mac e specializzato nelle marche Apple, Samsung e Huawei che si trova in strada della Repubblica, 98/A a Parma. Attività iniziata per passione circa dieci anni fa e diventata il suo lavoro.
Come state vivendo questa emergenza? E come vi siete organizzati?
“Ci siamo organizzati con le assistenze e le vendite a domicilio, muniti di mascherine a norma, guanti e divisa, per evitare che il cliente stesso debba uscire.”
Quali sono i vostri normali servizi?
“Ripariamo cellulari, tablet e pc. Inoltre vendiamo dispositivi ricondizionati direttamente da noi, controllati e messi in vendita a prezzi competitivi e ottima qualità.”
Ne avete approntato di nuovi ultimamente?
“Si ultimamente, visto il dilagare dell’epidemia, ci siamo adeguati a ciò che è la situazione attuale. Abbiamo attivato il servizio a domicilio: ritiriamo il dispositivo direttamente a casa del cliente e in giornata lo riportiamo. In più abbiamo attivato la vendita online su www.thephoneclinic.it, in cui abbiamo pezzi nuovi e molti prodotti ricondizionati, disponibili con consegna a domicilio del dispositivo acquistato o con spedizione mezzo corriere. Con il coupon #IOSTOACASA è inoltre possibile avere sconti su prodotti selezionati anche fino a 100 euro.”
I tempi di riparazione si sono allungati o riuscite ad essere ancora tempestivi?
“I tempi variano a seconda del modello. Mi spiego meglio. Per iPhone ad esempio, riusciamo a fare la riparazione in auto nel giro di circa 20 minuti direttamente vicino all'abitazione del cliente, avendo anche la disponibilità di pezzi in casa, per altre marche ordiniamo il ricambio quindi le tempistiche richiedono almeno 24/48h dall'ordine.”
di Francesca Caggiati - 23 marzo 2020 - Oggi si contano oltre 6.000 morti secondo i dati diramati dagli organi ufficiali. Cifra che purtroppo continuerà a salire e chissà quando potremo mettere la parola fine a questa ecatombe. Se non ne sappiamo la fine però, ne sappiamo l'inizio. E' datata 31 gennaio 2020 la delibera del Consiglio dei Ministri - pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.26 del 1/02/2020 e di cui trovate testo integrale a fine articolo - che dichiara lo stato di emergenza sanitaria per ben 6 mesi. Avete letto bene: 6 mesi!
Lo Stato sapeva tutto da fine gennaio e non si è attivato, non ha cercato fin da subito di evitare il peggio. Anzi per oltre un mese il capo del Governo, Ministri e politici di ogni schieramento hanno smorzato e minimizzato il problema dicendo che il coronavirus si trattata di una influenza o poco più. E ora, a distanza di quasi due mesi, sta cercando malamente di arginare l'ormai inevitabile. Se fossimo ad un processo sarebbe imputabile di omicidio doloso, che è il delitto previsto dall'articolo 575 del codice penale e che consiste nel provocare volontariamente la morte di un'altra persona. Si distingue in premeditato e non premeditato. E prevede una reclusione non inferiore ai 21 anni. Io se fossi il Pubblico Ministero proporrei l'ergastolo.
Sì, perché uno Stato che manda deliberatamente a morire i suoi cittadini, che siano anziani - forse speravano che morissero solo quelli così l'INPS si alleggeriva un pò - medici e personale sanitario, forze dell'Ordine o semplici lavoratori che ancor oggi costringono ad andare a lavorare (come tabaccai, benzinai, dipendenti delle poste, delle banche, ecc....) senza neppure una mascherina è un assassino!
E sono da considerarsi sicari tutti coloro che sapevano e non hanno agito, come coloro che avrebbero dovuto sapere e hanno ignorato! E dovrebbero solo vergognarsi di essere al mondo.
Il disgusto e la rabbia che provo sono nulla in confronto al dolore delle tante persone che hanno avuto - e purtroppo avranno nelle prossime settimane - uno o più morti in famiglia e non hanno neppure potuto dare un ultimo saluto alle salme e fare ai propri cari un funerale degno di questo nome.
DELIBERA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 31 gennaio 2020
Dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza del rischio
sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti
virali trasmissibili. (20A00737)
(GU n.26 del 1-2-2020)
IL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Nella riunione del 31 gennaio 2020
Visto il decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, ed in
particolare l'articolo 7, comma 1, lettera c), e l'articolo 24, comma
1;
Vista la direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri 26
ottobre 2012, concernente gli indirizzi per lo svolgimento delle
attivita' propedeutiche alle deliberazioni del Consiglio dei ministri
e per la predisposizione delle ordinanze di cui all'articolo 5 della
legge 24 febbraio 1992, n. 225 e successive modificazioni e
integrazioni, che, ai sensi dell'articolo 15, comma 5, del citato
decreto legislativo n. 1 del 2018, resta in vigore fino alla
pubblicazione della nuova direttiva in materia;
Vista la dichiarazione di emergenza internazionale di salute
pubblica per il coronavirus (PHEIC) dell'Organizzazione mondiale
della sanita' del 30 gennaio 2020;
Viste le raccomandazioni alla comunita' internazionale della
Organizzazione mondiale della sanita' circa la necessita' di
applicare misure adeguate;
Considerata l'attuale situazione di diffusa crisi internazionale
determinata dalla insorgenza di rischi per la pubblica e privata
incolumita' connessi ad agenti virali trasmissibili, che stanno
interessando anche l'Italia;
Ritenuto che tale contesto di rischio, soprattutto con riferimento
alla necessita' di realizzare una compiuta azione di previsione e
prevenzione, impone l'assunzione immediata di iniziative di carattere
straordinario ed urgente, per fronteggiare adeguatamente possibili
situazioni di pregiudizio per la collettivita' presente sul
territorio nazionale;
Considerata la necessita' di supportare l'attivita' in corso da
parte del Ministero della salute e del Servizio sanitario nazionale,
anche attraverso il potenziamento delle strutture sanitarie e di
controllo alle frontiere aeree e terrestri;
Vista la nota del 31 gennaio 2020, con cui il Ministro della salute
ha rappresentato la necessita' di procedere alla dichiarazione dello
stato di emergenza nazionale di cui all'articolo 24 del decreto
legislativo n. 1 del 2018;
Considerato, altresi', che il Fondo per le emergenze nazionali di
cui all'articolo 44, comma 1, del citato decreto legislativo n. 1 del
2018, iscritto nel bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio
dei ministri, presenta le disponibilita' necessarie per far fronte
agli interventi delle tipologie di cui alle lettere a) e b)
dell'articolo 25, comma 2, del decreto legislativo n. 1 del 2018,
nella misura determinata all'esito della valutazione speditiva svolta
dal Dipartimento della protezione civile sulla base dei dati e delle
informazioni disponibili ed in raccordo con il Ministero della
salute;
Ritenuto, pertanto, necessario provvedere tempestivamente a porre
in essere tutte le iniziative di carattere straordinario sia sul
territorio nazionale che internazionale, finalizzate a fronteggiare
la grave situazione internazionale determinatasi;
Tenuto conto che detta situazione di emergenza, per intensita' ed
estensione, non e' fronteggiabile con mezzi e poteri ordinari;
Ritenuto, quindi, che ricorrano, nella fattispecie, i presupposti
previsti dall'articolo 7, comma 1, lettera c), e dall'articolo 24,
comma 1, del citato decreto legislativo n. 1 del 2018, per la
dichiarazione dello stato di emergenza;
Su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri;
Delibera:
1) In considerazione di quanto esposto in premessa, ai sensi e per
gli effetti dell'articolo 7, comma 1, lettera c), e dell'articolo 24,
comma 1, del decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, e' dichiarato,
per 6 mesi dalla data del presente provvedimento, lo stato di
emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso
all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili.
2) Per l'attuazione degli interventi di cui dell'articolo 25, comma
2, lettere a) e b) del decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, da
effettuare nella vigenza dello stato di emergenza, si provvede con
ordinanze, emanate dal Capo del Dipartimento della protezione civile
in deroga a ogni disposizione vigente e nel rispetto dei principi
generali dell'ordinamento giuridico, nei limiti delle risorse di cui
al comma 3.
3) Per l'attuazione dei primi interventi, nelle more della
valutazione dell'effettivo impatto dell'evento in rassegna, si
provvede nel limite di euro 5.000.000,00 a valere sul Fondo per le
emergenze nazionali di cui all'articolo 44, comma 1, del decreto
legislativo 2 gennaio 2018, n. 1.
La presente delibera sara' pubblicata nella Gazzetta Ufficiale
della Repubblica italiana.
Roma, 31 gennaio 2020
Il Presidente del Consiglio
dei ministri
Conte
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/02/01/20A00737/sg
Diversi gli interventi di Fondazione Cariparma per fronteggiare l’emergenza coronavirus
Comunicati - Parma, 18 marzo - A fronte dell’emergenza che la Comunità parmense sta attraversando, Fondazione Cariparma si è attivata per affiancare le strutture sanitarie pubbliche del territorio nella lotta al coronavirus: con procedura d’urgenza è stato infatti stanziato un fondo straordinario di un milione di Euro, ripartito tra Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma (per l’Ospedale Maggiore) e Azienda USL di Parma (per gli Ospedali di Vaio e Borgotaro).
Tale intervento va ad aggiungersi sia all'acquisto di macchine per la ventilazione assistita donate all'Ospedale di Parma (in stretta sinergia con Crédit Agricole Italia) per potenziare e supportare il preziosissimo lavoro svolto da chi sta combattendo in prima linea, segnatamente nei reparti di rianimazione, sia al supporto al Fondo Supporto Emergenza Coronavirus lanciato dalla Fondazione Munus sul portale di crowdfunding CrowdForLife del gruppo Crédit Agricole Italia.
Fondazione Cariparma è altrettanto consapevole che l’emergenza sanitaria in atto va fortemente a gravare sulla generale attività delle strutture sanitarie pubbliche del territorio: per tale motivo, e con risposta fortemente anticipata nelle tempistiche, la Fondazione, nell'ambito del proprio Bando Salute pubblica 2020, ha deliberato un complessivo di due milioni di Euro focalizzati a progetti rivolti all'acquisizione di strumentazioni per le cure sanitarie, incluse quelle per la diagnostica, nella certezza che, soprattutto in tale momento di crisi, l’ausilio di nuove apparecchiature potrà supportare il grande sforzo collettivo di quanti operano quotidianamente per la cura e la salute dei cittadini; nella fattispecie si segnalano, tra le altre: un acceleratore lineare per la riduzione dei tempi d’attesa nei trattamenti radioterapici per i pazienti onco-ematologici; un laser a femtosecondi e un microscopio operatorio digitalizzato con visualizzazione tridimensionale per l’introduzione della chirurgia robotica oculistica a Parma (per l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma); strumentazioni per l’introduzione della chirurgia robotica ortopedica presso l’Ospedale di Vaio; acquisizione di un ecografo con sonde dedicate e di un sistema di puntura percutanea ecoguidata mininvasiva per la diagnosi e la cura dei tumori del rene e della litiasi complessa presso l’ospedale di Vaio.
Da sempre la Fondazione sostiene con convinzione la ricerca, nella consapevolezza degli importanti impatti positivi che tale “investimento” apporta al sistema economico, sociale e culturale del territorio: un investimento anche e soprattutto per il futuro che vede la Fondazione contribuire anche per il 2020 con Euro 1.200.000 all'attività di ricerca dell’Ateneo parmense, egualmente suddivisi sia in merito ai Dottorati di Ricerca sia in merito allo sviluppo di progetti di alto profilo nell'ambito dei vari gruppi di ricerca, in particolar modo nei settori tecnologici, informatici, ambientali, dell’agro-alimentare, della salute e dei servizi alla persona.
“Le delibere assunte - spiega il Presidente Gino Gandolfi – vogliono confermare la concreta presenza di Fondazione Cariparma in uno dei momenti più difficili che Parma ed il suo territorio stanno attraversando: una crisi che la comunità parmense sta affrontando coraggiosamente, con lo spirito solidale che da sempre la contraddistingue; il mio ringraziamento va agli operatori sanitari, ai volontari e a quanti in questo momento si stanno spendendo con eccezionale senso del dovere e sacrificio per la tenuta ed il bene della collettività. Infine - conclude Gandolfi - un ringraziamento agli Organi della Fondazione per il loro contributo che ha consentito, anche in questa circostanza, di assumere decisioni in modo rapido ed efficace; un ringraziamento particolare al Direttore Generale per aver attuato da subito un piano in grado di mettere in sicurezza tutta la struttura, pur garantendone la piena funzionalità; un ringraziamento anche ai collaboratori tutti che, in questi giorni, hanno moltiplicato i loro sforzi con grande spirito di servizio e dedizione.”
Nei giorni scorsi, il Governo italiano ha annunciato l’adozione di misure straordinarie, per il reclutamento di 20.000 operatori sanitari, tra medici, personale infermieristico ed altre figure. Il decreto che le contiene è il numero 14 del 9 marzo 2020. Il nostro Servizio sanitario nazionale è arrivato all’appuntamento con l’emergenza coronavirus stremato da due decenni di tagli al personale, ai posti letto, ai reparti ed alla ricerca.
Anche se insufficiente, l’annuncio del numero dei professionisti assumibili mostra tutte le caratteristiche di una presa di coscienza delle gravi carenze che la macchina sanitaria italiana sta sopportando e che la vedono, specialmente ora, in forte difficoltà.
Invece, scorrendo i diciotto articoli che compongono il decreto legge in questione, si scopre che non solo il precariato è il tratto comune alle sbandierate assunzioni, ma, “gli incarichi hanno la durata di un anno e non sono rinnovabili” (art.2).
Così, per la guerra al nuovo virus, si dovrà rimanere in corsia con dispositivi di protezione che languono e ben oltre l’orario di lavoro (art.13 c.2). Ma non è finita qua, se si considera che il covid-19 ha la capacità di diffondersi rapidamente e ripresentarsi. L’articolo 7 del decreto in questione sospende la quarantena per medici ed operatori sanitari entrati in contatto con soggetti positivi. Era proprio necessario bandire un reclutamento con disposizioni per nulla favorevoli verso chi deve combattere un nemico letale, che sta incrementando il contagio anche tra gli stessi operatori?
E’ una emergenza nell’emergenza: la difficoltà nel reperire medici viene da lontano, causa il numero chiuso, cioè quell’imbuto formativo che non ha permesso a tanti studenti di laurearsi in medicina. Il numero chiuso, fortemente voluto dalla sinistra di governo degli anni novanta, ha privato e continua a privare di tante intelligenze: sono molti i cittadini italiani a cui viene ancora oggi impedito l’accesso agli studi di medicina e di questo non se ne parla, al di là dei bizantinismi politici.
In una società purtroppo globalizzata, lo Stato italiano mostra tutti i suoi limiti e la sua vocazione antiliberale, per quanto riguarda la formazione dei cittadini, e iperliberista nell’ambito finanziario, svendendo interi asset industriali ad holding straniere.
Parma, 15/03/20
Matteo Impagnatiello
Segretario prov.le Ugl Parma
Piacenza 5 marzo 2020 - Prosegue di ora in ora la riorganizzazione interna dell’Azienda Usl di Piacenza, per aumentare la ricettività degli ospedali e accogliere il sempre maggior numero di pazienti con importanti sintomi respiratori che si stanno presentando nei presidi.
Per questo, nel pomeriggio si è deciso di chiudere anche il Pronto soccorso di Fiorenzuola a partire dalle ore 20. Le persone che ne avessero necessità sono invitate sin da ora a rivolgersi al Pronto soccorso di Piacenza.
Rimane invece sempre garantita in loco la presenza di mezzi del sistema 118.
Intanto, anche nella Medicina di Fiorenzuola è stata creata un’area “Covid19”, che permette di gestire in sicurezza i casi positivi ricoverati nel presidio della Val d’Arda.
Le misure assunte a Fiorenzuola si aggiungono a queste già decise nei giorni scorsi per incrementare la capacità degli ospedali e poter assistere al meglio e in sicurezza tutti i malati.
A Piacenza, in particolare, i pazienti positivi sono concentrati in alcune aree dedicate, ricavate al secondo piano del polichirurgico. I nuovi reparti “Covid19” si affiancano alle Malattie infettive e alla Terapia intensiva, nonché al Pronto Soccorso, impegnato ad accogliere e a mettere in sicurezza gli eventuali casi sospetti.
La chiusura del Pronto Soccorso di Fiorenzuola permetterà di aumentare ulteriormente la disponibilità di Piacenza.
A Castel San Giovanni, da ieri, è iniziata una riorganizzazione dei reparti, per far convergere su questo presidio i casi positivi ricoverati. I trasporti delle persone avvengono in totale sicurezza, seguendo i massimi criteri di precauzione per gli operatori coinvolti.
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