Nel parco di Villa Tusini la mostra "World of Dinosaurs" consente di ammirare 52 riproduzioni a grandezza naturale dei giganteschi rettili. La mostra resterà allestita sino al 28 febbraio 2016. L'assessore Debora Calzolari "Una splendida occasione per valorizzare il territorio e le sue attività commerciali". -
Di Manuela Fiorini – foto di Claudio Vincenzi in fondo al testo -
SAN PROSPERO (MO), 5 dicembre 2015 –
Il bosco di Villa Tusini si trasforma in Jurassic Park. Dal 5 dicembre al 28 febbraio 2016, infatti, grazie alla mostra World od Dinosaurs, sarà possibile ammirare 52 riproduzioni a grandezza naturale, e ricostruite con rigore scientifico, di altrettanti dinosauri, tra il terribile T-Rex, il triceratopus, il diplodocus, lo stegosaurus e il velociraptor, ma anche il mammut, il cervo preistorico e altri animali che hanno popolato la Terra dopo la scomparsa dei grandi rettili.
"La mostra", spiega Debora Calzolari, assessore alle Attibità produttive e Promozione del Territorio del Comune di San Prospero, "è un progetto itinerante dell'azienda austriaca Wonder World Enterteinment, che la sta portando in giro per l'Italia con l'intenzione di farne una in ogni regione. Tra le 120 risposte positive di altrettanti Comuni dell'Emilia Romagna, è stata scelta San Prospero per la suggestiva location. Il bosco di Villa Tusini, infatti, non è un parco urbano, ma un vero e proprio ecosistema, con una natura selvaggiamente controllata. Ci sono le piante piene di edera e le foglie secche per terra, nel pieno rispetto della natura. E questo all'organizzazione è piaciuto molto".
I visitatori potranno così inoltrarsi nel bosco per "incontrare" e toccare i dinosauri. L'obiettivo della mostra, infatti, è quello di presentare i giganti della preistoria nel modo più rassomigliante possibile alla realtà. L'ambiente del parco, che ricorda quello in cui i dinosauri sono vissuti, consente di immaginare l'habitat naturale in cui i grandi rettili sono vissuti.
"Per allestire la mostra", prosegue l'assessore Calzolari, "abbiamo rispettato la natura senza togliere nemmeno un arbusto. Per questo non è stato seguito un percorso cronologico. Tuttavia, è possibile effettuare visite guidate, su prenotazione, con un'esperta geologa, che fornirà tutte le informazioni ai visitatori, scolaresche e gruppi".
World of Dinosaurs è anche un'occasione per valorizzare non solo la cultura e la storia, ma anche le attività economiche di San Prospero, uno dei comuni maggiormente colpiti dal terremoto del 2012. "Abbiamo colto l'occasione", conclude Debora Calzolari, "per coinvolgere le attività commerciali del territorio. Tutti i visitatori che si presenteranno con il biglietto della mostra nei negozi convenzionati, il 95% ha dato l'adesione, avranno sconti e omaggi. I ristoratori e gli albergatori, poi, hanno studiato menù particolari e pernottamenti scontati. A questo si aggiunge la valorizzazione di Villa Tusini, che è diventata proprietà del Comune e diventerà il centro culturale, sociale e di aggregazione di San Prospero".
INFO
World of Dinosaurs,
Parco di Villa Tusini, via della Pace, 41030 San Prospero (MO)
www.dinomania.it
Ingresso: adulti € 10; bambini 3-13 anni € 6; ridotto € 8
Orario: sab e dom 9.30-16.30; apertura straordinaria 8/12. Dal 26/12 al 6/1 tutti i giorni.
Visite guidate su prenotazione: tel 338/8846795 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Alla Fondazione Magnani Rocca di Mamiano, fino all'8 dicembre, la mostra "Giacomo Balla, astrattista futurista" illustra il genio creativo del noto esponente del Futurismo. E ancora per pochi giorni, "La sedia di Van Gogh", prestito eccezionale della National Gallery di Londra. -
Parma, 5 dicembre 2015 - di Cristina Pedretti -
C'è tempo fino all'8 dicembre per visitare la mostra "Giacomo Balla, astrattista futurista", una vera esplosione di colori e d'energia, allestita nell'incantevole villa della Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo (Parma). Un'occasione per immergersi nel genio creativo di Giacomo Balla (Torino, 1871 – Roma, 1958), arcinoto esponente del Futurismo e ideatore, insieme a Fortunato Depero, del manifesto "Ricostruzione Futurista dell'Universo", datato 1915, di cui ricorre quest'anno il centenario. Ma da questa mostra, a cura di Elena Gigli e Stefano Roffi, emerge anche il Balla figurativo e naturalistico, che si accosta al realismo sia paesaggistico (come in "Villa Borghese dal balcone", 1907 e "Fontana a Villa Borghese", 1905) che ritrattista (come in "Dubbio", 1907 – 1908, e in "Noi 4 allo specchio", 1945).
Il percorso espositivo è suddiviso in aree tematiche che riprendono i punti programmatici del Manifesto del 1915: troviamo così il Balla "astratto", che cerca l'evoluzione dalla pittura oggettiva all'astrattismo ("Finestra di Düsseldorf", 1912); quello "dinamico", che studia i voli delle rondini e l'automobile in corsa per renderne le linee di movimento e la velocità; quello "volatile", nei meravigliosi ritratti della moglie Elisa e delle figlie Luce ed Elica, che incantano per la resa delle luci e delle ombre; il Balla "drammatico" dell'interventismo in guerra, quella guerra glorificata da Filippo Tommaso Marinetti come "sola igiene del mondo", nel Manifesto del futurismo del 1909; quello "autonomo", che si ritrae in opere ironiche e dalle differenti cifre stilistiche ("Autocaffè", 1928; "Autoghigno", 1938); quello "trasparentissimo" dei cicli delle "Stagioni" e delle "Trasformazioni Forme Spiriti"; fino ad incontrare, nell'ultimo salone, il Balla "coloratissimo e luminosissimo", "scoppiante" e "trasformabile" di opere come la scultura "Pugno di Boccioni" e degli abiti antineutrali, l'abbigliamento futurista dalle tinte volutamente aggressive e dalle forme squadrate. Giustamente scelta come copertina del catalogo della mostra, l'opera "Forze di paesaggio + cocomero" del 1917 – 1918, che bene illustra la volontà espressa da Balla e Depero nel loro manifesto:" Vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l'universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente. Daremo scheletro e carne all'invisibile, all'impalpabile, all'imponderabile, all'impercettibile. Troveremo degli equivalenti astratti di tutte le forme e di tutti gli elementi dell'universo, poi li combineremo insieme, secondo i capricci della nostra ispirazione. [...] Dunque l'arte diventa Presenza, nuovo Oggetto, nuova realtà creata cogli elementi astratti dell'universo".
Da segnalare anche la possibilità di vedere esposta alla Magnani Rocca, fino all'8 dicembre, "La sedia di Van Gogh" del 1888, capolavoro di Vincent Van Gogh e proprietà della National Gallery di Londra. Con la potenza di un vero autoritratto, quest'opera dichiara l'umiltà e la grandezza di un artista travagliato, oggi icona indiscussa, che in vita riuscì a vendere solamente uno dei suoi quadri. "È un grande onore essere riusciti a portare in Italia per la prima volta un capolavoro talmente intenso che talvolta persino commuove coloro che hanno la fortuna di poterlo ammirare dal vero" sostiene Stefano Roffi, curatore artistico della Fondazione Magnani Rocca; "vorrei che il pubblico si ponesse davanti a questo quadro non soltanto come a un'icona assoluta dell'Arte, ma anche come a uno struggente testamento dell'artista, traccia eterna della sua disperata passione per la vita e per la pittura".
Per informazioni: www.magnanirocca.it
Presentazione speciale, sabato 5 Dicembre alle 18.00 ai Diari di Bordo di Parma: JACOPO MASINI introduce l'autore MIRKO VOLPI. Insieme racconteranno quell'oceano di fili d'erba increspati che compongono ''OCEANO PADANO''. L'affresco di una vita semplice ma ricca scandita dal ritmo della natura. -
- di Alexa Kuhne -
Parma, 5 dicembre 2015 -
Un mondo antico, lontano. Un microcosmo in costante movimento che continua il suo moto racchiuso, inglobato nella modernità: è la pianura più grande e fertile del Paese ed è raccontata in 'Oceano padano', l'ultimo lavoro di Mirko Volpi.
Il saggio è come un grande quadro, un affresco che fa scoprire una vita semplice ma ricca, silenziosa eppure vivace, fatta di gesti vetusti che si ripetono da secoli, scanditi dal ritmo della natura.
L'appuntamento per conoscere questo autore e la sua ultima fatica letteraria è per sabato 5 dicembre, alle 18.00, alla libreria Diari di Bordo di Parma, dove lo scrittore Jacopo Masini introdurrà il libro dell'autore Mirko Volpi.
Leggendo questo narratore si può scoprire che con i silenzi della campagna convivono dei rumori pieni di fascino che si trovano solo in questa enorme e generosa distesa: sono il "rombo della mietitrebbia e quello del temporale".
Perché, il tempo, in questa vastità, è tutto particolare.
L'Oceano padano, racconta di "villaggi e cascine come piccole isole, divise da campi e rogge, unite da sottili lingue d'asfalto".
Con questi occhi attenti e appassionati l'autore Mirko Volpi, osserva il suo mare verde e lo imprime in un affresco realista, di un mondo che galleggia su "acqua, letame e burro".
Molti lo conoscono per la sua instancabile agiografia del paese natio Nosadello: piccolo centro agricolo della Padania, o meglio dell'Oceano Padano, termine coniato dallo stesso autore per indicare il mondo pianeggiante compreso tra l'arco delle Prealpi e i contrafforti appenninici. Un saggio-racconto quello di Mirko Volpi che nel libro va a caccia della natura profonda di chi nasce e lavora in questo "mare d'erba, in un mondo fatto di quieta e operosa noia, solcato da rogge e risorgive, scandito da campi e capannoni, abitato da genti semplici, essenziali, senza fronzoli e isterie cittadine".
L'autore scrive: "Il vero abitante dell'oceano padano non ama il mare salato, non lo capisce, se ne tiene alla larga. Cosa me ne faccio, pensa davanti a quella spaventosa massa dal colore estraneo, dall'odore sospetto, che al posto di scorrere, rifluisce, ripiega lamentosamente su sé stessa, innaturalmente fa avanti e indietro senza costrutto sulla riva. Cosa ci adacquo? Ci irrighi mica i campi, con questa...,torna a ripetersi l'uomo agricolo, l'archetipo eterno della bassa: e si allontana da sabbia e alghe e conchiglie - elementi oscenamente sterili - come covando nel cuore un segreto sgomento. Lui ama solo le rogge, i pesci di fosso, le polle d'acqua sorgiva, gli infidi canali ombreggiati dai filari di ontani, le increspature dei fili d'erba delle verdissime distese: e nella sua mente - mentre riposa al tramonto con uno stelo di fiore in bocca - vede tutto ciò tramutarsi in foraggio, concime, latte, formaggio. Lavoro. Ricchezza."
Mirko Volpi, nato a Nosadello nel 1977, è ricercatore in Linguistica italiana all'Università di Pavia. Si occupa prevalentemente di Dante, di antichi testi volgari, di lingua della politica nel Novecento e di filologia. Tra le altre cose ha pubblicato alcune lecturae Dantis, il Commento alla 'Commedia' di Iacomo della Lana, con la relativa monografia linguistica, un volume di studi su lingua, italiano popolare e politica tra le due guerre mondiali, e ha curato la riedizione di Il nuovo corso di Mario Pomilio. Nel 2011 ha scritto per Epika Edizioni Il diario di Mirko V.
L'opera, in sette volumi, tradotti anche in inglese, è stata presentata a Expo ed è il frutto di 40 anni di studi e ricerche sul campo. L'autore è il modenese Antonio Saltini, classe 1943, storico, giornalista, scrittore e docente di Storia dell'Agricoltura presso l'Università di Milano. -
- Di Manuela Fiorini -
Modena, 8 dicembre 2015 -
E' un'opera monumentale, di preziosa ricerca e rigore scientifico, ma anche frutto di quarant'anni di studi, viaggi e ricerca sul campo. La Storia delle Scienze Agrarie, tradotta in inglese dallo studioso Jeremy James Scott con il titolo di Agrarian Sciences in the West, esce in sette volumi per le edizioni Nuova Terra Antica. L'autore è il modenese Antonio Saltini, classe 1943, storico, giornalista, scrittore e docente di Storia dell'Agricoltura presso l'Università di Milano. Presentata con successo a Expo 2015, la Storia delle Scienze Agrarie ha una storia lunga e travagliata, che ha accompagnato il suo autore per buona parte della sua vita.
"Nel 1967, per ragioni tuttora inspiegabili", racconta Saltini, "mi ero laureato in giurisprudenza. Siccome era stato un palese abbaglio, nel 1968 mi iscrissi a scienze agrarie, a Milano. Mi laureai nel 1972, fui assunto immediatamente dal Servizio informazioni della Federconsorzi e poi trasferito al settimanale Il giornale di agricoltura, la più antica e gloriosa testata agraria d'Italia. Per il settimanale romano svolsi, nel 1985, la prima missione di inviato all'estero, nel Corn Belt degli Stati Uniti. Il reportage che ne seguì piacque molto a Luigi Perdisa, proprietario-direttore di Terra e vita, il più dinamico organo di informazione del giornalismo agrario italico. Così, tornato dagli Usa, mi ritrovai a Bologna, sede dell'Edagricole. Erano gli anni della Rivoluzione Verde, in tutti i paesi del Mondo l'agricoltura stava accrescendo le produzioni a ritmo prodigioso. Perdisa voleva spiegare agli agricoltori italiani quali progressi tecnici fossero in corso nei paesi concorrenti e cominciò a mandarmi in giro per il mondo per verificare e illustrare. I miei servizi piacevano molto anche ai lettori, cosicché, quando scendevo da un aereo, il vecchio maestro mi concedeva 5-6 giorni per stilare i miei rapporti. Poi, tornavo a Bologna con i 4-5 servizi sul viaggio compiuto, consegnavo tutto alla segretaria di redazione. Dopo due ore il vecchio Professore mi convocava, si congratulava e mi informava di avere ordinato per me un biglietto aereo per la Normandia o la Nuova Zelanda".
Da quei viaggi in giro per il mondo è poi nata l'idea della Storia delle Scienze Agrarie. Qual è stato il "passo" da giornalista e inviato ad autore scientifico?
"Gli studi nella gloriosa Facoltà milanese sono stati il fondamento per capire quanto ero inviato a verificare, i viaggi come inviato sono stati l'occasione per accrescere le mie conoscenze e acquisire, progressivamente, un'autentica capacità di confronto. A Roma, avevo potuto usufruire della storica biblioteca annessa alla redazione del Giornale di agricoltura. Non c'era un volume solo che spiegasse, secondo i metodi della storia della scienza, la lunga, complessa storia dell'evoluzione della scienza agronomica nella civiltà dell'Occidente. Cercai ancora a lungo, fino a decidere che, se volevo davvero quel libro, avrei dovuto scriverlo io. Cominciai a lavorarci appena trasferito a Bologna. Nel 1979, uscì la prima edizione in volume unico, ma Luigi Perdisa e suoi collaboratori editoriali si erano appassionati all'impresa e ne vollero una splendida edizione illustrata stampata tra il 1984 e il 1989 in quattro volumi".
Che futuro ti auguri per quella che possiamo definire la tua opera più importante?
"Obiettivamente non esiste un'opera simile nei cataloghi librari, posso sperare (cioè sognare) un posto nelle scansie delle grandi biblioteche scientifiche di continenti e paesi diversi. Ma non so se le Agrarian Sciences in the West siano realmente il mio cimento più importante. Ho lavorato con altrettanta passione in sfere diverse, quella narrativa e quella epica. Ai lettori futuri il giudizio definitivo".
La nascita della Storia delle Scienze Agrarie ha anche un curioso antefatto. Quando il suo autore frequentava la terza liceo classico al Collegio San Carlo di Modena fu premiato per un tema sulla Comunità Economica Europea. Un'apposita commissione giudicatrice internazionale selezionò il suo elaborato insieme ad altri 34 scritti da studenti di 11 paesi diversi. I vincitori furono premiati a Vienna, mentre "l'impresa" del giovane Antonio Saltini venne riportata, insieme all'elaborato vincitore, nelle pagine della Gazzetta dell'Emilia del 26 giugno 1962.
In arrivo l'artista giapponese Naoko Tanaka e il performer austriaco Simon Mayer. Oltre alla nuova creazione di Lenz Fondazione ispirata all'Hyperion di Friedrich Hölderlin. E all'ultima possibilità per vedere Unfinished interior dell'inglese Tim Spooner, realizzato su misura per il Festival. -
Parma, 1 dicembre 2015
Giornate feconde, a Parma. Il Festival di Visual & Performing Arts Natura Dèi Teatri continua a portare in città artisti inconsueti e performance preziose, in una proposta culturale che da venti anni si caratterizza per rigorosa visionarietà e pervicace pars construens.
Mercoledì 2 dicembre alle ore 21 l'artista visiva e performativa giapponese Naoko Tanaka presenterà in prima nazionale, dopo il recente debutto alla Sophiensaele di Berlino, Unverinnerlicht, imponente installazione-performance che «invita gli spettatori a cercare di prevedere il presente come fosse memoria, di smarrirsi nel mare di immagini perdute». Lo stesso giorno, alle ore 19 e alle ore 22.30 sarà possibile vedere per l'ultima volta la performance Unfinished interior dell'inglese Tim Spooner, pensata e realizzata su misura per il Festival Natura Dèi Teatri 2015, esito di una residenza dell'artista a Lenz Teatro.
Giovedì 4 dicembre in programma altri due debutti.
È in prima nazionale, alle ore 21, SunBengSitting di Simon Mayer, performer, coreografo e musicista austriaco che incarnerà un energico e coraggioso viaggio nella propria autobiografia in un mix di ballo folcloristico, jodel e danza contemporanea. Lo spettacolo sarà a Parma dopo il successo ottenuto a ImPulsTanz, lo storico Festival viennese dedicato alla migliore danza contemporanea internazionale.
Debutto assoluto, alle ore 22.30, per Hyperion #2 Solo quando le case e i templi sono morti le bestie selvagge osano nelle porte e per le strade di Lenz Fondazione, frutto di una nuova residenza del musicista elettronico polacco Paul Wirkus: ispirato all'Hyperion di Friedrich Hölderlin (poeta, filosofo e drammaturgo romantico al quale l'ensemble ha dedicato agli esordi un lunghissimo percorso di ricerca), lo spettacolo diretto da Maria Federica Maestri segna il ritorno in scena di Adriano Engelbrecht, musicista e performer che in passato ha intensamente collaborato con Lenz, insieme a Valentina Barbarini. Drammaturgia e imagoturgia sono di Francesco Pititto: «Il nuovo paragrafo ispirato all'Hyperion si connette nitidamente al tema del Festival: si fondono costantemente presente e passato, in un continuo scambio di prospettive e paesaggi. Nella morta Grecia, doppiamente morta in quanto oppressa dai Turchi e immemore degli dèi, Atene appare al giovane Iperione come un immenso naufragio».
Prosegue, infine, la videoinstallazione Providence di Fiorella Iacono. L'opera, allestita negli spazi di Workout Pasubio Temporary (in via Palermo 6 a Parma – ingresso da via Catania), è stata creata in dialogo con il tema concettuale dell'edizione 2015 di Natura Dèi Teatri: Materia del Tempo – Porte.
ND'T 015 è un progetto artistico di Lenz Fondazione sostenuto da MiBACT_Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Regione Emilia-Romagna, Provincia di Parma, Comune di Parma_Assessorato alla Cultura, AUSL Dipartimento Assistenziale Integrato di Salute Mentale - Dipendenze Patologiche AUSL Parma, Fondazione Monteparma, Comune di Sala Baganza e realizzato in collaborazione con Università degli Studi di Parma, CIRS_Centro Interdipartimentale di Ricerca Sociale, Workout Pasubio Temporary, con il patrocinio di Azienda Ospedaliero - Universitaria di Parma.
Per informazioni e prenotazioni: Lenz Teatro Via Pasubio 3/e, tel. 0521 270141, 335 6096220, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.lenzfondazione.it/natura-dei-teatri/2015
Il 27 e 28 novembre, in prima nazionale, "Drakula – da Bram Stoker", una coproduzione italo-croato-slovena del visionario regista Andràs Urbàn. Le atmosfere gotiche e oniriche del romanzo sono solo il punto di partenza per un'opera che indaga le ambiguità dell'animo umano, i lati oscuri più intimamente celati, le verità che si abbeverano e si affogano nel sangue.-
Parma, 27 novembre 2015 -
Fu nel 1897 che lo scrittore irlandese Bram Stoker presentò al mondo il suo Conte Dracula: affascinato dalla figura realmente esistita del principe rumeno Vlad Dracul, e in seguito a lunghe ricerche sulla cultura e la religione dei Balcani, Stoker creò il romanzo gotico del terrore per eccellenza, su un personaggio divenuto ben presto leggendario. Nonostante le innumerevoli trasposizioni e le derivazioni dirette di questo cult (i vampiri di "Twilight" sono solo l'esempio più recente), lo spaventoso quanto seducente conte non smette di entusiasmare il pubblico, sempre contagiato dalla sua immortale bellezza.
Al Teatro Due di Parma, nelle serate di venerdì 27 e sabato 28 novembre alle ore 21.00, si potrà assistere, in prima nazionale, a "Drakula – da Bram Stoker", spettacolo ideato e realizzato in una originale coproduzione internazionale fra il Teatro Nazionale Croato di Zagabria, il Teatro Nazionale Sloveno di Maribor e Fondazione Teatro Due. Le atmosfere gotiche e oniriche del romanzo sono solo il punto di partenza per un'opera che indaga le ambiguità dell'animo umano, i lati oscuri più intimamente celati, le verità che si abbeverano e si affogano nel sangue. Come spiega Kata Gyarmati, autrice della drammaturgia: "Quando appare Dracula, si può essere certi che la battaglia della vita e della morte è già iniziata. Eppure, Dracula è appassionato di oscurità e sfumature. Rifugge il sole e la luce, due elementi essenziali per la nostra esistenza. La parte più importante del lavoro è coincisa con l'affrontare alcune domande che la storia di Dracula ci ha suscitato e che ci sembrano cruciali rispetto al contemporaneo. Se non altro, Dracula si è rivelato un coltello, uno strumento per andare più a fondo dentro di noi. Forse il vampirismo oggi consiste nel succhiare il nostro stesso sangue, perché siamo diventati allo stesso tempo prede e predatori, ed è evidente a tutti i livelli della nostra società, non solo nel campo delle relazioni interpersonali. E se ti viene succhiato il sangue, goccia dopo goccia, diventi sempre più debole, finché esausto e impotente, sei destinato a morire o a trasformarti in un vampiro".
"In questo rapporto tra l'essere umano e Dracula" dice il regista serbo Andràs Urbàn, "ci siamo concentrati sulla prospettiva della vittima, dove la vittima è, ovviamente, l'umano. Dracula incarna la minaccia imminente per l'esistenza umana. E il nostro Drakula non è una fuga nella metafisica, ma piuttosto un salto nel disumano. In condizioni disumane, qualsiasi anelito vitale diventa solo un mezzo per sfuggire alla disumanità. Sia Dracula che l'uomo rappresentano, quindi, un percorso verso l'auto-distruzione, perché indipendentemente dalla direzione di partenza, stiamo tutti per scontrarci. Chi ci sta succhiando il sangue? Cosa opprime la vita umana?". Sul palco, nove attori provenienti dai tre teatri coinvolti nel progetto: Matevž Biber, Mia Biondić, Dado Ćosić, Jurij Drevenšek, Davide Gagliardini, Edvin Liverić, Gian Marco Pellecchia, Nika Rozman e Lucija Šerbedžija.
E' stata presentata nei giorni scorsi la mostra allestita all'interno dell'aula magna del Liceo Artistico Toschi: "La via Francigena nell'anno di Giubileo", un percorso che racconta con immagini suggestive i territori lungo i quali si sviluppa questa importante via dal grande valore storico. -
Parma, 28 Novembre 2015 - ph. Francesca Bocchia -
Una mostra per raccontare l'importanza storica e culturale della Via Francigena in occasione del Giubileo, è questo il percorso artistico inaugurato nei giorni scorsi nell'aula magna del Liceo Artistico Toschi.
Il preside dell'istituto d'arte Roberto Pettenati, ha presentato il progetto di cui fa parte anche un calendario 2016, anno di Giubileo straordinario voluto da Papa Francesco, realizzato da Graphital, e di cui la scuola è tra i soggetti patrocinatori, insieme alla Diocesi di Fidenza e al Museo Pier Maria Rossi di Berceto.
Durante la prima giornata di apertura di "La via Francigena nell'anno di Giubileo" erano presenti S.E. Monsignor Carlo Mazza, vescovo di Fidenza, l'on. Giuseppe Romanini e il prefetto Giuseppe Forlani che hanno espresso il loro sentito apprezzamento nei confronti di questa iniziativa.
Il viaggio, scandito da immagini suggestive scattate lungo la via Francigena, coinvolge dodici artisti contemporanei coordinati dal curatore Marzio Dall'Acqua: Ezio Camorani ha scelto di raffigurare l'inizio e la fine del viaggio; Claudio Cesari un punto preciso del percorso, il guado di Fornovo; Beppe Mecconi verga a mano su carta la via a guisa di labirinto; Vincenzo Vernizzi reinterpreta i principali luoghi francigeni del parmense; Stefano Grasselli rivisita in chiave fantasiosa e moderna i tratti montani; Nunzio Garulli che nella sua terra e cielo riprende il concetto di infinito con tratti cromatici forti; Massimo Violi rappresenta due pellegrini lungo il percorso; Mariangela Canforini raffigura la sosta di due viandanti intenti a leggere e suonare l'armonica a bocca; mentre Nicla Ferrari propone il soggetto delle mani, come simbolo di vita interiore, ma anche di ricezione dell'ostia consacrata che rigenera in Cristo l'animo umano; Giovanna Scapinelli ritrae una figura femminile in preghiera immaginata nella pieve di Bardone; Giuseppe Bigliardi interpreta in modo astratto la Via con una tecnica mista composta da bitume, resina su tavola e lamina d'acciaio; e per finire Paolo Bottioni propone un viaggio di fede, riprendendo il simbolo dell'Associazione Europea delle vie Francigene che vuole essere di raccordo tra passato, presente e futuro.
Sua Eccellenza Monsignor Carlo Mazza si è complimentato con gli artisti per la loro capacità di saper cogliere ed interpretare il tema del pellegrinaggio con opere di alto valore simbolico.
La mostra, ad ingresso gratuito, rimarrà allestita nell'Aula Magna del Liceo Artistico di viale Toschi fino al 4 dicembre. Gli orari sono dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00.
'Diari di bordo', piccola, accogliente libreria nel centro di Parma, lancia il 'libro sospeso'. I parmigiani già l'anno scorso hanno donato 300 libri ai senzatetto tramite l'associazione onlus "Pane e vita". Un gesto di solidarietà per Natale, un regalo a chi non può permettersi di leggere. Ecco come fare per donare un libro. -
- di Alexa Kuhne - foto di Francesca Bocchia -
Parma, 28 novembre 2015 –
Quando Alice e Antonello hanno incominciato insieme il loro cammino nel magico mondo dei libri, dando vita a una piccola, accogliente libreria nella parte storica di Parma, pensavano a una scommessa coraggiosa che assecondava la passione per la scrittura di viaggio ma non immaginavano di raccogliere copiosamente anche i frutti del seme della solidarietà.
L'entusiasmo che ci mettono nel raccontare della loro iniziativa del 'libro sospeso' è come quello di un bambino che scarta un pacco sotto l'albero.
E infatti, questo è il secondo Natale che i due colleghi - giornalista sarda Alice e intellettuale appassionato di letture di origini lucane Antonello – danno la possibilità ai loro clienti di lasciare pagato un volume, prendendo spunto dall'idea di successo nata a Napoli del 'caffè sospeso'. Nella città partenopea si è soliti offrire un espresso a un avventore sconosciuto che non può permetterselo. Nella libreria 'Diari di bordo' si può ordinare o far scegliere ai due librai una preziosa opera che verrà consegnata nelle mani di chi ha bisogno anche di cibo per la mente. Un gesto significativo che assume ancora più valore nei giorni delle festività natalizie.
L'anno scorso si è accesa, tra gli scaffali di questo negozio lontano miglia e miglia dagli inospitali e anonimi centri commerciali del libro, una inaspettata gara di solidarietà sono stati donati 300 libri.
"Regalare un libro – dice Antonello Saiz – significa ridare dignità ad una persona. Uno scritto è un potente mezzo di riscatto ed emancipazione".
Una iniziativa solidale che sta dimostrando di avere una forza dirompente, dicono i due ideatori: "quella del pensiero libero, della circolazione delle idee, della cura delle persone, non solo in quanto esseri viventi ma anche in quanto soggetti sensibili e pensanti".
Il modo è semplice, spiega Alice Pisu: "Si può anche ordinare (anche su internet) appositamente un volume che ci sembra significativo, per esempio uno a cui siamo legati perché nella nostra infanzia ci ha aiutati, un classico o uno scritto da cui si può trarre ispirazione, che aiuti a raggiungere un riscatto sociale".
I libri sospesi scelti l'anno scorso dai parmigiani sono stati donati e poi distribuiti dall'associazione onlus "Pane e vita", che si occupa delle persone che vivono per strada, a Natale e in occasione del pranzo solidale di maggio.
L'iniziativa è sembrata bella e di valore sociale anche alla commissione istituita dal Cepell, Centro per il libro e per la lettura del Mibact, presieduta dal giornalista e scrittore Filippo La Porta. Così, il regalo di Natale lo hanno ricevuto anche Alice e Antonello che saranno a Roma, il 4 dicembre, a ritirare il loro premio alla fiera di Roma 'Più libri più liberi'.
Presentato alla Feltrinelli di Parma “Vinceremo di sicuro”, il libro di Michele Brambilla, neo insediato direttore della Gazzetta di Parma: un racconto che parte dalle sue esperienze di ragazzo per attraversare gli anni in cui si guardava al futuro con occhi positivi
Parma – 26 Novembre 2015 – (Photo by Francesca Bocchia)
Presentato nei giorni scorsi alla libreria Feltrinelli di Parma il libro del neo insediato direttore della Gazzetta di Parma Michele Brambilla dal titolo “Vinceremo di Sicuro”. Un racconto che percorre gli anni sessanta ricordando il periodo d’oro dell’Inter partendo dalla Semifinale di Coppa dei Campioni contro il Liverpool disputata il 12 maggio del ’65. Ma questo non è un romanzo che parla di calcio, è una storia che parla di ottimismo, di uno sguardo positivo e fanciullo verso il futuro.
Ad accompagnare l’autore nella presentazione è stato il critico letterario Giuseppe Marchetti, la cui sintesi ed analisi è riuscita a stimolare ulteriormente l’interesse del pubblico presente in sala.
I dati sulla violenza in Emilia-Romagna e le attività dei centri antiviolenza presentati in Regione dall’assessore Emma Petitti e dal presidente della Commissione regionale per la parità e per i diritti delle PersoneRoberta Mori
Bologna – 25 Novembre 2015 -
Il 25 novembre, ovvero la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, sarà un appuntamento all’insegna dell’informazione, dell’educazione e dell’attenzione verso le giovani generazioni, per insegnare loro il rispetto fin dai banchi di scuola, per trasmettere loro la cultura, elemento imprescindibile per contrastare gli atti di violenza e discriminazione.
Sarà questo il tema al centro del convegno “Primo passo: educare”, promosso dall'assessorato regionale alle Pari opportunità della Regione e dall'Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, affiancato dalla campagna “Ma l’amore non c’entra”, raccontata via web e comunicata anche tramite uni striscione esposto per alcuni giorni all’ingresso della sede della Regione.
E’ stata l’Assessore regionale alle Pari opportunità Emma Petitti, durante una conferenza stampa in Regione, ha presentare gli incontri della giornata e gli ultimi dati aggiornati. Con le il Presidente della Commissione regionale per la parità e per i diritti delle Persone Roberta Mori, Presidente del Coordinamento dei centri antiviolenza della Regione Samuela Frigeri, la consigliera del Presidente del Consiglio dei ministri in materia di Pari opportunità Giovanna Martelli e la Presidente della Commissione Anci nazionale Pari opportunità Simona Lembi.
“In occasione della giornata presentiamo i dati sulla violenza - ha spiegato Emma Petitti - che raccontano di 3301 donne seguita dai centri dell’Emilia-Romagna. Tra queste, 2978 hanno subito una violenza, nell’80% dei casi si tratta di donne con figli che hanno subito violenze in contesti familiari, intimi, e quasi nel 36% di donne straniere. Per combattere questo fenomeno abbiamo messo in campo una rete che riunisce le istituzioni, i servizi socio-sanitari dei Comuni, le associazioni, le forze dell’ordine e stiamo lavorando anche sull’aspetto fondamentale dell’educazione e dell’informazione – e continua - così come va avanti il lavoro per il piano regionale contro la violenza alle donne, che a breve presenteremo, e che servirà a consolidare il sistema dei centri antiviolenza territoriali, a sostenere la prevenzione e a istituire un monitoraggio costante attraverso il nuovo osservatorio regionale”.
“Prevenzione, cultura, alleanze forti e solide sono la base per la costruzione di politiche di contrasto alla violenza - ha sottolineato Roberta Mori - e per creare un fronte compatto, tale da sradicare questo fenomeno odioso. In qualità di coordinatrice degli organismi di parità delle Regioni, sto lavorando ad un Accordo con il Dipartimento pari opportunità del Governo, che potenzi l’intervento in materia di lavoro, contrasto alla violenza e piena attuazione della Convenzione di Istanbul mediante una legge quadro nazionale. In occasione del prossimo 25 novembre faremo insieme un altro passo confrontandoci e discutendo in particolare del ruolo e dell’importanza dell’educazione alla parità, partendo dai giovanissimi e dagli adolescenti”.
La Regione sostiene il lavoro e monitora l’attività dei centri antiviolenza e la realtà delle donne accolte e assistite. In collaborazione con il Coordinamento dei centri dell'Emilia Romagna, ed in occasione della giornata del 25 novembre, pubblica ogni anno l’aggiornamento di due Quaderni che fotografano l’attività dei centri ed i dati sul femicidio, raccolti dalla Casa delle donne di Bologna, sulle vittime di questa forma estrema di violenza.
Le pubblicazioni sono consultabili e scaricabili nel sito http://parita.regione.emilia-romagna.it/violenza.
Nel 2015, a seguito dei finanziamenti nazionali del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, la Regione ha ripartito 1,2 milioni di euro tra i Comuni sedi di case e centri antiviolenza: sia per finanziare o ampliare servizi già operativi (854 mila euro) sia per sostenere l’apertura di nuovi centri o case rifugio (346 mila euro).
Nel 2014, dopo l'approvazione delle linee di indirizzo per l'accoglienza di donne vittime di violenza, è stato stanziato dalla Regione un fondo di 500 mila euro per la diffusione delle medesime e per la formazione degli operatori.
Tra gli obiettivi prioritari dell’azione della Regione contro la violenza, vi è l’attenzione alla formazione, informazione e sensibilizzazione soprattutto delle giovani generazioni.
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