Da mercoledì 30 marzo un'iniziativa nell'ambito di "Play and the City" che si abbina alla mostra in corso sugli anni '80 e '90 "L'invasione dei Robot".
Modena, 29 marzo 2016
Anche il Museo della Figurina di Modena partecipa a "Play and the City", la serie di iniziative che accompagnano la città al festival del gioco "Play" in programma sabato 2 e domenica 3 aprile al quartiere fieristico.
Da mercoledì 30 marzo quindi il Museo ospita un allestimento di giochi da tavolo e miniature a tema robotica che va ad arricchire la mostra in corso dedicata, appunto, agli anni Ottanta e Novanta con "L'Invasione dei Robot". E negli stessi giorni, fino a domenica 3 aprile, a tutti i visitatori verrà data in omaggio, fino a esaurimento, una "paper doll" robotica, a scelta tra tre diverse versioni cromatiche. Basterà ritagliare, piegare e incollare le diverse parti, seguendo le istruzioni, per dar vita a Figurobot, il robottino del Museo della figurina, progettato da Intersezione.
L'allestimento di giochi e miniature è curato dal Club TreEmme di Modena e propone giochi come "RoboRally", "Twin Tin bot", "Battletech" e "Smash Up". Nella mostra in corso, allestita fino al 17 luglio si possono già ammirare personaggi protagonisti di album e serie tv come Gundam, Daltanious, Goldrake, Danguard, Daitarn III e relativi "action figure". Ci sono anche foto e illustrazioni di robot un po' più antichi come i tripodi della "Guerra dei mondi" di Wells, l'automa di "Metropolis" e "Chiodino", protagonista di un fumetto cult degli anni '50.
La mostra si può visitare al Museo di Palazzo Santa Margherita (corso Canalgrande 103) da mercoledì a venerdì dalle 10.30 alle 13 e dalle 16 alle 19.30, al sabato e nei festivi a orario continuato dalle 10.30 alle 19.30 www.museodellafigurina.it.
Lo staff di FLASHON MAG e oggi ancor più SUSANNA VOLIANI, con il suo articolo dedicato ai bambini e al fantastico mondo di Peter Coniglio e di Beatrix Potter, vi augura una Felice Buona Pasqua!
Di Susanna Voliani
La Pasqua si avvicina e con l'occasione potremmo dedicare ai nostri bambini qualche momento di lettura che abbia per protagonista l'animaletto pasquale per eccellenza: il coniglietto.
Come non scegliere quindi un classico senza tempo, una raccolta di storie che hanno visto la luce tanti anni fa e che ricompaiono in scaffale oggi, per Mondadori, in una nuova veste unica ed integrale.
Peter Coniglio e le sue ventitré avventure, create ed illustrate da Beatrix Potter dai primi anni del 1900, sono in grado di riportare anche noi adulti, che forse abbiamo conosciuto Peter nella nostra infanzia, in un'atmosfera di tenerezza e calore, di incanto e dolcezza.
Le vicende del coniglietto, della sua mamma, delle sue sorelle, del suo cuginetto e di tutti gli amici del bosco, simpatici animaletti con innegabili caratteristiche umane, le sue marachelle, i piccoli guai in cui si caccia, altro non sono se non rimandi a ciò che tutti noi abbiamo un tempo vissuto: situazioni difficili da cui ci si salva, pentimenti certi, inevitabili ricadute. E via da capo con nuove birichinate.
Il genio di Beatrix Potter si completa con le illustrazioni: gli animali, le piante, i giardini, i boschi, tutti ispirati alla campagna inglese, sono straordinariamente resi attraverso i colori delicati, i tratti fluidi, i precisissimi dettagli di ogni personaggio e di ogni suo movimento.
Tradotte in trentacinque lingue nel corso degli ultimi cento anni, le storie di Peter Coniglio hanno affascinato i bambini di tutto il mondo e sono e rimarranno per sempre un classico senza tempo, da non farsi mancare in casa e da rileggere quando si sente il desiderio di una coccola per gli occhi e per l'anima.
Dai 3 anni.
Undicesima edizione della kermesse dal 6 maggio a Reggio Emilia, Bologna, Parma e Rubiera. Significativo elemento di novità per l'edizione 2016 di Fotografia Europea la partecipazione di importanti realtà culturali e artistiche dell'Emilia-Romagna che presenteranno mostre ed eventi collegati al festival.
Bologna, 26 marzo 2016
Dal 6 maggio al 10 luglio, Reggio Emiliapresenterà la XI edizione di Fotografia Europea, festival interamente dedicato alla forma d'arte che più di altre comunica e interpreta la complessità della società contemporanea. La kermesse, ormai punto di riferimento nazionale e internazionale nel panorama degli appuntamenti culturali dedicati alla fotografia, affronterà il tema La via Emilia. Strade, viaggi, confini.
Mostre, conferenze, spettacoli, educational e varie iniziative, ospitate nelle principali istituzioni culturali e sedi espositive di Reggio Emilia, saranno gli ingredienti di un ricco programma di eventi, animato da protagonisti della fotografia, della cultura e del sapere, per sollecitare un confronto fra differenti espressioni di creatività e di pensiero. Promosso e organizzato dal 2006 dal Comune di Reggio Emilia, il festival vedrà la partecipazione della Regione Emilia-Romagna epunterà a sviluppare sinergie e collaborazioni con altre provincie e realtà del territorio che quest'anno si sviluppano con istituzioni e soggetti culturali prestigiosi di Bologna, Parma e Rubiera.
La kermesse è stata presentata a Bologna, nella sede della regione Emilia-Romagna, presenti tra gli altri l'assessore regionale alla Cultura, Massimo Mezzetti, il sindaco di Reggio Luca Vecchi e Walter Guadagnini, curatore di Fotografia Europea. Erano inoltre presenti rappresentanti delle realtà coinvolte.
L'assessore Mezzetti ha posto in relazione il respiro europeo della manifestazione con i drammatici fatti di Bruxelles, ribadendo il cordoglio della Regione e specificando come "anche un'iniziativa aperta come questa assume oggi un significato particolare". Mezzetti ha quindi specificato come "la definizione di questa bellissima edizione della rassegna sul percorso della via Emilia si inserisce armonicamente in una complessiva strategia regionale per la promozione turistica oltre che culturale".
Il sindaco Vecchi ha aggiunto che "dopo 10 anni di fortunate edizioni di rilievo internazionale a Reggio Emilia, Fotografia Europea si propone con un salto di qualità nell'idea progettuale, provocatoria sul piano culturale, cioè la via Emilia e i confini di luoghi identitari che si aprono al mondo e alle nuove relazioni del globale: i confini vissuti non come muri, ma come punti di incontro nel tempo delle grandi migrazioni. Credo che Fotografia Europea possa contribuire, come avvenuto per Reggio Emilia, ad accrescere l'attrattività culturale della nostra regione e delle sue città, così importanti in Europa e intelligentemente aperte al mondo". Vecchi ha anche anticipato alcune delle molte iniziative collaterali, che saranno presentate più avanti, concerti e spettacoli di danza (Aterballetto), incontri e racconti con il coinvolgimento di protagonisti quali Cavazzoni, Celati e Guccini.
Guadagnini è entrato nel dettaglio delle iniziative, mettendo inoltre in evidenza "la forte e produttiva collaborazione che ha permesso di poter snodare le iniziative lungo il territorio regionale", insieme alla cresciuta varietà dei luoghi espositivi scelti.
Significativo elemento di novità per l'edizione 2016 di Fotografia Europea è la partecipazione di importanti realtà culturali e artistiche dell'Emilia-Romagna che presenteranno mostre ed eventi collegati al festival come la fondazione Mast (Manifattura di arti, sperimentazione e tecnologia) di Bologna, lo Csac (Centro studi e archivio della comunicazione) dell'Università di Parma, l'associazione Linea di Confine per la fotografia contemporanea di Rubiera, in campo nella realizzazione di dettagliate indagini fotografiche e la Collezione Maramotti, prestigiosa raccolta privata di arte contemporanea con sede a Reggio Emilia.
Fotografia Europea 2016 potrà inoltre contare sulla conferma e sul rafforzamento del legame con la Fondazione Manodori attraverso la sede espositiva di palazzo da Mosto e sull'inserimento effettivo di palazzo Magnani, fondazione di cui il Comune di Reggio Emilia è divenuto socio.
Curata da un comitato scientifico composto da Diane Dufour (direttrice Le Bal, Parigi), Elio Grazioli (Università degli studi di Bergamo), Walter Guadagnini (Accademia di Belle Arti di Bologna), Fotografia Europea 2016 ruoterà attorno al tema La via Emilia. Strade, viaggi, confini nella sua accezione più ampia e trasversale.
Si tratta di una riflessione sul tema della strada, partendo proprio dalla grande arteria romana che va "dal fiume al mare" per approdare alle vie del mondo, ai luoghi di transito e di confine nella società odierna. Questo argomento riprende a trent'anni di distanza, Esplorazioni sulla via Emilia (1986), l'opera collettiva sul paesaggio a cura di Luigi Ghirri con un gruppo di fotografi e scrittori che raccontava il "volto di un paese reale" segnando una pagina significativa della fotografia contemporanea.
La "Via Emilia", arteria stradale strategica e con oltre 2200 anni di storia, è tra l'altro un brand territoriale della Regione Emilia-Romagna, pensato da Apt servizi nel 2015 per promuovere le eccellenze regionali.
Ai Chiostri di San Pietro, uno dei fulcri di Fotografia Europea, la mostra 1986. Esplorazioni sulla via Emilia, a cura di Laura Gasparini, presenteràuna selezione di opere di autori quali Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Vincenzo Castella, Giovanni Chiaramonte, Vittore Fossati, Luigi Ghirri, Guido Guidi, Mimmo Jodice, Klaus Kinold, Claude Nori, Cuchi White, Manfred Willman e il video di Nino Criscenti - tutte esposte in quella storica occasione - così da ricreare il clima culturale di una delle esperienze più lucide ed esaltanti della storia della fotografia italiana.
Inoltre, materiali originali dell'epoca, come il catalogo, le maquette di preparazione e i provini a contatto racconteranno il lungo lavoro di ricerca sul territorio iniziato nel 1984 e terminato con la collettiva del 1986.
La rassegna si completerà con la sezione 2016. Nuove esplorazioni: a testimoniare la continuità di un impegno, Fotografia Europea ha commissionato a sette autori contemporanei le "nuove esplorazioni" della via Emilia. Un viaggio sorprendente, tra realtà e immaginazione, tra documentazione e invenzione, che renderà davvero unica questa edizione del festival. Gli autoriAlain Bublex, Stefano Graziani, Antonio Rovaldi, Sebastian Stumpf, Davide Tranchina, Paolo Ventura, Lorenzo Vitturi, sono tra i protagonisti assoluti del panorama fotografico odierno, nazionale e internazionale, e le loro immagini saranno senza dubbio la novità più attesa di Fotografia Europea 2016.
Il tema dalla via Emiliasi allargherà verso le strade del mondo. Sempre ai Chiostri di San Pietro si terrà la mostra Exile che presenterà le opere di 24 fotografi appartenenti all'agenzia Magnum. Sono immagini di reportage, scattate dai grandi interpreti di questo genere, da Werner Bischof a Robert Capa, da Stuart Franklin a Paolo Pellegrin, da Abbas a Chris Steele-Perkins, da Philip Jones Griffiths a Leonard Freed, solo per citarne alcuni, in cui il tema dell'esilio è visto come una strada a un'unica direzione di cui è negato il ritorno, come una condizione di non appartenenza, un luogo estraneo alla propria storia e cultura. Una mostra che dalla storia arriverà alle tragiche pagine dell'attualità.
Sulla scia del successo ottenuto nelle precedenti edizioni, ai Chiostri di San Pietro ritornerà il progetto Speciale Diciottoventicinque che, con la guida di tre professionisti della fotografia e dell'arte visiva quali Giorgio Barrera, Pietro Iori e Diego Zuelli, offre a 60 ragazzi, tra i 18 e i 25 anni, la possibilità di comprendere come costruire un progetto espositivo, dalla stesura del concept alla mostra finale. Per la prima volta i ragazzi avranno modo di confrontarsi anche con il mondo del video.
Dai suoi albori la fotografia è strettamente legata all'esplorazione e alla conoscenza del territorio. I primi libri fotografici hanno contribuito a creare e a rafforzare una geografia immaginaria dei luoghi, modellando la nostra percezione dello spazio e del tempo. A questa affascinante tematica si riferisce la mostra di libri fotografici, curata da Ilaria Campioli, ai Chiostri di San Pietro che presenterà volumi che utilizzano la stessa struttura narrativa e visuale cara alle esplorazioni del XIX e XX secolo per riflettere sulle complesse relazioni fra scoperta, viaggio e conquista.
Per la prima volta in Italia, Palazzo Magnani renderà omaggio, con oltre 150 immagini e 80 riviste, a Walker Evans (1903-1975), uno dei grandi autori del Novecento, che lungo le strade degli Stati Uniti ha scattato alcune delle sue immagini più famose.
Il fotografo americano sarà celebrato attraverso due distinte esposizioni. La prima, Walker Evans. Anonymous, curata da David Campany, Jean-Paul Deridder e Sam Stourdzé, (Catalogo Steidl) presenterà il lavoro foto-redazionale sviluppato da Evans su numerose riviste americane a partire dal 1929. A differenza di molti fotografi Walker Evans non lavorava per i magazine esclusivamente come fotografo; era lui stesso spesso a scegliere il tema, a scrivere i testi, a selezionare le fotografie e a curare l'impaginazione. Mentre i mass media indugiavano sul culto della celebrità e del consumismo, Evans fotografava anonimi cittadini e la loro vita quotidiana, creando immagini dirette e frontali delle condizioni del paese, con uno stile austero e distaccato privo di ogni forma di idealismo romantico. I suoi intensi scatti, prevalentemente in bianco e nero, lo hanno consacrato pioniere della fotografia documentale e sono divenuti simboli della cultura americana degli anni del New Deal.
La seconda, Walker Evans. Italia, a cura di Laura Gasparini (Catalogo Silvana editoriale), prodotta espressamente per Fotografia Europea 2016, proporrà 50 sue fotografie, tra le più famose, provenienti da collezioni pubbliche e private italiane, capaci d'ispirare il linguaggio poetico di molti dei fotografi protagonisti di Esplorazioni sulla via Emilia, da Ghirri a Basilico, da Guidi a Barbieri. A prova di ciò, saranno esposti alcuni esemplari scatti degli stessi autori italiani scaturiti dalla riflessione sulla lezione del grande maestro americano, insieme a pubblicazioni degli anni trenta e quaranta che testimoniano la presenza di Walker Evans nella storia del cinema e della fotografia italiana del dopoguerra.
Il percorso di Fotografia Europea 2016 proseguirà in altri luoghi simbolo di Reggio Emilia.
Allo Spazio Gerra si terrà la mostra Disco Emilia nata da un progetto che approfondisce, da un punto di vista storico-sociale, il ventennio compreso tra i primi anni settanta e la fine degli ottanta, in cui la regione ha assistito al sorgere di un vero e proprio distretto del divertimento con oltre 35 sale da ballo nel raggio di 100 km. Una vera epopea del costume in cui musica, immagine, moda, tecnologia e spettacolo si sono mescolati freneticamente dando vita a un percorso di crescita esponenziale e alle sue contraddizioni che si riverberano ancora nel presente. A raccontare questo fenomeno sociale e culturale saranno le immagini di Gabriele Basilico, che nel 1978, con la sua serie Dancing in Emilia, ritrasse la prima fase di questo fenomeno, per poi trasferirsi nell'attualità con le fotografie di Andrea Amadasi, Hyena e Arianna Lerussi.
Nella sede di Palazzo da Mosto - tra le più apprezzate lo scorso anno per la bellezza dell'edificio e dei suoi spazi espositivi - di proprietà della Fondazione Manodori, la collettiva Dalla via Emilia al mondo, curata dal comitato scientifico del Festival, presenterà le opere di Ziad Antar, Paola De Pietri, Gulnara Kasmalieva & Muratbek Djumaliev, Kent Klich, Bettina Lockemann, Maanantai Collective, Michael Najjar, Paolo Pellegrin, Katja Stuke & Oliver Sieber.
Si tratta in pratica di nove mostre personali, di autori provenienti da diversi paesi europei (dalla Svezia alla Germania, dalla Finlandia all'Italia) che affronteranno attraverso diversi media, dalla fotografia alla videoinstallazione, le tematiche del viaggio, del confine, tanto nei suoi aspetti sociali quanto in quelli individuali. Molti di questi autori, protagonisti della scena artistica internazionale, esporranno per la prima volta in Italia, confermando la natura propositiva del Festival.
Sulla scorta della straordinaria esperienza di Joan Fontcuberta nella scorsa edizione, il Palazzo dei Musei aprirà le proprie sale a Paolo Gioli, uno dei grandi maestri della fotografia italiana e internazionale. Nella mostra Nature attraverso, Paolo Gioli si è misurato con gli spazi e le raccolte dei Musei Civici di Reggio, realizzando una serie di opere inedite, ottenute attraverso la tecnica del fotofinish. Ancora una produzione originale dunque; ancora un evento unico nel panorama dei festival nazionali.
Palazzo dei Musei ospiterà inoltre la personale di Fabio Boni che celebrerà i 150 anni di vita della Croce Rossa, attraverso i ritratti dei suoi volontari.
Fin dalla sua prima edizione Fotografia Europea ha rappresentato un palcoscenico dove proporre i lavori delle nuove generazioni di artisti. Ai Chiostri di San Domenico, ad esempio, si terranno le esposizioni dei 5 autori europei selezionati dal comitato scientifico tra gli oltre 250 progetti pervenuti alla Public call.
Si va dalle ricerche di Filippo Minelli che con il progetto Padania Classic documenterà il cambiamento del paesaggio architettonico contemporaneo padano dagli anni '80 ad oggi, tralasciando volutamente paesaggi naturali e patrimonio storico, a quelle del duo Luca Santese e Pasquale Bove che, con Italy&Italy, articoleranno in modo organico l'iconografia degli anni Novanta, focalizzandosi sulla vita quotidiana e mondana riminese, alle indagini condotte da Françoise Beauguion, In the country nowhere – Migrations to Europe, che analizzerà il tema delle migrazioni in Europa, da Ikuru Kuwajima, Trail, che documenterà il suo viaggio in auto nelle montagne del Pamir nel Tagikistan lungo il confine afgano, e da Cyrus Mahboubian e Sophie Nicole Culière, Wanderlust, in cui la strada è la traccia per raccontare il passaggio dell'uomo nel mondo.
Sempre in quest'ambito, Palazzo Casotti ospiterà Sideways, una mostra dedicata a fotografi emergenti under 35, a cura di Daniele De Luigi, in collaborazione con Gai Associazione per il circuito dei Giovani Artisti Italiani.
Alla Galleria Parmeggiani, due rassegne dedicate ad autori nati e attivi sul territorio testimonieranno la volontà del Festival di mantenere salde le proprie radici e il proprio rapporto con il tessuto culturale che lo anima.
La prima è il Viaggio nel tempo dell'iPhonegraphy di Giuliano Ferrari che ripercorrerà e attualizzerà le tappe del Grand Tour, che vedeva ricchi giovani dell'aristocrazia europea, a partire dal XVII secolo, scendere in Italia per conoscere l'antichità, la pittura rinascimentale e il paesaggio, utilizzando la camera fotografica dell'iPhone. La seconda è Columnae Herculis: architetture di confine e strategie urbanistiche militarizzate un progetto di Saverio Cantoni, a cura di Giovanna Calvenzi, che affronterà le strategie architettoniche e urbanistiche che coinvolgono la costruzione e il mantenimento del confine meridionale della zona demilitarizzata tra le due Coree.
In occasione di Fotografia Europea 2016, la Collezione Maramotti proporrà e ospiterà due esposizioni. Il progetto di Claudia Losi How do I imagine to being there? prende avvio da una cronaca di viaggio, da un reale attraversamento delle isole di S.ta Kilda nel 2012 per poi approdare alla costruzione di nuove mappe mentali e artefatti che costituiscono sedimentazioni mnemoniche del paesaggio. So near, so far di Paolo Simonazzi restituirà uno sguardo originale sul nostro territorio, inteso come crocevia di comunicazioni semantiche, culturali, linguistiche, visuali attraverso una scelta di scatti che coprono gli ultimi vent'anni del suo lavoro.
Fotografia Europea 2016 apre un nuovo capitolo e presenta numerose novità condividendo con la Regione Emilia-Romagna l'obiettivo di sviluppare sinergie e collaborazioni con altre realtà del territorio.
Lo Csac – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell'Università di Parma proporrà il frutto di un'indagine negli archivi della Sezione Fotografia. In Esplorazioni dell'archivio. Le fotografie della Via Emilia verranno esposti nuclei storici di stampe presenti nelle sua raccolte, di Bruno Stefani, di grandi atelier come quello bolognese dei Villani o del romano Studio Vasari, a confronto con l'opera degli autori protagonisti di quella nuova fotografia, dell'ultimo quarto del Novecento. Con tutto questo si intrecciano le foto di cronaca, le fotografie dello sport, rituali sociali, riprese della quotidianità. L'intenzione è quella di proporre una riflessione sugli sguardi di quel paesaggio, con l'ambizione di restituire uno sfondo al progetto di Esplorazioni della Via Emilia, 1986. Nella sala ex fienile verrà inoltre riproposta la mostra del Festival dell'Architettura 2007-08 dedicata al Pubblico Paesaggio dal titolo Habitare la via Emilia. Presenze e luoghi di rifondazione insediativa, esito di una ricerca che riflette, attraverso un rilievo topo-fotografico puntuale, su struttura e componenti del divenire della strada consolare quale strumento di continua rigenerazione dell'insediamento antropico emiliano.
Il Mast (Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia) di Bologna ospiterà la mostra Ceramica, Latte, Macchine e Logistica. Fotografie dell'Emilia Romagna al lavoro a cura di Urs Stahel. Attraverso le fotografie di autori quali Olivo Barbieri, Tim Davis, William Guerrieri, Guido Guidi, Paola de Pietri, Franco Vaccari, Walter Niedermayr e altri, l'esposizione documenterà lo sviluppo dell'Emilia Romagna negli ultimi decenni. Coppie di immagini contrapposte racconteranno come le vecchie industrie scompaiano, sostituite da nuovi sistemi produttivi ad altissimo contenuto tecnologico e come al paesaggio tradizionale di un territorio dal sapore antico si sostituiscano le nuove aree del terziario avanzato.
All'Ospitale di Rubiera (Reggio Emilia), Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea presenterà, a cura di Antonello Frongia, Per strada, che proporrà oltre 60 fotografie, dai primi anni Settanta al 2007, realizzate da Guido Guidi sulla via Emilia e per le strade adiacenti, senza dimenticare la serie sul Teatro Bonci di Cesena realizzata nel 1984 con Luigi Ghirri, gli inediti di Esplorazioni sulla via Emilia e la serie SS9. In programma anche l'esposizione dei lavori prodotti dai partecipanti ai laboratori tematici condotti sulla via Emilia da Guido Guidi (Per strada), Sabrina Ragucci (Contemporaneamente immagini e parole) e Marco Signorini (Sguardi, grafemi, codici), a cura di William Guerrieri.
Anche per la sua XI edizione Fotografia Europea 2016 sarà arricchita dal Circuito Off, un programma di oltre 300 esposizioni ed eventi indipendenti e autogestiti, promossi da gallerie, associazioni, soggetti pubblici e privati, disseminati nel territorio cittadino e provinciale.
Fotografia Europea è un progetto promosso e organizzato dal Comune di Reggio Emilia con la Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con la Fondazione Palazzo Magnani, la Fondazione Pietro Manodori, la Camera di Commercio di Reggio Emilia e Apt Servizi Regione Emilia-Romagna.
Special sponsor: Iren. Main sponsor: Gruppo Cariparma Credit Agricole, Coop Alleanza 3.0, Mast, CarServer, I Petali.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
"Un segnale di convivenza civile contro i fondamentalismi". Così l'ha presentata ieri in Provincia il Vice presidente dell'Ente Bellini che la presiede. Presenti i rappresentanti delle principali associazioni degli stranieri del territorio.
Parma, 24 marzo 2016
"Un segnale di convivenza civile per contrastare i fondamentalismi che allontanano i popoli e conducono alla barbarie". Così il Vice presidente della Provincia Gianni Guido Bellini ha presentato stamattina in Piazza della Pace la Consulta Provinciale degli Stranieri, insieme ai rappresentanti delle principali associazioni degli stranieri del territorio.
"Negli anni scorsi la Provincia ha portato avanti un lavoro importante di coordinamento e di sostegno delle associazioni e delle comunità degli stranieri a Parma e provincia – ha ricordato Bellini – e anche oggi, nonostante la trasformazione dell'Ente e l'incertezza sul suo futuro, intende proseguire in questo percorso, puntando sulla partecipazione attiva delle comunità attraverso i loro rappresentanti. Mantenere un presidio di coordinamento consente anche alle associazioni e alle comunità provenienti da paesi diversi e lontani fra loro di confrontare le esigenze, i bisogni e di arricchire, grazie alle loro conoscenze e competenze, il territorio che li ospita."
Le comunità straniere più numerose a Parma sono quelle dell'Est Europa: al primo posto quella rumena con 7.502 persone, seguita dalla moldava con 7454 e dall'albanese con 7443.
Lo scopo della Consulta è quello di offrire un luogo di confronto alle varie associazioni, già presenti nei territori comunali, in modo che possano dialogare tra loro costruttivamente. La sede sarà in via Inzani 29.
Il Vice Presidente della Provincia Bellini è il Presidente della Consulta, l'albanese Erion Begaj è il Vicepresidente, Segretaria è la marocchina Sabil Bahija.
Numerosi sono stati gli interventi all'incontro, e naturalmente gli attacchi terroristici di questi giorni a Bruxelles sono stati lo sfondo da cui non si può prescindere.
"Ormai il futuro nostro e dei nostri figli è qui e in momenti come questi le comunità straniere devono dare il segnale che rispettano norme e culture di questo paese – ha detto Erion Begaj - Con la riorganizzazione della Provincia anche le comunità straniere nel territorio della provincia di Parma devono cercare di adattarsi per rispondere meglio ai cambiamenti in corso. La Consulta Provinciale Stranieri potrà essere un ottimo strumento d'aiuto e di dialogo tra le comunità, anche grazie all'attenzione e l'impegno che l'ente Provincia dedica alle richieste che provengono dai nuovi cittadini ".
"Sono lusingata di fare parte del gruppo che ha preso l'iniziativa di creare questa Consulta, che contribuirà a consolidare i rapporti tra le varie associazioni di Parma e provincia e a farle collaborare insieme." Ha dichiarato Sabil Bahija, presidente della Maisone Maroccaine e Segretaria della Consulta.
"Esprimo la gratitudine della comunità romena alla Provincia di Parma per il sostegno offerto ai progetti che in passato abbiamo portato avanti insieme – ha affermato Marina Bilha presidente della Associazione Romania chiama Parma - La creazione della Consulta degli stranieri dimostra l'interesse della Provincia per l'apporto che cittadini di diverse nazioni possono offrire alla cultura italiana. L'auspicio è che questo mutuo interesse si mantenga vivo e si rafforzi ulteriormente in futuro, per rendere il territorio aperto, dinamico e stimolante per quanti ci vivono e lavorano."
"I fatti accaduti in questi giorni a Bruxelles, ma anche in Turchia, Marocco, Libia, Costa d'Avorio, Kenia, sono attentati contro l'umanità – ha dichiarato Ben Hammouda Lotfi dell'Associazione Voce Nuova, proveniente dalla Tunisia – Non è l'Islam che causa tutto questo. L'unità è l'unica soluzione per sconfiggere questo cancro."
"Ci sentiamo parte di questo paese, che ci ha dato tanto, molti di noi sono nati qua, o hanno la cittadinanza italiana – ha ricordato Mahfoud Abdelhafid, dell'Associazione Bel-agire di Fornovo, di origine marocchina - E' l'ignoranza che porta all'odio. Con la Consulta avremo la possibilità di sviluppare progetti comuni."
Ha rincarato la dose Abdou Ba, primo presidente della Comunità Senegalese di Parma: "Questi terroristi sono traditori, perché hanno avuto lavoro e istruzione in Europa."
Ma avverte: "Gli stranieri in Italia rappresentano il 12% della popolazione e l'11% della ricchezza: devono essere ascoltati prima di assumere le decisioni che li riguardano."
Michel Oulouade, del Comitato dei Saggi della Costa d'Avorio, ha parlato dell'attività della sua associazione, che lavora per frenare l'esodo dalle campagne alle città nel suo paese. "Più di duemila ragazzi che erano pronti ad emigrare sono tornati in campagna, grazie al protocollo d'intesa tra Provincia di Parma, Regione Emilia Romagna e otto grandi città ivoriane – ha spiegato – Chi parte vende tutto quello che ha per pagare il viaggio, quindi non può più tornare indietro. Occorre moltiplicare i progetti concreti, come questo. "
Ha portato il suo saluto anche Victoria Verde Hermosilla presidente dell'associazione peruviana "Il sorriso di Michelle", che nel ricordo della figlia tragicamente scomparsa lavora per aiutare i bisognosi del suo paese, soprattutto le donne maltrattate.
Gaston Mavakala Kiamenga, proveniente dalla Repubblica Democratica del Congo, in Italia dal 1983, già membro della Consulta regionale, ha ripercorso le faticose tappe dell'integrazione: "Dall'1984 all'89 l'immigrato straniero non aveva diritto a lavorare in Italia, poi ancora non poteva acquistare casa, né ottenere finanziamenti in banca – ricorda – In seguito le cose sono cambiate. Parma e la sua provincia ci hanno accolto bene e noi abbiamo fatto tanto per accogliere i nuovi arrivati e impedire che entrassero nel mondo della violenza. Adesso occorre una nuova integrazione, non bisogna distruggere quello che abbiamo costruito insieme."
Maria Nimerenco presidente della Comunità moldava ha ricordato la nascita della sua associazione "Fernando Santi" nel 2000 : "Noi che abbiamo esperienza e conosciamo le leggi lavoriamo per aiutare chi arriva, li seguiamo e li sosteniamo – ha spiegato – Oggi è un giorno storico, nasce qualcosa di importante. Stamattina abbiamo ascoltato tante storie di vita: possa restare sempre questa apertura tra noi e portarci a risultati concreti."
"Pace e solidarietà sono le parole chiave: lo straniero è un amico, non è il nemico della porta accanto – ha affermato Diana Teneva dell'associazione interculturale Milleeunmondo, nata quasi vent'anni fa, che si occupa di integrazione, inserimento lavorativo, mediazione culturale e linguistica, che ha auspicato che con la Consulta si possa avviare un lavoro comune tra tutte le associazioni di stranieri del territorio.
All'incontro ha portato il suo saluto anche Luciano Mazzoni, del Forum Interreligioso di Parma.
(Fonte: Provincia di Parma - Ufficio stampa)
Domenica 10 aprile presso il Centro Parma Yoga si potranno sperimentare i ritmi e i movimenti della Bollywood Dance e delle danze nomadi del Rajasthan. Intervista con l'insegnante e coreografa Maya Devi.
Di Manuela Fiorini
Parma, 26 marzo 2016
L'appuntamento è per domenica 10 aprile, presso il Centro Parma Yoga di Strada Nuova 28, a Parma, per scoprire i ritmi, i colori e i movimenti delle danze indiane. In particolare della Bollywood Dance, ispirata alle grandi produzioni cinematografiche "made in India" e le danze nomadi del Rajasthan e la danza Kalbelya, Patrimonio dell'Umanità UNESCO, e la snake charmer, dai movimenti sensuali.
Lo stage, aperto a tutti, sarà condotto da Maya Devi, insegnante di yoga e di danza, direttrice artistica e coreografa presso la compagnia Rajput Maharani e Bollywood Dance Academy di Milano. Devi è attualmente l'unica danzatrice italiana di danze gipsy del Rajasthan e kalbelya, che ha imparato in India nei villaggi nomadi e nel deserto dei Thar e dai maestri più rinomati a livello internazionale, tra cui Sua Devi e Gulabo Sapera.
Maya, come nasce la tua passione per le danze indiane?
"La danza è sempre stata la mia passione e la pratico dall'età di 8 anni. Ho vissuto per qualche tempo a Londra, dove lavoravo come costumista e fashion designer e dove mi sono avvicinata al flamenco. Poi, nel 1996, sono andata in India per la prima volta. Ho conosciuto la danza kathak, dalla quale ha avuto origine il flamenco, e me ne sono letteralmente innamorata. Così, ho cominciato a prendere le prime lezioni. Nel 2000, ho deciso di trasferirmi in India per un anno e mezzo per studiare yoga e danza classiche indiane come la kathak e la odissi. Durante un viaggio successivo in Rajasthan, nel 2007, ho conosciuto poi la danza kalbelya e quella che sarebbe diventata la mia insegnante, Sua Devi. Durante questo percorso mi sono resa conto che dietro alle danze indiane c'è una storia bellissima e antica. Attorno all'anno Mille, infatti, ci fu una grande migrazione verso l'Europa da parte di popoli indoeuropei, che nei loro spostamenti raggiunsero l'Afghanistan, la Turchia, l'Egitto, il Marocco fino ad arrivare in Andalusia e nei Balcani. Assieme a questi popoli nomadi, arrivarono anche le loro tradizioni. La danza kalbelya, per esempio, può essere considerata la madre delle danze orientali, ma anche di quelle balcaniche e del flamenco. Nel 2007, poi, a Nuova Delhi ho cominciato a studiare anche la Bollywood dance e ho poi approfondito con diversi maestri provenienti da tutto il mondo".
Durante questa giornata "parmigiana" si potranno sperimentare sia la Bollywood che le danze nomadi del Rajasthan e la danza kalbelya. Partiamo da questa ultime...
"Sono danze corali che esaltano la femminilità. In particolare, la danza kalbelya e la snake charmer si basano su movimenti tramandati e consolidati, che si imparano in maniera diretta. L'origine è nelle terre del Rajasthan, una regione a nord dell'India, ai limiti del deserto dei Thar, l'antica terra dei Maharaja e dei regni principeschi, ma è anche la regione da cui sono partiti i popoli nomadi che hanno poi attraversato la Persia, la Turchia, l'Egitto e tutto il Medio Oriente per arrivare fino alla Spagna. La danza kalbelya, poi, è stata inserita dall'UNESCO nel Patrimonio dell'Umanità".
Tu sei l'unica Master Coach Professional e Direttrice tecnica del settore Bollywood Dance in Italia. Che cosa ci puoi dire di questa disciplina?
"Non è una danza codificata o uno stile, ma un grande contenitore che fa rivivere tutte le tradizioni dell'India. Le ispirazioni sono molteplici e possono dare vita a diverse combinazioni di passi e movenze recuperate dalla danza classica indiana, dal folk o contaminata dalla tradizione occidentale e, soprattutto, da Hollywood. Il nome si ispira alla produzione cinematografica indiana, che oggi vanta la maggior produzione di film al mondo, con più di 1000 lungometraggi all'anno e oltre 2000 tra corti e documentari. Le trame dei film bollywoodiani sono per lo più melodrammi o commedie con scenografie maestose, costumi variopinti e parti musicali, i cosiddetti item numbers, in cui gli attori e le attrici si esibiscono in danze sensuali basate sui movimenti delle anche e del bacino. I momenti dedicati alla musica e alla danza vanno da 5 a 9 per film. Nell'ambito dello stage a Parma si potranno apprendere alcune danze tratte dal film culto di Bollywood "Bajirao Mastani"di Leela Bansali con una mia coreografia inedita".
Quali sono i benefici delle danza indiane?"
"La danza indiana è un buon allenamento, aiuta a dare elasticità e a potenziare la muscolatura. Con i saltelli si tonificano le gambe e i glutei, con i mudra,la gestualità delle mani, si lavora su mani e braccia stimolando i canali energetici del corpo, con gli shake, gli scuotimenti, si bloccano spalle e bacino. Tutto questo aiuta a rendere il corpo più fluido, migliora la coordinazione, allenta le tensioni e libera la mente. Ed è adatta a tutti, senza limiti di età".
INFO
Il programma della giornata prevede, dalle 11 alle 13, stage di danza Bollywood Dewaani ispirato al film culto di Bollywood "Bajirao Mastani". Dalle 13.30 alle 14.30 pausa pranzo libera. I lavori procedono alle 14.30 fino alle 17 con lo stage di danze nomadi del Rajasthan e Kalbelya.
Per partecipare occorre confermare la propria presenza entro il 3 aprile. I costi sono di 40 euro per un solo workshop e di 75 euro per entrambi
Iscrizioni: tel 339/3165387, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Luogo dello stage: Centro Parma Yoga, Strada Nuova 28, Parma
Abbigliamento: si consiglia di indossare una gonna lunga ampia che permetta il movimento o pantaloni indiani stile Alibabà, un top o maglietta attillati e, se lo si possiede un velo ampio e trasparente. Si utilizzeranno il velo e la gonna come elementi per esaltare la femminilità. Si danza a piedi nudi.
Per saperne di più: Maharani Arts of India di Maya Devi, www.maharanidance.com, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Valorizzazione del patrimonio storico, integrazione dei percorsi limitrofi, cultura dell'accoglienza e promozione dell'attività formativa i punti chiave della sinergia. Tedeschi (AEVF), "Recuperare la Via Francigena valorizza i piccoli centri e sviluppa l'economia dei territori". Fulvi (MU), "Crediamo che questo nostro progetto possa essere esportato all'estero".
Parma, 22 Marzo 2016
Centinaia di comuni del nostro continente sono attraversati da una immaginaria linea rossa che disegna la via maestra e ci collega all'Europa pacifica dei popoli, dove le identità nazionali danno forza e valore al confronto delle culture e al radicamento dell'identità europea: è la Via Francigena, l'Itinerario di Sigerico chiamato anticamente "Strada Romea".
LA SINERGIA TRA LE DUE ASSOCIAZIONI
Dallo scorso Ottobre Manifattura Urbana (MU) sta lavorando insieme al Comune di Berceto ad un progetto di recupero di alcuni dei sentieri romei esempi di dialogo interculturale e interreligioso. Il piano di rilancio formativo-culturale è stato presentato a Fidenza, nella sede dell'Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF), dove una delegazione di MU è stata ricevuta per illustrare al Presidente Massimo Tedeschi e al Direttore Luca Bruschi i dettagli del recupero di una significativa parte del tracciato, gettando le basi per quella che entrambe le realtà culturali auspicano possa diventare una "proficua sinergia".
MOTIVAZIONI DELL'ACCORDO
Nei prossimi mesi MU ha in calendario interventi formativi in alcuni Comuni del territorio parmense attraversati da importanti snodi della Via Francigena. I workshop didattici saranno strutturati secondo la consueta formula d'abbinamento delle lezioni teoriche ai laboratori pratici "sul campo", e vanteranno docenti qualificati ed esperti di antiche tradizioni. A questo scopo MU ritiene primari non solo il patrocinio di tali iniziative da parte di AEVF, ma anche il suo coinvolgimento diretto. AEVF possiede infatti un consolidato ed efficace modello di governance che nel 2007 le è valso l'abilitazione a rete portante (réseau porteur, confermata anche nel marzo 2012 e 2015), prestigioso riconoscimento frutto della stretta collaborazione con l'Istituto Europeo degli Itinerari Culturali di Lussemburgo che la eleva a modello di riferimento europeo per lo sviluppo, la tutela, la salvaguardia e la promozione delle Vie Francigene, ponendola in un ruolo trainante per gli itinerari nazionali e locali. Inoltre AEVF condivide con MU gli ideali di valorizzazione del patrimonio storico sito lungo i sentieri romei e mostra entusiasmo per i progetti didattici portati recentemente a termine da MU con grande impegno e abnegazione, che hanno visto la partecipazione di un folto numero di giovani provenienti da tutta Italia e anche dall'Europa.
GLI OBIETTIVI DELL'INTESA
Quattro gli obiettivi primari del progetto di promozione e riqualificazione dei cammini della Via Francigena previsti nell'accordo tra le due associazioni:
l'integrazione delle conoscenze sui tracciati delle vie parallele e limitrofe, che permetterebbe di scoprirne le bellezze e lo straordinario patrimonio storico, artistico e culturale situati nei punti più importanti;
la sistemazione dei percorsi per i turisti, con particolare attenzione allo studio, il recupero ed il ripristino dei muretti a secco che delimitano i sentieri e in cui MU è specializzata, oltre ad instaurare una progettualità partecipata tra le due associazioni che non trascuri gli aspetti legati all'accoglienza (segnaletica, aree di sosta, arredo urbano);
l'incentivazione dell'ospitalità da parte degli stessi cittadini, con la possibilità di promuovere il couchsurfing, un servizio che ha la finalità di mettere in comunicazione persone disponibili ad offrirsi reciprocamente ospitalità in modo gratuito. Aspetto, quest'ultimo, che entrambe le associazioni ritengono "capillare" nell'Anno Nazionale dei Cammini e che rappresenta una molteplice opportunità per favorire gli scambi interculturali ed incentivare l'economia e il turismo di tutta la nostra provincia;
l'opera di promozione di progetti didattico-formativi aperti agli studenti, la cui concreta realizzazione dell'interculturalità non può prescindere. Tre i workshop didattici che si svolgeranno tra la tarda primavera e l'estate: "La lavorazione della pietra", che si terrà a Cassio Parmense (Terenzo) dal 23 al 27 Maggio, con focus sul recupero del "saper fare" dei ben noti mastri scalpellini, oltre alle buone pratiche per la gestione di acque, drenaggi e canali; "Il Recupero della Via Francigena/Strada Romea", a Berceto dal 3 al 9 Luglio, dove ci si focalizzerà sulla progettualità di ripristino e sistemazione di alcune parti del selciato e dei muretti a secco situati lungo i sentieri delle vie Francigene; e il sempre più richiesto "Riqualifichiamo la Fornace", a Ghiare di Berceto dal 25 al 30 Luglio, giunto alla terza edizione e che presenterà un'offerta formativa più ampia e ricca di novità, oltre ad alcune iniziative legate alla socialità e all'ospitalità: si lavora per portare in paese una delle tappe della quinta edizione del Festival "Collective Project Via Francigena 2016", volto a promuovere e a valorizzare i territori attraversati dall'antico percorso, magari intrecciandolo con il Festival Internazionale dei Giovani, che già lo scorso anno ha fatto tappa alla Fornace di Ghiare durante il workshop didattico e il cui tema quest'anno è "Misericordia e Spirito Olimpico per la Pace", in memoria dello spirito dei cristiani di tutta Europa desiderosi di giungere a Roma in occasione delle ricorrenze del Giubileo.
LE DICHIARAZIONI UFFICIALI
« Le iniziative vagliate insieme a Manifattura Urbana incontrano il nostro plauso, perché in grado di coniugare la conoscenza, l'animazione del territorio e il coinvolgimento di giovani con il recupero di antichi mestieri lungo via Francigena – così Massimo Tedeschi, Presidente dell'AEVF – .Quanto condiviso rientra pienamente nella valorizzazione dei centri di piccole dimensioni ubicati lungo il cammino europeo, sviluppando anche l'economia dei territori ».
« Siamo particolarmente felici che l'Associazione Europea delle Vie Francigene creda nel nostro progetto didattico e di valorizzazione del territorio da parte dei giovani e dei cittadini – conclude il Presidente di Manifattura Urbana Francesco Fulvi – . In particolare ringraziamo il presidente Tedeschi per l'entusiasmo e l'energia che ci trasmesso. Se il nostro progetto otterrà riscontri positivi ci piacerebbe esportarlo anche all'estero coinvolgendo studenti e amministrazioni straniere».
(Fonte: ufficio stampa Manifattura Urbana)
E' stato presentato in Piazza della Pace dal vice presidente della Provincia Bellini, con il regista Valla, lo sceneggiatore D'Ambrosio, l'attore Nucera, il musicista Ronchini. Rollercoaster Love verrà proiettato per la prima volta lunedì 21 marzo alle 21 al The Space Cinema Campus.
Parma, 19 marzo 2016
Verrà proiettato per la prima volta lunedì 21 marzo alle 21 al The Space Cinema Campus il lungometraggio Rollercoaster Love, presentato stamattina in Piazza della Pace.
Per partecipare alla proiezione occorre prenotare al numero 346.2698267 (dopo le 18).
Si tratta di un film indipendente made in Parma, autoprodotto da Wolf Studios tramite una campagna di crowdfunding, con il patrocinio della Provincia di Parma e del Comune di Felino e con la collaborazione con le giovanili di football dei Parma Panthers e delle Starlight Cheerleaders.
Il territorio di Parma e della sua provincia ha ispirato buona parte delle scene, girate tra Felino, Sala Baganza e Torrechiara, oltre che in alcuni altri luoghi della regione (Ravenna, Marina di Ravenna e Faenza). Sono state 500 le persone del territorio coinvolte nelle riprese, durate 30 giorni, nell'estate 2015.
Felinesi sono regista, sceneggiatore e autore della colonna sonora, e buona parte degli attori, che appartengono alla compagnia di teatro ArtistiSenzaNome, uno è di Lesignano.
Alla conferenza stampa di presentazione hanno preso parte: il vice presidente della Provincia Gianni Guido Bellini, il regista Emanuele Valla e lo sceneggiatore Dario D'Ambrosio e l'attore protagonista Luca Nucera, oltre a Federico Ronchini, portavoce della giovane band parmense Earthist, che si esibirà dal vivo prima della proiezione al cinema lunedì sera.
"La Provincia sostiene questa iniziativa culturale per il suo forte legame con il territorio – ha spiegato il vice Presidente Bellini – Parmigiani sono gli autori e gli attori, e parte delle scene sono girate nel Parmense e ne potranno perciò costituire una bella promozione."
"Il film parla d'amore, o meglio degli alti e dei bassi dell'amore, come i su e giù di una folle corsa sulle montagne russe" ha spiegato il regista Emanuele Valla presentando la sua creazione, realizzata in collaborazione con lo sceneggiatore Dario D'Ambrosio, come già avvenne per il film Dreaming Alaska del 2012. "L'amore a volte è dannatamente instabile: sale d'improvviso e ti butta giù con la stessa rapidità. Ti "sbattacchia" a destra e a sinistra, ti fa urlare e ti stringe lo stomaco... eppure vuoi riprovarci. Così come David, il protagonista, ancora provato dal suo ultimo giro, che ha davanti a sé un'interminabile coda prima di tornare a salire sull'ottovolante."
"Rollercoaster Love si ispira ad una storia vera, ma ha l'ambizione di parlare a tutti. Prova a dare una chiave di lettura dell'amore, di un suo aspetto o della sua assenza" ha affermato D'Ambrosio.
Il cast si compone di artisti affermati come Luca Nucera nei panni del protagonista, attore dell'Ensemble stabile della Fondazione Teatro Due e Tania Tuccinardi, già protagonista di musical di successo, che in questi giorni impegnata a Milano per la prima tappa del nuovo tour di "Notre Dame De Paris"; vi sono poi Francesco Antimiani, artista poliedrico che spazia dal musical alla lirica, e Gian Marco Schiaretti, da tre anni Tarzan nel musical disneyano in scena a Stoccarda. E poi Erica Sani ed Elia Galeotti, alla loro prima esperienza.
I titoli di testa sono della CHD Animation, un gruppo di ragazzi di Vicenza, mentre le musiche, a cui ha collaborato con alcuni brani il cantautore americano Joshua W. Scott, sono degli Earthist, la giovanissima band parmigiana di ottime promesse che in occasione della premiere del film lunedì sera eseguirà live in sala un breve concerto introduttivo.
"La collaborazione con Valla e D'Ambrosio prosegue da Dreaming Alaska – ha affermato Federico Ronchini, portavoce della band e compositore delle musiche originali - e si sviluppa quasi in parallelo. Le canzoni del nostro ultimo album Lightward sembravano perfette per quelle immagini e per il mood di Rollercoaster, quindi non abbiamo esitato ad accettare di proseguire la collaborazione. Siamo cresciuti nello stesso paese, a pochi metri di distanza e abbiamo fatto tanta strada insieme, è bello pensare che i nostri progetti siano una metafora della vita reale."
Altre informazioni:
sul sito del film www.rollercoasterlove.com
sulla pagina Facebook dedicata
(Fonte: ufficio stampa Provincia di Parma)
Casa del Giovane Verdi. Le Terre Verdiane immortalate nei dipinti della famosa pittrice fidentina Ivana Bianchi. L'appuntamento culturale verrà inaugurato domenica 20 marzo con repliche sabato 26 marzo e lunedì 28 marzo.
Parma, 17 marzo 2016
La famosa pittrice fidentina Ivana Bianchi torna ad esporre le sue opere nella Casa del Giovane Verdi a Busseto, ove il Maestro visse dai 10 ai 18 anni. Nell'agosto del 2015 la mostra aveva richiamato nello storico luogo verdiano numerosi visitatori. Le opere dell'artista rappresentano la campagna, i colori e i luoghi che il Cigno di Busseto tanto amava. Lo dimostrano gli acquisiti di terreni che egli fece ed il tanto tempo che dedicava alla terra. Ivana Bianchi immortala i colori di quelle terre nelle sue opere, rendendole autentiche fotografie d'arte che trasmettono la magia delle terre verdiane. Verdi benefattore le volle valorizzare con l'agricoltura lasciando con il suo testamento tre poderi (i poderi Cipella, Scandolara e Casanuova) al Monte di Pietà di Busseto per il pagamento degli studi di tecniche agrarie di due giovani, uno bussetano e l'altro di Villanova d'Arda. La mostra offrirà al pubblico anche, oltre ad altri, il ritratto di Loulou, il cane più amato da Verdi, al quale il Maestro dedicò una statua nella villa a Sant'Agata, cui aggiunse la dedica: alla memoria di un vero amico L'appuntamento culturale verrà inaugurato domenica 20 marzo con repliche sabato 26 marzo e lunedì 28 marzo (orari 11-13 e 15-18), il tutto è stato possibile grazie alla proprietaria della dimora giovanile del Maestro Anna Sichel che mette gratuitamente a disposizione lo storico luogo per attività culturali.
Il periodico specializzato "Times Higher Education" ha stilato la classifica delle migliori università d'Europa. I primi 10 posti sono tutti inglesi, ma l'Italia riesce a piazzare ben 19 università tra le 200 europee in lista.
Parma, 19 Marzo 2016 -
Si combattono il primato a suon di "cervelli" che escono dalle loro note aule, con lauree specialistiche che aprono le porte del mondo. Sono le università per eccellenza. Nella classifica stilata dal periodico specializzato 'Times Higher Education', quelle inglesi sono le migliori in Europa, tanto da aggiudicarsi i primi 10 posti.
Oxford è in prima posizione tallonata dall'eterna rivale Cambridge; sul terzo gradino del podio, quest'anno, sale l'Imperial College di Londra. Il dominio inglese è interrotto solo dalle università l'Istituto federale svizzero di tecnologia di Zurigo e un'altra università londinese, lo University College London.
Dopo il Regno Unito, la Germania è il Paese con il maggior numero di atenei in classifica, ben 36. L'Italia riesce a piazzare 19 università nella top 200 delle migliori università europee, ma solo 2 nelle prime 100 posizioni anche se è lusinghiero il risultato italiano, con 19 università in graduatoria.
Tra le italiane, spicca il successo dei due atenei pisani, la Scuola Normale e la Sant'Anna, rispettivamente al 50 esimo e al 90 esimo posto. Oltre la Scuole superiore Normale di Pisa e della Sant'Anna, le altre università italiane censite sono: l'Università di Trento (tra la posizione 100 e la 110), il Politecnico di Milano e Università di Bologna (tra la 110 e la 120), la Sapienza di Roma (tra la 120 e la 130), l'Università di Padova e di Trieste (tra la 140 e la 150), l'Università di Milano e di Torino (tra la 150 e la 160), la Federico II di Napoli e l'Università di Pavia (tra la 160 e la 170), l'Università di Firenze, di Milano Bicocca, di Verona (tra la 170 e la 180), il Politecnico di Torino (tra la 180 e la 190) e le Università di Modena e Reggio Emilia, Roma Tor Vergata, Roma Tre (tra la 190 e la 200).
Bene anche per gli atenei del Nord Europa, in particolare quegli scandinavi; la Danimarca riesce a conquistare 6 piazzamenti, di cui il migliore è ottenuto dall'Università di Copenhagen (33 esimo posto).
Invece va male la Spagna, con appena 5 università nella top 200: la migliore l'Università di Barcellona all'86esimo posto.
Si tiene dal 17 al 19 marzo, a Bologna, il primo Festival della Professione Giornalistica, dedicato a chi ha fatto dello scrivere una professione, ma non solo. Tra incontri, conferenze e workshop anche tanti corsi con crediti formativi per la formazione obbligatoria continua.
Di Manuela Fiorini
Bologna, 16 marzo 2016
Si chiama "Professione Giornalista" ed è il primo Festival dedicato a chi ha fatto dello scrivere una professione: giornalisti professionisti, pubblicisti, freelance, ma anche a chi giornalista desidera diventarlo, appassionati e curiosi che vogliono saperne di più sul mestiere "più bello e più difficile del mondo", in un universo variegato che cambia di giorno in giorno, tra giornali on line, blog, social network e altri strumenti della comunicazione integrata.
L'appuntamento è a Bologna, dal 17 al 19 marzo, in varie sedi della città, tra cui la Sala Marco Biagi e la Sala del Consiglio del Baraccano (in via Santo Stefano 119), nel Quartiere Santo Stefano, la Sala Silentium (in vicolo Bolognetti 2), nel Quartiere San Vitale, la Sala Zodiaco e la Sala del Consiglio della Città Metropolitana (in via Zamboni 13), all'interno di Palazzo Malvezzi de' Medici. Il Festival è rivolto a tutti coloro che svolgono o hanno intenzione di svolgere la professione di giornalista ed è stato pensato e voluto per fornire occasioni e opportunità di incontro, formazione e confronto grazie a un ricco programma di workshop, conferenze, corsi con relativi crediti formativi, ai quali è possibile iscriversi direttamente dalla piattaforma Sigef dell'Ordine dei Giornalisti.
Si parlerà di giornalismo attraverso le testimonianze di chi svolge la professione ed ha realizzato qualcosa di importante, ma anche di come si costruisce un sito web o un blog, oppure come si pubblica un ebook. E, ancora, si tratterà di deontologia, di giornalismo nell'era di internet, di giornalismo d'inchiesta, di giornalismo sportivo, dell'uso dei social media, del linguaggio di genere, delle competenze e del ruolo del giornalista in situazioni di emergenza, come il terremoto che ha colpito l'Emilia nel 2012. Ci sarà anche un confronto con i modelli di giornalismo all'estero e incontri sulla gestione del rapporto con le redazioni per i freelance e sul mercato dell'editoria del futuro.
Tra gli appuntamenti in programma, giovedì 17 marzo, dalle 9.30, presso la Sala del Consiglio, Elisa Corridoni, web designer, terrà il seminario gratuito "Come creare un sito o un blog con wordpress" per presentare l'opportunità di avere un blog e dare una panoramica delle funzioni di Wordpress con cenni sulle normative e importanza delle condivisioni. Secondo l'Osservatorio Demos-Coop su "Gli italiani e l'informazione", nel 2015, il 49% degli intervistati afferma di informarsi ogni giorno attraverso Internet, il 38% mediante la radio, il 26% sui quotidiani.
Da questi dati si può facilmente comprendere come sia fondamentale, per chi si occupa e genera informazione, di essere presente sul web.
Altro interessante appuntamento, venerdì 18 marzo, dalle 9.30 alle 12.30 nella Sala Zodiaco con il workshop gratuito "Giornalismo online, SEO e Social Media", condotto da Alberto Puliafito, giornalista, autore televisivo, regista, direttore di Blogo.it e fondatore di TvBlog. Il relatore si occupa di social media e nuovi modelli per il giornalismo contemporaneo, di scrittura offline. E' anche autore di due libri di inchiesta "Protezione Civile Spa" e "Croce Rossa, il lato oscuro della virtù".
Sempre venerdì 18, dalle 9.30 alle 13.30 nella Sala del Consiglio del Quartiere Santo Stefano, Simonetta Malaguti parlerà di "Vivere l'emergenza da cittadino e giornalista", raccontando della sua esperienza umana e di professionista dopo il terremoto del 2012, tra dovere di raccontare, compromessi e pudore nell'entrare nell'intimità del dolore delle persone che hanno perso tutto.
L'iniziativa nasce da un'idea di Laura Corallo, Cesario Picca, Daniela Ricci e Valeria Tancredi e si avvale del patrocinio del Comune di Bologna, della Regione Emilia Romagna, della Città Metropolitana, Ordine dei Giornalisti e Coop Adriatica.
Il programma completo su www.professionegiornalista.it
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