Visualizza articoli per tag: ambiente

Martedì, 24 Settembre 2013 11:00

La differenziata si fa strada nell’ Oltretorrente

Parma, 24 settembre 2013
 
Il 28 ottobre a Parma arriva il "d.day" che porterà alla scomparsa dei vecchi cassonetti in Oltretorrente -

Ora tocca alla zona di là dal fiume prendere confidenza con la raccolta porta a porta da rispettare nei giorni e orari stabiliti.
L'assessore all'ambiente Gabriele Folli e il responsabile della raccolta rifiuti IREN di Parma Enzo Forlesi hanno spiegato lunedì pomeriggio e sera, in due incontri con i cittadini del quartiere, presso l'Oratorio Novo della biblioteca Civica, tutto ciò che serve sapere per la raccolta differenziata e l'arrivo del porta a porta in Oltretorrente.
In apertura, Gabriele Folli ha informato che con il nuovo sistema si passerà dal 50% al 70% di raccolta differenziata, con benefici anche sulla bolletta dei rifiuti, che si ridurrà grazie ai contributi Conai, che premiano le città virtuose.
Poi Folli e Forlesi sono passati subito a spiegare cosa succederà con il nuovo sistema di raccolta. Il "d.day" sarà il 28 ottobre, quando scompariranno gli attuali cassonetti dalle strade del quartiere ed entrerà in funzione il nuovo sistema porta a porta. Naturalmente, questo mese che ci separa dalla messa a regime sarà dedicato ad una intensa attività preparatoria.

Dai prossimi giorni gli informatori di Iren busseranno a tutte le porte del quartiere Oltretorrente per consegnare il materiale necessario alla raccolta differenziata, con annesse pubblicazioni informative. Dopo un primo passaggio, gli informatori tenteranno una seconda volta, poi proveranno con un appuntamento da loro proposto, e infine, chi non avrà potuto rendersi disponibile, dovrà rivolgersi al punto informativo, in via Bixio 41, dove potrà ritirare il materiale e ottenere tutte le informazioni necessarie. Il punto informativo, per rispondere a tutte le esigenze, sarà aperto ad orari differenziati, compreso il sabato mattina, dal 3 settembre al 23 novembre.

Sul merito della raccolta, Folli e Forlesi hanno spiegato che plastica, barattolame e polistirolo saranno raccolti in un sacco giallo da 80 litri, che verrà ritirato da IREN una volta alla settimana, da esporre entro le 9 del giorno stabilito; per la carta non cambierà nulla, andrà collocata negli appositi contenitori condominiali di colore blu, ma questi dovranno essere esposti settimanalmente a cura del condominio con le stesse modalità; per l'organico, invece, verranno consegnati ad ogni famiglia dei bidoncini marroni (6,5 litri) e dei sacchetti biodegradabili, che i singoli cittadini potranno conferire nel contenitore condominiale: in Oltretorrente verrà svuotato dagli addetti Iren 3 volte alla settimana. Il vetro dovrà essere conferito direttamente negli appositi contenitori, gli unici che resteranno collocati in strada. Infine, il rifiuto residuo dovrà essere collocato nel contenitore grigio che verrà consegnato ad ogni famiglia, con un microchip che lo renderà automaticamente riconoscibile: in futuro (quando il sistema sarà a regime in tutta la città), si pagherà la tariffa rapportata al numero di svuotature del contenitore dell'indistinto, cioè tutto quel che resta dopo aver correttamente separato i materiali da riciclare. Questo materiale sarà raccolto due volte la settimana, tre per le attività commerciali. Per casi particolari ( pannolini e pannoloni di uso corrente) occorrerà rivolgersi al punto informativo in via Bixio. Resta aperto il problema degli scarti vegetali (sfalci ecc.) per i quali non è prevista in Oltretorrente alcuna soluzione specifica, ma si potranno conferire nei cassonetti più vicini, in viale Vittoria.
 
(Fonte: Comune di Parma)
Pubblicato in Cronaca Emilia
Reggio Emilia, 23 settembre 2013 -
Migliaia i reggiani presenti ieri nella vallata del Castello per salutare con una vera e propria giornata di festa, l'avvio dei lavori promossi dalla Provincia di Reggio Emilia insieme a Comune e Regione -
 
La porcilaia di Canossa che dagli anni Sessanta deturpava uno dei più bei paesaggi emiliani, dominato dalla Rupe del Castello è stata abbattuta. Un luogo caro agli emiliani e alla storia per l' episodio che lo aveva visto protagonista quando Enrico IV di Germania, che era stato scomunicato da Gregorio VII, in attesa del perdono dal Papa per raggiungere il sud e Roma, dovette passare l'Appennino. I Castelli di Matilde che dominavano i passi, costrinsero Enrico IV a umiliarsi e a chiedere perdono proprio in quella suggestiva vallata.
"Dalla demolizione dell'ecomostro ci attendiamo tra i mille e i millecinquecento metri cubi di macerie, per spostare i quali prevediamo tra i 100 e 150 viaggi dei sette camion che dai prossimi giorni inizieremo ad utilizzare", ha spiegato Fabio Pittau, direttore del cantiere della Fontanili di Reggio Emilia, l'azienda che si è aggiudicata l'appalto per la demolizione.
Così come avvenuto nel maggio del 2006 con la spettacolare implosione dell'ecomostro di Felina di Castelnovo Monti (questa volta, a causa della sensibilità geologica dell'area non è stato possibile utilizzare l'esplosivo), anche per la distruzione della porcilaia di Canossa la Provincia di Reggio Emilia, coinvolgendo associazioni ambientaliste e culturali, ha promosso una vera e propria festa popolare.
La banda di Felina e il quartetto di fisarmoniche "Mantice armonico", un laboratorio di aquiloni per i più piccoli in collaborazione con la fondazione "Sarzi", artisti di strada, lezioni di storia sulla figura di Matilde a cura di Mario Bernabei, visite guidate al Castello, due escursioni curate da Lipu e dall'architetto Cervi, stand gastronomici della Strada dei Vini e dei Sapori di Scandiano e Canossa, gnocco fritto cucinato dalla Pro loco di Canossa, un punto ristoro con assaggi di prodotti tipici presso lo Iat: tutto questo e molto altro ha accolto le migliaia di reggiani che oggi si sono recati a Canossa per l'inizio delle operazioni di abbattimento dell'ecomostro salutate, a fine pomeriggio, dal suggestivo volo di due mongolfiere.
"Abbiamo impiegato molto tempo per arrivare alla demolizione della porcilaia di Canossa perché in Italia, purtroppo, è più facile costruire ecomostri piuttosto che demolirli. Noi però ce l'abbiamo fatta e oggi restituiamo Canossa al suo splendore: è una bellissima giornata di festa e sono davvero felice di vedere così tanta gente" – ha detto la presidente della Provincia di Reggio Emilia, Sonia Masini - "Il paesaggio va protetto, l'ambiente va valorizzato, la cultura si deve intrecciare con l'economia perché anche valorizzando il nostro territorio si può avere sviluppo economico. Facciamo in modo che tutti, a partire dai giovani, abbiano la stessa sensibilità su queste tematiche perché proteggere il paesaggio significa migliorare la qualità della vita di tutti noi".
 
La storia dell'ecomostro
 
L'ecomostro di Canossa da anni deturpa uno dei più bei paesaggi italiani, testimone di un avvenimento storico senza precedenti: i tre giorni al freddo e al gelo dell'imperatore Enrico IV di Germania in attesa del perdono dal Papa. In quei lontani giorni il destino dell'Imperatore è in mano ad una donna, la Gran Contessa Matilde di Canossa, che domina sulla Toscana, su parte dell'Emilia Occidentale e della Lombardia, ed è alleata del Papa contro l'Imperatore. Per raggiungere il sud e Roma, l'Imperatore - che è stato scomunicato da Gregorio VII- deve passare l'Appennino, ma i Castelli di Matilde dominano i passi e sono imprendibili: per questo nel 1077 Enrico IV è costretto a umiliarsi e a chiedere perdono. Proprio nella suggestiva vallata ai piedi di un Castello così carico di storia, nei primi anni Sessanta venne costruita la tristemente nota porcilaia di Canossa: un massiccio fabbricato di ben 12.000 metri cubi di volumetria utilizzato per l'allevamento di suini, ma da diversi anni abbandonato. Da tempo la Provincia di Reggio Emilia, in particolare nell'ambito della Biennale del Paesaggio avviata nel 2005 e patrocinata tra gli altri dal Ministero dei Beni culturali, ha tra gli obiettivi del proprio mandato la demolizione di questo ecomostro, al quale in passato aveva provato a provvedere anche il Comune di Canossa. Per il suo impatto paesaggistico fortemente negativo rispetto ad una zona di così notevole interesse pubblico ai sensi dell'articolo 136 del Codice dei beni culturali, tanto per la Provincia quanto per il Comune di Canossa la porcilaia ha infatti tutte le caratteristiche per essere dichiarata opera incongrua sulla base della Legge regionale 16/2002 e la sua distruzione è stata prevista anche dal Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) approvato dal Consiglio provinciale nel 2010. Per l'abbattimento dell'ecomostro e il ripristino naturalistico dell'area è prevista una spesa di 900.000 euro, 600.000 dei quali coperti da risorse regionali che la Provincia di Reggio Emilia ha ottenuto attraverso il Programma attuativo regionale del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2007-2013, così come previsto dall'Intesa per l'integrazione delle politiche territoriali sottoscritta lo scorso 18 luglio a Palazzo Allende.
 
(Fonte: Ufficio Stampa Provincia di Reggio Emilia)
Pubblicato in Ambiente Emilia
Venerdì, 20 Settembre 2013 10:54

Slow Food Valley, il futuro dietro l'angolo

Parma, 20 settembre 2013
 
Parma fra territorio, cibo e sostenibilità: due domeniche dedicate a dibattiti, incontri, laboratori e attività aperte alla cittadinanza per favorire la conoscenza, l'ascolto ed il confronto con chi vive e lavora con la Terra -
 
Questo propone il convegno "Slow Food Valley: il futuro dietro l'angolo. Parma fra territorio, cibo e sostenibilità", che Slow Food organizza con il patrocinio e la co-organizzazione del Comune di Parma e con la collaborazione di Mutti SpA.
Domenica 22 e 29 settembre, al Parco Eridania, si approfondirà la tematica dell'impatto che le nostre scelte alimentari hanno sull'ambiente, ponendo al contempo l'accento su quelle che sono le minacce alla sopravvivenza del fragile tessuto produttivo del territorio.
L'educazione a un consumo consapevole che riduca gli sprechi ed i rifiuti, che favorisca pratiche non impattanti e che tuteli i produttori, custodi dell'agro-biodiversità, è infatti l'unica soluzione, nel breve periodo, per ridurre l'impatto sull'ecosistema, sia a livello locale che globale.
Il cibo non può essere considerato un "sano" piacere della vita se, anche inconsapevolmente, le scelte alimentari quotidiane contribuiscono ad alterare il clima, producono ingenti quantità di rifiuti, inquinano l'ambiente ed il nostro organismo, non rispettano il lavoro di chi ostinatamente produce un cibo che sia "alimento" e non un oggetto di consumo.
Durante la due giorni i 500mq della tettoia presente nel Parco saranno occupati da una rappresentanza dei Mercati della Terra di Colorno, Reggio Emilia, Bologna, del mercato contadino La Corte di Parma e da alcuni artigiani del "saper fare". Uno spazio dove incontrarsi ed informarsi, conoscere ed ascoltare, guardare ed assaggiare.
Saranno a disposizione alcuni gazebo con tavoli e panche, ed al mattino offriremo il servizio de "La Sajetta" consegne a domicilio a inquinamento 0 con la bicicletta attrezzata.
Una sala del Centro Congressi sarà dedicata ai convegni, con relatori dell'Università di Parma, di Efsa, delle associazioni apicoltori, di rappresentanti delle istituzioni, agricoltori, aree ortive di Parma, Distretto di Economia Solidale, rete Cibopertutti (Kuminda) e associazione per la Decrescita, Presidenza di Slow Food Italia, direzione Marketing di Mutti spa.
Ci saranno attività per i bimbi con laboratori creativi di arte, scienze, manualità antiche, uno spazio riservato alle associazioni di volontariato che si occupano di territorio, sociale, ambiente, futuro e molte altre iniziative, consultabili su slowfoodparma.blogspot.it, come la biciclettata agli orti in chiusura della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile.
Le attività sono aperte a tutti e gratuite ed i laboratori per adulti e bambini sono a numero chiuso (iscrizioni anche sul posto).
La condotta Slow Food di Parma si è avvalsa della consulenza del GCR per la realizzazione di questo evento a rifiuti zero e accetta i buoni sconto SCEC.
La collaborazione con Mutti spa ha messo a disposizione, in anteprima sul mercato, lo storico tubetto di doppio concentrato con la grafica dedicata al bicentenario di Verdi. Il ricavato servirà ad adottare uno dei Mille orti in Africa, il progetto lanciato da Carlin Petrini per la sovranità alimentare dei popoli.
 
(fonte: Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)
Pubblicato in Dove andiamo? Emilia
Domenica, 22 Settembre 2013 10:14

Barilla e Regione per ridurre l'effetto serra




Barilla partner della Regione Emilia Romagna per il progetto che punta a ridurre gli impatti del sistema agricolo emiliano

Parma, 22 settembre 2013 -

Dopo la recente approvazione da parte della Commissione Europea, l'assessore Regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni ha presentato questa mattina presso la sede della Regione Emilia-Romagna di Bologna il progetto LIFE + "CLIMATE CHANGE ER", che ha come obiettivo la riduzione delle emissioni di gas effetto serra da parte dei sistemi agricoli della Regione.
Barilla è tra gli importanti partner privati inclusi nel progetto alla luce della propria esperienza nel percorso di riduzione dell'impatto ambientale lungo tutta la filiera, dal campo al piatto.

In particolare, Luca Ruini, Responsabile Ambiente per il Gruppo Barilla, ha presentato i risultati della ricerca sulla qualità e sostenibilità della coltivazione del grano duro realizzata con Horta (Spin Off dell'Università Cattolica di Piacenza) e Life Cycle Engineering di Torino. La ricerca è stata condotta in tutta Italia tra il 2011 e il 2012 sui campi di 25 aziende agricole fornitrici di grano di Barilla. Il lavoro ha dimostrato l'importanza di un approccio integrato, che tiene in considerazione la salvaguardia del suolo e dell'ambiente, aspetti di qualità e sicurezza alimentare e il valore economico per gli operatori della filiera. Ciò è stato possibile attraverso l'adozione delle Linee Guida riportate nel Decalogo di Coltivazione e del Sistema di Supporto alle Decisioni granoduro.net®, un sistema accessibile via web sviluppato da Horta.

In dettaglio, si è trovata conferma da una parte che l'avvicendamento colturale, con rotazioni che alternano i cereali con le leguminose (pisello, favino, cece, lenticchia), le proteoleaginose (colza, girasole, soia) o le colture ortofrutticole, consente di produrre un grano duro di alta qualità, miglio-rando allo stesso tempo la fertilità del terreno, consentendo di ottimizzare i trattamenti necessari per la protezione della coltura e di migliorare l'efficienza dei fertilizzanti impiegati. Dall'altra che gli strumenti di supporto alle decisioni come granoduro.net®, attraverso la valutazione di condizioni meteorologiche e delle specificità del territorio, consentono di ottenere risultati di alta qualità ottimizzando i mezzi tecnici e riducendo gli impatti ambientali.

"Abbiamo già una storia di forte collaborazione in Emilia Romagna – ha spiegato Luca Ruini –, dove da anni abbiamo sviluppato accordi quadro per la produzione di grano duro di qualità a livello locale. Con questa nuova ricerca, attraverso l'analisi del ciclo di vita del prodotto abbiamo visto che oltre il 60% dell'impronta ecologica della pasta deriva proprio dalla coltivazione del grano duro. Ci siamo così impegnati per garantire una materia prima ottima per la nostra pasta con un minore impatto ambientale, e abbiamo scoperto che le tecniche tradizionali, affiancate da nuove tecnologie, consentono anche di ottimizzare i costi di produzione con un potenziale vantaggio per gli agricoltori".

Infatti, nella sperimentazione 2011/2012 l'adozione di corretti avvicendamenti e l'impiego dell'uso dei modelli previsionali presenti in granoduro.net® hanno complessivamente condotto a una riduzione superiore al 30% delle emissioni di CO2, un aumento del 20% delle rese di produzione, con una riduzione dei costi per l'agricoltore fino al 30%. Ciò è avvenuto grazie ad un uso più mirato dei fertilizzanti e ad un'ottimizzazione dei trattamenti fitosanitari, rispetto alle tecniche intensive tradizionali che prevedono un impiego di risorse definite a priori e non in funzione dell'andamento specifico della campagna.

A partire dai risultati della ricerca sono stati realizzati due strumenti a supporto degli operatori agricoli: da un lato il Decalogo Barilla per la coltivazione del grano duro sostenibile, che suggerisce 10 semplici regole per rendere più efficienti le pratiche colturali e abbassare l'impatto, tra l'altro totalmente in linea con la PAC. Dall'altro lato granoduro.net®, uno strumento online che aiuta l'agricoltore giorno per giorno a ottimizzare le tecniche attraverso interventi più efficienti e mirati in base alle specifiche condizioni, come ad esempio le condizioni meteorologiche previste, le caratteristiche del suolo, la varietà di grano o le precedenti rotazioni. "Siamo molto orgogliosi - ha dichiarato Luca Ruini - perché grazie ai dati che abbiamo raccolto, il progetto di Barilla potrà fornire un'esperienza utile per contribuire a definire le linee politiche strategiche e i successivi piani per lo sviluppo di un sistema agricolo sostenibile per la Regione Emilia Romagna."

Il Gruppo Barilla

Nata a Parma nel 1877 da una bottega che produceva pane e pasta, Barilla è oggi tra i primi Gruppi alimentari italiani, leader mondiale nel mercato della pasta, dei sughi pronti in Europa continentale, dei prodotti da forno in Italia e dei pani croccanti nei Paesi scandinavi. Attualmente il Gruppo Barilla possiede 30 siti produttivi (14 in Italia e 16 all'estero) ed esporta in più di 100 Paesi. Dagli stabilimenti escono ogni anno circa 1.700.000 tonnellate di prodotti alimentari, che vengono consumati sulle tavole di tutto il mondo, con i marchi: Barilla, Mulino Bianco, Voiello, Pavesi, Academia Barilla, Wasa, Harrys (Francia e Russia), Misko (Grecia), Filiz (Turchia), Yemina e Vesta (Messico).

 

Barilla



Ogni 5 mesi perdiamo una quantità di suolo pari a quella del comune di Napoli.

di LGC - Parma, 22 settembre 2013--

Secondo l'analisi dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, negli ultimi anni il consumo di suolo in Italia è salito ad una media di 8 metri quadrati al secondo, un crescendo che non conosce battute d'arresto fin dal 1956. Allora la quantità di suolo che veniva meno ogni anno era pari al 2,8%, contro il 6,9% del 2010, un incremento di 4 punti percentuali.

Una emergenza, tra le tante a livello ambientale, che ha indotto il Governo a intraprendere studi specifici.

Perciò, seguendo il percorso intrapreso dal Ministro dell'Ambiente Andrea Orlando per approfondire gli ambiti attuativi del Disegno di legge sul consumo del suolo approvato dal Governo il 15 giugno scorso, oggi si è riunito al Ministero dell'Ambiente il primo gruppo di lavoro sul "Riuso del suolo edificato e la rigenerazione del patrimonio urbano e rurale". 
L'organismo, coordinato dal vicecapo di gabinetto Annunziata Gallo, costituito tra gli altri da Anci (Associazione nazionale comuni italiani), Ance (Associazione nazionale costruttori edili), Inu (Istituto nazionale di urbanistica), Università di Genova, Ordine degli Architetti, Legambiente, Stati generali green economy, Ispra, ha l'obiettivo di approfondire con gli strumenti del confronto e della sinergia le tematiche individuate nel Ddl.
Il gruppo si riunirà di nuovo il 25 settembre. Nei prossimi giorni, saranno convocati gli altri due gruppi di approfondimento su altrettanti ambiti applicativi del Ddl: "Aree industriali" e "Zone boscate e prevenzione del dissesto idrogeologico".

Consumo suolo per regioneconsumo del suolo 1956 2010

Pubblicato in Ambiente Emilia
Domenica, 22 Settembre 2013 09:28

Efficienza energetica nel settore agricolo



A Verona dal 9 all'11 di ottobre la prima fiera internazionale sull'efficienza energetica

Verona, 22 settembre 2013 --

Nell'ambito dell'efficienza energetica il settore dell'agricoltura occupa un ruolo non trascurabile: secondo recenti stime pubblicate da Enea, il 75% del suolo dell'UE è impegnato dalle attività agricole e forestali e il 50% del territorio europeo dell'UE a 27 Paesi -quasi 200 milioni di ettari- è coltivato. Dal punto di vista del contributo allo sviluppo industriale da parte del settore agricolo è da ricordare che nell'Unione Europea operano circa 14 milioni di aziende agricole che gestiscono il 45% della superficie complessiva continentale e danno lavoro a circa 30 milioni di persone. A livello nazionale i dati sono rincuoranti: la superficie agricola utile è pari a circa 12 milioni di ettari su 30 milioni complessivi e il solo settore dell'agricoltura dà lavoro a circa 1 milione di persone tramite circa 850.000 imprese. Dal punto di vista energetico, il consumo finale di energia del settore agricolo si assesta a circa 10 Mtep: tale dato emergerebbe dal fatto che, sebbene le stime ufficiali parlino solo di circa 3,3 Mtep, in questi sarebbero compresi, sempre secondo stime Enea, il solo uso di combustibile agevolato (che rappresenterebbe solo circa la metà del totale combustibile utilizzato in agricoltura) e un consumo elettrico finale di circa 5,9 TWh che rappresenterebbe solo circa 1/10 del reale consumo nelle aziende agricole che viene usualmente contrattualizzato come uso civile. Dei 10 Mtep di consumo finale risulterebbe, quindi, attribuibile a consumi finali di energia elettrica il 46% mentre il 54% risulterebbe attribuibile a consumi di combustibile. Se si effettua poi una stima dell'impatto del consumo di energia a livello primario si arriva ad un livello di poco più di 16 Mtep, che rappresenta tra il 12 -13% del livello di consumo di energiaprimaria nazionale. Dai dati sopra indicati ne emerge che un ipotetico risparmio del solo 10% sul totale dei consumi di energia destinata all'agricoltura avrebbe un valore di circa 1,5 miliardi di euro/anno. Detto dato dimostra da solo il grande potenziale che l'efficienza energetica rappresenta a livello del settore agricolo.

(Smart Energy Expo)

energia pale eoliche01

 

Correggio, 20 settembre 2013

La natura come maestra, gli stili di vita sani, utili e proiettati al futuro, ecologia e specchietti pubblicitari per allodole, sostenibilità e benessere: sono questi alcuni dei temi che troveranno spazio a "Natura Bio", il festival degli stili di vita sostenibili che, dopo il crescente successo delle scorse edizioni, ritorna a Correggio, al Salone delle Feste, sabato 21 e domenica 22 settembre.

Come di consueto, a "Natura Bio" è possibile ritrovare il mondo del naturale più autentico, grazie all'attenta selezione degli espositori, dei prodotti, delle tecniche e degli argomenti più coerenti per chi vuole fare una scelta consapevole per il bene dell'ambiente, della società e della propria salute: agricoltura biologica, bioedilizia, cosmesi vegetale, consumo critico, mobilità sostenibile, altraeconomia, discipline bionaturali, si alterneranno nei due giorni di festa, con gli espositori della mostra mercato, lo spazio conferenze e i luoghi di incontro e ristorazione.

Il Festival Natura Bio si svolge dalle ore 10 del mattino fino al dopocena, anche in caso di maltempo, con spazi al coperto per le conferenze e le attività olistiche. Nel parco, lo "Spazio Libera Tutti" con giochi tradizionali, laboratori e attività per bambini e uno "Spazio Bebè" con "punto allattamento" e consulenze e informazioni su nascita e maternità.

Il programma culturale offre una gran varietà di argomenti, dall'educazione montessoriana all'alimentazione migliore per i bambini, dall'economia solidale all'autocostruzione ecologica della propria casa, fino alle scelte vegan o ai "cento modi per essere felici".

Nello spazio "Pagoda" troveranno spazio le sessioni gratuite per sperimentare metodi e tecniche di guarigione, riequilibrio e benessere integrale, con operatori olistici qualificati.

La ristorazione sarà garantita da biobar, un'area ristorante bio e vegan e la pizzeria rigorosamente biologica, con birre e vini a chilometri zero.

La scelta più naturale, come sempre, è ad ingresso gratuito.
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.fieranaturabio.it


(Fonte: Ufficio stampa Comune di Correggio)
Pubblicato in Dove andiamo? Emilia
Lunedì, 16 Settembre 2013 16:40

Qualità dell'aria: i dati in Emilia Romagna

Bologna, 16 settembre 2013 -
Assenza di criticità per alcuni inquinanti come monossido di carbonio (CO) e biossido di zolfo (SO2), tendenza al graduale miglioramento per quanto riguarda il particolato fine (PM 10), stabili ma ancora elevati i valori dell'ozono in estate. Sono questi in sintesi i dati contenuti nel "Report annuale sulla qualità dell'aria in Emilia-Romagna" relativo ai dati 2012, presentato oggi a Bologna in occasione della Conferenza finale del progetto europeo Life+ Opera (Valutazione delle politiche di riduzione delle emissioni in atmosfera).

Andando nel dettaglio, analizzando l'indice di qualità dell'aria - che tiene complessivamente conto degli inquinanti che in Emilia-Romagna presentano i problemi maggiori (PM10, ozono e biossido di azoto) - le giornate del 2012 che sono risultate con aria "buona" o "accettabile" variano dal 59% (Reggio Emilia, Piacenza) al 78% (Rimini). Nel mezzo, Parma (60%), Modena (61%), Ferrara (63%), Bologna (66%), Forlì-Cesena (73%) e Ravenna (76%). Rispetto al 2011 è in miglioramento la situazione in tutte le Province (soprattutto a Modena, Parma e Reggio Emilia), stabile Ravenna e in leggerissimo calo a Rimini (-3%).

I dati dei singoli inquinanti

Analizzando i dati dei singoli inquinanti nelle 42 stazioni di monitoraggio e partendo dalle polveri fini (PM10), in solo tre centraline a Parma, Reggio Emilia e Modena sono stati superati nel 2012 i limiti annuali per la protezione della salute umana (media di 40 microgrammi/m3).

Se invece si analizza il limite giornaliero del PM10 (media oraria giornaliera da non superare per più di 35 volte=50 microgrammi/m3), sono 29 le stazioni che l'hanno superato nel 2012. A Piacenza è successo per 2 stazioni su 4, a Parma 3 su 4, Reggio-Emilia 4 su 5, Modena 5 su 5, Bologna 5 su 7, Ferrara 3 su 5, Ravenna 2 su 4, Forlì-Cesena 3 su 5 e Rimini 2 su 4.

Migliore la situazione per le PM2,5: utilizzando il valore limite che entrerà in vigore nel 2015 (25 microgrammo/m3), i superamenti sono stati registrati sono in due stazioni (Modena e Ravenna).

Relativamente all'ozono (O3), complice la seconda estate più calda dal 2000, sono stati superati i limiti massimi giornalieri di concentrazione (media mobile su 8 ore di 120 microgrammi/m3) in 30 delle 34 stazioni di monitoraggio, con solo 4 di queste (a Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini), nella norma.

Buona – e in costante e progressivo miglioramento – la situazione del biossido di azoto (NO2): nessun superamento del livello orario di protezione della salute umana (200 microgrammi/m3 da non superare più di 18 volte all'anno) e solo pochi casi di superamento della media annuale (40 microgrammi/m3) concentrati nelle aree urbane delle province centro-occidentali.

Tra gli altri aspetti positivi, sono tutti abbondantemente sotto i limiti di legge le concentrazioni di metalli pesanti (arsenico, cadmio, nickel e piombo), di benzene (C6H6), di monossido di carbonio (CO), di biossido di zolfo (SO2), degli IPA (Idrocarburi policiclici aromatici) e di benzo(a)pirene.

I risultati che emergono dal report sono frutto della combinazione tra politiche ambientali, modifica della composizione dei carburanti e delle tipologie di autoveicoli circolanti, cambiamenti della struttura e delle attività produttive regionali. È confermato che le condizioni meteorologiche determinano in larga misura gli andamenti del particolato fine: gli anni 2011 e 2012 hanno presentato una tendenza all'aumento dei giorni di superamento dei limiti normativi, mentre l'inverno 12-13 mostra una sensibile diminuzione dei superamenti rispetto a quello precedente grazie alla forte piovosità dei primi mesi del 2013.

La terza edizione del "Report regionale della qualità dell'aria"

Il "Report regionale della qualità dell'aria" riporta i dati 2012 e costituisce una sintesi delle molte informazioni prodotte dalla rete regionale di monitoraggio della qualità dell'aria, gestita da Arpa dietro mandato e finanziamento della Regione e delle Province, in applicazione di direttive europee e di leggi nazionali e regionali. Il report è articolato in descrizione dei fenomeni (Che cosa sta accadendo?) e in analisi dei fattori di pressione (Perché sta accadendo?), racconta le principali azioni di intervento decise da Regione e altre istituzioni (Che cosa stiamo facendo?) e una rendicontazione sintetica puntuale dei dati raccolti dalle stazioni di monitoraggio (una verifica dettagliata è disponibile sul sito Arpa).

Il Report è disponibile in versione integrale sul sito web di Arpa-Emilia-Romagna
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Reggio Emilia, 16 settembre 2013 -
Tutino: Non è nostra abitudine spostare i problemi sui vicini come loro hanno fatto in passato -
 
Di seguito un intervento dell'assessore provinciale all'Ambiente, Mirko Tutino, in risposta ad una lettera inviata dall'avvocato Rutigliano per l'associazione Millecolori di Parma, già pubblicata da alcuni organi di informazione. 
Non è la prima volta che le scelte del territorio reggiano vengono utilizzate per aprire polemiche nel dibattito politico sull'inceneritore di Parma e, come in altre occasioni, veniamo citati senza troppo rispetto. Il rispetto che sarebbe dovuto ad un "vicino di casa" che per 15 anni si è occupato della risoluzione del problema rifiuti di Parma. Mentre a Parma si discuteva, infatti, gli impianti reggiani hanno evitato l'emergenza rifiuti alla città ducale.

Nel momento in cui a Reggio Emilia abbiamo dovuto ripensare il sistema di raccolta e trattamento dei rifiuti, tuttavia, non abbiamo fatto valere questo dato e non abbiamo proposto nessun utilizzo del nuovo inceneritore di Parma (o di Modena) per lo smaltimento dei rifiuti reggiani. Prima di passare le competenze alla Regione abbiamo pianificato lo sviluppo di un servizio di raccolta capace di raggiungere e superare il 70% di differenziata, riducendo sotto le 100 mila tonnellate annue il rifiuto residuo da trattare con il meccanico-biologico (Tmb). Non ci siamo accontentati di un Tmb ordinario (che avrebbe prodotto combustibile da rifiuti per inceneritori) ma abbiamo coinvolto competenze di rilievo nazionale ed internazionale che ci hanno consentito di migliorare l'impianto e renderlo una vera e propria "Fabbrica dei materiali" che non necessita di un inceneritore. Stiamo concludendo la progettazione definitiva dell'impianto e, in accordo con il gestore, daremo seguito alle scelte compiute.

In questi tre anni in provincia di Reggio si il porta a porta ha raggiunto 100 mila nuovi cittadini ed in queste realtà si è passati da oltre 200 kg/abitante di rifiuti indifferenziati a quantità comprese tra i 70 ed i 110 kg.

Questi fatti trovano conferma anche negli atti approvati dalla Provincia e dai Comuni reggiani. A giugno scorso, per esempio, Provincia e Comune di Reggio Emilia hanno inviato alla Regione le proprie osservazioni al documento preliminare del Piano regionale rifiuti chiedendo - nel rispetto delle normative europee - di estendere il porta a porta a tutte le aree urbane e di pianura entro il 2020 (come stiamo facendo a Reggio) e di inserire un pre-trattamento di qualità in tutta la regione. In questo modo sarà possibile chiudere le discariche ed avviare un piano per la graduale disattivazione degli 8 inceneritori presenti in Emilia-Romagna.

Non è nostra abitudine "spostare i problemi" sui vicini, i commentatori parmigiani possono pertanto stare tranquilli...

Mirko Tutino 
Assessore all'Ambiente della Provincia di Reggio Emilia
(Fonte: ufficio stampa Provincia di RE)

Bologna, 16 settembre 2013 -

Settimana europea della mobilità sostenibile: giovedì 19 settembre appuntamento in piazza Renzo Imbeni (Fiera District) con "Vengo al lavoro con la bici e provo l'auto elettrica!". Alle 12 consegna di una Nissan Leaf 100% elettrica alla Regione, che potrà utilizzarla gratuitamente per 6 mesi con una tessera per la ricarica offerta da Hera Comm -
Per la Regione Emilia-Romagna, la Settimana europea della mobilità sostenibile edizione 2013 sarà all'insegna dell'elettrico. Quest'anno, infatti, oltre al consueto infopoint allestito in piazza Renzo Imbeni giovedì 19 settembre (dalle 12.30 alle 16), i dipendenti del distretto fieristico e i cittadini interessati potranno provare un'auto 100% elettrica, che sarà concessa gratuitamente dalla Nissan alla Regione per sei mesi entrando a far parte del parco auto regionale. La consegna dell'auto, una Leaf, è prevista per le 12; sarà presente l'assessore regionale alla Mobilità e Trasporti Alfredo Peri e per la Nissan il direttore comunicazione Giuseppe George Alesci. Il comodato è frutto della partnership di lunga durata tra la Regione Emilia-Romagna e la Nissan. Per l'occasione Hera Comm donerà alla Regione una tessera per effettuare la ricarica pubblica del mezzo. Dalle 15 alle 18 i dipendenti della Fiera District e i cittadini interessati potranno guidare l'auto elettrica accompagnati da un driver di Nissan.
Il giorno successivo, venerdì 20 settembre, sempre all'interno della Settimana europea della mobilità sostenibile, a Ravenna e Forlì verranno inaugurate le colonnine Enel per la ricarica dei veicoli elettrici. La Regione parteciperà raggiungendo le due città con la Nissan Leaf. Tramite il veicolo e con la tessera fornita da Hera Comm verrà testata l'interoperabilità sulle colonnine Enel su un percorso superiore ai 200 km.
Secondo i dati a disposizione di Nissan, la Leaf è la vettura 100% elettrica in questo momento più venduta al mondo con oltre 74.000 unità consegnate a livello globale. Ha un'autonomia di circa 200 km. grazie a un avanzato pacco batterie agli ioni di litio, con la doppia possibilità di ricarica, sia standard che rapida. La tecnologia a bordo è estremamente avanzata, con il sistema Carwings che ne permette la gestione in remoto attraverso lo smartphone o il computer, con possibilità di programmare la ricarica e la climatizzazione, nonché ricevere sul telefono o pc notifiche sul livello della batteria.
Vengo al lavoro con la bici
In occasione della Settimana europea della mobilità sostenibile, la Regione organizza anche quest'anno un infopoint sulle azioni di mobility management rivolto ai lavoratori della zona Fiera District, con l'obiettivo di promuovere modalità di spostamento casa-lavoro più sostenibili. Giovedì 19 settembre, a chi si presenterà con la bicicletta all'infopoint, verrà consegnato un accessorio utile per la bici (fino a esaurimento). In piazza Renzo Imbeni ci saranno inoltre la ciclofficina, per un check up gratuito della bicicletta, con marchiatura gratuita contro il furto; le biciclette a pedalata assistita del servizio di bike sharing elettrico; la documentazione sulla mobilità sostenibile e ciclistica prodotta dalla Regione e sulla nuova campagna di comunicazione dell'Osservatorio per l'educazione stradale e la sicurezza "A ciascuno il suo".
In allegato, il volantino dell'iniziativa.

In allegato la locandida

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"