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Domenica, 04 Maggio 2014 09:25

Ambiente. Imballaggi: 100% riciclabili si può.

 

 

 

 

Il caso di Colgate-Palmolive negli Stati Uniti e di Barilla e Gruppo Pedon in Italia

 

Per le aziende la totale riciclabilità degli imballaggi non è sempre una priorità.

Capita di vedere prodotti che da una confezione monomateriale facilmente riciclabile (vetro, plastica o carta) passano ad una in poliaccoppiato e/o con parti non separabili, oppure rivestita da etichette coprenti, oppure contenente additivi che ne compromettono il riciclaggio. 

Per questo motivo e per diffondere tra i cittadini l'informazione necessaria per scelte di consumo consapevoli, è stata lanciata nel 2012 la campagna Meno rifiuti più Benessere in 10 mosse.

Ci sono però anche segnali positivi.

Dalla sede americana della multinazionale Colgate-Palmolive arriva l'impegno a rendere completamente riciclabile entro il 2020 il packaging per tre su quattro delle sue categorie di prodotto. 

Il progetto interessa i prodotti per la cura della casa, della persona e degli alimenti per animali, mentre per la quarta categoria, l'igiene orale, il primo passo è lo sviluppo di un tubetto di dentifricio riciclabile, al posto di quello attuale in materiale composito non riciclabile, caratteristica comune alla maggior parte dei tubetti per dentifricio in commercio.

Altri obiettivi del piano di Colgate Palmolive, da perseguire entro il 2020, sono la riduzione o eliminazione del PVC e l'incremento del contenuto medio di materiale riciclato, che verrà portato dal 40% al 50, sia per il packaging in carta, sia che per quello realizzato nei vari tipi di plastica, PET, HPE, PET, HDPE e PP.

 

La decisione la si deve per lo più all'opera di As-You-Sow, una organizzazione non governativa ambientalista americana che dal 2012 invita le aziende all'adozione di politiche incentrate sulla Responsabilità Estesa del Produttore, anche per gli imballaggi post consumo. 

As-you-Sow ha quantificato in 11,4 miliardi di dollari il valore economico degli imballaggi che invece di essere riciclati sono stati smaltiti negli USA nel 2010, tra discariche e inceneritori.

Tra le aziende multinazionali con cui l'ONG ha instaurato un dialogo costruttivo figurano anche  P&G e Unilever. 

Poco feeling invece tra As-you-Sow e il gruppo Kraft Food, “colpevole” di aver immesso in commercio miliardi di confezioni "stand-up pouch" di succo a marca Capri Sun. 

Le stand-up pouch sono delle buste non riciclabili  in materiale laminato, in genere plastica e alluminio, sempre più utilizzate nel settore di alimenti e bevande per la loro facilità d'uso e il minimo ingombro per trasporto e stoccaggio.

Oggi hanno preso il posto di lattine e bottiglie soprattutto per le mono porzioni. 

Per capire l'impatto di queste confezioni basti pensare che ne vengono vendute negli USA  1,6 miliardi di pezzi all'anno (solamente per la linea Capri Sun), mentre la loro produzione globale ammonta a circa 5 miliardi di pezzi. 

A questo tipo di assurdo imballaggio è stato dedicato buona parte del video "Designed to be waste”, progettati per diventare rifiuto.

 

In Italia Barilla ha sostituito nel 2013  l'incarto delle confezioni di biscotti Mulino Bianco e Pavesi con un poliaccoppiato che può essere riciclato con la carta,  raggiungendo così -con un anno di anticipo rispetto alla scadenza indicata nell'ultimo bilancio di sostenibilità- l'obiettivo del 98% di riciclabilità per il totale degli imballaggi utilizzati.

Barilla Galletti gde

Sempre nel nostro Paese un esempio per le piccole medie imprese è rappresentato dal Gruppo Pedon.

Con l'installazione di 58 silos ecosostenibili, le materie prime possono essere ricevute “Pedoncampagnaeticasfuse”, stoccate cioè direttamente nei silos senza che ci sia più bisogno del confezionamento in sacchi di plastica, da 25 o 50 kg, come avveniva precedentemente. 

I benefici sono quantificabili in un risparmio annuale di circa 37 tonnellate di plastica e nella mancata emissione di 80 tonnellate di anidride carbonica nell’ambiente.

“I consumatori negli ultimi anni sono sempre più attenti ai contenuti green e reputano l'impatto ambientale del prodotto come uno dei fattori di scelta nel processo di acquisto. Per questo motivo è fondamentale che il pack sia caratterizzato da imballi sempre più eco-compatibili”, questo è quanto ha affermato Luca Zocca -marketing manager del Gruppo Pedon- durante il convegno svoltosi a Vimercate sulle novità legate alla stampa dell'imballaggio alimentare.

“Per quanto riguarda il packaging siamo attenti ai costi, ma dobbiamo necessariamente coniugare esigenze di qualità e sicurezza con la facilità d'uso e quando studiamo un prodotto innovativo non lesiniamo sul pack, perché ne perderebbe di appeal e ne sminuirebbe il contenuto” –prosegue Zocca–. “In tema di eco-sostenibilità, utilizziamo per alcune linee di prodotto carta certificata FSC e imballi totalmente riciclabili. Ricordiamo che l'impatto ambientale, associato ad altri aspetti etici, sono importanti driver di scelta e di acquisto del prodotto a scaffale”.

L'utilizzo della plastica nella produzione di imballaggi è purtroppo destinato a salire, come si legge in un recente articolo di Polimerica.it, che presenta uno studio sul mercato europeo della società di consulenza Ceresana.

In assenza di contromisure aumenterà l'utilizzo di contenitori difficilmente riciclabili, che in genere finiscono nel gruppo delle plastiche miste (imballaggi flessibili, sacchetti, vaschette, polistirolo, etc.), con destinazione finale l'inceneritore.

Infatti gli operatori del settore della selezione e riciclo degli imballaggi di plastica rilevano un'inversione di tendenza nella tipologia delle plastiche raccolte. Se in passato le plastiche rigide, costituite da bottiglie e contenitori in PET e HDPE,  rappresentavano la maggioranza degli imballaggi raccolti, con percentuali intorno al 60%, è ora  il gruppo delle plastiche miste ad essere presente in misura maggiore. 

Questa realtà trova anche riscontro nei dati preliminari su raccolta, recupero e riciclo di imballaggi in plastica nel 2013 resi noti da Corepla, che vedono un aumento modesto della percentuale di riciclo sull’immesso al consumo al 37,2% (+1,1%) e una forte crescita del volume degli imballaggi in plastica avviati a recupero energetico (+9,8%), arrivati a 773 mila tonnellate. 

La percentuale di recupero energetico (incenerimento) sull’immesso al consumo di imballaggi di plastica è infatti salita dal 34,3% al 37,8 (+3,5%) superando, seppur di poco, la percentuale degli imballaggi riciclati.

Per poter raggiungere l'obiettivo europeo di riciclo di materia pari al 50% della plastica immessa al consumo entro il 2020, andrebbero intraprese sia sul fronte aziendale che legislativo alcune azioni improcrastinabili che facciano tesoro delle indicazioni che arrivano dai riciclatori europei e dalle migliori esperienze italiane in materia di riciclo delle plastiche miste, come ad esempio Revet Recycling.

 

Il consigliere Andrea Leoni (Fi-Pdl) chiede all'esecutivo regionale di garantire in tempi brevi un indennizzo del 100% ai danneggiati...

 

Modena, 2 maggio 2014 -

Andrea Leoni (Fi-Pdl) ha presentato una risoluzione all’Assemblea legislativa per chiedere alla Giunta di attivare le procedure per la dichiarazione dello stato di calamità naturale nei territori della Bassa modenese colpiti nel pomeriggio di mercoledì 30 aprile da una tromba d’aria e, in particolare, per i territori dei comuni di Nonantola, Castelfranco Emilia, San Cesario, San Prospero e Carpi.
Nel documento, il consigliere chiede all'esecutivo regionale di garantire in tempi brevi un indennizzo del 100% ai danneggiati; una proroga immediata del pagamento delle tasse e delle rate dei mutui bancari ai soggetti danneggiati e di far avviare la procedura di richiesta della “no tax area” o di una fiscalità di vantaggio per le zone colpite dal sisma del 2012, dall’alluvione del 2014 e dalle recenti trombe d’aria, per un periodo di almeno 3 anni.

 

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

Venerdì, 02 Maggio 2014 09:43

Parma, far west inceneritore

Il comunicato stampa di GCR sui rifiuti da fuori provincia, nonostante il divieto -

 

Parma, 2 maggio 2014 -

 

La Provincia di Parma, a seguito di segnalazione pervenuta da Arpa, ha diffidato Iren.

Nell'inceneritore di strada della Lupa rifiuti speciali da fuori provincia, nonostante l'autorizzazione integrata ambientale lo impedisca.

La prescrizione numero 7 dell'Aia recita: “Si ribadisce che al PAIP potranno essere conferiti rifiuti prodotti esclusivamente  nel territorio provinciale di Parma, salvo espressa autorizzazione dell’Autorità Competente”.

http://gestionecorrettarifiuti.it/pdf/VIAPROVINCIA.pdf

L'Autorità Competente sarebbe la Provincia, autrice della diffida e quindi immaginiamo non sia arrivata espressa autorizzazione al gestore di portare rifiuti a Parma da fuori provincia.

Qualche settimana fa era stato segnalato un automezzo in coda al Paip con una targa lontana dai lidi emiliano romagnoli.

La mossa di Iren mette in evidenza un dato di fatto impossibile da smentire.

L'inceneritore di Parma è troppo grande, troppo capiente, troppo affamato di rifiuti per accontentarsi di quelli prodotti in loco.

L'episodio segnalato (quanti in precedenza?) porta con sé la conferma di quanto sostenuto da tanti, fra cui l'associazione Gcr, sul fatto che questo impianto sia grosso il doppio del necessario e che la decisa avanzata della raccolta differenziata nel capoluogo, che produce il 50% degli scarti provinciali, avrebbe segnato il de profundis per la bulimia del forno.

Giustamente il comune di Parma chiede ora di fare chiarezza e soprattutto di sanzionare i responsabili di quanto accaduto a Ugozzolo, per fare in modo che l'episodio non si ripeta.

La trasparenza del Paip, bandiera sventolata dai suoi sostenitori, appare decisamente ammainata ai nastri di partenza dell'impianto che, in esercizio definitivo da nemmeno un mese, inciampa subito in uno dei paletti totem dei sostenitori della soluzione forno: rifiuti solo made in Parma.

Rimane il problema di tenere acceso il braciere.

Se arrivano rifiuti da fuori significa che quelli da dentro scarseggiano, vuol dire che Iren non è in grado di recuperare scarti speciali (cioè provenienti dai comparti commerciali, industriali, artigianali) in misura sufficiente a riempire la bocca del forno.

Così se li è andati a cercare altrove.

Così il futuro è al bivio: o cambiare l'autorizzazione o spegnere una linea.

Non c'è una terza via che consenta di salvare capra e cavoli.

Siamo però molto curiosi, a questo punto, di osservare le mosse del gestore e soprattutto dell'autorità competente Provincia di Parma, sempre pronta a supportare le genesi del progetto fino al punto di presentarsi in tribunale a fianco di Iren.

Bernazzoli, e il suo assessore Castellani, se la sentiranno di mettere mano all'autorizzazione vista la forte presa di coscienza dell'opinione pubblica?

Intanto si segnala un forte rialzo della temperatura ad Ugozzolo, anche fuori dai forni...

 

 

(Fonte: ufficio stampa Gestione Corretta dei Rifiuti Parma)

 

Giovedì, 01 Maggio 2014 11:06

Parma - Con la primavera arriva il Torcicollo

 

Il Torcicollo giungere puntuale come un orologio svizzero. Arriva sulle nostre teste proprio in questi giorni, dopo un lunghissimo viaggio dall'Africa Subsahariana -

 

Parma, 1 maggio 2014 -

Le prime giornate tiepide si alternano all’aria ancora frizzante. Magari si sta pure in maniche di camicia, a mezzogiorno, mentre al mattino e alla sera fa quasi freddo. Ed ecco il Torcicollo giungere puntuale come un orologio svizzero.  Arriva sulle nostre teste proprio in questi giorni, dopo un lunghissimo viaggio dall’Africa Subsahariana .

La splendida immagine ci è stata regalata da Antonio Arnanno, uno degli appassionati più attivi nell’ambito dell’iniziativa “Regala una foto alla Terra dei cinque Parchi” : i fotografi amanti della natura possono mandare i loro scatti a “Parchi del Ducato”, l’Ente che gestisce Parchi e Riserve di Parma e Piacenza (www.parchidelducato.it, il link è nella sezione “TEMI”).

Torniamo al Torcicollo, Jynx torquilla, per gli ornitologi: anche se assomiglia vagamente a un tordo, è un esponente della famiglia dei Picchi. Non tambureggia, non scava il nido nel legno, ma la sua morfologia non lascia dubbi,  è proprio un Picide:  le sue zampe hanno due dita in avanti e due all’indietro, adattamento molto utile per arrampicarsi sui tronchi. Si nutre di formiche e di altri insetti che cattura con la lunghissima lingua e il suo canto assomiglia a una risata acuta e ritmata.

Lui, il Torcicollo, di problemi alla cervicale non ne ha proprio. Anzi deve il suo nome proprio alla straordinaria capacità di muovere il collo in posizioni sinuose ed impensabili, come se fosse il corpo di un serpente.

Carlo Malini

 

 

(Fonte: ufficio stampa Ente di Gestione Per i Parchi e la Biodiversità Emilia - Occidentale)

 

Martedì, 29 Aprile 2014 09:39

Parma - "Acqua nostra"

Acqua del rubinetto nelle mense scolastiche comunali a partire da settembre. Questo sottoscrive il protocollo d'intesa per l'utilizzo dell'acqua di rete nelle mense dei nidi, scuole dell'infanzia e scuole primarie e secondarie di primo grado, a partire dall'anno scolastico 2014-2015.

Parma, 29 aprile 2014 -


Il comunicato di GCR sulla riduzione dei rifiuti che passa dalla scuola con il nuovo protocollo che sarà applicato nelle scuole -

Da settembre le scuole di Parma andranno ad acqua di rubinetto.
La rivoluzione verde è stata presentata in municipio con l'adesione di tutti gli enti di controllo.
L'acqua del sindaco per i cittadini del futuro.
Non solo un'enorme inversione di tendenza sul fronte dell'usa e getta, ma anche un formidabile momento educativo, che preclude ad un domani con meno plastica e più intelligenza.
L'acqua del rubinetto, controllata 24 ore al giorno, è praticamente gratuita.
Con questo provvedimento si dà lo stop ai bilici di bottigliette, in viaggio da nord a sud, e da sud a nord, per seguire il vezzo dei consumatori, "preferisco la San Bollicina", "io invece voglio la San Naturale", e via di gomma in gomma sui nastri delle autostrade dello Stivale.
Una sfida importante, che deve passare anche attraverso la garanzia della fornitura di un'acqua sana e nutriente, per battere il rischio nitrati, che l'agricoltura intensiva e gli allevamenti massivi hanno regalato alle nostre terre e, di conseguenza, alle nostre falde.
Un lavoro impegnativo attende le maestranze, finalizzato a migliorare sempre di più la bontà della nostra acqua, per mantenere elevato il grado di sicurezza e salvaguardia per cittadini.
La sfida passa anche attraverso lo sviluppo del sistema fontane pubbliche, che dovrebbe essere maggiormente sostenuto dal gestore e non gravare totalmente sui bilanci asfittici del Comune.
L'Italia, come si sa, è al primo posto in Europa per consumo di acqua minerale.
Nel 2011 un record di 200 litri a testa all'anno di acqua in bottiglia, terzi al mondo dopo Arabia Saudita e Messico.
Un mercato da 2 miliardi di euro e 12 miliardi di litri imbottigliati all'anno, oltre che 350 mila tonnellate di plastica inutile per forgiare le bottiglie, 1 milione di tonnellate di CO2 e infine 700 mila tonnellate di petrolio estratto per il Pet.
Il business è enorme e gli interessi in gioco di formidabili dimensioni.
Eppure stiamo parlando di acqua, semplice acqua che sgorga naturalmente, sulla quale al limite si aggiunge un po' di anidride carbonica, ma che di per sé ha nulla di aggiunto, nessun know-how tecnologico, nessun brevetto.
Solo acqua.
Benvenuta acqua di Parma.

 

(Fonte: ufficio stampa Gestione Corretta dei Rifiuti)

 

Il comunicato di Gestione Corretta dei Rifiuti sulla totale riciclabilità degli imballaggi: il caso di Colgate-Palmolive negli Stati Uniti e di Barilla e Gruppo Pedon in Italia -

 

Parma, 28 aprile 2014 -

 

Per le aziende la totale riciclabilità degli imballaggi non è sempre una priorità.

Capita di vedere prodotti che da una confezione monomateriale facilmente riciclabile (vetro, plastica o carta) passano ad una in poliaccoppiato e/o con parti non separabili, oppure rivestita da etichette coprenti, oppure contenente additivi che ne compromettono il riciclaggio. 

Per questo motivo e per diffondere tra i cittadini l'informazione necessaria per scelte di consumo consapevoli, è stata lanciata nel 2012 la campagna Meno rifiuti più Benessere in 10 mosse.

Ci però però anche segnali positivi.

Dalla sede americana della multinazionale Colgate- Palmolive arriva l'impegno a rendere completamente riciclabile entro il 2020 il packaging per tre su quattro delle sue categorie di prodotto. 

Il progetto interessa i prodotti per la cura della casa, della persona e degli alimenti per animali, mentre per la quarta categoria, l'igiene orale, il primo passo è lo sviluppo di un tubetto di dentifricio riciclabile, al posto di quello attuale in materiale composito non riciclabile, caratteristica comune alla maggior parte dei tubetti per dentifricio in commercio.

Altri obiettivi del piano di Colgate Palmolive, da perseguire entro il 2020, sono la riduzione o eliminazione del PVC e l'incremento del contenuto medio di materiale riciclato, che verrà portato dal 40% al 50, sia per il packaging in carta, sia che per quello realizzato nei vari tipi di plastica, PET, HPE, PET, HDPE e PP.

La decisione la si deve per lo più all'opera di As-You-Sow, una organizzazione non governativa ambientalista americana che dal 2012 invita le aziende all'adozione di politiche incentrate sulla Responsabilità Estesa del Produttore, anche per gli imballaggi post consumo. 

As-you-Sow ha quantificato in 11,4 miliardi di dollari il valore economico degli imballaggi che invece di essere riciclati sono stati smaltiti negli USA nel 2010, tra discariche e inceneritori.

Tra le aziende multinazionali con cui l'ONG ha instaurato un dialogo costruttivo figurano anche  P&G e Unilever. 

Poco feeling invece tra As-you-Sow e il gruppo Kraft Food, “colpevole” di aver immesso in commercio miliardi di confezioni "stand-up pouch" di succo a marca Capri Sun. 

Le stand-up pouch sono delle buste non riciclabili  in materiale laminato, in genere plastica e alluminio, sempre più utilizzate nel settore di alimenti e bevande per la loro facilità d'uso e il minimo ingombro per trasporto e stoccaggio.

Oggi hanno preso il posto di lattine e bottiglie soprattutto per le mono porzioni. 

Per capire l'impatto di queste confezioni basti pensare che ne vengono vendute negli USA  1,6 miliardi di pezzi all'anno (solamente per la linea Capri Sun), mentre la loro produzione globale ammonta a circa 5 miliardi di pezzi. 

A questo tipo di assurdo imballaggio è stato dedicato buona parte del video "Designed to be waste”, progettati per diventare rifiuto.

In Italia Barilla ha sostituito nel 2013  l'incarto delle confezioni di biscotti Mulino Bianco e Pavesi con un poliaccoppiato che può essere riciclato con la carta,  raggiungendo così - con un anno di anticipo rispetto alla scadenza indicata nell'ultimo bilancio di sostenibilità- l'obiettivo del 98% di riciclabilità per il totale degli imballaggi utilizzati.

Sempre nel nostro Paese un esempio per le piccole medie imprese è rappresentato dal Gruppo Pedron.

Con l'installazione di 58 silos ecosostenibili, le materie prime possono essere ricevute “Pedoncampagnaeticasfuse”, stoccate cioè direttamente nei silos senza che ci sia più bisogno del confezionamento in sacchi di plastica, da 25 o 50 kg, come avveniva precedentemente. 

I benefici sono quantificabili in un risparmio annuale di circa 37 tonnellate di plastica e nella mancata emissione di 80 tonnellate di anidride carbonica nell’ambiente.

“I consumatori negli ultimi anni sono sempre più attenti ai contenuti green e reputano l'impatto ambientale del prodotto come uno dei fattori di scelta nel processo di acquisto. Per questo motivo è fondamentale che il pack sia caratterizzato da imballi sempre più eco-compatibili”, questo è quanto ha affermato Luca Zocca -marketing manager del Gruppo Pedon- durante il convegno svoltosi a Vimercate sulle novità legate alla stampa dell'imballaggio alimentare.

“Per quanto riguarda il packaging siamo attenti ai costi, ma dobbiamo necessariamente coniugare esigenze di qualità e sicurezza con la facilità d'uso e quando studiamo un prodotto innovativo non lesiniamo sul pack, perché ne perderebbe di appeal e ne sminuirebbe il contenuto” –prosegue Zocca–. “In tema di eco-sostenibilità, utilizziamo per alcune linee di prodotto carta certificata FSC e imballi totalmente riciclabili. Ricordiamo che l'impatto ambientale, associato ad altri aspetti etici, sono importanti driver di scelta e di acquisto del prodotto a scaffale”.

L'utilizzo della plastica nella produzione di imballaggi è purtroppo destinato a salire, come si legge in un recente articolo di Polimerica.it, che presenta uno studio sul mercato europeo della società di consulenza Ceresana.

In assenza di contromisure aumenterà l'utilizzo di contenitori difficilmente riciclabili, che in genere finiscono nel gruppo delle plastiche miste (imballaggi flessibili, sacchetti, vaschette, polistirolo, etc.), con destinazione finale l'inceneritore.

Infatti gli operatori del settore della selezione e riciclo degli imballaggi di plastica rilevano un'inversione di tendenza nella tipologia delle plastiche raccolte. Se in passato le plastiche rigide, costituite da bottiglie e contenitori in PET e HDPE,  rappresentavano la maggioranza degli imballaggi raccolti, con percentuali intorno al 60%, è ora  il gruppo delle plastiche miste ad essere presente in misura maggiore. 

Questa realtà trova anche riscontro nei dati preliminari su raccolta, recupero e riciclo di imballaggi in plastica nel 2013 resi noti da Corepla, che vedono un aumento modesto della percentuale di riciclo sull’immesso al consumo al 37,2% (+1,1%) e una forte crescita del volume degli imballaggi in plastica avviati a recupero energetico (+9,8%), arrivati a 773 mila tonnellate. 

La percentuale di recupero energetico (incenerimento) sull’immesso al consumo di imballaggi di plastica è infatti salita dal 34,3% al 37,8 (+3,5%) superando, seppur di poco, la percentuale degli imballaggi riciclati.

 

Per poter raggiungere l'obiettivo europeo di riciclo di materia pari al 50% della plastica immessa al consumo entro il 2020, andrebbero intraprese sia sul fronte aziendale che legislativo alcune azioni improcrastinabili che facciano tesoro delle indicazioni che arrivano dai riciclatori europei e dalle migliori esperienze italiane in materia di riciclo delle plastiche miste, come ad esempio Revet Recycling.

 

Silvia Ricci

 

Comuni Virtuosi

http://goo.gl/wHT2TG

 

Italia Fruit

http://goo.gl/SF1FeQ

 

(Fonte: Gestione Corretta dei Rifiuti)

 

Martedì, 22 Aprile 2014 09:32

Parma - Le truppe del camino

 

Otto anni fa nasceva il il coordinamento Gestione Corretta Rifiuti di Parma e tutto era pronto per fermare il progetto inceneritore con i numeri...

 

 

Il comunicato di GCR su "Il silenzio colpevole della politica" -

 

Parma, 22 aprile 2014 -

In questi giorni di aprile, 8 anni fa, nasceva il coordinamento gestione corretta rifiuti di Parma.

Lo avevano fondato gli Amici di Beppe Grillo di Parma, i Medici per l'Ambiente-ISDE Italia, Greenpeace sezione di Parma, il Gruppo famiglie Zona Nord, il Movimento Girotondi di Parma,  "Prendiamo la parola", il Comitato "No all'inceneritore" di Colorno, il Comitato "No all'inceneritore" di Torrile, il GAS Terra Terra, il Comitato Padano, il Comitato "Quartiere Colombo".

All'indomani dell'approvazione del PPGR, il piano provinciale rifiuti che prevedeva un impianto a caldo di incenerimento da 65 mila tonnellate, i cittadini ambientalisti si erano mossi per fermare il progetto.

E' nel 2006 che si svolse la prima raccolta firme contro l'impianto, oltre diecimila firme portate in Comune e in Provincia e subito nascoste in un buio e polveroso cassetto.

E' nel 2006 che Colorno passò alla raccolta differenziata domiciliare, dimostrando con i numeri quello che si poteva ottenere (spaventando gli amministratori del capoluogo e della Provincia, che vedevano a rischio il progetto inceneritore).

E' nel 2006 che la federazione italiana dei medici di medicina generale scriveva: “L'incenerimento dei rifiuti, fra tutte le tecniche di smaltimento, è quella più dannosa per l'ambiente e per la salute umana. Gli inceneritori producono ceneri (sono un terzo del peso dei rifiuti in ingresso e si devono smaltire in discariche speciali) e immettono nell'atmosfera milioni di metri cubi al giorno di fumi inquinanti, contenenti polveri grossolane (PM10) e fini (PM2,5) costituite da nanoparticelle di metalli pesanti, idrocarburi policiclici, policlorobifenili, benzene, diossine, estremamente pericolose perché persistenti e accumulabili negli organismi viventi”.

E' nel 2006 che l'ordine dei medici di Modena scriveva: “si invitano ad una doverosa pausa di riflessione i responsabili delle scelte programmatiche che attengono alla salute nella nostra città, e di promuovere un momento di approfondimento di tutte le problematiche legate al termovalorizzatore”.

E' nel 2006 che l'allora assessore Vignali affermava: “Nel giro di un anno la raccolta porta a porta sarà a regime, raggiungeremo l'obiettivo del 55/60 per cento: si arriverà cosi ad una tariffazione che premierà gli abitanti più virtuosi. Chi produce meno rifiuti, paga meno”, per poi destinare ad altri capitoli l'investimento previsto per la Rd.

8 anni fa tutto era pronto per fermare il progetto con i numeri.

Sarebbe stato sufficiente introdurre in città la raccolta differenziata porta a porta, il cui progetto era già stato pagato e realizzato del consorzio Priula.

Senza tanta teoria i “numeri” avrebbero demolito il camino, visto che sarebbe venuto a mancare il carburante necessario ad accendere le caldaie di Ugozzolo.

Sarebbe calato il costo di smaltimento per comune e cittadini, sarebbe stato ridotto al lumicino il ricorso a discariche ed inceneritori fuori provincia.

Perché non lo hanno fatto?

Che cosa ha bloccato sul nascere la rivoluzione verde che oggi, in un anno, è stata portata a compimento senza particolari difficoltà?

Ora, ci dicono, è tardi.

Allora, era presto?

Chi avrà il coraggio di dire la verità, tutta la verità, su quei giorni?

 

(Fonte: ufficio stampa Gestione Corretta dei Rifiuti Parma)

 

Venerdì, 18 Aprile 2014 10:50

Fidenza - Differenziarsi Festival 2014

Seconda edizione domani, sabato 19 aprile a Fidenza (Parma). Una giornata per parlare di ambiente attraverso stand di settore, spettacoli, mostre, musica e incontri -

 

Parma, 18 aprile 2014 -

Oggi il mercato dei produttori agricoli e i laboratori delle fattorie didattiche fa da preludio al Differenziarsi Festival, la manifestazione dedicata al tema del. Domani, Sabato 19 aprile le vie e le piazze della cittadina borghigiana ospitano spettacoli, performance, incontri con l’autore, stand di settore e musica; il tutto declinato su tematiche forti come ecologia, etica e sostenibilità, riciclo e indifferenziata. 

Il Differenziarsi Festival è un’iniziativa promossa da Comune di Fidenza, San Donnino Multiservizi, Fidenza al Centro, con il sostegno di Decathlon Fidenza e ZattiTopClass, e organizzato da Edicta Eventi.

 

Cosa vuol dire oggi fare la differenza? Su questa tanto semplice quanto non sempre scontata domanda è costruito il Differenziarsi Festival, un appuntamento nato per sensibilizzare sul tema del rispetto per l’ambiente e sulla sua conoscenza.

Sabato 19 aprile le vie del centro storico di Fidenza si animeranno dalla mattina alla sera con molteplici iniziative. A cominciare da  MondoEco, in piazza Garibaldi, un’esposizione e mostra mercato di prodotti e oggetti equosolidali, vegan food, servizi bio e ecosostenibili. Via Gramsci sarà invece la strada della natura con Animal Life, uno spazio riservato agli animali con associazioni e realtà che si occupano di tutela e cura degli amici a due e quattro zampe. In via Cavour RiciclArt, proporrà esposizione di installazioni artistiche eco sostenibili, come le opere di LUfER, e abiti realizzati con materiali di recupero, presentati dal progetto-installazione l’”eco sposa” di Irene Sarzi Amadè; in via Bacchini Scarti Expo sarà ancora una mostra di pezzi unici di artigianato artistico creati riciclando oggetti e materiali della nostra quotidianità: il tema dei rifiuti abbandonati e trasformati in arte sarà al centro anche del lavoro presentato da Davide Lazzarini. Il tradizionale parcheggio di piazza Verdi accoglierà Il Bagagliaio, il mercatino del baratto realizzato all’interno delle auto in sosta, nato dalla cooperazione dell’associazione “Il Melorosa” e della cooperativa sociale Onlus “Garabombo”. Per l’occasione i bagagliai delle vetture si trasformeranno in banchi scambio in nome della solidarietà.

Anche i commercianti del Centro Commerciale Naturale di “Fidenza al Centro” parteciperanno alla giornata del Festival: le attività di via Berenini usciranno in strada con il Sottocosto, esposizione e vendita a prezzi scontati di prodotti e merci per dare valore alle “cose”, evitare gli sprechi e pensare sostenibile; con i “salotti di prossimità”, ancora i commercianti ospiteranno iniziative, esposizioni, presentazioni e progetti legati al tema della sostenibilità. 

Il Festival propone inoltre presentazioni di libri, per approfondire tematiche sulla natura, l’ambiente e la sostenibilità. E non mancherà la musica “di riciclo”, con il concerto dei Miatralvia, gruppo mantovano caratterizzato da strumenti musicali rigorosamente realizzati con materiale di riciclo. Infine, la mostra ambientale “Nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma” allestita da San Donnino Multiservizi, sei espositori di forma cubica che mostrano, in ognuno dei loro quattro lati, una fase differente del ciclo di trasformazione dei rifiuti, dalla raccolta al completo riciclo.

Continueranno inoltre i laboratori a La Casa dei Bimbi, la tensostruttura allestita in piazza Garibaldi che dal 12 al 19 aprile sta offrendo a tutti i bambini dai 3 ai 9 anni  laboratori didattici gratuiti a tema ambientale.

 

Per il programma completo www.differenziarsifestival.it 

Facebook www.facebook.com/DifferenziarsiFestival

 

(Fonte: ufficio stampa Edicta Eventi)

 

Pubblicato in Dove andiamo? Emilia

Gestione Corretta dei Rifiuti: "L'inceneritore oggi lo si batte togliendogli benzina, azzerando la necessità di smaltimento del territorio." -

 

Parma, 18 aprile 2014 -

 

Il comunicato di GCR che per combattere l'inceneritore propone di ridurre a zero il rifiuto residuo -

Da inizio aprile l'inceneritore di Parma è entrato in esercizio definitivo.
Dopo una fase provvisoria di oltre 6 mesi, l'impianto ha ottenuto la patente per bruciare 130 mila tonnellate di rifiuti all'anno, per un periodo molto lungo, ipotizzabile in almeno 15-20 anni.
Il forno va a mille, grazie all'apporto del residuo della raccolta differenziata e da altri materiali provenienti dal recupero di rifiuti presso aziende, ospedali, impianti di depurazione delle acque.
La caldaia rimane accesa perché ci sono queste componenti, a garantire un potere calorifico sufficiente a raggiungere la temperatura minima di abbattimento degli inquinanti, che il processo di combustione di per sé produce: furani, diossine, metalli pesanti, microinquinanti.
Il dado è tratto, ed è uscito il numero del gestore.
Dopo anni di battaglie hanno vinto coloro che questo impianto lo hanno voluto, sostenuto, osannato.
Hanno perso i cittadini che hanno cercato in tutti i modi di convincere le maestranze sulla scelta sbagliata, nel 2014, di avviare un impianto di combustione quando c'è oggi la tecnologia sufficiente per gestire i materiali dismessi in modo corretto, senza causare danno a cose e persone.
Oggi viene da domandarsi quale deve essere l'atteggiamento degli anti inceneritoristi, come insomma affrontare il dopo sconfitta, il giorno dopo il verdetto.

rifiuti zero


Potrà apparire curioso, ma oggi c'è una possibilità nuova e vera per combattere il mostro, con armi affilatissime e letali.
E' la battaglia sul residuo che, da esperienze concrete e reali, è possibile vincere.
L'inceneritore oggi lo si batte togliendogli benzina, azzerando la necessità di smaltimento del territorio.
Ed è una prova democratica, incruenta, facile, realizzabile oggi.
Oggi possiamo con il nostro atteggiamento togliere fiato alla caldaia e renderla innocua.
Si dirà, "prenderanno rifiuti da fuori".
Lo faranno, ma non sarà semplice.
L'autorizzazione attuale lo impedisce.
Ancora a parole l'ente provincia nega questa possibilità.
Oggi invece la protesta attuata da alcuni cittadini provoca l'effetto contrario alle intenzioni. 
Abbandonare rifiuti per la strada, gestire male la differenziata, sporcare le frazioni riciclabili, corrisponde ad una festa per il gestore, un lauto pranzo per la fornace,
Se invece non lascio nulla nel residuo, la bocca del forno diventa amara, e vuota.
E un forte tremore giungerebbe immediato da Ugozzolo.
La protesta perfetta è non concedere nulla al nemico, ridurre a zero il vitto, rendendo arido l'alloggio.
La protesta perfetta oggi è differenziare senza difetti, sapendo che il nostro gesto è la risposta migliore possibile ad una decisione insensata e contraria al buon senso.
La protesta perfetta, anche per chi protesta con l'abbandono dei rifiuti, è comprendere che quei sacchi giungono diritti al forno, e fanno felice il gestore, che oltre tutto incassa il servizio extra per recuperare il sacco abbandonato, pagato profumatamente dall'amministrazione e poi fatto pagare ai cittadini che protestano, ed anche a quelli che non protestano.
Un conto salatissimo, che ha il sapore della beffa.
Ecco la protesta perfetta, ridurre a zero il residuo, riducendo così anche i guadagni del gestore, fino al limite del pareggio contabile, che senza rifiuti da bruciare è impossibile.

 

(Fonte: ufficio stampa Gestione Corretta dei Rifiuti Parma)

 

Continuano le ciclo - escursioni organizzate da Bicinsieme Fiab ParmaDestinazione: Santa Maria del Piano (Lesignano) -

Parma, 17 aprile 2014 -


Data lunedi 21 aprile 2014
Cartografia cartina Parma in bici n°10
Ritrovo parcheggio via Bizzozzero 15
Orario ritrovo ore 10, partenza ore 10,15
Ritorno ore 17/18
Km 52 complessivi
Difficoltà facile
Percorso misto, brevi tratti su sterrato
Bici tutti i tipi
Capogita Anna 347/5369250

In caso di maltempo la gita sarà annullata.

DESCRIZIONE
Si percorre via Bassa dei Folli e poi via Argini, poco dopo Porporano ci si immette sulla strada principale fino al semaforo di Basilicanova dove si gira a destra, dopo circa 300 m si gira a sinistra in via Perdosa, in fondo si gira a destra e poi ancora a sinistra e qui si imbocca la Voladora. Dopo un breve tratto di sterrato si lascia la pista e si gira a sinistra e poi di nuovo a destra in via Mulino Pariano girando poi di nuovo a destra al cartello che indica ancora via Mulino Pariano.
Si prosegue fino ad incrociare la provinciale che si attraversa. Dopo il ristorante si gira a sinistra e ci si immette sulla provinciale fino a raggiungere la chiesa di Santa Maria, qui si gira a destra e si scende verso il Molinazzo.
Dopo la piscina sulla destra c'è un bel prato verde scelto per fare il classico picnic di Pasquetta!

Le "cambusiere" faranno trovare cibi e bevande, piatti e bicchieri. i partecipanti devono portare soltanto un plaid o un telo ma sono gradite anche idee per animare la festa: musica, carte, giochi vari...
Prenotazione obbligatoria entro giovedi 17 a Nadia tel 347/0355414 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
La spesa sarà suddivisa tra i partecipanti.

 

(Fonte: Bicinsieme Fiab Parma)

 

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