Mercoledì, 28 Gennaio 2015 16:47

Sisma, alle imprese del cratere serve più tempo per pagare finanziamenti e imposte sospese In evidenza

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Sisma, alle imprese del cratere serve più tempo per pagare finanziamenti e imposte sospese foto di Claudio Vincenzi

Lo chiedono le associazioni economiche riunite in Rete Imprese Italia di Modena, in concerto con i sindaci delle aree colpite. Senza una proroga per il pagamento della prima rata del finanziamento ricevuto dalle banche e una dilazione di 5 anni il carico fiscale sarà pari all'84% del reddito e un'impresa su cinque rischierà di chiudere -

Modena, 28 gennaio 2015 -

Di Manuela Fiorini – 

Un altro terremoto rischia di abbattersi sulle imprese del cratere colpite dal sisma del maggio 2012. Se qualcosa non cambierà, infatti, il 30 giugno 2015, le circa 2000 aziende, che hanno chiesto la sospensione del pagamento delle imposte per i 16 mesi successivi alla calamità, dovranno versare alle banche la prima rata semestrale del finanziamento e saldare l'intero montante in 4 rate.
A questa situazione si somma il fatto che, già dall' ottobre 2013, le imprese hanno cominciato a pagare le tasse in corso e rischiano, quindi, di vedersi maggiorato il carico fiscale del 66,6%. Tradotto in soldoni: ogni anno e per due anni, ogni azienda dovrà versare nelle casse dell'erario l'84% del suo reddito. Il rischio concreto è che circa 400 imprese, una su cinque, potrebbero chiudere i battenti per mancanza di liquidità. E questo dopo aver impiegato risorse autonome per ricostruire e ripartire dopo il terremoto. A tre anni dal sisma, infatti, meno del 15% delle 2800 aziende in lista per ottenere gli indennizzi ha ricevuto la liquidazione totale a saldo.
A lanciare l'allarme è Rete Imprese Italia di Modena, in concerto con i sindaci delle quattro aree coinvolte: Area Nord, Nord Est, Unione Comuni del Sorbara e Terre d'Argine.

"Un territorio che produce l'1,9% del PIL nazionale – ha detto Umberto Venturi, presidente di CNA Modena – non può essere lasciato solo. Sono due anni che chiediamo impegno ai politici, ora, chiediamo loro di agire. Perché dobbiamo dare fiducia agli imprenditori e concretizzare il saldo dei numeri che, dopo tre anni, sono ancora troppo pochi".
"Alle istituzioni – ha aggiunto Erio Luigi Munari, presidente di Confartigianato di Modena – chiediamo urgentemente che venga prorogata al 30 giugno 2016 la scadenza per il pagamento della prima rata del finanziamento e la dilazione dello stesso di almeno 5 anni".
Critico anche Massimo Silingardi, presidente provinciale di Confesercenti: "Dobbiamo rimarcare che nell'area del cratere non è stata ancora raggiunta quella normalità a cui molti pensano per il fatto che le imprese si sono rimboccate le maniche per ripartire. Gli aspetti fiscali gravano ancora e minano la stabilità economica, che si ripercuote su quella sociale e del welfare. Chi è riuscito a partire con i finanziamenti statali rappresenta una minoranza. A causa delle complessità burocratiche, moltissime imprese, infatti, potranno fare domanda di contributo solo alle fine del primo semestre del 2015 e la maggioranza dei contributi potrà essere liquidata dalla Regione solo a fine anno".

Dalla proposta di Rete Imprese Italia è scaturito un documento che è stato consegnato ai parlamentari modenesi, alla Regione e alla Prefettura. In Commissione Parlamentare è in valutazione la proroga di un anno del versamento della prima rata.
"E' già un primo segnale – affermano i rappresentanti di Rete Imprese Italia – Dei 6 miliardi messi a disposizione dalla Cassa Depositi e Prestiti, finora ne è stato utilizzato solo uno, perciò pensiamo che ci siano i margini per la dilazione e la rateizzazione dei finanziamenti. Se così non fosse, procederemo con un'azione di sensibilizzazione e mobilitazione, a cominciare con un invio massivo di mail al nuovo Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e al Ministro dell'Economia".

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