Manifestazione pacifica in centro per ricordare i vignettisti del settimanale francese uccisi dai fratelli Kouachi
di Federico Bonati Carpi (MO) 10 gennaio 2015 – Ore 11.30: davanti al municipio carpigiano cala il silenzio. Una folla di oltre un centinaio di persone è lì per dire no alla violenza, no all'estremismo, chinando il capo, restando in silenzio e alzando una matita, in ricordo dei vignettisti di "Charlie Hebdo" uccisi nell'attentato del 7 gennaio. La manifestazione, promossa dall'Unione delle Terre d'Argine, ha registrato un'ampia partecipazione, tra amministratori comunali, giovani, genitori con i figli, anziani. Nulla di particolare, non fosse per il fatto che molti di questi erano fedeli musulmani, accorsi per dire pacificamente che quanto è accaduto è barbarie, non è Islam.
Uno accanto all'altro, uomini e donne, cristiani e musulmani, stretti nel cordoglio per quanto successo, in un clima di pace, rispetto e tolleranza; un clima che sempre più sembra un'utopia in questo momento, ma che utopia non è.
"Essere qui è importante – dice un ragazzo giunto da Novi di Modena – soprattutto per quanto rappresenta questa matita: al sangue si risponde con essa". Quella matita è un simbolo, il simbolo della libertà di espressione, valore fondamentale di ogni essere umano, che in alcun modo può essere messo a tacere, men che meno attraverso la violenza.
Salah Moudni, presidente dell'associazione della Consulta per l'Integrazione Novese, ricorda come il profeta Maometto, nel nome del quale si uccide nel mondo, non recò mai violenza a nessuno: "Tanti lo criticarono, ma lui non usò mai violenza. E chi lo criticò, alla fine lo seguì". Inevitabile interrogarsi sul perché il mondo arabo non abbia preso ferme distanze da quanto compiuto a Parigi dai fratelli Kouachi, cosa invece fatta da migliaia di musulmani in tutto il mondo, e la risposta di Moudni è eloquente: "Qui c'è la libertà di farlo, là da dove ce ne siamo andati noi, purtroppo no".
Ha le idee molto chiare anche Ouriga Noureddine, responsabile dell'associazione Comunità dei Musulmani di Carpi: "Questi non erano fedeli, ma due delinquenti. Queste persone non hanno capito nulla della nostra religione, che è pace e amore. Hanno danneggiato l'immagine dell'Islam, e ancora di più l'immagine di tutti noi musulmani".
Concluso il momento di raccoglimento, uno scrosciante applauso pervade la zona e ognuno dei presenti appone la propria firma su un cartellone bianco recante la scritta: "Il silenzio di tutti nel rispetto della libertà di tutti".
Attraverso questa manifestazione Carpi ha voluto gridare, attraverso il silenzio, l'amore per la libertà e per i diritti di ognuno, sfatando inoltre il tabù che il rispetto, la pace e la tolleranza fra le culture siano una chimera, perché oggi Piazza Martiri ha dimostrato il contrario.
Ognuno oggi, a Carpi, era Charlie Hebdo.