«considerano inammissibile che dopo mesi di trattative e incontri in cui si è dibattuto anche proficuamente sulla parte normativa, la controparte dichiari di non avere la minima disponibilità a parlare di aumento economico».
«Parma, come altre realtà del territorio nazionale - aggiunge la nota dei sindacati - è la dimostrazione che i licenziamenti ci sono eccome. Già dal primo di gennaio una ventina di dipendenti di una società scaturita dal Consorzio, pur con accordo di mobilità, sono rimasti a casa e probabilmente così avverrà ad aprile per altrettanti dipendenti del Consorzio stesso». Secondo i rappresentanti dei lavoratori, su questa situazione incidono le scelte degli amministratori, non solo la crisi. 
Il 28 gennaio i dipendenti sciopereranno e si riuniranno in presidio davanti all’ingresso del Consorzio agrario «per dimostrare tutta la loro rabbia e chiedere che riprendano le trattative».