Nel trentennale della sua uccisione avvenuta a Mogadiscio il 20 marzo 1994, mentre lavorava come inviata per il TG3, ribadiamo che non possiamo e non dobbiamo arrenderci nella ricerca della verità sulla morte di Ilaria e del suo collega cineoperatore Miran Hrovatin.
Oggi è però il tempo di commemorare una professionista seria che si è dapprima specializzata in lingua araba e cultura islamica e poi, da giornalista, ha ricercato la verità su traffici internazionali illeciti fino perdere la propria vita.
Ilaria era originaria di Compiano, in provincia di Parma, e forse proprio sull’appenino emiliano, dove aveva trascorso molte estati con i genitori, aveva sviluppato quella curiosità e quello spirito di avventura che la portarono a perseguire la sua vocazione al giornalismo anche nei contesti più rischiosi.
Da parmigiana, sono orgogliosa di poter rendere questo tributo a una giornalista appassionata che è diventata un simbolo del giornalismo per avere profuso un impegno encomiabile non solo nella sua attività lavorativa, ma nel perseguimento della pace e della giustizia”.
Lo ha detto Laura Cavandoli, deputata parmigiana della Lega, intervenendo in aula alla Camera per commemorare Ilaria Alpi, giornalista e fotoreporter italiana, nel trentennale della sua uccisione avvenuta a Mogadiscio il 20 marzo 1994.