Di Flavia De Michetti Roma, 21 febbraio 2024 (Quotidianoweb.it) - Oggi, secondo le ultime stime dell’Agenzia Spaziale Europea, un satellite è in caduta libera in direzione dell’atmosfera terrestre dopo quasi trent’anni nello Spazio.
Il satellite ERS-2, che ha il peso di un rinoceronte maschio adulto, dovrebbe rientrare nel tardo pomeriggio, ma questo è un dato che non è stato ancora accertato e lo stesso vale per il luogo esatto del rientro.
Dopo tredici anni di decadimento orbitale, dovuto principalmente all'attività solare, il satellite rientrerà naturalmente nell'atmosfera terrestre.
Cosa significa “rientro naturale”?
“Le batterie di ERS-2 si sono esaurite e l’antenna di comunicazione e l’elettronica di bordo sono state spente – ha spiegato l’Agenzia Spaziale Europea - ciò significa che non c’è modo di controllare attivamente il movimento del satellite da terra durante la sua discesa”.
L’ultimo carburante di ERS-2 è stato consumato nel 2011 per ridurre al minimo il rischio di un’esplosione catastrofica in grado di generare una grande quantità di detriti spaziali.
Facendo riferimento a eventuali pericoli, secondo l’Agenzia, la maggior parte del satellite potrebbe bruciare al rientro nell’atmosfera terrestre e alcuni frammenti rimanenti cadere nell’oceano, (forse da qualche parte sulla costa orientale dell’Africa centrale). Nessuno di questi, tuttavia, dovrebbe contenere sostanze tossiche o radioattive.
“Il rischio annuale che una persona venga ferita da detriti spaziali – ha sottolineato l’ESA - è inferiore a 1 su 100 miliardi, ovvero sessantacinque mila volte inferiore al rischio di essere colpiti da un fulmine”.
Cosa sappiamo dell’Ers-2?
Il satellite è stato lanciato il 21 aprile 1995 come veicolo spaziale di osservazione della Terra, seguendo il satellite gemello ERS-1, lanciato quattro anni prima.
Al momento del lancio, i due satelliti ERS erano i più sofisticati satelliti per l’osservazione della Terra mai sviluppati prima.
L’ERS-2 è stato dunque utilizzato per raccogliere dati sulla superficie terrestre, sugli oceani e sulle calotte polari, oltre che per monitorare disastri naturali, come ad esempio inondazioni e terremoti.
La missione dell’ERS-2 è terminata nel 2011, quando l’Agenzia Spaziale Europea ha iniziato il “Deorbiting” del satellite. Si tratta di un programma dell’ESA pianificato nel 2010 che aveva lo scopo di aiutare a prevenire le collisioni in orbita, permettendo un migliore smaltimento dei rifiuti spaziali.
Dunque, il carburante rimanente di ERS-2 è stato consumato durante il “Deorbiting” e l’altitudine media del satellite è stata abbassata, in modo da poter rientrare in sicurezza nell’atmosfera terrestre entro i prossimi quindici anni.
(immagine tramite screenshot, da independent.co.uk.)