Preferisco far parlare le immagini, quelle che stanno girando sui social, in particolare Facebook, e sui telefonini di tanti cittadini parmigiani - e non solo - e che nella cartella del mio pc ho battezzato “UOMO CHE CAGA PER STRADA”: proprio così, con tutte lettere maiuscole.
Al di là del fatto in sé, che è deplorevole, disgustoso, degradante per il genere umano: sì degradante, perché i cani, e più in generale gli animali, cagano per strada e dietro a loro un buon padrone ne raccoglie le deiezioni (esiste infatti anche un'ordinanza comunale comprensiva di ammenda se non viene rispettata).
La scena del video è davvero penosa, in quanto oltre a defecare si pulisce il deretano (dicasi sedere o appellatelo in altro modo se volete) con una foglia raccolta li vicino, presumibilmente – essendo prossima ad un albero – sopra la quale un cane (quello vero) ha fatto davvero pipì.
Sull'episodio in quanto tale, mi fermo qui, ma se vogliamo fare una minima - proprio basica - lettura antropologica e sociologica salta all'occhio, senza ombra di dubbio, una diversa cultura, diversi valori e un diverso modo di pensare.
Proprio così, perché se a me dovesse scappare mentre sono in giro, entro in un bar o in un altro esercizio commerciale a chiedere la cortesia di utilizzare il bagno e credo che il pensiero di farla per strada (la cacca ndr) come non viene a me, non venga neppure a voi che state leggendo questo articolo.
Quando si parla di altre culture invece, questo fatto può essere “normale”, come quello di pulirsi con una foglia, che probabilmente nel paese di origine di quella persona è più ampia e verde delle nostre.
Un'altra riflessione che mi sovviene è il fatto che chi ha assistito in tempo reale all'accaduto, si limiti a registrare, fotografare e non interviene. Forse per paura: non tanto e non solo del soggetto che defeca, che in quella posizione se gli dai un raus, cosa ti può fare?
Ma più probabilmente per le ripercussioni che un intervento o ammonimento può avere. Si perché in questo Stato, che più volte si è dimostrato ingiusto nei confronti dei suoi cittadini, è un attimo passare dalla parte del torto e incorrere in guai giudiziari, magari solo perché si è filmato un fatto, adducendo magari a motivazione una fantomatica privacy.
Quello che mi fa ulteriormente riflettere è che questo “modello” di comportamento per taluni nostri governanti e politici è un modello da fare nostro. Chi è che diceva “sono risorse, il futuro della nostra società, ci pagheranno le pensioni e stanno portando dei valori che presto saranno i nostri valori”? O ancora “stanno portando uno stile di vita che presto sarà anche il nostro”.
Se volete riascoltare le esatte parole, direttamente dalle sue labbra, eccole...
https://www.youtube.com/watch?v=E7QePDmPHfk
D'altra parte, se cagare per strada è considerato un modello da seguire, non si può fare altro che alzare le mani, rinnovare il passaporto (sempre che ci si riesca, e anche qui ne parliamo una prossima volta) e andare a vivere altrove.
Le foto e il video della cagata, avvenuta in una nota via dell'Oltretorrente, che girano proprio in queste ore sui social, vengono pubblicate – tra gli altri - anche da Priamo Bocchi, esponente locale di Fratelli d'Italia, che siede in Consiglio Comunale tra i banchi dell'opposizione, e questo non stupisce credo nessuno.
Quello che stupisce, invece, è il totale assordante silenzio di chi amministra la nostra città: su pagina pubblica e profilo privato del primo cittadino alle 05.55 del 22 settembre 2023 (momento in cui sto scrivendo e dopo che il video ha fatto il giro della città) non compare nessun post in merito, nessun commento, niente di niente.
Le cose sono due: o non lo sa, e quindi non è sul pezzo come si dice in gergo, e di conseguenza non segue minimamente quanto succede a Parma, oppure non sa cosa dire, e tra le due forse questa è la peggiore, perché significa non essere in grado di capire che esiste un problema grave che sta sfuggendo di mano e che va affrontato in modo serio e concreto, significa non sapere che pesci pigliare, che posizione sul tema prendere, di non essere in grado - in due parole - di amministrare la città.
Oppure, a questa amministrazione va tutto bene così. Un mese fa d'altra parte pubblicava il post che trovate qui sotto e a suo dire per accogliere degnamente i migranti l'Amministrazione Comunale faceva miracoli.
Quei miracoli che invece non gli riescono per i problemi dei parmigiani, cioè di quei cittadini che lo hanno votato e che, dal momento in cui si ricopre la carica di Sindaco, significa divenire rappresentante dell'intera città.
Compito assai difficile e ci sta benissimo che una persona che per tutta la vita si è dedicata ad altro, nel ritrovarsi a gestire una macchina così complessa come quella comunale e per di più di una città di quasi duecentomila abitanti, non riesca a saltarci fuori e rimanga “paralizzato” dalla miriade di problemi che ogni giorno si presentano sul suo tavolo.
Comunque la si metta significa non essere in grado, non essere all'altezza delle situazioni e neppure impegnarsi concretamente per migliorare la vivibilità della nostra città. Oppure significa impegnarsi per una parte, magari minoritaria di cittadini, ma con un peso specifico diverso. Non so. In queste analisi è sicuramente più bravo Andrea Marsiletti, direttore di ParmaDaily e amico di tanti politici, collega di vasta cultura politica che stimo molto e seguo sempre con piacere e interesse.
Sta di fatto che Parma è una città che negli ultimi dieci anni (percezioni e classifiche, che non si sa neanche bene come vengano fatte, a parte) è peggiorata quanto meno sotto il profilo della sicurezza, del decoro urbano, della pulizia e dei servizi alla persona (cito la questione dei posti nei nidi tanto per dirne una) e ha visto un progressivo degrado urbano e sociale senza precedenti.
Galleria Bassa dei Magnani - Parma
Viale Rustici
E che non si venga a dire: “succede così in mezza Italia”, perché anche se è vero (sotto posto un po' di link di gente indistintamente colorata – non è una questione di razza, ma di cultura e di educazione), ciò non giustifica assolutamente l'inerzia.
https://www.trentotoday.it/cronaca/defeca-piazza-bolzano.html
https://www.forlitoday.it/cronaca/uomo-caga-per-strada-forlimpopoli-santa-maria-nuova.html
https://www.udinetoday.it/cronaca/uomo-defeca-piazza-patriarcato-procura.html
https://www.firenzetoday.it/cronaca/uomo-defeca-toilette-strada-oblate-foto.html
https://www.milanotoday.it/zone/forlanini/porta-romana/rapina-feci-via-bergamo-via-morosini.html
https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/roma-quot-latrina-quot-mundi-due-passi-san-pietro-uomo-nudo-266749.htm
Il ragionamento infatti del “mal comune mezzo gaudio” oltre ad essere antico e fuori moda, rimarca ancora una volta l'incapacità politica di affrontare e risolvere le questioni, siano esse locali, o - per estensione - nazionali.
Ma un bel corso di educazione civica tanto per partire?! La buttò lì, magari può essere d'aiuto per qualcuno...
La mia non vuole essere una campagna contro chi amministra la nostra città, tutt'altro.
Semplicemente è una riflessione che lascia il tempo che trova (o meglio il tempo della lettura di questo articolo) e finisce lì.
Quello che dispiace, veramente, è vedere che i nostri figli vivranno in un Paese sempre più povero, in primis culturalmente, e di conseguenza economicamente. Perché prima viene la cultura, la mente, il cervello, le idee e dopo, tutto il resto, è di conseguenza.
Senza la mente, siamo spacciati e non andiamo da nessuna parte, anzi, senza la mente e le idee facciamo una brutta fine, che è peggio ancora.
Sì, perché dove non viene alimentata la cultura del pensiero e del bello - l'Estetica anche in Storia dell'Arte non è un vezzo – una cultura di ricerca continua al miglioramento, si decresce, ci si impoverisce sotto tutti i punti di vista ed è l'inizio della fine.
La fine di una società e di conseguenza di una Nazione. Edulcorare pillole amare o addirittura velenose, non serve a nulla. E mettere la testa sotto la sabbia per non vedere i problemi, serve ancora a meno.
Alla fine, per cambiare una situazione, bisogna iniziare facendo una scelta e già scegliere significa agire, un primo piccolo passo, che permette, giorno dopo giorno, incessantemente, di cambiare direzione e ottenere risultati migliori. Basta volerlo, veramente.