L'odierno capoluogo di Provincia era, all'epoca, territorio della Serenessima Repubblica di Venezia. Nel 1938, in occasione dell'entrata in vigore delle leggi razziali, la suddetta "targa" venne collocata dove si trova attualmente.
Rimuoverla, a nostro avviso, significa compiere una seconda strumentalizzazione ideologica: la prima è stata fatta proprio nel 1938, la seconda si sarebbe dovuta fare ora in caso di voto favorevole sull'odg.
Come a dire che la sua permanenza lascerebbe intendere un atteggiamento passivo da parte dell'amministrazione in relazione alla dolorosa questione ebraica.
Premesso che tutti gli intervenuti hanno, con forza e convinzione, deprecato l'orrendo crimine perpetrato a danno del popolo della prima Alleanza, l'iscrizione contestata deve essere letta nel suo contesto storico.
Era sbagliato nel 1938 ed è errato anche ora attribuire un significato ultroneo rispetto a quello fissato dalla storia. Anzi, proprio in un luogo pubblico dell'amministrazione della città, quella targa funge da monito per tutti a prescindere dall'appartenenza politica e partitica. Relegarla in un museo significa, nonostante tutte le spiegazioni del caso, rimuovere un grido di sofferenza che mai più deve ripetersi. Riteniamo che proprio il clamore di questi giorni confermi il rischio della strumentalizzazione politica che abbiamo già rilevato in sede consiliare. I problemi del Comune capoluogo, che questa amministrazione sta cercando di risolvere, sono ben altri e i numerosi cittadini che ci hanno interpellato chiedono di discutere le vere priorità della comunità.
Sandra Mella
Daniele Trabucco
Gruppo consiliare "Noi con Oscar".