Venerdì, 21 Febbraio 2014 15:58

Reggio Emilia, altri due detenuti sconteranno gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico

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Il colonnello Paolo Zito comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Emilia Il colonnello Paolo Zito comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Emilia

Da ieri i Carabinieri del comando provinciale di Reggio Emilia stanno monitorando a distanza altri due detenuti grazie al braccialetto elettronico -

Reggio Emilia, 21 febbraio 2014 - di Ivan Rocchi

Dopo il primo provvedimento di due giorni fa, da ieri i Carabinieri del comando provinciale di Reggio Emilia stanno monitorando a distanza altri due detenuti grazie al braccialetto elettronico: uno si trova nella bassa reggiana, ristretto per tentato duplice omicidio, mentre l'altro è nel comprensorio ceramico, messo ai domiciliari per estorsione e stupefacenti.
In seguito alla trasformazione in legge del cosiddetto decreto Svuota carceri, il braccialetto elettronico è diventata la prassi per gli arresti domiciliari, anche in sostituzione della custodia cautelare in prigione. Quest'ultima misura è sicuramente abusata, e a causa delle lentezze della giustizia italiana ingolfa le carceri. Ma non tutti sono d'accordo con l'applicazione del braccialetto, chi per motivi economici, chi per la sicurezza.
Anche per questo il colonnello Paolo Zito, comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Emilia, ha tenuto ieri a sottolineare che il braccialetto è un supporto ai normali controlli per chi è ai domiciliari, non sostituisce le forze dell'ordine. "L'applicazione del braccialetto elettronico - ha detto il colonnello Zito - è attualmente in fase sperimentale: gli eventuali benefici potranno essere valutati nel tempo. I Carabinieri procederanno comunque ai controlli finalizzati al rispetto delle prescrizioni dei singoli provvedimenti, come ad esempio il divieto di comunicare con persone estranee ai familiari".
"Il braccialetto elettronico – continua il comandante provinciale dei Carabinieri - viene applicato alla caviglia del detenuto e funziona grazie ad un'Unità di Sorveglianza Locale. La Usl è simile a una comune radiosveglia, viene installata presso l'abitazione del soggetto sottoposto al controllo e riceve i segnali inviati dal braccialetto elettronico all'interno di un perimetro ben definito". Con il braccialetto elettronico, il detenuto deve infatti rimanere nel raggio di comunicazione delle due periferiche: in caso contrario scatta immediatamente l'allarme.
Se il detenuto si muove al di fuori del perimetro prestabilito – oppure danneggia in qualche modo il braccialetto elettronico o la centralina di ricezione – viene immediatamente avvertita la Centrale operativa, in questo caso dei Carabinieri del Comando provinciale di Reggio Emilia. L'operatore della Centrale Operativa può immediatamente mettersi in contatto telefonico con il soggetto sottoposto al controllo da una linea dedicata, per ottenere spiegazioni in merito al segnale di allarme e nel contempo inviare immediatamente una pattuglia sul luogo per le verifiche di competenza.

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