Di Graziano Francesco Bologna, 17 luglio 2022 - La magistratura felsinea sta ancora vagliando le rispettive posizioni di alcuni altri giovani, per comprendere se e in che misura sono coinvolti nell’assassinio di Fabio Cappai, 23enne operaio accoltellato a morte nella tarda serata di venerdì a Castel del Rio, sull’Appenino Imolese, a pochi chilometri dal confine con la Toscana.
Un minorenne di 16 anni avrebbe confessato di essere stato lui l’autore dell’omicidio; adesso, il ragazzino si trova al centro di prima accoglienza della struttura minorile del Pratello di Bologna.
L’interrogatorio di garanzia non avverrà comunque prima di martedì.
La procura dei minorenni è impegnata in un’indagine di assoluto riserbo. Si cercherà di far luce sul movente, sembrerebbe riconducibile a motivi banali, e sull’eventuale coinvolgimento di altre persone.
Ad aiutare le indagini sarà anche l’esame necroscopico sul corpo della vittima.
Il primo cittadino, Alberto Baldazzi, sindaco del paese di poche anime sul crinale tosco-romagnolo, ha invitato i suoi concittadini “espressamente e fermamente, a non aggiungere violenza a violenza, anche se verbale. Il nostro pensiero va innanzitutto a Fabio e ai suoi famigliari: quando una giovane vita si spezza in questo modo, per motivi così insulsi, ai coetanei di Fabio chiedo un risveglio di coscienza.
Che il suo drammatico sacrificio serva a questi ragazzi per comprendere, una volta e per tutte, che cosa è importante e che cosa non lo è. Dimostrino di riconoscere il bene delle cose dimostrandolo immediatamente”.