Nasce alle pendici del monte Marmagna a 1 852 m s.l.m. dal Lago Santo parmense.
Il corso del torrente Parma nei secoli è cambiato in diversi punti. Nella zona urbana, per esempio, l'alluvione del 1177 ne spostò il letto verso ovest di quasi un centinaio di metri. Ne è testimonianza il ponte romano rinvenuto nella zona di Piazza Ghiaia, all'inizio di strada Mazzini. Durante l'alluvione l'antico Pons Lapidis fu, infatti, lasciato in secca, creando le Ghiaie: Piazza Ghiaia a nord del ponte e la Ghiaia piccola a sud.
La Parma è un corso d'acqua dalla portata discreta (circa 11 m³/s) ma dal carattere torrentizio, in secca per gran parte dell'estate ma estremamente impetuoso e rabbioso in autunno in caso di forti precipitazioni. L'ondata di piena assume caratteristiche tali da aver spinto la popolazione locale a chiamare l'evento la Parma voladōra, sottolineando così il caratteristico salto dell'acqua, particolarmente visibile dal ponte Dattaro, situato in un punto in cui il letto è particolarmente stretto. Le piene impetuose del torrente hanno provocato gravi inondazioni in città nei secoli passati, la peggiore alluvione è quella che si verificò il 21 settembre 1868 quando la furia delle acque colpì l'Oltretorrente arrivando in alcuni punti a raggiungere i 2,5 metri di altezza e causando 20 vittime. (Wikipedia).
Il torrente Parma, che taglia in due la città, si presenta come un corridoio ecologico da studiare e tutelare. Specie protette o da proteggere abitano l’alveo del Torrente, le strade della città, i parchi, o i cornicioni dei palazzi. Forse non ci rendiamo conto di quello abbiamo sotto il naso (o sulla testa) e soltanto una conoscenza approfondita di questi animali, può far nascere un desiderio di convivenza alla pari con la fauna “unica” di Parma.
Nelle nostre immagini, un caleidoscopio delle specie attualmente presenti nel torrente.