La Guardia di Finanza di Modena dopo accurate indagini ha denunciato per truffa ai danni dello Stato due cittadini turchi, che ora rischiano fino a 5 anni di carcere.
MODENA –
Per cinque anni hanno riscosso indebitamente la pensione di invalidità del padre, deceduto nel 2013, per un importo superiore ai 30 mila euro. Per questo due cittadini di origine turca, residenti in provincia di Modena, sono stati denunciati per truffa ai danni dello Stato.
Una prima fase delle indagini è stata svolta dalla Guardia di Finanza di Sassuolo che hanno raccolto informazioni presso gli Uffici Anagrafe dei Comuni di residenza dei due fratelli, presso la sede INPS di Modena e presso l’istituto bancario dove risultava attivo il conto corrente dove, ogni mese, veniva accreditata la pensione. Le ricerche si sono estese anche presso l’indirizzo di residenza del soggetto beneficiario della prestazione. I militari hanno appurato che il pensionato non risultava formalmente deceduto in Italia, ma nello stesso tempo, era irreperibile su tutto il territorio nazionale.
Un ulteriore controllo incrociato presso il Consolato Generale di Turchia ha poi consentito di accertare che il pensionato era deceduto in territorio turco alla fine del 2013. A questo punto, le Fiamme Gialle hanno inviato una notizia di reato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Modena, ipotizzando per i due fratelli il reato di truffa ai danni dello Stato.
La seconda fase delle indagini, condotte dal Sostituto Procuratore Marco Niccolini, ha consentito di effettuare ulteriori perquisizioni presso le residenze dei due indagati e di acquisire le movimentazioni e operazioni sul conto corrente su cui veniva accreditata la pensione.
Si è così potuto appurare che dal 2013 al 2018 i figli del defunto hanno indebitamente percepito una somma superiore ai 30 mila euro, celando alle Autorità competenti la morte del genitore. Inoltre, per evitare che fosse scoperto il decesso, i due hanno garantito l’operatività del bancomat personale del defunto, attraverso il quale l’importo della pensione veniva prelevato ogni mese integralmente. I due si preoccupavano anche di ritirare la corrispondenza inviata dall’istituto di credito. Ora, i due fratelli rischiano fino a cinque anni di carcere.