Il 38 enne sarebbe subentrato ai fratelli in qualità di reggente della cosca Grande Aracri di Cutro. Al suo attivo una carriera ventennale. Ha militato nell'organizzazione criminale fin da adolescente, senza tuttavia lasciare tracce del suo coinvolgimento diretto. Attesa la decisione del GIP per la convalida del fermo.
Modena, 23 gennaio 2018
Un altro importante capitolo dell'Operazione Aemilia è stato scritto. Questa mattina gli uomini del Comando Provinciale dei Carabinieri di Modena hanno eseguito il provvedimento di fermo di indiziato di delitto nei confronti di Carmine Sarcone, 38 anni. Il provvedimento è stato emesso dalla Procura Distrettuale Antimafia di Bologna che ha indagato Sarcone per associazione di tipo mafioso.
L'uomo, nato in Calabria, ma da tempo trapiantato a Bibbiano di Reggio Emilia, sarebbe infatti il nuovo reggente della 'Ndrangheta emiliana e sarebbe subentrato ai vertici della cosca Grande Aracri di Cutro (KR) in seguito all'arresto e alla detenzione in carcere dei fratelli maggiori, Nicolino e Gianluigi Sarcone, anch'essi figure di spicco all'interno della malavita organizzata.
Le indagini che hanno portato al fermo del più giovane dei fratelli Sarcone, dirette dal Procuratore Distrettuale Giuseppe Amato e dai Sostituti Procuratori Marco Mescolini e Beatrice Ronchi hanno preso le mosse da alcune dichiarazione di numerosi collaboratori di giustizia, che hanno dato ulteriore riscontro a precedenti attività di indagine, volte proprio a fare emergere il ruolo del fermato all'interno della cosca.
È stata infatti provata la partecipazione di Sarcone a riunioni di esponenti della cosca, in occasione delle quali venivano presi decisioni fondamentali sulle attività criminose, per il mantenimento e per mediare sui contrasti interni. Sarcone è stato inoltre accusato di gestire direttamente i proventi illeciti della consorteria, che operava tra le province di Modena e Reggio Emilia. Inoltre, l'attività investigativa ha raccolto elementi indiziari a carico di Carmine Sarcone, che durante alcune udienze del processo Aemilia, attualmente in corso presso il Tribunale di Reggio Emilia, avrebbe tenuto condotte mirate alle minacce nei confronti di alcuni testimoni.
Nel corso delle indagini, la Procura ha anche ricostruito la "carriera" criminale di Sarcone, già soggetto di provvedimenti per reati quali la detenzione abusiva di armi e rapina. La militanza nelle fila della cosca risalirebbe addirittura alla sua adolescenza. Anche se il suo coinvolgimento non è mai stato provato con certezza, ci sarebbero tracce del suo operato nell'inchiesta del 1998 sull'attentato al Bar Pendolino, in quella del 2003 denominata "Emilpiovra", in quella del 2011 chiamata "Scacco Matto" e, infine, nell'inchiesta "Valpolicella" dello scorso anno condotta dalla DDA del Veneto.
Gli ultimi vent'anni di attività criminale di Carmine Sarcone sono stati riassunti in 300 pagine di verbale, consegnate nelle mani del GIP che nelle prossime ore dovrà decidere sulla convalida del fermo. È la prima volta, infatti, che la DDA dell'Emilia Romagna decide di fermare direttamente un sospettato di associazione mafiosa.