Martedì, 10 Settembre 2013 11:45

Alberto Bevilacqua, la scomparsa di un “Parmigiano Doc”

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Alberto Bevilacqua, la scomparsa  di un “Parmigiano Doc” by ternimagazine.it

Parma, 10 settembre 2013 -

Si è spento un grande "parmigiano doc" come è stato definito dal Sindaco Pizzarotti, di quelli che caratterizzano la storia di una città e che la rendono fiera.
Alberto Bevilacqua noto scrittore, regista, sceneggiatore e giornalista si è spento nella clinica privata di Roma Villa Mafalda nella notte tra domenica e lunedì dopo una lunga malattia all' età di 79 anni. Un successo internazionale come scrittore, arrivato con La Califfa (1964) e proseguito negli anni con le sue tante opere ampiamente tradotte in Europa e negli Stati Uniti, Brasile, Cina e Giappone. Impegnato e presente culturalmente nella vita italiana fin dagli inizi degli anni Sessanta, ha sempre "odiosamato" - come riporta il sito ufficiale - la sua Parma. La città che gli aveva dato i natali e con la quale nonostante il trasferimento a Roma, aveva mantenuto un solido legame intervenendo spesso sulle trasformazioni in atto.

Con queste parole lo ha ricordato il Sindaco Pizzarotti: "Un grande scrittore che ha contribuito a portare il nome di Parma in alto, molto in alto, grazie ad una alchimia poetica e ad una capacità narrativa fuori dal comune. Un fine intellettuale che ha saputo raccontare la realtà con straordinaria efficacia, ma anche con semplicità, e che ha fatto di Parma il grande palcoscenico delle sue storie". Conclude il Sindaco: "Come tutti gli uomini di cultura, ha saputo dare un contenuto ed un'immagine alla città ed in particolare all' Oltretorrente, quartiere che ha amato più di ogni altro. Viene a mancare un grande parmigiano, un parmigiano doc.".

La richiesta dell' autopsia

Era già in corso un' inchiesta dei magistrati sulle terapie seguite dallo scrittore e ora la Procura di Roma ha autorizzato l'autopsia sul corpo di Alberto Bevilacqua. L'accertamento è stato chiesto dal legale della compagna delle scrittore, Michela Macaluso e non voluta dalla sorella. Compagna di vita da diciassette anni, Michela Malacuso, aveva fatto ricorso al tribunale civile chiedendo la nomina di un tutore e denunciando i medici di Villa Mafalda per la terapia a suo avviso inappropriata.

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