Dopo la protesta per la morte di una ivoriana nel centro accoglienza veneto di Cona, il Viminale comunica che 100 migranti saranno smistati nelle province emiliane. Ad essi, se ne aggiungeranno altri 50, provenienti da altri punti del territorio. Il trasferimento rientra nelle misure decise per ridurre la tensione nella struttura in provincia di Venezia.
di Alexa Kuhne
Bologna, 4 gennaio 2016
Le strutture che accolgono migranti sono al collasso e quella di Cona, in queste ultime ore, è diventata l'emblema di una situazione di emergenza difficilmente gestibile.
La morte di una ventenne ivoriana che era ospitata nella piccola ex base militare, in Veneto, ha innescato una reazione durissima da parte degli altri ospiti dell'hub.
Tant'è che il Viminale ha definito opportuno spostare 100 migranti di Cona in altri campi.
Oggi ne sono attesi a Bologna 100 per essere ripartiti, insieme ad altri 50 provenienti da Trapani e da Taranto, nelle province dell'Emilia- Romagna.
La Prefettura sta ancora definendo come gestire la suddivisione delle persone in attesa di nuova destinazione.
Nel centro regionale di smistamento di via Mattei potrebbe arrivare solo la quota di migranti che dovrà restare nel capoluogo e tutti verranno comunque indirizzati ai centri di accoglienza straordinaria.
Il provvedimento di redistribuire alcuni cittadini extracomunitari ospitati provvisoriamente in Italia si è reso necessario in seguito alla rivolta all'interno del campo in provincia di Venezia, dopo che una migrante ivoriana di 25 anni, Sandrine Bakayoko, è stata uccisa da una trombosi polmonare.
Nel ricostruire la morte della giovane donne non sono emersi elementi che possano far pensare a un ritardo nell'assisterla. Il caso è stato gestito da un medico che ha subito chiamato il 118. Ma questa ricostruzione non ha rassicurato gli ospiti che hanno dato vita a una violenta protesta che ha richiesto l'intervento della polizia. Senza dover ricorrere alla forza, le forze dell'ordine hanno gestito il centinaio di immigrati che aveva bloccato gli operatori della cooperativa. La situazione nel centro non è migliorata, però, visto che i 100 che hanno protestato hanno rifiutato il cibo.