Coppia di cinquantenni, recidivi, deferiti per atti persecutori nei confronti della ex di lui. Con la collaborazione e il coinvolgimento attivo della nuova compagna, questi comportamenti oppressivi e minacciosi avrebbero preso di mira anche il nuovo fidanzato della donna.
Piacenza, 16 marzo 2016
Un anno fa avevano patteggiato la pena per il reato di atti persecutori, ma non è bastato a far desistere un uomo e una donna di circa cinquant'anni, residenti in provincia di Piacenza, dal porre in atto un comportamento persecutorio fatto di inseguimenti, sms, insulti e pubblicazioni lesive sui social network nei confronti dell'ex compagna di lui e del suo fidanzato attuale.
Secondo quanto accertato dalla sezione Giudiziaria della Polizia Municipale, dal racconto della vittima e del suo attuale compagno è emerso che l'ex convivente, padre delle sue bambine, probabilmente preda della gelosia e della rabbia, avrebbe iniziato a tormentarla con l'aiuto della nuova compagna, con una serie di appostamenti, inseguimenti, minacce e insulti. Ogni volta che lei usciva con gli amici, l'ex convivente si presentava nel luogo del ritrovo per ingiuriarla e screditarla in pubblico, arrivando anche a seguirla durante gli spostamenti in auto. Non solo: con la collaborazione e il coinvolgimento attivo della nuova compagna, questi comportamenti oppressivi e minacciosi avrebbero preso di mira, negli ultimi tempi, anche il nuovo fidanzato della donna.
Inoltre, dalle verifiche dei tabulati è risultato che le minacce e le ingiurie telefoniche, così come le pubblicazioni offensive sui social network, venivano inviate e pubblicate utilizzando una scheda telefonica la cui intestazione non era riconducibile ai due cinquantenni.
Le vittime, sempre in sede di denuncia, hanno raccontato di una situazione insostenibile, che comportava per entrambi un perdurante stato di ansia e paura dovuto al continuo ripetersi di simili episodi. La Polizia Municipale, terminate le indagini e sentiti alcuni testimoni, ha deferito all'Autorità Giudiziaria i due cinquantenni residenti in provincia di Piacenza per il reato di atti persecutori.