Venerdì, 08 Gennaio 2016 12:49

Parma, l'inganno dei saldi segnalato sui social. Come evitarlo In evidenza

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I 'cacciatori di affari' contro alcuni noti negozi di Parma che ingannerebbero i clienti. Le lamentele insorgono e sulla pagina dedicata alla città "Sei di Parma se..." spuntano le denunce di evidenti scorrettezze da parte di alcuni esercenti. Ecco cosa non va e le tecniche di acquisto... Attenzione! 

Parma, 8 gennaio 2016 - 

Armarsi di diffidenza. E' la regola numero uno per poter dire di aver fatto un magnifico acquisto nel periodo dei saldi.
Perché, a dispetto di quello che si possa credere, quando si dà il via alla caccia post- natalizia delle grandi occasioni, si può non fare l'affare e rischiare di prendere una cantonata...
A sollevare la questione dell'inganno dei saldi sono stati gli avventori di facebook che, sulla frequentatissima pagina dedicata alla città "Sei di Parma se...", hanno denunciato evidenti scorrettezze da parte di alcuni esercenti.

"Vado in un negozio abbastanza noto di un centro commerciale – ha raccontato Alessandro - per acquistare un giubbotto che avevo già visto e provato prima dei saldi, chiedo esplicitamente di quel modello e mi viene detto che non solo non lo hanno, ma che non l'hanno mai avuto. Al mio ricordargli che ce l'avevano giusto qualche giorno prima e che l'avevo pure indossato, la risposta è stata 'guardi si sarà sbagliato'".
"Ho lavorato in diversi negozi – risponde una interlocutrice – e confermo che i saldi sono solo specchietti per le allodole".
In realtà, i commercianti pare non abbiano alcun obbligo di mettere in ribasso, ma possono scegliere e quindi questo conferma che non tutto può essere 'fresco di stagione' appena passata.
La prima 'manovra anti imbroglio ' dovrebbe essere, quindi, quella di fotografare l'oggetto del desiderio, prima dei saldi e farlo vedere in un caso come quello segnalato.
Molte marche famose, invece, hanno scavalcato i saldi citando la formuletta del non in saldo perché 'continuativo'... In questo modo scelgono cosa deprezzare e ne escono 'pulite', mantenendo il prezzo inalterato.
E' facile, allora, che molte attività, al momento delle svendite di fine stagione, tirino fuori, prima di tutto, fondi di magazzino, mettendo da parte i capi più nuovi.

A riprova dell'atteggiamento non proprio cristallino del rivenditore, chi ha denunciato questa scorrettezza nella politica di vendita sostiene che la disposizione della merce era stata stravolta e mancavano diversi modelli della nota marca di giubbotti e parka in questione.
La contestazione del cliente deluso è anche per la bugia in un negozio che è anche il rivenditore ufficiale del noto brand fatto sparire dagli scaffali: "sono svaniti modelli che nel sito ufficiale sono in saldo. Non tutta la merce va in saldo, non esiste un obbligo, il commerciante può togliere quello che vuole, ma dire che non lo hanno mai avuto non è corretto...basta dire che non è in saldo o che fa parte del 'continuativo'".
Altra 'tecnica incriminata' e poco chiara denunciata sul web attraverso una foto che sta facendo il giro del social è quella di occultare il prezzo originario con una etichetta adesiva sulla quale è stampato un nuovo importo molto più alto, e scontare quest'ultimo, scrivendo un importo di un 20% più basso, senza mai però ribassare fino al prezzo reale.

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Il risultato è che chi è convinto di aver fatto l'affare compra l'articolo comunque ad un costo più alto di quello effettivo! Conclusione di una partecipante alla discussione: "I negozi vanno sfruttati per provare modelli e taglie, poi gli acquisti si fanno su ebay a molto meno"... Sarà proprio questa diffidenza a far scegliere sempre di più la via delle compere online?

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