Numerose perquisizioni anche in Italia, nelle province di Bolzano, Parma e Brescia. Una complessa e prolungata attività investigativa del ROS, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, avviata nel 2010 a seguito dell'individuazione di un sito internet emerso per la chiara connotazione jihadista. -
Parma, 12 novembre 2015 - di Alexa Kuhne -
Le cellule dormienti sono radicate nelle città italiane e stanno arruolando combattenti per le organizzazioni jihadiste. Lo confermano i diciassette arresti per terrorismo e le perquisizioni avvenute in queste ore anche a Parma.
E' il risultato di Jweb, una complessa operazione dei ROS, in collaborazione con le Autorità giudiziarie e di polizia di Regno Unito, Norvegia, Finlandia, Germania e Svizzera, coordinate da Eurojust.
L'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata eseguita questa mattina nei confronti di 16 cittadini curdi e un kosovaro, indagati per associazione con finalità di terrorismo internazionale, aggravata dalla transnazionalità del reato.
Nel corso dell'operazione sono state eseguite numerose perquisizioni sia in Italia, nelle province di Bolzano, Parma e Brescia, sia in Norvegia, nel Regno Unito, in Finlandia, in Germania e in Svizzera.
I provvedimenti odierni sono il frutto da una complessa e prolungata attività investigativa del ROS, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, avviata nel 2010 a seguito dell'individuazione di un sito internet emerso per la chiara connotazione jihadista del materiale documentale in esso contenuto, riconducibile ad Al Qaida ed alle organizzazioni terroristiche ad essa ideologicamente affiliate.
L'analisi delle connessioni al sito consentiva di identificare numerosi "navigatori" che dall'Italia avevano avuto accesso al materiale jihadista, e che manifestavano chiari segnali di radicalizzazione.
Le indagini hanno evidenziato la centralità degli strumenti informatici per lo sviluppo clandestino dell'organizzazione, e che nella rete aveva sede virtuale, tessuto connettivo, mezzo elettivo di comunicazione dei suoi membri, luogo di confronto e formazione e principale strumento di divulgazione.
L'utilizzo di internet ha consentito agli indagati di annullare le distanze tra gli associati, residenti in diversi Paesi europei, permettendo loro di mantenere una forte coesione di gruppo, rafforzata dalla periodica e frequente partecipazioni a chat virtuali, e di rimanere in contatto.
Le indagini hanno avuto un ruolo fondamentale nel disvelare i rapporti e le gerarchie tra gli indagati, permettendo di decrittare comunicazioni riservate, intrattenute con eccezionale cautela.
In conclusione, gli elementi raccolti durante le indagini hanno consentito di documentare la costituzione, in Italia e in Olanda, di cellule terroristiche dormienti, definite in codice "Comitati segreti", attivati con il sostegno logistico e finanziario dell'organizzazione e l'incessante opera di proselitismo e radicalizzazione di alcuni indagati per stimolare la partenza e l'arruolamento nelle fila di organizzazioni terroristiche.
In definitiva l'operazione, condotta simultaneamente in diversi Paesi Europei, ha dimostrato la proiezione internazionale dell'indagine "JWEB" che ha permesso di individuare un'organizzazione terroristica che incarna l'evoluzione del modello jihadista di tipo tradizionale dimostratasi ancora più insidiosa, rimanendo gerarchicamente strutturata, con il proprio vertice in Norvegia, ed articolata in cellule operative in numerosi paesi, tra cui un'importantissima articolazione in Italia, ma con una centralità della componente informatica.