Massimiliano Pederzoli, presidente ANBI, risponde al consigliere regionale Tommaso Foti sulla questione sicurezza e sulle competenze specifiche che hanno i Consorzi di bonifica. Dopo gli eventi alluvionali nel Piacentino, il conigliere aveva esposto un'interpellanza rivolta alla Giunta per sapere, se l'esecutivo regionale intendesse sollecitare il Governo ad abolire i Consorzi di bonifica ritendoli responsabili -
Piacenza, 22 settembre 2015 -
"In Emilia Romagna il sistema di bonifica e irrigazione rappresenta oggi più che mai un elemento essenziale per la sicurezza territoriale e per lo sviluppo economico delle comunità da Piacenza a Rimini.
Un reticolo virtuoso di canalizzazioni artificiali, impianti idrovori, di sollevamento e chiuse creati dai nostri padri e migliorati da chi ora si preoccupa quotidianamente di portare ai campi siccitosi l'acqua quando serve per le nostre colture più tipiche e di portarla via quando cade violenta e distruttiva come a Piacenza nei giorni scorsi. Il ruolo dei Consorzi di bonifica, a volte silenzioso ma indispensabile e vitale, potrà anche apparire in taluni casi meno roboante rispetto ad altri, ma essendo certi e soprattutto orgogliosi di ciò che facciamo ogni giorno per la manutenzione del nostro territorio ci spiace ancora una volta constatare che false e mirate operazioni di disfattismo, create ad hoc e a tutela degli interessi più disparati, vogliano minare alla radice ciò che è stato fatto con tanta abnegazione e laboriosità.
Un ex parlamentare di lungo corso come il sig. Foti Tommaso, dopo quattro legislature (dalla XIII alla XVI) passate in parlamento ed una tutt'ora in corso in Consiglio Regionale in Emilia Romagna, ancora non sembra aver preso coscienza delle competenze specifiche che hanno i Consorzi di bonifica, competenze semplici, chiare, alla luce del sole che riguardano le canalizzazioni "artificiali" e la loro manutenzione, il sistema di scolo, la sistemazione di alcuni tratti di collegamento viario minore in montagna.
Ad oggi, ma forse il Foti può smentirci, non ci risulta che i fiumi e i torrenti come il Nure e il Trebbia siano canali artificiali, sono corsi d'acqua "naturali" e competono ad altri soggetti che citiamo solo affinché il consigliere regionale possa prenderne adeguata e non sommaria conoscenza: Autorità di Bacino, Stb, Aipo e Province. Su questo fronte lo invitiamo caldamente a trascorrere una giornata con noi per una lezione di idraulica full immersion e sulle attività che svolgiamo. Detto questo il Consigliere Foti può chiedere l'abolizione di tutto ciò che vuole o vorrebbe, ma non azzardi a mettere in relazione quanto drammaticamente accaduto con il nome e l'operato degli uomini e delle donne della Bonifica perché non fa solo un errore a rigor di legge (che in teoria dovrebbe conoscere), ma scade nel cattivissimo gusto di fare disinformazione e speculazione in un momento tragico come del resto ha già tentato di fare nel bel mezzo dell'alluvione qualche suo amico paladino del mattone. Forse, Foti, in tanti anni trascorsi in Parlamento, avrebbe potuto invece battersi per fare provvedimenti legislativi che non incontrassero solo il favore di chi ha costruito a dismisura in barba alla sostenibilità, consumato e impermeabilizzato i terreni ed edificato in ogni anfratto. L'acqua è la risorsa più preziosa del pianeta, ma può essere la più pericolosa e i suoi effetti devastanti. Ed paradossale e surreale come in questo paese quando capitano certi eventi, ormai ahimè troppo frequenti, chi grida al lupo è spesso proprio chi ha sbranato le pecore."
Di seguito l'interpellanza, a cui si fa riferimento, del consigliere Foti (Fdi-An) alla Giunta: "Dopo il maltempo nel piacentino, risultati sotto gli occhi di tutti: abolire consorzi di bonifica"
"Visti i recenti eventi atmosferici che hanno colpito - nella notte tra il 13 e il 14 settembre - la provincia di Piacenza", che hanno prodotto, "soprattutto nelle zone di montagna, danni gravissimi oltre che alle infrastrutture, alle abitazioni civili, agli immobili ospitanti attività produttive (commerciali e artigianali), alle colture agricole", "non pare proprio che il Consorzio di bonifica di Piacenza abbia assolto le funzioni allo stesso delegate dalla vigente legislazione regionale. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: il Consorzio di bonifica di Piacenza (ma così è, in generale, per tutti) fa acqua da tutte le parti". Lo scrive Tommaso Foti (Fdi-An) in una interpellanza rivolta alla Giunta per sapere, nell'ambito delle sue competenze, se l'esecutivo regionale "intenda sollecitare il Governo ad abolire i Consorzi di bonifica (così recependo le numerose proposte di legge presentate in merito - da un po' tutte le forze politiche - nei due rami del Parlamento)", anche alla luce del fatto "che non si capisce bene quale sia l'utilità della presenza a livello regionale di più enti (autorità di bacino, genio civile, province, consorzi di bonifica, comunità montane, parchi), a cui sono affidate le medesime competenze di salvaguardia del territorio". Il consigliere vuole inoltre sapere il giudizio della Regione "sull'utilità di tali Consorzi (in primis, il Consorzio di bonifica di Piacenza) alla luce del costante peggioramento della sicurezza idrogeologica del territorio italiano - a partire da quello piacentino - in conseguenza del quale anche modesti eventi meteorologici causano danni a cose e/o persone con gravissime ricadute sul piano dei costi umani e materiali". Infine, Foti domanda "se non si possano recuperare dalla soppressione dei Consorzi di bonifica - sulla cui gestione interna peraltro molto vi sarebbe da osservare (è il caso delle spese di 'immagine' che gli stessi sostengono solo per dare notorietà ai suoi rappresentanti legali)- almeno una parte delle risorse necessarie per porre in essere l'improcrastinabile azione di risanamento del dissesto idrogeologico".