Già, le coperture per il rinvio dell' Iva varato dal Consiglio dei Ministri al 1 ottobre, non lasciano scampo nemmeno ai famosi "svapatori".
Oltre all'incremento degli acconti Irpef e Ires, anche le sigarette elettroniche "subiranno" un aumento; il prodotto più diffuso ed alla moda del momento, non poteva sfuggire alle mani dello Stato e come si vociferava da tempo ecco il fatidico aumento al 58,5% della tassa sulle sigarette elettroniche.
Il clamore sui rischi nocivi per la salute suscitato nei mesi scorsi dalla stampa sembra ormai un lontano ricordo. Nei primi cinque mesi del 2013 i carabinieri dei Nas hanno sequestrato 800 mila sigarette elettroniche irregolari contenenti benzene, sostanza cancerogena che le ha rese protagoniste dell' apertura di un'inchiesta.
Molti sono ancora i punti su cui fare luce e lontana la norma per regolamentarle.
In quanto oggetto di libera vendita, la sigaretta elettronica deve avere il marchio Ce, rispettare la direttiva per le apparecchiature elettroniche e l'etichetta sui liquidi deve essere conforme alla circolare del ministero della Salute. Andrebbe considerata come un prodotto farmaceutico, perché contiene nicotina, che è un farmaco, ma non è evidentemente un medicinale.. seppur dovrebbe superare test clinici rigorosi, proprio come avviene per questi ultimi.
Non importa, nonostante la strada normativa e sanitaria sia lontana, l'espansione della e cig continua a dismisura; anche il colosso americano Altria, è entrato nel magico mondo del vapore e tra qualche mese lancerà una Marlboro per svapatori, tenendo testa a marchi blasonati come Camel, Lucky Strike, Winston e Pall Mall, già entrati in questo ricchissimo segmento di mercato che dagli attuali 14 miliardi dovrebbe arrivare a quota 300 in un decennio.
Alla fine è arrivato il momento tanto temuto da produttori e consumatori di sigarette elettroniche; i prodotti contenenti nicotina o altre sostanze idonei a sostituire il consumo dei tabacchi lavorati e i dispostivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio, che ne consentono il consumo, siano esse più o meno nocive, saranno assoggettati ad imposta di consumo nella misura pari al 58,5 % del prezzo di vendita al pubblico.