Giovedì, 11 Giugno 2015 11:37

Strage di alberi nel modenese: verifiche sulla regolarità In evidenza

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Interrogazione di Giulia Gibertoni, capogruppo M5S in Regione, sulle operazioni di taglio che hanno riguardato le sponde di alcuni corsi d'acqua in provincia di Modena. Dubbi anche sulle procedure per scegliere le ditte. -

Modena 11 Giugno 2015 -

Rovinare la natura senza un perché. Lungo i fiumi del modenese migliaia di alberi sono stati completamente rasi al suolo, centinaia di km di verde scomparsi nel giro di pochi mesi, il tutto senza che venisse aperta una procedura di impatto ambientale. A questo si aggiunge la mancanza di trasparenza sulla regolamentazione seguita nella scelta delle ditte a cui sono stati affidati i lavori.
Per far luce sulla vicenda, il M5S torna a porre l'attenzione sulla manutenzione della vegetazione che interessa le sponde dei fiumi della provincia di Modena, e lo fa con una interrogazione presentata dalla capogruppo Giulia Gibertoni che chiede chiarezza su alcune operazioni che, negli ultimi 20 mesi, hanno riguardato la zona Pedemontana del Modenese, tra i comuni di Formigine, Sassuolo, Fiorano, Castelvetro e Castelnuovo Rangone. Si tratta di un'area estesa linearmente per oltre 150 km dove, dal 2014 in poi, è stata portata a termine una vasta operazione di taglio selettivo di piante volta a garantire la sicurezza idraulica di alcuni fiumi e corsi d'acqua.

Lavori che, secondo quanto riportato nell'interrogazione del consigliere regionale Gibertoni, nasconderebbero più di un'anomalia. "Grazie ai nostri accessi agli atti abbiamo scoperto alcune stranezze che riguardano i lavori di taglio di migliaia di alberi – spiega Giulia Gibertoni – In primo luogo non sarebbe stata fatta alcuna vera opera di selezione, tra specie arboree e di salvaguardia delle varietà più pregiate prima e durante le operazioni di taglio, nonché di scelta tra esemplari in base al miglior stato vegetativo. Particolare che pone più di un interrogativo sul rispetto delle norme di salvaguardia del paesaggio garantite dalla Regione e dalle aziende che hanno effettuato i lavori su concessione. Certo si deve eliminare o ridurre il rischio di esondazioni, ma non si può fare terra bruciata attorno ai fiumi senza nemmeno accertare che la presenza di vegetazioni di sponda a livello di alveo rappresentassero realmente un pericolo concreto".

Ma non è solo la questione ambientale ad allarmare, anche il sistema con il quale sono state selezionate le aziende che hanno effettuano questi lavori appare piuttosto oscuro e sembra privilegiare sempre e solo una ditta, la toscana Wood Energy.
"Anche se a più riprese abbiamo chiesto alla Regione quale siano le procedure e i criteri seguiti per l'affidamento di questi lavori, non abbiamo avuto risposte chiare e non sembra che siano state svolte gare pubbliche – continua Giulia Gibertoni – La Wood Energy ha portato a termine la quasi totalità degli interventi commissionati dalla Regione senza sborsare nemmeno un euro, attraverso un accordo di compensazione che le ha anche garantito guadagni dall'utilizzo di tutto il materiale tagliato. Singolare che per la stessa tipologia di lavori nei mesi successi all'alluvione del gennaio del 2014 Aipo riesca da ottenere più di 70mila euro per due diversi interventi lungo il Secchia e il Panaro che poi finiranno proprio nelle casse della Regione". "Crediamo che la Giunta abbia diversi punti da chiarire su questa vicenda – conclude la capogruppo M5S – in primo luogo sul rispetto della salvaguardia ambientale e delle autorizzazioni paesaggistiche e poi sulle procedure tecniche. Se la scomparsa di migliaia di alberi lungo i nostri fiumi fosse avvenuta in deroga alle leggi sarebbe davvero molto grave".

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