Brutto tonfo di Parma nella classifica di Italia Oggi. Dal sesto al 20esimo posto.
Di Lamberto Colla 18 novembre 2019 - Intendiamoci, il 20simo posto rappresenta una posizione di rispetto nella speciale classifica stilata dal quotidiano economico Italia Oggi.
A impressionare è stato il balzo indietro di ben 14 posizioni in una sola volta che però non stupisce buona parte dei cittadini della città ducale.
L'ottima posizione dello scorso anno aveva per un attimo lenito le ferite dei cittadini che da molto tempo contestano al primo cittadino problemi legati alla sicurezza, alla pulizia e alla raccolta differenziata dei rifiuti. Probabilmente in molti hanno pensato che fosse una posizione immeritata, una sorta di incoraggiamento a fare meglio, altri invece avranno pensato che la sensazione di insicurezza e di degrado fosse solo una percezione personale e non diffusa.
E pensare che in termini di sicurezza è stato particolarmente visibile l'impegno di tutte le forze dell'ordine nelle attività di prevenzione, anche in forza dell'introduzione di un nuovo sistema di previsione del crimine (XLAV), e nelle operazioni frequenti e coordinate di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Con l'ultima classifica i dati rilevati e i valori percepiti hanno trovato un momento di comunione.
Nulla di imbarazzante ma ciò deve servire per ripensare a Parma, quella dei cittadini tutti e non del solo Sindaco.
Per la cronaca è da registrare l'ottima performance di Bologna che risale al 13esimo posto (dal 43esimo) e la discrete posizioni delle altre città emiliano romagnole con Modena al 15esima posizione, Forlì Cesena in 21esima, Reggio Emilia in 25esima e Piacenza al 32esimo posto. Più distaccate Ferrara (53°) , Ravenna (57°) e infine Rimini (60°)
Il «FAMOLO STRANO» funziona davvero: Lo sostiene incontri extraconiugali.com ma anche due autorevoli studi della Northen Illinois University e dell'Università di Pisa.
I tempi evolvono ed anche i gusti degli italiani in fatto di sesso cambiano. Secondo un recente sondaggio condotto dal portale Incontri-ExtraConiugali.com, sono sempre di più gli italiani che prediligono un rapporto BDSM: il 20% a Milano, il 19% a Brescia, il 18% a Torino, il 16% a Trieste, il 15% a Padova ed a Verona, il 14% a Bologna ed il 13% ed a Firenze.
Il sesso «strano» è in continuo aumento. Secondo un sondaggio condotto da Incontri-ExtraConiugali.com, il portale più sicuro dove cercare un'avventura in totale discrezione e anonimato, la voglia di fare sesso in modo alternativo sta crescendo vertiginosamente nel nostro Paese: il fenomeno riguarda il 10% degli italiani e nelle maggiori città italiane questo bisogno si concretizza con sempre maggiore frequenza.
Per aggiungere pepe ad una relazione basta dunque una sculacciata o concretizzare qualche fantasia con articoli che si rifanno alla saga dei film «Cinquanta Sfumature». Secondo quanto emerge da questa insolita geografia del sesso made in Italy disegnata da Incontri-ExtraConiugali.com basandosi su un campione di mille uomini e mille donne di età compresa tra i 18 e i 60 anni, sono sempre di più gli italiani che prediligono un rapporto BDSM: il 20% a Milano, il 19% a Brescia, il 18% a Torino, il 16% a Trieste, il 15% a Padova ed a Verona, il 14% a Bologna ed il 13% ed a Firenze.
E -quello che più importa- è che il «famolo strano» funziona davvero: a confermarlo sono due autorevoli studi della Northen Illinois University e dell'Università di Pisa che dimostrano come «con il sadomaso il benessere individuale risulta notevolmente migliorato, a patto ovviamente che il rapporto sia consenziente».
Insomma, purché ci sia complicità e libertà di scelta, il sesso "strano" fa bene perché aiuta a sciogliere le tensioni ad abbassare il livello dello stress e di conseguenza a migliorare la qualità della vita.
«O famo strano» non è quindi più solo una delle battute più esilaranti che il grande Carlo Verdone ha regalato al suo pubblico nel film «Viaggi di nozze», ma può ormai essere considerato a tutti gli effetti il modo più concreto e puntuale di esprimere un desiderio che accomuna sempre più persone in Italia.
Secondo quanto rilevato da Incontri-ExtraConiugali.com, ad essere maggiormente propense al BDSM sono proprio le coppie adulterine, di per sé particolarmente aperte a nuove esperienze e più propense a «giocare» con la loro sessualità rispetto a quanto possano fare moglie e marito.
«I fedifraghi sono maggiormente propensi al sesso estremo e sempre pronti ad utilizzare tutti gli espedienti possibili per rendere la loro vita sessuale più varia ed intrigante» conferma Alex Fantini, fondatore di Incontri-ExtraConiugali.com.
Dal sondaggio, inoltre, emerge che il 78% dei tradimenti avviene ormai proprio online: «da quando c'è Incontri-ExtraConiugali.com -spiega ancora Alex Fantini- i tradimenti sono diventati molto più semplici».
Dopo la fine della seconda guerra mondiale nel 1945, con la morte di Hitler e la sconfitta della Germania Nazista, il territorio tedesco fu occupato dalle nazioni vincitrici, ovvero Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Unione Sovietica. Comincia qui la storia del muro di Berlino.
Di Nicola Comparato 9 novembre 2019 -
Stati Uniti, Regno Unito e Francia, costituirono sotto il loro controllo un nuovo stato tedesco, dando vita il 23 maggio 1949 alla Repubblica federale di Germania (Rft) con capitale Bonn, con l'intento di impedire per sempre il ritorno al potere di regimi dittatoriali. Invece il 7 ottobre 1949, nel territorio presidiato dall' Unione Sovietica, nacque la Repubblica democratica tedesca (Rdt), con capitale Berlino Est. Due mondi vicini, ma divisi e contrapposti tra loro, rappresentati da un simbolo tragico: Il muro di Berlino, innalzato dal governo della RDT nel 1961.
Secondo quest'ultimo la costruzione del muro, che all' inizio era composto solo da barriere temporanee lungo il confine tra Berlino Est e Berlino Ovest, aveva una funzione difensiva in caso di invasione da parte delle forze occidentali. In realtà il muro doveva impedire l'esodo di migliaia di cittadini in fuga dalla dittatura comunista dell' Est verso l'ovest. Tantissime le persone arrestate e uccise, in preda alla disperazione nel tentativo di scavalcarlo alla ricerca di un sogno chiamato libertà. Un incubo durato quasi 30 anni che ha diviso e distrutto intere famiglie. Celebre il discorso del presidente americano John Fitzgerald Kennedy in visita ufficiale a Berlino Ovest il 26 giugno 1963 tenuto a Rudolph-Wilde-Platxz, con l'intento di trasmettere e comunicare la vicinanza degli americani ai berlinesi: ".......Ogni uomo libero, ovunque viva, è cittadino di Berlino. E, dunque, come uomo libero, sono orgoglioso di dire "Ich bin ein Berliner" (io sono un berlinese)".
Il 9 novembre 1989, sotto la pressione delle proteste popolari, la Repubblica democratica tedesca annunciò che avrebbe finalmente concesso la libera circolazione con la Germania occidentale ai cittadini dell'Est, che cominciarono in massa a demolire il muro senza attendere i provvedimenti previsti. Dopo quarant’anni di regime comunista si svolsero le prime elezioni libere della Germania Est nel marzo 1990. Il nuovo parlamento della Rdt decise l’adesione alla Repubblica federale nell' agosto dello stesso anno, firmando il trattato di unificazione fra le due Germanie, rendendolo esecutivo il 3 ottobre 1990, chiudendo definitivamente una triste pagina di storia tuttora difficile da dimenticare.
(Foto RaiNews.it e lamberto colla)
Si è svolto all’interno del Grand Hotel Azzurra di Lido Adriano (RA) l’evento del noto concorso Internazionale Miss e Mister Europa organizzato dal patron Attilio Mazzoli e coadiuvato da Luigi Buccini.
Quest’anno il concorso ha voluto soffermarsi portando l’attenzione sulla sfida ai pregiudizi dedicando quest’anno uno spazio ai diversamente abili.
Si è così costituito un apposito momento / spazio per l’inclusione nel mondo della moda, della bellezza e dello spettacolo che era nell’aria da diverso tempo ,denominando il sottotitolo ,” Talento e Bellezza Senza Barriere “.
Le precedenti edizioni tenutesi in varie località turistiche , hanno visto talenti come: Fabio Rondinelli, Jurgita Aglinskaite ,Talia Ferralis, Mila Suarez , Vadim Balica,Ram Parkas ,Luca Angioi affermarsi nei vari campi artistici .
Punte di diamante Mitu Viorel premiatissimo sul red carpet a Cannes con il film: Infernet con Richy Tognazzi, Roberto Farnesi e Alessandro Edson vincitore si Tu si que Vales . Miss e Mister Europa un concorso per una professione si differenzia per qualità e intenti ogni anno richiama l’attenzione per una causa diversa ; salute , turismo, gusto e quest’anno ha deciso di porre al centro delle sue tematiche quella dell’inclusione, richiamando l’attenzione sulle barriere architettoniche con il contributo dei diversamente abili che hanno reso ancora più interessante la kermesse . Alla manifestazione all’interno del Grand’Hotel Azzurra d Lido Adriano Ravenna, hanno partecipato diverse sezioni: Miss e Mister , Miss e Mister Over, Bimbi Vip Italia e Miss e Mister Diversity del gruppo The Warriors , tutti insieme per vincere le barriere della diversità, per vincere la cecità dei pregiudizi. In questi tre giorni, oltre alle passerelle tanti incontri con i professionisti dello show buziness , sono stati effettuati servizi fotografi e televisivi. La giuria presieduta da Carlo Micolano Grand’Hotel Fotoromanzi e dall’attore Saverio Vallone, con Il produttore di Mediaset Lello Trivisonne , l’astrologa Rai Terry Alaimo ,produttore musicale Alessandro Bentivoglio , Max Nascente produttore tv, la show girl Jennifer Marti, Max Nascente hanno assegnato i titoli principali a: Miss Europa Italia Lavinia Motria 17 anni Ucraina residente a Parma Miss Europa in The World Catalina Vasilovici 24 anni di Sapri Miss Europa Overissima Italia Concetta Pagliarella 57 anni di Ancona, Mister Europa In The World Domenico Asaro 18 anni di Canicattì Mister Europa Silver Dimitri Iannone 20 annidi Villa Literno Mister delle Miss Senes Federico 28 anni di Olbia Mister Europa Overissimo Italia Gianluca Pannullo 47 anni di Altavilla Vicentina altri titoli nazionali per le categorie : Cinema Maria Rita Lo Pane18 anni di Peschici, Fotogenia Miranda Careddu Panu 16 anni di Sassari , Fotoromanzi Francesca Burzi 21 anni di Bologna Telegenia Tonia Caterino 17 anni di Casal di Principe Portamento Teresa de Rosa 18 anni di Anzano ,Beauty Stefany Santos 14 anni Napoli
Per la Categoria over: Talento Pier Paolo Canu 46 anni di Nuoro , Beauty a Rosy Vaglica 48 anni di Ravenna, Simpatia Maria Stella Roselli 63 anni di Torino , Beauty Rosalia Ingrassia di Imola , Fashion Pina Lambiase di Avellino , premio speciale con fascia Per il sociale Anna Focone di Milano .
E’ stata una finale all’ insegna dello spettacolo dell’allegria dell’inclusione, condotta magistralmente da Pino Guerrera e Floriana Rignanese con al centro le diverse abilità , protagonisti di uno spazio tutto per loro,senza alcun ostacolo , dove la diversità è solo negli occhi di chi non vede oltre. Il 30 novembre e 1 dicembre in una nota località turistica per ora ancora top secret si svolgerà il Gran Gala con la partecipazione dei vincitori e la proclamazione di Mister Europa Gold, nell’occasione verrà presentato il nuovo format “Overissima la tua seconda vita“ per distinguerci dai vari concorsi di Over .
INTERVISTA A LAVINIA MOTRIA VINCE IL TITOLO DI MISS EUROPA IN TOUR 2019
Ancora una volta si è svolto il concorso internazionale: “Miss e Mister Europa” organizzato dal veterano Attilio Mazzoli coadiuvato da Luigi Buccini. Ad ospitare l’evento il Grand Hotel Azzurra di Lido Adriano (RA). Ancora una volta un ottimo successo, la direzione dell’Hotel già disponibile a riconfermare l’evento della prossima XXI edizione .
La vincitrice è risultata la diciassettenne Lavinia Motria studentessa . Appena la si vede, colpisce per la gentilezza, non solo dell’aspetto ma anche dei modi. Una deliziosa bellezza di provenienza ucraina. Ammirandola si nota la chioma bellissima, di un castano chiaro dorato particolare, alla quale si uniscono occhi scuri, accostamento ben raro. Unico neo non ha ancora acquisito la buona padronanza della lingua italiana.
La prima domanda un poco banale, ma necessaria ed è da quanto si trova in Italia: “6 mesi” a questa notizia il suo italiano appare anche troppo buono. Poi chiedo come si trova e cosa le piace: “bene, mi piace vivere qui specialmente per il paesaggio”. Nella conversazione aggiunge che apprezza molto il Parco Ducale di Parma e precisa di aver visitato anche il palazzo e le serre.
A questo punto chiedo dell’arte e cosa le sia piaciuto, la risposta è: “diverse cose, specialmente il Duomo e il Battistero ”. Alla domanda cosa perché si è iscritta al concorso risponde : “volevo fare una nuova esperienza , mi piace molto sfilare rapportarmi con le altre ragazze e mettermi in competizione ”,non nascondo che avevo un po’ di timore per l’emozione e per la lingua ,invece mi sono dovuta ricredere ho trovato nuove compagne simpatiche che mi hanno aiutato nel comprendere le istruzioni ed i vari passaggi del concorso ( molto rigorosi ma professionali ), c’era proprio un aria di allegria e di condivisione, ho conosciuto personaggi pubblici che mi hanno messo a mio agio ed ho molto apprezzato inoltre l’idea dell’organizzazione di accettare la richiesta di partecipazione del gruppo di diversamente abili dell’associazione The Warriors “Talento e Bellezza senza Barriere” . Alla domanda se le piacerebbe accedere al magico mondo dello spettacolo e mi risponde affermativamente ,il mondo della moda mi affascina : “si fin da piccola mi piaceva ballare sulle punte , però sono un poco in difficoltà con la lingua”. Appare comunque con i piedi per terra, pronta a riconoscere le difficoltà.
Si impone la domanda se si aspettasse qualcosa dal concorso e risponde: “mi sono divertita, ma non lo considero solo un divertimento, mi piacerebbe proseguire questo sogno sono determinata . Le chiedo di precisare meglio e se alludesse al mondo dello spettacolo, dice: ”mi piace molto la moda ed il ballo e magari perché no il cinema . Poi si va sul personale e le chiedo di un eventuale ragazzo, la risposta è un no che appare vero e non diplomatico. Si va quindi sui sogni di ieri e di oggi, un bella domanda di qualche imbarazzo, ma se la cava direi bene, dicendo che avrebbe voluto fare: “ modella ed estetista” stringo sull’oggi: “un sogno si è già realizzato, vincendo il concorso di Miss e mister Europa”. Cerco di farle dire altro, ma non vuole sbilanciarsi e direi che fa bene.
Ripiego su qualcosa di meno impegnativo e le chiedo cosa ha provato vincendo, si limita a dire: “una grande emozione” ma è vero che ho vinto il titolo ? Pensava che dovesse aver vinto un’altra, per un equivoco. Poi una notte davvero felice, un poco insonne . Conclude Lavinia (penso sarà il caso di ricordare questo nome, anche in futuro) che esprime sentimenti di gratitudine per tutti coloro che le sono stati vicino. Tante persone allegre e simpatiche che l’hanno aiutata a capire.
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Vi sono oggetti di uso frequente, così legati alla consuetudine che non ci interroghiamo mai sulla loro origine e sulla loro storia. Se non per tutte, per molte donne, il rossetto è esattamente uno di quegli accessori cosmetici che potrebbe rientrare nella casistica di cui sopra, eppure il rossetto ha una storia affascinante e assai antica, a testimonianza di quanto la cura della persona fosse importante già dall’antichità.
Vi sono ipotesi che fanno risalire l’origine dei nostri rossetti agli antichi Sumeri (2500 – 2600 a.C.). Pare che già la sovrana Pu-Abi ne facesse uso abituale al punto di includerlo nel suo corredo funerario. Nella sua tomba infatti è stata ritrovata una piccola scatola in oro contenente una pasta spalmabile e un piccolo pennello per l’applicazione. L’analisi dell’impasto a rilevato la presenza di polvere rossa, olio di sesamo ed essenza di rosa.
Scarabei camini, squame di pesce e cera d’api erano invece gli ingredienti, presso gli Egizi, usati per creare impasti da applicare sulle labbra. Ne facevano uso tanto le donne quanto gli uomini, questi ultimi lo utilizzavano per sottolineare il loro status sociale. I romani ne facevano ampio uso, anche per adornare le statue degli Dei, ma tra gli ingredienti impiegati figurava anche il solfuro di mercurio, elemento la cui tossicità era all’epoca ignorata. Per contro, i greci, arrivarono a vietarne addirittura l’uso e il rossetto rimase prevalentemente ad appannaggio delle prostitute.
Il medio evo non fu esattamente un periodo all’insegna del rossetto e dei cosmetici in genere, considerati oggetti di frivolezza e dissoluzione, bisogna invece risalire al ‘700, presso le corti dei sovrani europei, perché questo fascinoso accessorio tornasse in auge. Agli inizi del ‘900, nel periodo coincidente con l’attivismo delle suffragette, il rossetto venne usato come simbolo di lotta e di emancipazione femminile, mentre qualche anno più tardi, durante la Seconda guerra mondiale, la propaganda antinazista ne fece ampio uso contrastando il nazismo anche sul piano culturale e del costume.
Ai giorni nostri le vicissitudini del rossetto sono solo un ricordo. Pupa cosmetici è l’esemplificazione di un’azienda moderna, scevra da arcaici pregiudizi ed attiva nella produzione e commercializzazione di prodotti per make-up, bellezza e cura della persona. L’ampia gamma dei suoi rossetti include rossetti matt, liquidi, metallizzati, lipstick e tanti altri must have e si caratterizza per un make-up naturale, glamour o vivace, di lunga durata e a prova di bacio.
Le Amazzoni vinsero battaglie grazie alla loro f×ga. Così rispose "Il Signor Giancarlo" alla "Ruota della fortuna" di Mike Bongiorno nel 1995. Ancora nel ricordo di tantissimi l'immagine di Paola Barale in studio, accanto al tabellone, piegata in due dalle risate.
Di Nicola Comparato Parma, 2 novembre 2019 - Una leggenda vivente, il nuovo profeta, l'uomo che rinunciò al denaro per la gloria. Stiamo parlando di lui, Giancarlo Pelosini, conosciuto da tutti come il "Signor Giancarlo", nato e cresciuto a Rosignano Solvay in provincia di Livorno, pensionato, ex dipendente SIP/TELECOM, padre, nonno e marito felice da 45 anni, divenuto celebre negli anni '90 per la sua partecipazione a "La ruota della fortuna", trasmissione televisiva di successo condotta dal grande "Mike Bongiorno".
Durante una puntata del quiz, su una domanda riguardante "Le Amazzoni", il "Signor Giancarlo" per dare la soluzione rispose che.... "Vinsero battaglie grazie alla loro f×iga". Una vocale cambiò per sempre la televisione e la vita di tutti noi, consacrandolo "eroe nazionale".
A distanza di tanti anni "Il Signor Giancarlo" è tornato con un singolo musicale in uscita tra pochi giorni dal titolo "FIGA (Le Amazzoni)". Produttori della canzone "Ale Alo & Lukino Simjay". Il brano riprenderà la gaffe del 1995 alla Ruota della Fortuna di Mike Bongiorno, diventata virale sul web negli ultimi tempi. Sarà disponibile su tutti i digital stores e sulle piattaforme di streaming. Contestualmente uscirà anche il video su YouTube.
Per info e contatti:
Pagina Facebook del Signor Giancarlo
https://www.facebook.com/signorgiancarloreal/
Pagina Facebook Ale Alo DJ
https://www.facebook.com/alealodjfanpage/
Pagina Facebook Lukino Simjay
https://www.facebook.com/lukinosj/
Profilo Instagram Signor Giancarlo
https://instagram.com/giancarlopelosini?igshid=13f105bbn8nmm
Profilo Instagram Ale Alo DJ
https://instagram.com/alealodj?igshid=1e3mn21pjfti2
Profilo Instagram Lukino Simjay
https://instagram.com/lukinosimjay?igshid=rkhdk85ldgvf
Il 1° novembre è il World Vegan Day - Secondo i dati Eurispes, il numero di italiani che nel 2018 dichiara di aver scelto di eliminare la carne dai pasti è pari al 7,3% della popolazione: il 5,4% degli italiani è vegetariano, mentre il restante 1,9% si dice vegano. La risposta del mercato al trend alimentare è immediata in molte città d’Italia. Bar, ristoranti e negozi non si lasciano scappare l’occasione ed adattano il menù per poter soddisfare le esigenze di questa nicchia di mercato: dalle merendine alle alghe fino alle patatine di cavolo fritto, nel Bel Paese non manca proprio nulla. Ecco perché Holidu, il motore di ricerca per case vacanza, ha voluto effettuare un’indagine per ricercare quali sono le 10 città più vegan friendly d’Italia. La classifica mostra quali sono le città con il più alto rapporto tra numero di abitanti e numero di bar e ristoranti in città offerenti un menu vegano o vegetariano.
La top 10 delle città più vegan friendly d’Italia
1. Bologna 4,13 ristoranti / 100.000 abitanti
Al primo posto in classifica, ecco una bella sorpresa: il capoluogo emiliano, terra del ragù, della mortadella e di tutte le prelibatezze culinarie possibili e immaginabili. Nonostante la sua tradizione decisamente non vegan, Bologna offre ai suoi cittadini e ai turisti la più ampia varietà di scelte vegetariane e vegane d’Italia, con ben 19 ristoranti in totale!
Botanica Lab €€€: In centro a Bologna ci sono ben due Botanica Lab, uno più indicato per un pranzo e l’altro per una pausa rilassante o una colazione. In questi due locali, dal menu completamente plant-based, la cucina vegana diventa creatività e sperimentazione, in un ambiente moderno e chic! Da provare: gli spring rolls vegan (5€). botanicalab.com
2. Piacenza 4,85 ristoranti / 100.000 abitanti
La medaglia d’argento se l’aggiudica un’altra città emiliana, Piacenza per l’esattezza, con un totale di 5 ristoranti esclusivamente vegan o vegetariani. Nonostante le prelibatezze piacentine, in cui la carne fa da regina, tra cui la trippa, il coniglio o lo stracotto, anche chi segue una dieta vegan troverà non solo pane per i propri denti...ma anche piatti deliziosi! Holidu GmbH Riesstr. 24 Elena Rita paolo, PR & Online Marketing Manager 80992 Monaco di Baviera E-Mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Germania
Fala’feel €: Se si parla di cucina vegan, ma senza rinunciare al gusto, la scelta giusta sono i falafel! Le deliziose polpette di legumi, erbe e spezie, vengono servite anche a Piacenza, da Fala’feel. Qui sarà possibile gustarli in un wrap o in una bella piadina. Da provare il falafel sandwich (6€). facebook.com/falafeelveganfastfood
3. Firenze 4,73 ristoranti / 100.000 abitanti
Firenze si guadagna la terza posizione con 18 ristoranti vegan e vegetariani. Qui si celebra uno dei piatti toscani più conosciuti non solo in Italia ma anche internazionalmente: la fiorentina. La carne in generale è un ingrediente che non manca quasi mai sulle tavole toscane, un po’ come il vino, eppure c’è possibilità anche qui di degustare pietanze vegetariane e vegane!
Brac Libreria €: A due passi dall’Antico Vinaio, ecco una scelta decisamente più green! Brac è una libreria, un luogo d’incontro, di pensieri e di buon cibo...esclusivamente vegan e delizioso oltre misura. Qui sarà possibile mangiare primi, secondi e anche dolci, da provare il piatto unico da comporre con un’insalata, uno sfornato e un primo piatto (15€). libreriabrac.net
4. Vicenza 4,48 ristoranti / 100.000 abitanti
La città di Palladio si aggiudica il quarto posto in classifica, con un totale di 5 ristoranti. Vicenza è famosa in tutta Italia per alcune prelibatezze, come la sopressa vicentina o l’oca in onto, ma non si tira indietro neanche quando si tratta di piatti vegan. Chi si trova a visitare questa bellissima città veneta non resterà di stucco solo per l’architettura, ma anche per la varietà di piatti!
La Locanda del Gusto €€: A due passi dal centro storico, si trova la Locanda del Gusto, un ristorante vegan, piccolo e accogliente, dove in cucina ci si diletta con pasta di farina integrale, gnocchi, tortelli e dolci fatti in casa. Qui è possibile pranzare anche con l’amico fido! Da provare le lasagne vegetariane, si dice siano paradisiache! facebook.com/pg/locandadelgusto
5. Bergamo 4,13 ristoranti / 100.000 abitanti
Al quinto posto si trova Bergamo, in Lombardia, che offre un totale di 5 ristoranti esclusivamente vegetariani o vegan. Qui la cultura del cibo è un connubio tra tradizione e modernità: chi vorrà abbandonare i casoncelli alla bergamasca o la polenta, accompagnata con carne o formaggio, potrà infatti scoprire piatti decisamente deliziosi, senza abbandonare la propria dieta green.
Flower Burger €: Questa catena di fast food è presente in tante città in Italia, anche a Bergamo in pieno centro! Qui la carne viene sostituita da tofu, hamburger vegetariani e funghi, senza rinunciare a varianti coloratissime e gustose. Da provare è proprio il cherry bomb (9€), ripieno di pomodori confit e un burger di lenticchie e un bun fucsia molto instagrammabile! flowerburger.it
6. Monza 4,05 ristoranti / 100.000 abitanti
Per il sesto posto ci troviamo ancora in Lombardia, a Monza per l’esattezza, dove in totale i ristoranti vegan e vegetariani sono ben 5. Nonostante la prelibatezza dei piatti a base di carne della cucina monzese, tra cui il risotto con la luganega, chi vuole abbandonare i prodotti di origine animale nella propria dieta, non avrà alcun problema!
Kilometro Bio €€: Vicino al Duomo, in un cortiletto in pieno centro, si trova Kilometro Bio. Si tratta di un ristorante, che promette di “apparecchiare un angolo di felicità”, dove poter assaggiare piatti prelibati, 100% bio e vegan. La scelta è davvero difficile, tra primi piatti, spuntini e dolci, farsi consigliare dalla gentilissima proprietaria, Barbara, sarà d’obbligo! kilometro-bio.business.site Holidu GmbH Riesstr. 24 Elena Rita paolo, PR & Online Marketing Manager 80992 Monaco di Baviera E-Mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Germania
7. Torino 3,51 ristoranti / 100.000 abitanti
Torino non è solamente una delle città con la più vasta offerta dedicata a turisti e cittadini vegani, è anche, a livello mondiale, una delle città più attive nella promozione della dieta vegetariana e vegana. Forse è proprio per questo che occupa la settima posizione nella Top 10 delle città più vegan friendly d’Italia, con un totale di 31 ristoranti.
Verdi d’Indivia €: Ecco una vera chicca vicino al Palazzo Reale di Torino. Verdi d’Indivia, oltre al simpatico nome, offre un’ampia scelta di piatti vegetariani e vegani, che cambiano ogni giorno! Tre scelte nel menù costano 7€ in totale, mentre la soddisfazione, che avrete in questo posticino accogliente non ha prezzo! facebook.com/pg/verdidindivia
8. Siracusa 3,29 ristoranti / 100.000 abitanti
All’ottavo posto ecco l’unica rappresentante della cucina isolana: Siracusa, che con un totale di 4 ristoranti porta alto l’onore della regione Sicilia in campo di dieta vegana. Qui le prelibatezze culinarie variano dal pesce fritto alla salsiccia al finocchio, anche se la scelta non manca per chi ha deciso di dire no agli alimenti a base di prodotti animali.
MOON €€€: Questo locale ad Ortigia è davvero unico nel suo genere. Qui i piatti vengono preparati sul momento e la musica dal vivo rende ogni pietanza ancora più saporita. Gli ingredienti utilizzati provengono da agricoltura bio e sono prevalentemente della zona, oltre a dolci, formaggi vegan, marmellate e pesti tutti di produzione propria! moonortigia.com
9. Modena 3,24 / 100.000 abitanti
Al penultimo posto torniamo in Emilia-Romagna, con Modena, che conta 6 ristoranti vegani o vegetariani in città. Qui dove la cucina emiliana trova espressione in pietanze tradizionalissime come i tortellini in brodo e lo gnocco fritto, anche i turisti vegan friendly potranno dare sfogo al loro amore per il cibo, in tanti ristoranti prelibati.
Bottega Vegana €€: Poco distante dall’Accademia si trova Bottega Vegana, che estende il concetto di cucina bio e green a colazione, pranzo e cena, ma senza rinunce! Qui le materie prime fanno da padrone in un mix tra cultura locale e rispetto per l'ambiente. Da provare i dolci di produzione propria, tra cui crostate (4,50€) e torte crudiste (5€). bottega-vegana.it
10. Ancona 2,97 / 100.000 abitanti
Chiude la Top 10 Ancona, con un totale di 3 ristoranti in totale. Città portuale e capoluogo delle Marche, qui la cucina a base di pesce è un must...oppure no? Sembrerebbe proprio che le cose siano cambiate e che mangiare vegan sia di moda anche ad Ancona! Rinunciare a fritti misti e baccalà non sarai mai stato più semplice.
Zazie €: Nel cuore del centro storico di Ancona si trova Zazie, che si definisce un “laboratorio creativo”, dove vengono creati snack e drink a base di verdura. Tra prelibati cereali, pasta integrale, birra e vini a km 0, qui la cultura culinaria marchigiana cambia davvero aspetto e diventa green e succulenta! lazazie.com/laboratori/ancona-corso-giuseppe-mazzini/ Holidu GmbH Riesstr. 24 Elena Rita paolo, PR & Online Marketing Manager 80992 Monaco di Baviera E-Mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Germania
Riguardo a questo studio
I dati presentati in questa indagine sono stati raccolti in ottobre 2019 grazie a www.happycow.net , sito specializzato in alimentazione vegetariana e vegana. Per la classificazione delle città si è scelto di calcolare il rapporto tra il numero di abitanti di ogni città ed il numero di ristoranti esclusivamente vegani o vegetariani.
Per maggiori informazioni su Holidu, consulta il nostro sito www.holidu.it
Elisabetta Aldrovandi: "Le vittime non vogliono vendetta, ma solo giustizia". Nel convegno di Langhirano dello scorso lunedi, organizzato dalla UGL, sono state affrontate le importanti novità introdotte dal "Codice Rosso". "Siamo consapevoli che vi è ancora della strada da percorrere, come, ad esempio, aumentare il Fondo di Garanzia per le vittime dei reati violenti, ma la direzione intrapresa è quella giusta”, ha commentato Matteo Impagnatiello (UGL Parma).
Di Lamberto Colla Langhirano 7 ottobre 2019 -
“L’iniziativa è stata pensata come un momento di riflessione su un tema di stretta attualità. Il varo del Codice Rosso, da parte del precedente Esecutivo, è stato un passo importante, da apprezzare, poiché va nella giusta direzione, nonostante la clausola di invarianza finanziaria”- così spiega il segretario provinciale Ugl Matteo Impagnatiello, organizzatore dell'evento al quale era affidato il compito di introdurre i lavori presentando i suoi autorevoli ospiti.
A discutere sull'argomento, tanto importante quanto delicato, sono intervenuti l’avvocato Elisabetta Aldrovandi, neo Garante delle vittime di reato della Regione Lombardia, presidente dell’Osservatorio nazionale sostegno vittime, nonché volto noto per la partecipazione a numerose trasmissioni televisive, in qualità di esperta della materia e la deputata Laura Cavandoli, avvocato e membro della Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza. Presente anche Enrico Sicuri, consigliere comunale e capogruppo di minoranza del comune di Langhirano, al quale è spettato il compito avviare gli interventi rimarcando la necessità che "alle denunce devono seguire i fatti" arrivando anche a sottolineare l'importanza e la responsabilità che i media hanno nel comunicare le notizie nella consapevolezza della loro grande forza di influenza pubblica. "Alle vittime, conclude Sicuri, occorre portare rispetto".
Ospite d'eccezione William Pezzullo il ragazzo che sette anni fa, all'epoca dei fatti aveva 26 anni, venne sfregiato con l'acido da due complici dell'ex fidanzata, intervenuto all'evento con un "intenso" video messaggio. Un documento nel quale il ragazzo, con una serenità e dignità quasi invidiabile, ha raccontato la sua storia e il suo calvario passato attraverso 39 interventi chirurgici e una segregazione in casa dovuta alla infermità (tra le altre cose il sole non fa bene alle parti ustionate), ma anche alla vergogna di presentarsi in pubblico in quello stato così sfigurato e anche dal fatto di non avere la possibilità di lavorare per le sue condizioni.
Sette anni di sofferenze e di "carcere", di umiliazioni e con l'aggravante di dover affrontare costi enormi (le operazioni chirurgiche non sono coperte dalla assicurazione sanitaria pubblica) in una condizione economica familiare non certamente agiata. Con la pensione che gli viene riconosciuta, a mala pena, riesce a pagare gli unguenti di base "tra colliri e creme spendo 750 euro al mese" ha dichiarato William Pezzullo. Al contrario però - riconosce William - ha incontrato una grande solidarietà e sostegni anche al di fuori della sua stretta cerchia familiare.
La carnefice, invece, Elena Perotti condannata a 8 anni di carcere, ha scontato solo 3 mesi di detenzione carceraria. Poi tra le due maternità, che nel frattempo ha avuto, e il riconoscimento di una malattia tumorale è riuscita nell'intento di vivere in libertà, senza pagare il becco di un quattrino di risarcimento nonostante le fosse stato intimato il pagamento di oltre un milione di euro a favore del suo ex fidanzato.
Dopo i saluti in differita di William Pezzullo, è stata la volta di Elisabetta Aldrovandi intervenire nel cuore delle novità introdotte dal "Codice Rosso".
"Con la legge 69/2019 - informa Elisabetta Aldrovandi - è stato introdotto l'Omicidio di Identità (sfregio permanente) al quale è associata una pena detentiva che va da 8 a 14 anni elevabile all'ergastolo nel caso in cui la vittima dovesse morire".
Per Omicidio di Identità si intende quel delitto a causa del quale la vittima viene segnata in modo irreversibile della sua immagine originaria. "Il volto distrutto e volutamente sfregiato per sempre ha - commentava la Puppato, una delle firmatarie del disegno di legge poi approvato - il valore di una morte civile, inferta con inaudito cinismo e frutto o causa, sopra ogni cosa, della volontà violenta di restare unici padroni dell'io profondo della vittima che si sarebbe voluta possedere. Per tali atti non bastano le pene previste per la lesione grave o gravissima subita in qualunque altre parte del corpo umano."
Ma altre grandi novità sono state introdotte dalla normativa. Innanzitutto, - prosegue la Garante lombarda - ed è il fattore che giustifica il nome volgare della norma (Codice Rosso) è stato introdotto "l'obbligo di essere ascoltati dal PM (Pubblico Ministero ndr) entro le 72 ore dalla denuncia e non è indispensabile che questa venga redatta dalla diretta interessata, ma anche da altri venuti a conoscenza dei fatti e in qual caso a venire ascoltato sarà comunque il denunciante".
Tutte le pene riguardanti i reati alla persona, dallo stalking alla violenza sessuale, sono state inasprite così come pure i termini per la denuncia querela sono stati aumentati a 12 mesi contro i sei in precedenza previsti per il caso di stupro. Se la violenza viene perpetrata di fronte a dei minori (Violenza Assistita), anche se assistita indirettamente, vi è un ulteriore aggravamento delle pene.
Elisabetta Aldrovandi , concludendo il suo interessante intervento, sottolinea come molta strada sia ancora da percorrere ma che il Codice Rosso è un buon punto di partenza e infine rimarca il concetto che "le vittime non cercano vendette ma solo giustizia".
E' il turno della Onorevole Laura Cavandoli la quale innanzitutto si dispiace che, con l'introduzione della legge "Molteni", non si sia riusciti a far passare anche la violenza sessuale tra i reati che non potranno godere degli sconti di pena come lo è per l'ergastolo. Un altro elemento negativo di cui ci si è resi conto dalle prime applicazioni del Codice Rosso, prosegue l'onorevole leghista, sta nelle "false denunce", operate per lo più da donne, che tentano di ottenere migliori benefici da una situazione matrimoniale traballante. "Le false denunce, sottraggono tutela legale alle vere denunce", sottolinea la deputata, in quanto distraggono gli organi inquirenti dalla attività verso i casi di reali maltrattamenti.
Tra gli argomenti contemplati nella normativa, prosegue Laura Cavandoli, vi è l'Induzione forzata del Matrimonio. In questo caso viene punito l'obbligo di far sposare qualcun contro la propria volontà. Un costume molto radicato in determinate etnie, per esempio alcuni arabi, abanesi e infine indiani. Una pratica consentita nei loro paesi d'origine ma che oggi potrà essere punita in Italia per colpire quei cittadini residenti o stabilmente domiciliati nel Bel Paese e che avessero celebrato all'estero il matrimonio contro l'altrui volontà.
Per concludere la carrellata delle novità introdotte, Laura Cavandoli si sofferma sul Revenge Porn ovvero la diffusione non autorizzata di contenuti espliciti di scene di sesso privato. In alcuni casi, le immagini oggetto della "Porno Vendetta" possono essere state immortalate da un partner intimo e con consenso della vittima, in altri senza che la vittima ne fosse a conoscenza. In ogni caso risultano punibili, nella stessa misura, sia per colui che per primo ha dato avvio alla distribuzione delle immagini e sia tutti gli altri che hanno contribuito a una ulteriore diffusione del prodotto.
Una norma che, per quanto di difficile applicazione, oltre a punire intende educare alla responsabilità delle proprie azioni.
L'"abuso basato su immagini sessuali", come tecnicamente è preferibile identificare il reato, solitamente si pone lo scopo di umiliare nel profondo la persona coinvolta, per ritorsione o vendetta al punto tale da indurre al suicidio la vittima stessa, come alcuni casi di cronaca hanno purtroppo confermato.
Con l'avvento dell'autunno, cambiamo non solo il contenuto del guardaroba. Le magliette lasciano il posto a maglioni caldi e i pantaloncini a pantaloni di lana. I giorni freddi colorati in grigio-marrone ci rendono cercare aromi completamente diversi. Essendo il segno distintivo di ogni uomo, il profumo può enfatizzare lo stile, il carisma e le sue qualità personali.
Quali proprietà dovrebbero avere i profumi maschili per l'autunno e quali note sono giuste per te?
Quale dovrebbe essere l’aroma autunnale?
La scelta del profumo dipende dalle preferenze individuali. Alcuni non si separano dalle note di agrumi, altri preferiscono aromi della pelle o incenso intenso. Tuttavia, sono alcune tendenze che “ci dicono” quando dovremmo indossare una e non un'altra fragranza. Questo problema è associato, tra l'altro, al modo in cui i profumi si comportano in determinate condizioni ambientali in cui la temperatura è di grande importanza. In autunno e in inverno, il corpo inconsciamente richiede più calore, quindi la tendenza naturale è ad aromi più pesanti, saturi, dolci e speziati.
Non solo un'esigenza così soggettiva indica la scelta delle note, fatta eccezione per gli agrumi rinfrescanti. Anche le leggi della fisica e della chimica sono alla base di questo. Credi a volte che una fragranza ti profuma di meno in un determinato giorno? Ciò è dovuto alla scarsa proiezione del aroma, cioè alla distanza dal corpo su cui viene percepita.
È importante considerare lo stile di vita e il carattere dell'uomo. Gli esperti di MAKEUP https://makeup.it/categorys/3/ sono del parere che, ad esempio, gli uomini d'affari seri si adattino idealmente allo stile classico con sfumature orientali speziate. La piramide di tali aromi può essere basata sul costoso albero Oud, coriandolo, cardamomo, noce moscata. La scelta migliore per uomini forti e appassionati sarebbe l'eau de toilette con ricche note di legno e agrumi di bergamotto, arancia, muschio e ambra grigia.
In autunno e in inverno, la maggior parte di profumi perde la "potenza di fuoco" e sono più difficili da percepire. Perché sta succedendo questo? La colpa è della pelle e della temperatura dell'ambiente troppo bassa per raccogliere particelle di aroma pesante dalla superficie della pelle. Inoltre, compaiono più strati di abbigliamento e all'improvviso si scopre che la tua fragranza preferita, perde la sua forza. Ed è per questo che l'autunno e l'inverno sono il momento perfetto per aromi più pesanti e più densi.
Quali note vale la pena cercare nei profumi autunnali?
Molti dicono che un uomo alla moda deve essere “circondato” dall'aroma del tabacco, pelle e muschio. E c'è del vero in questo. Se osservi attentamente le composizioni di profumi classici, vediamo spesso che si basano su queste note. Aggiungendo note di ambra, cedro o legno di sandalo a una tale miscela, otteniamo una composizione ideale che resisterà facilmente alle mutevoli tendenze. Un tale profumo può essere disponibile sia per gli adulti, che per i giovani. Questa è sicuramente una classica miscela di sapori. Nessuna donna può resistere al suo fascino.
L'aroma di pelle e tabacco si manifesta in profumi maschili esclusivamente eleganti. Non c'è da stupirsi: questo duo non solo crea un'aura di mistero, ma aggiunge anche profondità ed espressività alle composizioni. Sia il tabacco che la pelle hanno aromi ricchi e caldi che si sentono distintamente anche alla fine della giornata.
Insomma, il profumo perfetto è quello che odora di mascolinità, forza e intelligenza!
Parma, 21 settembre 2019 – Una folla che ha applaudito muovendo le mani al cielo, gli stendardi ANPI ed ANED e tante autorità militari e civili insieme ai rappresentanti nazionali e locali di ENS (Ente Nazionale Sordi) ha partecipato alla cerimonia di intitolazione ad Edgardo Carli del piccolo parco di Via Minghetti. "Una storia singolare, di riscatto e di coraggio di un uomo che ha fatto la Resistenza e successivamente non si è fermato, ma ha fondato, in Toscana, l'Associazione che raccoglie i non udenti" ha detto il Sindaco Federico Pizzarotti dopo lo svelamento della targa toponomastica che da oggi dedica un'oasi di verde nella zona Ovest di Parma ad uno dei suoi cittadini che non si sono arresi nè alla storia nè alle difficoltà fisiche.
"Questa intitolazione" ha proseguito il Sindaco, il cui intervento, come gli altri successivi, è stato tradotto in diretta nella lingua dei segni, "è certamente motivo di orgoglio per la famiglia, ma anche l'occasione per i parmigiani di incontrare una pagina della nostra storia, un esempio di lotta in anni storicamente complicati".
Edgardo Carli è stato uno dei protagonisti dell’associazione ENS ed ha lasciato un segno profondo. Tra le tante iniziative e incarichi ricoperti nella comunità sorda, bisogna ricordare che fu uno dei dieci componenti della Commissione Nazionale per la gestione dell’ENS, il primo passo verso la fondazione dell’Ente stesso. Fondò con Francesco Rubino la rivista “Rinascita”, dal 1946 al 1951 diresse il giornale “ENS-RINASCITA”, lavorò nella Regione Toscana per unire le persone sorde del territorio e poi nella Sede Centrale di Roma nell'Ufficio Collocamento.
Edgardo Carli non si impegnò soltanto per la comunità sorda, ma anche per la libertà e i diritti di tutti; durante la seconda guerra mondiale scelse ideologicamente e attivamente la lotta partigiana entrando a far parte della “Brigata Garibaldi” che operava nel parmense. Per il suo impegno e il suo valore fu onorato della stella garibaldina e della croce di guerra.
L’intitolazione del parco pubblico è avvenuta alla presenza delle massime autorità civili e istituzionali, dei rappresentanti nazionali e locali dell'ENS, tra cui il Presidente Giuseppe Petrucci, di una rappresentanza dell'ANPI (l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) di Parma e della figlia di Edgardo, Fulvia Carli che orgogliosa e commossa ha tirato insieme al Sindaco Pizzarotti il drappo che ha scoperto la targa con il nome del padre.
Biografia di CARLI EDGARDO
Nato a Parma il 16 giugno 1914. Morto a Roma il 28 giugno 1995
Dall’età di quattro anni, Edgardo Carli, ebbe gravi problemi di udito, tuttavia gestiva la sua condizione sì da per continuare a vivere nel mondo degli udenti. La sordità degenerò e a 20 anni divenne completamente sordo. Per lui fu uno choc. Cadde in uno stato di prostrazione preoccupante, si isolò da tutti. Un giorno incontrò casualmente a Milano i Sordi di Via Boscovich: fu un nuovo choc, ma positivo, nacque così a nuova vita.
Con il suo ingresso nella comunità sorda scoprì un mondo, il suo mondo. Da quel momento ci fu un patto di sangue tra lui e coloro che gli avevano teso la mano nel bisogno. La sua vita, il suo lavoro saranno perennemente dedicati ai suoi fratelli Sordi.
Nelle sue memorie, lui stesso scrisse: “il mio debito non l’ho mai considerato estinto, ormai è quasi tutta una vita che lavoro con loro e per loro, con gioia, e anche con fatica e difficoltà non lievi. Anche perché mi hanno dato una vita che considero nel suo insieme interessante, bella e utile”.
Visse intensamente tutta la sua vita: fu chiamato sotto le armi; invano tentò di far capire e accettare la sua sordità; fece la ferma militare tra Bari e Casale Monferrato. Durante la seconda guerra mondiale scelse ideologicamente e attivamente la lotta partigiana: entrato a far parte di una “Brigata Garibaldi”, che operava nel parmense, divenne ben presto commissario politico guadagnandosi la stessa garibaldina e la croce di guerra.
Anche nel mondo dei Sordi la sua presenza è stata molto significativa: fondò con Francesco Rubino la rivista “Rinascita”, organo dell’Unione Federativa Sordomuti Italiani; dal 1946 al 1951 diresse il giornale “ENS-RINASCITA”, nel quale si informava la comunità sorda dell’attività associativa e del lavoro che veniva svolto dai dirigenti dell’ENS per conquistare quel ruolo che competeva ai Sordi nella società italiana. In seguito questo giornale lo venne stampato a Roma e diventò “La Settimana del Sordomuto”. Fu uno dei componenti della Commissione per l’organizzazione legislativa dell’ENS; il primo passo verso la fondazione dell’Ente stesso.
(servizio fotografico di Francesca Bocchia)
di Paolo Mario Buttiglieri, sociologo - Fiorenzuola (PC) 13 settembre 2019 - “In amore sono un fallito, voglio suicidarmi”. Capire cosa vuol dire questa frase ci può aiutare a individuare le cause di questo delitto.
Quando un uomo o una donna non si sentono amati cercano questo amore che gli manca negli altri. E visto che tra maschi e femmine esiste una attrazione sessuale è facile che l'amore venga ricercato nell'altro sesso.
Molti cercano l'amore in cani e gatti, altri in pellegrinaggi, altri ancora nel cibo, nel cellulare. Ognuno lo cerca da qualche parte.
Si è come un bambino che ha bisogno di essere amato, cioè coccolato, abbracciato, nutrito e accudito in tutti i suoi bisogni. Ma crescendo il bambino diventa autonomo, impara a prendersi cura di se e dei propri bisogni. Impara ad amarsi. Punto di partenza di questo processo di crescita e maturazione è la madre. E con lei tutte le persone che avranno a che fare con lui nei primi anni di vita.
Se si sentirà amato imparerà ad amarsi e ad amare. Questo è quello che non avviene quasi mai.
Fare un figlio è semplice. Per amarlo invece è indispensabile amare se stessi. E per amare se stessi l'unico requisito è NON REPRIMERSI, ovvero ESPRIMERSI.
Cosa vuol dire non reprimersi?
Ascoltare il nostro corpo, i suoi bisogni e soddisfarli. Ho parlato del corpo, non della mente. Se il corpo è soddisfatto la mente è soddisfatta. Come capite se state ascoltando il vostro corpo? E' molto semplice.
Come il bambino che piange per esprimere i suoi bisogni, cioè il suo disagio (fame, sete, freddo, caldo) così noi avvertiamo un disagio fisico e lo comunichiamo alla mente, che se non è impegnata in altri pensieri, si da subito da fare per soddisfare i bisogni del corpo. Ma spesso la mente degli adulti è immersa in mille pensieri, sollecitati dall'economia consumista attraverso tutti i mezzi di comunicazione, giornali, radio, tv, internet.
L'adulto inoltre quasi sempre è cresciuto senza una educazione; educazione significa farlo esprimere, aiutarlo a scoprire la ricchezza che c'è in lui facendo sviluppare l'autostima.
Ma quel che accade invece quasi sempre è che l'essere umano viene istruito in modo repressivo.
La nostra è infatti una società autoritaria e non autorevole, dove gli esseri umani vengono addestrati a reprimersi, ad obbedire con l'uso della forza, a ignorare i bisogni del proprio corpo. La mente umana viene riempita di condizionamenti repressivi. In pratica la vita diventa un dovere. Il dovere di andare all'asilo, a scuola, al lavoro, a messa, tutti luoghi dove si impara ad obbedire, a reprimersi, e quindi a mandare il corpo in contrazione. E più il corpo si contrae, quasi tutti trattengono inconsapevolmente il proprio respiro, e più la mente si riempe di pensieri che non riusciamo a controllare. Tutto questo favorisce l'insorgere di malattie fisiche e mentali ed enormi problemi sociali.
Essere umani repressi non sono in grado di dialogare, ma solo di fare monologhi o tacere. Fare sport competitivi e faticosi per il corpo piuttosto che attività fisica creativa.
Tutto questo per dire che dietro ad un delitto non c'è solo Sebastiani, ma anche una società dove il disagio sociale è il pane quotidiano.
Mettendo in prigione Sebastiani la società se ne lava le mani, in attesa del prossimo delitto per prevenire il quale non avrà fatto niente.
Grazie, è una parola che sembra scomparsa dal vocabolario della lingua italiana. Grazie evoca la reciprocità, il “vivere” grato la piacevolezza dell’incontro con l’altro senza “vivere” l’attesa dell’aspettativa, dove il beneficio reciproco si muove in forma circolare, ricorrente e senza fine: «grazie per il tempo che mi hai donato, per avermi pensato, per l’attenzione riservata».
Di Guido Zaccarelli Mirandola, 8 settembre 2019 - Grazie è una parola che trova la sua natura nella dimensione autopoietica impiegata in ogni circostanza senza indugio, o timore, di essere abusata nell’utilizzo. Sembra che la parola abbia smarrito il senso di appartenenza e diventata un sopramobile al quale togliere la polvere al mutare delle stagioni, che si dispiegano innanzi agli albori di questo terzo millennio, dove i bit corrono veloci, uno di seguito all’altro, senza sosta.
Scriverla, o pronunciarla, ha un significato enorme per l’energia luminosa che è in grado di infondere nell’uomo e il beneficio che è capace di trasmettere negli altri, quale espressione autentica della virtù che adorna e nobilita l’essere Persona immerso nell’alveo della gratitudine.
L’essere grato conduce l’uomo a riconoscere il gesto come l’espressione autentica del sentimento emotivo che va oltre la ragione e la pura razionalità. I benefici che ne derivano si ritrovano nella sua etimologia che esprime il piacere di “fare del bene” che conduce l’anima in uno stato di gioviale serenità. Grazie è l’espressione autentica di rara bellezza eufonica, e visiva, che rientra nell’immagine comune dei comportamenti legati all’eleganza dei costumi e dei comportamenti, “grazie ai quali” la persona esprime la sua identità.
La parola riporta alla semplicità per mostrare il volto di “chi sei” spesso tenuto in ombra dalla maschera velata della quotidianità. È talmente semplice ringraziare che la quotidianità l’ha persa per strada ritenendola ridondante rispetto alla sua forza energizzante che è in grado di esprimere. La velocità degli scambi comunicativi digitali toglie tutto ciò che adorna qualsiasi corpo testuale, o vocale, (buongiorno, cordiali saluti), facendolo rimanere solo con se stesso all’interno di un contesto enunciativo arido e freddo, “senza grazia”.
Il quotidiano è legato alla scansione del tempo dove le abitudini fanno parte della vita delle persone che si ripetono al momento e nelle circostanze in cui si trovano. Non ripetere la parola grazie significa, come afferma lo psicologo e filosofo tedesco Hermann Ebbinghaus , che identificò la curva dell’apprendimento e la curva dell’oblio, dimenticare. Il ricordo perde la traccia e gradualmente non ringraziare rientra nelle abitudini quotidiane. Ma grazie, possiede dentro di sé il carisma e l’autorevolezza proveniente dal latino charis che conduce a vedere l’altro come caro che infonde sentimenti di tenerezza.
Grazie, fin dalle sue origini, porta con sé il desiderio di coinvolgere emotivamente gli altri agendo sul fascino che l’autorevolezza è in grado di esprimere per accompagnare le persone a vivere uno “stato di grazia” dove abbracciare il sentimento della felicità. Grazie e felicità hanno qualcosa che le lega, il dono e la reciprocità, che trovano nel “dare senza perdere e prendere senza togliere” la vera natura della loro esistenza.
Qui si aprono le vie respiratorie verso il benessere che conduce ad armonizzare l’anima in ogni sua parte che inizia con “l’ascolto interiore” per approdare “all’ascolto esteriore” in un continuo andirivieni per ricordare all’uomo che grazie fa parte della vita quotidiana e deve essere ricordata per il bene che è in grado di esprimere, evitando di non ritrovarla quando viene ricercata nel vocabolario della lingua italiana. Grazie.
Riferimenti bibliografici:
Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell’azienda, Franco Angeli Editore.
Riferimenti sitografici:
https://www.wikipedia.org/
CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
La tradizione dei grandi tamburi giapponesi ha invaso piazzale della Steccata. Introdotto in Giappone dalla Cina in epoca Kamakura (1192-1333), il Taiko divenne parte integrante della cultura giapponese come strumento per comunicare con gli dei ma anche per cacciare, per infondere coraggio in battaglia. Nei monasteri buddisti segna il tempo e ritma la recitazione dei Sutra.
(Foto di Francesca Bocchia)
Oggi conosciamo Nicola Scillitani, nato a Foggia il 6 giugno 1980 da padre che ha lavorato nelle poste fino alla pensione e mamma casalinga da sempre sostenitrice dei valori della famiglia.
Di Nicola Comparato Colorno, 7 settembre 2019
Nicola, che ha un fratello disabile, ha trovato conforto nell’aiutare gli altri per star bene con se stesso e cperciò svolge moltissimo volontariato. Risiede a Colorno dopo aver vissuto due anni a Parma dal 2010 al 2012, non è sposato ma reputa la sua vita comunque completa, grazie al suo lavoro e all’impegno atto a rendere sempre migliore il paese in cui vive, grazie alla creazione di un gruppo denominato Amo - Colorno, che oggi consta di 338 tesserati e circa 1300 simpatizzanti.
Attualmente Nicola lavora nel settore della sicurezza informatica e di quella logistica (sistemi d’allarme e videosorveglianza) e possiede un buon bagaglio culturale di ragioneria e infrastrutture di rete informatiche.
Nicola Scillitani si appassiona alla politica fin da ragazzo, quando discuteva animatamente con persone molto più grandi di lui sui valori della vita e sul bene che un politico deve arrecare al popolo. Ha sempre reputato essenziale che un politico debba essere “al servizio della gente” e non cercare di ottenere solo un tornaconto personale. Questa sua passione è nata dalla conoscenza del suo lontano parente “Lorenzo Scillitani” primo sindaco della città di Foggia. Lorenzo fu anche al governo nel secolo XIX. Lorenzo riuscì ad acculturare la città di Foggia realizzando scuole e biblioteche, e seppe impegnarsi a rendere la città sempre più a misura di cittadino dando vita a infrastrutture stradali per migliorare gli scambi commerciali e ospedali per il sollievo e la cura della malattia. Edificò anche l’Opera Pia che fu a lui dedicata con l’appellativo di “Opera Pia Lorenzo Scillitani”. Un luogo di formazione e di alloggio per i bambini orfani e le donne vittime di violenza. La frase più famosa che i libri di storia ricordano è la seguente: “Il popolo che ha le migliori scuole è il primo popolo, ed il nostro se non l'è oggi lo sarà domani.” La determinazione e la bontà di Lorenzo lo colpirono fin dalla più tenera età e lo spinsero a lavorare per la collettività. Nicola svolto per diverso tempo volontariato presso la Croce Rossa Italiana e la Pubblica di Torremaggiore (FG) e quando gli è stata data l’opportunità di conoscere la politica e provare ad entrarci col volere del popolo, ha accettato la candidatura per il comune di Colorno, con il partito LSU (Liberi Socialisti Uniti). Dopo un breve percorso come consigliere comunale nel comune di Foggia (dimettendosi poi per scelta) ha continuato a studiare politica, ad informarsi e a cercare di capire il vero segreto per governare un territorio con saggezza e sapienza. Successivamente negli anni ebbe la possibilità di entrare a coordinare il gruppo provinciale di Colorno di Fratelli d’Italia e lì trovò il modo di apprendere molte nozioni nuove.
"Mi trovai benissimo, spiega Nicola, ma decisi per ragioni personali che non era la mia strada. Avevo in testa altro. Volevo amare il territorio in cui vivo. Vedevo Colorno trascurata e abbandonata a sè stessa. Ovunque mi girassi riscontravo problemi da risolvere. Ovunque andassi la gente si lamentava ed era scontenta, insoddisfatta, si sentiva tradita. Ebbi così l’input il 12 marzo del 2018 di dar vita ad un gruppo di cittadini uniti con uno scopo comune, quello di lavorare per il territorio. Cittadini uniti indipendentemente dal colore politico. Nacque così Amo - Colorno. Inizialmente non fu facile. Eravamo in 4. Con il tempo siamo cresciuti e ad oggi siamo apprezzati e siamo un punto di riferimento non solo per Colorno, ma anche per tutta la bassa est Parmense. Per Torrile e anche per Sorbolo - Mezzani. Amo - Colorno è vedetta sul territorio. Segnala all’amministrazione i problemi da risolvere e propone soluzioni. Amo - Colorno pulisce i parchi comunali, cerca di aiutare persone in difficoltà di lavoro. Amo Colorno porta la spesa agli anziani del paese e le medicine. Amo Colorno nelle proprie possibilità cerca di dare viveri a coloro che fanno fatica a comprarli. Ricordo quest’anno, prima di natale, quando abbiamo fatto una raccolta di giocattoli e coperte da consegnare direttamente a persone bisognose a noi conosciute. Il cuore si è scaldato d’amore, ed è stata una sensazione meravigliosa. Si le sensazioni sono importanti. Quelle sensazioni che mi portano ai miei hobby e alle mie passioni. Tra le mie passioni principali c’è la lettura. Adoro leggere. Leggendo posso vivere altre 100 vite diverse dalle mie. Posso sentire l’anima di un libro ed acculturarmi. Adoro la storia e conoscere fino all’esasperazione il passato che ci ha resi ciò che siamo. Amo dipingere olio su tela. Amo scrivere poesie e sto iniziando a scrivere un libro sulla vita di un giovane forestiero di paese trasferitosi al nord italia per dare una svolta alla propria vita, tra difficoltà ed errori ma anche gioie e soddisfazioni. Non diniego la musica. Amo suonare ma sono autodidatta. Pianoforte e chitarra sono gli strumenti che utilizzo, ma non so cantare proprio per niente. I miei generi preferiti? Un pò tutti. Io credo che per ogni momento della vita esista una giusta colonna sonora. Una musica adatta all’occasione. Ad esempio quando la tristezza mi colpisce, ascolto colonne sonore di epici film o del solo pianoforte. Quando sono molto felice, il rock anni 80’ è l’ideale. Quando sono arrabbiato ecco spuntare la battagliera colonna sonora del gladiatore o della battaglia di William Wallace l’eroe scozzese. Ho una passione per i viaggi. Amo scoprire luoghi e culture diverse, usanze e costumi e cimentarmi con i diversi stili di vita. I miei cibi preferiti sono la pizza e gli spaghetti. Da buon italiano. Il tutto condito con dell’ottimo vino italiano. Sarei meschino se non citassi la tecnologia come passione. Fin da piccolo amavo smontare di tutto, per vedere com’erano costruiti e come funzionavano gli oggetti. Mi è sempre piaciuto scoprirne il funzionamento. Dall’orologio sveglia digitale, alla bobina della bicicletta. La stessa curiosità ho da sempre applicato nel linguaggio di programmazione di siti web e programmi. Capirne il linguaggio. L’anima del loro funzionamento, il loro sviluppo. Miele per il mio palato. Qualcuno potrebbe domandarmi, ma alle donne ci pensi mai?... Bè mi sono posto anch’io spesso questa domanda. Tanti amici mi hanno soprannominato il “priore di Colorno”. Ebbene lo confido, sappiate che sono fatto anch’io di carne e istinto, ma d’amore si può vivere ma non morire. Vengo da una difficile storia d’amore, diventata soffocante, difficile e piena di menzogna e tradimento. Ad oggi sono ancora ferito. Io credo che l’amore debba andare aldilà di quello fisico. Che l’amore tra uomo e donna, debba essere sincero, leale, incondizionato, senza un proprio fine personale, per per la necessità di completarsi entrambi come due pezzi di cuore della stessa medaglia. Ci sarà tempo per l’amore forse. Del resto sono ancora giovane no? Per ora mi godo la famiglia, mi godo le amicizie, quelle vere e sincere. Mi godo la possibilità di fare qualcosa di buono per qualcuno. Di fare del bene agli altri, per ripagare i miei tanti errori del passato. Errori che ognuno può compiere nella vita. Nel bene e nel male siamo umani e c’è sempre un tempo di riscatto. Un tempo in cui si decide di lottare per gli altri."
Per maggiori informazioni la pagina Facebook di Amo Colorno
https://www.facebook.com/amocolorno/