«Il virus stenta a perdere la corona». La rapidità con la quale si muove in modo invisibile nell’aria per aggrapparsi all’uomo fino a distruggerne l’esistenza, sta modificando il sistema delle relazioni sociali e colpendo in modo trasversale tutte le connessioni strategiche, e operative, dell’economia mondiale, limitando la libertà e affossando le mani dell’uomo nel suo invenire quotidiano del fare.

di Guido Zaccarelli 28 marzo 2020 - Purtroppo, la potenza del virus non si esaurisce nel momento in cui si traduce in atto, ovvero di entrare nella cellula, riprodursi, e farla scomparire, «ma mantiene la sua potenza anche nel presente, «esibendo la stessa identità come propensione nel futuro». Quale è la finalità del virus? Il suo “essere” al tempo stesso “presenza” in un corpo vivente, la cellula, fino ad annullarne l’identità e raggiungere la scomparsa.

Ernesto de Martino, antropologo e filosofo italiano, ha definito la Presenza: «farsi prendere alla situazione. Significa trascendere il valore, staccarsi da essa valorizzandola ed emergere come presenza in virtù di tale valorizzazione, nella misura in cui ha luogo il trascendimento valorizzante». Il farsi presente è legato all’uomo e in quanto “essere”.
Lasciamo questa prospettiva al filosofo, per accogliere l’osservazione di uno qualunque, senza un proprio interesse, ma anche con un interesse responsabile, per assumere come riferimento il virus che si fa presenza, un presente che diventa atto, che si moltiplica in un luogo del presente ma che è già trasceso nel futuro, ancora tutto da determinare (o determinato).

Il virus si muove rapido stante la sua primordiale identità di attaccare l’uomo mettendo a dura prova il suo arsenale di armi da impiegare nella battaglia per vincere la guerra. L’agire non si cancella nella cellula vivente, ma rimane potenza nel determinarsi in altre cellule, dopo aver superato i limiti imposti dalla membrana cellulare. «Il presente si fa storia». I
Il passato rappresenta il mondo dell’archeologo che deve scavare per ripensare il presente in una diversa modalità d’azione per ridurre, e porre limiti, alla potenza dell’atto in quanto tale. Il “qui e ora” deve setacciare il tempo appena passato e analizzare il contesto mutuando tra loro «necessità e responsabilità, che sono i fili del reticolo da usare per distinguere ciò che si deve lasciare passare rispetto a quello che deve rimanere in superficie».

L’arma letale deve essere impugnata per mettere le une contro le altre, le singole azioni che l’umano è in grado di fare affiorare dalla conoscenza dello scibile umano, per sconfiggere il virus attraverso l’analisi comparativa dei mondi circostanti, «per dare scienza al nuovo, attraverso la partecipazione retta di tutti in un rapido invenire delle cose e delle circostanze».

Il compito dell’uomo è di tradurre come attore principale da un lato, e da osservatore dall’altro, le prospettive che di volta in volta appaiono, (o possono apparire) nell’atto che si sta compiendo, facendo esperire la storia in quanto tale, non come fonte archeologica lasciata a se stessa, «e museata» (non prendere in considerazione le esperienze altrui), ma come oggetto degno di essere continuamente scavato, per riportare in superficie quello che ancora non era stato dato, che non era stato opportunamente osservato, perché al momento pareva non degno d’interesse, ma che, trasceso dal passato, doveva ,e poteva, divenire come dato attuale, per la sua capacità di essere ancora potenza nel presente perché non ancora sommerso del tutto.

Lo scopo che ne deriva è l’utilità della storia per la vita, dove abituare le persone ad osservare, ma anche ad ascoltare, senza se e senza ma, ciò che gli altri hanno fatto per evitare di partire sempre da un punto zero, nella consapevolezza che la storia deve virare verso il bene comune.

La protezione del territorio avanza con le armi della tecnica e dell’agire che insieme «come gemelle», convolano nella non semplice, e automatica, relazione basata sulla reciprocità, che si fa atto della circostanza e, come tale, espressione autentica del bene comune che trascende verso il futuro come proprietà collettiva da mantenere e sviluppare per il bene dell’intera umanità.

Riferimenti bibliografici: prof. Giulio Traversa, Bellezza naturale, virtù umana. Per una prospettiva osservativa sulla contemporaneità. Apra, Master in consulenza filosofica e antropologia esistenziale.

 

__________________________________________________________________________ 

CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, giornalista, saggista, consulente aziendale e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)

 

Per tutta l'Unione Europea, molto probabilmente, domani sarà l'ultima volta che albeggerà l'ora legale. Dal 2021 il cambio d'orario sarà abolito tranne l'Italia che chiese di mantenere i due diversi orari per le due grandi stagioni. Ma domani, il cambio d'ora, avrà comunque un sapore diverso.

Di LGC Parma 28 marzo 2019 - Dalle 2,0 di questa notte le lancette dell'orologio faranno un balzo in avanti di un'ora. Si dormirà un'ora in meno, è vero, ragion per cui in molti da anni protestano: il cambio dell'ora così repentino, anche se si tratta di una sola ora, potrebbe comportare rischi per la salute, insonnia e problemi cardiaci sono le conseguenze più temute.
Per questa ragione, già da alcuni anni, si è levato un fronte di protesta contro il cambio dell'ora che l'Unione Europea ha cavalcato. L'Italia , diversamente dagli altri Paesi UE, dal 2021 dovrebbe proseguire con il cambio d'ora e comunque ogni Paese membro avrà tempo sino a fine 2021 per decidere quale sistema adottare.

E' indubbio però che il cambio d'ora di quest'anno assume un significato molto diverso rispetto gli anni precedenti.

Con l'ultimo fine settimana di marzo il cambio data era un evento atteso, almeno emotivamente, poiché di fatto si apriva la stagione più spensierata, quella primaverile che a sua volta avrebbe aperto alla stagione delle ferie o delle vacanze per gli studenti. La fantasia avrebbe cominciato a galoppare verso i sogni delle mete pasquali e estive e il tempo avrebbe iniziato a scorrere ancor più velocemente. Maggiori sarebbero state le occasioni per una uscita serale con gli amici, anche fosse solo per un gelato, e le serate primaverili sarebbero diventate complici dei nostri sogni.

Non quest'anno! L'allungamento del periodo diurno quest'anno sarà vissuto con una sola indistinta e generalizzata speranza: sconfiggere il coronavirus prima che ci annienti in persona o negli affetti più intimi.

CURIOSITA'
L'ora legale venne istituita in Italia, per la prima volta, con il decreto legislativo 631 del 25 maggio 1916, la misura era destinata al risparmio energetico (carbone prevalentemente) per poterne maggiormente disporre a fini bellici.
Interrotto l'uso dell'ora legale a causa della seconda guerra mondiale venne definitivamente reintrodotta, per quattro mesi l'anno da fine maggio a fine settembre, nel 1965 e successivamente venne ampliato il periodo a sei mesi nel 1981 e infine, con l'omologazione europea, nel 1996 tutti i Paesi UE la adottarono nella configurazione attuale ovvero dall'ultima domenica di marzo sino all'ultima di ottobre.

Marco Pesci, un videomaker e autorizzato al volo con drone, ha realizzato un video su Reggio Emilia al tempo di Coronavirus.

Una città dinamica e vivace obbligata al silenzio e riposo da un microscopico ma invasivo virus.

Reggio Emilia, la città del tricolore, risorgerà come lo farà tutta l'Italia, c'è da scommetterci!

________________________________________

Chi è DIFLY
DIFLY è una società fatta di persone che ridono, piangono, si emozionano, sognano, esattamente come te. 
L’attività principale di DIFLY è però la creazione di contenuti, specialmente audiovisivi, per tutte quelle persone che hanno qualcosa da dire e vogliono farlo sapere al mondo. 
Perché video? 
Perché un video è il modo migliore per trasmettere il reale valore di un prodotto o servizio, l’artigianalità o semplicemente una storia di successo. 
Raccontiamo storie di chi si è messo in gioco, di chi ce l’ha fatta e di chi ancora ci sta provando. 
Il nostro segreto è entrare in empatia con la realtà che raccontiamo e fare nostre le vostre emozioni. 
I nostri video, fatti con droni e fotocamere terrestri tradizionali, sanno spesso strappare una lacrima e un sorriso, contemporaneamente. 

 

Dei volontari si parla molto e si elogiano altrettanto ma mai a sufficienza. Il rischio al quale si sottopongono quotidianamente è elevatissimo ma ancor più elevata è forza con la quale affrontano ogni turno di servizio.

Di Francesca Bocchia e LGC Parma 27 marzo 2020 - Sulla lavagnetta a muro un (*) asterisco rosso rimarca una frase che può essere il loro slogan : "…ricordate che gli occhi parlano più delle parole. Portate sempre, come state facendo, la tranquillità e un sorriso, di questo hanno bisogno le persone, di tranquillità!".

Il contributo empatico che i soccorritori e i sanitari, in condizioni di normalità, potevano dare oggi è limitato a quelli che sono lo specchio dell'anima, gli occhi.
L'unico organo visibile, seppur mascherato da occhiali, che mette in contatto il volontario con il paziente sono proprio solo e esclusivamente gli occhi. Gli occhi di persone che da un mese sono sotto pressione fisica e soprattutto emotiva ma che, nonostante tutto, sanno e vogliono donare un frammento di serenità al paziente che stanno consegnando alle cure dei sanitari.

Un senso civico immenso che attraversa tutti gli strati sociali e tutte le età.

Casualmente ci siamo imbattuti in uno sportivo, quel Maxime Mbandà rugbista delle Zebre e della nazionale, che non si sottrae ai massacranti turni servizio e senza volerlo, diventa un simbolo positivo per tutti.

Nella gallery fotografica di Francesca Bocchia alcuni istanti dei preparativi e del rientro dal servizio dei volontari del SEIRS Croce Gialla di Parma tra i quali anche Maxime Mbandà.

Di Nicola Comparato Felino 27 marzo 2020 - Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Stefano Sidoli, nato a Parma il 10/02/1982, residente a Corcagnano e gestore di alcuni locali di ristoro. Nella lettera Stefano esprime tutta la sua preoccupazione per quanto riguarda la situazione attuale in questa emergenza Coronavirus, il suo disappunto verso le informazioni fornite dai media, il triste ruolo del popolo italiano in questa vicenda e il suo punto di vista come cittadino e ristoratore.

"Un grande maestro mi disse: ‘Loro ragionano 10 anni avanti, tu non potrai mai raggiungerli e comprendere il loro scopo. Ma puoi imparare dal loro passato e comprendere il tuo presente’.
Oggi mi viene chiesto di scrivere il mio pensiero, ossia quello di un ristoratore che fino all'altro giorno era intento principalmente svolgere al meglio il proprio lavoro, portando a tavola il piacere della condivisione. La particolare situazione attuale, dopo queste settimane di quarantena, mi sta portando ad inquadrare la realtà che ci circonda: abbiamo un virus che blocca un intero paese, questo ci fa capire che siamo molto deboli e che abbiamo tutti una grande paura della morte ma ci porta a vedere anche tutte quelle persone che lavorano per il bene degli altri e non parlo solo dei medici e degli infermieri, ma anche di commercialisti e amministratori di società che si stanno dando da fare senza sosta per salvare il nostro tessuto economico in un momento di estrema difficoltà ed incertezza. Nel frattempo la (mala)politica ci sta facendo vedere tutto il peggio che si possa immaginare. Tornando al passato, leggendo ad esempio scritti di Scipio Sighele, pensatore di fine Ottocento, già si sosteneva che la politica era qualcosa di vecchio, qualcosa di ormai corrotto dal sistema: guarda caso poco dopo si scatenò la prima guerra mondiale! Osservando il passato possiamo quindi pensare che ci siamo ritrovati in mezzo a una guerra sì epidemiologica, ma soprattutto economica; il virus come nemesi storica dell’economia selvaggia e senza regole di questi anni, dove c’è un’Italia contesa tra Stati Uniti e Cina. Anche il famigerato video di Leonardo divenuto virale dopo che Salvini l’ha postato sui suoi social (dove si parlava appunto degli esperimenti della Cina con un virus apparentemente molto simile al nostro), sembra più un attacco dettato dal Fondo Monetario verso i Cinesi, in quanto il Fondo Monetario detiene il comando principale della NATO, in antitesi a Trump, quindi potremmo arrivare a pensare che anche Salvini sia eterodiretto. Sempre osservando ciò che accade in questi giorni, Di Maio sembra essere emissario della Cina (trattato con la Cina, la Via della Seta) mentre il Premier Conte (che viene dai tempi di Monti e che in tanti sostengono essere stato dalla parte della Troika) sembra essere estremamente influenzato da Tedeschi e Francesi. Per questo, quando c’era una situazione di equilibrio con 5 Stelle, Lega e di Conte al governo, si poteva ancora sperare a una pacifica evoluzione per il nostro Paese.
Siamo arrivati a un punto dove si combattono tre fronti e a questa guerra devono sottostare 60 milioni di persone che in questo momento sono costretti a vivere nelle proprie case. Magari qualcuno è anche felice così, ma cosa possiamo fare per quelli che non possono sostenere questo momento e che stanno per cadere nel baratro, senza denaro e senza possibilità di recuperarne altro per poter andare avanti nella vita di tutti i giorni? Nel frattempo, anch’io resto a casa (non abbiamo alternativa!), in attesa di risposte e soluzioni. Saranno in grado i nostri politici di qualunque schieramento di fornirci una “ricetta”? A mio avviso no, la “cura” non ce la può dare nessuno di loro, può solo partire dalla consapevolezza che deve maturare in ognuno di noi, ragioniamo, pensiamo, leggiamo e non facciamoci più fregare!"

 

Mercoledì, 25 Marzo 2020 19:32

A domicilio i prodotti del mercato "La Corte"

Parma, 25 marzo 2020. Anche il mercato degli agricoltori "La Corte" di piazza Lubiana e di via Imbriani, come tutti i mercati, è stato sospeso dall'ordinanza per il contrasto e il contenimento del Coronavirus.
L’attività dei produttori del consorzio "La Corte" non si ferma però, alcuni di loro hanno infatti dato la propria disponibilità ad effettuare la consegna a domicilio per i clienti abituali e per chi vorrà apprezzare le eccellenze arrivate direttamente dai loro campi: un servizio in più per la cittadinanza che potrà ricevere a casa, in piena sicurezza e nel rispetto delle norme, i prodotti genuini a chilometro zero tanto apprezzati settimanalmente.

In allegato (scaricabile in pdf) l’elenco degli agricoltori disponibili ad effettuare il servizio e i relativi riferimenti per il contatto.

“Siamo molto contenti che anche i produttori del mercato "La Corte" siano disponibili ad effettuare le consegne a domicilio e come Amministrazione Comunale siamo ovviamente contenti di poter promuovere questo servizio – commenta l’assessore alle Attività produttive Cristiano Casa – Si tratta di una attività importante per chi lavora, che può così dare continuità alla sua produzione, ed è molto utile per i clienti parmigiani che possono continuare ad acquistare prodotti a km 0 di grande qualità”.

 

AZIENDE DISPONIBILI A CONSEGNE A DOMICILIO
AZ. AGR. GIAROLI STEFANO
prodotti orticoli freschi
3336324520

L’ ORTO SOTTO CASA
prodotti orticoli freschi
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 3884452561

IL GELSO DI PAOLA VAGNOTTI
prodotti frutticoli freschi
3487764105 Pagina FB

SOC. AGR. SALICETO
formaggi latticini vari
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 0521857193
-3773259069

SOC. COOP. IL BATTISTERO
formaggi latticini vari
www.caseificioilbattistero.it

DALL’ AGLIO SS
formaggi latticini vari
3472390591

ARALDI PIETRO E LUIGI SS
formaggi latticini vari
www.agricolaaraldi.it 0521806162

CAMPANA VALENTINO
carne bovina
3403172721

SOC. AGR. S. PAOLO SS
carne bovina e suina
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 052559150
3333967895

LA GACCIOLA
formaggi caprini
3463951130

AZ. AGR. LA STREGA ROSSA DI SARTI T.
miele
3396775485

AZ. VIGNE DEI CAVALLI
vino
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 3486515804
3479738670

AZ. AGR. LEONI GUIDO
prodotti frutticoli freschi
Fb Agricola Leoni

EREDITA’ DAL PASSATO
pane e farine
3356070640 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
APP EREDITA’ DAL PASSATO

La libertà è la sorgente cristallina da cui discende la vita stessa dell’uomo che ha cavalcato le civiltà per approdare ai giorni nostri, trovandosi di fronte un limite al quale non era abituata: un virus invisibile che arriva da un paese lontano e, in poco tempo, contagia la terra mobilizzando l’intera umanità verso una cambio di rotta repentino delle proprie abitudini e comportanti, dai contorni ancora incerti.

di Guido Zaccarelli Mirandola 19 marzo 2020 - Le persone da sempre sono state proiettate nel loro fare quotidiano, verso il nuovo che avanza, nella smisurata situazione di perdere ogni istante del tempo presente, pensando che solo il futuro possa soddisfare il desiderio di esistenza, lasciando al qui e ora il solo fare di esserci. Il tempo è l’unità di misura che scandisce la vita terrena e consegna nella mani dell’uomo la consapevolezza che il tutto è in divenire e nulla è mai fermo, e come sostiene Eraclito «è sostanza dell’essere e soggetta alla trasformazione».

Ciò che fino a qualche giorno prima era possibile, ora è vietato. Siamo di fronte a un cambiamento storico, di portata eccezionale, e di fronte alle differenze geografiche nessuna etica, religione o politica è in grado di giustificare ciò che il mondo in questo momento sta attraversando, perché come diceva Pascal «i costumi e i valori cambiano con tre gradi di latitudine, al di là o al di qua dei Pirenei».
Le civiltà che ci hanno preceduto, come quella attuale, e quelle che verranno dopo di noi, sono caratterizzate in forma ciclica da un inizio, da un periodo di massimo splendore per concludersi e diventare il punto di riferimento per la nascita della civiltà successiva, ognuna riflessa nei propri atteggiamenti e nei propri valori.
Può darsi che il contesto attuale, segni il confine storico di questa civiltà perché da questa ne discenda un’altra, distesa verso un minor individualismo economico e maggiormente orientata al valore della Persona e del bene comune.

L’agorà è sempre stato il luogo del confronto e della dialettica, ben espressa nell’arte della interazione tra le persone alla ricerca continua della verità, quella riflessione sociale a cui Platone ambiva durante i dialoghi per raggiungere, attraverso la filosofia, l’idea, quale meta finale della conoscenza.
Tommaso d’Aquino, nelle 5 vie, affermava che il livello della conoscenza umana è tale solo quando si arriva alla scoperta delle sue cause prossime e indica nel divenire, nella casualità, nel partire dal possibile e dal necessario, dai gradi di perfezione e dall’ordine inverso, le circostanze che danno origine all’autonomia della natura: «l’uomo come la natura è stata creata per essere autonoma».
Il luogo, il tempo e la dialettica sono i capisaldi per approdare all’altro, come meta finale della conoscenza che avviene attraverso l’interazione dialogica. Il vuoto e la mancanza sono gli occhi con i quali gli uomini intravedono gli sguardi altrui dietro la maschera che ogni giorno indossano quando escono al mattino di casa e salgono sul palcoscenico della vita quotidiana, per affrontare il mondo (il pubblico) sapendo di essere continuamente oggetto della soggettivazione del giudizio altrui. Come affrontare le luci della ribalta?.

Ervin Goffaman ha offerto al mondo il proprio sguardo, riportando in chiave drammaturgica la vita dell’uomo e affermando che: «l’uomo recita il personaggio del momento, indossando una maschera per interpretare ora il ruolo da protagonista o come personaggio di sfondo della scena in atto. Il problema nasce quando, travolto dall’abitudine, la trattiene anche quando è solo e in stretta relazione con se stesso».
La giornate sono sempre scandite all’insegna di una sana quotidianità e il tempo è ciclicamente vissuto tra il lavoro, la casa e il divertimento all’interno della propria comunità.
Il vuoto e la mancanza sono sotto gli occhi di tutti. L’uomo li impiega per osservare la realtà e l’ambiente circostante e per essere visto e riconosciuto nelle infinite dimensioni con le quali si presenta agli altri mondi, talvolta sconosciuti. Ed è in questo gioco di riflessi e di sguardi reciproci, che il vuoto e la mancanza diventano i punti di riferimento sui quali la solitudine edifica la sua presenza negli individui, che agisce favorendo il dialogo tra uomo e macchina e non tra uomo e uomo.

Le persone si ritrovano in luoghi pubblici, utilizzano mezzi pubblici, percorrono le strade delle città immersi nella tecnologia con lo sguardo perennemente riflesso nello schermo del proprio telefono. Tutt’introno il vuoto e la mancanza di adesione sociale. La presenza dell’altro è per dare senso al vuoto, per giustificare a se stessi che non si è soli ma in compagnia della solitudine.
Il senso di vuoto che si è creato negli individui, in relazione alla mancanza di libertà invocata dalle circostanze, ha reso evidente come la tecnologia offra all’uomo la possibilità di mantenere vivo il sistema delle relazioni andando a riempire il vuoto prodotto dalla solitudine della vita domestica. Ma questo non è sufficiente e come afferma la teoria dei gas di Boyle-Mariotte «se l’uomo riesce a comprimere la metà di un gas la pressione che si esercita sul contenitore aumenta del doppio».

Questo a dire che, il perdurare del divieto sulla mancata disponibilità dell’uomo a gioire del senso di libertà, avrà effetti sullo Spirito umano, dal greco pneuma, soffio, che si sentirà compresso come un gas e incapace di riempire la mancanza di vuoto che si è creata tutto intorno.

Qui nasce forte il paradosso, da un lato le persone desiderano vivere continuamente immersi nella comunità reale ma costantemente assorti a dialogare con la tecnologia e isolati dalla realtà circostante. Dall’altro, quando la comunità reale viene a mancare, a seguito di una privazione della libertà, ecco nascere forte il desiderio dell’incontro reale, per colmare il vuoto apparso all’improvviso e senza un perché.
La tecnologia diventa lo strumento per eccellenza che consente di mantenere il filo conduttore con la comunità reale nella speranza che il tempo dedicato ai dialoghi renda consapevole l’uomo che, una volta terminata la pandemia, sia vivido in tutti il desiderio di incrociare gli sguardi e i sorrisi delle persone con le quali si condivide il proprio tempo.

Era necessario incontrare il CoVid-19 per riportare gli uomini a condividere i valori dello stare insieme e del vivere le giornate immerse al tempo presente?

Nasce l’esigenza di una presa cosciente dell’uomo posto in relazione al mutamento dei paradigmi invocati dal momento attuale, che diventano essenziali per riportare la sua idea di centralità all’interno di un nuovo mondo, dove comprendere il valore dell’altro posto in relazione con se stesso.

 

__________________________________________________________________________ 

CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, giornalista, saggista, consulente aziendale e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)

 

La giornata dell'acqua, una ricorrenza mondiale per concentrarci a pensare ai cambiamenti climatici. Ma quest'anno la giornata, al tempo del coronavirus, assume un significato ancor più importante. Alla fragilità climatica dobbiamo associare la fragilità ancor più grave dell'umanità.

Di Lamberto Colla Parma 22 marzo 2020 - Una molecola talmente semplice da non riuscire a interpretarla compiutamente. H2O, o più correttamente H3O+, è la formula di quello straordinario elemento chiamato acqua, l'unico presente  in natura sotto tre differenti stati: liquido, gassoso e solido.

Un enigma che ancora spacca il cervello agli scienziati.

Una formula così semplice ma così indecifrabile per un elemento straordianariamente indispensabile alla vita umana, vegetale, animale e per tutto l'ecosistema mondiale.

Oggi l'umanità è messa in scacco da un semplice virus. Da due mesi l'intera popolazione mondiale si difende applicando una forzata resilienza. L'inattività sociale come difesa; ma cosa accadrebbe in caso di parziale indisponibllità del prezioso elemento che lava, disseta, sanifica, alimenta e si autorigenera.

3 giorni di mancanza e la vita cesserebbe. Altro che quarantena da Covid-19. Una guerra a tutti gli effetti si scatenerebbe immediatamente per appropriarsi del prezioso elemento.

Se di solidarietà internazionale abbiamo visto molto poco in occasione dell'emergenza da coronavirus, a partire dal sequestro di mascherine destinate in Italia anche da parte dei nostri "splendidi alleati", immaginiamo quale potrà essere la solidarietà in caso di carenza d'acqua.

Cambiamenti climatici e pandemie possiamo ben dire che vadano a braccetto, tant'è che quest'ultime non possono essere contrastate in mancanza di un accesso universale all’acqua potabile e sicura. E' un diritto umano.

Acqua pulita per tutti. Purtroppo nel mondo, ma anche in diverse aree d'Italia, non sempre è così.

In queste giornate di contrasto alla pandemia, perciò, qualche minuto al giorno possiamo dedicarlo a pensare alle cose fondamentali e indispensabili per la nostra sopravvivenza: la salute, come mostruosamente il Covid-19 sta dimostrando, l'acqua come nutrimento, come disinfettante, come componente del 70% del nostro corpo, come componente dell'aria che respiriamo, come enigma ma anche come bellezza naturale, i rapporti sociali, che tanto sono stati limitati in questi 15 giorni e lo saranno per molto tempo ancora, la qualità della vita più in generale.

L'acqua, ricordiamo, è di tutti ma non è ancora disponibile per tutti!

 Mo_alluvione02.jpg

 

 

Di Nicola Comparato Felino 16 marzo 2020 - Da Cirone, frazione del comune di Corniglio in provincia di Parma, riceviamo e pubblichiamo questa bella cartolina. Ringraziamo Elisa Moretti, per la sua creatività e per aver condiviso con noi questo messaggio di speranza in piena emergenza Coronavirus.

Il pensiero di Elisa:

"Ci troviamo in un momento in cui fermarsi è l'unico modo per riuscire ad andare avanti. Lo dico da mamma. Dobbiamo restare in casa e uscire solo se necessario. Attualmente per me la priorità è il lavoro, per non far mancare niente a mio figlio, tutto il resto può aspettare, perché nulla è più importante della salute. Sono anche fortunata a lavorare in un ambiente bellissimo, dove la situazione viene gestita nel migliore dei modi, con tanta comprensione, come in una grande famiglia. Il Coronavirus per tutti quanti noi è stato come un fulmine a ciel sereno, evitare di andare in giro è la cosa migliore da fare, non solo per noi stessi, ma anche per i nostri cari e per tutte le persone che ci stanno intorno e che non conosciamo. Solo così riusciremo a venirne fuori. È l'unica soluzione. Collaboriamo, restiamo in casa, facciamo uno sforzo tutti insieme, non sottovalutiamo il problema, ma allo stesso tempo non procuriamo nemmeno inutili allarmismi mettendo in giro notizie false che in un momento così delicato fanno solo del male. Ve lo dico col cuore. Rispettiamo le regole, e sono certa che alla fine..... andrà tutto bene."

 elisa_moretti_1.jpg

Di Nicola Comparato Felino 15 marzo 2020 - Dalla provincia di Parma riceviamo e pubblichiamo la lettera di una nostra lettrice in merito all’emergenza Coronavirus. Donna, madre di due ragazzi e moglie, la signora ci racconta la sua esperienza personale e il suo punto di vista sulla situazione attuale, evidenziando quanto il problema sia stato sottovalutato da molti, e sottolineando l’importanza di rispettare le regole in questo delicato momento. Un messaggio triste, a volte disperato, ma anche di grande speranza. Andrà tutto bene.

Il testo della lettera:

“Sono una mamma di 38 anni, ho un figlio di 16 anni e uno di 8, ho timore per il Coronavirus, e sono contenta che le scuole siano state chiuse “in tempo”, perché le statistiche sul Coronavirus sono a dir poco impressionanti. Purtroppo si è capito tardi, in generale, che era molto importante l’uso delle mascherine e perché no, anche dei guanti monouso, nel momento in cui ognuno di noi si recava al supermercato o in farmacia. Vedo nei ragazzi ventenni, che c’è poco interesse nel rispettare le regole, c’è molta ribellione, oltretutto, si notano ancora troppe persone in giro. E purtroppo non si è ancora capita la vera gravità della cosa, ed è per questo secondo me che la situazione andrà per le lunghe. In famiglia purtroppo abbiamo un caso di Coronovirus, la persona interessata ha avuto dei disturbi apparentemente neurologici in precedenza. Un giorno solo di febbre, e nei giorni consecutivi non ha più avuto la temperatura al di sopra dei 37 °. Purtroppo parlo di mio suocero, il quale ha funzionante un solo polmone, in seguito a un problema in parte risolto anni fa. È stato sottoposto a esami del sangue, ad una TAC e a tutti i controlli possibili e immaginabili, però purtroppo non avendo sintomi di quel maledetto virus, non è stato sottoposto allo specifico tampone. Adesso lui si trova in seguito a un viaggio che aveva prenotato mesi prima, in Argentina, con questo virus addosso in terapia intensiva. È triste, perché si trova dall’altra parte del mondo senza la sua famiglia e senza i suoi nipoti. La colpa è di aver sottovalutato e ignorato il tampone per la mancanza di sintomi, e ora ci troviamo in questa situazione.
Ma io sono fiduciosa e sono sicura che mio suocero tornerà a casa una volta ristabilito e guarito totalmente. Il mio messaggio è quello di non sottovalutare mai nessun tipo di situazione, bisogna rispettare le regole, credo che sia giusto per noi e per gli altri mettere l’arroganza e la voglia di strafare da parte, e credo che l’unica via d’uscita sia quella di abbassare la testa e obbedire a tutto quello che ci viene imposto dalla legge, per far sì che questo brutto incubo finisca al più presto. Andrà tutto bene."

(Il disegno è stato realizzato dalla nostra lettrice insieme ai suoi due figli)

PR-mamma-figli-ANdrà-Tutto-Bene-disegno-IMG-20200315-WA0078.jpg

 

È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"