Quattro ragazzi su dieci tra i 12 e i 16 anni navigano tra le 2 e le 4 ore al giorno imbattendosi in episodi di bullismo. Regole e controlli solo nel 55% delle famiglie ma nell’80% dei casi si tratta solo di limitazioni rispetto al tempo di permanenza sul web.
Lo rivela la ricerca condotta dall’Osservatorio della no profit “Social Warning - Movimento Etico Digitale” fondata dal 24enne Davide Dal Maso, primo docente ad aver portato l’educazione civica digitale in classe, che avverte: “Sempre più necessario costruire un ponte tra genitori analogici e figli digitali per arrivare ad un sano equilibrio tra vita on-line e off-line”. (In allegato i dati della ricerca in formato pdf).
Milano, 6 febbraio 2020 - Quattro ragazzi su dieci appartenenti ad una fascia di età tra i 12 e i 16 anni si imbattono in episodi di cyberbullismo navigando in rete o utilizzando i social media. È il dato allarmante che emerge dalla ricerca, diffusa alla viglia della giornata nazionale contro il cyberbullismo e alla sua seconda edizione, condotta dall’Osservatorio scientifico della no-profit “Social Warning - Movimento Etico Digitale” (https://socialwarning.it/), che nel 2019 ha formato 17mila studenti (10mila incontrati nelle scuole e 7mila tramite corsi e-learning) e 4mila genitori rispetto ai rischi e alle opportunità del web.
Da questi incontri, spiega il 24enne Social media Coach e fondatore della no profit Davide Dal Maso, “emerge che insieme all’esposizione a contenuti e immagini pornografiche e ad episodi gravissimi di adescamento, il cyberbullismo è purtroppo ancora oggi il fenomeno più diffuso in cui i nostri ragazzi si imbattono on-line”. Per Dal Maso, primo docente in Italia ad aver portato l’educazione civica digitale in classe nell’Istituto Professionale in provincia di Vicenza in cui insegna da tre anni, ed inserito nel 2019 da Forbes tra i primi cinque under 30 italiani più influenti nel settore Education, “i dati dell’Osservatorio raccontano della difficoltà degli adulti rispetto all’impartire regole precise ed esplicite per vivere serenamente il web in famiglia, forse per il distacco e la sfiducia con cui molti di loro hanno sempre visto il digitale. Ma è sempre più necessario costruire un ponte tra genitori analogici e figli digitali per arrivare ad un sano equilibrio tra vita on-line e off-line”.
LA RICERCA DELL’OSSERVATORIO SCIENTIFICO DEL MOVIMENTO ETICO DIGITALE - SOCIAL WARNING
Poche limitazioni da parte degli adulti sull’uso del web e solo sul tempo di utilizzo.
Colpisce il dato che racconta che il 72,6% dei ragazzi intervistati ritenga giusto ricevere regole per approcciare la rete (Vedi PDF allegato con Report Osservatorio; immagine n. 5) ma che solo nel 55% delle famiglie dei ragazzi coinvolti nell’indagine dell’Osservatorio (+ 7,4% rispetto a quanto rilevato dalla ricerca nel 2018) vengono impartite limitazioni rispetto all’uso della rete o, più in generale, regole di comportamento a cui attenersi: l’80% dei ragazzi riferisce infatti che l’unica limitazione è legata al tempo di utilizzo (immagine n. 4).
Tra le poche altre regole impartite dai genitori quella di non visitare siti porno e di mantenere chiuso il proprio profilo social.
Educazione digitale, questa sconosciuta: 1 ragazzo su 10 non ne ha mai parlato con nessuno.
Ma con chi confrontano i ragazzi sul tema dell’educazione al web? Spesso più con gli insegnanti che con i genitori (immagine n. 6): il 47% dei ragazzi coinvolti nello studio dell’Osservatorio infatti dichiara di non essersi mai confrontato con la famiglia sui temi dell’educazione al digitale. E un ragazzo su 10 non ha mai affrontato l’argomento con nessuno.
Quante tempo passano in rete i ragazzi e a fare cosa?
Il 32% dei ragazzi di età 12-16 anni coinvolti nello studio dell’Osservatorio del Social Warning trascorre sul web dalle due alle quattro ore al giorno e ben il 22% di loro non ha alcuna limitazione da parte della famiglia (immagine n. 3). La loro passione sono le piattaforme social (in testa quasi con lo stesso indice di gradimento YouTube e WhatsApp, su cui possono condividere gli stati; poi Instagram e TikTok che nel 2019 ha doppiato il gradimento di Facebook) (immagine n. 1). A queste piattaforme l’85,4% di loro si collega più volte al giorno; solo l’11,6% qualche volta alla settimana, praticamente sono sempre connessi (immagine n. 2).
Web reputation e consapevolezza.
Un ragazzo su 7 (quasi il 69% degli intervistati) riferisce di non fidarsi delle informazioni che reperisce in rete, dimostrando che questa generazione ha sviluppato una naturale capacità di immunizzazione rispetto alle fake news che si trovano on-line (immagine n. 7). Sono abbastanza consapevoli (il 65%) che quello che postano o condividono sulla rete una volta on-line non appartiene più a loro, mentre il 35% dei ragazzi coinvolti nella ricerca dimostra di non conoscere fino in fondo le regole base per tutelare la propria web reputation (immagine n. 8).
L’influencer è “una persona famosa drogata di social”?
Per il 65% dei ragazzi tra i 12 e i 16 anni coinvolti nell’indagine dell’Osservatorio del Social Warning non è facile diventare un’influencer (immagine n. 11), figura su cui però non hanno le idee chiare. Il 32% di loro infatti o non sa chi sia e cosa faccia un personaggio che si definisce tale o riferisce affermazioni non corrette (es. “influencer significa rappresentare un marchio come se fosse il tuo”, “influencer è una persona famosa drogata di social”, “influencer è una persona che riesce a muovere qualcosa dentro ad altre persone convincendole a pensare ciò che vuole. Non è facile perché ci vuole tempo e dedizione, cose che in molti non hanno”); il 38% invece riferisce affermazioni corrette.
APPROFONDIMENTI
Cos’è il “Social Warning - Movimento Etico Digitale”
Il “Social Warning - Movimento Etico Digitale” (https://socialwarning.it/) è la no-profit fondata Davide Dal Maso nel 2017 con l’obiettivo di sensibilizzare ragazzi e adulti sulle potenzialità e sui rischi del web attraverso una rete di formatori volontari (attualmente sono circa 150), professionisti del web, che promuovono l’educazione digitale nelle scuole medie e superiori di tutta Italia attraverso incontri formativi gratuiti. Nei primi due anni di vita, Il Movimento ha incontrato, nell’ambito di eventi ed appuntamenti organizzati in tutta Italia, oltre 27mila ragazzi e 7mila genitori sensibilizzati su come approcciare la rete in maniera corretta.
Per diventare formatore volontario del Movimento scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Chi é Davide Dal Maso
Social Media Coach per aziende e professionisti e Docente di “Multimedia e social” e di “Educazione civica digitale” in diverse classi di un Istituto Superiore di Vicenza, Davide Dal Maso, classe 1995 è stato inserito da Forbes Italia tra i 5 under 30 più influenti del 2019 nel settore Education della classifica “100 Number One - L’Italia dei giovani leader del futuro”.
Nato ad Arzignano in provincia di Vicenza, dove è andato a scuola e ha vissuto sulla sua pelle episodi spiacevoli che lo hanno poi portato a fondare il Social Warning per educare ragazzi e genitori ad un corretto utilizzo della rete e dei social, Davide Dal Maso a soli 24 anni ha già tenuto lezioni nelle Università di Padova, Verona, Milano e Firenze su temi inerenti alle sue competenze di formatore ed esperto di digital marketing.
Nel 2018 gli è stato conferito il “Premio Italia Giovane” (presidente del Comitato d’Onore l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini) per “la sua storia, esperienza personale e professionale nel settore Social Warning-Contrasto al cyberbullismo che sono esempi positivi che danno lustro al Paese e forte stimolo per le nuove generazioni”.
Da settembre 2017 insegna “Multimedia e social” in un Istituto professionale di Vicenza in cui nel settembre 2019 ha introdotto, per la prima volta in Italia, la materia sperimentale “Educazione civica digitale” per insegnare ai ragazzi ad essere cittadini consapevoli e partecipi sia nel web che nella quotidianità”.
“No Hijab Day” Sabato 8 febbraio, ore 18, in Piazza Garibaldi, si uniscono unione degli atei e degli agnostici razionalisti , comunità iraniana di parma e ex musulmani d'Italia.
Il 1° Febbraio si celebra il “No Hijab Day”, la giornata internazionale contro l’obbligo di indossare il velo islamico.
È una giornata in cui donne e uomini in tutto il mondo manifestano il loro supporto a tutte le donne che, nei paesi a maggioranza musulmana, in base alla legge della sharia o in base alle "norme" della società sono obbligate a indossare il velo, il burqa o altro; e che in molti paesi stanno conducendo una coraggiosa e pericolosa lotta per liberarsi da questa costrizione.
Purtroppo per motivi organizzativi non abbiamo potuto celebrare il “No Hijab Day” sabato 1° febbraio, ma lo faremo il prossimo sabato: 8 febbraio. Ci troveremo in piazza Garibaldi, di fianco ai Portici del Grano, alle ore 18, per un flashmob.
Vogliamo sensibilizzare la società occidentale in merito a queste lotte poco conosciute; e manifestare tutta la nostra solidarietà a tante donne che in Iran, in Arabia Saudita e in altri paesi a maggioranza musulmana, vengono arrestate a causa della loro protesta contro l’obbligo del velo.
Vi chiediamo di portare un pezzo di tessuto o un foulard da sventolare, che è il simbolo delle donne che lottano contro l’obbligo dell’hijab.
Contattateci per qualsiasi informazione, collaborazione e proposta.
Cell: 333 763 3012
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Di Nicola Comparato 2 gennaio 2020 - Concetta Sarachella in arte Sara Cetty, stilista rom molisana e attivista per i diritti dei più deboli, ha partecipato alla X edizione del "Gran Galà per la vita" a Caserta sabato 1 febbraio. La stilista e mediatrice culturale, oltre alla moda, è presente da anni a manifestazioni di ogni genere ed è anche stata ospite di vari programmi televisivi. Quest'anno il festival della vita ha avuto come tema principale l'argomento "Vivere è Viaggiare", dove Sara Cetty, con lo stile che la caratterizza, ha portato la sua testimonianza di vita raccontando le lotte che ha dovuto affrontare e che continuano ad impegnarla ancora oggi senza un attimo di sosta. Sara Cetty è un vero e proprio esempio dell'impegno, unito all' arte e alla voglia di portare avanti le proprie passioni, una persona instancabile e interessata a tutte le cose belle che la vita ha da offrire, decisa a trasmettere un messaggio di pace e solidarietà attraverso le parole, i gesti e le sue fantastiche creazioni.
Abbiamo già parlato di lei in un precedente articolo che potete rileggere qui
https://www.gazzettadellemilia.it/cultura/design/item/25664-concetta-sarachella-in-arte-sara-cetty,-una-grande-stilista-rom-molisana-a-barcellona.html
Per maggiori informazioni sul Festival della vita
http://www.festivaldellavita.it/
Al di là di quale giudizio etico o culturale si possa esprimere nei loro riguardi, gli influencer sono ormai un fenomeno ben radicato nella società digitale contemporanea. Non è un caso se anche il cinema sta iniziando a raccontare le loro storie (il recente docu-film su Chiara Ferragni) e se addirittura si stanno introducendo corsi universitari dedicati a queste figure. Si tratta di persone, non per forza famose, che con l'ausilio dei social network riescono ad attorniarsi di un folto numero di seguaci, dalle centinaia sino a oltre un milione: fedeli sostenitori i quali, anche più volte al giorno, consultano le pagine dei loro nuovi punti di riferimento e prendono spunto da immagini e suggerimenti da essi pubblicati per la propria vita.
Il fenomeno degli influencer, attori ormai di primo piano nel mercato
Risulta dunque naturale che molte aziende abbiano deciso di appoggiarsi agli influencer per utilizzarli come tramite attraverso cui pubblicizzare prodotti e servizi, al fine di poter veicolare il messaggio desiderato con una ulteriore base di visibilità. È così nata la strategia dell'influencer marketing, già da qualche anno in rapida crescita e con previsioni che ne vedono ancora margini di sviluppo nel futuro prossimo.
Con questo processo gli influencer lavorano in sinergia con brand presenti nel mercato, per pubblicizzare specifici prodotti sui social. Il tema può riguardare diversi settori di interesse, dalla moda all'informatica, da trucchi e creme per il corpo ai giochi per i telefonini, dalla cucina ai viaggi, con risultati molto spesso di notevolissima portata. La spiegazione risiede nel fatto che, secondo le più recenti statistiche, una larga fetta di pubblico, in particolare di età giovane, decide di effettuare i propri acquisti seguendo l'influsso del passaparola e i consigli di persone di cui si fidano e per le quali provano stima. Gli influencer fanno senza dubbio parte di quest'ultima categoria: ecco perché un prodotto messo in mostra sulle loro pagine riesce in molti casi a ottenere un concreto riconoscimento in termini di vendite.
Strategie possibili per la promozione del brand
Per usare un influencer nel marketing ci sono diverse tattiche da mettere in atto: si va dall'immissione di contenuti sponsorizzati, dove attraverso uno o più post si evidenziano i pregi di quel determinato prodotto e si inserisce una call to action per spingere gli utenti all'acquisto, sino all'introduzione di giochi, contest, link di affiliazione, sconti, omaggi, senza dimenticare l'eventualità di assegnare al personaggio prescelto il ruolo di testimonial (ambassador) dell'azienda. Sono tutte opzioni utili per far conoscere il business, implementare l'interesse dei potenziali clienti, valorizzare un nuovo prodotto o aumentarne la forza di attrazione.
Chiaramente, per sfruttare gli influencer per la propria attività, è necessario compiere una serie di valutazioni riferite a quale personaggio possa meglio rappresentare il business, cercando di studiare con attenzione che tipo di pubblico lo segue e con quali modalità e interazioni. Non è infatti sempre detto che i cosiddetti mega-influencer (con oltre un milione di follower) portino automaticamente a un risultato migliore rispetto ai piccoli influencer (con poche centinaia o migliaia di follower), perché questi ultimi hanno comunque di solito un rapporto più stretto e intimo con i propri supporter. Dunque è bene considerare forme diverse di investimento, con interlocutori di differenti fasce, al fine di trovare la strategia perfetta per promuovere il brand. Allo stesso modo, sarà anche fondamentale la scelta dei canali social in cui operare, in base al fatto che si voglia puntare su foto e video di breve durata (in qual caso sarà senz'altro meglio Instagram), video più lunghi (Youtube) o messaggi che contengano mix di testi, immagini e video (Facebook).
In ogni caso resta immutata la consapevolezza di come questo fenomeno conduca al raggiungimento di obiettivi ampi, talvolta eclatanti: una dettagliata guida online relativa all'influencer marketing sottolinea che molte aziende guadagnano 6,5 volte tanto rispetto a quello che investono in questa strategia; un numero già di per sé sorprendente, oltretutto talvolta in grado di salire fino a un guadagno di oltre 10 volte rispetto alla spesa effettuata. Cifre importanti, attraverso cui si ribadisce senza margini d'errore il ruolo che questo tipo di marketing sta assumendo.
Ogni campagna promozionale messa in pratica con gli influencer potrà poi successivamente essere monitorata senza difficoltà e con precisione, grazie a una serie di strumenti rintracciabili in rete con cui avere sempre sott'occhio la situazione, i giudizi e il gradimento del pubblico, le interazioni, l'efficacia dei contenuti: si avrà quindi la possibilità di valutare in tempo reale se e quanto la campagna stia funzionando e cosa eventualmente è indispensabile modificare, cancellare, aggiungere e migliorare.
Se si tracciano le decisioni corrette, analizzando con cura, pazienza e lucidità i bisogni e i desideri degli utenti e le modalità con cui si approcciano ai loro influencer, le occasioni di crescita del proprio business saranno reali, solide e proficue.
Parma 21 dicembre 2019 - Inaugura la nuova rubrica "Fashion Top Glamour" curata dalla giornalista Francesca Caggiati e dedicata al mondo della moda, del trucco, degli accessori e di tutto quello che fa glamour.
Un modo per conoscere le nuove tendenze e i consigli degli esperti per migliorare la propria immagine in ogni occasione.
In questo numero d'apertura i consigli di Morgan Visioli, consulente di immagine total look, make up, hair e fashion stylist
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Numerologia, lettura degli astri e significato delle carte costituiscono una vera e propria mantica che in Europa inizia la sua diffusione a partire dal 1377, quando nel Trattato sui costumi e conversazioni sulla disciplina umana, il monaco svizzero Johannes von Rheinfelden compie un accurato studio descrittivo ed esplicativo su come alcune carte e numeri vengano considerati più o meno fortunati.
Ed è proprio sul finire del 14esimo secolo che si sviluppa e si diffonde in molte prestigiose città europee la produzione artigianale delle carte da gioco, importante presumibilmente dal mondo arabo con estremo successo.
Rapidamente si diffonde anche la convinzione, tutt’oggi radicata, che vi siano dei metodi per stabilire quali numeri sono più fortunati e propedeutici per il gioco e quali invece no. Senza scomodare per forza la lettura dei tarocchi e le carte astrali, andiamo a vedere come sia possibile trovare il successo nel gioco, attraverso al proprio segno zodiacale e in base al nostro ascendente.
Il linguaggio delle stelle
Tramite il linguaggio delle stelle, l’uomo moderno ha cercato di spiegare i propri comportamenti, i vizi, le virtù e le proprie debolezze.
Il ruolo svolto dall’astrologia all’interno del gioco d’azzardo è pertanto legati ai 12 segni zodiacali, ciascuno dei quali ha le proprie caratteristiche distintive, che costituiscono uno specifico schema valido quindi per ogni tipo di gioco.
Ciascun segno zodiacale trova dimora in un diverso pianeta, elemento che crea un legame fondamentale anche nello svolgimento dei giochi d’azzardo maggiormente conosciuto e praticati a livello contemporaneo.
Perciò oroscopo della fortuna per il tuo segno zodiacale si basa sugli elementi fondamentali dell’astrologia che ci indica come ogni segno zodiacale è in grado di sfidare la fortuna.
Così come per l’oroscopo ci sono elementi che vanno a stabilire le differenze tra i vari segni, in base anche all’ascendente, stabiliamo come i quattro elementi, aria, terra, fuoco e acqua vadano a differenziare il diverso approccio e metodo di gioco legato allo studio dell’astrologia.
Il segno dei Gemelli
Analizziamo ad esempio il segno dei Gemelli, cioè di quelle persone nate tra il 21 maggio e il 20 giugno, caratterizzati dalla loro spontaneità e da una mente piuttosto abile e brillante.
Se vi trovate davanti a un Gemelli, al tavolo da gioco, lasciate stare ogni possibile strategia a cui stavate pensando: si tratta del giocatore più spiegato, veloce e determinato, il cui unico limite è rappresentato dalla brama di vincere.
Non è un caso se i giochi come il segno del Gemelli predomina sono giochi rapidissimo come la slot machine, il baccarat e naturalmente la roulette. I numeri fortunati sono abitualmente il 3, l’8, il 9, il 12 e il 23.
Il segno del Leone
Tra i segni più caratteristici, non solo nel campo del gioco, spicca su tutti quello del Leone. Avventurieri, amano confrontarsi con giochi e strade mai esplorate prima.
Questo non vi inganni: se giocate contro una persona del segno del Leone, prestate molta attenzione, visto che si tratta di personalità estremamente competitive che adorano la dominazione, ma anch’essi hanno un tallone d’Achille: non accettano la sconfitta facilmente.
Tra i giochi più adatti troviamo le slot machine con jackpot progressivi. I numeri fortunati sono invece: 1,5,9,22 e 28.
Il segno della Vergine
Chiudiamo infine questa rassegna con il segno della Vergine. Per chi avesse un minimo di dimestichezza con l’astrologia e gli oroscopi, sarà facilmente comprensibile perché questo segno risulta tra i migliori per quanto riguarda il gioco d’azzardo.
Le caratteristiche peculiari sono infatti la puntigliosità e la tenerezza. Due elementi che nel gioco trovano naturale sfogo e campo d’azione propedeutico.
Sistematici e precisi, sono capaci di destreggiarsi sia nel live casinò che in quello digitale, visto che la sua particolare natura fornisce di fatto pregevoli e necessari skill per primeggiare in ogni tipo di gioco, in particolare nei giochi di carte come il poker e il blackjack. I numeri fortunati sono il 3, il 7, il 9, il 18 e il 24.
Si fa tanto parlare di nazionalismi e sovranismo che ci si dimentica quanto ognuno sia attaccato alla propria terra d'origine e come orgogliosamente intenda tramandarlo ai discendenti nel ricordo degli ascendenti. Pubblichiamo perciò questa originale lettera aperta a un neonato come tanti al quale si augura una vita felice e almeno dignitosa.
Lettera aperta a Diego, neonato di Bologna con radici calabresi a Badolato e a Soverato (CZ)
Caro Diego,
benvenuto tra noi! Per la tua nascita abbiamo esultato davvero in tanti. Oltre per tutta la tua famiglia, l’esultanza corre ancora sui “Social” (facebook, whatsapp, email, telefonini e quanto altro) da ogni parte d’Italia e anche dall’estero (perché, sì, tu hai parenti pure all’estero). A te auguriamo, di vero cuore, tutta la felicità di questo mondo!
Auguri e complimenti, in particolare, ai tuoi Genitori, ai Nonni, ai Bisnonni, alle Zie e proZie e a tutti gli altri tuoi familiari. Purtroppo ne manca uno. Manca tuo nonno Tonino che è volato in Cielo poco più di tre mesi fa, il 10 settembre 2019. Ti stava aspettando con tanto amore. E’ lui che, con un messaggio su whatsapp, mi aveva annunciato, la scorsa estate, che tu c’eri già, scalciando nel pancino di tua madre, e che saresti nato verso la metà di ottobre. Infatti sei venuto alla luce giovedì 17 mattina. Pure l’Università delle Generazioni ti saluta oggi. Con l’entusiasmo e le speranze che merita ogni nuova nascita. In particolare la tua!
Un giorno tutti ti parleranno di tuo nonno Tonino. Specialmente nonna Maria. Hanno avuto una grande e bella storia d’amore, fin da quando erano ragazzini della scuola media. Un amore sbocciato a Badolato e durato a lungo, quasi 55 anni, ma interrotto troppo prematuramente. A Bologna, dove sei nato tu.
Adesso ti voglio dire io qualcosa di questo tuo meraviglioso nonno. Come amico di lunga data. Più di 50 anni. Compagni di Liceo, dai Salesiani di Soverato. Poi, vicini di casa. I nostri balconi dialogavano, prospicienti, distanti appena una cinquantina di metri. Quasi quotidianamente ci scambiavamo, così, i saluti con i tuoi bisnonni Pietrino e Caterina, con la tua prozia Vittoria ed altri parenti del loro condominio.
A Tonino piaceva ricordare quando ripassavamo insieme le lezioni, di mattina presto, sotto casa, aspettando l’autobus che ci avrebbe condotti a Soverato, alla scuola dei Salesiani. Sì, ricordo anche io quei momenti, vissuti con la trepidazione tipica degli adolescenti che hanno insegnanti assai severi.
Pensa, avevamo un autobus tutto per noi studenti. Sei, in tutto. Tre da Badolato Marina e tre da Badolato Superiore. Infatti, l’anno scolastico 1967-68 era il primo per cui alle autolinee locali Bressi era stata concessa la tratta Badolato Superiore – Soverato e ritorno. Negli anni seguenti, l’autobus sarebbe stato stracolmo di persone (specialmente studenti). Anzi, di mattina erano necessari due autobus per tanta gente che viaggiava per Soverato.
Nonno Tonino aveva frequentato i tre anni di scuola media e i due di ginnasio come “interno” in quell’Istituto Salesiano. Cioè, studiava, mangiava e dormiva in quel collegio. Poi, per i restanti tre anni di liceo ha deciso di viaggiare, intanto che la famiglia s’era trasferita a Badolato Marina dal borgo antico dove aveva trascorso, in pratica, l’infanzia e la prima adolescenza. Avendo per amici quelli che poi sarebbero diventati tali per tutta la vita. Gli stessi che adesso lo stanno ricordando con un apposito gruppo su whatsapp “Amici di Cenzo e Toni”.
Mi dirai: chi è Cenzo? E’ Vincenzo Ermocida, uno dei compagni d’infanzia più cari di nonno Toni. Cenzo era pure uno dei miei amici più fraterni e di lungo corso (ben 56 anni). Se ne è andato in Cielo lunedì mattina 11 dicembre 2017, poco prima dell’alba, a Roma. Cenzo e Toni, come vogliono indicarli e ricordarli gli amici, stavano sempre insieme. E nonostante Cenzo avesse studiato e poi vissuto sempre a Roma, i due non mancavano occasione per incontrarsi e, spesso, per celebrare, con gli amici disponibili di volta in volta, i loro riti gastronomici in totale allegria e condivisione. Che bei tempi! Auguro a tutti un’amicizia così intensa, significativa e splendida!
Verrà il giorno in cui saprai pure di tale fortissima amicizia e conoscerai di persona i protagonisti di questa bella avventura, tutta paesana, che trovavano nella convivialità il momento più esaltante dei loro incontri, specialmente estivi. Infatti, quasi tutti questi amici abitano in luoghi diversi e lontani tra loro nella nostra Italia meravigliosa. Qualcuno pure all’estero. Ma era autentica e totale festosità quando avevano la possibilità di rivedersi. Ritrovarsi. A parecchi di questi quasi “sissizi” (pasti comuni) ho avuto il piacere di partecipare anche io. Con immensa gioia!
Ti assicuro che tali gustosi incontri erano l’esaltazione pure della nostra più antica cultura calabrese. Ereditata dal mitico re Italo, vissuto proprio nella nostra Calabria centrale circa tremila anni fa. Sicuramente gli amici rimasti si ritroveranno, ancora, attorno ad una squisita tavolata paesana. Certo, adesso che Cenzo e Toni non ci sono più, faranno un po’ fatica. Ma tu, caro Diego, l’hai già dimostrato. La vita continua. E continua soprattutto avendo nel cuore e nella mente coloro che fisicamente non sono più accanto a noi. Ma ci inondano ancora il pensiero. E straripano nel nostro cuore.
Infatti, l’amore è immortale. Almeno finché c’è qualcuno che ci vorrà ricordare. Ecco tu, ad esempio, continuerai a far rivivere nella memoria nonno Toni e tutto il suo mondo, specialmente quello dell’amicizia. Non a caso, Cenzo e Toni ci hanno lasciato in eredità il senso dell’amicizia perfetta. Quel tipo di amicizia che vorremmo che pure tu coltivassi, perché è un sentimento davvero eccezionale. Lieto. Privilegiato, direi. Ti auguro, con tutto il cuore, di percorrere le vie della bella amicizia e della sana aggregazione, almeno così come le abbiamo percorse noi. Ed anche le vie degli altri piccoli e grandi valori umani e sociali che ci hanno contraddistinti. Pure come generazione.
Quando avrai modo di frequentare luoghi come Badolato e Soverato, che sono nelle più profonde radici della tua nascita, scoprirai l’emozione e la bellezza di avere tanti amici, come li hanno avuti Cenzo e Toni. Scoprirai tante altre preziose emozioni, tante altre stupende bellezze e sicuramente resterai legato indissolubilmente anche tu a questa nostra antica terra calabrese che, proprio da re Italo, ha dato il nome all’Italia tutta, dalle Alpi a Lampedusa. Anzi, sono sicuro, ne diventerai convinto paladino.
Fra qualche giorno sarà Natale. E’ il tuo primo di una lunga serie. Sei tu, adesso, il Gesù Bambino per la tua famiglia e per chi ti vuole bene. Amo pensare che, nel Presepe Vivente di casa tua, sia proprio nonno Toni la Stella Cometa che Vi illumina la via e Vi scalda il cuore! Allora “Buon Natale”, Diego! Fra qualche anno, come tanti altri bambini, proverai tanto stupore e tanta gioia al pensiero di Babbo Natale e della Befana! E proverai incontenibili emozioni per ogni tuo viaggio in Calabria … Fra qualche anno … piano piano ti si aprirà l’infinito universo-mondo! Fra qualche anno…
Adesso, poppa! Poppa tranquillo e sereno. Ne riparleremo fra qualche tempo, magari di persona! Un bacione a te e a tutti i tuoi cari. Buona Vita, Diego! Anzi, ottima Wita!
Mimmo Lanciano (Agnone del Molise, lunedì 16 dicembre 2019 ore 09,06)
In Italia il cibo gettato via ogni anno equivale ad un punto del PIL nazionale, con l'82% dello spreco rappresentato dal cibo che si getta in casa.
A Natale lo sperpero è al massimo, soprattutto in Italia dove in occasione delle feste si esagera con cibi e vini. «Queste celebrazioni hanno così un effetto dannoso sul pianeta di cui stiamo consumando le risorse a tempo di record» avvertono gli analisti di Ener2Crowd, invitando i cittadini a rendere le feste più eco-sostentibili.
(AJ-Com.Net) - ROMA, 13 DIC 2019 - Lo spreco alimentare somma annualmente in Italia 17 miliardi di euro, pari all'1% del pil, di cui 14 miliardi di euro dissipati per il cibo già prodotto e gettato via e 3 miliardi di euro per lo spreco di filiera e distribuzione.
Si tratta per l'82% di alimenti gettati via dai consumatori e per il 18% di scarti del processo di produzione e di trasporto. A metterlo in evidenza è Ener2Crowd ( www.ener2crowd.com ), la prima piattaforma italiana di lending crowdfunding energetico.
Se analizziamo poi i dati del periodo natalizio scopriamo che tra Natale e Capodanno si getteranno via oltre 500 mila tonnellate di cibo, corrispondenti ad oltre 80 euro per gruppo familiare che vanno in fumo inutilmente, portando anche ad un'impennata del livello di inquinamento «perché ogni tonnellata di rifiuti alimentari produce 4,2 tonnellate di CO2» spiegano gli esperti di Ener2Crowd.
Eppure, dalla scelta dei cibi alle decorazioni, dai mezzi di trasporto all'illuminazione, il Natale può essere occasione per mettere in atto e diffondere pratiche sostenibili, puntando sulla sensibilità ambientale e sulle tecnologie per ridurre gli sprechi, anche energetici.
«Mai prima d'ora abbiamo avuto così tante prove del fatto che essere sostenibili è anche economicamente vantaggioso per le aziende» sottolinea Niccolò Sovico, ideatore, co-fondatore e ceo di Ener2Crowd.
Se poi in Italia ogni cittadino dedicasse l'esatto valore dello spreco alimentare di 12 mesi ai progetti Ener2Crowd pensati per il progresso del Pianeta, questi rappresenterebbero un tesoretto di circa 13 miliardi di euro in grado di crescere del 6% all'anno.
«Come consumatori, dobbiamo usare il nostro potere di spesa per mostrare alle aziende che è nel loro interesse realizzare prodotti sostenibili» ricalca Giorgio Mottironi, co-fondatore e chief sustainability officer di Ener2Crowd, che per questo Natale suggerisce di regalare e regalarsi un «lending crowdfunding energetico».
La proposta ai cittadini è quella di diventare greenvestor, optando -ad esempio- per il progetto Ener2Crowd legato al relamping realizzato da Samso SpA con la nuova tecnologia a led in grado di portare ad una riduzione annua di 365 tonnellate di emissioni di CO2, pari all'effetto che avrebbe la piantagione di 36.500 alberi.
(Foto di Francesca Bocchia - Accensione albero di Natale a Parma)
Scegliere la città giusta per una vacanza o dove trasferirsi, quando si mette su famiglia e si hanno dei bambini, a volte sembra una vera e propria impresa. Ci sono tante cose a cui pensare, scuola, servizi e molto altre attrezzature per agevolare anche i genitori! Ecco perché Holidu, il motore di ricerca per case vacanza, ha deciso di stilare una pagella di tutte le città italiane dando i voti più alti a quelle perfette per bambini, secondo alcuni diversi parametri, ricercando dove i più piccoli possono sentirsi a loro agio e godersi un soggiorno coi fiocchi!
Per creare la classifica, sono stati estratti i dati relativi alla densità di parchi divertimento, zoo, acquari, gelaterie e asili nido da Google e la densità di bambini e ragazzi per città secondo i dati Istat. Sono stati poi estrapolati i dati relativi agli appartamenti adatti a famiglie con bambini dal database di Holidu.
Le pagelle delle città a misura di bambino:
1. Venezia 6.7/10
Al primo posto si trova Venezia con un punteggio totale di 6.7 su 10. Tra tutte le città d’Italia è proprio il capoluogo veneto ad aggiudicarsi la medaglia d’oro. Chi ha dei bambini a Venezia sembra avere a disposizione tutto! Tra i servizi presenti in città, ci sono ben 47 asili, parchi divertimenti e anche tantissime gelaterie! Venezia, infatti, è la città con più alta densità di gelaterie per abitante: quasi 5 ogni 10mila abitanti. Tra le più deliziose c’è la dolcissima Gelatoteca Suso, a soli 500 m da Piazza San Marco, il paradiso dei bambini! Tra le attrazioni più amate, invece, c’è il famosissimo acquapark Caribe Bay, sul Lido di Jesolo, e per chi volesse passare un weekend in famiglia nella bellissima città dei canali, Venezia offre ben il 40% di case vacanza adatte a bambini.
● Divertimento: 4.2/10
● Asili nido: 4.5/10
● Gelaterie: 10/10
● Appartamenti: 10/10
● N. di bambini: 3.1/10
2. Rimini 6.3/10
Al secondo posto si trova Rimini con un punteggio totale di 6.3 su 10. La città romagnola, che affaccia sulla riviera, si aggiudica la medaglia d’argento in questa classifica. Qui tra piade e fritti di pesce, non mancano certo le attrezzature e i servizi per famiglie con bambini. Rimini è la città italiana con più alta densità di attrazioni per i più piccoli: tra di esse, l’Italia In Miniatura, adatta anche ai più piccoli, o il famosissimo Acquario di Cattolica, per chi fosse curioso di avere un incontro ravvicinato con delfini e squali, a soli 20 km da Rimini. Per quanto riguarda le famiglie non mancano anche case vacanza vicine alla spiaggia per turisti con bambini: il 28% del totale è, infatti, adatto ai più piccoli. Tra le gelaterie migliori, spunta la Gelateria 3Bis, proprio a due passi dal lungomare.
● Divertimento: 10/10
● Asili nido: 8.4/10
● Gelaterie: 7.6/10
● Appartamenti: 6.3/10
● N. bambini: 4.5/10
3. Siracusa 6.1/10
Chiude il podio Siracusa, con una valutazione di ben 6.1 su 10. La città siciliana sulla costa ionica ha tutto ciò che si possa desiderare per famiglie con bambini, tra i vari servizi, sono, infatti, presenti ben 34 asili nido. Nella città ci sono, inoltre, attrazioni per turisti e non, tra queste merita sicuramente una visita l’Acquario tropicale situato sull’Isola di Ortigia: nonostante le sue modeste dimensioni, questo è un piccolo gioiellino per intrattenere i più piccoli “scalmanati”. A pochi passi dal centro storico, si potrà far degustare ai bambini anche un gelato strepitoso alla Gelateria Fiordilatte. Per quanto riguarda le case vacanza, anche in questo caso un 30% del totale è adatto ai bambini.
● Divertimento: 7/10
● Asili nido: 8.1/10
● Gelaterie: 7.6/10
● Appartamenti: 7.1/10
● N. bambini: 4.8/10
4. Firenze 6.1/10
Al quarto posto si trova Firenze con una valutazione di 6.1 su 10. Il capoluogo toscano non è solo la città d’arte per eccellenza, ma offre anche tantissimi servizi e attrazioni per le famiglie. Per i genitori con figli piccoli, infatti, sono presenti sul territorio ben 114 asili nido. Per quanto riguarda il divertimento, a 9 km dal centro si trova il Parco Avventura Vincigliata di Fiesole, con percorsi tra gli alberi adatti a grandi e piccini. Per turisti e non le gelaterie in città non hanno niente da invidiare alle prime in classifica e una delle migliori è proprio La Carraia, gelateria storica di Firenze che affaccia sull’Arno. Le case vacanza presenti in città sono per il 38% adatte a famiglie con bambini.
● Divertimento: 6.1/10
● Asili nido: 8.9/10
● Gelaterie: 7.6/10
● Appartamenti: 9.8/10
● N. bambini: 3.6/10
5. Pescara 5.3/10
Al quinto posto si trova Pescara con una valutazione di 5.3 su 10. Il capoluogo abruzzese si aggiudica un posto in classifica per la sua offerta completa per famiglie e bambini. Sul territorio sono, infatti, presenti 3,3 asili nido ogni 10mila abitanti, la densità è tra le più alte d’Italia. In città ci sono un totale di 37 gelaterie, niente male vero? Per i più golosi è da provare un bel cono alla Gelateria Rivareno Pescara, oltre che tutte le altre deliziose in riva al mare. I più avventurosi potranno far avvicinare i propri bambini al mondo dei puma e dei leoni al Parco La Rupe, a 40 minuti dal centro città. per chi volesse soggiornare in casa vacanza, gli alloggi adatti ai bambini sono circa il 26% del totale.
● Divertimento: 4.9/10
● Asili nido: 9.9/10
● Gelaterie 3.2/10
● Appartamenti: 9.4/10
● N. bambini: 10/10
6. Bergamo 5.2/10
Al sesto posto si assesta Bergamo, a poca distanza dai voti di Pescara, con una valutazione di 5.2 su 10. La città lombarda si aggiudica un posto in classifica, grazie ai servizi per famiglie e bambini, che vengono offerti sul territorio. Per quanto riguarda gli asili nido, ad esempio, ce ne sono 37 in totale. A soli 15 minuti dal centro si trova il Parco Avventura Torre Boldone, che offre percorsi per bambini e la possibilità di organizzare anche feste di compleanno! Per chi ama gli animali, a 10km da Bergamo si trova anche il Parco Faunistico Le Cornelle: elefanti, rinoceronti e leopardi aspettano i più piccoli! In centro ci sono anche gelaterie buonissime, dove portare i bambini dopo una giornata stancante. Tra le più buone, c’è la Gelateria Gemma, dal 1970. Il 26% delle case vacanza presenti in città è, inoltre, perfetto per bambini!
● Divertimento: 6.6/10
● Asili nido: 9.1/10
● Gelaterie 5.7/10
● Appartamenti: 5.8/10
● N. bambini: 4.1/10
7. Vicenza 5.2/10
Al settimo posto si trova un’altra veneta, Vicenza, con un punteggio di 5.2 su 10. Le famiglie con bambini potranno trovare sia in città che nelle zone limitrofe un sacco di attrazioni e servizi, per rendere la propria vacanza speciale. A soli 30 km dal centro si trova il Parco Faunistico Cappeller, dove fenicotteri, ippopotami e zebre aspettano tutti i bambini e qui vengono organizzati anche tanti eventi per le scuole. Chi vuole restare in centro potrà godersi un buonissimo gelato (anche vegan!) da Capo di Latte e per quanto riguarda gli alloggi per vacanze, quasi il 30% sono adatti a famiglie con bambini.
● Divertimento: 5.2/10
● Asili nido: 7.4/10
● Gelaterie 5.6/10
● Appartamenti: 7.1/10
● N. bambini: 4/10
8. Roma 4.9/10
All’ottavo posto si trova la capitale, con un punteggio di 4.9 su 10. La città eterna sicuramente ha tantissime opzioni da offrire a grandi e piccini e la vasta scelta comprende sia servizi che attrazioni. Tra questi, un totale di 641 asili nido e ben 13 parchi divertimento, nonostante la densità dei servizi non sia elevata come per le città prime in classifica. Tra i parchi più belli spuntano Cinecittà World e l’Oasi Park, mentre per chi ama stare in centro a fare una passeggiata, un bel gelato da Giolitti, a due passi da Montecitorio, farà felici i bambini più capricciosi! La capitale è anche al primo posto per quanto riguarda densità di bambini e anche per quanto riguarda gli alloggi per le vacanze, il 37% del totale è adatto a famiglie con bambini.
● Divertimento: 1/10
● Asili nido: 6.1/10
● Gelaterie 3.2/10
● Appartamenti: 9.4/10
● N. bambini: 10/10
9. Bologna 4.8/10
Al nono posto troviamo il capoluogo emiliano, che con una valutazione totale di 4.8 su 10, trova il suo spazio in classifica. Bologna, famosa per il suo cibo paradisiaco e per essere una città per studenti, a anche molto da vantare in quanto a servizi e attrazioni per bambini. Sul territorio, ci sono infatti un totale di 123 asili e ben 129 gelaterie! Tra le più prelibate, spuntano sicuramente la Gelateria Gianni, in una laterale di Via Ugo Bassi, e Grom, a due passi da Piazza Maggiore. Chi volesse passare un weekend nella bella città di Lucio Dalla, con tanto di passeggino e ciuccio alla mano, troverà il 28% di appartamenti perfetti per bambini.
● Divertimento: 0/10
● Asili nido: 9.5/10
● Gelaterie 7.1/10
● Appartamenti: 6.3/10
● N. bambini: 3.6/10
10. Prato 4.7/10
In ultima posizione troviamo Prato, che si aggiudica una votazione totale di 4.7 su 10. La città toscana è seconda per numero di abitanti nella regione. per quanto riguarda i servizi per bambini, gli asili qui sono ben 39, anche se la densità è più bassa rispetto alle altre in classifica. Il divertimento non manca qui, a un quarto d’ora dal centro, si trova infatti Il Mondo di Babbo Natale, parco tematico che cade a pennello con la stagione natalizia. Il centro città pullula di gelaterie, tra queste le più buone solo la Gelateria di Corso Prato e Gelatiamo. Chi vorrà spendere una bella vacanza a Prato con i bambini, avrà a disposizione più del 34% di appartamenti child-friendly.
● Divertimento: 1.1/10
● Asili nido: 5.3/10
● Gelaterie 4.9/10
● Appartamenti: 8.5 /10
● N. bambini: 5.4/10
Riguardo a questo studio
Per stilare la classifica delle città a misura di bambino, sono state prese in considerazione le città italiane con più di 100mila abitanti e sono stati estratti diversi dati relativi a servizi e attrazioni per bambini. Il numero di parchi divertimento, acquari, zoo e asili nido sono stati estrapolati dal database di Google Maps, il numero di bambini e ragazzi dai 0 ai 14 anni è stato estrapolato dai dati Istat 2019. Le percentuali di case vacanza adatte a bambini sono state estrapolate dal database di Holidu. Tutti i dati sono stati poi divisi per la popolazione di ciascuna città, per ricavare la densità e poi sono stati normalizzati (da 1 a 10). La valutazione totale di ogni città è una media dei dati normalizzati, considerando il diverso peso dato ad ogni elemento: Parchi divertimento (10%), Zoo (10%), Acquari (10%), Asili nido (10%), Gelaterie (25%), Numero di bambini dai 0 ai 14 anni (5%), Appartamenti per bambini (30%).
Per maggiori informazioni su Holidu, consulta il nostro sito www.holidu.it
Personaggi conosciutissimi del mondo dello sport, dell’informazione, della moda, della musica, del cinema e della televisione. Il dicembre in Val di Fassa è griffato Ale Piva Production. Con il famoso manager sono giunti in Trentino tanti vip che hanno attirato l’attenzione di curiosi, sciatori e appassionati di montagna. Un bolognese di alta qualità, Andrea Roncato, è stato tra i grandi protagonisti della kermesse. Ed è proprio lui che si è concesso alla penna della Gazzetta dell’Emilia, raccontando quello che è il suo presente professionale e molto di più. Il curriculum dell’attore parla da solo e porta con sé un’esperienza tale da spiegare l’evoluzione del suo lavoro dagli anni ’80 ad oggi, con tutta una serie di nuove tecnologie e piattaforme che hanno rivoluzionato lo show business.
Partiamo dalla stretta attualità e dal successo di uno degli ultimi lavori in cui è stato protagonista: “La Mitomane”, serie TV su Netflix.
“È stata una bella opportunità di lavoro. “La Mitomane” è piaciuta molto al punto che si è deciso di girare la seconda serie. Io sono il padre italiano della protagonista. Le puntate sono girate in Francia e il cast è veramente di grande qualità”.
Questa serie Tv ci permette di introdurre un nuovo argomento: il valore di piattaforme come Netflix nel mondo del cinema.
“I riscontri sono sicuramente positivi: ci sono più opportunità di lavoro per noi attori, e non è poca cosa (afferma ridendo ndr). E poi, la maggior parte delle volte, realizzano dei prodotti assolutamente competitivi”.
Il rovescio della medaglia: la gente va meno al cinema.
“Non credo sia solo legato alla presenza di nuovi “stimoli” per il pubblico. In generale mi rendo conto che le persone decidano di occupare il proprio tempo diversamente. Si sta di più a casa, si guarda la televisione. Qual è la realtà dei fatti? Sta cambiando tutto: è cambiata la gente, è cambiato il nostro Paese e, inevitabilmente, è cambiato il cinema”.
In che senso “è cambiato il cinema”?
“Se ci fate caso, oggi, su 5 film prodotti in Italia, 4 parlano romanesco: l’impressione è che, invece di allargarsi ai costumi e alle storie di tutta la nazione, il cinema si sia concentrato sulla capitale. Io credo che per riavvicinare il pubblico al cinema servano storie che abbraccino tutta l’Italia. Perché l’Italia è piena di eccellenze da raccontare”.
A proposito di eccellenze: lei continua a lavorare con grandi registi. Muccino, Virzì, Pupi Avati: c’è ancora qualcosa da imparare nel suo mestiere dal suo punto di vista?
“Il bello di fare l’attore è che non si smette mai di imparare. Con Pupi ci conosciamo da anni: mi ha diretto 6 o 7 volte, eppure quando termino un lavoro con lui, mi sento migliorato. A me piace mettermi alla prova con generi diversi: passare dal comico al drammatico e viceversa. Credo sia questo il segreto: non accontentarsi mai”.
Chi viene a Canazei sicuramente non si accontenta.
Roma, 28 novembre 2019 - Si pone prioritariamente un tema reputazionale. Acadi rappresenta con le filiere dei suoi associati il 70% del comparto del Gioco Pubblico il cui ruolo ed il cui valore aggiunto nel sistema Pase sono ben rappresentati dalle quattro espressioni della giornata di oggi: Responsabilità, Legalità, Crescita e Occupazione.
Di qui il senso dell’avvio di un percorso che porterà a proporre pubblicamente un rapporto di sostenibilità del gioco pubblico e che oggi proponiamo nella forma che potete vedere.
Allo stesso tempo è chiaro che la percezione degli stakeholder - Politica, Istituzioni etc. - ma anche dell’opinione pubblica occorre sia aderente alla concreta situazione con cui il comparto si confronta.
I temi da risolvere unanimemente condivisi sono: esigenza di stabilità e pianificazione, stop all’aumento di tassazione che è riduzione di aggi, soluzione della questione territoriale e riordino con vero contrasto al disturbo da gioco d’azzardo senza ipocrisie.
Ricorrendo, per assicurare in concreto detto contrasto, a misure - diverse da distanziometri espulsivi e da limitazioni di orari asfissianti e non efficaci - volte a realizzare un processo di qualificazione della domanda, un processo di qualificazione dell’offerta (in termini di prodotti, ambienti e personale) anche ricorrendo all’innovazione tecnologica e di finanziamento, con le imposte già raccolte e senza aumenti di tassazione, del servizio sanitario regionale con risorse da destinare a Serd e Sert (Servizi delle dipendenze) per la comorbilità che caratterizza il DGA.
Il tutto solo dopo avere restituito stabilità e certezza del diritto, basilari per la pianificazione e copertura degli importanti investimenti imposti.
1. TEMA REPUTAZIONALE.
Partiamo dalle quattro parole in sala che sintetizzano il contributo al Paese del sistema concessorio del gioco pubblico.
Responsabilità significa tutela della persona (salute risparmio, fede pubblica).
Tutela dei consumatori dalle frodi. Offerta di prodotti controllati, regolati e misurati. Impedisce l’accesso al gioco dei minori. Attuazione immediata di interventi diretti alla prevenzione del disturbo di gioco d’azzardo. Si occupa del contrasto ai problemi di dipendenza dal gioco.
Legalità significa assicurare sui territori il rispetto della legalità e delle regole, da un lato, e contribuire al contrasto alla criminalità, dall’altro (ordine pubblico).
Presidio dei territori con un’offerta legale. Controllo dell’accesso al comparto e vigilanza sugli operatori e sulla filiera. Contributo attivo alle indagini. Gestione del patrimonio informativo dei flussi di denaro con adempimenti antiriciclaggio. Tracciabilità dei flussi finanziari.
Crescita significa assicurare un importante contributo allo sviluppo economico del Paese.
Contrasto al sommerso ed all’evasione. Sviluppo di gettito erariale da emersione. Copertura di misure di politica economica senza aumenti di tassazione per i contribuenti. Sviluppo diretto ed indiretto del PIL. Innalzamento delle iniziative.
Occupazione significa sviluppo di importante sistema imprenditoriale e di rilevanti livelli occupazionali diretti ed indiretti.
Sistema di imprese del comparto altamente specializzato e qualificato per gli imposti standard di specializzazione di professionalità e di tecnologia, da un lato, e qualitativi in termini reputazionali, economici, finanziari e patrimoniali, dall’altro. Attrazione nel Paese di capitali di investimento dall’estero. Creazione di occupazione diretta. Sviluppo di occupazione delle imprese del comparto nelle aziende delle filiere distributive. Sviluppo dell’occupazione nell’indotto.
2. IL PRIMO RAPPORTO SUL GIOCO PUBBLICO CHE PRESENTIAMO IN CONFCOMMERCIO
Ha come obiettivo misurare e dimostrare quanto sopra detto ruolo e valore aggiunto del comparto. Sul punto si rinvia alla sintesi del rapporto.
3. PUNTI DI ATTENZIONE DI OGGI
FISCO.
Non è un tema ordinario di troppe tasse. Si tratta di riduzioni di aggio rispetto all’inizio delle convenzioni di concessione.
Numerosi e ripetuti sono gli aumenti di tassazione imposti al comparto del gioco pubblico che si sono susseguiti nel tempo, dal rilascio delle concessioni, con impatto diretto sul comparto, posto che gli aumenti sono concepiti in larga parte in misura diversa da meri aumenti di tariffe. Solo l’ultimo aumento dei ben tre già imposti negli ultimi quindici mesi (e prima dell’attuale manovra) ammonta a circa un miliardo e cinquecento milioni di Euro, che rappresenta circa il 27% dei ricavi della filiera della verticale distributiva su rete fisica degli apparecchi.
Il livello di pressione fiscale attuale sul margine lordo ha raggiunto per le AWP il 68,9% e per le VLT il 51.9% e, in ragione della legislazione vigente, è destinato ad arrivare già nel 2020 rispettivamente al 70,5% ed al 55%. Il Rapporto dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio "Focus tematico n. 6 - La fiscalità nel settore dei giochi" del maggio 2018 denunzia che "Gli aumenti delle aliquote a fronte di una domanda di giochi che mostra generalmente una elevata elasticità al prezzo e, soprattutto, la riduzione dei punti di vendita potrebbero comportare una significativa flessione della raccolta complessiva, indebolendo la stabilità economica della filiera e causando una riduzione delle entrate erariali. La corrente sostenibilità economica del comparto deriva da investimenti passati, intrapresi sulla base di condizioni fiscali più convenienti.". Tale scenario è formulato addirittura prima non solo dei richiamati tre aumenti del prelievo sulla tipologia di apparecchi AWP, dei due su quella VLT e di quello sulle scommesse e sui giochi online (imposti prima con il Decreto Dignità di agosto, poi con la Legge di stabilità 2019 di dicembre ed ancora con il Decreto Quota Cento e Reddito di Cittadinanza) ma anche di quello che la Legge di Bilancio in fase di discussione parlamentare allo stato ulteriormente prevede. I meri aumenti di tassazione non rendono strutturale il gettito e modificano radicalmente le condizioni di esercizio delle concessioni, pregiudicando il loro equilibrio nonché la sostenibilità degli investimenti imposti dalle stesse concessioni e già effettuati.
Gli aumenti di tassazione previsti in questa manovra si aggiungono a quanto sopra ed in relazione al medesimo l’Associazione ha avuto modo di precisare la propria posizione in una lettera aperta al Governo. Medesime preoccupazioni destano gli atri aumenti previsti nei documenti relativi alla manovra.
LA QUESTIONE TERRITORIALE.
Tema del Territorio. Lo scenario rappresentato dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio prescinde, inoltre, anche dalle conseguenze delle misure imposte da Regioni e Comuni che, vietando la distribuzione del gioco pubblico dalla sostanziale totalità del territorio, determinano la marginalizzazione, se non l’effetto espulsivo, dell’offerta legale. Si tratta di misure che, oltre a non essere armonizzate tra di loro e con la normativa nazionale, oltre a non essere riconosciute come efficaci per la prevenzione dalle più recenti ricerche epidemiologiche pubbliche (Istituto Superiore di Sanità, CNR altri studi scientifici, da ultimo EURISPES), determinano - per errori tecnici palesi - il venir meno dell’offerta pubblica su intere aree di territorio del relativo gettito erariale, oltre che di numerosi posti di lavoro. Vi sono già, negli ultimi mesi, segnali degli effetti di riduzione della raccolta di gioco con apparecchi da intrattenimento (base imponibile del prelievo), per sversamenti della domanda nell’offerta illegale. La capacità di controllo istituzionale sull’offerta di gioco sarà ancor più difficile da mantenere nei prossimi mesi, quando importanti riduzioni della rete distributiva in concessione saranno provocate dalle misure espulsive regionali in vigore in Emilia-Romagna, Toscana, aggiungendosi a quelle già in essere in Piemonte che peraltro ha posto le condizioni per espellere anche dalle sale specializzate il gioco pubblico con gli apparecchi a partire dal mese di maggio 2019, con effetti immediati sulla ripresa delle attività illegali.
Si deve quindi evidenziare che l’espulsione del gioco pubblico da intere aree regionali (così come gli aumenti di tassazione già rilevati dall’UPB e quelli plurimi recenti) oltre ad indebolire il controllo pubblico del gioco fino ad eliminarlo da intere aree, oltre a non rappresentare un’autentica misura di tutela per l’utente, rappresentano un rischio concreto di espansione dell’offerta illegale (studi EURISPES, maggio e ottobre 2019).
In questo contesto di incertezza, peraltro, si devono registrare altresì richieste, da parte dello Stato al comparto, di nuovi ed immediati investimenti per decine di milioni di Euro per l’introduzione imposta di nuovi modelli di apparecchi (AWPR) e di nuove misure tecnologiche (come la tessera sanitaria), il tutto in prossimità della scadenza delle concessioni, con indefinitezza dei tempi per la copertura degli investimenti e delle condizioni di mercato che si impongono per programmare le coperture dei fabbisogni necessari all’implementazione di questi strumenti di controllo telematico pubblico dell’offerta. Questa evoluzione tecnologica, centrale nella tutela dei giocatori e nella stabilità del sistema di controllo pubblico, avverrà con lentezza in assenza della possibilità, per le imprese di settore, di un quadro chiaro di rientro degli investimenti richiesti.
A risentire delle criticità esposte è anche la programmazione delle gare per le concessioni scadute o in scadenza (scommesse, bingo e tra un po' Awp e Vlt) senza che sia risolta la “Questione Territoriale”, non essendosi le Regioni adeguate alla Intesa raggiunta in Conferenza Unificata nel 2017 nonostante il precetto della legge di stabilità 2018 e non risultando quindi rimossi gli errori tecnici delle norme locali che impediscono di fatto di mettere a terra i punti eventualmente assegnati a seguito dello svolgimento delle gare. Ciò risulterebbe altresì dai pareri interlocutori nn. 1057/2019 e 1068/2019 con i quali il Consiglio di Stato ha chiesto al MEF come intenda gestire il tema della formulazione delle gare alla luce del proibizionismo inflitto dalla normativa territoriale e della mancata attuazione dell’Intesa Stato/Regioni del 2017, atteso il non adeguamento da parte delle Regioni e delle Province Autonome pure previsto nella Legge di stabilità per il 2018. Ora la proroga delle convenzioni in parola ne rappresenta la prova.
IL RIORDINO. Manca un riordino per la stabilità del sistema concessorio, per l’effettiva tutela dei consumatori, del gettito erariale, nonché per il presidio di legalità e per la tutela delle imprese e delle migliaia di lavoratori del comparto.
I concessionari aderenti ad ACADI sono convinti che il sistema concessorio garantisca l’adeguato presidio del settore del gioco con vincite in denaro tramite le reti in concessione e che con un adeguato riordino del settore si possa continuare a contrastare l’illegalità, nonché a garantire la tutela dei consumatori ed una concreta possibilità di prevenzione delle dipendenze dal disturbo da gioco d’azzardo, direttamente nelle reti di vendita legali.
I concessionari dello Stato gestiscono l’economia del gioco legale con imprese sane ed oggi al servizio dello Stato e hanno creato le condizioni per molte decine di migliaia di redditi di lavoro. Si ritiene, quindi, essenziale riattivare l’interlocuzione qualificata per condividere il bagaglio esperienziale su temi centrali, dai risvolti sociali, sanitari, di ordine pubblico, di tutela di gettito, delle imprese e del lavoro, anche per questo di natura estremamente tecnica.
Altrimenti, così continuando, senza un adeguato presidio del settore del gioco in denaro tramite le reti in concessione, il Paese sarà costretto ad una nuova stagione di illegalità, di assenza di tutela dei consumatori e di mancanza di una concreta possibilità di prevenzione delle dipendenze direttamente nelle reti di vendita legali. Il tutto senza agire in concreto sulla rilevante problematica del gioco compulsivo, da un lato, nonché distruggendo economia legale con la chiusura di imprese sane oggi al servizio dello Stato e con la perdita di molte decine di migliaia di posti di lavoro, dall’altro, facendo poi venir meno entrate erariali statali, sino ad oggi dichiarate strutturali, dalle quale derivano importanti risorse anche per i trasferimenti alle Regioni, quali i fondi sanitari e quelli specifici per la prevenzione ed il contrasto al gioco patologico.
Il riordino è stato annunciato (e non attuato) in numerose occasioni e a partire dal 2012.
Il CONTRASTO AL DISTURBO DA GIOCO D’AZZARDO. LE AZIONI CONCRETE.
Una delle ultime previsioni di Riordino (la terzultima per esattezza, il Decreto Dignità 87/2018 prevedeva quanto segue (all’art. 9, c. 6-bis): «una riforma complessiva in materia di giochi pubblici in modo da assicurare l’eliminazione dei rischi connessi al disturbo da gioco d’azzardo e contrastare il gioco illegale e le frodi a danno dell’erario, e comunque tale da garantire almeno l’invarianza delle corrispondenti entrate».
Ebbene il Riordino potrebbe “mettere in ordine” una serie di punti.
Innanzi tutto occorre restituire stabilità al sistema concessorio per il ruolo indiscusso nel contrasto al disturbo da gioco d’azzardo. E la stabilità passa per
- una certezza e coerenza normativa e delle remunerazioni delle attività previste in concessione e dunque per un definitivo stop agli aumenti di tassazione;
- un processo di qualificazione reputazionale del gioco pubblico che non solo lo distingua dall’offerta illegale ma che lo ponga al centro delle misure di contrasto all’illegalità ed al disturbo dal gioco d’azzardo sia agli occhi dell’opinione pubblica sia gli occhi delle Istituzioni.
In secondo luogo, occorre definire il superamento della “questione territoriale” che sta sempre più velocemente imponendo la chiusura di intere filiere distributive del gioco pubblico per i divieti sulla sostanziale totalità di intere Regioni dei distanziometri espulsivi, da un lato, e per l’insostenibilità di limitazioni orarie eccessive, dall’altro. Occorre presidiare il territorio in modo misurato senza concentrazioni o marginalizzazioni, tenendo conto della struttura urbana del medesimo.
- i distanziometri, peraltro inefficaci, sono viziati da dimostrati e conosciuti errori tecnici (sono troppi e inutili i luoghi sensibili, eccessivi i metri di interdizione, troppo spesso illogici i criteri di calcolo, cerchio o percorso pedonale) al punto da rendere non insediabile la quasi totalità dei territori;
- il numero delle ore di interdizione giornaliera supera di gran lunga il limite massimo di divieto imposto dalla Conferenza Unificata in materia del 2017 di 6 ore giornaliere;
- queste misure, quasi sempre inefficaci ai fini dell’obbiettivo che dichiaratamente intendono perseguire ovvero il contrasto al disturbo da gioco d’azzardo, stanno invece riducendo progressivamente le condizioni di tutela degli utenti in quanto, provocando la cancellazione dell’offerta pubblica, determinano lo sversamento della domanda nella crescente parallela offerta illegale (con le inevitabili conseguenze per la tutela dei giocatori e di danno alle imprese e alle entrate erariali).
In terzo luogo occorre definire l’introduzione di strumenti realmente efficaci di prevenzione e contrasto rispetto al disturbo da gioco d’azzardo, attivando un processo di “qualificazione della domanda”, quali:
- incentivi al processo di maturazione della domanda, programmando campagne di informazione e responsabilizzazione a cura di operatori privati e pubblici;
- trasferimento a favore gli Enti locali di parte delle esistenti imposte sul gioco pubblico sviluppato sul territorio di riferimento (senza ulteriori aumenti di tassazione), per assicurare al Servizio Sanitario Nazionario risorse per l’attuazione di politiche di prevenzione e cura sul territorio nelle strutture per le dipendenze del Servizio stesso e prevedendo un piano di controlli e verifica regionale;
In quarto luogo occorre definire l’introduzione di strumenti realmente efficaci di prevenzione e contrasto rispetto al disturbo da gioco d’azzardo, attivando un processo di “qualificazione dell’offerta” di gioco pubblico e delle reti distributive (apparecchi da intrattenimento, scommesse e gioco del bingo), in termini di prodotto, ambienti, personale, tramite:
- l’attivazione di strumenti di accesso alle aree di gioco e del Registro nazionale di esclusione alimentabile anche da familiari (già operativo per il gioco a distanza);
- la revisione dei parametri di gioco degli apparecchi (volta a ridurre la spesa oraria da parte del giocatore);
- la certificazione delle caratteristiche dei luoghi di gioco (modalità di accesso, formazione e responsabilizzazione degli addetti, ponderazione degli orari commerciali);
- la diversificazione dell’offerta di gioco tra punti specializzati (sale dedicate VLT, sale scommesse e sale bingo) e punti “generalisti”;
- l’effettiva evoluzione tecnologica delle AWP (c.d. “AWP remote”) con completa gestione online realtime (da server remoto) delle funzioni essenziali degli apparecchi da intrattenimento: (i) trasmissione dei contenuti di gioco agli apparecchi, monitoraggio e studio della domanda, modificabilità a distanza di tutti i parametri di gioco; (ii) autorizzazione all’avvio delle partite; (iii) verifica dell’integrità del software, in funzione di non manomissione; (iv) abbinamento con soluzioni di filtro di accesso al gioco e di induzione al gioco responsabile.
E’ chiaro infine che dette eventuali ulteriori iniziative ed investimenti potranno essere chiesti al comparto solo ed esclusivamente dopo avere definitivamente ripristinate la stabilità di sistema e la certezza del diritto del regime e della remunerazione del sistema concessorio in premessa evidenziate. Diversamente risulta non possibile la pianificazione delle attività.
La donna italiana potrà più metter piede in nessun casinò maltese, e non potrà più giocare ad alcun gioco d’azzardo online
Una siracusana di 47 anni è stata condannata dal Tribunale di Malta per essersi giocata al casinò dei fondi a lei affidati per un investimento. A nulla è servita la difesa dell'avvocato che aveva chiesto l'assoluzione, sottolineando che la donna non aveva precedenti penali e che aveva già rimborsato la somma di 10.000 euro persa al gioco.
Le ammissioni di S.P. e la sua richiesta di aiuto per uscire dalla dipendenza dal gioco hanno influito sulla decisione del magistrato, l’imputata è stata infatti condannata a due anni di reclusione con quattro di condizionale, e quindi resterà in libertà.
La donna dovrà seguire un trattamento riabilitativo contro la ludopatia di tre anni e non potrà più metter piede in nessun casinò maltese, e non potrà più giocare ad alcun gioco d’azzardo online.. Il gioco d’azzardo, è oramai considerato una patologia vera e propria, che verrà curata presso ogni Asl del territorio. Il nome scientifico della malattia è ludopatia, appunto “dipendenza da gioco d’azzardo”, e il numero delle persone che ne soffrono è sempre in aumento, anche nel nostro Paese, soprattutto tra i giovani.
Per Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, i genitori considerano raramente, o mai, che i giochi di denaro rappresentano un comportamento a rischio. Sono moltissimi coloro che diventano “dipendenti dal gioco” e che per questo mettono in discussione le loro vite, i loro affetti e il loro futuro, coinvolgendo le famiglie in un vero baratro. La situazione rappresenta una tale emergenza tanto da mettere in allerta anche le più alte cariche dello Stato.
(30 novembre 2019)
La panchina rossa. Simbolo del sangue versato ingiustamente da tante donne vittime di violenza. Simbolo di impegno per tutelarle e di rispetto.
Rispetto che in tante piazze d'Italia si è ribadito il giorno 25 di novembre. Rispetto che purtroppo a Colorno è mancato nel parco di via Pasini. Proprio in prossimità della panchina rossa installata nell'area verde, qualcuno ha scelto di bivaccare e di organizzare un festino all'aperto a base di alcool e fumo. Il parco è già stato più volte oggetto di vandalismi frequenti, ma questa volta si è oltrepassato il limite.
Questa mattina il simbolo della "violenza sulle donne" è stato trovato accerchiato dal rudo. Grossi bicchieri trasparenti di plastica, tantissimi mozziconi di sigaretta e persino una grossa bottiglia di spumante. Il tutto è stato abbandonato nell'erba e sulla panchina senza alcun pentimento.
Un brutto gesto che speriamo non avvenga di nuovo. Se non si vuole rispettare il "bene comune" o l'ambiente, che almeno si rispettino tutte quelle donne che hanno perso la vita, le loro famiglie e tutte coloro che stanno soffrendo anche in questo istante, abusi fisici e psicologici.
il gruppo
Amo Colorno
La problematica degli imballaggi in plastica sta avendo grande risonanza negli ultimi tempi. Da un lato è ormai reale la necessità di limitare l’utilizzo di packaging superfluo, ove possibile. Dall’altro lato esistono una serie di prodotti per i quali la confezione in plastica è necessaria, in quanto ha reso possibile il loro ingresso nella grande distribuzione. Non tutti i prodotti oggi disponibili possono essere venduti sfusi, a volte è anche una questione di igiene. Nascono per questo nuovi modi di confezionare alimenti e prodotti di vario genere, non solo per quanto riguarda il packaging sul punto vendita, ma anche per la conservazione in casa.
Sacchetti in materiali alternativi
Oggi li chiamiamo alternativi, nel senso che li si può utilizzare al posto della plastica, ma non sempre questi materiali sono del tutto nuovi. Ad esempio i sacchetti di juta per packaging proposti dal sacchettificio Sacchetti di Tessuto sono disponibili in varie dimensioni e forme, in modo da rispondere senza problemi a qualsiasi tipo di richiesta. Non solo la juta è un materiale completamente riciclabile, ma anche biocompatibile, visto che si tratta di una materia prima di origine vegetale, con sviluppo ecosostenibile. La juta è poi anche piacevole e igienica, con questo tessuto si confezionano sacchetti per legumi e verdure, così come simpatici accessori per la casa. Durevoli nel tempo, si possono anche riutilizzare; modificando la consistenza del tessuto nascono poi anche imbottiture e contenitori antiurto, oltre agli innovativi sacchetti in juta con isolante termico.
Il bambù
La novità degli ultimi anni è il bambù. Anche in questo caso stiamo parlando di una novità solo per quanto riguarda gli ambiti di utilizzo, in quanto questa pianta è coltivata dall’uomo da millenni, che poi la usa per scopi vari. La praticità e l’eco compatibilità del bambù sta nel fatto che lo sviluppo annuo di una singola pianta è enorme, oltre a non necessitare di pesticidi o concimi. Inoltre il bambù si sviluppa anche in terreni considerati difficili, sopportando la presenza di acqua così come la siccità. Ciò che di rivoluzionario è oggi presente nel bambù è il campo di utilizzo, ampissimo. Con il bambù si produce una fibra adatta a confezionare qualsiasi tipo di tessuto; ma la parte legnosa dei fusti si può anche usare per l’edilizia o per costruire accessori da cucina, dai cucchiai in legno fino alle lastre di parquet.
Perché adottare un packaging innovativo
Oggi sempre più aziende si stanno muovendo verso l’utilizzo di packaging innovativo ed ecocompatibile. Che non sia di mera plastica, quella che impiega centinaia di anni per decomporsi. Si tratta anche di rispondere alle esigenze della clientela, che desidera limitare la produzione di rifiuti, seppur riciclabili come avviene con la plastica. I nuovi materiali permettono di limitare l’utilizzo di confezioni mono uso, infatti i sacchetti in tessuto sono riutilizzabili e lavabili praticamente all’infinito. Sono inoltre versatili, oggi con i nuovi materiali si prepara anche packaging ecologico per cosmetici, come ad esempio quello che ci propone il sacchettificio Sacchetti in Tessuto. Poter proporre alla clientela un’alternativa ecocompatibile alla plastica diviene in certi casi anche una mossa adatta a favorire lo sviluppo di una migliore reputazione nei confronti dei consumatori.
Il problema plastica
In molte città italiane oggi la plastica viene raccolta in modo differenziato. Il passaggio però dalle abitazioni al riciclo non è così sicuro, anzi sono molti i materiali plastici che purtroppo ancora oggi finiscono nell’ambiente. Oltre agli imballaggi, alle bottiglie, ai film plastici ci sono anche microplastiche invisibili a occhio nudo. Stiamo parlando di una vera e propria emergenza, che potrebbe portare gli oceani a contenere più plastica che pesci. Solo un nuovo modo di concepire il packaging, che lo renda riutilizzabile, può fermare l’inquinamento dilagante da plastiche.