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Anteprima dalla nostra Terra

LA NORCINERIA

Parma e i sui gioielli -degustazione- Crudo di Parma ( stagion. 30 mesi) Coppa di Parma – salame Felino i.g.p.  € 9,50

Culatello di Zibello D.o.p (stag. 18/20 mesi) Podere Cabassa € 12,00

Prosciutto crudo di Parma ( stagion. 24/30 mesi) prosciuttif. Gazzolo  €9,50

Spalla cotta di San Secondo al coltello con mostarda di pere (salumificio Grossi) € 11,00

Parmigiano Reggiano in scaglie (a porzione) con glassa al balsamico €3,50

LA SFIZIOSITA

LA TRILOGIA

Tris di polentina morbida al burro con:
- fonduta di gorgonzola e noci
- crema e lamelle di tartufo e scaglie di parmigiano
- ragù di cinghiale a battuta di coltello  € 11,50

Budino di carciofi con spalla cotta di San Secondo, mostarda di pere e mandorle tostate €8,00

Primo tempo … dalla nostra terra
Anolini con stracotto in brodo di cappone € 10,00
Zuppa Don Peppone, con verdure di stagione, maltagliati e croste di parmigiano € 7,50
Risotto “Opéra” con culatello, asparagi, e funghi porcini € 11,50

La pasta fresca di nostra produzione

Tortelli d’erbetta €8,50
Tortelli di zucca “ricetta di Giulietta Rossi Zerbini” € 10,00
Tagliolini caserecci al ragù culatello €9,50
Pappardelle caserecce al ragù di cinghiale a battuta di coltello aromatizzato al lambrusco € 11,50
Lasagne della tradizione con carne macinata di manzo €11,00

Secondo tempo … dalla nostra terra

Guancialino di maiale brasato al lambrusco su polentina morbida € 11,50
Polpette di vitello al sugo e piselli  € 8,50
Ossobuco di vitello in gremolata di verdure con tortino di riso allo zafferano € 12,50
Punta di vitello alla parmigiana € 15,50

Accompagna il tuo piatto preferito con:
- patate al forno con rosmarino € 4,50

- giardiniera dell’osteria € 5,00

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BEVANDE:
Bibite in lattina € 2,50
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Pane e strolghino offerto dall’osteria

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Venerdì, 24 Aprile 2020 17:35

I figli, al tempo del coronavirus.

Al tempo del coronavirus, l’economia ripartirà con l’apertura della scuola. Non può essere diversamente. Ma non anche in Italia. I figli devono rimanere a casa, mentre riaprono uffici e fabbriche. Ed allora la domanda sorge spontanea: se i genitori sono costretti ad andare a lavorare, ed i nonni restano murati nelle loro case, a chi bisogna lasciare i propri figli? E’ evidente che non può ripartire così il Paese, non in questo modo.

Si stanziano risorse per i servizi di baby-sitting: ma il bonus di 600 euro non copre tutte le spese da sostenere per il lungo periodo emergenziale; nè pare esservi un protocollo sanitario che preveda la tutela della lavoratrice/baby-sitter, dei bambini e delle famiglie. Nel contempo crolla il settore dei servizi all’infanzia, e, con esso, un patrimonio prezioso di risorse ed esperienze pedagogiche uniche in Europa e nel Mondo.

Oramai, centinaia di nidi e scuole dell’infanzia si trovano sull’orlo del precipizio, poiché dovranno cessare la loro attività a causa dei costi fissi di gestione, che non saranno più in grado di sostenere. Senza alcun tipo di sostegno, un asilo nido privato o paritario su tre non riuscirà a riaprire. Pare che al Governo ed agli Enti locali non importi, poi, così tanto, il settore privato dei servizi all’infanzia 0-6 anni: sono stati esclusi da qualsiasi considerazione politica.

Restano, quindi, sul tappeto i due problemi: imprenditoriale, per i titolari degli asili nido privati, e sociale, per i genitori.

Ad onor di cronaca, la Regione Lazio, con due delibere approvate il 16 aprile, è intervenuta stanziando circa 6 milioni di euro a sostegno degli asili nido, sia pubblici o convenzionati sia privati accreditati ma non in convenzione, sospesi a seguito dell'emergenza Covid-19. Sono misure, queste, che si auspica si allarghino a tutto il territorio nazionale, per una corretta e giusta attenzione verso le famiglie ed i lavoratori, ed alleviare i contraccolpi della crisi sanitaria.

L’istituto della famiglia, già sotto attacco da decenni e duramente provato, subirebbe un ulteriore grave contraccolpo e, con esso, il decadimento economico e demografico.

Parma, 23.04.2020

Matteo Impagnatiello
responsabile regionale
associazione “Pensiero e Tradizione"

Per questo settantacinquesimo anniversario della Liberazione, l’Associazione Esplora Aps ha realizzato un programma web che sarà trasmessa dalla propria pagina Facebook sabato 25 alle ore 15. 

Sarà il primo di una serie di appuntamenti tematici, tra approfondimento e intrattenimento, nei quali cantanti, musicisti, attori, scrittori, giornalisti e altri presteranno la loro arte, racconteranno e si racconteranno in forma esclusiva solo per il format.

Questo episodio pilota non poteva che prevedere un ricordo al 25 aprile, alla Resistenza, alla Liberazione con l’anteprima del video di “Tango della Libertà” di Simone Valeo, mentre Raffaele Rinaldi leggerà un testo della moglie Alma Saporito e il poeta Luca Ariano leggerà una sua poesia.

Ci sarà quindi il video di “Quello che ho” di Cabo Cavallo e una serie di contributi sempre in anteprima o in esclusiva: i duetti Silvia Olari / Andrea “Satomi” Bertorelli e Matteo Brozzi / Serena Carpi, la playlist del momento di Francesco Monaco della Gazzetta di Parma, una canzone di Andrea Salvini e, per finire, Antonio Benassi con la sua “Putost che stèr in ca’, particolarmente adatta al momento.

La conduzione è affidata alla bravura, alla leggerezza e all’ironia di Alessandra Cadoppi, autrice e produttrice tv, volto noto sia nelle tv locali che nelle trasmissioni Mediaset e Sky.

L’appuntamento è alle 15 sulla pagina www.facebook.com/associazioneesplora 

 

L’uomo vive da tempo inserito in uno “slot", un connettore tecnologico utilizzato nei computer per contenere una scheda elettronica.

Di Guido Zaccarelli Mirandola 23 aprile 2020 - La parola che corre fluente nelle aziende tra i diversi comparti è “slot” per indicare il tempo che una persona può dedicare all’altra in una conversazione telefonica, o sul luogo di lavoro.

Al mattino il monitor si sveglia mettendo in bella mostra una moltitudine di rettangoli di differenti colori, simili alle celle di un foglio di calcolo, corrispondenti al tempo che una persona ha programmato di dedicare all’altra in una conversazione telefonica, o sul luogo stesso di lavoro. Purtroppo, come spesso accade, la conversazione in atto non esaurisce tutto l’orizzonte che rimane tra: ” il detto e il non detto, tra quello che si voleva, o poteva dire, ma che non è stato detto.”.

Si viene “estratti” dallo “slot” per essere “inseriti” in un altro “slot” dove condividere il tempo con persone anche loro “infilate” in altri “slot”. Viene da pensare che la scrivania sia diventata una vera e propria “scheda madre” di un computer, la cui architettura obblighi l’uomo a comportarsi come una macchina digitale che dialoga con i diversi componenti digitali (persone) che entra ed esce dagli “slot” al pari di una scheda elettronica. Non sarà che il “mondo” abbia addestrato l’uomo a vedere il lavoro come una scheda madre di un computer e il tempo delle persone come una scheda elettronica da inserire al bisogno ed estrarla quando ha esaurito la sua funzione, come una parte di un componente alla catena di montaggio?

La scrivania del computer si chiama “desk-top”, scrivania principale. Nel mondo analogico, quando l’organizzazione del lavoro dipendeva dall’orologio a lancette le persone traevano dalla loro posizione il ritmo per pianificare la giornata di lavoro. Ora i ritmi hanno superato il display dell’orologio digitale e sono scanditi dalle celle colorate che indicano in quale “slot” il lavoratore si deve inserire all’ora x: «mi sono inserito in una conversazione». Questi comportamenti condizionano la vita delle persone che si muovono alla velocita dei bit come un computer, quando deve elaborare una elevata quantità di informazioni in breve tempo.
Cos’è quindi il tempo? Il tempo è uno spazio cosmico che si muove nella dimensione infinita dell'esistenza umana. Intervalli precedenti seguono a ruota istanti successivi che definiscono gli accadimenti vissuti nella sensazione, e nella percezione, del vivere quotidiano. Il tempo nasce con il cosmo, da una pulsione di energia che si è diffusa nel tempo fino a raggiungere la dimensione infinita nel quale l’uomo proietta la sua presenza terrena.

Ogni parola, o azione, è istante zero, ma è immediatamente istante precedente e istante successivo, che trascende. krónos e Kairós sono le due dimensioni temporali, fondamentali, per condensare, o dilatare, nel tempo ogni singolo accadimento in relazione al contesto della vita. krónos è il tempo che assume le sembianze della persona che muove i sui passi sulla linea della vita ben rappresentata dalle lancette dell’orologio. Tutto ciò che appare è misurabile, diventando un punto di riferimento, unico e imprescindibile, per valutarle all’interno di una dimensione singola e prospettica. Kairós rappresenta l’emozione episodica che ha un inizio, un presente e un dopo; è in grado di assegnare un valore all’azione e condiziona l’insorgere dello stato emotigeno che si manifesta nell’istante esperienziale in grado di condizionare l’opportunità e le scelte.

L’uomo nel suo agire quotidiano oscilla tra krónos e Kairós, alla ricerca di uno “slot” in cui trovare la sua vera identità, ma soprattutto deve raggiungere gli obiettivi economici che il potere gli ha ordinato, fatto individualismo”, che si comporta come un attore teatrale che vuole sempre essere il protagonista assoluto della scena, e non semplice comparsa.
Il Covid-19 ha introdotto una variabile imprevista in un paradigma che il tempo ha cercato di proteggere mostrando, in ogni circostanza, l’immagine di una fortezza inespugnabile, al cui interno l’organizzazione funzionava in termini di rapporto, e non di relazione tra le persone: «abbiamo sempre fatto così», è da sempre la frase ricorrente che il potere conferisce ai subalterni per godere del privilegio assunto dalla posizione di controllo.

La tecnologia ha reso evidente quanto la fragilità delle mura che al primo sobbalzo si sono sgretolate dimostrando che le persone anche fuori dagli “slot” sono in grado di manifestare la professionalità e incrementare la produttività. Questo porta a considerare che un sistema rigido “vincola” le persone al fare senza ricevere in cambio il necessario coinvolgimento emotivo fondamentale per governare percorsi di crescita economica e di scambi relazionali.

L’etica e i talenti sono alcune delle virtù principali che l’uomo deve possedere e posto nelle condizioni di essere portati alla luce per raggiungere il bene comune. La critica che viene qui mossa intende riportare l’uomo al valore del tempo e come questo deve essere inteso da chi esercita il controllo. Dobbiamo tutti ricercare la strada per incamminarci verso un nuovo umanesimo, prendendo come riferimento “questo tempo” per iniziare a tracciare il sentiero di un universo capace di colmare lo spazio vuoto che si è creato quando, privato della libertà personale, l’uomo ha compreso il verso senso della vita fuori dallo “slot”.

 

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CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, giornalista, saggista, consulente aziendale e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)

 

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La commissione delle Dirigenti Cooperatrici di Confcooperative e le Giovani Imprenditrici e i Giovani Imprenditori insieme sottolineano la necessità di sostenere le azioni di contrasto agli abusi de della violenza di genere.

di LGC Parma 21 aprile 2020 - In questo difficile momento comune a tutti la Commissione delle Dirigenti Cooperatrici "vuole aggiungere la sua voce per portare maggiore attenzione nel far sentire sostenuti le donne, le ragazze, i ragazzi, le bambine e i bambini che subiscono sopruso verbale, emotivo, fisico. L'emergenza dovuta al contagio da Coronavirus costringe tutti ad una forzata clausura, ed è quasi certo che vengano ad inasprirsi le occasioni di vessazione e abuso, e ad abbassarsi le opportunità di richiesta di aiuto, decompressione e soccorso."

La lettera delle imprenditrici giunge praticamente in contemporanea con la diffusione dei dati che fanno riferimento alle richieste d'aiuto giunte al numero telefonico "1522" messo a disposizione dalla Presidenza del Consiglio Dipartimento per le Pari Opportunità. Nel comunicato trasmesso dl dipartimento nella giornata di ieri infatti viene riportato che "I dati del numero antiviolenza e antistalking e dell’app 1522 per i mesi di marzo e aprile 2020 rilevano una crescita importante delle telefonate e dei contatti per segnalare episodi di violenza domestica e chiedere aiuto.
Mentre i mesi di gennaio e febbraio 2020 registravano un decremento nell’utilizzo del servizio sia rispetto agli stessi mesi del 2019 (455 telefonate a gennaio 2020 contro le 623 del gennaio 2019; 508 nel febbraio 2020, 528 nel febbraio 2019) sia rispetto al dato medio mensile di telefonate del 2019 (587 telefonate), durante il lockdown da Covid-19 è cresciuto il numero di donne che si sono rivolte al numero di pubblica utilità.
Nel mese di marzo sono stati infatti 716 i contatti (erano stati 670 nel marzo 2019), mentre dal 1 al 18 aprile 2020 sono saliti a 1037 (397 nello stesso periodo del 2019). Da rilevare, inoltre, la crescita nell’utilizzo della app “1522”: se le segnalazioni via chat a gennaio 2020 sono state solo 37 e a febbraio 50, confermando così una sostanziale preferenza per il mezzo telefonico, con la campagna di comunicazione mirata alla diffusione della conoscenza dell’app le segnalazioni via chat sono salite a 143 a marzo e a 253 nei primi 18 giorni di aprile.
“Questi numeri sono un segno – spiega la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti – che ci dice l’emersione di un fenomeno purtroppo nascosto, difficile da contrastare proprio nella misura in cui più viene taciuto mentre si consuma nelle mura domestiche. Una delle nostre preoccupazioni ha sempre riguardato, dall’inizio dell’epidemia, le conseguenze che lo stare a casa avrebbe comportato per le categorie più fragili. Il 1522 – contattabile sia chiamando sia tramite app, attivo 24 ore su 24, disponibile in italiano e in altre 4 lingue (inglese, francese, spagnolo e arabo) – è uno strumento fondamentale in questa lotta. Soprattutto l’app è utile in condizioni in cui anche fare una telefonata espone una donna a ulteriori rischi per la propria incolumità. Per questo abbiamo sostenuto e rafforzato la campagna di comunicazione, riportando in Rai lo spot #LiberaPuoi e realizzando una nuova campagna di sensibilizzazione, attualmente in programmazione, con diversi artisti attenti a questo tema. L’opera di informazione che i media stanno svolgendo in queste ore è cruciale per diffondere il messaggio alle donne che ne hanno bisogno per salvare se stesse e i propri figli. Vorrei inoltre ricordare l’app Youpol della Polizia di Stato, per la segnalazione di violenza domestiche, anche in anonimato, alle questure. Così come il sostegno della rete delle farmacie che, con l’accordo recentemente raggiunto con il Dipartimento per le Pari Opportunità, si aggiungono come un presidio informativo fondamentale per l’accesso al 1522”

Le Dirigenti Cooperatrici di Confcooperative Nazionale sostengono perciò la campagna di comunicazione "Libera Puoi" per le donne vittime di violenza e chiedono di fare riferimento all'hastag #fattisentire per moltiplicare il tamtam informativo anche sui social.

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Domenica, 19 Aprile 2020 09:36

Il futuro? La filosofia entra in azienda.

Ogni interesse della mia ragione si concentra nelle tre domande seguenti:
Che cosa posso sapere? Che cosa devo fare? Che cosa ho diritto di sperare?
Emmanuel Kant

Le imprese sono luoghi di lavoro dinamici dove le persone, e le cose, interagiscono tra di loro allo scopo di trasformare la materia in prodotti di differente natura per soddisfare i bisogni e i desideri provenienti dal mondo economico.

Di Guido Zaccarelli Mirandola 18 aprile 2020 - Sale il livello di necessità e la richiesta da parte delle persone di accedere a nuovi servizi a cui le aziende devono corrispondere con tempestività per non perdere le opportunità offerte dai mercati di riferimento. In un momento storico come questo, dove il Covid-19 ha bloccato le economie di tutto il globo, le aziende stanno mettendo in atto strategie difensive, per tutelare la salute dei dipendenti ed espansive per vincere le sfide operate dai concorrenti presenti nei mercati di riferimento.

Come rispondere a questa emergenza pandemica? Le aziende sono un insieme di micro cosmi produttivi, dove la scienza e la tecnica camminano insieme in sentieri già battuti, e altri ancora da percorrere, tenuti in guida dalla presenza dell’uomo che ne legittima i movimenti all’interno dei confini indicati dal sistema. Ognuna di esse si muove seguendo un proprio stile di vita, che cerca di diffondere attraverso la cultura e il senso etico, per mantenere ben saldo il legame con il proprio territorio e con le persone con le quali ha costruito la fiducia, fatta di incontri, di strette di mano, di parole che risuonano nell’aria in ogni circostanza.

Questo per tutelare il patrimonio costruito nel tempo volto a reggere i cambiamenti repentini che, come il coronavirus, arriva senza preavviso, indebolendo le strutture organizzative fino a raggiungere l’uomo e la sua identità, facendo emergere il vero volto della fragilità, tenuta in ombra dalla luce della quotidianità. L’uomo diventa un luogo di lavoro fertile dove la fragilità dell’anima si trasforma in materia per essere osservata nella sua totalità. Il dialogo assume un ruolo fondamentale per accedere all’esistenza dell’Essere.

La filosofia, che è nata per amare il sapere e nel dialogo trova la sua sede naturale e la sua primordiale identità, che il tempo non è riuscito a scalfire, torna a brillare di luce propria e assumere quella posizione di rilievo nel contesto lavorativo alla ricerca dell’essenzialità umana raggiungile con il colloquio messo in atto con la prassi filosofica. Il mondo digitale sta offrendo in dote alle aziende, e alle persone, una nuova modalità per continuare a lavorare a distanza, delineando possibili scenari di come sarà il lavoro dell’uomo nel futuro, e, come spesso accade, essere smentito dai fatti alla prima circostanza. Sarà come viene ampiamente preannunciato? Non tutto sarà come ci viene detto. Molto andrà nella direzione dettata dal tempo e dalla ricerca scientifica, che forniranno le risposte adeguate per ristabilire l’equilibrio sociale e relazionale sul quale l’uomo ha fondato il suo essere sociale.

Questo è un tempo che deve essere vissuto nella consapevolezza che terminerà, che alcune cose subiranno dei cambiamenti ma che non tutto cambierà, incidendo in termini assoluti sulla vita delle persone. Rimane da affrontare la cura dell’anima, a cui le imprese non possono sottrarsi in un momento importante e fondamentale dell’esistenza umana. La filosofia deve entrare di diritto nelle imprese e iniziare ad assumere un ruolo di riferimento per iniziare un dialogo con le umane virtù, per accompagnare le persone alla ricerca del sé profondo, in un mondo digitale dove l’uomo è ancora il valore assoluto delle nostre aziende.

Il filosofo 4.0 è quella figura in grado di interpretare i segnali del disagio derivato anche dalle nuove tecnologie digitali e grazie alla prassi filosofica, costruire il dialogo che consenta all’altro di setacciare quello che deve rimanere in superficie rispetto a quello che deve sfumare, per concentrarsi sulla Persona e sulla sua esistenza per ritornare ad “essere” sé stesso partendo da nuove prospettive e nuove opportunità. È una necessità universale da cogliere e acconsentire, per superare i rigidi rapporti che vincolano le cose del mondo al quale apparteniamo. È lì che ognuno di noi ritroverà la bellezza del mondo e del suo vivere quotidiano a stretto contatto con gli altri.

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CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, giornalista, saggista, consulente aziendale e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)

 

Sabato, 18 Aprile 2020 10:55

Poco e tardi

Pare che il motto “andrà tutto bene” cominci a vacillare e perda sostenitori, ogni giorno trascorso. Le misure economiche varate dal Governo sono poca cosa relativamente a quanto stanziato da altri Paesi europei.

Si auspicava e si auspica una riduzione sensibile della pressione fiscale, ad esempio. Si auspicavano e si auspicano finanziamenti a fondo perduto per il sostegno alle imprese. Almeno a stretto giro, non accadrà nulla di tutto ciò. A tenere banco è il bonus di 600 euro che certamente apporterà scarso sollievo ai lavoratori autonomi ed ai liberi professionisti. Mentre, per i lavoratori dipendenti, di cui tanti messi in cassa integrazione, si prospetta un difficile se non impossibile rientro al lavoro. Né vi è predisposto un piano per rioccupare le persone che perderanno il lavoro a causa dell’emergenza coronavirus.
Insomma, dopo più di un mese di chiusura, si leva uno scenario socio-economico davvero cupo. Ed un altro virus sembra svilupparsi: la fame. I divieti imposti per fermare i contagi hanno quasi atterrato economicamente tutte quelle persone che, fino a ieri, sbarcavano il lunario come meglio potevano. Ciò che inizia a mancare è il cibo. Non certo dai ripiani dei supermercati, ma dalle dispense di molti italiani e che colpisce le fasce più deboli della popolazione. In molti hanno terminato il denaro e vogliono solo mangiare. Ed accade che le forze di polizia vengano chiamate non per il contrasto al crimine, ma per soccorrere chi si rivolge loro per non avere nessun alimento e deve sfamare i propri figli.

Nel turbinio di decreti, circolari, ordinanze si fanno strada la sfiducia, la solitudine, l’apatia che, tutte assieme, provocano l’angoscia del vivere. Secondo gli ultimi dati Istat, nel 2018 si contavano oltre 1,8 milioni di famiglie in povertà assoluta (con un’incidenza pari al 7,0%), per un totale di 5 milioni di individui (incidenza pari all’8,4%).

Come dicevamo, le previsioni non sono propriamente rosee. Secondo Confindustria, a proposito della produzione industriale “in Italia, la caduta dell'attività stimata per marzo (-16,6%), se confermata dall'Istat, rappresenterebbe il più ampio calo mensile da quando sono disponibili le serie storiche di produzione industriale (1960) e porterebbe i livelli su quelli di marzo 1978". Molto probabilmente, con l’apertura progressiva delle aziende, la domanda interna sarà ancora molto debole e sul versante estero, si teme un peggioramento, dato l'allargamento del contagio nel resto del mondo. E’ necessario evitare ritardi nella realizzazione di misure di sostegno efficaci alle imprese ed ai lavoratori, perché non si aggravino le già pesanti prospettive.

In una Italia dove non mancano donazioni, offerte, idee di persone ed aziende che combattono la crisi sanitaria, non sta andando tutto bene: il Governo, principale attore istituzionale, arranca e continua a non avere una gestione strategica per affrontare adeguatamente il dramma sanitario ed economico. Bisogna fare di più, molto di più e subito, anche per recuperare il tempo perduto.

Parma, 17.04.2020
Matteo Impagnatiello
responsabile regionale
associazione “Pensiero e Tradizione”

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