Maria Grazia, qual è la tua idea dell’ Amore?
L’amore deve smettere di essere una richiesta dove l’altro deve soddisfare un’immagine che noi abbiamo costruito dentro di noi, basata sulla nostra storia, sulla famiglia e su traumi vissuti nel passato. L’amore è, prima di tutto, sentirsi responsabili della propria crescita personale e della propria serenità in modo da poter dare, attraverso la relazione, il sovrappiù all’altro.
Oggi si parla molto di narcisismo e non ci si rende conto che dai rapporti tossici bisogna imparare a difendersi conoscendo sé stessi e le caratteristiche dell’amore. E che la caratteristica principale dell’amore è il dare, non il pretendere dall’altro. Se l’altro è in condizione sempre di richiesta, noi possiamo decidere di compensare la sua mancanza di maturità emotiva con la nostra oppure scegliere un partner diverso che sia nella ricerca di sviluppo personale.
E’ un approccio nuovo all’Amore?
E’ l’approccio più vicino all’armonia. Le persone mature non sono persone “in richiesta”: in una relazione che funziona i due partner sanno che avranno difficoltà e zone d’ombra ma non pretenderanno dall’altro le soluzioni. L’ assunzione di responsabilità da parte della coppia è il nucleo centrale di cui non si parla ancora abbastanza.
Quindi in qualche modo, L’amore è l’insieme di due individualità?
E’ questo il punto. Piu vado avanti a fare questi incontri più vedo che questa parte manca: si parla spesso di come corteggiare, di come comunicare con l’altro e come incastrare le personalità. Ma non è questo lo scopo dell’essere umano! Lo scopo della vita è quello di amare perché l’amore è la forza più grande per conoscere sé stessi, cercare la propria felicità e il proprio sviluppo personale.
Qual è la domanda più frequente che ti fanno le coppie quando si rivolgono a te?
Vedo due tipi di approcci: uno un po’ più “boomer” di coppie dai 45 anni in su, che quando arrivano da me presentano la maggior parte delle volte un problema legato al tradimento.
Viceversa, negli ultimi sette anni ho visto una tendenza positiva di ragazzi dai 25 ai 35 anni che, dovendo fare un passo adulto come sposarsi o convivere, vengono da me per chiedermi “come funziona l’amore?” Ed è molto bello perché in questi casi posso dare loro indicazioni di tipo educativo: “Come le donne approcciano certi argomenti? come gli uomini affrontano certe situazioni?
(Come abbiamo fatto negli incontri a Cavriago, ndr). Perché le nuove generazioni non si accontentano, e sono sinceramente interessate alle dinamiche dell’amore.
Le nuove generazioni stanno magari imparando dalle “falle” delle relazioni dei propri genitori e dei nonni, che magari non si lasciavano ma rimanevano infelici?
Sicuramente. Ma pensa anche che i giovani sono anche molto più aperti alle novità e a “patti di coppia” nuovi come ad esempio vivere in una coppia aperta, vivere in due case separate, non avere figli. Patti che per una coppia più adulta sarebbero difficili da accettare.
Torniamo ai più adulti. Hai scritto il libro “Riscrivere il cuore. Le donne e la sfida dell'amore tardivo”, dove ti sei concentrata sul ripartire con l’amore in età tardiva…
Ripartire dopo i 45 non è sempre facile, si potrebbe avere l’urgenza di non rimanere da soli, perché ci sia accorge che il tempo passa, il corpo cambia e non è cosi attraente come in passato. Si ha anche la consapevolezza che ci si trovi a vivere in un mondo diverso da come lo si ha lasciato prima di entrare in una relazione: ci sono nuove leve come i social o le app per incontrare le persone, perché la piazza o le discoteche non sono luoghi quasi più utilizzabili. E’ come se si fosse stati incapsulati e risvegliati in un mondo nuovo con altri temi, altre regole del gioco e purtroppo anche altre tossicità. Non sempre è facile riorientarsi ma può anche essere divertente sperimentarsi.
Nel libro racconto di come ripartire, coltivare sé stessi, cercare la propria gioia ed essere responsabili della propria crescita interiore.
Perché queste attività al Multiplo?
L’idea è nata con degli incontri online durante il periodo del Covid, poi il Centro Culturale “Il Multiplo” di Cavriago ci ha chiesto di organizzarli mensilmente anche in presenza, partendo proprio dall’idea di divulgare gli aspetti psicoeducativi dell’Amore. E con grande gioia abbiamo riscontrato sempre una buona affluenza di pubblico, in gran parte femminile ma non solo.
Abbiamo parlato di affettività, intimità emotiva, sessualità, ma anche delle modalità di configgere in modo sostenibile. Sempre nell’ ottica di assumersi la responsabilità della propria felicità, conoscendo le regole del gioco a due e sapendo creare un linguaggio comune con il proprio partner. Perché credo che relazione vada “manutenuta” come si fa con una casa o una macchina: non darla mai per scontata perché è una cosa viva e può trasformarsi nel tempo e non è cosi per sempre.
Infine vorrei fare un ringraziamento sentito non solo ai responsabili de Multiplo che hanno reso possibile questi cicli di incontri, ma anche a tutte le tutte le donne e gli uomini che hanno partecipato con apertura, trasparenza e coraggio.