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TMS: la nuova tecnica non invasiva utilizzata in campo medico-psichiatrico In evidenza

Scritto da Eva Bergamo

Di Dottoressa Eva Bergamo Roma, 18 ottobre 2024 - È stata inventata all’Università di Southampton negli anni ’80 e fin da allora è oggetto di ricerca scientifica attiva per una varietà di condizioni mediche e psichiatriche. È stata approvata dalla FDA in America per la depressione nel 2008 ed è poi sbarcata anche nel nostro continente.

Parliamo della Stimolazione Magnetica Intracranica ripetitiva - rTMS o più semplicemente TMS (Transcranial Magnetic Stimulation), una nuova tecnica di stimolazione cerebrale non invasiva, indolore e altamente versatile, che permette di curare una serie di disturbi in campo neurologico e psichiatrico.

I precedenti storici della stimolazione magnetica, fondati sul principio dell'induzione elettromagnetica di Faraday, risalgono alla fine del secolo scorso con i primi esperimenti del sociologo Robert Merton e poi dello psicologo Roger Barker, ma è solo nell'ultimo decennio che l'impiego clinico della TMS da parte dei ricercatori si è andato progressivamente sviluppando, tramite risultati documentati e articoli pubblicati sulle riviste scientifiche, fino ad ottenere l'approvazione da parte dei Ministeri della Salute in vari Paesi.

Come funziona?

Il sistema di terapia TMS genera un campo magnetico - dello stesso tipo e forza di quelli prodotti di una normale risonanza magnetica - che passa in modo indolore attraverso osso, membrane meningee e liquido cerebrospinale, allo scopo di attivare o inibire precise regioni cerebrali, così da modulare i circuiti neuronali stimolati e da ristabilire il funzionamento elettrico e chimico normale dei neuroni, generalmente alterati dalla presenza di un disturbo.

Quali sono i suoi utilizzi?

Ad oggi, la TMS costituisce un trattamento per molte problematiche, in primis la depressione resistente ai farmaci, ma anche altre patologie psichiatriche quali l'ansia, il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) - problema psichiatrico caratterizzato da ossessioni e compulsioni che causano ansia e disagio interferendo con la vita quotidiana, ma anche le dipendenze come alcool, stupefacenti e gioco d'azzardo.

Studi recenti indicano questa tecnica come possibile aiuto anche in caso di problemi cognitivi, acufene, patologie neurodegenerative come il Parkinson, sclerosi multipla, fibromialgia e riabilitazione post ictus e trauma cranico.

Come detto poco sopra, l'indicazione principale è relativa alle forme depressive resistenti, dove serve stimolare le cellule nervose della corteccia prefrontale, coinvolta con le strutture cerebrali più profonde nella disregolazione del tono dell’umore.

Lo scopo è di migliorare la sintomatologia del paziente per riportarlo nel più breve tempo possibile allo stato pre - morboso; può essere utilizzata sia come integrazione alle cure tradizionali quali farmaci e psicoterapia, sia come alternativa alla terapia medica soprattutto nei casi di impossibilità all'assunzione di medicinali.

Ci sono controindicazioni?

In generale è ritenuto un trattamento sicuro, ma come sempre è fondamentale analizzare attentamente il paziente e valutarne eventuali suscettibilità a effetti collaterali dovuti a stati epilettici o alla presenza in situ di materiale ferromagnetico come punti metallici residui da interventi chirurgici, schegge da incidenti, pacemaker, perché possono reagire con il campo elettromagnetico prodotto dall'apparecchio.

In determinati casi, alcuni pazienti possono sviluppare una lieve forma di cefalea, che appare comunque transitoria.

Appare invece assodata la mancanza di rischi associati a convulsioni, perdita di memoria o alterazioni delle funzioni cerebrali.

In conclusione, possiamo dire che gli effetti collaterali del trattamento sono minimi e molto più leggeri di quelli in genere riferiti con i farmaci tradizionali; la TMS ha quindi un ottimo potenziale per le cure negli anni a venire.

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