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Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa di Ottavia Soncini candidata del Partito Democratico alle elezioni regionali sui dirigenti in Emilia Romagna: "Si potrebbe nell'arco di 5 anni ridurli di almeno il 20%: un risparmio che varia tra i 3,5 e i 4 milioni l'anno". -

Reggio Emilia, 4 novembre 2014 -

"I dirigenti in Emilia Romagna sono 189 al 31 luglio 2014 per un costo complessivo di circa 17 MILIONI di Euro (fonte www.regione.emilia-romagna.it/trasparenza/personale/dirigenti)

"La stragrande maggioranza è nata negli anni '50, tra blocco del turnover e prepensionamenti (se/ove possibili) si potrebbe nell'arco di 5 anni ridurli di almeno il 20%: un risparmio che varia tra i 3,5 e i 4 milioni l'anno".

"3,5 milioni che potrebbero essere investiti OGNI ANNO in borse di studio o sgravi fiscali a chi assume giovani laureati".

"Con il mio staff stiamo elaborando un piano di miglioramento del sistema che preveda stipendi calcolati in base al miglioramento o all'estensione dei servizi resi ai cittadini emiliano-romagnoli e non come oggi, sulla base di parametri macroeconomici commisurati alla media nazionale".

"I dirigenti emiliani ricevono un premio se il Pil pro capite (o reddito pro capite) dell'Emilia-Romagna è più alto di quello medio italiano. E così per l'occupazione, l'occupazione femminile e altre dimensioni sulle quali non è certo quanto l'operato di un dirigente possa incidere: è il mercato che premia le imprese emiliano-romagnole e i loro lavoratori. L'ER è da sempre una delle regioni più ricche d'Italia e cade sempre sopra la media nazionale in questo tipo di classifiche. Quindi i dirigenti sono sicuri di ricevere una gratificazione in ogni anno di esercizio, anche quando la situazione economica è grave come in questo frangente perchè tanto nelle altre regioni le cose vanno comunque peggio. Noi abbiamo il dovere di guardare avanti con coraggio e misurarci con le regioni europee più ricche e dinamiche per raggiungerle, non possiamo autoincensarci per una vittoria scontata su regioni che soffrono e hanno bisogno anche del nostro aiuto."

(Fonte: Ottavia Soncini Candidata del Partito Democratico alle elezioni regionali)

Domenica, 02 Novembre 2014 12:36

Generosi con l’UE, sadici con i cittadini.

PIL drogato ma contributo concreto. Renzi s'indigna con i burocrati e Cameron va su tutte le furie per i maggiori contributi dovuti all'UE. Ma come non lo sapevate che a un maggiore PIL corrisponde una maggiore contribuzione UE? Intanto per noi c'è la spada di Damocle dell'IVA al 25,5%.

di Lamberto Colla -
Parma, 2 novembre 2014
Non c'è da essere veggenti o esperti di bilanci comunitari per prevedere, come avevamo infatti anticipato a settembre, che all'aumento del PIL sarebbe automaticamente corrisposto un esborso proporzionale in termini di contribuzione all'UE.
Questi sono i patti e questo è da corrispondere.

Ha poco da inalberarsi Cameron, il premier britannico, alla lettura del conto che la UE gli ha rifilato. 2,125 miliardi di maggiori contributi da versare nelle casse della Commissione UE risultato dei nuovi conteggi imposti dalla nuova contabilità "SEC 2010" per mezzo della quale i bilanci degli stati UE sono stati aggiornati con le stime "criminali" del sommerso, della droga e della prostituzione. E così, il PIL vola e il rapporto deficit PIl migliora magari rientrando entro i parametri del 3% e la bella figura è sfornata.
Peccato però che a quell'artificio contabile corrisponda una voce di uscita reale.

Euro in moneta contante che dai Paesi membri dovrebbero scivolare nelle casse dell'UE in proporzione alla ricchezza del Paese. E così forza con le stime del sommerso, chi più ne ha più ne metta!

Tutti tranne i due furbacchioni di Francia e Germania.
I primi hanno creato una doppia contabilità, i secondi hanno dichiarato che il sommerso è una loro questione interna e così, mentre il conto dell'Italia sale a 341 milioni, quello della Gran Bretagna a 2,125 miliardi e a 89,4 milioni per la povera Grecia, i cugini d'oltralpe pretenderebbero la restituzione di 1,02 miliardi mentre i tedeschi si accontenterebbero di una restituzione di soli 779 milioni.
Un conticino peraltro da saldare entro fine anno.

Attenzione, val la pena di ricordare che la Commissione Europea è un organo esecutivo, composto da soggetti che contano nei propri Paesi e tutti insieme in europa. La Commissione è composta infatti dai capi di Stato e di Governo, riuniti in Consiglio. Sono stati proprio loro a far passare quelle regole, loro a non capire dove sarebbe stata la ricaduta e loro stessi a fare i "fenomeni" con le stime. Tutti tranne i due di Francia e Germania che con il gioco delle tre carte (peraltro specialità italiana ) sono riusciti a ottenere un vantaggio economico considerevole.

A noi, oltre che piangere, non ci resta che pagare in attesa del prossimo aumento dell'Iva al 25,5%.
Certo è solo un ammortizzatore della legge di stabilità che prevede l'aumento dell'aliquota Iva nel 2017 solo se non si dovessero raggiungere gli obiettivi, la cosiddetta "clausola di salvaguardia IVA", con gli altri strumenti messi in campo dalla spending review per la compressione delle spese pubbliche.
Una promessa, si sa è un debito. E quando c'è da riscuotere è ben difficile dimenticarsi.

In fondo cosa volete che sia il 25,5% di iva?

Per risparmiare basta comprare meno generi!

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Venerdì, 31 Ottobre 2014 17:00

Parma - Lettera di un alluvionato al Sindaco

Riceviamo e pubblichiamo per conto dell'Associazione Millecolori la lettera di un alluvionato che chiede al Sindaco il risarcimento dei danni che ha subito per la distruzione della sua auto -

Parma, 31 ottobre 2014 -

Sono un cittadino di Parma, mi chiamo XY, ed abito nel quartiere Montanara, via AB.
Purtroppo, come tanti, a causa dell'alluvione del 13/10 ho subito rilevanti danni, tra i quali la distruzione della mia auto (Fiat Punto, tg. DE....) le cui rate avevo finito di pagare da poco.
Come tanti, con l'aiuto di molti, mi sono rimboccato le maniche per ridurre i danni ma, purtroppo, la mia auto non è più recuperabile (la riparazione costerebbe di più del valore dell'auto).
Ho seguito le polemiche sui giornali e poco mi interessava stabilire se l'allarme fosse pervenuto al Sindaco alle 14,00 o alle 15,00 o alle 16,00 perché in tutti i casi nessuno avrebbe potuto arrestare la furia del Baganza e salvare la mia auto. In più, da bravo pendolare, non ero a casa (lavoro a Piacenza in una industria metalmeccanica) e quindi non avrei comunque potuto correre a casa per metterla in salvo.
Lunedì però sono venuto a sapere che la possibilità di tracimazione, anche in un ambito urbano, era stata a Lei (il Sindaco di Parma) comunicata sin da sabato, che Lei avrebbe dovuto avvertire i cittadini e che invece Lei né sabato né domenica li ha avvertiti. Mi sono molto meravigliato che Lei alla stampa locale e nazionale e quindi anche a me avesse taciuto la circostanza.
Egregio sig. Sindaco se Lei sabato o domenica mi avesse avvertito, com'era Suo dovere, probabilmente io, per prudenza (sono una persona mite e prudente) avrei parcheggiato la mia auto non in via Navetta bensì in un luogo più tranquillo e, pertanto, credo sig. Sindaco che Lei, omettendo di avvisare me e tutti i Suoi cittadini (com'era Suo obbligo fare) ha fortemente contribuito a causare i danni alla mia macchina, con tutto quello che ne consegue per me e per la mia famiglia, poiché così sono stati buttati nel fango i tanti sacrifici, rinunce che abbiamo affrontato per comprarci la nostra piccola auto.
Io non so perché non ci abbia avvisato. Bastava poco. Se Lei mi avesse avvisato ed io avessi ugualmente parcheggiato in via Navetta oggi mi darei dello stupido per non aver fatto affidamento sulle Sue parole e preso le opportune cautele. Siccome Lei non mi ha avvisato lo stupido non sono stato io.
Ho letto che il fax non sarebbe arrivato ma poi ho letto che è stato protocollato il lunedì. Mi sono quindi domandato: come si fa a protocollare quello che non è arrivato...ma poi ho capito che quelle parole (pronunciate dal consigliere Bosi) erano un goffo tentativo di nascondere la realtà.
Mi sono anche domandato: visto che nel 2014 di allerta ce ne sarebbero stati tanti (in realtà sembra che riguardanti Parma Città siano stati solo una ventina) come sono arrivati i precedenti avvisi? Siccome sembra siano arrivati anche loro via fax-pec, conoscendo la situazione metereologica (i fatti di Genova erano noti), un responsabile buon padre di famiglia anche se impegnato (per motivi personali) a Roma avrebbe comunque dovuto incaricare qualcuno di verificare i fax-pec durante la Sua assenza. Purtroppo non ho letto che ciò Lei abbia fatto e così, come detto, né io né gli altri cittadini siamo stati avvisati del possibile, anche se improbabile, pericolo per noi ed i nostri beni, come la mia povera Fiat Punto.
E' per questo egregio Sig. Sindaco che chiedo direttamente a Lei il risarcimento dei danni per la mia auto e, per cortesia, inoltri questa mia richiesta anche alla Sua assicurazione per evitare che questi danni debba pagarli il Comune, e quindi anch'io, visto che ho già avuto la sciagura dell'alluvione e quella di avere un Sindaco che ha dimostrato quanto meno una grave superficialità, venendo meno a quella doverosa cautela che la legge impone ed ancor prima imporrebbe il senso di responsabilità per i cittadini della Sua città.
Distinti saluti. XY

P.S.: se poi Lei vorrà ritenere la presente richiesta di danni quale atto di "sciacallaggio politico" non mi interessa perché io i danni li ho patiti davvero e, mi perdoni...non mi piace essere troppo preso per i fondelli...sono mite ma non cretino!

(Fonte: Associazione Millecolori)

Tre rose bianche e la bandiera della Lega Nord sullo scranno dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna in ricordo dell'ex presidente del Gruppo della Lega Mauro Manfredini -

Parma, 27 ottobre 2014 -

Scomparso il 10 ottobre scorso in seguito a una grave malattia, l'ex presidente del Gruppo della Lega è stato ricordato oggi dall'Aula di viale Aldo Moro, presenti i familiari, tutti i consiglieri regionali e gli assessori, a partire dal presidente uscente della Giunta, Vasco Errani.

La presidente dell'Assemblea legislativa, Palma Costi, particolarmente commossa per la conoscenza personale di lunga data, ha testimoniato della passione politica di Manfredini, sottolineando lo spirito autentico che animava il suo impegno e parlando di lui come di "una bella persona, sincera e spontanea. Il profondo legame con la sua terra- ha detto- gli ha conferito la capacità di scavalcare i recinti ideologici, pur di ottenere risultati concreti a beneficio dei suoi concittadini". Costi ha anche ricordato le costanti presenze di Manfredini negli incontri con le scolaresche in visita in Assemblea, e il sostegno appassionato alla lotta per l'autodeterminazione del popolo Saharawi, "causa che aveva preso particolarmente a cuore".

Un ricordo di Manfredini è poi venuto da Stefano Cavalli, nuovo capogruppo della Lega Nord. Cavalli ha descritto "l'entusiasmo contagioso di una persona che si è sempre considerata un cittadino prestato alla politica", e che "la politica l'ha sempre fatta fra la gente, sulla strada". Cavalli ha sottolineato "la fierezza con cui Manfredini ostentava le cravatte e le camicie verdi, da persona genuina, schietta e coerente. È questa popolarità che l'ha fatto diventare un leader del suo movimento, come confermano gli innumerevoli attestati di stima, di varie parti politiche, che continuano a pervenire".

Dopo gli interventi di Costi e Cavalli, l'Aula ha osservato un minuto di silenzio in memoria di Manfredini. Al termine, un lungo applauso.

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Domenica, 26 Ottobre 2014 12:28

Attenti al canone!

Pagare meno, pagare tutti. Si comincia dalla RAI ma non è così scontato.

di Lamberto Colla - Parma, 26 ottobre 2014
"Il canone logora chi non ce l'ha" parafrasando la celeberrima frase di Giulio Andreotti opportunamente adattata sulla questione della tassa di scopo a favore di RAI e così indigesta agli italiani.
Torna oltremodo di moda alla luce delle indiscrezioni sulla legge di stabilità in via di approvazione che vedrebbe il Canone RAI trasformarsi in "Contributo", meno caro, ma esteso a tutti i cittadini.

Già il fatto che si riduca l'importo non è piaciuto al Direttore Generale Gubitosi temendo una riduzione drastica alla voce ricavi del bilancio soprattutto alla luce delle non propriamente entusiasmanti performance di bilancio degli ultimi anni.
Premesso che RAI, proprio perché offre un servizio pubblico, ha come obiettivo il pareggio di bilancio e non la massimizzazione degli utili come invece deve perseguire una impresa privata (vedi Mediaset o Sky) ma ciò non toglie che quell'obiettivo deve essere raggiunto attraverso operazioni strategiche efficaci e da un attento controllo di gestione. Un impegno eticamente ancor più impegnativo e dovuto in ragione dello status di pubblica utilità e contribuito direttamente dai cittadini.

Ancora non vi è certezza ma i rumors indicano in una sensibile riduzione dell'imposta destinata a finanziare il servizio televisivo che, dagli attuali 113,50€, passerebbe a un minimo di 35€ esteso però a tutte le famiglie italiane (sino a un massimo di 80€ a seconda della capacità di spesa) e perciò coinvolgerebbe anche quel milione e novantamila nuclei familiari che attualmente eludono l'imposta e per i quali la RAI è in contrasto con il Governo per la mancata riscossione. Sul campo ci sarebbero circa 2,5 miliardi di euro che la Rai vanterebbe, come canoni non riscossi (evasi), nei confronti dello Stato seppure tecnicamente sia molto difficile che l'azienda radiotelevisiva possa considerarli «crediti esigibili», che cioè possa ricorrere contro il Tesoro.

La decisa caduta dei ricavi, dovuti in buona misura alla crisi economica, preoccupa, come è normale che sia, la dirigenza RAI considerato che nel 2012 il crollo sembra essere stato del 20%. Una discesa proseguita anche nel 2013 per quanto compensata da una drastica riduzione di costi e dall'aumento del canone che hanno consentito di riportare, dopo diversi anni, fuori dalla zona rossa il bilancio dell'azienda statale. Non deve inoltre ingannare l'incremento di raccolta pubblicitaria registrata nel primo semestre del 2014 (+4%) perché il dato scaturisce dall'effetto contingente dei mondiali di calcio (conclusi anticipatamente dalla nostra nazionale). Se si epurasse la raccolta da questo dato il risultato del semestre sarebbe intorno al -15%. Una situazione quindi di notevole instabilità soprattutto se messa a confronto con Mediaset i cui indicatori di reditività sono così più performanti che sarebbe lecito attendersi una svolta gestionale radicale da parte di RAI, piuttosto che cercare di salvaguardare la rendita di posizione determinata dal canone e dagli improbabili crediti inesigibili dovuti all'"evasione". Dovrebbe, la dirigenza, anche interrogarsi sulla posta negativa di 30 milioni che RAI dovrebbe (in spot gratuiti) agli inserzionisti per il mancato raggiungimento del target d'ascolto (share) promesso e sottoscritto in alcuni contratti.

L'occasione di crisi dovrebbe indurre la rete televisiva nazionale a prendere il toro per le corna e rivedere completamente la strategia commerciale, la qualità dei palinsesti e dei programmi (esempi di positività ce ne sono da cui prendere spunto come ad esempio REPORT) tornando a riacquistare quella posizione di ammiraglia che ci si attende e che giustificherebbe il pagamento del canone o contributo che sia. Quindi ridurre drasticamente i costi che, come la maggior parte dei "carrozzoni statali" sono zavorrati da pregresse e ormai fuori moda rapporti clientelari.

Intanto ben venga la riduzione del canone ma auspichiamo anche una rivoluzione aziendale che possa far meglio digerire il vecchio o nuovo obolo pro RAI.

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La nota stampa dei sindacati Cgil-Cisl-Uil di Modena e i rispettivi patronati Inca, Inas e Ital contro il taglio di 150 milioni di euro ai fondi per i patronati contenuto nella legge di Stabilità -

Modena, 23 ottobre 2014 -

Se il governo conferma il taglio ai fondi, i patronati dovranno chiudere oppure far pagare ai cittadini pratiche e servizi finora gratuiti. L'allarme è lanciato da Cgil-Cisl-Uil di Modena e dai rispettivi patronati Inca, Inas e Ital, preoccupati per il taglio di 150 milioni di euro ai fondi per i patronati contenuto nella legge di Stabilità.

«I patronati sono organismi, previsti dalla Costituzione, che assistono gratuitamente le persone in materia previdenziale e socio-assistenziale, su malattie e infortuni sul lavoro, per i permessi di soggiorno e per molte altre questioni burocratiche della vita di tutti i giorni – ricordano i sindacati – Se confermato, il taglio dei fondi per i patronati costituirebbe un inaccettabile e incomprensibile attentato alla tutela e ai diritti dei cittadini».

Cgil-Cisl-Uil sottolineano che i milioni di pratiche e servizi gestiti dai patronati (a Modena quest'anno sono state aperte finora oltre 120 mila pratiche) consente alla pubblica amministrazione di risparmiare quasi 600 milioni di euro all'anno. «La sola telematizzazione e riorganizzazione del personale Inps ha limitato molto la consulenza agli sportelli dell'istituto; per avere risposte i cittadini devono presentarsi ai patronati. Con la regolarizzazione dei permessi di soggiorno degli stranieri, gestita dai patronati, - aggiungono Cgil-Cisl-Uil - sono sparite le file davanti alle questure. I cittadini devono sapere che con questi tagli, che immaginiamo non saranno compensati da servizi aggiuntivi erogati direttamente dallo Stato, si mettono in ginocchio servizi e opportunità di tutela, specie per le persone più colpite dalla crisi e per le fasce più deboli della popolazione, cioè proprio quelle che, a parole, il governo dice di voler favorire. Senza il sostegno dei patronati i diritti dei cittadini rischiano di essere sulla carta, ma non esigibili, e di diventare un affare per commercialisti, consulenti del lavoro o, peggio, faccendieri».

Per questo i patronati Inca, Inas e Ital, insieme alle tre confederazioni sindacali Cgil-Cisl-Uil, saranno impegnati nelle prossime settimane in una campagna di comunicazione e mobilitazione per illustrare ai cittadini il valore sociale dei patronati sia a livello locale che nazionale.

(Fonte: ufficio stampa Cisl Modena)

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 42 20 ottobre 14

(Cliccando su "allegati" è possibile scaricare in formato PDF)


SOMMARIO Anno 13 - n° 42 20 Ottobre 2014

1.1 editoriale Ebola, è vero allarme?
2.1 mercati agricoli Ismea, prezzi agricoli in ripresa a settembre
3.1 Lattiero caseario Il Parmigiano scende più del Padano
4.1 mipaaf MIPAAF, 40 milioni di intervento a sostegno degli indigeti.
5.1 export vini Le Eccellenze vitivinicole a Melbourne
5.2 norme sementiere ASSOSEMENTI: per la selezione del seme aziendale occorre la licenza sementiera
6.1 eventi Speriamo ci sia la nebbia. Tutti pronti per il November Porc.
7.1 turismo Vacanze Slow sul Grande Fiume

Domenica, 19 Ottobre 2014 19:12

Ebola, è vero allarme?

Delle due l'una. O l'epidemia Ebola è solo presunta e il costante e sensazionalistico aggiornamento mediatico è esagerato o il contrasto all'espansione del virus è inadeguato.

di Lamberto Colla -
Parma, 19 ottobre 2014
Non siamo a livello di psicosi collettiva ma poco ci manca. Tra gli argomenti più discussi tra la gente, oltre alle lamentele per la crisi economica, è il rischio di contagio da virus Ebola.
Come potrebbe essere diversamente con il martellante bollettino dei casi di morte o di sospetto che a ogni edizione, ridotta o integrale, dei vari TG stanno propinando da aprile.
Immagini di uomini e donne "scafandrati" come nelle peggiori sceneggiature di film horror, piuttosto che interviste a luminari ospedalieri che tranquillizzano sui protocolli adottati dalle nostre strutture sanitarie, e la quotidiana conta dei morti e degli infettati è tutto un fiorire di informazioni. Come è ovvio che sia l'apprensione degli ascoltatori aumenta e l'immaginazione corre ai più apocalittici scenari.
E allora viene la tentazione di fare ricerche autonome e, digitando la parola chiave "ebola", all'interno della finestrella di Google scoprire due mondi completamente diversi.
Cliccando "immagini" si entra all'inferno!
Gli effetti della malattia sugli uomini, donne e bambini che si mostrano raccolte nelle anteprime sullo schermo del Pc sono raccapriccianti. Gli scatti raccolti tra le strade dei Paesi africani ove la malattia ha veramente preso il sopravvento sono assolutamente durissime da digerire a conferma della pericolosità del virus del quale si è scoperto non muoia nei soggetti guariti ma sia ancora attivo e contaminante nello sperma e nel latte materno dei sopravvissuti. Rimanendo invece nella sezione "web" e cercando approfondimenti e notizie più recenti si scopre che all'allarme mediatico non corrisponderebbe un altrettanto allarme politico.
Perciò, 8 mesi dopo l'allarme mondiale, siamo ancora alla mercé di iniziative sporadiche con due potenziali falle:
Lampedusa, con lo sbarco delle migliaia di profughi sulle coste italiane e la relativa semplicità con la quale molti riescono poi a allontanarsi dai centri di accoglienza per poi dirigersi in qualsiasi paese europeo, a piedi o in taxi.
Gli aeroporti, e in particolare quello di Bruxelles nei quali non sembra siano state adottate particolari e severe misure precauzionali.
Due falle enormi attraverso le quali il virus potrebbe contaminare tutto il vecchio continente in men che non si dica.

A fronte di tutto ciò, soltanto lo scorso lunedi (13 ottobre) è stata convocata una riunione di coordinamento europeo per decidere sulle misure da adottare nei diversi Paesi UE e che comunque resterà discrezionalità dello Stato sovrano applicarle o meno.
Una domanda sorge spontanea: "sul rispetto dei parametri finanziari scassano i "cosiddetti" tutti i giorni mentre, per il rischio di contaminazione da parte del più pericoloso virus a oggi noto, l'UE lascerebbe decidere ai singoli partner?"
Il divario tra quantità d''informazione trasmessa e il reale livello di allarme sanitario è tale che, per l'ennesima volta, non si sa a chi credere e la sensazione di sicurezza sociale tende a diminuire sempre più.

A livello locale i nostri amministratori sono troppo impegnati sul fronte dei matrimoni gay e sulla nomina dei due membri della Corte Costituzionale (ventitreesimo tentativo registrato al 17 ottobre) per concentrarsi sull'Ebola che, non stenterei a credere, qualcuno di essi possa riconoscerla come un'isola, forse dell'arcipelago greco.

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Il premier, ospite dell'azienda Menù, ricostruita dopo il sisma del 2012, sostiene il candidato modenese del PD alla Presidenza della Regione. Elogia la tenacia degli imprenditori modenesi, glissa sul Patto di Stabilità, tiene a bada i contestatori del Movimento 5 Stelle e dialoga con la Fiom. Applaudito l'ex governatore della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, grande assente Matteo Richetti.

Di Manuela Fiorini – Modena, 11 ottobre 2014 - 
I fischi e le contestazioni del presidio Fiom e degli attivisti No Triv, No Cispadana, Un'altra Europa con Tsipras e Sisma 12 non rovinano la festa di Matteo Renzi, che ieri ha scelto l'azienda Menù di Medolla per sostenere la candidatura a Presidente della Regione Emilia Romagna del modenese Stefano Bonaccini. Non una scelta a caso quella della Menù, impresa leader nel ramo dell'agroalimentare, assunta a simbolo dell'Italia che ce la fa. Lo stabilimento, infatti, è stato ricostruito dopo il sisma del maggio 2012 che ha compito la Bassa modenese e non ha mai smesso la sua attività, nonostante le difficoltà.

IN PAGINA rid Gde

"Voi qui siete un esempio. Ve lo dico a nome del Governo" – ha detto il premier. – Se quello che è accaduto qui fosse successo in altre parti d'Italia e d'Europa non avremmo visto ricrescere una comunità così forte e ricca".
Dopo il benvenuto di Rodolfo Barbieri, patron della Menù, tocca al sindaco di Medolla Filippo Molinari consegnare idealmente a Renzi e al candidato Pd alla presidenza regionale Bonaccini alcuni dei temi più urgenti che toccano il territorio. Tra questi "la proroga dello stato di emergenza, che scade a fine anno e che implica il mantenimento delle misure straordinarie, come il contributo di autonoma sistemazione". Molinari ha poi ricordato, anche alla luce della recente alluvione che ha colpito i genovesi, come sia "urgente una legge nazionale sulle grandi calamità, che indichi in modo chiaro quali procedure, risorse e prospettive devono essere messe in campo".
E' il turno di Stefano Bonaccini , che sale sul palco ringraziando Renzi per l'opportunità.
"Se sarò eletto, il mio slogan sarà "Lavoro per l'Emilia Romagna" – ha detto il candidato PD – il lavoro deve essere la nostra ossessione dalle 7 di mattina all'1 di notte. In questa regione ci sono 112.000 giovani che non lavorano e non studiano. Una delle prime cose che farò sarà quella di convocare le parti sociali, gli amministratori e i rappresentanti del Terzo Settore per scrivere un "Patto per il lavoro".

Tra i capisaldi della campagna elettorale di Bonaccini c'è anche la riduzione dei tempi di attesa della Sanità, la semplificazione della burocrazia, che "toglie tempo, che è denaro, nell'ottica di un paese più moderno ed europeo". Parla dell'abolizione degli enti inutili e della riduzione delle società partecipate. Promette anche più rispetto per il suolo e, parlando di infrastrutture, auspica di essere, il prossimo anno, "il presidente che inaugurerà il primo cantiere della Cispadana".
"Gli amministratori – continua- la chiedono perché servirà a mantenere il lavoro. Finalmente il Governo si è preso l'impegno". Prima di lasciare la parola a Renzi, Bonaccini chiede la collaborazione dei suoi sfidanti alle primarie: "Ho bisogno di una mano da tutti, lo dico a Balzani, Richetti, Manca, che hanno qualità, intelligenza e idee che servono alla regione. Abbiamo bisogno di lavorare tutti insieme". Un invito che non sappiamo sarà accolto. Tra i grandi assenti infatti, c'era proprio Matteo Richetti, renziano della prima ora, che durante la trasmissione "In ½ ora" di Raitre del 5 ottobre ha dichiarato di essersi ritirato per "una contrarietà totale del Pd alla mia candidatura, sia locale che nazionale", non risparmiando qualche frecciata al premier.

L'intervento più atteso è quello di Matteo Renzi, che scherza con Bonaccini. "E' bello tosto" e "Assomiglia a Bruce Willis", dice prima di prendere la parola.
Ringrazia l'ex presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, al quale già al suo arrivo erano andati gli applausi del pubblico, che ora fa il bis con tanto di standing ovation.
"Noi abbiamo molto apprezzato il tuo gesto di dignità e orgoglio -ha detto Renzi riferendosi alle dimissioni di Errani in seguito alla condanna in appello per falso ideologico nella vicenda Terremerse – Siamo contenti che tu abbia vissuto questo momento con il rigore e la tenacia che ti riconosciamo. Mentre ti diciamo grazie ti diciamo anche che avremo ancora bisogno di te a Roma. Questo Paese e questo partito avranno bisogno di te nelle forme che un po' ti lasceremo scegliere e un po' le sceglieremo noi".

Il premier non entra invece nei dettagli sulla nuova Legge di Stabilità, ex Finanziaria, che sarà presentata il prossimo 15 ottobre.
"Ci sarà una misura di riduzione del costo del lavoro per le imprese, perché per i lavoratori c'è già stata con gli 80 euro. Si tratta di verificare le compatibilità perche non vogliamo aumentare le tasse"

Parla anche di ridurre il Patto di stabilità, "che farebbe arrabbiare anche i santi". "Se riusciremo a eliminarlo – ha concluso Renzi – daremo ai Comuni il 75% in più di risorse".

Non è mancato nemmeno un momento di contestazione, quando un esponente del Movimento Cinque Stelle ha interrotto l' intervento del Presidente del Consiglio per ricordandogli la soppressione della Cassa Integrazione in deroga prevista dal Jobs Act.
"Noi non veniamo al Circo Massimo a interrompere le vostre iniziative – lo ha zittito il Capo del Governo - Ricordo che voi siete quelli che avete rinfacciato sui social, dopo la sconfitta alle elezioni comunali, la donazione per la palestra di Mirandola. Questa è la brutta politica. Se vuole ne parliamo dopo davanti a un caffè o a una bottiglia di lambrusco".

E Renzi rimanda a un secondo momento anche l'incontro con i delegati Fiom, con i quali si intrattiene per 20 minuti una volta sceso dal palco. Il motivo di discussione è la cancellazione dell' Articolo 18 prevista da Jobs Act. "Rivediamoci tra due anni – è la sfida del premier – Tireremo le somme e vedrete che non sarà quel disastro che voi sostenete".

Presidio Fiom Gde

(Foto di Claudio Vincenzi)

Pubblicato in Politica Emilia
Domenica, 12 Ottobre 2014 12:09

La portinaia del condominio Europa

Non se ne può più. Possibile che la Cancelliera tedesca abbia costantemente da mettere becco su ogni cosa? Ma nessuno riesce a tapparle la bocca?

di Lamberto Colla - Parma, 12 ottobre 2014
Insopportabile. Non vi è dubbio che faccia bene il suo mestiere di politico sempre attenta a ogni fiore del suo e altrui giardino.
Una accanita osservatrice di ciò che accade a casa altrui sempre pronta a commentare e bacchettare chiunque senza averne il ben che minimo diritto.
Sarebbe ora che qualcuno cominciasse a cantargliene in faccia.

Già perché questa sua sfacciata e frequente esternazione sulle vicende interne dei diversi Paesi dell'Unione non solo è irritante ma distrae l'attenzione dell'opinione pubblica dai fatti tedeschi, dalle loro magagne anche finanziarie.
Una comunicazione attiva tutta orientata a inculcare nella testa di tutti che la Germania è solida, perfetta e irreprensibile.
L'ultimo in termine di tempo a essere preso di mira è stato quel povero sciagurato di Hollande reo di avere chiesto il rinvio del pareggio di bilancio. Per fortuna e parcondicio la Cancelliera d'europa ha replicato negli stessi toni utilizzati tante e tante volte per l'Italia, ma questo non è consolante.

Abilissima a utilizzare la comunicazione come se fosse il fuoco di sbarramento di una batteria antiaerea e soprattutto capace di sfruttare il concetto di Europa Unita per farsi gli affaracci suoi.
Abili, anzi abilissimi i tedeschi a far sì che gli enormi costi della riunificazione delle due germanie fossero sostenuti da tutti i paesi membri dell'Unione e al contempo a inondare il mercato continentale coi suoi prodotti e lentamente, ma inesorabilmente cercare di strangolare i rivali, come l'Italia, che quanto a qualità della industria pesante avrebbero potuto essere pericolosi concorrenti.
Onnipresente nei bilaterali di pace ma con il braccino corto. Mai un euro è uscito dalle casse teutoniche per operazioni di di mantenimento della pace, quelle stesse che a noi sono costate sangue e euro.

Determinata e ferrea a imporre un'austerità soffocante alla Grecia, senza però dimenticare di continuare a venderle costosissimi armamenti, della cui utilità ci sarebbe da domandarsi, e di ottenere che i primi rimborsi fossero per le banche tedesche indebitate ovviamente.
Ma non è tutto, molto ci sarebbe da dire sulla solidità degli istituti di credito tedeschi e sul bilancio nazionale che, molto probabilmente, non è così solido come vorrebbero far credere.
E in questa crisi che sta strangolando quasi tutta europa la Germania invece non sembra mostrare cedimenti, anzi, stando all'Istituto per l'economia mondiale dell'università di Kiel che ha analizzato i dati relativi ai titoli tedeschi ha calcolato che per il periodo 2009-2013, c'è stato un beneficio di circa 80 miliardi di euro.
"Nel fondo erroneamente definito come "salvastati" o Mes, scrive Bastian Brinkmann su Süddeutsche Zeitung e riportato da l'Antidiplomatico.it, la Germania ha finora versato 21,7 miliardi di euro. In futuro dovrebbero diventare 190 miliardi: questo denaro viene conteggiato nel bilancio come uscita, ma non sono soldi persi - vengono solo erogati in prestito agli Stati in crisi. Finora, alla Repubblica federale tedesca è stato restituito ogni centesimo di quanto è stato trasferito come prestito d'emergenza alla Grecia ed agli altri euro-partner".

Cara Angela Dorothea Kasner - questo è il suo nome completo da nubile - nel condominio europeo non c'è necessità di una portinaia. Sarebbe ora che qualcuno la informasse.

Pubblicato in Politica Emilia
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