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La presidente Aiga Giorgi: "Bene l'apertura su termini perentori, semplificazione e nuova gestione dei tribunali. Ora attendiamo i fatti".

Roma, 14/08/2014 - Con un intervento pubblicato oggi (14/8/2014) dal Corriere della Sera (il testo integrale è riportato in calce al comunicato) il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha risposto alla lettera aperta che Nicoletta Giorgi, presidente di Aiga, Associazione italiana giovani avvocati, gli aveva inviato lunedì scorso. Dopo aver stimato in circa 40 milioni annui di risparmi gli effetti del processo civile telematico il ministro Orlando sostiene che "queste misure dimostrano come si può cambiare e innovare. Questo risultato – continua il titolare del dicastero della Giustizia - indica chiaramente che accanto a termini perentori per l'emissione dei provvedimenti giurisdizionali, le misure di carattere organizzativo e di semplificazione del processo sono in grado di agire efficacemente sulla contrazione dei tempi delle cause. È inoltre intendimento del Governo assicurare tutte le risorse necessarie per realizzare il programma di riforma sulla giustizia che stiamo adottando, in particolare per quelle misure che più incidono sulla riduzione dei tempi del processo. Con questi interventi non stiamo quindi perseguendo uno sterile miraggio di efficientismo, bensì stiamo realizzando un fondamentale obiettivo: quello di operare nella direzione di una maggiore effettività della tutela dei diritti dei cittadini".
Positivo il commento di Nicoletta Giorgi, presidente Aiga: ""Cambiare e innovare" si può – dice Nicoletta Giorgi citando uno dei passaggi-chiave della risposta del ministro - e questo è anche il pensiero dell'Aiga che raccoglie la risposta del ministro Orlando come un ulteriore segnale di impegno a riformare concretamente la Giustizia civile accogliendo le proposte dell'associazione relativamente a termini perentori, semplificazione e ad una nuova gestione organizzativa dei tribunali. Ora ci aspettiamo che la riforma dia effettivamente spazio a queste tematiche con il coraggio di andare fuori dagli schemi fino a ieri adottati e in questo intento Aiga darà il proprio contributo perché non venga meno la visione di insieme e di progettualità che la riforma dovrà avere".
Le lettera aperta di Aiga
La lettera aperta di Aiga (il testo completo è sul sito www.aiga.it) a firma di Nicoletta Giorgi conteneva punto per punto le proposte dell'associazione sulla riforma del processo civile. Tema centrale: la riduzione dei tempi del processo per garantire a tutti il proprio diritto alla difesa. Riduzione da attuarsi mediante una revisione della struttura del processo, la definizione di tempi certi per il pronunciamento dei magistrati, una loro specializzazione e tribunali che funzionino meglio anche attraverso l'inserimento di figure come quella di un manager.

La risposta di Orlando – il testo integrale pubblicato dal Corriere della Sera
Caro direttore,
la lettera dell'Aiga pubblicata ieri sul suo quotidiano coglie un dato importante riguardo alle misure sul processo civile, anche per contribuire a rilanciare la competitività del nostro Paese. Ringrazio l'Aiga, per aver compreso lo spirito della riforma che stiamo adottando. Non si tratta solo di norme che incidono sul processo civile, ma ci siamo sforzati di delineare un complesso organico di interventi che incidano anche sulla organizzazione della giustizia. Degiurisdizionalizzazione, informatizzazione, individuazione di nuovi moduli organizzativi del lavoro del giudice quali la costituzione dell'Ufficio del processo, sono quindi interventi che si accompagnano alle scelte di revisione del processo civile in termini di semplificazione e razionalizzazione dello stesso, anche introducendo momenti di accentuata specializzazione, come nelle materie dell'impresa e della famiglia. Le considerazioni che la lettera sviluppa costituiscono per questo un utile contributo per l'azione di riforma che vogliamo realizzare. Auspico che, in base a ciò, si realizzino sin da subito significativi risultati non solo in termini di complessiva efficienza, ma anche di riduzione dei tempi processuali. Già i dati sui risultati del primo mese di applicazione dell'obbligatorietà del processo civile telematico, attraverso il quale il sistema giustizia avrà un risparmio stimato di circa 40 milioni di euro annui, rassicurano in tale senso: nel procedimento per decreto ingiuntivo telematico, dalla data di iscrizione a ruolo al deposito telematico da parte dell'avvocato all'emissione del provvedimento telematico del giudice, si è passati da 15 a 6 giorni, con una riduzione media dei tempi di emissione presso gli uffici giudiziari italiani rispetto al mese precedente del 62%. Si tratta di segnali incoraggianti, sicuramente da soli non sufficienti, che tuttavia dimostrano come si può cambiare e innovare. Questo risultato indica chiaramente che accanto a termini perentori per l'emissione dei provvedimenti giurisdizionali, le misure di carattere organizzativo e di semplificazione del processo sono in grado di agire efficacemente sulla contrazione dei tempi delle cause. È inoltre intendimento del Governo assicurare tutte le risorse necessarie per realizzare il programma di riforma sulla giustizia che stiamo adottando, in particolare per quelle misure che più incidono sulla riduzione dei tempi del processo. Con questi interventi non stiamo quindi perseguendo uno sterile miraggio di efficientismo, bensì stiamo realizzando un fondamentale obiettivo: quello di operare nella direzione di una maggiore effettività della tutela dei diritti dei cittadini. Penso quindi che occorra proseguire negli sforzi congiunti per raggiungere questi obiettivi, coscienti che con l'Avvocatura, a partire dalle componenti più giovani, il confronto su tali temi possa proseguire con i risultati assolutamente proficui che sino ad oggi abbiamo ottenuto.

Pubblicato in Cronaca Emilia

Lettera aperta dei giovani avvocati al Ministro della Giustizia Orlando.
La presidente Nicoletta Giorgi: "Bene il coinvolgimento dell'avvocatura, ma per ridurre i tempi del processo servono una revisione della sua struttura, tempi certi per i magistrati e tribunali che funzionino meglio. Ecco come"

Roma, 12 agosto 2014 - Viene pubblicata oggi sul sito dell'Associazione italiana giovani avvocati (www.aiga.it) una lettera aperta al Ministro della Giustizia Andrea Orlando contenente le proposte di Aiga per la riforma della giustizia civile. La lettera, a firma della presidente Nicoletta Giorgi, espone punto per punto le proposte dell'associazione. Tema centrale: la riduzione dei tempi del processo civile. Riduzione da attuarsi mediante una revisione della struttura del processo, la definizione di tempi certi per il pronunciamento dei magistrati, una loro specializzazione e tribunali che funzionino meglio anche attraverso l'inserimento di figure come quella di un manager. "In questo agosto 2014 – scrive Giorgi - è decisamente incoraggiante constatare che il suo Ministero sta portando avanti senza sosta il progetto di riforma della Giustizia civile finalmente organico. Attualmente l'esercizio del diritto costituzionalmente garantito di agire in giudizio per la difesa dei propri interessi è fortemente limitato dal constante andamento negativo delle prestazioni del sistema giustizia e dall'aumentata sfiducia del cittadino".

I nuovi ruoli previsti per l'avvocatura: via libera dall'Aiga
Via libera dall'Aiga ai nuovi ruoli previsti dalla riforma proposta dal ministro per gli avvocati. La riforma prevede infatti che l'avvocato:

1. possa conciliare le parti con la negoziazione assistita e decidere come arbitro nelle camere arbitrali degli Ordini;

2. possa in certi casi, con lo strumento della negoziazione, separare i coniugi che siano d'accordo sulle condizioni di separazione, con l'onere di comunicare entro 10 giorni copia autentica e certificata dell'accordo (pena una sanzione pecuniaria da 5.000 a 50.000 euro);

3. possa raccogliere le dichiarazioni dei testimoni fuori dal processo attestandone l'autenticità;

4. debba anticipare tutte le proprie linee difensive nel proprio atto introduttivo o nella comparsa di risposta;

5. debba anticipare, rispetto alla prima udienza, il deposito degli atti difensivi;

6. debba, in sede di appello, superato il filtro dell'inammissibilità, precisare le modifiche da apportare alla sentenza impugnata;

7. debba, in sede di esecuzione, predisporre quanto è necessario per iscrivere a ruolo, a pena di decadenza, la procedura esecutiva liberando di tale incombente gli ufficiali giudiziari. Infine nel processo civile telematico, oltre che nella negoziazione assistita, si riconosce, altresì, all'Avvocatura il potere di autentica e quindi il ruolo di pubblico ufficiale.

"Insomma – scrive Giorgi - quello che Lei ci chiede è di essere anche un po' giudici e un po' ufficiali giudiziari, assumendo attività fino ad oggi dell'uno e dell'altro, e in questo Le riconosco di aver finalmente rivelato pubblicamente che entrambe le componenti sono da tempo insufficienti (non sempre per causa loro) a garantire una ragionevole durata del processo, negando così la giustizia stessa. Ma Lei fa di più. Affidando questo ruolo all'Avvocatura riconosce che questo abnorme allungamento dei tempi della giustizia non dipende dagli avvocati".

Ridefinire la struttura del processo civile
"Allora – scrive a questo punto la presidente dell'Aiga - perché non togliere anche l'ultimo alibi all'incertezza sull'esito e sulla durata del processo civile ridefinendone la struttura? Un passo verso questa direzione sembra essere stato fatto anticipando il deposito di tutti gli scritti difensivi e prevedendo tra le righe la cancellazione dell'udienza in cui si insiste per accoglimento delle prove già chieste in atti, udienza spesso inutile dato che il giudice solitamente si riserva di decidere. Tuttavia questo ancora non basta: infatti se anche tutta l'attività difensiva scritta venisse svolta nei primi 8 mesi e ipotizzassimo, altresì, che l'assunzione dei testi avvenisse con le dichiarazioni raccolte dagli avvocati, se poi il giudice fissa l'udienza di precisazione delle conclusioni da lì a tre anni cosa avremmo risolto?"


Tempi certi anche per il pronunciamento della magistratura
"Constatata un'altra verità, ossia che oggi l'oralità del processo civile di cui all'art. 180 c.p.c. è solo residuale, in quanto tutto viene svolto per il tramite delle memorie scritte, perché non eliminare anche l'udienza di precisazione delle conclusioni e, "liberato" il magistrato da gran parte dell'attività di udienza, pretendere che si pronunci in tempi ragionevoli? Perché non parlare di termini perentori anche per i magistrati?"

Specializzazione dei giudici
Ma non solo i tempi preoccupano i giovani avvocati, anche gli esiti finali. "Maggiore certezza sugli esiti del processo si dovrebbe ricercare – propone l'Aiga - con una specializzazione di tutti i magistrati e non solo di specifici tribunali o sezioni, rivedendo il limite decennale di assegnazione al medesimo ufficio oggi inteso come causa di incompatibilità ambientale. Tale disposizione fondata su una presunzione assoluta cui non è possibile opporre alcuna prova contraria, risponde a logiche burocratiche tese ad una deresponsabilizzazione del sistema, quasi che prassi scorrette o atteggiamenti riprovevoli (per non parlare delle cadute d'impegno) non possano verificarsi prima del decennio o siano, sino ad allora, tollerabili. Non si può, infatti, nascondere la circostanza che mutando funzione il magistrato incorra in un rallentamento decisionale, anche indipendentemente dalla propria duttilità, che potrebbe essere causato verosimilmente dall'entrata in vigore di nuove leggi che hanno di fatto stravolto il sistema processuale. La specializzazione del Giudice unitamente al criterio di maggiore stabilità nell'esercitare quella funzione, nella materia scelta, dovrebbe comportare anche un irrobustimento del profilo sanzionatorio nella gestione del processo".

Ufficio del processo, personale amministrativo, manager del tribunale
"Questa riforma – continua Giorgi - potrà avere qualche chance di fare la differenza se perseguirà senza esitazione anche la trasformazione della magistratura onoraria e del personale amministrativo nonché la introduzione dell'Ufficio del processo. Quest'ultimo se correttamente gestito con esatta individuazione dei soggetti che lo costituiscono, dai tirocinanti al personale in supporto permanente dei giudici, potrà costituire un valido contributo al ricambio generazionale, necessario all'interno dei tribunali, e alla creazione di un percorso di condivisione di esperienze che implementerà la professionalità del magistrato e del tirocinante avvocato.
La questione del personale amministrativo della giustizia è, altresì, un aspetto che incide, unitamente a quello dello smaltimento dell'arretrato e della gestione del processo, sulla produttività dei nostri tribunali e sulla qualità del servizio fornito. La revisione dell'organico del personale amministrativo, al fine di non farlo coincidere nuovamente con l'ennesima soluzione transitoria (vedi i 3800 tirocinanti della giustizia ex legge 228/2012, oggi precari che rivendicano di essere "stabilizzati"), va rivisto anche alla luce delle riforme del sistema giudiziario, attuate e in programma: la nuova geografia giudiziaria, il PCT, la riforma della magistratura onoraria, la riforma dell'accesso alle professioni legali e del percorso universitario di giurisprudenza.
In questo contesto di grandi cambiamenti perché non considerare, altresì, l'introduzione di una gestione manageriale del tribunale? Fino ad oggi purtroppo la dirigenza è stata concepita come meta di una carriera dominata dal predominio dell'anzianità, in cui l'obiettivo principale è la garanzia dell'indipendenza dei magistrati mentre dovrebbe essere intesa come un servizio, una funzione che per fornire risultati richiede speciali attitudini".

(In allegato l'originale della lettera è scaricabile in formato pdf)

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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 32 11 agosto 14

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SOMMARIO Anno 13 - n° 32 11 Agosto 14

1.1 editoriale Spiaggiati?
2.1 ambiente SANA, le novità della prossima edizione
4.1 pomodoro Pomodoro da industria: stime di produzione 2014
5.1 Emilia Romagna Credito agevolato imprese agricole, priorità a giovani e aree svantaggiate.
5.2 gestione idrica Risparmio idrico, accademici indiani a "scuola" dal CER
6.1 lattiero caseario Cresce il Latte Spot Estero.
7.1 biodiversità Giornata della Biodiversità Parmense
7.2 vino Vino e Miti tra le stelle
8.1 lavoro Newlat - prorogata la CIGS

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Domenica, 10 Agosto 2014 12:08

Spiaggiati?

L'Italia è ricaduta in recessione tecnica. E come poteva essere diversamente in mancanza di indirizzi chiari e interventi forti che solo il Governo può varare.

di Lamberto Colla -
Parma, 10 Agosto 2014 -
Ormai era nell'aria. La tanto temuta recessione si è ripresentata alla vigilia di ferragosto.
Un dato che non può non preoccupare soprattutto messo in relazione con altri Paesi. La prima novità negativa sta nel dato dell'export. Il settore sul quale erano riposte le speranze di crescita ha smesso di tirare. L'ISTAT, infatti, nelle stime preliminari ha rilevato che il Pil del secondo trimestre 2014, risulta ancora negativo, scendendo dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, quando aveva segnato un calo dello 0,1%. Dall'analisi dell'istituto di statistica si evince che il contributo alla variazione congiunturale del Pil della componente nazionale, al lordo delle scorte, risulta nullo, mentre quello della componente estera netta è negativo.
Gli operatori commerciali del comparto agroalimentare, peraltro, già da tempo avevano avvertito segnali di irrigidimento sempre più marcati provenire da oltralpe. Alla luce dei dati ISTAT sembra quindi che a essere interessato non sia il solo comparto agroindustriale ma che il fenomeno abbia proporzioni molto più ampie e toccare la maggior parte dei settori.
L'export avrebbe dovuto essere il battello di salvataggio e base di rilancio della nostra economia mentre sembra, auguriamoci non sia così, naufragato. Alla luce dei fatti chi sta al governo del Paese non può più vantare e soprattutto contare sulla capacità delle esportazioni di compensare i tanti difetti del sistema economico interno.
Il fatto di non avere promosso azioni forti tese a rafforzare la domanda interna, alla luce dei dati ISTAT, espone l'Italia a ancor maggiori rischi indebolita com'è da sette anni di crisi.
Una debolezza che si sta aggravando anche per effetto del proprio del rafforzamento delle economie di altri Paesi con i quali dobbiamo confrontarci. Tralasciando la Germania, ma Stati Uniti e Inghilterra hanno previsioni di crescita assolutamente interessanti. l'Istituito di statistica rileva, infatti, che il Pil è aumentato in termini congiunturali dell'1% negli Stati Uniti (+2,4% in termini tendenziali) e dello 0,8% nel Regno Unito (+3,1% su base annua).
E' giunto il tempo, quindi, di rilanciare la domanda interna senza la quale non può esserci crescita economica.
Gli 80 euro concessi da Renzi sono risultati una cura palliativa e ininfluente sui dati macroeconomici del Paese ai quali occorre fare seguire azioni più concrete e coraggiose anche se non saranno gradite dai partner europei.
Allentare, e non solo marginalmente, la pressione fiscale sulle imprese e sul costo del lavoro. Concedere, come stanno facendo molti altri Paesi, regimi di tassazione privilegiati a chi intende insediare nuove imprese. Liberalizzare il mercato del lavoro.
Certamente l'impatto iniziale sulle entrate tributarie sarà pesante ma già nel breve periodo i risultati positivi non tarderebbero a manifestarsi sia sulla domanda interna sia sulla competitività delle nostre imprese. Si dovrebbe infine intervenire pesantemente anche sulla trasparenza dei mercati. Colpire con vigore sui quei sistemi di indirizzamento guidato delle commesse verso i soliti noti e quel sistema di "scambio di favori" che non consente, alla maggior parte delle più fresche e efficienti imprese di emergere sui loro mercati di riferimento non potendo contare su capitali sufficienti per il lancio dei prodotti o dei servizi . Piccole e medie imprese bloccate o rallentate nello sviluppo da barriere pronte a essere alzate dai leader di mercato. Una soglia che continuamente si alza in virtù di barriere "tangentiste" o di altri mezzi protezionistici che il "sistema" sa perfettamente mettere in atto per salvaguardarsi.
Spiaggiati come la Concordia ma non ancora demoliti. Abbiamo le capacità per risorgere ma servono le risorse finanziarie per innescare il processo evolutivo capace poi di auto rigenerarsi. Ecco che il Governo dovrà mettersi una mano sul cuore e una sul portafoglio per ridare ossigeno ai propri organi vitali: imprese e cittadini, senza dei quali la morte è certa.
Buon Ferragosto e rilassiamoci con il "gossip" da spiaggia.

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Giovedì, 31 Luglio 2014 13:59

Parma - “Prima Parma” si presenta alla città

Nasce "Prima Parma" il nuovo movimento politico per rimettere al centro della politica locale i temi importanti per i parmigiani e ridare forza e prestigio alla nostra città.

Parma, 31 luglio 2014 -

E' stato presentato ieri pomeriggio, presso il bar La Pulcinella di piazzale Picelli, "Prima Parma" il movimento politico che vede come fondatrice e leader Cecilia Zanacca, ex coordinatrice di Civiltà Parmigiana.
"Un nuovo inizio, dopo la grande scuola politica al fianco di Ubaldi" - spiega Zanacca - "per ridare lustro al lavoro della prima amministrazione Ubaldi".
Dopo l'esperienza in Civiltà Parmigiana, seguita in questa nuova strada, da altri sostenitori del movimento, oggi si presenta come leader di "Prima Parma" con lo slogan "un nuovo Rinascimento Parmigiano".

Rimettere al centro della politica locale i temi importanti per i cittadini, con una linea che non si discosta molto dalla precedente esperienza, spiega la fondatrice del movimento - "E' un nuovo movimento politico trasversale che si fonda sul forte senso di appartenenza a Parma e al bisogno di riportare il civismo fra i cittadini." "Bisogna ridare forza e prestigio alla nostra città, alzando il capo, per ridare ai cittadini la qualità di vita a cui erano abituati." "Parma deve riprendere la propria autonomia, la propria cultura e il proprio sviluppo ovvero rifondare il Rinascimento Parmigiano".

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Tra le importanti tavole rotonde che l'hanno vista partecipe negli utili due anni, l'ultimo progetto con Territorio e Autonomia; l'istanza - petizione "Città Sicura" indirizzata al Consiglio Comunale, per porre l'accento sul grave problema della sicurezza urbana, che ha visto la raccolta di 2000 firme, dando voce ai parmigiani. Il nuovo movimento si colloca su questa linea di pensiero, - "Prima delle ingerenze di Partiti o movimenti nazionali, prima degli interessi di potere, prima delle ambizioni personali, vengono i bisogni e gli interessi dei parmigiani." E tra i bisogni primari quello della sicurezza, unito al desiderio di riappropriarsi del territorio.

Un bisogno, che Cecilia Zanacca ha manifestato da subito, sottolineando la scelta di tenere la conferenza nel quartiere di quando era ragazza, a lei molto caro; esempio di come i parmigiani debbano tornare a vivere i propri luoghi. Quei luoghi, che grazie alla forza di piccole realtà come il bar La Pulcinella, in Piazzale Picelli, possono ridare un'immagine positiva della città. "Bisogna riportare i parmigiani a frequentare i nostri quartieri" afferma.

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Mercoledì 30 luglio 2014, verrà presentato alla città "PRIMA PARMA", il movimento politico di Cecilia Zanacca per un nuovo Rinascimento Parmigiano.

Parma 29 luglio 2014 -

Obiettivo del nuovo movimento politico è quello di rimettere al centro della politica locale i temi importanti per i parmigiani al fine di ridare forza e prestigio alla città.
" Per noi – dice Cecilia Zanacca, fondatrice e leader del nuovo movimento - prima delle ingerenze di Partiti o movimenti nazionali, prima degli interessi di potere, prima delle ambizioni personali, vengono i bisogni e gli interessi dei parmigiani. Come abbiamo dimostrato nella recente iniziativa per la petizione "Città Sicura", con oltre 2.000 firme raccolte e la discussione in Consiglio Comunale a settembre, noi ci impegniamo su proposte concrete, ci mettiamo la faccia in mezzo alla gente e senza pregiudizi ideologici o di parte le portiamo alla discussione del mondo politico locale. Questo è e sarà il nostro modo di agire per un nuovo Rinascimento Parmigiano."
La presentazione avverrà presso il locale La Pulcinella, in piazzale Picelli a Parma - ore 18,00

Pubblicato in Cronaca Parma
Domenica, 27 Luglio 2014 12:16

Mentre l’Italia si spegne...

Il FMI (Fondo Monetario Internazionale) prevede un PIL pressoché stazionario (+0,3%) e in Parlamento si fa manfrina (8.000 emendamenti), le grandi imprese realizzano i guadagni all'estero e i soliti "miseri" pagano.

di Lamberto Colla - Parma, 27 Luglio 2014 -
C'è un tempo per pensare, uno per discutere e uno per agire. Questo almeno vorrebbe la logica. Continuiamo invece ad assistere a enunciazioni di obiettivi e di riforme, a motivate controdeduzioni ma sul piano dei fatti nulla o poco si è fatto.
Così come il rottame della Concordia, per due anni spiaggiata al Giglio, è ora in navigazione a 2 nodi all'ora (poco più di 3 km/ora) verso Genova, l'Italia sembra anch'essa destinata a procedere, troppo a rilento, verso gli approdi delle riforme. Ma mentre qui si discute e ridiscute, il Fondo Monetario Internazionale, nelle sue periodiche valutazioni di stima sull'andamento delle economie dei più importanti paesi, aggiorna al ribasso le stime di crescita per l'Italia a un misero 0,3% contro lo 0,8% previsto dal Governo lo scorso aprile. Vuol dire che praticamente siamo fermi. Non così per la Spagna alla quale viene assegnato un ben più onorevole +1,2% e aggiornato con un +0,3% sulle precedenti indicazioni. Per la Germania è invece previsto un +1,9% per quest'anno confermandosi la locomotiva d'Europa seppure valga la pena dare una letta all'articolo di Andrea Indini pubblicato sul "Giornale.it" dal titolo "Ecco tutti i trucchi della Merkel per nascondere i buchi di Berlino". Quando si dice che lo stereotipo non conta nulla, conta eccome invece. Tutti quindi, più o meno velocemente, procedono mentre noi siamo qui arenati su 8.000 emendamenti da discutere per la modifica elettiva o meno del Senato.
Non che le opposizioni non abbiano motivate considerazioni da opporre e soprattutto da negoziare con il Governo ma procedere con un reiterato atteggiamento d'ostruzionismo e ingessatura del Parlamento non è più accettabile.
Però è quanto sta accadendo in questi giorni e che porterà via tempo prezioso alle riforme e alle azioni di Governo per fronteggiare i problemi che quotidianamente affliggono i cittadini, almeno quelli che restano e che non vogliono o possono abbandonare questo paese.
Un'abbandono che invece sta dilagando nell'Italia dell'ovest, in quel Piemonte che un tempo era sede della capitale e locomotiva d'Italia per la presenza delle sue grandi imprese, Fiat prima fra tutte.
Proprio dalla Fiat e ora seguita dalla famiglia Novarese dei Boroli-Drago azionisti di maggioranza del gruppo De Agostini e quindi di Gtech (leader mondiale del gioco) viene l'esempio di sfruttare l'Italia per realizzare i guadagni a Londra per alleggerirsi dalla imposizioni fiscali nazionali.
Intanto gli altri, quelli che rimangono, si pappano l'aumento delle accise, dei tabacchi, dei carburanti, della casa. Per pagare questi balzelli, l'uomo comune, riduce gli acquisti voluttuari e ora anche quelli necessari. Chi resta e vuole fare il proprio dovere modifica, sino alla mortificazione, lo stile di vita.
Chi invece ha privilegi non intende disfarsene (vedi i dipendenti del Parlamento e i Magistrati) e chi più ne ha più ne vorrebbe a scapito dei privati e dello Stato come a esempio il caso dell'amministratore della NES spa (leader nel settore della custodia e trasporto di valori) il quale oltre a avere sottratto 40 milioni dai caveau della società ha proceduto a una evasione di pari valore a scapito dello Stato. Il tutto per accumulare immobili e collezionare auto e moto sportive ma anche bici da corsa e chi più ne ha più ne metta.
La domanda che ci si pone è dov'è il limite di sopportazione dell'Italiano medio. Fino a quando potrà attendere prima di ribellarsi o, come molti hanno già fatto, autolesionarsi sino all'estrema conseguenza?

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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 29 21 Luglio 14

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SOMMARIO Anno 13 - n° 29 21 Luglio 14
1.1 editoriale Ai ripari... non certo dal sole estivo
2.1 ambiente GREENPEACE: Omini LEGO in azione contro la distruzione dell'Artico
3.1 bonifiche Fondi UE. La Regione Emilia Romagna approva il programma 2014-2020
3.2 latte e quote Il latte della discordia
4.1 Lattiero caseario Calma piatta per i "duri".
5.1 benessere Vinoterapia, un bagno di lunga vita
5.2 indicazione di origine Approvata l'etichetta di "prodotto di montagna"
6.1 comarketing Comarketing, Camoscio d'Oro e Piadina Loriana. Il Ricettario.
6.2 pomodoro 2014 Pomodoro, campagna 2014 in linea con le previsioni
7.1 consumi e crisi +10% la povertà

Cibus 29COP cibus

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Domenica, 20 Luglio 2014 12:06

Ai ripari... non certo dal sole estivo

In vacanza ma poi cosa ci attende dopo la pausa estiva? Manovre e, forse, anche il caos sociale come ha raccontato il servizio "cassandra" di Enrico Mentana su La7?

di Lamberto Colla -
Parma, 20 Luglio 2014 -
Un piccolo segnale di responsabilità, le tre forze politiche principali del Paese, lo stanno offrendo. Forza Italia ha rinnovato il "patto" di appoggiare il percorso riformista del PD di Matteo Renzi e il Movimento 5 Stelle ha aperto un canale di dialogo con il Governo sulla riforma costituzionale. Non è cosa di poco conto se si pensa a quanto tempo è stato perduto in questi 20 anni trascorsi nell'immobilismo totale della politica dedita solo al Berlusconismo e all'antiberlusconismo. Ed oggi le conseguenze dolorose sono tangibili. Ma quel che è peggio è che si è innescato una dinamica, in stile domino, di negatività che sarà molto difficile arrestare.
- LA QUESTIONE ECONOMICA -
Lo stesso Ministro dell'economia e finanze Pier Carlo Padoan con i suoi "No comment" espressi in conferenza stampa, e in seguito aggiustati in Twitter, non possono certo far ben sperare. Soprattutto in relazione alla ipotesi di una nuova manovra correttiva che, si sa, non potrà andare a rastrellare che nelle solite tasche.
«I dati macroeconomici più recenti, se confermati, indicano un ritardo nel ritorno al meccanismo di una crescita sostenibile in Europa e altrove e ciò è vero anche per il nostro paese: i margini per l'azione del governo si faranno più stretti ma non per questo si indebolisce la prospettiva di medio termine indispensabile per quel salto di qualità di cui il paese ha bisogno tramite una decisa azione di riforme». Lo ha detto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan intervenendo lo scorso 16 luglio alla Camera. E con queste parole c'è da ritenere che una manovra non sia da fare anche alla luce delle pressioni provenienti dai ragionieri di Bruxelles, seppure tranquillizzati dal tweet "post no comment" della conferenza stampa?
- LA QUESTIONE DELLA FEDELTA' -
E poi ci sono le conseguenze legate alla internazionalizzazione delle nostre più importanti imprese. Il PIL delle compagnie che portano le sedi legali all'estero non potrà più essere conteggiato tra la produzione nazionale. FIAT-Chrysler ad esempio, secondo uno studio di R&S Mediobanca, inciderà negativamente sul PIL nazionale per un significativo quanto preoccupante -7%.
Non c'è da rallegrarsi nemmeno per la "conquista" di Gtech -ex Lottomatica- del colosso del gioco americano IGT. 4,7 miliardi è l'investimento del Gruppo Gtech per procedere alla fusione con il leader mondiale dei casinò e aprirsi la strada nel mondo delle slot machine. Ma Gtech è una azienda italiana? Intanto sarà delistata dalla Borsa Italiana e verrà introdotta nel listino di New York. "Ricalcando per certi versi, scrive Repubblica.it, quanto sta avvenendo per Fiat e Chrysler, Gtech e la "preda" Igt confluiranno in una holding di nuova costituzione di diritto inglese; nel Regno Unito sarà fissata anche la residenza fiscale del gruppo."
- LA QUESTIONE SOCIALE -
Infine c'è la pressione dei disordini del nord africa, della Siria e dell'Ucraina a preoccupare, e non poco, la nostra instabile economia per quanto concerne l'approvvigionamento energetico (Gas dalla Libia e dalla Ucraina), il massivo flusso migratorio da Nord Africa e Siria e il conclamato pericolo di infiltrazioni Jihadiste dalla Libia come da rapporto dei nostri servizi segreti. Un'allarme ancora poco pubblicizzato almeno sino al servizio di Enrico Mentana di pochi giorni fa che ha definitivamente sdoganato quelli che erano i timori inespressi di un contagio italiano del caos sociale.
La stabilità libica è la nostra priorità. Lo è sempre stato sin dalla prima Repubblica e è rimasto tale sino all'intervento Franco Anglo Statunitense, inaugurato il 19 marzo 2011, senza il formale appoggio internazionale (giunto tardivamente) al fine di garantirsi la ricostruzione post bellica e soprattutto gli accordi petroliferi sino a allora in mano per lo più italiana. Un'altra prova di quanto fiducia ci sia da riporre sui nostri alleati. Probabilmente sono preoccupazioni fuori luogo ma credo che per l'Italia sia giunto il tempo di pensare a sé stessa e al proprio futuro. Con o senza i soliti "parenti serpenti".

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Domenica, 13 Luglio 2014 12:04

Nella palude UE

E' iniziato il "percorso vita" di Matteo Renzi nel campo d'addestramento UE. Saranno 6 mesi di passione.

di Lamberto Colla - 
Parma, 13 Luglio 2014 -
Dopo le adulazioni della Merkel saranno ben poche le lusinghe che raccoglierà il nostro premier durante la sua presidenza di turno al Consiglio Europeo. Gli attacchi meno pericolosi gli giungeranno dall'Italia mentre dovrà prestare attenzione alle ben più insidiose trappole disseminate lungo il cammino in terra europea. Tra sei mesi vedremo se il "selfie" dell'europa sarà ringiovanito dalla cura italiana o se invece sarà ancora quello descritto da Renzi nel suo discorso di insediamento: «con estrema preoccupazione devo dire che se l'Europa oggi si facesse un selfie emergerebbe il volto della stanchezza, in alcuni casi della rassegnazione: mostrerebbe il volto della noia».
Ma attenzione a giudicare annoiati e perditempo i "tecno-lobbisti" seduti nell'emiciclo di Bruxelles e Strasburgo. No, loro l'agenda l'hanno bene in mente e la seguiranno con riservata dedizione. Una agenda scritta dalle lobby delle multinazionali del Nord Europa e della Finanza a vantaggio dei soliti pochi Governi che le accolgono e difendono a suon di regolamenti comunitari.
L'Europa nasce per mettere in comunione popoli e risorse e si ritrova oggi a non accettare i popoli e a depredare le risorse altrui.
I pilastri di questo impero sono stati nuovamente consolidati con la riconferma di Martin Schulz alla presidenza del Parlamento (è la prima volta che un presidente viene riconfermato) e con la nomina di Jean Claude Juncker alla presidenza della Commissione UE.
Un tandem merkelcentrico di campioni di serietà, rigore e imparzialità ma anche di lungimiranza e apertura politica. Due campioni di tolleranza e cooperazione. Il primo, il presidente riconfermato Martin Schulz è riuscito nella difficile impresa di mettere d'accordo Berlusconi che lo etichettò "Kapo'" con l'acerrimo nemico Grillo che invece, a sua volta, venne bollato come "Stalin" dal rigoroso Shulz.
E che dire del giovane rampante Jean Claude Jucker, per diciotto anni alla guida del Lussemburgo, che ha accolto invece degli emigrati, la nostra FIAT a completamento di un percorso di internazionalizzazione del piccolo Paese nordico il quale, come ha ricordato il Financial Times nei giorni scorsi, e riportato da Italia Oggi il 9 luglio, Juncker sarebbe "L'architetto del più grande paradiso fiscale d'Europa, Jean-Claude Juncker dovrebbe ora trasformarsi in alfiere della lotta all'evasione". Non c'è andato giù leggero il quotidiano di finanza britannico il quale aggiunge che "Nei 18 anni in cui è stato capo del governo, il Lussemburgo è diventato il più grande paradiso fiscale d'Europa. I detrattori affermano che ha attratto miliardi di dollari e di euro da privati e imprese che puntavano a evadere il fisco dei rispettivi paesi. E dal 1980 il sistema finanziario del paese è cresciuto praticamente da zero a 3.000 miliardi di euro".
Il presidente della Commissione avrà quindi maggiore interesse nel risolvere la questione con la Gran Bretagna e il premier Cameron (si era opposto con forza alla sua nomina) piuttosto che assecondare il nostro Renzi nel processo di rinnovamento della politica europea. Meglio, per lui recuperare un alleato utile alle manovre finanziarie piuttosto che sostenere un Paese che, se dovesse riprendersi, potrebbe portare scompiglio negli equilibri di potere in seno all'Europa. Una Italia forte sarebbe una spina nel fianco all'Europa del nord.
Se solo per un attimo la Francia lasciasse perdere la sua autoreferenzialità potrebbe trovare nell'Italia il miglior alleato per recuperare i valori e le economie dei Paesi del mediterraneo di cui fa parte. Un'alleanza di peso enorme che potrebbe dare una svolta a questa europa che non può reggersi solo sul rigore, spesso più formale che sostanziale.
Non avrà vita facile il nostro buon "boy scout". Se supererà indenne le paludi UE qualche speranza di sostegno alla ripresa Italiana e per immaginare un'Europa come era nella idea dei costitutori si potranno ancora coltivare.

Pubblicato in Politica Emilia
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