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Domenica, 11 Gennaio 2015 09:59

Europa in deflazione.

E' ufficiale, l'Europa è entrata in crisi deflattiva. All'origine c'è la caduta delle quotazioni del greggio che trascina con sé i prezzi dei carburanti e degli altri beni legati all'energia.

di Virgilio - Parma, 07 gennaio 2015 -

In Italia l'inflazione è praticamente a zero ma ancor peggio è nel resto d'Europa dove l'indice è addirittura negativo. Il calo dei prezzi dello 0,2% registrato nel vecchio continente autorizza a ritenere che l'UE sia caduta in deflazione. Tutti gli occhi ora sono puntati su quello che farà la BCE (Banca Centrale Europea) seppure, in considerazione delle manovre già attuate di riduzione continua dei tassi di interesse, ben poche sono le speranze di un intervento risolutore avendo appunto già raggiunto i livelli minimi di tasso d'interesse. L'unica soluzione rimasta sarebbero quelle "misure non convenzionali" che Draghi ha più volte rilanciato e sinora osteggiate soprattutto dai tedeschi e i "loro alleati".

Serve "liquidità", nuovo circolante per dare una spinta inflazionistica e la BCE dovrebbe perciò intervenire con l'acquisto massiccio di titoli di debito sovrano attraverso una manovra di "quantitative easing" da realizzare rapidamente per abbassare la "febbre" del sistema economico europeo.
All'origine c'è la caduta delle quotazioni del greggio che trascina con sé i prezzi dei carburanti e degli altri beni legati all'energia. Un cedimento del 50%, e in certi momenti superiore, del prezzo del greggio che nei giorni scorsi ha toccato i 47$/barile (WTI - West Texas Intermediate) per poi risalire sino a quasi 49$.
Una riduzione drastica e rapida che però non ha avuto seguito parallelo sul prezzo del carburante nazionale calato del 14% circa.

Pubblicato in Economia Emilia
Domenica, 04 Gennaio 2015 12:44

Si può fare di più senza essere eroi.

Riforme ancora in alto mare, di spending review non se ne parla più, tasse in crescita e lavoro in diminuzione. Befana pensaci tu.

di Lamberto Colla - Parma, 04 gennaio 2015 -
Apprezzabile l'approccio di Matteo Renzi fortemente orientato alla crono programmazione meno apprezzabili i risultati conseguiti e la previsioni di breve periodo.
Se da un lato il patto del nazzareno avrebbe potuto consentire una più rapida corsa verso le riforme strutturali del nostro "borbonico" paese, l'opposizione interna al partito di stragrande maggioranza blocca ogni nuova e azzardata politica rivoluzionaria.

Già perché di rivoluzione (democratica) bisogna parlare. I problemi accumulati non consentono più di ritardare decisioni impopolari e dolorose, traumatiche per certi versi, ma indispensabili per interrompere l'emorragia arteriosa, comminata ai soliti noti, in atto da almeno 10 anni a questa parte.

Una mini-batosta semestrale ha di fatto marginato se non addirittura quasi annullato lo strato sociale identificato, spesso anche negativamente, come "borghese". Una fascia nutrita di soggetti e famiglie benestanti che con il frutto del loro onesto lavoro si potevano permettere di acquistarsi la casa, di concedersi una vacanza importante all'anno, di accumulare qualche risparmio destinato il più delle volte alla futura generazione. Vuoi l'appartamento da regalare ai figli o quelle provviste economiche utili a "farsi curare" durante la fase acuta di quella malattia che si chiama vecchiaia e che democraticamente colpisce tutti indistintamente.

Uno strato di cittadini che rendeva rapida la circolazione della moneta, che ha contribuito a patrimonializzare l'Italia e ha partecipato attivamente alle poche o tante innovazioni per le quali siamo noti in tutto il mondo.
Un tesoretto che è servito invece al Paese per sostenere manovre finanziarie pesantissime, un patrimonio immobiliare e una quantità di risparmi tali da difendere le nostre banche dalle speculazioni internazionali e infine, anziché destinare alla propria vecchiaia i risparmi di una vita, a sostenere figli e nipoti allo sbando nel marasma di una crisi economica, finanziaria, lavorativa, lunghissima e pesantissima.

A questi "nonni" eroi dovrebbero ispirarsi i nostri politici. Prendere esempio da loro e dalla loro generosità e capacità di sacrificio.

Invece niente. O per una ragione o per l'altra alla fine il risultato delle politiche governative è tassare ma non risparmiare. Colpire i piccoli patrimoni e sottrarre risorse vitali.
Riforme del lavoro che non riformano un bel nulla e generano nuovo caos. Invece di liberalizzare alla fine si regolamenta e si pongono nuovi ostacoli burocratici a qualsiasi nuova intrapresa.

Basti osservare l'ennesima riforma del lavoro il "jobs act" come è meglio conosciuto in epoca renziana. Il cavallo di battaglia dovrebbe essere legato al concetto delle tutele crescenti. Sarà o non sarà un sistema efficace lo vedremo a seguire. Fatto sta che però non viene applicato ai dipendenti del pubblico impiego. La promessa è che si farà! Il mondo delle giovani partite Iva, quel popolo di giovani di buona volontà che pur di sopravvivere, di acquisire una professionalità e di esercitare un lavoro, seppure poco remunerato, ha acceso una posizione IVA, è stato massacrato dall'ultimo provvedimento di programmazione finanziaria varato in prossimità del Natale. Un errore dice il premier a poche ore di distanza e la promessa è che nei prossimi mesi si rimedierà. Come se non bastasse l'incremento della tassazione nel passaggio ICI, Imu e poi Tasi, con il provvedimento del 22 dicembre viene sancito il principio che l'IMU verrà applicata ai macchinari almeno sino alla riforma del catasto (quindi per sempre! - ndr), confermando che chi porta gli impianti all'estero è un "furbo". Anche in questo caso un rappresentante del governo, il sottosegretario Morando, s'indigna e dichiara che è "Assurda l'imu sui macchinari, toglieremo la tassa.".

Ma come è possibile che il Governo vara norme e i suoi più alti rappresentanti, addirittura il Premier, subito dopo fanno il mea culpa e promettendo correzioni? Certo che però gli errori di questa natura non vengono mai fatti verso i componenti, dipendenti delle camere, delle regioni, delle USL, ecc... Sempre e soli a essere tartassati sono i lavoratori e gli imprenditori che esercitano in toto ed esclusivamente la loro attività sul suolo italiano.

Infine, come ogni cittadino ha fatto in tempo di crisi, ovvero ridurre le spese superflue, il Governo avrebbe dovuto dare una sfalciata ai costi improduttivi, all'alienazione degli enti inutili e alla riorganizzazione dei patrimoni e degli organici (delle polizie comprese) sin dal 2014 e invece niente.

Del "si farà" non vi è nemmeno traccia di promessa. L'unica promessa per di più sottoscritta in più documenti ufficiali e depositati in Ue è che se non si ridurranno i costi l'iva passerà al 25,5% entro il 2016.

Della farsa dell'eliminazione delle province non spendiamo altre parole mentre ci sarebbe da scrivere un manuale sulla necessità di alienare almeno 16 delle 20 inutili e mangiasoldi Regioni. Un tocco di genio potrebbe ripristinare le province e accorpare in 4 al massimo 5 macroaree il territorio nazionale.

La strada è sempre la stessa, nonostante il cambiamento dei nomi, legge finanziaria o legge di stabilità che sia, il risultato è sempre uguale. Aumentare le tasse e deprimere i consumi attraverso l'impoverimento della popolazione per sottrazione di risparmi accumulati e per eliminazione dei presupposti per generare lavoro quindi occupazione. Spazi di manovra per fare meglio ci sono.

Sarebbe sufficiente fare il contrario di quello che è stato fatto sino a oggi. Riconsegnare le risorse ai cittadini che sanno amministrarle molto meglio di chi li governa bocconiani compresi. Ci sono così ampi margini di miglioramento che è più facile far bene che sbagliare.

Confidiamo che la befana porti in dono saggezza e non solo meritatissimo carbone!

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Quattro miliardi e 900 milioni. In soli 36 mesi.

Modena, 02 gennaio 2015. -

Quattro miliardi e 900 milioni. In soli 36 mesi. Tanto è cresciuta la tassazione locale degli immobili produttivi delle imprese. Sono i numeri che evidenzia uno studio dell'Osservatorio di Cna Nazionale sulla tassazione della piccola impresa. Si tratta di una enorme mole di risorse sottratta agli investimenti ma ancora più grave è l'escalation di questa "spremitura", passata, proprio negli anni in cui più mordeva la crisi, dai 4,7 miliardi del 2011, quando era in vigore solo l'Ici, ai 9,6 miliardi di quest'anno, somma delle entrate di Imu e Tasi.

L'indagine analizza l'andamento della tassazione, negli anni compresi tra il 2011 ed il 2014, nei 110 comuni monitorati finora dall'Osservatorio CNA della tassazione della piccola impresa. E' bene da subito precisare che i risultati dello studio riguardano immobili specifici, (un laboratorio artigiano di 350 mq classificato nella categoria catastale C3 ed un negozio per la vendita di 175 mq classificato nella categoria catastale C), per cui le situazioni soggettive ipotizzate non possono essere assunte come elemento per una valutazione complessiva della tassazione locale sugli immobili produttivi. L'esame, infatti, è volto esclusivamente ad analizzare l'andamento nel tempo e nello spazio della tassazione comunale che verte su tipologie d'immobili utilizzati in modo prevalente da artigiani e commercianti nell'esercizio dell'attività d'impresa.

Inoltre, va tenuto conto che a innalzare la tassazione è, talvolta, l'elevato valore catastale degli immobili, che può essere addirittura superiore al valore di mercato: è il caso, ad esempio, di numerosi capannoni in area Pip (un problema che CNA sta affrontando con l'istituzione di un servizio che permetta alle imprese di chiedere l'adeguamento del primo con il secondo, così da pagare imposte eque rispetto all'effettivo valore degli immobili).
In questo contesto Modena si colloca più o meno a metà classifica per ciò che riguarda i laboratori artigianali e nella fascia bassa – la città meno esosa a livello regionale – per ciò che concerne i negozi.
Tassazione complessiva laboratorio artigianale: classifica 2014 per importi

Mo tassazione immobili

Tassazione complessiva negozi: classifica 2014 per importi

MO tassazione2 immobili

Per quanto riguarda la nostra provincia, si tratta di un aumento dell'imposizione totale sugli immobili di un quarto in tre anni certo lontano dai massimi (ad esempio, dal 117,1% di Avellino, record per i laboratori artigianali, o dal 127,8 di Rimini per ciò che riguarda i negozi, ma anche dai minimi (cioè, dal -44,8% di Massa per gli immobili artigianali e dal -13,1% di Cuneo per quelli commerciali).
Un salasso che si è completato lo scorso 16 dicembre, quando è scattato il termine ultimo per versare il saldo dell'Imu e della Tasi, che con la Tari, la tassa sullo smaltimento dei rifiuti urbani, formano il terzetto delle imposte comunali sugli immobili che prende il nome di Iuc.
I numeri dello studio CNA dimostrano comunque che in questo 2015 le piccole imprese, e le famiglie, non potranno sopportare un ulteriore aumento, in qualsiasi forma mascherato, della tassazione sugli immobili, né la perdita dell'attuale deducibilità totale della Tasi versata su negozi, laboratori, capannoni. Al contrario, la Cna chiede una riduzione della tassazione, attraverso, per esempio, la deducibilità totale dell'Imu dal reddito d'impresa, oggi ingiustamente limitata al 20%, un'autentica terza tassazione sugli immobili che servono a far sopravvivere le imprese.
Le imprese attendono, al contrario, la deducibilità del 100% dell'IMU dal reddito d'impresa e dall'IRAP. La deducibilità completa dell'IMU dal reddito d'impresa e dalla base imponibile IRAP, oltre ad eliminare una norma incostituzionale, potrebbe, infatti, andare nella direzione di ridurre in modo automatico l'incidenza della tassazione erariale all'aumentare di quella comunale, riequilibrando il "Total Tax Rate" complessivo.
I beni strumentali all'attività produttiva hanno lo scopo di produrre il reddito d'impresa, lo stesso reddito che viene tassato ai fini IRPEF (ai fini IRES, per le società di capitali). L'IMU, pertanto, costituisce così un costo inerente alla produzione del reddito. La mancata deducibilità totale del tributo comunale determina, conseguentemente, la tassazione di un reddito d'impresa (quello relativo all'IMU indeducibile), mai realizzato, in contrasto con l'articolo 53 della Costituzione, che sancisce il principio di capacità contributiva.
(Ufficio Stampa CNA)


Da gennaio diminuiranno le bollette di luce e gas. Riduzione determinata dal minor costo della materia prima. Ma è record europeo di rincari dal 2010. Aumenteranno anche le accise.

di LGC - Parma, 31 dicembre 2014 --

Dal crollo del prezzo petrolio (oltre il 40% in pochi mesi) qualcosa viene anche a favore dei cittadini. Al vantaggio del costo alla pompa di carburante, ben poco rispetto al quasi dimezzato prezzo della materia prima, passato da 100$/barile (WTI) a poco sopra i 53$/barile (53,48$/bar WTI 30 dicembre 2014), si aggiungono alcune decine di euro dai ritocchi tariffari di luce e gas. Vantaggi non direttamente derivati da manovre governative ma solo ritocchi, peraltro meno che proporzionali, determinati dalle leggi di mercato.

Quindi bollette meno care: lo comunica l'Autorità per l'energia elettrica e il gas secondo cui il nuovo anno porterà una riduzione del 3% della bolletta dell'elettricità e dello 0,3% della bolletta del gas per le famiglie e i piccoli consumatori in tutela per il primo trimestre 2015. Un risparmio che dovrebbe aggirarsi intorno a 72€ per il Gas considerando la spesa della famiglio tipo di 1.143€ e una riduzione del -6%.

Evidentemente chi si accontenta gode anche in virtù del fatto che l'Italia detiene il record di rincari tariffari.

Tra il 2010 e il 2014, secondo i calcoli eseguiti da CGIA di Mestre, solo in Spagna le tariffe pubbliche sono rincarate più delle nostre. Se a Madrid l'aumento medio è stato del 23,7 per cento, in Italia, come del resto è successo in Irlanda, l'incremento è stato del 19,1 per cento. 12,9% il rincaro dei francesi e un misero 4,2% per i tedeschi. L'area dell'euro ha subito un incremento dei prezzi amministrati dell'11,8 ben 7 punti percentuali in meno di noi.

Ma ancora non è finita. Se con una mano si dà con l'altra si trattiene come è ormai consuetudine e prassi dei nostri poco fantasiosi amministratori.

Già abbiamo visto come i vantaggi determinati dal mercato petrolifero non siano stati significativamente proporzionati alla pompa, in gran parte per il cumulo di accise gravanti sul prezzo finale del carburante,  addirittura dal 2015 è previsto un'ulteriore inasprimento di queste "tasse subdole" dell'ordine dell'1,8 centesimi al litro. 2,2 centesimi di fatto in quanto ricordiamo che le accise entrano nel computo dell'imponibile sul quale viene ricaricata l'Iva che oggi è del 22% ma che potrebbe addirittura arrivare, entro il 2016, a 25,5% se dovesse essere applicata la clausola di salvaguardia del bilancio nazionale.

In sintesi e semplificando l'accise è una "sicurezza" d'entrata tributaria e un moltiplicatore di gettito di Iva almeno sino a quando ci sarà la possibilità di pagare il carburante e mantenere i costi d'esercizio dell'automobile.

Pubblicato in Economia Emilia
Sabato, 27 Dicembre 2014 14:04

PMI, situazione ancora incerta


Fine anno in apnea per i "piccoli". Sostanzialmente stabile il dato congiunturale delle piccole imprese manifatturiere modenesi nel terzo trimestre 2014. Segnali di deterioramento della situazione nei settori portanti della nostra economia, anche se regge il fatturato, come testimoniano i dati elaborati dall'Ufficio Studi di CNA di concerto con la Camera di Commercio di Modena.

Modena, 27 dicembre 2014 --
Come previsto, è sostanzialmente stabile, la situazione economica delle imprese modenesi del settore manifatturiero sino a 50 dipendenti. Nel terzo trimestre del 2014, infatti, le pmi di casa nostra hanno segnato un -0,2% rispetto allo stesso periodo del 2013, confermando la debolezza dell'attuale situazione congiunturale. A salvarci, al solito, è l'export, come hanno dimostrato anche i dati diffusi una decina di giorni fa dalla Camera di Commercio: anche per i piccoli, infatti, un euro su quattro arriva ormai dall'estero (23% del fatturato complessivo). Proprio da oltreconfine arrivano anche le notizie migliori, con gli ordinativi esteri in crescita del 14,8%. In calo, invece, gli ordini interni del 4,3%. Diminuisce la produzione, ma aumenta il fatturato, che rispetto al terzo trimestre 2013 cresce del 2,3%. Stabile l'occupazione.

Produzione industriale pmi
AI LIVELLI DEL 2010
Il dato del terzo trimestre consente di difendere il risultato ottenuto nei primi tre mesi dell'anno, consentendo di stimare in crescita il dato definitivo del 2014. In ogni caso, la produzione delle pmi modenesi rimarrebbe ben al di sotto dei massimi raggiunti in passato, attestandosi attorno ai valori del 2010.

Produzione andamento annuale
I SETTORI
Segnali contrastanti a livello settoriale, dove il generalo calo (con qualche importante eccezione) nella produzione è compensato da una tenuta del fatturato. Preoccupa il segno meno che fa capolino nella meccanica, sia quella pesante che di precisione, che come è noto rappresentano il comparto portante dell'economia modenese. Nel dettaglio gli andamenti settoriali (ciascun valore fa riferimento alla variazione rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente).

Alimentare

Alimentare. Prosegue il buon momento di questo importante settore, grazie anche alle produzione prenatalizia del terzo trimestre. Tiene anche il mercato interno, visto che la quota "estera" del fatturato scende dal 25% del secondo trimestre al 17,9% del periodo luglio-settembre.

Maglieria

Una sorpresa inattesa arriva dalla maglieria, trainata anche in questo caso dall'export, che raggiunge la quota record del 34,4%.
Sostanziale tenuta per l'abbigliamento, per il quale a preoccupare è la netta flessione del fatturato. A difendersi meglio sono le imprese in conto proprio, soprattutto quelle che si collocano nella fascia medio-alta del mercato.

Ceramiche

Ceramica. Nessuna nuova sul fronte del terzo fuoco, dove continua la crisi, malgrado le attese rispetto al mercato estero.

Metalo

Dopo un anno di segni positivi, diminuisce la produzione della meccanica pesante, che vede aumentare considerevolmente la quota di fatturato estero. Buone le prospettive per il futuro: sia gli ordini esteri (17,4%) che quelli interni (0,5%) sono infatti in aumento.

Macchine

Macchine e Apparecchi meccanici. C'è ancora il segno meno, ma riprende a marciare il fatturato nel segmento principe del manifatturiero geminiano, che sconta un calo degli ordini nazionali (-2,9%), ma segna una crescita di quelli esteri (+6,3%). Del resto la quota estera del fatturato rimane su valori piuttosto elevati, sfiorando il 36%.

Biomedicale

Biomedicale. Nonostante i numeri, apparentemente preoccupanti, rimangono solidi i fondamentali di questo dinamico comparto, che esporta la metà di ciò che produce, anche per ciò che riguarda le pmi.

Elettrici elettroniche

Apparecchiature elettriche e elettroniche. Conferma la sua dinamicità un comparto magari ancora non molto rappresentativo per la nostra economia, ma da seguire attentamente, sia per la sua "esportabilità" (un prodotto su quattro termina oltre confine), sia per i suoi contenuti in termini di tecnologia ed innovazione.

LE CONSIDERAZIONI DI CNA.
"Sono numeri – commenta Umberto Venturi, presidente di CNA Modena – che confermano il clima di incertezza che permea l'economia modenese e che non agevola certo gli investimenti, né in capitale umano, né in macchinari. Da questo punto di vista, pur andando in una condivisibile direzione, gli interventi previsti dal Governo nella Legge di Stabilità non sono sufficientemente aggressivi".
"Una situazione di emergenza, infatti, va affrontata con interventi di emergenza – sottolinea ancora Venturi – mentre mancano all'appello misure per migliorare l'accesso al credito delle Pmi, ridurre il costo dell'energia, semplificare la tassazione immobiliare, che ha raggiunto livelli abnormi, e le norme ambientali".
Sempre in tema fiscale, se è apprezzabile la diminuzione del carico fiscale sulle imprese, con la deduzione del costo del lavoro dall'imponibile Irap, occorre che la riduzione riguardi anche i 3 milioni di imprese senza dipendenti con un innalzamento della franchigia Irap, evitando la beffa addirittura di un incremento dal 3,5% al 3,9% per questi soggetti. E constatiamo che i più recenti emendamenti del Governo in materia non vanno in questa direzione.

Ed è proprio sugli aspetti fiscali, in particolari quelli riguardanti l'area del sisma, che si concentra l'attenzione di Venturi. "A giugno 2015 le aziende dell'Area Nord, se non cambieranno le cose, dovranno iniziare a rimborsare i prestiti della Cassa Depositi e Prestiti utilizzati per il pagamento delle imposte. Bene, è opportuno avere la consapevolezza che la stragrande maggioranza di queste ultime, soprattutto quelle che non hanno ancora ricevuto i rimborsi relativi all'ordinanza 57, queste risorse non le hanno. Stiamo parlando, se vogliamo stimare delle cifre, di circa 2.000 imprese e 8.000 addetti. Ipotizzare la chiusura di queste imprese, se l'inizio dei rimborsi non sarà prorogato al 30 giugno 2016 e se la restituzione non sarà spalmata su almeno cinque anni anzichè due, non è azzardato. E sarebbe un gran brutto modo iniziare il 2015 con questa spada di Damocle su un'area così importante del nostro territorio".
L'Ufficio Stampa CNA

Domani, martedì 16 dicembre, alle 20, presso il Castello di Formigine la presentazione del libro "Cacciavite, robot e tablet" -

Modena, 15 dicembre 2014 -

Per necessità e poi per virtù le imprese hanno affrontato ristrutturazioni in cui si trovano a convivere cacciavite, robot e tablet. Ma quali sono le politiche e gli strumenti che i governi e il sistema delle imprese devono adottare per rilanciare la manifattura, un macrosettore ancora determinante per il nostro Paese e il territorio modenese in particolare? Dal confronto tra un economista e un giornalista, Gianfranco Viesti e Dario Di Vico, nasce il libro "Cacciavite Robot e Tablet", che sarà presentato martedì 16 dicembre alle 20.30, presso la Sala del Consiglio del Castello di Formigine, nel corso di una serata organizzata da CNA e dal Comune di Formigine.

A parlarne, oltre ad uno degli autori, Dario Di Vico, firma del "Corsera", Mario Agati, assessore alla Cultura e Smart City della locale amministrazione, e Umberto Venturi (Presidente provinciale CNA, oltre a Cristian Barozzi, presidente della delegazione formiginese dell'Associazione.
Un libro interessante, quello di Di Vico e Viesti, che contrappone due tesi: se Viesti sostiene il rilancio di un'azione pubblica all'altezza delle sfide della globalizzazione, in grado di accrescere la dimensione delle imprese e di favorirne internazionalizzazione e innovazione, il giornalista del Corsera è, invece, per una politica industriale plurale in cui lo Stato diminuisca le tasse e passi l'iniziativa a banche, fondi di investimento e multinazionali. Due soluzioni diverse a confronto su uno stesso problema che non mancherà di suscitare un interessante dibattito.

(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)

Lunedì, 01 Dicembre 2014 15:52

Vietnam, porta d'accesso al mercato asiatico

Si è conclusa la missione imprenditoriale. Regione, Camere di commercio, associazioni di categoria, sistema bancario a supporto delle aziende dell'Emilia-Romagna -

Parma, 1 dicembre 2014 -

Infrastrutture e impiantistica. Ma anche trasporti, settore biomedicale, energia, senza dimenticare i comparti tradizionali del "Made in Italy", come il tessile-abbigliamento. I macchinari restano importantissimi, c'è grande attenzione alla tecnologia italiana. Sono tante e diversificate le opportunità e le chance da cogliere in Vietnam, cuore dell'area Asean (10 Paesi con oltre 600 milioni di abitanti) che si apre alla collaborazione delle imprese italiane.

Ciò ha confermato la missione imprenditoriale plurisettoriale che si è conclusa nel Binh Duong, provincia che del dinamico Paese asiatico è locomotiva.
Nel corso della missione, importanti imprese emiliano-romagnole hanno approfondito le possibilità di business attraverso operatori vietnamiti selezionati e visite alle aziende locali. A comporre il gruppo erano Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna, Silfradent di Santa Sofia e Trevi Finanziaria Industriale di Cesena, Ferrarini Spa e Simet di Reggio Emilia, oltre al sistema bancario e associativo, Banca Popolare dell'Emilia-Romagna e Confindustria Modena.

A coordinare la delegazione regionale, Unioncamere Emilia-Romagna e Promec, azienda speciale della Camera di commercio di Modena.
L'imprenditore Stefano Landi, presidente della Camera di commercio di Reggio Emilia, ha guidato per Unioncamere regionale le imprese emiliano-romagnole come componente della delegazione italiana. In Binh Duong, ha incontrato il presidente della Provincia, Thanh Cung, e Van Hung Nguyen, presidente della agenzia per lo sviluppo Becamex, per l'ultimo di una serie di eventi istituzionali che prima a Hanoi e Ho Chi Minh City gli hanno permesso di confrontarsi, tra gli altri, con il sottosegretario di Stato agli Affari Esteri, Benedetto Della Vedova, l'ambasciatore italiano in Vietnam, Lorenzo Angeloni, il presidente di ICE agenzia, Riccardo Monti., il vicedirettore generale di Confindustria Daniel Kraus, il presidente della Camera di commercio italiana in Vietnam, Michele D'Ercole, e altri rappresentati istituzionali vietnamiti tra cui il vice presidente del Comitato del Popolo di Ho Chi Minh City, Le Thanh Liem.

Landi ha così approfondito le opportunità di collaborazione esistenti tra imprese italiane e vietnamite in vari settori ed è intervenuto a un incontro con la business community italiana e locale.
Nel corso della missione, il sottosegretario Della Vedova ha inaugurato insieme all'ambasciatore Angeloni, il neo istituito Consolato Generale d'Italia a Ho Chi Minh City. La nuova sede consolare, nella capitale economica e finanziaria del Vietnam, è retta dalla diplomatica reggiana Carlotta Colli.

Il presidente Landi è intervenuto all'insediamento della prima Commissione economica congiunta Italia-Vietnam istituita dai due Governi, che dovrà affrontare i problemi di natura burocratica, normativa e finanziaria che ripresentano nei rapporti economici bilaterali.
"Il Vietnam è un paese che sta dimostrando grande vitalità e voglia di progredire, come attesta lo scarso impatto della crisi globale sulla sua economia. Questa missione di sistema – dichiara Landi - è un segnale della volontà di collaborazione tra i due Paesi, soprattutto in vista della firma di un accordo tra Vietnam e Unione Europea che si stima farà incrementare gli interscambi commerciali da 33 a 100 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni".

Secondo i dati dell'Osservatorio Internazionalizzazione di Unioncamere ER, nel 2013 l'export verso il Vietnam è cresciuto del 27 per cento rispetto al 2012, per un valore di 121 milioni di euro che coinvolge 270 imprese, di cui il 48% rappresentato dalla meccanica strumentale.
Camere di commercio dell'Emilia-Romagna e Regione hanno un ruolo di primo piano.
"A quasi un anno e mezzo dall'avvio del progetto "Destinazione Vietnam" - sottolinea il presidente Landi - i risultati ottenuti ci incoraggiano a proseguire su questo percorso che promuove investimenti, trasferimento tecnologie, collaborazione economica".

I commenti al ritorno dalla missione

"Un dialogo strategico da continuare per aumentare le esportazioni nel Paese, ma anche gli investimenti". Così sintetizza il sottosegretario agli Affari Esteri, Benedetto Della Vedova, l'esito della missione in Vietnam. "C'è stato un salto di qualità nelle relazioni politiche e diplomatiche tra i due Paesi. In questa occasione si è riunita per la prima volta la Commissione economica congiunta, e abbiamo inaugurato il consolato italiano a Ho Chi Minh city, nel sud del Paese, la parte più industriale del Vietnam. In significativa contro- tendenza rispetto alla riduzione del numero delle nostre sedi diplomatiche all'estero. Uno dei nostri obiettivi – conclude Della Vedova - è spingere il negoziato Ue-Vietnam ed esserne protagonisti, anche per proteggere le indicazioni geografiche e le regole di origine nel tessile".

Per Riccardo Monti, presidente ICE Agenzia "Il Vietnam è un'ottima base per espandersi in questa area geografica. E' un Paese molto interessante che ha fatto un grande lavoro sull'attrazione degli investimenti, ha un ottimo programma di zone economiche speciali, parchi industriali e una legislazione fiscale molto favorevole. Inoltre ha buoni strumenti di supporto finanziari messi a disposizione dalla Banca Mondiale e dell'Asia Development Bank. Nel consolidamento del rapporto con il Vietnam, in questa azione patrocinata dall'ICE– aggiunge Monti - l'Emilia-Romagna ha svolto un ruolo di apripista per una esperienza che potrà essere seguita da altri territori regionali con l'obiettivo di incrementare il numero delle nostre imprese esportatrici. Gli ottimi risultati dell'indagine sulla soddisfazione delle imprese presenti ci indica che siamo sulla buona strada".

"Se posso fare un primo bilancio, la presenza così numerosa di imprenditori, Associazioni Industriali e Istituzioni italiane alla nostra missione è l'esempio concreto dell'interesse del Sistema verso questo paese - afferma Daniel Kraus, vice direttore generale di Confindustria a guida della parte business della delegazione in Vietnam - Infatti, il Vietnam è un mercato estremamente promettente: cresce a ritmi elevati, è una economia basata su una popolazione giovane e numerosa e fa parte di un'area di circa 4,5 ml di kmq, per un totale di oltre 600 milioni di abitanti. Inoltre - prosegue - è un Paese che sta lavorando per affermarsi come potenza economica asiatica, ma anche come partner privilegiato dell'Europa, ne è una dimostrazione lo sforzo del Governo per concludere il negoziato UE- Vietnam".
Partner

La missione, nata all'interno del progetto Destinazione Vietnam e co-finanziato da Unioncamere Emilia-Romagna e Regione con soggetto attuatore Promec, patrocinato dai Ministeri Sviluppo Economico e Affari Esteri, ICE agenzia, realizzato in collaborazione con ICHAM (Camera di commercio italiana in Vietnam) e le Associazioni di categoria, è confluita in un'ottica di sistema nella più ampia iniziativa del Governo Italiano, organizzata nell'ambito della Cabina di Regia per l'Italia Internazionale, lo strumento operativo per coordinare le politiche del Paese in materia.
La Cabina di Regia per l'Italia Internazionale, co-presieduta dal Ministro degli Affari Esteri e dal Ministro dello Sviluppo Economico, vede anche la partecipazione dei principali attori governativi ed economici nazionali e regionali nel settore, quali il Ministro per i Beni, le Attività Culturali e il Turismo (che co-presiede per le materie di propria competenza), il Ministro dell'Economia e Finanze, il Ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, i Presidenti della Conferenza delle Regioni, di UnionCamere, Confindustria, Rete Imprese Italia, ABI e Alleanza delle Cooperative.

(Fonte: ufficio stampa Unioncamere Emilia Romagna)

Lunedì, 01 Dicembre 2014 10:02

Cresce l'export parmense nel primo semestre 2014

Le vendite verso l'estero, si legge nel Rapporto Export della Camera di Commercio, sono salite del 3% rispetto all'anno scorso. Alimentare e farmaceutico sono i settori che evidenziano i migliori risultati, insieme alla meccanica. "La tecnologia parmense riscuote interesse crescente nel mondo, come abbiamo riscontrato direttamente a Cibus Tec e Tech Agrifood il mese scorso" commenta Zanlari, presidente della Camera di Commercio -

Parma, 1 dicembre 2014 -

Nel primo semestre del 2014 il valore delle esportazioni parmensi, secondo i dati Istat, è aumentato del 3 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un dato positivo, inferiore a quello regionale (+4,5%) e del Nord-Est (+3,4%) ma superiore all'andamento nazionale (+1,3%).

Il valore complessivo delle esportazioni del 2014 supera del 20,2 per cento quello del 2008 (che è l'importo più alto prima della crisi internazionale). In valore assoluto Parma, nel periodo gennaio-giugno 2014, ha esportato merci per quasi 2,9 milioni di euro, in gran parte provenienti dai settori "macchinari e apparecchiature" (30,1 per cento), "prodotti alimentari" (23,3 per cento), "prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici" (11,5 per cento).

Nei primi sei mesi dell'anno, rispetto allo stesso periodo del 2013, considerando i settori che contribuiscono maggiormente alle esportazioni provinciali, gli aumenti più significativi sono stati messi a punto dai prodotti farmaceutici (+8,7 per cento) seguiti dai i prodotti alimentari (+7,7 per cento), dagli articoli in gomma e materie plastiche (+9,7 per cento) e dai prodotti in metallo (+11,3 per cento). Un incremento più contenuto (+4,2 per cento) è stato invece registrato dagli articoli di abbigliamento.

Le esportazioni sono cresciute sia verso l'Europa che verso l'America e l'Asia. Particolarmente significativo l'incremento verso l'Asia (+8,8 per cento), che assorbe il 14,4 per cento dell'export parmense. L'export destinato all'Europa, pari ai due terzi del totale, cresce invece del 2,4 per cento. In particolare i paesi area UE, che ricevono quasi il 60 per cento dell'export totale parmense, hanno segnato un incremento del 3,8 per cento mentre le esportazioni verso l'America sono cresciute del 5,8 per cento.
Calano leggermente invece le vendite verso l'Africa (-1,1 per cento) e l'Oceania e altri territori (-19,9 per cento) che rappresentano rispettivamente il 5,7 e 1,5 per cento del totale delle esportazioni.

Per quanto riguarda i principali partner europei, hanno segnato ottime performance le esportazioni verso la Germania (+8,7 per cento) e la Spagna (+15,4 per cento), mentre risultano in flessione verso la Francia (-2,6 per cento).

Al di fuori dell'Unione europea è stata forte la caduta delle vendite sul mercato russo (-13,5 per cento), derivante dalle difficoltà dell'economia russa e dalle sanzioni conseguenti dalla crisi ucraina. Si conferma ampiamente positivo l'export verso gli Stati Uniti (+6 per cento). Nel continente asiatico segnano un forte aumento le esportazioni in Cina (+26,9 per cento) mentre calano quelle verso l'India (-20,5 per cento) e il Giappone (-7,5 per cento).

Meccanica alimentare, nuove relazioni commerciali nate a Tech Agrifood. Protagonisti i paesi dell'area Maghreb, Russia e Vietnam.

Si è svolta dal 28 al 29 ottobre, nella cornice di CIBUS TEC, la quinta edizione di Tech Agrifood - European mediterranean Business Meetings, manifestazione dedicata a imprese, centri di ricerca e università che operano nel campo delle tecnologie per la trasformazione di frutta, verdura e cereali e nella filiera vitivinicola e olearia.

Tra le 126 organizzazioni partecipanti, in prevalenza aziende (105), spiccava la presenza del mondo dell'università e della ricerca (10), come per esempio l'INRA francese e la Stazione Sperimentale per l'Industria delle Conserve alimentari (azienda speciale della Camera di commercio). Nove gli istituti pubblici di ricerca presenti.

Soddisfazione tra le imprese di Parma e tra gli organizzatori: la Camera di Commercio di Parma, la Camera di Commercio italiana per la Francia a Marsiglia e il polo francese Terralia.

"Siamo soddisfatti, - dice il presidente della Camera di Commercio, Andrea Zanlari - i riscontri avuti dalle nostre imprese sono stati positivi. Tutte, ed erano 23 quelle di Parma, hanno incontrato molti operatori esteri e tutte hanno sottolineato l'efficacia dei b2b e la funzionalità dell'organizzazione. Il nostro obiettivo, come Camera di commercio, è stato quello di favorire la conoscenza della tecnologia parmense per l'agroalimentare in molti Paesi contemporaneamente, favorendo relazioni e business, e posso dire che abbiamo centrato questo risultato.Quest'anno inoltre abbiamo deciso di allargare la partecipazione anche a due mercati difficili ma decisamente interessanti come Vietnam e Russia. L'interesse per la nostra tecnologia è stato alto. Mi fa veramente piacere che molte aziende ci abbiamo detto che grazie a questa manifestazione hanno incontrato Paesi e operatori che altrimenti non avrebbero mai avuto l'occasione di conoscere".

Undici i paesi rappresentati, provenienti da tre continenti; per la gran parte dell'area del Mediterraneo, c'erano tuttavia alcune interessanti eccezioni: oltre Algeria (15 partecipanti), Egitto (6), Marocco (3), Tunisia (9), Turchia (7), Libano (3), Francia (5), Italia (55), Spagna (4), erano presenti infatti 12 operatori dalla Russia e 8 dal Vietnam. Circa 500 gli incontri b2b realizzati, tutti nella filiera della trasformazione di frutta, verdura e cereali e in quella vitivinicola e olearia. In particolare, i paesi dell'area Maghreb e la Turchia hanno dimostrato un forte interesse verso le tecnologie di lavorazione e confezionamento di ortaggi, frutta e olio. Ma il Paese che ha forse suscitato il maggiore interesse è stato il Vietnam, perché ancora poco esplorato e con caratteristiche molto interessanti per le aziende italiane.

Da Parma, hanno preso parte a Tech Agrifood, Asepsystems Srl, Bg Srl, Ceti Group Srl, Cobe Ingegneria Srl, Fipal Srl, Ghizzoni D. Spa, Ing. A. Rossi Impianti Industriali Srl, Labs Srl, Lanzi Tiziano, Levati Food Tech Srl, L.W.P. Engineering Srl, MGF Srl, Navatta Grop Food Processing Srl, Nuova Sara Srl, Parma Tech Magreb, PSA Italy Srl, Refri Group Srl, Rg Strumenti Srl, Stv di Salati G. & C. Snc, Tropical Food Machinery Srl, Zacmi Spa e Zilli & Bellini Srl oltre alla già menzionata Ssica.

"Questa manifestazione, che organizziamo con la Camera di commercio italiana di Marsiglia e con Terralia, Polo di competitività del sud est della Francia, è nata 5 anni fa per favorire lo sviluppo di partenariati commerciali, tecnologici e scientifici su alcuni temi focali tra cui i processi di conservazione e trasformazione, l'imballaggio e il confezionamento, lo stoccaggio e la distribuzione" aggiunge Zanlari. "Parma – spiega ancora il presidente della Camera di commercio - è leader in tutti questi settori ed è per questo che, per la seconda volta, abbiamo deciso di portare la manifestazione, nata in Francia, qui da noi. Siamo centrali in Europa ed è giusto che riva nord e riva sud del Mediterraneo si incontrino qui".

In allegato scaricabile rapporto export 2014

(Fonte: Ufficio Stampa Camera di commercio di Parma)

Giovedì, 27 Novembre 2014 10:15

Forum Polonia: la nuova terra delle opportunità

La Polonia è divenuta, in questi ultimi anni, terra di opportunità. Opportunità di investimento, nella fattispecie. Se ne è parlato all'Aula Magna di Palazzo Scaruffi a Reggio Emilia, in un incontro organizzato da Camera di Commercio, Unindustria Reggio Emilia, Global Strategy e Unicredit -

Di Federico Bonati - Reggio Emilia, 27 novembre 2014 -

L'economia reggiana, è risaputo, ruota attorno all'esportazione, un capitolo economico che vede Reggio Emilia al terzo posto come provincia esportatrice della regione. "Si tratta di un riconoscimento internazionale delle eccellenze del territorio - dice Paola Silvi, vicepresidente della Camera di Commercio di Reggio Emilia - che vedrà un supporto sempre maggiore da parte della Camera di Commercio nell'anno che verrà, in particolar modo durante il periodo di Expo 2015".

In questa fase di internazionalizzazione dell'esportazione, un ruolo chiave lo sta giocando la Polonia, nucleo centrale dell'incontro.
Un paese che ha l'Italia come quarto partner commerciale assoluto, del quale si sa molto, ma non abbastanza.
Divenuta a pieno titolo membro dell'UE nel 2004 e facente parte dal 2007 dello spazio Schengen, la Polonia sta vivendo un momento particolarmente felice grazie ai governi moderati ed europeisti di Tusk e della Kopacz, con i quali il paese ha saputo sfruttare le occasioni offerte dall'Unione Europea. Grazie a queste occasioni, la Polonia ha saputo ritagliarsi uno spazio importante ed uno sviluppo fiorente.

"La Polonia è stata la seconda economia – spiega Alessia Messina di Unicredita registrare la crescita più veloce dal 2004 a oggi. Inoltre, è stato l'unico paese europeo nel 2009 a non entrare in recessione, con una crescita del PIL reale dell'1,6% e che arriverà al 3,2% nel 2015".
Un'economia, quella polacca, che si potrebbe definire frizzante, un ponte tra l'Oriente e l'Occidente, con il vantaggio di essere affacciata sul Mar Baltico. Nel 2013, le esportazioni verso l'Italia sono state pari ai 6,6 miliardi di €, mentre le importazioni dal Bel Paese alla Polonia hanno raggiunto oltre gli 8 miliardi di €.

Ma dove investire e cosa vendere in Polonia?
Secondo un report del Ministero degli Affari Esteri del 2014, le principali fonti di investimento in territorio polacco riguardano l'energia elettrica, il gas, i mezzi di trasporto, i prodotti farmaceutici di base e i preparati farmaceutici e le attività amministrative e di servizi di supporto. Per quanto riguarda la vendita, si punta su macchinari e apparecchiature, costruzioni, prodotti alimentari, prodotti chimici e articoli di abbigliamento. Sono quattro, nella fattispecie, le zone più interessanti per gli investimenti. Si tratta di Slupsk, aperta ai mercati verso occidente, Pomerania, situata nei pressi del Baltico, Kamienna Góra, zona specializzata in piccole e medie imprese di manutenzione e il Technology Park di Cracovia, specializzato in servizi e tecnologie innovative.

Sono stati infine messi in luce i punti deboli e i punti forti della Polonia.
Gli elementi di debolezza riguardano la disoccupazione, un problema strutturale soprattutto tra i giovani, l'impatto delle carenze burocratiche nell'apparato economico e il possibile rallentamento nell'adozione di nuove riforme a causa del fitto calendario elettorale del 2015.
Il rovescio della medaglia presenta, altresì, le positività del territorio polacco: gli alti tassi di crescita e la forte domanda interna, il grande mercato interno, il facile accesso ai mercati limitrofi, in particolar modo russo e tedesco, grazie ad una posizione geografica strategica, la solidità del sistema bancario e la forza del manifatturiero, il capitale umano altamente qualificato ed una società giovane, l'età media è di 36 anni, fra le più istruite d'Europa.

Il "Forum Polonia" ha messo in luce gli aspetti economici, e non solo, di un paese dinamico ed innovativo, aperto agli investimenti e che rappresenta una zona interessante per l'esportazione locale e nazionale. Una zona, quella polacca, che sta diventando sempre più una nuova terra delle opportunità.

Pubblicato in Economia Reggio Emilia
Venerdì, 21 Novembre 2014 14:58

Imprese in missione in Vietnam

L'export regionale verso il Vietnam è cresciuto in un anno del 27 per cento. Regione, Camere di commercio, associazioni di categoria, sistema bancario a supporto delle aziende dell'Emilia-Romagna -

Reggio Emilia, 21 novembre 2014 -

E' in partenza la missione imprenditoriale plurisettoriale che dal 23 al 27 novembre toccherà le città di Hanoi e Ho Chi Minh City, e si concluderà con la visita della provincia di Binh Duong.
Alcune importanti imprese emiliano-romagnole rappresentative di importanti settori economici, potranno approfondire le possibilità di business attraverso incontri con operatori vietnamiti selezionati, e visite alle aziende locali. Si tratta di Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna, Silfradent di Santa Sofia e Trevi Finanziaria Industriale di Cesena, Ingegneria Biomedica Santa Lucia di Piacenza, Ferrarini Spa e Simet di Reggio Emilia, oltre al sistema bancario e associativo, Banca Popolare dell'Emilia-Romagna e Confindustria Modena. A coordinare la delegazione regionale, Unioncamere Emilia-Romagna e Promec, azienda speciale della Camera di commercio di Modena.

Sarà un'occasione per scoprire le opportunità di affari in Vietnam, piattaforma per l'espansione commerciale delle imprese nell'area ASEAN (10 Paesi con oltre 600 milioni di abitanti) anche grazie alla firma, ormai prossima, dell'accordo di libero scambio tra Vietnam e Unione Europea.
L'imprenditore Stefano Landi, presidente della Camera di commercio di Reggio Emilia, guiderà per Unioncamere regionale le imprese emiliano-romagnole come componente della delegazione italiana. Landi interverrà martedì 25 novembre all'insediamento della prima commissione economica Italia-Vietnam istituita dai due Governi. Sarà la prima partecipazione di una Unione regionale delle Camere di commercio a una Commissione Economica, occasione prestigiosa e insieme di forte rilievo per lo sviluppo dei rapporti di cooperazione industriale e commerciale.

"Il Vietnam è un paese che sta dimostrando grande vitalità e voglia di progredire, come attesta lo scarso impatto della crisi globale sulla sua economia. Questa missione di sistema – dichiara Landi- è un segnale della volontà di collaborazione tra i due Paesi, soprattutto in vista della firma di un accordo tra Vietnam e Unione Europea che si stima farà incrementare gli interscambi commerciali da 33 a 100 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni".

Secondo i dati dell'Osservatorio Internazionalizzazione di Unioncamere ER, nel 2013 l'export verso il Vietnam è cresciuto del 27 per cento rispetto al 2012, per un valore di 121 milioni di euro che coinvolge 270 imprese, di cui il 48% rappresentato dalla meccanica strumentale.
Camere di commercio dell'Emilia-Romagna e Regione hanno un ruolo di primo piano.

"A quasi un anno e mezzo dall'avvio del progetto "Destinazione Vietnam" - sottolinea il presidente Landi - i risultati ottenuti ci incoraggiano a proseguire su questo percorso che promuove investimenti, trasferimento tecnologie, collaborazione economica".
Il Desk Vietnam, coordinato da Unioncamere Emilia-Romagna, ha fornito assistenza a oltre 200 imprese, un numero doppio di aziende ha partecipato a momenti formativi/informativi, 37 i report di pre-fattibilità realizzati e 21 visite di check-up aziendale sono stati 200 gli incontri di affari con buyer vietnamiti organizzati dal sistema camerale, Regione e in collaborazione con le associazioni di categoria.

La missione, nata all'interno del progetto Destinazione Vietnam e co-finanziato da Unioncamere Emilia-Romagna e Regione con soggetto attuatore Promec, patrocinato dai Ministeri Sviluppo Economico e Affari Esteri, ICE agenzia, realizzato in collaborazione con ICHAM (Camera di commercio italiana in Vietnam) e le Associazioni di categoria, è confluita in un'ottica di sistema nella più ampia iniziativa del Governo Italiano, organizzata nell'ambito della Cabina di Regia per l'Italia Internazionale.

La Cabina di Regia per l'Italia Internazionale è lo strumento operativo per coordinare le politiche del Paese in tema di internazionalizzazione.
Co-presieduta dal Ministro degli Affari Esteri e dal Ministro dello Sviluppo Economico, vede anche la partecipazione dei principali attori governativi ed economici nazionali e regionali nel settore, quali il Ministro per i Beni, le Attività Culturali e il Turismo (che co-presiede per le materie di propria competenza), il Ministro dell'Economia e Finanze, il Ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, i Presidenti della Conferenza delle Regioni, di UnionCamere, Confindustria, Rete Imprese Italia, ABI e Alleanza delle Cooperative.

(Fonte: ufficio stampa Unioncamere)

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