Da gennaio diminuiranno le bollette di luce e gas. Riduzione determinata dal minor costo della materia prima. Ma è record europeo di rincari dal 2010. Aumenteranno anche le accise.
di LGC - Parma, 31 dicembre 2014 --
Dal crollo del prezzo petrolio (oltre il 40% in pochi mesi) qualcosa viene anche a favore dei cittadini. Al vantaggio del costo alla pompa di carburante, ben poco rispetto al quasi dimezzato prezzo della materia prima, passato da 100$/barile (WTI) a poco sopra i 53$/barile (53,48$/bar WTI 30 dicembre 2014), si aggiungono alcune decine di euro dai ritocchi tariffari di luce e gas. Vantaggi non direttamente derivati da manovre governative ma solo ritocchi, peraltro meno che proporzionali, determinati dalle leggi di mercato.
Quindi bollette meno care: lo comunica l'Autorità per l'energia elettrica e il gas secondo cui il nuovo anno porterà una riduzione del 3% della bolletta dell'elettricità e dello 0,3% della bolletta del gas per le famiglie e i piccoli consumatori in tutela per il primo trimestre 2015. Un risparmio che dovrebbe aggirarsi intorno a 72€ per il Gas considerando la spesa della famiglio tipo di 1.143€ e una riduzione del -6%.
Evidentemente chi si accontenta gode anche in virtù del fatto che l'Italia detiene il record di rincari tariffari.
Tra il 2010 e il 2014, secondo i calcoli eseguiti da CGIA di Mestre, solo in Spagna le tariffe pubbliche sono rincarate più delle nostre. Se a Madrid l'aumento medio è stato del 23,7 per cento, in Italia, come del resto è successo in Irlanda, l'incremento è stato del 19,1 per cento. 12,9% il rincaro dei francesi e un misero 4,2% per i tedeschi. L'area dell'euro ha subito un incremento dei prezzi amministrati dell'11,8 ben 7 punti percentuali in meno di noi.
Ma ancora non è finita. Se con una mano si dà con l'altra si trattiene come è ormai consuetudine e prassi dei nostri poco fantasiosi amministratori.
Già abbiamo visto come i vantaggi determinati dal mercato petrolifero non siano stati significativamente proporzionati alla pompa, in gran parte per il cumulo di accise gravanti sul prezzo finale del carburante, addirittura dal 2015 è previsto un'ulteriore inasprimento di queste "tasse subdole" dell'ordine dell'1,8 centesimi al litro. 2,2 centesimi di fatto in quanto ricordiamo che le accise entrano nel computo dell'imponibile sul quale viene ricaricata l'Iva che oggi è del 22% ma che potrebbe addirittura arrivare, entro il 2016, a 25,5% se dovesse essere applicata la clausola di salvaguardia del bilancio nazionale.
In sintesi e semplificando l'accise è una "sicurezza" d'entrata tributaria e un moltiplicatore di gettito di Iva almeno sino a quando ci sarà la possibilità di pagare il carburante e mantenere i costi d'esercizio dell'automobile.