Domenica, 28 Febbraio 2016 09:17

Lattiero caseario: tendenze e dinamiche recenti In evidenza

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Il mercato mondiale dei prodotti lattiero caseari continua ad essere gravato da una situazione di offerta abbondante e il 2016 si è aperto con una conferma della situazione di criticità anche per il contesto nazionale, come già verificatosi per tutto il corso dell'anno precedente.

Nonostante la miniripresa verificatasi a fine anno, il 2015 si è chiuso con una flessione delle quotazioni di latte e derivati mediamente attestata in Italia al 9,3% (rispetto al 2014), come evidenziato dall'andamento dell'indice Ismea dei prezzi all'origine (base 2010), ed è stata determinata dall'andamento calante dei prezzi all'ingrosso dei formaggi duri (-4,6%) e, soprattutto, dei prezzi alla stalla del latte (-13%) mediamente liquidato a 0,356 euro/litro (senza premi e al netto di Iva). Dopo un avvio vivace della campagna di commercializzazione, c'è stato un progressivo rallentamento delle consegne di latte e, nel complesso, i livelli dell'annata solare 2015 risultano sostanzialmente invariati rispetto alla precedente e assestati su circa 11 milioni di tonnellate.

Scendendo nel dettaglio dei derivati, nel 2015 i prezzi dei formaggi grana sono risultati significativamente inferiori rispetto alla media dell'anno precedente: in particolare, considerando le stagionature minori, si è rilevata una variazione negativa del 7,6% per il Reggiano e del 6,2% per il Padano. Dopo una serie ininterrotta di ribassi, in chiusura d'anno si è, tuttavia, registrata una lieve ripresa delle quotazioni che, sospinta dal buon andamento delle esportazioni, si è protratta anche in esordio di 2016. Annata complessivamente deludente anche per altri formaggi tipici, in particolare Asiago e Gorgonzola, e per il burro, che sulla scia delle dinamiche continentali ha perso oltre 26 punti percentuali rispetto ai valori - peraltro già critici - del 2014.

Ismea latte consegne UE

Il mercato comunitario di riferimento
Nonostante la vivacità della domanda sia interna che extra comunitaria, il mercato UE stenta ad assorbire la produzione realizzata; il livello delle scorte accumulate, inoltre, contribuisce a mantenere una forte pressione sui prezzi. In particolare, per le polveri magre il progressivo calo dei listini ha determinato a fine anno un confronto negativo con oltre 30 punti percentuali di distacco rispetto al livello del 2014. Trend calante anche per i formaggi, soprattutto per i prodotti prevalentemente destinati al mercato extra comunitario, come l'edamer che nell'ultimo anno ha perso in media 24 punti percentuali. Grazie a un migliore equilibrio tra offerta e domanda, soprattutto da parte degli Stati Uniti, il mercato europeo del burro è risultato meno appesantito, registrando tra il 2015 e il 2014 una contrazione media di 10 punti percentuali.

Lo scenario comunitario
L'abbondanza di offerta di latte che continua a registrarsi a livello mondiale è imputabile principalmente all'Unione Europea. A partire dal mese di aprile, con la liberalizzazione del mercato, le consegne di latte nell'UE-28 hanno subìto un'accelerazione che, considerando il periodo cumulato tra gennaio e novembre 2015, è risultata pari al +2,2% rispetto al medesimo periodo dell'anno precedente. Nonostante la sensibile contrazione del prezzo del latte alla stalla (-17% tra il 2015 e il 2014) la produzione è stata particolarmente dinamica in alcuni paesi del nord Europa (Irlanda +13% nel periodo gennaio-novembre 2015, Paesi Bassi +6%, Belgio +6,5%, Regno Unito +2,5%, Polonia +2,3%, Germania +1,8%), mentre è rimasta pressoché invariata in Francia e in Italia.
Il surplus di materia prima è stato prevalentemente indirizzato verso burro e latte scremato in polvere, contando sul buon andamento delle esportazioni extra comunitarie registrato nel corso del 2015 (rispettivamente +12,8% +5,6% nel confronto con il 2014). Nonostante la conferma dell'embargo russo, è aumentata anche la produzione comunitaria di formaggi (+1,2% nei primi undici mesi del 2015), sostenuta dal buon andamento dei consumi in Europa, in Nord America e in alcuni paesi asiatici: l'export di formaggi UE è, infatti, sensibilmente aumentato verso USA (+17% nel 2015) e Giappone (+48%), divenuti i primi due mercati di sbocco dopo la chiusura delle frontiere da parte di Mosca.

Ismea latte Consumi UE

Consumi domestici ancora depressi
La domanda nazionale di prodotti lattiero caseari resta ancora depressa. A fronte di una lieve crescita della spesa per l'acquisto di prodotti agroalimentari registrata nel 2015 (+0,3% rispetto al 2014), per latte e derivati si rileva una contrazione del 3,4%, frutto di minori quantità entrate nel carrello delle famiglie italiane e di un prezzo al consumo più basso di quello del 2014.
Si conferma il calo strutturale dei consumi di latte, più evidente per il fresco che per l'uht (rispettivamente -8,5% e 3,2% in volume), con l'unica eccezione del segmento "alta digeribilità".
Tra i formaggi, complessivamente in calo dell'1,9% in volume e del 3,3% in termini di spesa, le maggiori flessioni interessano i duri, in termini di spesa, e i molli, in termini di quantità.
L'unico aggregato a mostrare una dinamica positiva dei consumi è lo yogurt con circa 1 punto percentuale di crescita nell'anno, sia in volume che in valore.

(allegato il pdf ISMEA 1/2016)

Ismea Formaggi prezzimedi origine
(ismea n° 1 /2016)

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