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Tutto questo era ampiamente prevedibile. Le carceri sono in fermento da mesi e nessuno ha fatto nulla per affrontare una situazione che era palesemente incandescente e pronta ad esplodere al minimo pretesto.

Bologna 9 marzo 2020 - La vigilanza dinamica, così come attuata in Italia, si è rivelata un fallimento senza precedenti, avendo comportato unicamente un drastico abbattimento dei livelli di sicurezza e non avendo neppure favorito l'incentivazione di adeguati percorsi rieducativi.

Il SiNAPPe chiede, da mesi, una netta inversione di rotta, consistente nell'adeguamento dell'organico di Polizia Penitenziaria che consenta di ripristinare tutti i posti di servizio accorpati per la grave carenza di uomini patita da tutti gli Istituti di Pena del Distretto Emiliano Romagnolo, nella necessità di fornire il personale di adeguati strumenti per contenere le crescenti intemperanze dei detenuti (ad esempio il taser), di ripristinare un circuito alternativo per la detenzione di detenuti psichiatrici che sostituisca i vecchi OPG, chiusi in maniera frettolosa e inopportuna, di investire sulla formazione del personale, ecc..
Il Governo deve prendere coscienza che le pur apprezzabili riforme della prescrizione, del processo civile e presto, si spera, anche di quello penale, lo "spazzacorrotti", la legge sul whistleblowing, ecc., rischiano di essere vanificate se non si mette mano al problema dell'ingestibilità delle carceri, esploso in maniera fragorosa in questo fine settimana, come ampiamente previsto e denunciato, più e più volte, da questa Segreteria Regionale.

Il Carcere non può restare il tappeto sotto al quale la politica nasconde i propri fallimenti essendo, viceversa e da sempre, la cartina di tornasole dell'efficienza dell'azione governativa. Ed il personale che vi opera, a cui va il nostro plauso e la nostra vicinanza in un momento di tale e tanta difficolta, non può continuare ad essere la vittima sacrificale della disastrosa politica carceraria messa in atto da tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi anni.

Il SiNAPPe continuerà a denunciare l’inefficienza del Governo e dell’Amministrazione, in maniera sempre più forte, affinché le ataviche problematiche sofferte dal sistema penitenziario siano, senza più alcun indugio, affrontate e avviate a soluzione.

F.to Il Segretario Regionale
Gianluca Giliberti

Pubblicato in Cronaca Emilia

Roma, 20 FEB. – “Il Governo ha completamento abbandonato il personale della polizia penitenziaria che oggi giustamente ha proclamato, tramite la propria rappresentanza sindacale, lo stato di agitazione. Agli agenti di polizia penitenziaria esprimiamo il nostro convinto sostegno”.

Lo afferma Benedetta Fiorini, deputata emiliana di Forza Italia.

“Ci sono carceri italiane, come ad esempio gli Istituti penali di Reggio Emilia, - aggiunge Fiorini - dove il sovraffollamento dei detenuti è arrivato al 144%. Se a questo dato di fatto se ne aggiunge un altro, ovvero la carenza di organico, risulta evidente che la polizia penitenziaria è costretta ad operare in condizioni particolarmente difficili ed anche di grave pericolo per la propria incolumità. Bisogna dotare questi agenti di un equipaggiamento più adeguato e di strumenti di difesa più efficaci come ad esempio il taser ma evidentemente – conclude Fiorini – il Governo non è interessato a tutelare questi lavoratori che operano nell’interesse della collettività”.

 

Pubblicato in Cronaca Emilia

Le cronache stanno registrando una sensazione di difficoltà, per non dire di reale emergenza, all'interno delle carceri emiliano romagnole, a partire da quello di Parma, dove, nella giornata del 14 febbraio le tre organizzazioni sindacali, si sono date appuntamento per portare a evidenza il disagio della Polizia penitenziaria. Le richieste in sintesi: Ripristino degli OPG, ovviamente migliorati con adozione di uno specifico percorso detentivo per i detenuti psichiatrici, adozione dei Taser, addestramento specifico per la gestione di casi critici, implementazione di personale e infine aggiornamento dei mezzi di trasporto.

Di Lamberto Colla Parma, 14 febbraio 2020 - Era stato annunciato già da qualche giorno il sit-in delle 3 organizzazioni sindacali della Polizia Penitenziaria, davanti ai cancelli del Carcere di Parma dove molti e gravi episodi di aggressione si sono verificati ai danni dei poliziotti che hanno dovuto persino ricorrere alle cure mediche e al ricovero in pronto soccorso.

"Stiamo chiedendo, interviene Gianluca Giliberti segretario del sindacato Sinappe, soluzioni soprattutto al problema dei problemi, ovvero le aggressioni agli operatori di polizia penitenziaria. Queste aggressioni nell'ultimo periodo sono aumentate in modo esponenziale anche a causa della chiusura, a nostro avviso frettolosa, degli OPG (Ospedale Psichiatrico Giudiziario - ndr) dove i detenuti psichiatrici venivano gestiti e curati in maniera professionale e in modo da non offendere il personale carcerario e anche sanitario. Tra le varie soluzioni avanziamo l'ipotesi del TASER (chiamata anche "pistola elettrica" - ndr) per rendere inoffensivi i detenuti nel loro momento di maggiore aggressività, ma siamo comunque aperti a valutare anche altre soluzioni. In più chiediamo una formazione da offrire al personale, alla stregua di quello che avviene alle altre forze di polizia, in grado di gestire eventuali eventi critici. Rispetto poi alla gestione di questi detenuti facinorosi stiamo chiedendo anche che vengano create delle strutture sull'esempio degli OPG , visto il fallimento delle REMS, che a nostro avviso non sono la soluzione del problema, anche perché i detenuti che restano nelle carceri, spesso vengono classificati come soggetti con "problemi comportamentali" e non sempre come detenuti che abbiano bisogno di cure psichiatriche particolari. Sarebbe quindi necessario creare un percorso detentivo dedicato a questa tipologia di detenuti. Altro grosso problema riguarda l'apertura del nuovo padiglione. Serve certamente una implementazione di personale, considerato che già oggi si fanno già diversi turni da otto ore e non riusciamo perciò a garantire il rispetto delle ore settimanali, i riposi, i congedi e quant'altro. Il nostro grido d'allarme è rivolto all'amministrazione centrale e regionale affinché dia una risposta ai problemi del carcere di Parma. Dimenticavo una cosa molto importante e riguarda il servizio delle traduzioni e dei piantonamenti. Abbiamo personale dimezzato rispetto a quello che sarebbe la pianta organica ottimale, con dei mezzi che superano i 300.000 km di percorrenza e che spesso si fermano per strada, generando gravi problemi di sicurezza per il personale."

Le richieste in sintesi:
- Ripristino degli OPG, ovviamente migliorati con adozione di uno specifico percorso detentivo per i detenuti psichiatrici;
- adozione dei Taser;
- addestramento specifico per la gestione di casi critici;
- implementazione di personale;
- e infine aggiornamento dei mezzi di trasporto, traduzione.

 

Pubblicato in Cronaca Parma

Carcere di Parma, altri tre agenti ricoverati. Salvini: “è ancora colpa dello stesso detenuto, incredibile l’immobilismo di Bonafede”

“Aveva mandato otto agenti in ospedale due giorni fa, e oggi ne ha fatti ricoverare altri tre (poi aumentati a 4 nel pomeriggio - ndr). Succede nel carcere di Parma per colpa di un detenuto marocchino che per due volte ha cercato di incendiare la propria cella. Solidarietà a donne e uomini della Polizia Penitenziaria: è incredibile il silenzio e l’immobilismo del Guardasigilli Alfonso Bonafede”.

Lo dice Matteo Salvini, commentando la denuncia del Sinappe.

 

 

Pubblicato in Cronaca Parma
Giovedì, 24 Ottobre 2019 11:28

Continui eventi critici al carcere di Reggio Emilia

Nel pomeriggio del 22/10/2019, presso gli II.PP. di Reggio Emilia, si sarebbe verificata una rissa tra più detenuti, uno dei quali risulterebbe essere il solito recluso con problemi psichiatrici che ha aggredito una serie impressionante di Poliziotti Penitenziari, anche di recente, che fortunatamente, dopo le nostre svariate segnalazioni e richieste, è stato, in data odierna (23/10/2019), trasferito ad altro carcere. 

Tornando alla rissa, ci è stato riferito che l’agente di sezione, una volta accortosi di quanto stava accadendo, avrebbe immediatamente azionato l'allarme, anche in considerazione del fatto che la rissa sarebbe continuata all’interno dell’infermeria di sezione ed avrebbe coinvolto anche il medico di reparto e la terapista della riabilitazione psichiatrica, aggrediti dai detenuti, nonché alla devastazione del locale infermeria, degli arredi, dei farmaci, degli estintori e di quant’altro ivi presente.
L’intervento di ulteriore personale di Polizia Penitenziaria avrebbe, quindi, evitato che l’episodio potesse avere conseguenze ancora più gravi per l’ordine e la sicurezza dell’Istituto, oltre che per l’incolumità dei detenuti coinvolti e degli operatori del comparto sanitario.


L’agente di reparto (10 giorni di prognosi per contusioni multiple) e la suddetta terapista sarebbero stati quindi costretti a recarsi al Pronto Soccorso del nosocomio cittadino, per le cure del caso.
La Dirigenza dell’Istituto ed il Provveditorato Regionale devono farsi carico delle problematiche sottese all’esponenziale aumento di tali eventi critici ed apportare, con urgenza, i dovuti correttivi al fine di ripristinare la serenità lavorativa, soprattutto all’interno delle sezioni detentive, affinché il personale in divisa sia messo in condizione di adempiere i propri compiti istituzionali in maniera sicura ed ineccepibile.


Sarebbe, inoltre, necessario fissare un incontro con i rappresentanti dei lavoratori al fine di riferire quali modifiche sarebbe utile apportare all’organizzazione del lavoro per evitare il ripetersi di tali episodi.
Riteniamo, infine, sia urgente disporre il trasferimento di tutti i detenuti responsabili dei fatti descritti, ai sensi della circolare GDAP 10/10/2018.0316870.U del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.

F.to Il Segretario Regionale
Gianluca Giliberti

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia
Mercoledì, 11 Settembre 2019 07:50

Pomeriggio di fuoco agli Istituti Penali di Reggio Emilia

Continua l’escalation di violenza agli istituti penali di Reggio Emilia, ai danni degli operatori di Polizia Penitenziaria. Difatti, nel tardo pomeriggio di ieri, presso il reparto di articolazione mentale, uno dei ristretti dall’indole maggiormente aggressiva, già protagonista di ulteriori comportamenti che hanno messo e continuano a mettere a repentaglio la sicurezza e l’ordine dell’istituto reggiano come negli altri istituti della penisola ove è stato ristretto in passato, ha aggredito, per futili motivi ed in modo furibondo, tre agenti di Polizia Penitenziaria che sono successivamente dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso del nosocomio cittadino, vedendosi riconosciuta una prognosi di 7 gg ciascuno s.c.

Questa organizzazione sindacale chiede all’amministrazione di prendere dei “seri” provvedimenti che mettano in condizione il personale in divisa di contenere il comportamento aggressivo del ristretto, chiedendone l’immediato e non più rinviabile allontanamento. Chiediamo inoltre e soprattutto che vengano prese misure a tutela degli operatori che ogni giorno operano a stretto contatto con detenuti psichiatrici dall’indole aggressiva, affinchè episodi simili non abbiano più a verificarsi.
Contestualmente la scrivente O.S. esprime solidarietà nei confronti degli agenti coinvolti nell’aggressione augurando loro una pronta guarigione.

IL SEGRETARIO PROVINCIALE SiNAPPe

Giovanni MORANA

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia

Dal Sindacato di Polizia penitenziaria, riceviamo e pubblichiamo.

Casa Circondariale di Reggio Emilia: Aggressione personale di Polizia Penitenziaria

Nella giornata di oggi, 11/08/2019, durante l’immissione dei detenuti ai passeggi, un recluso italiano, con problemi di natura psichiatrica, avrebbe aggredito un Poliziotto Penitenziario per futili motivi, sferrandogli un calcio all’altezza delle gambe. Solo grazie all’intervento di altre unità di Polizia Penitenziaria si sarebbe evitato il peggio, considerata la veemenza del detenuto.
In mattinata si era già registrato un altro evento critico, ovvero una rissa tra due detenuti, anch’essi italiani. Ciò a sottolineare come presso tali Istituti di Pena, con cadenza quasi quotidiana, si verificherebbero diversi eventi a volte gravi che rischierebbero costantemente di compromettere l’ordine e la sicurezza dell’istituto e del personale operante, anche a causa della presenza di alcuni reclusi “psichiatrici” che, a nostro avviso, dovrebbero essere trasferiti presso le Rems, meglio attrezzate per la cura di tali detenuti.
Il Poliziotto Penitenziario aggredito sarebbe stato costretto a raggiungere il Pronto Soccorso del nosocomio cittadino che, dopo i dovuti accertamenti del caso, lo giudicava guaribile in 3 giorni, salvo complicazioni.
Questa Segreteria Regionale ritiene debbano essere adottati urgenti provvedimenti per organizzare in maniera più funzionale il servizio presso l’Istituto reggiano, considerata l’estrema peculiarità dei detenuti presenti che consiglierebbe anche la programmazione di specifiche attività formative riservate al personale di Polizia Penitenziaria.
Riteniamo, infine, sia indispensabile disporre il trasferimento del detenuto responsabile dei fatti descritti e più in generale dei detenuti “psichiatrici”, responsabili di numerose intemperanze rapportate con cadenza quasi quotidiana del personale in divisa, ai sensi della circolare GDAP 10/10/2018.0316870.U del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. 

Il Segretario Regionale Gianluca Giliberti

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia

Nei giorni scorsi era accaduto alla struttura penitenziaria di Parma, quindi a Bologna e infine a Ferrara. Quattro episodi in meno di 15 giorni (a Bologna oltre a una aggressione si è verificato un incendio in cella, a causa dell'aggressore di pochi giorni prima,  con due operatori intossicati) sono obiettivamente molti e la preoccupazione del sindacato Si.N.A.P.Pe è giustificata dopo l'ennesima aggressione questa volta registrata a Ferrara. A seguire il comunicato del sindacato.

Casa Circondariale di Ferrara: Aggressione personale di Polizia Penitenziaria

Nella giornata di oggi, 07/08/2019, durante l’immissione dei detenuti ai passeggi un recluso di origine magrebina avrebbe aggredito un Poliziotto Penitenziario per futili motivi.
Altro personale in divisa sarebbe immediatamente intervenuto per fermare il detenuto che avrebbe perso completamente ed inspiegabilmente il controllo.
A seguito della suddetta aggressione, due Poliziotti Penitenziari sarebbero stati costretti a raggiungere il Pronto Soccorso del nosocomio cittadino che, dopo i dovuti accertamenti del caso, li giudicava guaribili in 10 e 5 giorni, salvo complicazioni.
Purtroppo, questa non è la prima né sarà l’ultima aggressione di un detenuto al personale di Polizia Penitenziaria.
Considerata anche l’entità degli ultimi dati registrati sul territorio nazionale che parlano di circa 12 Poliziotti costretti quotidianamente a ricorrere alle cure dei sanitari, sentiamo il dovere, per l’ennesima volta, di sollecitare l’Amministrazione a prendere urgenti contromisure affinché tali episodi siano arginati prima che la situazione precipiti irrimediabilmente.
Riteniamo, infine, sia indispensabile disporre il trasferimento del detenuto responsabile dei fatti descritti, ai sensi della circolare GDAP 10/10/2018.0316870.U del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.

Il Segretario Regionale Gianluca Giliberti

Pubblicato in Cronaca Emilia

Carceri. Incontro conclusivo a Bologna del progetto "Educate": nasce un linguaggio comune europeo.

Un'occasione, ha spiegato il Garante regionale Marighelli, di confronto, capofila la cooperativa sociale L'Ovile, tra le diverse esperienze dei penitenziari di cinque paesi europei
"Un progetto di rilievo europeo che vede impegnati operatori di vari paesi europei (Spagna, Portogallo, Romania, Grecia e Italia) attivi all'interno dei luoghi di reclusione (che operano per l'inserimento sociale dei detenuti a fine pena e per le loro attività formative ed educative), un'occasione di confronto tra le diverse esperienze e le diverse progettualità".

Il Garante regionale per le persone private della libertà personale, Marcello Marighelli, è intervenuto in mattinata alla giornata conclusiva del progetto Educate (Educators for inclusive and effective reintegration of inmate), che si è tenuta a Bologna: iniziativa per aiutare e supportare gli educatori che operano in carcere e in strutture per misure alternative alla detenzione nello sviluppo delle proprie conoscenze, competenze e pratiche.

Educate, progetto attivato a novembre 2016, ha lo scopo di consentire alle organizzazioni partner di condividere esperienze, approcci e metodi di lavoro nel campo dell'educazione rivolta a persone private della libertà. L'Ovile (Italia), Carcere di Bistrita (Romania), You in Europe (Grecia), Asociación Noesso (No Estás Sólo) (Spagna), Associacao Sapana (Portogallo) sono le realtà che all'interno di Educate lavorano sulla promozione delle competenze trasversali di destinatari- in particolare persone private della libertà con patologie psichiatriche, migranti e minoranze- il loro inserimento nel mercato del lavoro e la creazione di una rete locale che renda il reinserimento più efficace e riduca il rischio di recidiva.

Per L'Ovile, soggetto capofila del progetto, è intervenuta Francesca Cavedoni, responsabile dell'area salute mentale, carcere e accoglienza: "Un progetto, attivato due anni fa, che si occupa della formazione degli educatori che lavorano con le persone private della libertà e quindi o in affidamento in prova al servizio sociale, nel caso dell'esecuzione penale esterna, oppure persone che sono all'interno del carcere". L'obiettivo, ha aggiunto, "è quello di creare, con altri quattro partner europei, un linguaggio comune. Oggi presentiamo i risultati relativamente a tre modelli: un modello collegato alle competenze di chi lavora nel settore penale, sia dentro che fuori il carcere, un secondo modello di reinserimento sociale, quindi come fare integrazione e reinserimento in maniera efficace, e un terzo modello, collegato, di inserimento lavorativo".

È poi intervenuta, sull'attività della cooperativa sociale, la responsabile dell'ufficio progettazione, Elena Frascaroli: "L'Ovile, che opera già da 25 anni, si occupa di detenzione con progetti lavorativi sia all'interno del carcere di Reggio Emilia sia nelle nostre strutture: proponiamo, attraverso l'accoglienza e l'inserimento lavorativo, percorsi riabilitativi a persone in stato di bisogno".

Una delegazione dei soggetti attivi nel progetto visiterà nel pomeriggio i laboratori e le strutture dedicate alla formazione del carcere della Dozza di Bologna.

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(Cristian Casali)

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