Bologna 5 settembre 2020 - "Non accennano a diminuire gli eventi critici negli Istituti di pena regionali e, in particolar modo, presso il penitenziario ducale.
L’ultimo episodio risale a ieri sera e riguarda un detenuto africano che, nel corso di un controllo di routine, ha aggredito violentemente due Poliziotti Penitenziari, nella sezione Covid degli II.PP. di Parma. I due colleghi sono stati successivamente accompagnati presso il pronto soccorso del nosocomio cittadino, dove sono stati giudicati guaribili in 20 e 21 giorni, salvo complicazioni. Inoltre, nell’odierna mattinata, i due Poliziotti si sono dovuti recare nuovamente presso l’Ospedale di Parma per proseguire l’iter diagnostico ancora in corso. Dalle prime notizie che giungono sembrerebbe comunque che entrambi avrebbero riportato un forte trauma al setto nasale e che, ad uno dei due, sarebbero stati applicati un paio di punti di sutura sull’arcata sopraccigliare.
Questo è l’ennesimo episodio che dimostra come la situazione nelle carceri italiane sia del tutto sfuggita di mano all’Amministrazione Penitenziaria e di come a farne le spese sia, sempre e solo, il personale in divisa. Le aggressioni ai Poliziotti Penitenziari si susseguono senza soluzione di continuità e sono sempre più violente e sconcertanti. Non è più tempo di traccheggiare e/o riflettere sulle soluzioni da adottare, bisogna agire nell’immediatezza con scelte radicali che prevengano il verificarsi di episodi ancora più gravi e drammatici.
Le prime cose da fare con urgenza sono: modificare il rapporto detenuti-agenti, implementando notevolmente la presenza del personale di Polizia Penitenziaria nei reparti detentivi, rivedere il sistema della sorveglianza dinamica e/o del regime aperto, almeno fino a quando non si riusciranno a garantire percorsi rieducativi e lavorativi adeguati sia nel numero che nel merito, formare il personale alle nuove modalità custodiali con percorsi di aggiornamento professionale da somministrare alla totalità dei Poliziotti operanti nei reparti detentivi, rinnovare l’armamento di reparto con strumenti atti a prevenire la possibilità di essere aggrediti (taser o quanto altro), ripristinare percorsi differenziati per detenuti violenti e/o psichiatrici (ex OPG), impartire istruzioni operative chiare ed inequivocabili per evitare che si possa entrare a contatto diretto coi detenuti, ecc.
Nel caso specifico, va trasmessa, con urgenza, la richiesta di trasferimento del detenuto per motivi di sicurezza, ex art.42 O.P., alla Direzione Generale dei detenuti e del trattamento, così come previsto dalla recente circolare del Capo del DAP che, nel delineare le “linee di intervento” ha disposto che a “fronte di episodi di aggressione indirizzati contro il personale in servizio” puntuale dovrà essere “l’attuazione di direttive sui trasferimenti per ragioni di ordine e di sicurezza”.
La Segretaria Regionale