Coronavirus, rivolta nei carceri: Bertoglio (AVRI) serve un intervento immediato e non indulti e amnistie come chiesto dai Radicali
L’intervento di Angelo Bertoglio, Presidente dell’Associazione Vittime Riunite d’Italia: “Mi auguro che il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, possa intervenire velocemente in questa ennesima assurda vicenda, che si sta creando nelle carceri Italiane con atti di violenza e ribellione al sistema carcerario. Va immediatamente data una tutela per l’incolumità degli agenti di Polizia Penitenziaria che già normalmente lavorano in situazione di grande disagio a causa di un sistema carcerario vecchio e ormai al collasso.
La rivolta nelle carceri, nasce da una protesta dei detenuti che rivendicano garanzie sanitarie per la paura dei contagi del Coronavirus.
I Ministeri della Giustizia e della Salute, spero che possano predisporre una serie di immediate misure specifiche di prevenzione del rischio di diffusione del coronavirus e che possa garantire la salute degli operatori carcerari e degli stessi detenuti.
La sospensione dei colloqui tra i detenuti e i parenti è una restrizione per i contagi e non provvedimento disciplinare.
Proprio nei giorni scorsi, il Partito radicale per voce di Rita Bernardini, chiedeva al governo, per paura dei contagi nelle carceri e con il numero di sovraffollamento carcerario, chiedeva un indulto/amnistia oppure con pene alternative e domiciliari per circa 8mila detenuti che devono scontare meno di 12 mesi di pena e per altri 8mila circa che devono scontare pene tra i 12 e i 24 per un totale di circa 16mila detenuti.
Le rivolte che stanno accadendo nelle carceri con il comportamento violento dei carcerati, sono la chiara ed evidente dimostrazione che le pene vanno scontare dietro le sbarre, senza dare ulteriori aiuti può o meno nascosti”.