Visualizza articoli per tag: Regione Emilia Romagna

In Emilia-Romagna il maggior numero di borse di studio riconosciute: oltre 21mila (100% la copertura degli studenti idonei). E il riparto del Fondo nazionale premia la Regione con lo stanziamento più alto: in arrivo 28 milioni di euro (+2,4 rispetto al 2017). Il presidente Bonaccini: "Il nostro è un investimento reale sui giovani, in particolare su chi merita e chi non ha troppe possibilità economiche"

Bologna -
 
Un “pacchetto” che supera i 28 milioni di euro, da destinare alle borse di studio universitarie. A tanto ammonta la quota destinata all’Emilia-Romagna dal riparto del Fondo integrativo statale 2018 (complessivamente, più di 237 milioni di euro), che ha ottenuto il via libera dalla Conferenza delle Regioni. Rispetto all’anno scorso le risorse per l’Emilia-Romagna sono aumentate, passando da 25,8 milioni agli attuali 28,2.

“Tutto questo ci consente di compiere un investimento, reale, sul futuro dei nostri giovani- sottolinea il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. Con queste risorse rendiamo effettivo il loro diritto a raggiungere i più alti gradi dell’istruzione, con un’attenzione particolare agli studenti capaci, meritevoli, e in situazioni economiche non facili. Per noi è una priorità: vogliamo investire sempre più sul sistema di servizi e interventi per il diritto allo studio universitario. Inoltre- sottolinea-come abbiamo scritto nero su bianco sul Focus Giovani del Patto per il lavoro insieme a tutte le parti sociali, continuiamo nella promozione dei nostri atenei, nella valorizzazione della dimensione aggregativa e formativa delle residenze universitarie, nel sostegno a servizi e azioni di orientamento e accompagnamento al lavoro di laureandi e laureati”.

A livello nazionale, la Regione Emilia-Romagna è quella che spende di più per le borse di studio universitarie - oltre 80 milioni di euro -, ed è quella che ne ha concesso il maggior numero (21.135) nell’anno accademico 2017-2018, con una copertura al 100% degli studenti idonei, e la disponibilità di oltre 3.500 posti letto. Inoltre, l’Emilia-Romagna è la Regione che ha registrato il maggior incremento di studenti iscritti nell’anno accademico 2017-2018 a livello nazionale.

“Questo riparto premia la coerenza, le scelte e la qualità del nostro sistema universitario che nell’ultimo anno accademico ha registrato 14.640 iscritti in più: in valore assoluto, è l’incremento maggiore a livello nazionale- sottolinea l’assessore regionale all’Università, Patrizio Bianchi-. Siamo la Regione che ha avuto di più dal riparto del Fondo integrativo statale, e a questo si aggiungono 21 milioni di risorse regionali messe a bilancio. Ricordo, inoltre, che abbiamo chiesto e ottenuto dalla Commissione europea di poter utilizzare risorse del Fondo sociale europeo per il diritto allo studio universitario: parliamo- spiega l’assessore- di un investimento straordinario di almeno 5 milioni di euro del Fse che, sommati alle risorse nazionali, a quelle regionali e a quelle derivanti dalla tassa regionale per il diritto allo studio, permetteranno attraverso l’Azienda ER.GO di sostenere il sistema integrato di servizi e interventi per il diritto allo studio universitario”. /CV

Violenza di genere: sono 31mila le donne che hanno sporto denuncia nell'ultimo quinquennio in Emilia-Romagna, nel 2017 in 3.520 sono state accolte dalla rete regionale. Primo rapporto dell'Osservatorio regionale: i dati consolidati su denunce, femminicidi, Centri, Case rifugio e strutture per uomini maltrattanti. Le cifre inedite sugli accessi ai Pronto soccorso.

Bologna -

I dati delle violenze sulle donne ma anche quelli dell’accoglienza e dell’ascolto, i progetti messi in campo dalla Regione Emilia-Romagna. A un anno dall’istituzione, arrivano i dati dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere. Il report per la prima volta offre un panorama esaustivo su denunce, femminicidi, strutture e le cifre inedite sugli accessi ai Pronto soccorso, oltre a dar conto del lavoro svolto nell’ultimo anno dalla Regione per la formazione degli operatori dei servizi sanitari dell’emergenza e per l’operatività e l’ampliamento dei Consultori, riportando i dati dell’Istat e del Ministero.

 

 

I dati dell’osservatorio sono stati presentati questa mattina nella sede della Case delle donne per non subire violenza, a Bologna, alla presenza dell’assessora alle Pari opportunità Emma Petitti e del presidente del Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna Angela Romanin. Nell’occasione è stato illustrato il progetto del Coordinamento regionale “Donne al centro contro la violenza”. Presente Roberta Mori della Commissione Parità dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna.

“Nella nostra regione– ha detto l’assessora Petitti– vi è una lunga tradizione di collaborazione pubblico-privato. E’ una strada che percorriamo per non lasciare soli chi sta sul fronte di questa battaglia. L’impegno di questa Regione sta nel fornire strumenti di prevenzione, educazione e informazione. Cinque anni fa abbiamo approvato la legge sulla parità, quindi il Programma regionale Antiviolenza, poi abbiamo investito risorse con i nostri bandi. E’ nato anche l’Osservatorio che ci ha aiutato a capire in modo più organico come nasce e si sviluppa questo fenomeno. Dal quadro è risultato un dato che mi fa molto piacere: le donne sono più coraggiose, escono dall’ombra, denunciano e sanno di non esser più sole”.

 

VIOLENZA SULLE DONNE: I CASI IN EMILIA ROMAGNA

L’Emilia-Romagna è una delle regioni dove i tassi di violenza contro le donne sono più alti in Italia ma è anche la prima per le denunce di violenze sessuali (15,6 ogni centomila donne), percosse (28,6), lesioni dolose (89,6) e la quarta per i femminicidi (0,6 su centomila). Tassi inferiori alla media nazionale si riscontrano invece riguardo allo stalking (23,2).

Nell’ultimo quinquennio le donne che hanno sporto denuncia nella nostra regione per aver subito una violenza sono state oltre 31.000 (dati 2012-2016 – Ministero Interno), di cui 14.000 sono state vittime di minaccia, oltre 3.000 di stalking, 1.700 di violenza sessuale, 13.000 di una violenza fisica grave o gravissima quali percosse, lesioni e tentati omicidio, mentre 66 sono state assassinate.

Nel decennio 2007-2016 - fatta eccezione per le vittime di stalking, che sono cresciute costantemente da quando nel 2009 lo stalking è diventato un reato, i dati registrano una chiara diminuzione delle vittime di questi reati: le vittime di minacce sono scese di quasi 30 punti percentuali dal 2007 al 2016, di 27 per le violenze sessuali, di oltre 30 per le percosse, di 20 per le lesioni, di 8 per i tentati omicidi, mentre il numero di donne uccise è rimasto uguale.

 

LA RETE REGIONALE DI AIUTO 

La Regione Emilia-Romagna per contrastare il fenomeno ha messo in piedi un sistema che si basa su una rete di 56 sportelli per ascolto e presa in carico, 20 Centri Antiviolenza, che forniscono accoglienza, consulenza, sostegno alle donne, anche con figli/e, minacciate o che hanno subito violenza e 39 Case Rifugio, strutture a indirizzo segreto o riservato che forniscono, a titolo gratuito, alloggio sicuro alle donne con o senza figli minori che subiscono violenza, indipendentemente dal luogo di residenza, per salvaguardarne l’incolumità fisica e psichica. Inoltre, sono sorti in Emilia-Romagna 10 Centri di aiuto per uomini maltrattanti un’esperienza innovative per il trattamento di uomini violenti.

 

I DATI DEI CENTRI ANTIVIOLENZA

Nel corso del 2017 i Centri Antiviolenza dell’Emilia-Romagna hanno registrato 17.235 contatti da parte di 5.345 donne, di cui il 44,6% ha contattato un centro per la prima volta. Delle 5.345, 1.732 sono state indirizzate ad altri servizi, in particolare: circa un migliaio ai servizi territoriali (Servizio Sociale, Forze dell’ordine, Consultori familiari, Pronto soccorso, Sert, altro Centro antiviolenza); 280 ad accoglienza in emergenza/pronta accoglienza e 148 ad accoglienza in casa rifugio. Risultavano in carico presso i Centri antiviolenza 3.520 donne (di cui 2.526 accolte nel 2017).

La Regione Emilia-Romagna attraverso un bando, le cui attività sono state realizzate nel 2017, ha inoltre finanziato 49 progetti per 1 milione di euro per rafforzare le politiche regionali di contrasto alle discriminazioni di genere e alla violenza sulle donne e promuovere una cultura della parità e del contrasto agli stereotipi. Oltre metà dei progetti sono promossi da Enti Locali, il 24% (12 progetti) da associazioni o soggetti del privato sociale e il20,4% (10 progetti) da un Centro Antiviolenza. Sono stati coinvolti circa 24.500 cittadini, tra cui 14.200 studenti, più di 600 insegnanti e 380 genitori e 1600 operatori dei servizi. 

Nel 2017 la Regione aveva anche stanziato 240.000 euro per realizzare un progetto formativo finalizzato a migliorare le capacità di accoglienza da parte dei servizi di emergenza e della rete dei servizi territoriali per le donne che subiscono violenza e i loro figli. Fra gli obiettivi: la definizione di protocolli integrati di assistenza e modelli condivisi di intervento. La Regione ha avuto un ruolo di coordinamento del progetto con il coinvolgimento del Servizio politiche sociali e socioeducative, del Servizio Assistenza Territoriale, del Servizio Assistenza Ospedaliera e dell’Area formazione dell’Agenzia Regionale. Nella prima parte del progetto sono stati formati 168 operatori dei servizi di cui 84 dei Pronto soccorsi e 84 dell’area dei consultori e dei servizi sociali. /AA

 

Fonte: Regione ER

Reddito di solidarietà. In poco più di un anno in Emilia-Romagna già erogato a oltre 10.500 famiglie, più di 25mila persone: negli ultimi mesi i beneficiari aumentati del 30%. Da luglio, il Res integra il Rei nazionale per un contributo economico mensile che sfiora i 900 euro per nuclei familiari numerosi. Attivati numerosi percorsi di inclusione socio-lavorativa. 

Bologna –

In Emilia-Romagna cresce ancora il Reddito di solidarietà, il sostegno mensile concesso a persone e famiglie in gravi difficoltà economiche che accettano di entrare in un percorso di reinserimento sociale e lavorativo. Voluto dalla Regione Emilia-Romagna, salgono infatti a 10.546 i nuclei familiari, per oltre 25mila persone, a cui è stato erogato in poco più di un anno, da settembre 2017 - quando la misura fu avviata -a novembre 2018. Rispetto a maggio scorso, data dell’ultima rilevazione, sono aumentati di oltre il 30% i nuclei familiari beneficiari, che allora erano arrivati a 8mila.  

Istituito nel novembre 2016 con legge regionale, il Res dal luglio scorso integra l’analoga misura nazionale del Rei (Reddito di inclusione): il nuovo Res viene quindi erogato insieme al Rei, aumentando l’importo della cifra ottenuta da chi ha più bisogno. Il contributo economico mensile può raggiungere i 300 euro nel caso di una persona sola e sfiorare i 900 euro se destinato a una famiglia formata da cinque o più componenti. Lo si può avere per una durata massina di 18 mesi (rispetto ai 12 iniziali), purché si sia residenti in maniera continuativa in Emilia-Romagna da almeno 24 mesi e possedere i requisiti per l’accesso al Rei, fra cui un Isee annuo non superiore ai 6mila euro (soglia prima fissata a 3mila euro).

Al Res viene associato un programma di attivazione e reinserimento sociale e lavorativo che, se non viene rispettato dai beneficiari, comporta il decadimento del Reddito di solidarietà, che cessa di essere corrisposto. Per il Res, la Giunta regionale ha stanziato quasi 70 milioni di euro per il biennio 2018-2019. 

I dati, raccolti dal sistema informativodella Regione Emilia-Romagna in collaborazione con l’Università di Modena, sono statiillustrati oggi in conferenza stampa dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e dalla vicepresidente con delega al Welfare, Elisabetta Gualmini. Con l’occasione, è stata anche presentata la nuova campagna informativa sul Res “Il Reddito di solidarietà qui c’è. Più vicini a chi è in difficoltà”, che prende il via in questi giorni nell’intero territorio regionale. 

“In Emilia-Romagna siamo e vogliamo essere sempre di più una terra solidale nei fatti, aiutando concretamente chi ha bisogno a uscire da periodi o momenti critici- afferma il presidente Bonaccini-. Chi vive in situazioni di gravi difficoltà, persone sole o famiglie, per poter andare avanti ha bisogno di due cose: un contributo economico e, contemporaneamente, un supporto per il reinserimento sociale o lavorativo. Ed è giusto che siano le istituzioni ad offrire loro un sostegno per risollevarsi. La Regione Emilia-Romagna lo fa- aggiunge il presidente-. Lo fa avendo costruito con pazienza la rete necessaria a erogare il Res, adeguato la propria norma e stanziato risorse importanti del proprio bilancio, che mai come in questo caso sono risorse della collettività che ritornano alla collettività. Aiutiamo le persone a riprendere in mano la propria vita attraverso il lavoro, il volontariato, l’impegno sociale. E il numero dei nostri concittadini che in poco più di dodici mesi hanno potuto usufruire del Reddito di solidarietà, credo dimostri la bontà dell’idea. Perché non ci possono essere crescita e sviluppo senza solidarietà, senza diritti”. 

“Con il Reddito di solidarietà abbiamo costruito uno dei pilastri delle politiche di welfare di questa Giunta- sottolinea la vicepresidente Gualmini-.  I dati dimostrano che la povertà esiste, purtroppo, anche in una regione avanzata e piena di prospettive come l’Emilia-Romagna. È importante, però, che le persone più deboli sappiano di poter contare su risposte concrete e dignitose ai loro bisogni. Non una semplice misura assistenzialistica- chiude la vicepresidente- ma l’impegno in un progetto per riconquistare, passo dopo passo, la propria autonomia. Un risultato di cui siamo assolutamente soddisfatti anche per quanto riguarda il futuro, prevediamo infatti che entro fine mandato i nuclei familiari a beneficiare della misura arriveranno a 22 mila”.

 

I DESTINATARI DEL CONTRIBUTO

C’è chi da anni ha perso il lavoro e non riesce a ritrovarlo perché troppo avanti con l’età,donne costrette a licenziarsi per accudire i propri figli e che faticano a rientrare nel mondo del lavoro; chi, pur lavorando, non riesce a mantenere la propria famiglia e chi, ancora, ha alle spalle un passato di emarginazione dal quale vorrebbe emergere. Sono alcune delle storie più comuni tra le persone che versano in condizione di povertà accertata e hanno diritto al Reddito di solidarietà.

nuclei che usufruiscono del Res sono composti da una sola persona nel 41,3% dei casi; oltre Il 60% di coloro che fanno richiesta ha più di 45 anni, e di questi più del 53% ne ha dai 56 in su. I beneficiari del Res sono in gran parte italiani (70%). A fare domanda per ricevere il contributo previsto dalla misura regionale sono donne nel 56% dei casi e uomini nel 44%. 

Inoltre, per oltre 2 mila beneficiari del Res(2.304) sono state attivate, in collaborazione con i Servizi territoriali per il Lavoro, misure di inclusione socio-lavorativa (orientamento, formazione, tirocini) previste e finanziate dalla Legge regionale 14 del 2015 che mira all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale delle persone in condizione di fragilità. Si è dunque creato un circuito virtuoso tra Reddito di solidarietà e inclusione lavorativa, che rafforza il versante attivo del contrasto alla povertà.  

 

I NUMERI DEL RES: TUTTI I TERRITORI ATTIVI CONTRO LA POVERTÀ

Da settembre 2017 al 15 novembre 2018 le domande inoltrate dai cittadini ai Servizi sociali del proprio Comune di residenza per ricevere il Reddito di solidarietà sono state complessivamente 33.863; di queste richieste, oltre 13.000 sono al vaglio dell’Inps per una verifica dei requisiti necessari, così come prevede l’iter di assegnazione del contributo. I nuclei familiari già ammessi al contributo sono 10.546 (su un numero complessivo di nuclei residenti che in Emilia-Romagna arriva a 1.997.372), dei quali 6.342 ricevono la prima misura regionale (domande antecedenti alle nuove norme e all’integrazione col Res), 4.204 usufruiscono del contributo unitario Res + Rei. Le domande respinte sono state 10.281, per mancanza dei requisiti.

A livello territoriale, nella provincia di Bologna i nuclei familiari ad aver già ottenuto il Res sono stati 2.355, in quella di Modena 1.651, poi Reggio Emilia con 1.129, Ferrara con1.070, Parma con 1.066, Ravenna con 1.006, Rimini con 919, Forlì-Cesena con 829 e Piacenza con 521.

 

LA NUOVA CAMPAGNA INFORMATIVA

“Il Reddito di solidarietà qui c’è. Più vicini a chi è in difficoltà”. È lo slogan scelto per la nuova campagna di informazione sul Res della Regione, che partirà nei prossimi giorni in tutta l’Emilia-Romagna. Pubblicità sugli autobus, spot radiofonici, video e spazi pubblicitari sulle pagine locali dei quotidiani, così come siti web e giornali on line sono gli strumenti utilizzati per la nuova campagna, che si svolgerà tra novembre e dicembre. Per intercettare l’attenzione dei potenziali utenti, inoltre, sono stati predisposti cartelloni pubblicitari alle pensiline degli autobus e bacheche digitali lungo le strade più importanti dei comuni capoluogo di provincia.

Sul sito della Regione www.regione.emilia-romagna.it/res si trovano le informazioni e le risposte alle domande sul Res: a chi rivolgersi per inoltrare la domanda, cosa significa aderire ad un progetto personalizzato di attivazione sociale e inserimento lavorativo, qual è il percorso obbligatorio da seguire per ottenere, e soprattutto mantenere, il contributo economico. Oltre alla mappa in cui trovare lo sportello sociale più vicino. 

 

LA ‘COSTRUZIONE’ DEL RES: UN LUNGO PERCORSO

Per progettare una misura come il Res, ad oggi in mano ad oltre 10mila famiglie,  sono serviti diversi passaggi, tutti estremamente importanti: uno studio di fattibilità sulle condizioni socio-economiche dell’Emilia-Romagna corredato dall’elaborazione di stime previsionali sui tassi di povertà; una legge regionale e successive modifiche in parallelo all’evoluzione della normativa nazionale; due Protocolli d’intesa con il Ministero del Lavoro e con il Ministero dell’Economia; una convenzione con INPS per l’erogazione del sussidio; l’elaborazione di un software regionale per l’immissione delle domande; attività di formazione del personale appartenente agli oltre 300 Comuni della regione. /Ti.Ga.

 

Fonte: Regione ER

A Bruxelles l'evento annuale dedicato alle iniziative maggiormente riuscite per la diffusione della banda larga realizzate da Regioni e Comuni. EmiliaRomagnaWiFi il solo progetto italiano selezionato. Già 5mila i punti di accesso installati nel territorio regionale: navigazione aperta tutti i giorni, 24 ore su 24, in moltissime piazze, edifici pubblici, biblioteche, ospedali da Piacenza a Rimini. Donini: "Continuiamo a lavorare per un vero e proprio diritto di cittadinanza digitale".

Bologna -

L'accesso libero, gratuito e veloce a Internet in Emilia-Romagna sale sul podio d'Europa. EmiliaRomagnaWiFi, la rete dell’Emilia-Romagna che permette di navigare in Internet in moltissime piazze, ospedali e biblioteche da Piacenza a Rimini, 24 ore su 24 e senza bisogno di autenticarsi, è stato inserito fra i primi tre progetti premiati ieri a Bruxelles allo European Broadband Awards, l’evento annuale in cui la Commissione europea assegna i riconoscimenti alle iniziative maggiormente riuscite per la diffusione di infrastrutture a banda larga realizzate da Regioni e Comuni e, più in generale, enti locali e governi territoriali a livello continentale. E’ stato l’unico progetto italiano selezionato.

Gestito nell’ambito del programma Agenda digitale Emilia-Romagna (ADER) della Regione Emilia-Romagna, EmiliaRomagnaWiFi è stato ricompreso nei tre migliori progetti della categoria 4, quella, sulle cinque complessive, riservata alla valutazione dell’impatto socioeconomico e dell’accessibilità del progetto stesso.

L’obiettivo iniziale indicato dalla Giunta guidata dal presidente Stefano Bonaccini, l’installazione di un punto Wi-Fi ogni mille abitanti e di almeno 4mila hotspot entro il 2019, è già stato abbondantemente superato: a oggi, infatti, sono più di 5mila i punti di accesso alla Rete in aree pubbliche, la maggior parte dei quali attivati da Lepida. Un traguardo raggiunto grazie ai bandi pubblici del 2017 rivolti agli enti locali e grazie all’adesione a EmiliaRomagnaWiFi da parte di reti precedentemente sviluppate dagli enti stessi, in particolare del comparto sanità.

“Il riconoscimento in sede europea- afferma l’assessore regionale alle Infrastrutture digitali, Raffaele Donini- è per noi conferma della bontà e del valore delle nostre azioni che puntano a riconoscere un vero e proprio diritto di cittadinanza digitale. Dal 2018 sono coperti con il segnale EmiliaRomagnaWiFi anche lo stadio Dall’Ara a Bologna, una prima spiaggia a Cesenatico, una piscina comunale a Lizzano in Belvedere, dimostrazione del fatto che il progetto prosegue oltre gli obiettivi fissati di un punto WiFi ogni mille abitanti. Andiamo avanti, quindi, lungo la strada tracciata con l’Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna, per avere territori nei quali sia sempre più facile lavorare, studiare, fare impresa”.

Emiliaromagna-premiazione-rete-wifi.jpeg

Alla cerimonia di Bruxelles era presente il capo di gabinetto della Presidenza della Regione, Andrea Orlando. Un’occasione per la Regione di presentare il proprio progetto e confrontarsi con le altre eccellenze che hanno fatto la differenza nella diffusione della banda larga e del digitale.

EmiliaRomagnaWiFi nella terna dei migliori viene dopo Net4all, la banda ultralarga nelle aree industriali (tra i 5 vincitori nel 2016) e Coviolo Wireless per il Comune di Reggio Emilia (tra i 5 vincitori nel 2017). Si tratta dunque di un altro riconoscimento per il territorio emiliano-romagnolo come ‘anticipatore’ di iniziative e sperimentazioni e, più in generale, di soluzioni previste dall’Agenda Digitale Europea, che possano poi replicarsi e diffondersi in altri territori e tra le prime Regioni d’Italia per la diffusione di servizi infrastrutturali.

Al seguente link, la mappa dei punti WiFi attivi in Emilia-Romagna: http://digitale.regione.emilia-romagna.it/emiliaromagnawifi.

 

Fonte: Regione ER

 

Maltempo. A Rocca Pietore, nel bellunese, scongiurato il rischio di evacuazione grazie ai tre potabilizzatori arrivati da Modena, parte della Colonna mobile di Protezione civile dell'Emilia-Romagna

L'assessore Gazzolo: "Assicurato il rifornimento idrico dopo i danni causati da piogge e vento, fondamentale per mantenere la popolazione in paese e ridurre i disagi ai turisti". Il punto sul supporto garantito della Regione nella gestione dell'emergenza

Bologna - Salgono a tre i potabilizzatori della Regione Emilia-Romagna attivi per assicurare l'approvvigionamento idrico nel comune di Rocca Pietore, nell'alto Agordino, in Veneto, duramente colpito dal maltempo delle settimane passate. Posizionati all'ingresso della gola dei Serrai di Sottoguda, hanno scongiurato il rischio di evacuazione per chi vive nel centro abitato. L'ultimo è diventato operativo nelle ore scorse. Come gli altri due già presenti, è partito dal magazzino di Hera a Pavullo, nel modenese.

"Abbiamo risposto a una richiesta della Regione Veneto mettendo a disposizione questi preziosi strumenti, parte integrante della colonna mobile dell'Emilia-Romagna: l'impiego dei potabilizzatori è stato fondamentale per continuare a fornire acqua potabile a servizio dei circa mille abitanti del piccolo borgo, ai piedi della Marmolada, ed è un aiuto importante in vista delle future stagioni turistiche", spiega l'assessore alla Protezione civile, Paola Gazzolo. "Ancora una volta, dico grazie ai tecnici di Hera e dell'azienda dei servizi Acegasaps di Padova, che hanno curato la messa in rete dei potabilizzatori, insieme a tutti gli operatori e i volontari di protezione civile dell'Emilia-Romagna intervenuti a Rocca Predore e Feltre per fornire un aiuto prezioso e indispensabile ad una popolazione messa duramente alla prova dalle conseguenze del maltempo".

L'impegno nell'emergenza

Sono in tutto un centinaio i volontari della protezione civile regionale intervenuti a Feltre, in provincia di Belluno, città duramente colpita dal maltempo delle settimane passate. Hanno collaborato per svolgere attività di supporto ai Vigili del Fuoco e all'amministrazione comunale, in particolare per la messa in sicurezza della viabilità con la rimozione e il taglio dei rami, delle alberature cadute e la pulizia delle strade. Con loro, funzionari dell'Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile.
A disposizione, anche attrezzature per il rischio idraulico (torri faro, motopompe, pompe da fango, badili), un mezzo pesante e un escavatore (bobcat).

In allegato: i potabilizzatori in azione

Potabilizzatore.jpg

 

 

Industria 4.0. Inaugurato a Casalecchio di Reno il nuovo Centro digitale interattivo di Eon Reality, nuovo quartier generale europeo dell'azienda Usa leader mondiale nella realtà aumentata e virtuale. Investimento di oltre 24 milioni di euro, di cui 6,3 dalla Regione: 160 assunzioni previste. Bonaccini: "L'Emilia-Romagna si conferma tra i territori più attrattivi d'Europa per le imprese innovative e getta le basi per competere nel mondo"

Bologna –

La realtà virtuale prende forma in Emilia-Romagna, sempre di più regione che da tutto il mondo chiama investimenti nel proprio territorio, grazie alle professionalità che qui si possono trovare, l’alta formazione garantita nei Tecnopoli e nelle Università, oltre a logistica e infrastrutture. Questa mattina, Eon Reality, Gruppo californiano leader mondiale nello sviluppo di software e piattaforme digitali, ha inaugurato al Worklife Innovation hub di Casalecchio di Reno (Bo) il proprio Centro digitale interattivo (Cdi) e la Virtual Reality Innovation Academy (Vria), l’unico hub voluto in Italia per lo sviluppo di contenuti e applicazioni legati alla realtà virtuale aumentata, che diventa il nuovo quartier generale europeo dell’azienda Usa.

Eon Reality mette così radici in Emilia-Romagna, realizzando un Centro per lo sviluppo di contenuti e applicazioni per le imprese e incrementarne così l’efficienza, la sicurezza e la protezione. Complessivamente copre una superficie di 2.400 metri quadrati, con spazi riservati all’Academy, uno showroom e laboratori. Una struttura all’avanguardia che nasce anche grazie al supporto della Regione Emilia-Romagna, che ha investito nel progetto 6,3 milioni di euro, su un totale di 24 milioni impiegati, attraverso la legge regionale sull’attrazione di investimenti (la numero 14 del 2014), dopo che l’azienda californiana ha partecipato al bando relativo all’Industria 4.0. E’ prevista l’assunzione di 160 addetti entro tre anni, di cui 128 persone con laurea o titoli superiori.

L’inaugurazione è avvenuta alla presenza del fondatore dell’azienda, Dan Lejerskar, e del presidente della Regione, Stefano Bonaccini. Con loro, il sindaco di Casalecchio di Reno, Massimo Bosso, l’assessore regionale alle Attività produttive, Palma Costi, il rettore dell’Università di Bologna, Francesco Ubertini, il responsabile Territorio e ambiente di Confindustria Emilia area centro, William Brunelli e Marina Silverii, direttore di Aster.

“L’insediamento dell’azienda californiana in Emilia-Romagna è sicuramente motivo di grande soddisfazione e orgoglio- afferma il presidente Bonaccini-. Siamo di fronte a un ulteriore passo avanti nella ricerca, verso l’applicazione e lo sviluppo di nuove tecnologie, ma anche a una nuova e prestigiosa conferma di quanto sia attrattivo il nostro territorio, in particolare per l’Industria 4.0, strategica per la crescita economica.In questa settimana abbiamo siglato un pre-accordo con la provincia Cinese dello Shandong, abbiamo firmato con le parti sociali un patto per i giovani di 230 milioni di euro per affrontare disoccupazione giovanile, abbiamo dato il via ai lavori del nuovoData centredelCentro europeo per le previsioni meteorologiche e attraverso la legge sugli investimenti. Abbiamo portato sul nostro territorio aziende come Philip Morris ed Eon.  Dall’estero e dall’Italia si viene in Emilia-Romagna per investiresu Big data, digitale e intelligenza artificiale, creando sviluppo e occupazione di qualità. Al sostegno all’attrattività di investimenti affianchiamo efficaci politiche di internazionalizzazione per far crescere idee e saperi che si innestino nel tessuto regionale, ricco di capacità professionali e centri di ricerca. Vogliamo che la nostra regione possa continuare a competere con le aree più avanzate in Europa e nel mondo e che le nostre aziende si impongano sui mercati internazionali, creando posti di lavoro e valorizzando i nostri territori”.

“Lo sviluppo della realtà virtuale, grazie alla presenza di Eon, rafforzerà il nostro sistema produttivo e di ricerca- sottolinea Palma Costi-. Questo nuovo centro, per lo sviluppo di servizi e competenze in diversi processi industriali, potrà creare sul nostro territorio nuove competenze strategiche per il futuro. Anche il tessuto di piccole e medie imprese di subfornitura, punto di forza dei nostri distretti, potrà beneficiarne. Si mette in moto un lavoro in sinergia tra pubblico e privato per sostenere investimenti in alta tecnologia sul territorio emiliano-romagnolo, linfa vitale per un indotto che diventa sempre più protagonista internazionale”.

Eon Reality Italia avrà anche un forte impatto sulla formazione in Emilia-Romagna, grazie a partnership con l'Università di Bologna e altre istituzioni accademiche della regione. Nel Centro di Casalecchio, gli studenti potranno seguire corsi di 11 mesi, dedicati alla costruzione delle competenze necessarie per sviluppare applicazioni di realtà aumentata e virtuale (Avr), con 7 mesi di pratica (anche fuori azienda) ed esperienze sul campo.

"Abbiamo una grande opportunità per migliorare il trasferimento delle conoscenze locali e promuovere gli usi educativi e industriali della realtà aumentata e virtuale qui in Emilia-Romagna- riferisce Dan Lejerskar, fondatore di Eon Reality-. Il Centro digitale interattivo e la Virtual Reality Innovation Academy, costituiranno anche il nuovo quartier generale dell’azienda in Europa, e miglioreranno non solo l'attuale conoscenza in regione della piattaforma Avr ma anche l'uso e la conoscenza di esso nelle generazioni future, a sostegno della formazione e dello sviluppo di competenze professionali a livelli senza precedenti. È davvero un momento emozionante per i cittadini italiani e dell’Emilia-Romagna".

Nel pomeriggio, la presentazione di alcune testimonianze di settore e casi studio e, in particolare, soluzioni di realtà aumentata e realtà virtuale, applicate a livello mondiale per l'istruzione e la formazione. 

 

L’AZIENDA

Eon Reality è leader mondiale nel trasferimento di conoscenza della realtà aumentata e virtuale. Fondata nel 1999 nella città di Irvine in California, sviluppa piattaforme digitali per le imprese, nei settori dell’istruzione e della formazione. Ha collaborato finora con 400 istituzioni accademiche e 55 istituzioni governative. L’azienda ha sviluppato negli ultimi 18 anni una soluzione di realtà aumentata e virtuale che fornisce opportunità per il cambiamento tecnologico grazie ad un trasferimento accelerato delle conoscenze e alla creazione di una simbiosi tra uomo e macchina, creando nuove opportunità formative. La rete di sviluppo di app globale di Eon Reality, con ventidue sedi in tutto il mondo, ha creato la libreria AR / VR leader nel mondo per il trasferimento delle conoscenze con oltre 8.000 applicazioni. Oltre 40 milioni di persone hanno scaricato queste applicazioni. Eon Reality Italia intende contribuire alla costruzione di un ecosistema di realtà aumentata e virtuale (Avr) locale e sostenere l’economia della regione, aiutando le aziende e le industrie a migliorare la propria produttività e sicurezza.

Fonte: Regione ER

Lunedì, 05 Novembre 2018 09:21

L'Emilia Romagna al World Travel Market di Londra

L'Emilia Romagna al World Travel Market di Londra presenta con 30 operatori le proposte-vacanza 2019.

Trenta operatori turistici emiliano romagnoli saranno presenti, dal 5 al 7 novembre, al World Travel Market (WTM) di Londra - Nello stand regionale di 174 mq, coordinato da Apt Servizi Emilia Romagna, anche le Destinazioni Turistiche Bologna-Modena, Emilia e Romagna - Nei primi otto mesi del 2018 crescita del +3,4% negli arrivi e +6,5% nelle presenze di turisti dal Regno Unito - Il Presidente di Apt Servizi Davide Cassani: "Questi dati indicano con chiarezza la crescita dell'appeal della nostra offerta turistica sul mercato internazionale, in particolare quello UK"

Dal 5 al 7 novembre l'offerta turistica dell'Emilia Romagna si presenterà al World Travel Market (WTM) di Londra.
I trenta operatori turistici, che saranno presenti alla rassegna fieristica internazionale, presenteranno le loro proposte-vacanza 2019 in uno stand di 174 metri quadrati coordinato da Apt Servizi Emilia Romagna.

Lo stand sarà personalizzato con immagini dedicate al tema "Via Emilia- Experience The Italian Lifestyle" con in primo piano la Motor, Food e Wellness Valley, le Città d'Arte e l'offerta balneare, il cicloturismo, l'offerta termale e del turismo en plein air. Saranno presenti al WTM anche le Destinazioni Turistiche regionali: Bologna-Modena, Emilia e Romagna.
Nelle giornate del WTM sono previsti, per gli operatori turistici emiliano romagnoli, tre sessioni di "Speed Networking" (incontri commerciali veloci): il 5 e 6 novembre con i buyer membri del "WTM Club" (che raggruppa tour e coach operator, agenzie di viaggio e professionisti del settore congressuale) e, il 7 novembre, con digital influencers.

Nello stand regionale giornalisti del Regno Unito incontreranno il presidente di Apt Servizi Emilia Romagna Davide Cassani, il presidente della Destinazione Romagna Andrea Gnassi, il Direttore Commerciale e Marketing di Mirabilandia Sabrina Mangia che presenterà la novità più importante del Parco: la nuova area "Ducati World" che occuperà un'area di circa 35.000 metri e, la principale attrazione, sarà un roller coaster unico e innovativo in grado di coinvolgere ogni visitatore, facendogli vivere le emozioni e l'adrenalina che si provano a bordo di una vera Ducati con il pieno controllo del veicolo. L'area ospiterà inoltre una struttura interamente dedicata alla Ducati Experience con simulatori di ultima generazione, inedite attrazioni pensate per tutta la famiglia, un Ducati Shop e tre diverse aree ristoro ispirate al mondo Ducati e Scrambler®.

L'Emilia Romagna - attualmente ben collegata a livello aereo con il Regno Unito - ha registrato nei primi otto mesi del 2018 un incremento del +3,4% negli arrivi e del +6,5% nelle presenze di turisti provenienti dal Regno Unito. Un trend positivo avviato già nel 2017, quanto, Secondo il Servizio Statistica Regionale, gli arrivi dal Regno Unito sono stati 144.835 a fronte di 399.286 le presenze, con un aumento, rispetto al 2016, rispettivamente del +9,3 e del +7,9 per cento.

"Quello del Regno Unito - commenta il Presidente Apt Servizi Davide Cassani - è, da sempre, uno dei mercati turistici esteri di riferimento per l'Emilia Romagna. I buoni risultati 2017, sia per quanto riguarda gli arrivi che le presenze, confermati anche nei primi otto mesi del 2018, indicano con chiarezza la crescita dell'appeal della nostra offerta turistica agli occhi di questa importante clientela internazionale".

Al WTM di Londra saranno presenti le seguenti aziende: Amazing Italy Tours (Bologna), Argante Viaggi (Colorno-PR), Azimut tour operator & DMC (Repubblica di San Marino), Bologna Welcome DMC, Borgo Condé Wine Resort (Fiumana di Predappio-Forlì), Consorzio "Riccione Turismo", Consorzio Wellness Valley-Romagna Benessere (Ravenna), Emilia Romagna Golf, Ferretti Hotels (Cattolica), Fidenza Village-Luxury Shopping Destination, Food in Tour (Riccione), IAS Tourist Incoming tour operator & DMC (Cervia), Itermar Tour Operator & DMC (Rimini), Labirinto della Masone (Fontanellato-PR), Larus Viggi (Lido degli Scacchi-FE), Leardini Group Hotels (Riccione), Malatesta Viaggi Tour Operator (Rimini), Maranello Tour (Modena), Mirabilandia (Ravenna), Modenatur Incoming Tour Operator & DMC, Monrif Hotels (Bologna), Motorsite-La Terra dei Motori (Modena), Ospitalità a Bologna Incoming Agency-DMC & Hotels, , Parma Incoming, Prima Tour (Repubblica di San Marino), Promhotels Riccione Tour Operator Incoming & DMC, Promozione Alberghiera (Rimini), Ròseo Euroterme Wellness Resort (Bagno di Romagna-Forlì/Cesena), Terme Beach Resort-Ravenna (Punta Marina Terme-RA), Travel Jet CO (Riccione).

Giovedì, 01 Novembre 2018 09:00

Bio, 5,3 milioni per le mense scolastiche

Biologico. Dalla Conferenza delle Regioni circa 5,3 milioni di euro all'Emilia-Romagna per lo sviluppo delle mense scolastiche bio. La soddisfazione dell'assessore Caselli: "Un risultato che premia il nostro lavoro". È la quota più alta del fondo nazionale stanziato dal ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del Turismo, davanti a Toscana e Lombardia. La ripartizione basata sul numero dei beneficiari

Bologna – Emilia-Romagna sempre più bio, anche per quanto riguarda le mense scolastiche. È di quasi 5,3 milioni di euro, la quota più alta sulla cifra complessiva di 10 milioni di euro, la tranche finanziaria assegnata dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, guidata dal presidente, Stefano Bonaccini - che ha dato via libera allo schema di decreto del ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo sul riparto del Fondo nazionale per le mense biologiche per il 2018. La ripartizione è avvenuta in base al numero di beneficiari del servizio di mensa scolastica in ciascun ambito territoriale. Una classifica che vede appunto l'Emilia-Romagna al primo posto in Italia, davanti a Toscana e Lombardia.

Grande soddisfazione è stata espressa dall'assessore regionale all'Agricoltura, Simona Caselli: "È il risultato del lavoro che da tempo stiamo portando avanti per promuovere il biologico all'interno dei servizi di ristorazione collettiva pubblica. Un impegno che viene da lontano: nel 2002 abbiamo approvato una legge ad hoc che prevede l'utilizzo del 100% di materie prime biologiche nella preparazione dei pasti nelle scuole dell'obbligo. Negli anni seguenti abbiamo sostenuto progetti di educazione alimentare sui prodotti biologici rivolti alle scuole e ai cittadini. Inoltre, abbiamo attivato servizi di informazione e formazione degli operatori del settore. Grazie a questa intensa attività la nostra regione è oggi la prima a livello nazionale per numero di mense bio".

In Emilia-Romagna sono oltre 330 le strutture - scuole d'infanzia, asili nido, primarie, secondarie e istituti comprensivi - che riceveranno i fondi stanziati dal Mipaaft a copertura delle maggiori spese sostenute per l'erogazione dei pasti bio e per realizzare progetti di informazione e di promozione nelle scuole di accompagnamento al servizio di refezione. /G.Ma

Mafie. Oggi a Reggio Emilia la sentenza e le condanne del processo "Aemilia". La Regione: "Grazie agli inquirenti e a tutta la comunità regionale che si è schierata con le istituzioni dalla parte della legalità". La Regione ha sostenuto il procedimento stanziando oltre 1,1 milioni per lo svolgimento delle udienze e si è costituita parte civile. Il sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Manghi, presente alla lettura del dispositivo.

Bologna -

“Se in passato ci sono state sottovalutazioni o superficialità di analisi rispetto alla penetrazione delle mafie nel nostro territorio, adesso in Emilia-Romagna nessuno si volta più dall’altra parte, negandone il pericolo. Chi lo dovesse fare si renderebbe complice di una realtà che non è più negabile. Questo lo si deve anche al grande impegno che la Regione ha profuso in questi anni fino al sostegno concreto allo svolgimento dei processi sul nostro territorio, alla nostra costituzione come parte civile e con la testimonianza, altrettanto importante, di una comunità regionale che si è schierata senza se e senza ma con gli inquirenti, la Magistratura e gli agenti delle forze dell’ordine impegnati nella battaglia per la legalità, a cui va il grazie di tutti noi. Un fronte unito che va dalle istituzioni ai cittadini che oggi, con la sentenza di primo grado, qui in Emilia-Romagna ha dimostrato tutta la sua grande forza, per un impegno che prosegue in nome dei valori, dei diritti e del civismo che contraddistinguono la nostra comunità”.

È questo il commento dell’assessore alle Politiche per la legalità, Massimo Mezzetti, alla sentenza di primo grado del processo “Aemilia”, celebrato a Reggio Emilia contro la 'ndrangheta da quasi tre anni. La Corte, riunita dal 16 ottobre nei locali della Questura reggiana, ha deliberato per i 148 imputati, la condanna per 125, 19 assoluzioni e quattro prescrizioni. Presente in aula alla lettura del dispositivo, in rappresentanza della Regione, il sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale, Giammaria Manghi.

“Un plauso particolare- aggiunge Mezzetti- va al Presidente del Tribunale e ai Pm , per la mole di lavoro svolto e per i tempi relativamente rapidi con cui si è arrivati a questa sentenza di primo grado”.

Il processo si è svolto nel capoluogo emiliano anche grazie allo stanziamento di 450mila euro da parte della Giunta regionale, che si sono sommati ad altri 748 mila euro precedentemente stanziati per sostenere la prima fase del dibattimento a Bologna.
La Regione, che si è costituita parte civile in coerenza con l’impegno messo in campo per combattere la criminalità organizzata, durante il dibattimento del processo, ha articolato la propria deposizione su tre filoni: l’impegno, appunto, contro la criminalità organizzata, il danno subito, civile e patrimoniale, e le attività di prevenzione all’infiltrazione delle mafie nell’ambito della ricostruzione successiva al sisma del 2012.

“L’impegno della Regione- ha aggiunto Mezzetti- risale agli anni 90, quando si avviò un’attività di ricerca e analisi nei territori, con numerose pubblicazioni, a partire dal progetto ‘Città sicure’, che puntavano al monitoraggio e alla denuncia della presenza della criminalità organizzata nei territori. L’impegno è proseguito sul fronte della diffusione della cultura della legalità e dell’antimafia con i tantissimi progetti svolti nelle scuole basati sulla partecipazione dei più giovani e nel recupero dei beni immobili confiscati ai boss per riconsegnarli alle comunità locali, progetti sui quali la Regione ha investito negli ultimi anni 3 milioni di euro. E poi ricordiamo l’attività di prevenzione e controllo sulla ricostruzione post sisma in stretta collaborazione con le Prefetture, con l’avvio del meccanismo delle white list, fino al Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell'economia responsabile che abbiamo approvato due anni fa. E proprio in linea con tutto questo, abbiamo voluto che il processo Aemilia si svolgesse qui, nella nostra terra, stanziando 1 milione e 150 mila euro direttamente dal bilancio regionale perché si potessero tenere le udienze prima a Bologna e poi a Reggio Emilia”.

 

L’IMPEGNO DELLA REGIONE CONTRO LE MAFIE

In collaborazione con l’Università di Bologna, la Regione ha finanziato, unica in Italia, una dettagliata mappatura on-line dei beni immobili confiscati alle mafie. Un impegno riconosciuto anche a livello internazionale, per esempio dallo United Nations Office on Drugs and Crime, che include l’esperienza della Regione Emilia-Romagna come una delle buone pratiche promosse dalle Nazioni unite. Inoltre, l’impegno si è concretizzato nel finanziamento di numerosi progetti prima attraverso la legge regionale n. 3 del 2011, dedicata al contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata e al sostegno e promozione della lotta alle mafie e della cultura della legalità, progetti per il recupero di beni confiscati, percorsi formativi nelle scuole, interventi a favore delle vittime e poi del Testo Unico sulla legalità del 2016: dal 2011 al 2018 210 quelli finanziati con un contributo di oltre 4.3 milioni di euro per interventi capillari prevalentemente rivolti a giovani e studenti.

In relazione ai fenomeni di infiltrazione mafiosa che in vari settori delle attività economico-istituzionali si sono manifestati nel corso del tempo in Emilia-Romagna, la Regione ha dunque predisposto norme di contrasto culminate nel Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell'economia responsabili, la legge regionale numero 18 del 28 ottobre 2016.

Importante anche il “Protocollo d'Intesa sulla gestione dei beni sequestrati e confiscati” alla criminalità organizzata ed economica, siglato nel 2017, su proposta del presidente del Tribunale di Bologna, Francesco Caruso, dalla Regione Emilia-Romagna e dai diversi attori sociali e istituzionali del territorio emiliano romagnolo. Fra gli obiettivi, quello di rimettere in circolo il più rapidamente i beni sequestrati alla criminalità e, soprattutto, modalità più ampie di gestione di quelle aziende che vengono sequestrate e poi confiscate, in modo tale da salvaguardare il lavoro e i lavoratori. Si tratta di strumento di soft law (produzione di norme prive di efficacia vincolante diretta) che mira a consentire una rapida, seppur temporanea, assegnazione dei beni immobili e dall’altro, sul versante aziendale, a realizzare progetti industriali in grado di assicurare la continuità dell’attività delle imprese e la tutela dei livelli occupazionali.

 

BENI CONFISCATI ALLA MAFIA IN EMILIA ROMAGNA

A oggi il totale dei beni immobili confiscati in Emilia-Romagna risultano 119: di questi 77 sono ancora in gestione dall’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alle criminalità organizzata e solo 26 sono già destinati: su 16 di questi sono in corso progetti di riutilizzo per fini sociali su cui la Regione interviene direttamente. Dal 2011 ad oggi sono stati sottoscritti dalla Regione Emilia-Romagna 25 Accordi di Programma su 15 beni immobili confiscati cofinanziati con un contributo regionale di oltre 1.5 milioni di euro.

E ancora: un Protocollo sottoscritto nella primavera di quest’anno tra la Regione e le Prefetture emiliano-romagnole punta rafforzare l’azione di prevenzione e contrasto delle infiltrazioni criminali e mafiose in Emilia- Romagna. L’accordo migliora lo scambio di informazioni e dati, aumenta i controlli rispetto ad appalti e concessioni di lavori pubblici, servizi e forniture, estendendoli all'attività urbanistica e all’edilizia privata, dove si punterò anche al rispetto della sicurezza nei cantieri e alla tutela del lavoro.

Capitolo importante è quello della prevenzione delle infiltrazioni mafiose nella ricostruzione post sisma. L’amministrazione regionale tra le altre misure ha applicato il protocollo sulla legalità sottoscritto con il Governo e le Prefetture, già in vigore all’epoca del terremoto; istituito l’elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori lavori (White list) individuando le attività maggiormente esposte a rischio di infiltrazione mafiosa; realizzato l’anagrafe degli esecutori regionale; esteso le categorie di lavori a maggiore esposizione; sottoposto tutti i lavori pubblici alle Linee guida per il monitoraggio finanziario delle grandi opere (Ccasgo); fornito alle Prefetture e al Gruppo interforze ricostruzione Emilia-Romagna (Girer) sia l’elenco dettagliato di tutte le aree che sono state acquisite per la realizzazione delle strutture temporanee sia l’elenco delle imprese affidatarie per poter esercitare controlli in corso d’opera. / Gia.Bos.

Regione ER 

Pubblicato in Cronaca Emilia
Lunedì, 29 Ottobre 2018 14:35

Maltempo: due nuove allerte in Emilia-Romagna

Due nuove allerte in Emilia-Romagna dalle 12 di oggi alle 24 di domani per maltempo. È allerta rossa per stato del mare al largo della costa ferrarese e arancione per temporali, criticità idraulica e idrogeologica.Vento forte su tutta la regione. I fenomeni più intensi entro la serata, in attenuazione dal pomeriggio di domani.

Bologna –

Sono due le nuove allerte emanate dall’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile, sulla base dei dati previsionali del Centro funzionale Arpae E-R, in vigore dalle 12 di oggi e fino alle 24 di domani martedì 31 ottobre.

Nella giornata di oggi, infatti, la presenza di un sistema temporalesco “auto rigenerante” determinerà piogge di intensità elevata su tutto il settore occidentale della nostra regione, più accentuate sulle aree montane e pedemontane, mentre si confermano le previsioni di pioggia anche sul resto del territorio, con possibili fenomeni temporaleschi organizzati.

venti saranno in prevalenza da sud-est, di burrasca forte sui settori appenninici, di burrasca sul resto del territorio (valori stimati di 70/80 km/h e raffiche di intensità superiore).

Mare al largo molto agitato, con altezza dell'onda compresa tra 2,5 e 3,5 metri e picchi d’onda intorno a 4 metri sulla costa ferrarese. Sono possibili mareggiate sull’intero litorale.
Le temperature sono previste in rapida flessione nel pomeriggio-sera.

In dettaglio, è allerta rossa per stato del mare al largo costa ferrarese, mentre è arancione l’allerta per stato del mare al largo della costa romagnola e per criticità costiera con pericolo di mareggiate sempre a carico della costa ferrarese e romagnola.

Ancora allerta arancione per vento forte sulle colline e montagne romagnole, per quelle dell’Emilia orientale, quelle dell’Emilia centrale, l’alta collina e la montagna emiliana occidentale, la bassa collina e la pianura emiliana occidentale, la costa ferrarese.

Ed è allerta arancione per temporali quella che interesserà le zone collinari da Ravenna a Piacenza, mentre per tutte le restanti aree di pianura e della collina romagnola, l’allerta temporalesca è gialla. 
L’allerta arancione per criticità idraulica e idrogeologica riguarda anche le colline fra Ravenna e Piacenza, mentre è gialla per i bacini emiliani orientali, la pianura emiliana centrale e la pianura e bassa collina emiliana occidentale.

La tendenza è all’attenuazione dei fenomeni dal pomeriggio di martedì.

L’Agenzia per la sicurezza territoriale e la Protezione civile, in stretto raccordo con Arpae E-R, seguirà l’evoluzione della situazione. Si consiglia di consultare l’Allerta e gli scenari di riferimento sulla piattaforma web: https://allertameteo.regione.emilia-romagna.it.

L’Agenzia è in costante rapporto con i Comuni, che devono attivare tutto ciò che è previsto nei rispettivi Piani comunali di Protezione civile, dandone adeguata informazione alla cittadinanza.

 

Fonte: Regione ER

È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"