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Mercoledì, 13 Giugno 2018 09:01

Lavoro: scende la disoccupazione in Emilia-Romagna

Lavoro - Continua a scendere la disoccupazione in Emilia-Romagna: -0,5% nel primo trimestre 2018, solo il Trentino Alto Adige fa meglio. In tre anni oltre 75mila nuovi posti (+4%).

Bologna –

Continua a scendere la disoccupazione in Emilia-Romagna, calata dello 0,5% nel primo trimestre 2018 rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso (dal 7% al 6,5%): a livello nazionale, un dato inferiore lo si rileva unicamente in Trentino-Alto Adige (4,3%). E negli ultimi dodici mesi, il tasso di disoccupazione si colloca sul valore medio del 6,4%, ancora giù rispetto al periodo aprile 2016-marzo 2017 (6,6%) e al 9% di inizio legislatura, a gennaio 2015.

Rispetto al primo trimestre 2015, il tasso di occupazione regionale è cresciuto di 2,9 punti percentuali, dal 65,5% al 68,4% (secondo solo al Trentino Alto Adige, 69,9%, e alla Valle d'Aosta, 68,6%), mentre gli occupati sono aumentati di 75.500 unità (+4%). Per gli uomini di registra un tasso di occupazione pari al 74,5%, per le donne del 62,3%.

E' quanto emerge dai dati sull'andamento del mercato del lavoro diffusi dall'Istat ed elaborati su scala regionale.

Segnali positivi per l'economia regionale arrivano anche dall'export: tra gennaio e marzo 2018, l'Emilia-Romagna ha esportato beni e servizi per un totale di 15.260 milioni di euro (pari al 13,6% del totale nazionale), in crescita del 4,6% rispetto allo stesso periodo del 2017 (+669 milioni di euro), al di sopra sia della media del Nord-Est (+4%), che nazionale (+3,3%), e seconda solo alla media del Nord-Ovest (+5,3%). Per l'Emilia-Romagna, certifica sempre l'Istat, si tratta del ventesimo incremento su base tendenziale (ovvero rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente) consecutivo.

"Quelli dell'Emilia-Romagna sono numeri di una regione che cresce ormai da tre anni come nessun'altra- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini- una tendenza che secondo le stime sarà confermata anche nel 2018 e i dati sull'occupazione nei primi tre mesi vanno in questa direzione. Un percorso che rende sempre più concreto il traguardo della piena occupazione per il 2020, con una disoccupazione al 4-5% a quel punto quasi fisiologica, e che abbiamo intrapreso insieme a tutte le forze sociali, sindacati e imprese, agli enti locali, alle università e alle associazioni del Terzo settore, firmatari del Patto per il Lavoro, nel quale condividiamo decisioni e politiche fatte soprattutto di investimenti pubblici, perseguendo un modello di crescita e sviluppo sostenibile. Non ci accontentiamo, dobbiamo ancora fare molto, per esempio potenziando il welfare e le misure a favore di chi ha più bisogno e continuando a puntare su ricerca, innovazione e internazionalizzazione, ma questo modo di fare condiviso- chiude Bonaccini- continuerà a segnare la nostra strada, che vede un'Emilia-Romagna aperte e sempre più in grado di competere con le aree più avanzate in Europa e nel mondo".

Più lavoro dipendente e a tempo indeterminato
Quella del mercato del lavoro regionale è una dinamica risultato di un aumento della componente di lavoro dipendente e di una contrazione degli indipendenti, confermando il trend degli ultimi anni. A livello settoriale, emerge una crescita dello stock degli occupati nell'Industria in senso stretto e nel Commercio, alberghi e ristoranti.
Nel primo trimestre 2018 si torna a registrare una crescita del lavoro su base permanente: delle 8.277 nuove posizioni lavorative dipendenti, 6.560 sono a tempo indeterminato e nell'apprendistato e anche il lavoro intermittente si presenta in calo con 923 posizioni lavorative in meno.

Oltre 13mila nuovi giovani occupati
Un segnale di inversione di tendenza di cui, sempre secondo l'Istat, beneficia il segmento giovanile del mercato del lavoro regionale. Sebbene nel primo trimestre le posizioni dipendenti siano rimaste le stesse per i giovani di 15-29 anni, si è però verificata una significativa sostituzione fra lavoro temporaneo e lavoro permanente: infatti, al netto dei fenomeni di stagionalità, le posizioni a tempo determinato e nel lavoro somministrato sarebbero diminuite di 2.459 unità, mentre quelle a tempo indeterminato e in apprendistato sarebbero aumentate di 2.505 unità. Più in generale, su base annua le posizioni lavorative giovanili sono cresciute di 13.303 unità.

 

Fonte: Regione ER

Pubblicato in Comunicati Lavoro Emilia

Ricostruzione post sisma. Inaugura la nuova struttura del Centro aggregativo dell'area sportiva di Concordia (Mo), ricostruita con un milione e 250mila euro provenienti da Sms solidali.

Tornei, giochi e musica fanno da cornice alla giornata. L'assessore Costi: "La ricostruzione non si ferma, un altro passo in avanti per le comunità colpite dal terremoto"

Bologna – Di nuovo a disposizione dei cittadini, dopo che le scosse del sisma del 2012 l'avevano resa inagibile, la struttura aggregativa posta all'interno del Centro Sportivo a Concordia sulla Secchia (Mo).
L'inaugurazione è prevista alle 19, con gli interventi dell'assessore regionale alla Ricostruzione Palma Costi, del sindaco Luca Prandini, del presidente di Uisp di Modena, Giorgio Baroni e del presidente del Centro servizi Volontariato Modena, Paolo Zarzana. Prevista anche la visita alla nuova struttura del cantante Beppe Carletti, tra gli organizzatori del "Concerto per l'Emilia".

La struttura aggregativa, duramente colpita dal terremoto del 2012, rinasce all'interno del centro sportivo comunale di via Togliatti grazie a un milione 250 mila euro provenienti dai fondi resi disponibili dagli Sms solidali, gestiti dalla struttura guidata dal Commissario delegato alla ricostruzione, e presidente della Regione, Stefano Bonaccini.

L'edificio, ora completamente antisismico, è dotato di un salone polifunzionale (186 mq), un bar e cucina con relativi servizi, un locale multiuso al 1° piano ed ampia area esterna e sarà di supporto alle famiglie e ai giovani che frequentano il centro sportivo. Si tratta di un'opera che, fin dalla fase progettuale, ha visto la condivisione delle associazioni sportive e della consulta del volontariato, per rispondere nel modo migliore alle esigenze sportive e aggregative della comunità. Il progetto ha puntato molto anche sul risparmio energetico, grazie ai pannelli fotovoltaici posti sul tetto della cucina.

"E' importante restituire questo spazio aggregativo alla città di Concordia- commenta Palma Costi-. Perché vuol dire restituire alle persone un luogo di aggregazione, di socializzazione, vero motore del "sentirsi comunità". E' un tassello, un altro, nel completamento del più ampio mosaico della ricostruzione. Che non può definirsi completa, fino a quando non saranno recuperati – come sta accadendo qui oggi – anche gli spazi in cui le persone possono vivere la dimensione sociale della propria comunità. E' stato fatto moltissimo fino ad oggi per fare ritornare questi luoghi colpiti dal sisma come e meglio di prima, e siamo fortemente determinati ad accelerare ancora per raggiungere il traguardo della piena ricostruzione, a cui tutti tendiamo. Per la struttura che da oggi torna ad essere disponibile per i cittadini di Concordia, vorrei dire grazie anche alla generosità di chi ha non ha fatto mancare il proprio contributo alla realizzazione dell'opera, che aggiunge valore e cuore all'iniziativa, due elementi tipici dello sport".

"Con l'inaugurazione del centro aggregativo- afferma il sindaco Prandini- offriamo ai concordiesi, e in particolare ai giovani, quello spazio di ritrovo che il sisma ci aveva sottratto, avviando la riqualificazione del centro sportivo che sarà completata con una nuova palestra al posto della precedente struttura ora inagibile. Il cammino verso la piena ricostruzione di Concordia è ben avviato, ma ogni edificio pubblico che restituiamo alla comunità ci rende consapevoli di aver percorso una tappa importante e, soprattutto, di essere sulla strada giusta".

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Ricostruzione, la Comal Industria Alimentare di Novi di Modena torna a casa. Intervento da oltre 8,3 milioni di euro: dalla Regione un contributo di oltre 6,7 milioni di euro. Bonaccini: "Un'altra azienda che ha affrontato con successo il dramma del sisma, siamo orgogliosi del suo rientro dopo aver delocalizzato temporaneamente la produzione".

"Un'altra azienda del territorio che ritorna a lavorare e produrre in Emilia-Romagna, grazie a un intenso lavoro svolto da istituzioni locali e proprietà per non perdere il contatto con un marchio prestigioso".
Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna e commissario delegato alla Ricostruzione, Stefano Bonaccini, durante l'inaugurazione del nuovo stabilimento della Comal Industria Alimentare, ieri mattina a Novi di Modena.
L'azienda, che produce salumi di alta qualità, a causa del sisma del 2012 aveva delocalizzato l'attività nella sede di Salara (Rovigo), dove aveva continuano la produzione per sei anni.

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"Abbiamo sostenuto la ferma volontà di questa impresa di voler rientrare a casa, nonostante le facilitazioni e risorse che pure la Regione Veneto aveva offerto alla proprietà", ha continuato Bonaccini. "La delocalizzazione temporanea forzata è stata una necessità per continuare l'attività e salvaguardare l'occupazione. È la storia di tante imprese di questa regione, che hanno affrontato il dramma del terremoto rimboccandosi le maniche. E i risultati ci sono, e lo dicono con chiarezza i dati che ci parlano della concreta ripresa dell'economia, con grande merito di imprenditori e lavoratori di tutta l'area del cratere. Non dimentichiamo però che sono stati anni duri, e il nostro impegno è stato quello di non lasciare indietro nessuno".
Grande soddisfazione per il ritorno assieme a tutti i dipendenti è stata espressa dal titolare della Comal, Claudio Barbolini.
Il costo della ricostruzione dell'azienda è stato di circa 8,3 milioni di euro. Il contributo regionale per gli immobili è stato di 1 milione e 709 mila euro, mentre per la delocalizzazione temporanea e i beni strumentali sono stati erogati oltre 5 milioni, a cui si aggiungono 1 milione e 616 mila euro da assicurazione.
Alla cerimonia erano inoltre presenti il sindaco Enrico Diacci e il parroco don Ivano Zanoni. /AA

 

Fonte: Regione ER

Caccia. Via libera in commissione a Calendario venatorio regionale 2018/2019 - Pd: "Ascoltati tutti i soggetti interessati". Critiche da Ln e Fdi. Facci (Misto-Mns): "Rivedere norme su caccia al cinghiale in aree protette"

Bologna 21 maggio 2018 - Via libera in commissione Politiche economiche, presieduta da Luciana Serri, al Calendario venatorio regionale per la stagione 2018/2019, approvato dalla Giunta regionale dopo aver acquisito il parere definitivo dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).

Hanno espresso parere favorevole il Partito Democratico e il gruppo Misto-Movimento Democratico Progressista; voto contrario da Lega Nord, Movimento 5 Stelle, Fratelli d'Italia e gruppo Misto-Movimento nazionale per la sovranità; astenuta Forza Italia. Le principali prescrizioni contenute nel Calendario venatorio regionale 2018/2019 riguardano: specie cacciabili, periodi di caccia, forme di caccia, giornate e orari venatori; carniere giornaliero e stagionale delle varie specie cacciabili; periodo di addestramento dei cani da caccia; misure di salvaguardia dell'ambiente agricolo e forestale; prescrizioni valide nei siti della rete Natura 2000, nelle zone umide e nelle zone costiere; forme di prelievo venatorio degli ungulati, modalità per il rilascio del tesserino venatorio.

La novità rispetto alla prima stesura, dovuta a una specifica raccomandazione di Ispra, riguarda la gestione più conservativa rispetto alle passate stagioni venatorie di tortora e pavoncella. Massimiliano Pompignoli (Lega Nord) ha criticato la tempistica del parere di Ispra, rilasciato in due momenti successivi, e il metodo di approvazione del Calendario venatorio regionale, sempre troppo a ridosso dell'aperura della stagione di caccia. Per Michele Facci (Misto-Movimento nazionale per la sovranità) la gestione di un ungulato molto impattante per il territorio come il cinghiale non può ormai prescindere dall'autorizzarne il prelievo venatorio anche nei parchi naturalistici e nelle aree protette. Per questo motivo l'esponente del Mns ha chiesto alla Giunta di aprire un confronto sulla revisione delle norme che regolano la gestione di siti naturalistici e aree protette. Infine, ha invitato l'esecutivo regionale a rimuovere dal Calendario venatorio il divieto di utilizzo del telefono cellulare da parte dei cacciatori nel corso dell'esercizio della caccia al fine di evitare indebite sanzioni da parte di controlli eccessivamente zelanti. Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d'Italia) ha espresso perplessità rispetto alle date di aperture della caccia alla piccola selvaggina.

Inoltre, in merito ai progetti di gestione faunistico-venatoria in deroga elaborati dagli Ambiti territoriali di caccia (Atc), puntualmente bocciati dalla Regione, il capogruppo ha domandato alla Giunta se il rigetto sia dovuto alla scarsa capacità tecnica dei proponenti o alle eccessive rigidità dei tecnici dell'Amministrazione regionale. Gianni Bessi e Mirco Bagnari (Partito Democratico) hanno espresso apprezzamento per il lavoro che ha portato alla stesura di un Calendario venatorio il cui impianto risulta condiviso ed equilibrato. Inoltre, in merito alle giornate di apertura della caccia al cinghiale nella provincia di Ravenna i due consiglieri hanno evidenziato con favore come siano state accolte le richieste provenienti dalle associazioni venatorie locali, rispondenti alle peculiarità del territorio. La presidente Serri, in chiusura di dibattito, ha espresso soddisfazione per l'intesa raggiunta dai soggetti interessati sulle modalità di gestione della caccia al cinghiale, dato l'impatto che questi animali selvatici hanno sulle produzioni agricole. (Luca Govoni)

Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell'Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa  

Riordino istituzionale. Via libera all'iter per la fusione di sei Comuni: 2 in provincia di Bologna e 4 in provincia di Parma. La Giunta ha approvato altri tre nuovi progetti di legge di aggregazione: Baricella e Malalbergo nel bolognese, Colorno e Torrile nonché Mezzani e Sorbolo nel parmense. Ora il passaggio in Assemblea legislativa per l'indizione del referendum consultivo tra i residenti interessati, che potranno scegliere anche il nome del nuovo Comune unico

Bologna 21 maggio 2018 - La Giunta regionale ha approvato, oggi, tre progetti di legge per la nascita di altrettanti nuovi Comuni al posto di sei attuali in provincia di Bologna e di Parma. I centri coinvolti sono Baricella e Malalbergo nel bolognese, Colorno e Torrile nonché Mezzani e Sorbolo nel parmense.
I progetti di legge regionale saranno ora presentati all'Assemblea legislativa per l'indizione di un referendum consultivo tra i residenti interessati, che potranno scegliere anche il nome del nuovo Comune unico. Dopodiché i progetti di legge torneranno in Aula, e l'Assemblea, tenendo conto degli esiti referendari, voterà la legge di fusione.
La Regione ha accolto le istanze pervenute dai sei Comuni in seguito all'approvazione nei rispettivi consigli comunali. I progetti sono stati presentati dall'assessora regionale al Riordino istituzionale, Emma Petitti.

Le condizioni per i Comuni nati da fusioni
I nuovi Comuni, una volta istituiti, potranno contare su contributi regionali e statali. Oltre a ciò, non saranno applicati vincoli per assunzioni di personale a tempo determinato nel nuovo Comune nato da fusione e questo potrà, al contrario, utilizzare eventuali margini di indebitamento precedentemente consentiti anche a uno solo dei Comuni originari. Infine, nei dieci anni successivi alla sua costituzione, il nuovo Ente unico potrebbe avere priorità nei programmi e nei provvedimenti regionali che prevedessero contributi a favore degli Enti locali.

Le eventuali fusioni sono previste a partire dal 1 gennaio 2019, solo dopo aver tenuto il referendum consultivo nel 2018. Le elezioni degli organi degli eventuali nuovi Comuni potranno avvenire solo nella primavera 2019, mentre gli attuali organi decadranno dal 1 gennaio 2019. Nei primi mesi del 2019 il Comune nascente da fusione dovrebbe essere retto da un Commissario prefettizio.
Sono 10 finora i nuovi Comuni nati da fusioni effettuate dal 2014 a oggi, per un totale di 27 enti soppressi. Sono tre le fusioni per le quali sono stati deliberati i progetti di legge il 26 febbraio scorso (Formignana con Tresigallo e Berra con Ro nella provincia di Ferrara, Castenaso con Granarolo nella Città metropolitana di Bologna).

"La Regione – spiega l'assessora Petitti – come sempre intende mettere a disposizione tutti gli strumenti per cercare di favorire questo percorso di partecipazione, con l'obiettivo di fornire i migliori servizi, cercando di mantenere, ove possibili, costi sostenibili. Alla fine del percorso prevarrà la strada scelta dai cittadini attraverso il referendum democratico".

Baricella e Malalbergo (Bologna)
Nella Città metropolitana di Bologna i Comuni che hanno presentato istanza congiunta per la fusione (il 9 aprile scorso) sono Baricella e Malalbergo, che hanno deliberato il progetto di fusione nei rispettivi Consigli comunali nell'aprile scorso.
Entrambi i Comuni appartengono all'Unione dei Comuni Terre di Pianura, costituita il 28 gennaio 2010 a seguito della trasformazione dell'omonima ex Associazione intercomunale, alla quale aderiscono anche i municipi di Budrio, Castenaso, Granarolo dell'Emilia e Minerbio.
Il Comune di Baricella al 1 gennaio 2017 registrava 7.011 abitanti in una superficie di 45,48 chilometri quadrati. Malalbergo, 8.982 abitanti in 53,82 chilometri quadrati.
Per quanto riguarda i contributi finanziari, regionali e statali, di cui questa eventuale fusione potrà godere constano di 151.671 euro per ogni anno per 10 anni (per un totale di 1.516.710 euro, a carico della Regione). A questa cifra si aggiungeranno 15.995.990 euro dallo Stato per un totale di 17.512.700 euro.

Colorno e Torrile (Parma)
Nel parmense la fusione riguarda Colorno e Torrile ed è stata presentata il 6 aprile di quest'anno. Colorno all'1 gennaio 2017 aveva 9.006 abitanti su 48,41 chilometri quadrati di superficie, mentre Torrile 7.777 abitanti su 37,15 chilometri quadrati. Nell'arco di dieci anni i contributi finanziari in caso di fusione ammontano a 15.451.660 euro (1.517.050 dalla Regione e 13.934.610 dallo Stato).

Mezzani e Sorbolo (Parma)
Sempre in provincia di Parma si va verso la fusione di Mezzani e Sorbolo, la cui richiesta è stata avanzata il 30 marzo 2018. Al 31 gennaio 2017 Mezzani aveva 3.259 abitanti su 28,70 chilometri quadrati di superficie, mentre Sorbolo conta 9.507 residenti su 39,53 chilometri quadrati. I contributi finanziari di cui questa eventuale fusione potrà godere sono pari a 17.161.640 euro in dieci anni (15.995.100 dallo Stato e 1.166.540 euro dalla Regione).

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Pubblicato in Economia Emilia

Il consigliere della Lega Nord, dopo i frequenti episodi di malfunzionamento, chiede alla Giunta di verificare se l'azienda di trasporti abbia intenzione di rinnovare il suo parco mezzi.

Gli episodi di malfunzionamento e di incendio degli autobus di Seta, soprattutto in provincia di Modena, nel mirino della Lega Nord. Il consigliere regionale Stefano Bargi, con un'interrogazione, chiede alla Giunta di verificare quale sia lo stato di manutenzione dei pullman dell'azienda di trasporto pubblico locale e se ci sia l'intenzione di rinnovare il parco mezzi, viste le esigenze di sicurezza.

"Episodi di questo tipo si stanno verificando sempre più frequentemente- ha sottolineato l'esponente del Carroccio- ed essendo il fenomeno quasi sistematico, solo per puro caso e grazie alla prontezza degli autisti si è finora evitato il morto. Nonostante gli annunci di Seta sul rinnovo dei mezzi, appare evidente come sia urgente un ricambio strutturale degli autobus del trasporto pubblico".

Secondo il consigliere Ln solo due infatti sarebbero le cause di incendio degli autobus: l'obsolescenza dei mezzi e la mancata, o pessima, manutenzione. Con l'elezione del nuovo presidente di Seta alle porte, Bargi chiede informazioni certe sulla manutenzione dei mezzi di Seta e su quanto l'azienda spenda per effettuarla; "se le previsioni del Piano industriale 2016-2018 di Seta, che prevedevano l'acquisto di 128 nuovi mezzi, siano state rispettate" e se nel prossimo piano "siano previsti investimenti per il rinnovo completo del parco mezzi". (Giulia Paltrinieri)

Fonte: Regione ER

Domande per il contributo auto ibride: richieste solo online. I fondi accreditati direttamente ai cittadini emiliano-romagnoli che acquistano veicoli a basso impatto ambientale e a ridotto consumo energetico. 

Bologna – Parte oggi, giovedì 3 maggio, la registrazione delle domande per ottenere il contributo riservato a chi decide di acquistare un'auto ad alimentazione ibrida, a basso impatto ambientale e a ridotto consumo energetico.

Si tratta di un contributo annuo fino a un massimo di 191 euro, per 3 anni, pari al valore del bollo di un'auto di media cilindrata.
Fino alle ore 12 del 31 dicembre 2018, sarà possibile registrarsi nella piattaforma online, che sarà resa disponibile a questa pagina.

Per accedere al sistema bisogna registrarsi o con Federa (informazioni per richiedere le credenziali al link http://federazione.lepida.it/registrati), o con Spid- Sistema pubblico di identità digitale (informazioni per richiedere accesso al link: https://www.spid.gov.it/ ) o con Smartcard.

"E' un'altra tappa che segna il nostro impegno per tagliare le emissioni, per la tutela dell'ambiente e per la salute- affermano gli assessori regionali Paola Gazzolo (Ambiente) e Raffaele Donini (Trasporti)-. Abbiamo scelto di premiare i cittadini che acquistano veicoli a basso impatto ambientale e a ridotto consumo energetico come ulteriore segnale di consapevolezza: solo collaborando e adottando stili di vita più attenti possiamo tutti insieme dare una mano per ridurre l'inquinamento e migliorare le condizioni dell'aria che respiriamo".

Come ottenere il contributo: per il 2018 domande online da maggio. Da luglio si recupera anche il 2017

Non si tratta di una esenzione del bollo auto ma di un contributo equivalente: quindi gli intestatari dell'auto, che riceveranno il contributo, pagheranno comunque il bollo auto. Chi vorrà accedere a questo beneficio si dovrà registrare sul portale regionale, inserendo i dati anagrafici, quelli dell'auto e le coordinate bancarie sulle quale ricevere l'importo dovuto: ogni anno la Regione provvederà in automatico all'accredito.
Sulla pagina web dedicata al bando sarà disponibile la graduatoria aggiornata dei contributi concessi.
Per quanto riguarda gli oltre 7 mila automobilisti emiliano-romagnoli che hanno comprato l'automobile lo scorso anno, occorre invece attendere luglio, quando la Giunta metterà a disposizione le risorse necessarie con la manovra di assestamento del bilancio regionale.

I veicoli ibridi in Emilia-Romagna

Le automobili ibride sono sempre più diffuse in Emilia-Romagna: dai 2.776 veicoli ibridi immatricolati nel 2015 in regione si è passati ai 4.369 (+57%) del 2016 e ai 7.056 del 2017 (+61% rispetto all'anno precedente).

Gli incentivi per le auto elettriche

Gli incentivi per le auto ibride si affiancano a quelli già previsti dalla legislazione nazionale per l'acquisto delle automobili elettriche, esentate dal pagamento del bollo per 5 anni. La Regione ha investito 2,4 milioni per l'acquisto di 103 veicoli elettrici per la pubblica amministrazione e sta stringendo accordi con i Comuni sulle regole di accesso ai centri storici e i parcheggi gratuiti per le auto elettriche. Sono 150 le colonnine interoperabili installate e ulteriori 30 sono in corso di installazione.

 

Regione ER

La lezione di pace degli studenti dell'Emilia-Romagna: mille 'Gru' in volo verso il Giappone. A Marzabotto l'incontro fra il presidente Bonaccini e il sindaco di Nagasaki: "Costruito un ponte di fratellanza e solidarietà in ricordo di ciò che è stato e non deve essere mai più".

Bologna – Mille origami a forma di gru realizzati dai bambini emiliano-romagnoli prenderanno il volo verso il Giappone per portare un messaggio di pace e solidarietà. È il progetto 'Gru della pace' promosso dalla Regione Emilia-Romagna attraverso la rete di 38 Centri di educazione alla sostenibilità ambientale (Ceas) che ha coinvolto 65 classi delle scuole primarie delle province di Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ravenna.

Oltre mille alunni, dall'inizio di marzo, sono stati impegnati in veri e propri laboratori artistici dove hanno imparato l'antica arte di piegare la carta per dare vita a nuovi oggetti.

La consegna degli origami a forma di gru realizzati dai bambini di Marzabotto (Bo), luogo dove si consumò la terribile strage compiuta dai nazifascisti nell'autunno del 1944, con l'uccisione di 770 persone, è avvenuta oggi alla Casa della Memoria nel corso di un incontro tra il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e il sindaco di Nagasaki, Tomihisa Taue, con una rappresentanza del Consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi della città, alla presenza dell'assessore regionale all'Ambiente, Paola Gazzolo, e del sindaco di Marzabotto, Romano Franchi.

"Continuiamo a coltivare semi di pace in tutto il mondo- sottolinea Taue-. Oggi abbiamo costruito una rete forte tra Emilia-Romagna e Nagasaki ed è così che dobbiamo fare con tutti gli altri Paesi nel mondo".

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"Un simbolo di pace, solidarietà e fratellanza tra i popoli- afferma Bonaccini- costruisce oggi un ponte ideale tra Emilia-Romagna e Giappone. Grazie a questo progetto che abbiamo voluto sostenere, ribadiamo ancora una volta quelli che sono concetti chiave del nostro essere comunità: andare oltre i confini, i muri, le lingue parlate. Marzabotto, tragico simbolo della furia nazifascista, e Nagasaki, che insieme a Hiroshima furono teatro dell'apocalittica devastazione dovuta all'uso della bomba atomica, folle prodotto dell'uomo, sono oggi unite nel ricordo di ciò che è stato e non deve essere mai più. Queste mille gru di buon augurio realizzate dai ragazzi dell'Emilia-Romagna sono un messaggio di speranza e insieme un monito verso noi adulti, chi vive le Istituzioni e guida le nazioni affinché si sia custodi di pace e solidarietà, ruolo che i territori e i governi locali vogliono continuare a giocare in prima persona. E il prossimo anno- conclude il presidente della Regione-, proprio per mantenere forte questo legame tra Emilia-Romagna e Giappone, saremo a Nagasaki a testimoniare il nostro impegno costante per la pace".

"L'impegno per la pace dell'Emilia-Romagna, è scritto a chiare lettere già nello Statuto della Regione che lo pone tra i fini più alti a cui è tesa la sua intera attività- ribadisce Gazzolo-. Lavorare per la pace significa anche lavorare per la sostenibilità ambientale: per questo abbiamo inserito il progetto "Gru della pace" nel Programma regionale di informazione ed educazione alla sostenibilità, ponendo al centro le nuove generazioni perché è da loro che bisogna partire per costruire un futuro migliore".

Prima di Marzabotto la delegazione giapponese guidata da Taue, è stata nel piacentino per due giorni di scambi con il mondo del volontariato, con i rappresentanti delle istituzioni locali e con i cittadini.

La storia di Sadako

Il progetto portato in Emilia-Romagna dal fotografo piacentino Massimo Bersani e inserito poi dalla Regione nel proprio Piano di informazione ed educazione alla sostenibilità, trae spunto dalla storia di Sadako Sasaki, una bambina morta nel 1955 a dodici anni a causa degli effetti delle radiazioni della bomba sganciata su Hiroshima. In Giappone si dice che chiunque ripieghi mille gru di carta vedrà il proprio desiderio realizzato (una leggenda giapponese narra che le gru vivono mille anni). Sadako, conoscendo la gravità della sua malattia, nelle lunghe giornate trascorse in ospedale si dedicava appunto a costruire origami a forma di gru con le scatole di medicine. Purtroppo il suo desiderio non si realizzò, ma da quel giorno migliaia e migliaia di gru di carta prendono forma in tutto il mondo grazie all'iniziativa di Ayako Aikawa, una maestra elementare di Nagasaki che, venuta a conoscenza della triste vicenda di Sadako, ha deciso di farla conoscere al mondo come monito perenne contro tutte le guerre./BB

Fonte: Regione ER

Mercoledì, 25 Aprile 2018 08:59

E' successo quel '68. Appunti fotografici"

Taglio del nastro per la mostra "E' successo quel '68. Appunti fotografici" con Nadalini, Castellucci, Garibaldo e Gambetta
La Presidente Saliera: "Si lottò per i diritti delle persone, quegli stessi diritti da troppi anni dimenticati nel nome dei bilanci dell'economia"

Saliera_-_2018_04_23_mostra_68__11.29_033_di_052_1.jpgIl sindacato, l'Università, la politica. A 50 anni di distanza "quelli che fecero il '68" si sono ritrovati nei locali dell'Assemblea legislativa regionale dell'Emilia-Romagna per l'inaugurazione di "E' successo quel '68. Appunti fotografici", mostra fotografica che ripercorre "l'anno che cambiò il mondo".
Francesco Garibaldo, una vita ai vertici della Cgil, Federico Castellucci, uomo delle Istituzioni e del Pci, Guido Gambetta, politologo e docenti di vaglia. Sono stati loro, con i loro ricordi di testimoni oculari del tempo, ad accompagnare la Presidente del Parlamento di viale Aldo Moro Simonetta Saliera nel taglio del nastro attraverso le foto di Luciano Nadalini e di altri famosi fotografi bolognesi che ricordano gli anni delle lotte studentesche e operaie, del primo Guccini e dei grandi concerti sotto le Due Torri.

"Nel '68 si lottò per i diritti delle persone: da troppi anni, invece, ci si è dimenticati di quei diritti e di quelle persone in nome del primato dei numeri dei bilanci e dell'economia", spiega Saliera nel sottolinea come "a Bologna il '68 coincise temporalmente con l'inverarsi delle grandi progettazioni dell'era del sindaco Guido Fanti: dalla tangenziale costruita in soli 3 anni al primo asilo nido voluto dall'assessore Adriana Lodi".

A ricordare lo snodo politico dell'anno cruciale è stato Garibaldo: "La mostra promossa dall'Assemblea legislativa ha il merito di toccare gli aspetti fondamenti della lotta studentesca e operai: furono anni – sottolinea il sindacalista – di lotte per proposte di miglioramento della vita delle persone che trovarono risposta positiva dalle amministrazioni pubbliche regionali e comunali. Battaglie che gli operai condussero nonostante che lo Stato avesse scelto l'arma della repressione autoritaria: quando scioperavamo venivamo picchiati e arrestati. Furono anni di speranza, un momento solare che purtroppo oggi non c'è più."

A raccontare un'epoca in cui i fermenti sociali trovavano risposta o quanto meno ascolto dalla politica e dai partiti è stato il compito di Federico Castellucci, una vita tra Pci, Comune di Bologna e Regione: "All'epoca ero responsabile politiche per il lavoro del Partito Comunista Italiano: demmo idee e contributi a quell'impegno sociale e civile che veniva da studenti e operai. Mai come in questo momento storico l'Assemblea regionale ha fatto bene – ha sottolineato Castellucci – a promuovere questa mostra perché motivo di riflessione politica, quella riflessione di cui abbiamo bisogno". "Si posero le basi degli anni successivi e delle grandi riforme come il Sistema Sanitario e lo Statuto dei lavoratori", fa eco Aldo Bacchiocchi, che visse quegli anni dall'osservatorio privilegiato di via Barberia, sede della federazione bolognese del più grande Partito Comunista dell'Occidente.
Occhio rivolto al contesto internazionale nelle parole del professor Gambetta, che ha ricordato come "nel '68 in tutto il mondo ci furono movimenti per i diritti e la pace, fu un anno indimenticabile".

Ricordi, impegni. Passione, nostalgia. Un mix che, come ricordano tutti gli intervenuti, non valgono solo per i libri di storia, ma anche per il nostro presente.

La mostra "E' successo quel '68. Appunti fotografici" è visitabile nei locali dell'Assemblea legislativa regionale dell'Emilia-Romagna in viale Aldo Moro, 50 tutti i giorni nei giorni feriali dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19.

 

 

 

 

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Emilia-Romagna e Veneto uniti in difesa dello zucchero italiano. "Una battaglia d'interesse nazionale per salvare i prodotti made in Italy"

Gli assessori regionali Caselli (Emilia-Romagna) e Pan (Veneto) a Vinitaly lanciano un appello chiedendo solidarietà alle altre regioni italiane nel corso della seduta straordinaria della Commissione politiche agricole.

Bologna 17/4/2018– Una richiesta di solidarietà alle altre Regioni italiane per salvare la barbabietola da zucchero e la produzione dello zucchero italiano.

E' l'appello lanciato dagli assessori regionali all'Agricoltura dell'Emilia-Romagna, Simona Caselli, e del Veneto, Giuseppe Pan - le due regioni dove hanno sede gli ultimi due stabilimenti di produzione dello zucchero – nel corso seduta della Cpa (Commissione politiche agricole) che si è tenuta oggi in via straordinaria al Vinitaly.
Gli assessori hanno portato sul tavolo delle trattative una richiesta di solidarietà agli altri omologhi colleghi italiani affinché il Ministero delle Politiche agricole si attivi si attivi a tutti i livelli possibili, per salvare la produzione dello zucchero che vede gli ultimi due stabilimenti a Minerbio nel bolognese e a Pontelongo nel padovano, stabilimenti che a causa della crisi del comparto, causata alle azioni di dumping realizzate da alcuni Paesi europei, rischiano la chiusura con evidenti danni per il lavoratori coinvolti.

Caselli e Pan hanno ricordato ai colleghi delle altre regioni, che dietro allo zucchero italiano si reggono un sacco di altri prodotti Made in Italy, ad esempio i prodotti dolciari delle varie regioni che se non usassero lo zucchero nazionale, appunto, rischierebbero di non poter etichettare il prodotto come italiano.

"Vi chiediamo di aiutarci perché questa dello zucchero non è una battaglia esclusivamente regionale che si combatte contro le pratiche sleali a livello europeo, ma è una battaglia d'interesse nazionale per salvare i prodotti Made in Italy che vedono lo zucchero tra i loro ingredienti. Vi chiediamo di aiutarci a vincerla", hanno dichiarato Caselli e Pan.

(Foto - stabilimento Eridania di San Quirico (PR))

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
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