Casper, il polpo fantasma che vive negli abissi delle Hawaii a una profondità di 4.000 metri. È stato scoperto nel 2016 e non ha ancora svelato tutti i suoi segreti
È stato approvato nell’ultima seduta della Conferenza Stato Regioni, il decreto del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali finalizzato ad integrare il DM 309/2011, che stabilisce un limite massimo di residui di sostanze non ammesse in agricoltura biologica, oltre il quale il prodotto contaminato non può essere commercializzato come “biologico”.
Dal 9 giugno ogni martedì mattina, dalle 8 alle 13, i banchi di Mercatiamo saranno presenti in piazzale San Bartolomeo, nel pieno centro storico e ad un passo dalla Ghiaia e da piazza Garibaldi.
Un nuovo inizio, dopo la chiusura forzata causata dal Covid, per il mercato locale da agricoltura sostenibile di piccole aziende agricole del nostro territorio, che coltivano nel rispetto dei ritmi naturali.
Un’offerta di prodotti freschi, di stagione, appena colti, del territorio, un’occasione propizia per ritrovare sapori e profumi autentici.
Dall’1 al 3 aprile 2020 debutta a veronafiere b/open, rivolta ai professionisti. Tra i membri della partnership anche bio-beurs (olanda), organic&natural products expo (sudafrica) e natexpo (francia)
Verona, 15 gennaio 2020 - Nasce The Organic Trade Fairs Alliance, una nuova alleanza a livello internazionale che unisce le fiere b2b del biologico italiane ed estere. In prima fila nel promuovere il progetto, B/Open, la manifestazione organizzata da Veronafiere (1-3 aprile 2020), insieme a Bio-Beurs (Zwolle-Olanda, 22-23 gennaio 2020), Organic&Natural Products Expo (Johannesburg-Sudafrica, 8-10 maggio 2020) e Natexpo (Lyon-Francia, 21-22 settembre 2020).
The Organic Trade Fairs Alliance è una piattaforma globale e un forum di scambio di conoscenze, che mira a fornire sostegno al settore dell’agricoltura biologica, dell’industria alimentare biologica e dei cosmetici naturali. Con un obiettivo ben definito: diffondere e supportare un modello di nutrizione e di personal care focalizzato su tutto ciò che è sano e salutare, sull’attenzione all’ambiente, al clima globale e al rispetto dei lavoratori.
«Veronafiere, attraverso B/Open, ha intercettato uno spazio di mercato rivolto al segmento b2b del mondo biologico, che risultava ancora scoperto e andava presidiato», è il commento del direttore commerciale di Veronafiere Flavio Innocenzi. «Questa alleanza internazionale, che ha mosso i suoi primi passi nel 2019 e si consoliderà nel 2020, vuole supportare il settore del biologico attraverso azioni sinergiche di promozione, in chiave professionale e mettendo a sistema le competenze e le conoscenze trasversali, acquisite dai vari partner internazionali».
B/Open, in programma a Verona dall’1 al 3 aprile 2020, è la prima fiera in Italia esclusivamente b2b, rivolta agli operatori del food certificato biologico e del natural self-care. Dalle materie prime al prodotto finito al packaging, la nuova manifestazione di Veronafiere presenta tutta la filiera, frutto di un’accurata selezione delle aziende espositrici studiata sulle esigenze dei compratori professionali. Tra le tante conferme, nell’organic food, Cereal Docks, Agricola Grains, Altalanga oltre al gruppo Specchiasol (con i marchi Larico e San Demetrio) e Chiara Cantoni, partner di Ringana, per la cosmesi naturale e il settore fitoterapico.
Patrocinata da Aiab (Associazione Italiana Agricoltura Biologica) e da Regione Veneto e supportata da Ass.O.Cert.Bio (Associazione Organismi di Certificazione del Biologico italiani), Bioagricert (Organismo di controllo e certificazione biologica), Ccpb (Consorzio Controllo Prodotti Biologici ), la rassegna si svolgerà nei padiglioni 1 e 2 di Veronafiere. Più specificatamente, nel segmento dell’alimentazione biologica saranno rappresentati anche i prodotti nutraceutici, dietetici, integratori, pet food, servizi, packaging ecologici; ingredientistica per prodotti bio, ma anche prodotti per il benessere; bellezza e cura della persona comprenderanno cosmesi, trattamenti naturali, piante officinali e derivati, prodotti per la salute e la cura della persona, servizi. B/Open sposa inoltre un format interattivo, con numerosi momenti di networking e formazione, esclusivamente dedicati a produttori, trasformatori e operatori professionali.
I NUMERI DEL SETTORE. Secondo gli ultimi dati disponibili diffusi dal Fibl (istituto di ricerca tedesco dell’agricoltura biologica) e relativi al 2017, la filiera «organic» mondiale ha raggiunto un fatturato di 92 miliardi di euro, con 70 milioni di ettari coltivati da 2,9 milioni di produttori. In Italia il comparto bio dà lavoro a 76mila aziende, sviluppa un fatturato di 3,6 miliardi di euro e rappresenta circa il 4% della spesa alimentare globale degli italiani.
Accanto al settore dell’agro-alimentare, anche il mercato della cosmesi biologica sta vivendo un periodo di crescita economica. Secondo gli ultimi dati di Cosmetica Italia, il fatturato green nel 2017 delle aziende intervistate tocca 1 miliardo di euro, pari al 9,5% del fatturato cosmetico italiano (10,9 miliardi di euro).
Agricoltura e ambiente. La Regione investe oltre 9,7 milioni di euro per incentivare il biologico e tutelare la biodiversità
Via libera a quattro nuovi bandi con incentivi per favorire l'adesione delle aziende singole e associate al bio e gli interventi di conservazione degli elementi caratteristici del paesaggio agrario come siepi, boschetti, maceri e laghetti
Bologna - Oltre 9,7 milioni di euro per dare una spinta al biologico in Emilia-Romagna e al tempo stesso promuovere lo sviluppo di un’agricoltura attenta alla salvaguardia dell’ambiente e alla tutela della biodiversità. È la dotazione finanziaria complessiva di quattro bandi approvati dalla Regione che danno continuità agli interventi di sostegno previsti dalle Misure 10 “Agroambiente” e 11 “Agricoltura biologica” del Programma regionale di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020.
Le misure mettono a disposizione delle aziende agricole - sia in forma individuale che associata, incluse le cooperative - un pacchetto di risorse per favorire, attraverso l’erogazione di contributi economici parametrati alla superficie interessata, l’ulteriore espansione sul territorio regionale delle coltivazioni e degli allevamenti bio e, più in generale, un’agricoltura più ecosostenibile e all’insegna della qualità delle produzioni.
Per tutti e quattro i bandi gli impegni di durata pluriennale - 5, 10 e 20 anni a seconda dei casi - sottoscritti dalle imprese agricole decorrono dal 1^ gennaio 2020, mentre la presentazione delle domande di aiuto (già possibile a partire dal 7 gennaio) dovrà avvenire entro il 28 febbraio prossimo, secondo le modalità indicate sul sito dell’Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura (https://agrea.regione.emilia-romagna.it/).
Cosa prevedono i due bandi per il bio
La quota più significativa di risorse, quasi 5,75 milioni di euro all’anno in totale per due bandi, è finalizzata a favorire l’ulteriore diffusione del biologico attraverso la concessione di premi ad ettaro per cinque anni per incentivare nel primo caso il passaggio delle aziende ai metodi e alle pratiche dell’agricoltura bio e, nel secondo caso, il mantenimento delle superfici già convertite al biologico.
Grazie ad una recente modifica del Psr che ha consentito di recuperare risorse aggiuntive per 3,7 milioni di euro, i fondi disponibili per la conversione ammontano a quasi 3,8 milioni di euro all’anno. Il budget per il mantenimento sfiora invece quota 2 milioni di euro sempre all’anno. Gli aiuti variano da 150 a 791 euro all’ettaro all’anno secondo il tipo di colture per favorire la conversione e da 90 a 668 euro, sempre all’ettaro all’anno, per il mantenimento.
Attualmente in Emilia-Romagna le superfici a biologico finanziate attraverso la misura 11 del Psr ammontano a 116 mila ettari, su un totale regionale di oltre 156 mila ettari, pari a più del 15% dell’intera Superficie agricola utilizzata (Sau) da Piacenza a Rimini. Con il bando 2020 si potranno nuovamente finanziare le superfici impegnate con l’ultimo avviso scaduto a fine 2018 e le nuove adesioni.
L’obiettivo è dare un ulteriore colpo d’acceleratore in direzione di un’agricoltura attenta alla nuova domanda di cibi buoni e sani che viene dai consumatori e alle esigenze di una maggiore tutela dell’ambiente, anche nell’ottica della riduzione delle emissioni responsabili dei cambiamenti climatici in atto. In Emilia-Romagna le superfici coltivate bio sono aumentate del 75% rispetto al 2014 (67 mila ettari in più), mentre le aziende sono cresciute di quasi il 70%.
Ciò grazie alle risorse fin qui investite dalla Regione nell’attuale programmazione 2014-2020: risorse che sfiorano complessivamente quota 140 milioni di euro (di cui 16,8 di risorse aggiuntive regionali). A queste risorse vanno aggiunte quelle relativeagli incentivi alla formazione, all’insediamento dei giovani, ai progetti di innovazione e agli investimenti per l’ammodernamento strutturale delle aziende. Per tutti questi interventi le aziende bio godono infatti di una priorità nelle graduatorie dei bandi regionali.
Gli altri due bandi per promuovere la biodiversità
Gli altri due bandi si inquadrano invece nelle cosiddette politiche agroambientali per tutelare e promuovere la biodiversità, soprattutto nelle zone di pianura. Stiamo parlando della misura 10.1.9 del Psr “Gestione dei collegamenti ecologici dei siti Natura 2000 e conservazione di spazi naturali e seminaturali del paesaggio agrario”, che finanzia con poco più di 1 milione di euro all’anno gli interventi finalizzati alla conservazione di elementi caratteristici del territorio agricolo come siepi, boschetti, maceri, risorgive e laghetti.
Gli agricoltori che per un periodo di dieci anni si impegnano in questo senso potranno beneficiare di un contributo a superficie. Attualmente sono 838 le aziende agricole che hanno aderito a questa misura, per una superficie complessiva di quasi 2.500 ettari. Dall’inizio dell’attuale ciclo di programmazione ad oggi le risorse messe a disposizione sfiorano quota 9 milioni di euro, di cui 1,3 milioni di risorse regionali aggiuntive.
Infine, il quarto e ultimo bando stanzia quasi 3 milioni di euro all’anno per il “ritiro dei seminativi dalla produzione per 20 anni per scopi ambientali e la gestione dei collegamenti ecologici dei siti Natura 2000” (Misura 10.1.10) per finanziare la creazione di prati umidi e macchie arbustive al posto dei campi coltivati. Per questo intervento sono attualmente in corso 280 progetti, su una superficie complessiva di circa 5.600 ettari. Le risorse investite nella programmazione 2014-2020 superano i 30 milioni di euro, di cui 13,6 milioni di fondi regionali aggiuntivi./G.Ma
Tutte le notizie su www.regione.emilia-romagna.it
Al centro di SANA City, l’evento organizzato da FederBio in collaborazione con AssoBio e con la partecipazione di Kyoto Club e del WWF animerà Palazzo Re Enzo a partire dalle 15.10 attraverso approfondimenti e show cooking con degustazioni.
Bologna, 2 agosto 2019 – Vivi il buono del biologico. Sabato 7 settembre l’appuntamento è a Palazzo Re Enzo, nel cuore di Bologna, con la Festa del BIO edizione 2019.
L’obiettivo della manifestazione, aperta a tutti, è far conoscere e far vivere il vero biologico attraverso talk divulgativi per riflettere su un approccio più attento verso lo spreco alimentare, i cambiamenti climatici, l’ambiente e la salute, alternati a momenti di show cooking con degustazioni di prodotti e ricette bio.
Il primo approfondimento dal titolo “Cambia la terra per ridurre gli sprechi alimentari” intende analizzare questo fenomeno che secondo la FAO riguarda un terzo di tutti i prodotti alimentari a livello mondiale. Personalità di rilievo, ricercatori ed esperti si confronteranno sul cibo come bene comune e su come le produzioni da filiere corte, biologiche e locali possano contribuire a ridurre lo spreco e le rilevanti ripercussioni negative a livello socio-economico e ambientale.
Il secondo talk, in programma alle ore 18, è dedicato a un altro tema di grande attualità: i cambiamenti climatici. L'agricoltura biologica può vantare un forte potenziale nella mitigazione dei cambiamenti climatici, poiché è in grado di sequestrare notevoli quantità di carbonio nei suoli e di ridurre le emissioni dei gas serra, grazie all’esclusione di prodotti chimici di sintesi e all’uso ottimale di pratiche agronomiche.
Al termine dei talk, lo chef Riccardo Facchini de La Prova del Cuoco realizzerà live degustazioni a base di prodotti biologici.
FederBio ( www.feder.bio ) è una federazione nazionale nata nel 1992 per iniziativa di organizzazioni di tutta la filiera dell’agricoltura biologica e biodinamica, con l’obiettivo di tutelarne e favorirne lo sviluppo. FederBio socia di IFOAM e ACCREDIA, l’ente italiano per l’accreditamento degli Organismi di certificazione, è riconosciuta quale rappresentanza istituzionale di settore nell’ambito di tavoli nazionali e regionali.
Attraverso le organizzazioni associate, FederBio raggruppa la quasi totalità della rappresentanza del settore biologico, tra cui le principali realtà italiane nei settori della produzione, distribuzione, certificazione, normazione e tutela degli interessi degli operatori e dei tecnici bio.
La Federazione è strutturata in cinque sezioni tematiche e professionali: Produttori, Organismi di Certificazione, Trasformatori e Distributori, Operatori dei Servizi e Tecnici, Associazioni culturali. FederBio garantisce la rigorosità e la correttezza dei comportamenti degli associati in base al Codice Etico e verifica l’applicazione degli standard comuni.
Erika Iori (Cia Reggio): "Negli ultimi 5 anni l'incremento di aziende è stato superiore al 60%". L'analisi del presidente Cervi
Più forte dei cambiamenti climatici, della crisi e della burocrazia. È l'agricoltura biologica 'made in Reggio', un settore in continua espansione che fa segnare un boom di aziende e superfici coltivate.
"Non siamo dinnanzi a una moda passeggera ma a una solida realtà che ha forti radici nella nostra tradizione agricola ed è destinata ad avere una decisa crescita negli anni a venire", sottolinea Cervi (presidente Cia di Reggio). E poi presenta i numeri. Le aziende agricole bio di Cia sfiorano le trecento unità. La parte del leone la fa la montagna con oltre 132 imprese, seguita da Reggio (84), Val d'Enza (65), e Bassa (18). Negli ultimi cinque anni l'incremento di aziende ha superato il 60% sul territorio reggiano, mentre quello di ettari arriva al +65%.
Erika Iori, responsabile del settore per Cia Reggio, entra quindi nel dettaglio: "La parte preponderante dell'agricoltura bio è rappresentata dai seminativi (80%). Al secondo posto vengono prati e pascoli (12%), poi la vite (3%) e la frutta (3%). Ma l'ascesa del biologico sta contagiando anche il settore zootecnico. Basti pensare che a Ventasso un'azienda Cia vende carni fresche e produce ragù da chianine. Mentre in città assistiamo a una decisa crescita di apicoltori".
"Ormai il biologico rappresenta una fetta importante del comparto dell'agroalimentare e i margini di espansione sono davvero notevoli - aggiunge Cervi -. Ma deve essere evitato l'errore di metterlo in contrapposizione con l'agricoltura integrata e sostenibile e con il contributo che essa porta alla sicurezza alimentare: si tratta di due realtà che devono camminare di pari passo nel reciproco rispetto".
Una cosa è certa: la scelta 'biologica' è etica ma anche di mercato. "Sta mutando molto velocemente la mentalità dei consumatori - sottolinea Iori -. Basti pensare che otto cittadini su dieci hanno comprato bio nell'ultimo anno. Oltre il 40% di loro è 'frequent user' e compra bio ogni settimana. Per ragioni salutistiche, per caratteristiche di sicurezza e qualità, perché il biologico viene ritenuto più rispettoso dell'ambiente. E a questa domanda crescente assistiamo in prima linea. La nostra associazione è di frequente contattata da reggiani che chiedono indirizzi di aziende della loro zona dove comprare bio. Addirittura, nei giorni scorsi, un'associazione di neomamme ha voluto una lista completa di imprese di tutto il territorio reggiano...".
Per gli imprenditori bio non mancano però le difficoltà. Tra tutte spiccano la burocrazia – gli adempimenti sono stati semplificati ma si deve fare di più – e il meteo. "Il settore agricolo è quello che, più di tutti, subisce gli effetti dei cambiamenti climatici e il biologico in particolare – conclude il presidente -: avendo limitate possibilità d'intervento con trattamenti, le colture sono infatti più esposte alle bizze della stagione. E, negli ultimi mesi, ne abbiamo viste davvero troppe".
Cia sarà protagonista alla 31esima edizione di Sana - il Salone internazionale del biologico e del naturale, che si terrà a Bologna dal 6 al 9 settembre – con lo stand D68 nel Padiglione 29. Nei 24 mq di area espositiva, in linea con l'obiettivo 'plastic free' dell'edizione 2019 del Sana e con le buone pratiche dell'economia circolare, Cia opta per allestimenti in cartone e materiali ecocompatibili. Spazio anche all'innovazione con l'utilizzo della Realtà Aumentata: speciali totem ecofriendly a forma di alberi proietteranno immagini virtuali per veicolare i messaggi degli Agricoltori Italiani, in particolare i contenuti della Carta dei Valori del Biologico Italiano.
Da Arte & Gusto una serata a tema dal titolo "I vini biologici, biodinamici e naturali sono realtà" per discutere, con esperti del settore, di uno dei temi più sensibili dell'universo enologico contemporaneo.
Mercoledì 30 gennaio 2019 alle 20:00 presso Arte & Gusto, via Emilia Est 87, si terrà una discussione su "I vini biologici, biodinamici e naturali sono realtà".
La giornalista Costanza Fregoni interverrà con una presentazione dal titolo:
Biologici, biodinamici, naturali e vegani: conosciamo l'approccio agronomico ed enologico, le differenze e le leggi che ne governano le filiere. Nel mondo dei vini green, la sostenibilità è davvero tale? In cosa consiste la certificazione?
A seguire Matteo Gallello, profondo conoscitore del movimento dei vini naturali in Italia e all'Estero e redattore di Porthos, progetto editoriale e didattico che da quasi vent'anni si occupa di vino naturale, guiderà una degustazione durante la quale verranno assaggiati i seguenti vini:
1. Maistru (nuragus) 2017 Sa Defenza (Donori, Cagliari)
2. La mia Malvasia (malvasia aromatica di Candia) 2017 Camillo Donati (Arola, Parma)
3. Gattaia (chenin con piccolo saldo di sauvignon blanc e sauvignon gris) 2015 Michele Lorenzetti (Vicchio, Firenze)
4. Montepulciano d'Abruzzo 2016 Emidio Pepe (Torano Nuovo, Teramo)
5. Teroldego 2016 Foradori (Mezzolombardo, Trento)
6. Cirò Rosso Classico superiore 2015 'A Vita (Cirò Marina, Crotone)
Dopo la degustazione Arte & Gusto sarà lieta di offrire un light buffet a cura dello Chef Alfonso Francese.
*** *** ***
Wine and Food Academy, l'Accademia del buon cibo e del vino italiano nasce a Parma nel 2016 presso il locale gourmand "Arte & Gusto". Frequentata, sin dal primo momento, da numerosi food lover, giornalisti locali e di tutto il territorio nazionale, questa vera e propria "Officina di Sapori e saperi", organizza periodicamente incontri con esperti e professionisti del settore, degustazioni di prodotti d'eccellenza, cene tematiche, presentazioni di libri e incontri con i vignaioli.
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Arte & Gusto nasce a Parma in un territorio connotato per la sua forte vocazione gastronomica, non è solo un ristorante e nemmeno un semplice negozio di generi alimentari. Arte & Gusto è un mercato di sapori in cui tradizione e innovazione si incontrano per soddisfare ogni palato, dare consapevolezza, informare e educare a un'alimentazione sana e di qualità.
In quest'ottica i prodotti non solo si acquistano, ma si conoscono, si consumano e si amano. Arte & Gusto è un luogo nato per vivere le eccellenze enogastronomiche italiane di qualità.
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