Visualizza articoli per tag: Ausl Parma

Sanzioni in arrivo per visite ed esami sanitari "mancati" e non disdetti: provvedimento introdotto dalla Regione Emilia-Romagna per incentivare a disdire l'appuntamento se si rinuncia alla prestazione. L'Ausl ha spedito i primi verbali.

Parma, 28 aprile 2017

Sono in arrivo le sanzioni a chi non si è presentato all'appuntamento per fare una visita o un esame specialistico, senza disdire per tempo (cioè almeno due giorni lavorativi prima) la prenotazione.
Con la spedizione delle prime lettere, l'Ausl dà piena attuazione al provvedimento introdotto dalla Regione Emilia-Romagna il 4 aprile dell'anno scorso, per incentivare a disdire l'appuntamento se si rinuncia o se non si può usufruire della prestazione sanitaria, con il duplice obiettivo di evitare gli sprechi di risorse e di liberare il posto per chi è in attesa. E i primi risultati già si registrano: sul totale delle prestazioni prenotate dal 4 aprile 2016 al 3 aprile 2017 – quasi 4 milioni e 600 mila – gli abbandoni e le disdette fatte non in tempo sono state poco meno del 4%, mentre nel periodo 4 aprile 2015-3 aprile 2016 – su un volume di prestazioni pressoché invariato – erano il 6.7%.

"E' il primo invio – spiega Marco Chiari, direttore amministrativo dell'Ausl di Parma – che, al momento, riguarda solo le mancate disdette per prestazioni erogate dall'Ausl nelle prime due settimane di maggio 2016. Stiamo parlando di circa 800 verbali, recapitati a cittadini di Parma e provincia. Dunque – continua Chiari - è solo una prima tranche, utile anche per testare la procedura".

LA NOTIFICA DELLA SANZIONE

Tramite posta, il cittadino che non ha disdetto la prenotazione o non lo ha fatto in tempo, riceve una lettera dall'Ausl, firmata dal direttore amministrativo, di notifica della sanzione. Nella nota, sono indicati il codice della prenotazione, con la data dell'appuntamento mancato, l'entità della sanzione, che non supera (per appuntamento) i 36.15 euro e i 46.15 per la chirurgia ambulatoriale (oltre a 11 euro per spese di notifica), le modalità di pagamento (viene spedito in allegato anche il MAV già compilato) e le indicazioni per presentare eventuali giustificativi. La sanzione viene comminata anche se il cittadino è esente per reddito, età e patologia.

LA RICHIESTA DI ANNULLAMENTO DELLA SANZIONE

Nonostante la notifica, il cittadino ha 30 giorni di tempo per giustificare la mancata disdetta o l'impedimento a usufruire della prestazione, così facendo, è possibile evitare il pagamento della multa. Infatti, allegato alla nota, viene spedito anche il modulo di richiesta di annullamento della sanzione, che, debitamente compilato, insieme ad un documento di identità, deve essere spedito all'indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  o via posta all'indirizzo Direzione amministrativa Ausl Parma – strada del Quartiere n. 2/A, 43125 Parma o consegnato all'Ufficio Relazioni con il Pubblico del distretto di residenza (sedi e orari www.ausl.pr.it ). Inoltre, per consegnare i giustificativi di mancata disdetta o chiedere informazioni relative alla sanzione ricevuta è possibile rivolgersi anche ai seguenti uffici: nel distretto di Fidenza, gli uffici amministrativi del dipartimento di cure primarie, in via Don Tincati n. 5 a Vaio (corpo "O", ingresso distretto, secondo piano), dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13, il martedì e il giovedì dalle 15 alle 17, tel. 0524.515667-615-889-918; nel distretto Sud-Est, l'ufficio entrate, della Casa della Salute di Langhirano, via Roma n. 42/1, terzo piano, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13, tel. 0521.865203; nel distretto Valli Taro e Ceno, la direzione amministrativa distrettuale, via Benefattori n. 12 Borgotaro, lunedì e mercoledì dalle 10 alle 12, tel. 0525.970230 e l'ufficio amministrativo del dipartimento cure primarie, via Solferino n. 37 Fornovo, martedì e giovedì dalle 14.30 alle 16.30, tel. 0525.300493.

LE GIUSTIFICAZIONI

Le cause ammesse e che devono essere documentate, sono: ricovero in una struttura sanitaria o altri motivi di salute (che possono riguardare l'interessato o i familiari fino al secondo grado di parentela, il coniuge e i conviventi appartenenti allo stesso nucleo familiare); nascita di figlio/a (se l'evento avviene entro due giorni lavorativi antecedenti alla data della prestazione); lutto per decesso di familiare (fino al secondo grado di parentela, coniuge e conviventi se appartenenti allo stesso nucleo familiare e se l'evento avviene entro due giorni lavorativi antecedenti alla data della prestazione); incidente stradale (se l'evento è avvenuto entro 6 ore precedenti l'appuntamento); sciopero-ritardo treni, calamità naturali, furti, ciclo mestruale per visita ginecologica ed altre prestazioni correlate.

LA DISDETTA

Ancora una volta, l'invito dell'Ausl ai cittadini è di disdire se non ci si può presentare all'appuntamento almeno due giorni lavorativi prima della visita o dell'esame. Il termine ultimo è indicato sul foglio di prenotazione e, in caso di prenotazione telefonica, viene detto dall'operatore. Disdire è semplice e si può fare in diversi modi: al telefono, chiamando il numero verde 800.629.444, attivo con segreteria automatica 24 ore su 24 tutti i giorni (domenica e festivi inclusi) e con risposta di un operatore dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 18 e il sabato dalle 7.30 alle 13.30; di persona, andando agli Sportelli unici dell'Ausl, agli altri sportelli di prenotazione presenti su tutto il territorio provinciale, ai Punti di Accoglienza (PdA) dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria; on line, collegandosi a CUP Web o al proprio Fascicolo sanitario elettronico o con l'app "ER Salute" (scaricabile dal sito www.prestoebene-er.it).

(Fonte: Ufficio stampa AUSL Parma)

Pubblicato in Comunicati Sanità Parma

Dal 18 al 21 aprile incontri con gli specialisti in dermatologia, reumatologia, endocrinologia, diabetologia, senologia, ostetricia e ginecologi. Prenotazioni da martedì 11 a giovedì 13 aprile, dalle 9 alle 13, al numero 0521.703015.

Parma, 11 aprile 2017

Un Ospedale a misura di donna. Il Maggiore di Parma partecipa offrendo colloqui informativi gratuiti alla seconda Giornata nazionale della salute della donna, promossa dall'osservatorio nazionale Onda e riservata agli ospedali italiani premiati con i bollini rosa per l'attenzione alle patologie femminili.

Si parte martedì 18 aprile, dalle 14 alle 16, con 5 colloqui uro-ginecologici presso l'ambulatorio 2 al primo piano del Padiglione Maternità, a cura della dott.ssa Daniela Viviani, dell'unità operativa di Ostetricia e Ginecologia.

Mercoledì 19 aprile l'équipe di Dermatologia diretta da Claudio Feliciani offre venti consulti gratuiti, tenendo aperti dalle 15.30 alle 19 gli ambulatori al 3° piano del padiglione Cattani. Nella stessa giornata, dalle 15.30 alle 17, gli ambulatori di Reumatologia, con gli specialisti Flavio Mozzani e Daniele Santilli, offrono 10 colloqui gratuiti presso l'ambulatorio al 2° piano del Padiglione Farmacia. Sempre mercoledì 19 sono disponibili 5 appuntamenti, dalle 14 alle 16, presso il Centro di Procreazione medicalmente assistita con il responsabile del Centro Lorenzo Barrusi e 10 colloqui a cura della dottoressa Cecilia D'Aloia, responsabile del Centro senologico del Maggiore per illustrare, alle donne di età inferiore ai 40 anni che non abbiano ancora eseguito lo screening per la prevenzione, il percorso diagnostico terapeutico sulla patologia mammaria.

Gli appuntamenti proseguono giovedì 20 aprile, dalle 15.30 alle 17, con 5 colloqui presso la struttura semplice di Endocrinologia metabolica e geriatrica con gli specialisti Adriano Ceresini, responsabile del servizio, e Marina Michela al primo piano del Padiglione Barbieri. L'open week si concluderà venerdì 21 con 5 colloqui diabetologici a cura di Maria Grazia Magotti, presso l'ambulatorio A del piano rialzato del Cattani.

Le donne interessate potranno prenotare il colloquio telefonando da martedì 11 aprile a giovedì 13 aprile, dalle 9 alle 13, al numero 0521.703015 specificando all'operatore dell'Ufficio Relazioni con il pubblico dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria la specialità di interesse.
Con questa iniziativa l'Ospedale di Parma attraverso i propri medici vuole avvicinare la popolazione femminile alle principali patologie che la riguardano, informandola sui percorsi di diagnosi e cura più appropriati, a testimonianza dell'impegno continuo nella promozione della medicina di genere e nella personalizzazione della cura al fine di garantire appropriatezza diagnostica e terapeutica.

Nel biennio 2016-2017, il Maggiore è stato premiato con tre "Bollini Rosa", il massimo premio a cui può aspirare un'azienda sanitaria, per i servizi offerti e per l'alto livello di attenzione verso le patologie femminili. Il numero di Bollini Rosa (da 0 a 3) viene assegnato sulla base di tre criteri valutativi: presenza di servizi nell'ambito delle specialità di maggior rilevo clinico ed epidemiologico per la popolazione femminile; appropriatezza del percorso diagnostico-terapeutico, in relazione alle esigenze e alle caratteristiche psico-fisiche della donna; presenza di servizi per l'accoglienza della paziente e per la tutela della sua dignità. Per l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma referenti del progetto "Bollini Rosa" sono Giovanna Campaniello, responsabile del Governo Clinico, Gestione del Rischio e Coordinamento Qualità e Accreditamento e Gabriella Raise, dirigente medico del Governo clinico.

(Fonte: ufficio stampa Ausl Parma)

Pubblicato in Comunicati Sanità Parma

Un trattamento sempre più mirato sulle cellule tumorali che viene utilizzato a scopo curativo. Testimonianze e riflessioni all'incontro organizzato all'Ospedale Maggiore di Parma.

Parma, 13 marzo 2017

Che cos'è la moderna radioterapia? E' questa la domanda al centro del convegno organizzato sabato 11 marzo dal direttore della Unità operativa di Radioterapia dell'Ospedale Maggiore di Parma Nunziata D'Abbiero a cui sono stati chiamati a rispondere professionisti ed esperti del settore, affiancati dalla preziosa testimonianza di donne coraggiose che hanno affrontato il percorso terapeutico. Perché la moderna Radioterapia è un trattamento curativo sempre più mirato a colpire le cellule tumorali il cui utilizzo viene consigliato sia in abbinamento con farmaci chemioterapici sia in esclusiva, con risultati sempre più incoraggianti.
Dopo i saluti di Massimo Fabi, direttore generale dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma e di Maurizio Falzoi dell'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Parma, ha aperto l'incontro il presidente della Società Italiana di Radioterapia Oncologica Elvio Russi mentre lo stato dell'arte è stato tracciato dal professor Umberto Ricardi, presidente della Società Europea di Radioterapia ESTRO, che ha approfondito le nuove modalità terapeutiche della Radioterapia nella lotta ai tumori ricordando come il 70% dei malati oncologici necessiti del trattamento radioterapico, nel duplice ruolo di unico trattamento di cura o supporto ad un intervento chirurgico o a terapie farmacologiche. Intensa quanto inusuale la chiusura del convegno durante il quale "donne coraggiose", come la ha definite la dottoressa D'Abbiero, hanno raccontato il loro viaggio nella malattia e soprattutto il percorso verso la guarigione perché la Radioterapia non deve fare paura. A testimonianza della stretta collaborazione con le associazioni di volontariato che seguono i pazienti oncologici della Radioterapia di Parma la presenza al convegno di Avoprorit e di Munus Onlus.

(Fonte: Ospedale di Parma)

Pubblicato in Comunicati Sanità Parma

Interventi in urgenza per tre bimbi di 10 mesi e 2 anni con una grave insufficienza respiratoria causata dall'inalazione di frammenti di cibo. 

Parma, 10 marzo 2017

Tre bimbi salvati dal soffocamento nel giro di 24 ore. Succede all'Ospedale Maggiore di Parma, più precisamente nella struttura di Pneumologia ed Endoscopia Toracica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria.
Il primo, nel pomeriggio di martedì, ad un bimbo di 2 anni di Salsomaggiore, poi, ieri mattina alle 6, a una bimba, sempre di 2 anni, di Reggio Emilia e infine l'ultimo intervento, attorno all'una di mercoledì pomeriggio, ad un bimbo di Parma di 10 mesi.
Tutti e tre i piccoli pazienti, arrivati in urgenza all'Ospedale dei Bambini di Parma, presentavano una grave insufficienza respiratoria causata dalla involontaria inalazione di frammenti di cibo. Ora sono tutti in buone condizione, il bimbo di Salsomaggiore ha già fatto ritorno a casa, mentre gli altri due piccoli pazienti saranno dimessi a breve.

A raccontare la straordinarietà di quanto accaduto è la dottoressa Maria Majori, da oltre 15 anni pneumologo interventista della struttura, diretta da Angelo Gianni Casalini, che ha effettuato tutti e tre gli interventi.

"I bambini - spiega Majori - presentavano evidenti segni di distress respiratorio -con un polmone escluso dalla ventilazione e siamo quindi dovuti intervenire in urgenza in sala operatoria utilizzando un broncoscopio rigido con specifici strumenti vista l'età dei pazienti".
L'intervento più delicato proprio ieri nel primo pomeriggio ad un bimbo di Parma di 10 mesi che aveva inalato un seme di girasole due giorni prima. "Più delicato – prosegue Majori- perché le vie aere di un paziente di 10 mesi sono estremamente ridotte e gli strumenti da usare sono di dimensione quasi minuscola, bisogna quindi intervenire con la massima precisione per recuperare i corpi estranei e non causare nessun trauma al paziente. E' stato necessario portare il piccolo in sala operatoria, procedere all'anestesia, anch'essa molto delicata su paziente di questa età, e infine rimuovere il seme di girasole finito nel polmone".

lastra-bambino-soffocamento 

Il primo bambino aveva, invece, inalato dei frammenti di arachidi circa venti giorni fa e col passare dei giorni i genitori hanno riscontrato un problema respiratorio via via sempre più evidente che alla fine li ha portati a recarsi in visita specialistica pediatrica al Maggiore. "Chiamati ad in intervenire – continua Majori- abbiamo provveduto immediatamente all'intervento". Sintomi più improvvisi invece, per la seconda giovanissima paziente, in questo caso, la piccola residente a Reggio Emilia aveva ingoiato dei pezzi di carota cruda circa 6 ore prima manifestando fin da subito segni di grave difficolta respiratoria. Anche in questi due casi è stato necessario portare i piccoli in sala operatoria.
Insieme a Majori sono intervenuti in sala operatoria Emanuele Sani, Luca Cattani Solange Risolo, Daniele Barantani, Federico Martello e Davoud Ghasempour, medici della 1° Anestesia e Rianimazione, il personale infermieristico del Servizio di Endoscopia toracica e il personale di sala dell'Otorinolaringoiatria-Otoneurochirurgia.

Più a rischio i bimbi fra 1 e 3 anni

L'età maggiormente a rischio per inalazione di un corpo estraneo è fra il primo e il terzo anno di vita con un picco di incidenza nel secondo anno. Fattori predisponenti sono la dentizione ancora incompleta, la curiosità verso il mondo esterno che porta il bimbo a introdurre oggetti in bocca, la sua tendenza a compiere movimenti con cibo in bocca. L'oggetto inalato è molto spesso di natura alimentare. Alcuni cibi presentano la peculiarità che possono ulteriormente complicare la situazione. Sostanze quali arachidi, noci, semi oltre a costituire di per sé un ostacolo meccanico alla ventilazione, possono aumentare di volume a contatto con le secrezioni bronchiali e quindi far precipitare il quadro, o ancora possono rilasciare sostanze irritanti sulla mucosa bronchiale con conseguente reazione che ne renderà più difficile l'estrazione. In alcuni casi il corpo estraneo provoca la morte quasi immediata del paziente per soffocamento, in altri viene espulso naturalmente con il vomito. Nella situazione più frequente, dopo iniziali sintomi di soffocamento, il paziente può presentare una remissione completa del quadro oppure segni clinici persistenti, ed è la situazione che si verifica più frequentemente nel bambino, che determineranno un accesso più tempestivo all'osservazione medica.

Pubblicato in Comunicati Sanità Parma

I dati della struttura semplice di Immunogenetica dei trapianti dell'Ospedale Maggiore di Parma trasmessi al registro Tumori. Admo: numeri importanti che dimostrano la solidarietà dei parmigiani.

Parma, 5 marzo 2017

Sono sette le donazioni di midollo osseo andate a buon fine andate a Parma negli ultimi 6 mesi del 2016 a confermarlo è Paola Zanelli responsabile della struttura semplice di Immunogenetica dei trapianti dell'Ospedale Maggiore di Parma, servizio della Genetica Medica, che tra le altre attività valuta le caratteristiche personali del donatore e poi immagazzina i dati e li mette a disposizione del Registro Nazionale.
Un dato importante a riprova della solidarietà dei parmigiani "a donare un po' di noi agli altri", come appunto recita la campagna dell'Admo, l'Associazione Italiana midollo osseo. "Per alcune malattie –spiegano Serena Giannetta referente provinciale di Admo Emilia Romagna e Pietro di Liddo, biologo e responsabile sanitario della sezione di Parma – il trapianto di midollo osseo è infatti una soluzione priva di alternative. È per questo che vogliamo ringraziare i donatori e tutti i nostri iscritti che sono disposti a offrirsi, come donatori".
Il midollo osseo – spiega Franco Aversa direttore dell'Ematologia e centro trapianti Midollo osseo del Maggiore- è la fabbrica dove si trovano le cellule progenitrici che portano alla formazione di tutte le cellule del sangue. Leucemia, linfomi, mielomi, mielodisplasie e anemie aplastiche sono tutte malattie che si possono curare con la donazione di midollo osseo".
Il percorso per diventare donatori avviene in due momenti diversi, una prima valutazione di tutti gli iscritti all'Admo avviene in Genetica medica, successivamente segue una visita clinica e di idoneità in Medicina Trasfusionale e in Ematologia. "Il donatore – spiega il direttore del Servizio Alessandro Formentini – non ha caratteristiche da super eroe, ma è sovrapponibile ai 18.000 donatori che donano quotidianamente sangue nella provincia di Parma. "Certo, rispetto agli esami previsti per i donatori di sangue – prosegue la dottoressa Maria Sassi del Servizio trasfusionale– si fanno altri esami più specifici e approfonditi".
Nell'anno 2016 "ADMO Emilia – Romagna" ha reclutato in tutta la regione più di 4.500 nuovi donatori, 1.000 in più rispetto all'anno precedente, mentre i Centri Donatori e il Centro di Coordinamento regionale hanno portato a donazione complessivamente 31 donatori, a fronte dei 18 del 2015.

(Fonte: Usl Parma)

Pubblicato in Comunicati Sanità Parma

Oltre 100 palloncini hanno coperto l'Ospedale dei Bambini "Pietro Barilla" di Parma. In città l'iniziativa di sensibilizzazione è stata promossa dall'associazione Noi per Loro in collaborazione con la Pediatria e l'Oncoematologia del Maggiore.

Parma, 16 febbraio 2016

Stupore e un bel sorriso sono apparsi sul viso dei bambini quando oltre 100 palloncini hanno coperto l'Ospedale dei Bambini "Pietro Barilla" per poi prendere il volo e colorare di bianco uno spicchio di cielo sopra la città.
In occasione della "Giornata nazionale per la lotta ai tumori dell'infanzia" che ricorre ogni anno il 15 febbraio l'Associazione Noi per Loro, in collaborazione con l'unità operativa di Pediatria e Oncoematologia dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, ha promosso a Parma l' iniziativa, volta a sensibilizzare la cittadinanza sulle problematiche che i bambini e gli adolescenti colpiti da tumore si trovano ad affrontare.
"In accordo con la Federazione Italiana Associazioni Genitori Oncoematologia pediatrica Onlus – spiega Nella Capretti di Noi per Loro - abbiamo organizzato anche a Parma, in collaborazione con l'Azienda ospedaliera, questa iniziativa per riaffermare l'impegno dei genitori italiani nella lotta contro i tumori infantili, nello sviluppo della cultura della prevenzione e della tutela dei diritti del bambino e dell'adolescente colpito da questa malattia".

tumori-infanzia-palloncini bianchi-ospedaleParma

"Per le società scientifiche e per noi medici questi sono momenti fondamentali – spiega Patrizia Bertolini responsabile del reparto - proprio per sensibilizzare la comunità a sviluppare la ricerca sui farmaci in età infantile e a fornire un'assistenza sempre più adeguata ai giovani pazienti affetti da queste malattie".
La Giornata mondiale contro il cancro infantile (o International Childhood Cancer Day, ICCD) è stata ideata da Childhood Cancer International (CCI), rete mondiale di 183 associazioni locali e nazionali, guidate da genitori, provenienti da 93 paesi e 5 continenti, di cui FIAGOP è parte attiva. L'iniziativa si è celebrata a livello nazionale nelle principali piazze, scuole e ospedali di ventidue città italiane.

(Fonte: Azienda Ospedaliera Universitaria di Parma)

Pubblicato in Comunicati Sanità Parma

Studio no profit, coordinato da Marcello Tiseo oncologo dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, per indagare le anomalie del DNA attraverso l'esame del sangue, delle urine e dell'esalato.

Parma, 3 febbraio 2017

Uno studio che integra la ricerca clinica e l'indagine genetica per arrivare a dare risposte di cura più efficaci, risparmiando esami particolarmente invasivi al paziente come la biopsia. È questo l'obiettivo che si prefigge lo studio no profit in corso di realizzazione presso l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, coordinato dall'oncologo Marcello Tiseo.

«Lo studio che è stato finanziato per 230 mila euro all'interno di un progetto di ricerca – spiega Marcello Tiseo - è rivolto in particolare all'identificazione di mutazioni genetiche responsabili delle resistenze ai farmaci molecolari utilizzati in una particolare forma di tumore al polmone, ossia l'adenocarcinoma con mutazione del gene EGFR. Analizzando i test su sangue, urina e condensato dell'esalato contiamo di poter identificare tutti i pazienti con queste mutazioni di resistenza evitando loro una biopsia e permettendo di iniziare una nuova terapia mirata con Osimertinib».

Lo studio, che sarà condotto su una trentina di pazienti in cura presso l'Ospedale di Parma, vede coinvolte nell'équipe, oltre allo stesso Tiseo, l'oncologa Paola Bordi e la biologa molecolare Roberta Minari della struttura di Oncologia Medica, la ricercatrice Paola Mozzoni della Genetica medica e si avvale della collaborazione dei professionisti dell'Anatomia patologica.
Le anomalie genetiche, intese come alterazioni della normale sequenza del DNA, sono l'elemento principale alla base dello sviluppo dei tumori e l'approfondimento di queste conoscenze ha permesso di sviluppare nuove tecniche diagnostiche, nuove terapie e la nascita di una disciplina, la farmacogenetica, che studia le relazioni esistenti tra le caratteristiche dei geni e la risposta individuale alla somministrazione di un farmaco, sia come efficacia che come tollerabilità.

La novità di questo studio consiste nel verificare la possibilità tecnica che le stesse informazioni sulle anomalie del DNA che si ricavano esaminando il tessuto malato, possano essere ottenute analizzando il DNA che il tumore rilascia nel sangue, nelle urine e nel condensato dell'esalato dei pazienti che altro non è che il nostro respiro che si condensa grazie al passaggio in uno strumento refrigerato.
In questo modo è possibile evitare la biopsia, una procedura invasiva che può creare dolore e disagio al paziente, sostituendola con una tecnica molto meno invasiva e di minore disagio.
L'analisi delle anomalie molecolari sul DNA viene proposta ai pazienti che hanno avuto una diagnosi di neoplasia polmonare non a piccole cellule in cui è stata identificata, mediante l'analisi del tessuto prelevato la biopsia, una particolare alterazione del DNA in grado di permettere un trattamento con un farmaco a bersaglio molecolare (terapia biologica). La finalità è verificare la fattibilità di utilizzare il plasma, le urine e il respiro come fonte di DNA al posto del tessuto tumorale e iniziare così una specifica cura.

(Fonte: Ausl Parma)

Pubblicato in Comunicati Sanità Parma

Grazie al progetto "Imparare fa bene" di Angelini, realizzato in collaborazione al con il CONI e la Società italiana di Pediatria, presto presente in tutte le scuole.

Parma, 26 gennaio 2017

Un viaggio dentro il corpo umano accompagnati dalle maestre della Scuola in Ospedale, grazie a un mobile della scoperte arrivato con un carico di schede illustrative a tema scientifico, pensate e concepite nell'ambito del progetto "Imparare fa bene". Il ricovero, per i giovanissimi, diventa dunque un'occasione per conoscere meglio come funziona il nostro organismo e come si chiamano cellule e organi che lo compongono. All'interno del mobile, realizzato appositamente e dipinto a mano dall'artista Silvia Zacchello, gli studenti trovano schede didattiche operative e materiali per scoprire il corpo umano divertendosi in maniera interattiva.

Tutti i materiali sono pensati per adattarsi a varie fasce d'età in modo da favorire i gruppi classe che si formano all'interno della Scuola in Ospedale e per accostare i ragazzi ai benefici importanti della narrativa in medicina, reinterpretata in una prospettiva e ludica e educativa. Infine il mobile delle scoperte offre spunti e curiosità correlati allo stile di vita attivo e alle discipline sportive, a firma del CONI.

"Siamo contenti di essere tra i beneficiari di questo progetto, sappiamo bene quanto sia importante permettere a bambini e ragazzi ricoverati o in day hospital di dare continuità al percorso scolastico – dichiara Gianluigi de'Angelis, direttore del dipartimento Materno-infantile dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma - Progetti come questo danno la possibilità di arricchire il programma con strumenti didattici che consentono di imparare divertendosi. "La donazione, come sottolinea il dirigente della Scuola in ospedale Graziana Morini: "serve a dare specificità all'esperienza di vita che i ragazzi vivono nel momento del ricovero". Infatti, il bisogno che si intuisce, ribadisce Giovanna Campaniello, responsabile Qualità dell'Ospedale: "è importante in se stesso e fa parte della cura".

(Fonte: Ausl Parma)

Pubblicato in Comunicati Sanità Parma

Grazie a un gesto di generosità quattro pazienti senza speranza di trapianto ricevono un rene, Parma anello della rete. Tra queste, un paziente della nostra città che ha subito l'intervento nei primi giorni dell'anno e che nei prossimi giorni rientrerà a casa.

Parma, 12 gennaio 2017

Una catena di quattro coppie di persone, innescata da un donatore volontario detto "samaritano", passa dall'Azienda ospedaliero-universitaria di Parma. Il risultato: quattro persone che non potevano ricevere un organo dal loro donatore famigliare, per motivi di incompatibilità, sono state trapiantate con successo. Tra queste, un paziente della nostra città che ha subito l'intervento nei primi giorni dell'anno e che nei prossimi giorni rientrerà a casa.

L'evento che ha reso possibile questo straordinaria catena è stato il gesto di estrema generosità di un cittadino della provincia di Vicenza che ha donato il suo rene in modo volontario. Da qui, sì è innescato il meccanismo complesso - definito cross over - che ha permesso di individuare quattro coppie, tra le presenti nel programma nazionale, con caratteristiche immunologiche tali da rendere possibile il trapianto, per ognuna, con un donatore diverso dal loro famigliare incompatibile. Il metodo è stato quello dello scambio delle coppie, innescato in questo caso grazie alla presenza di un primo donatore estraneo al gruppo.

Fatta la selezione delle coppie a livello nazionale, tutti gli accertamenti immunologici sulle nuove combinazioni donatore-ricevente sono stati eseguite presso il laboratorio di riferimento del Centro nazionale trapianti. Avuto il via libera immunologico, donatori e riceventi di quattro città italiane sono stati allertati e preparati per l'avvio della catena di interventi.
Il prelievo dal donatore volontario samaritano è avvenuto il 5 dicembre e già nella stessa giornata sono stati trapiantati i primi due riceventi della catena: un paziente di Pisa, che ha ricevuto l'organo del donatore volontario samaritano, e uno di Palermo che ha ricevuto l'organo del donatore di Pisa. Da Palermo, la catena è ripresa il giorno due gennaio per tornare a Pisa e permettere ad un altro paziente di ricevere il trapianto, già poche ore dopo. Il meccanismo è proseguito con il prelievo nel giorno successivo del donatore di Pisa che ha permesso a un altro organo di partire alla volta della nostra città. La catena si è conclusa con l'invio del rene messo a disposizione dal donatore di Parma, tornando all'area geografica che l'ha originata.

Il trapianto a Parma è avvenuto grazie all'intervento di Enzo Capocasale, della Clinica chirurgica generale con incarico di alta specializzazione per la chirurgia dei trapianti e Maurizio Iaria della Clinica chirurgica generale, nel comparto operatorio chirurgico dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Parma. Nello stesso comparto operatorio, ha avuto luogo il prelievo da donatore vivente eseguito da Raffaele Dalla Valle, responsabile della struttura semplice Chirurgia oncologica epato-bilio-pancreatica. La valutazione immunologica della coppia donatore-ricevente è stata effettuata nei mesi precedenti presso il laboratorio di Immunogenetica dell'Ospedale di Parma, riferimento regionale per il trapianto di rene, di cui è responsabile Paola Zanelli. La preparazione, la valutazione della idoneità della coppia donatore-ricevente della nostra città, la predisposizione degli aspetti organizzativi e clinici, oltre alla presa in carico del paziente trapiantato, sono stati realizzati dalla Nefrologia del Maggiore, grazie a Umberto Maggiore, responsabile struttura semplice trapianti rene-pancreas.

La logistica del delicato trasporto degli organi prelevati che ha coinvolto il nostro Ospedale e la nostra città è stata assicurata dalla Polizia stradale, sotto il comando di Eugenio Amorosa.

Tutta l'attività di trapianto si basa sul lavoro di équipe per una perfetta organizzazione degli aspetti sanitari e organizzativi, coordinata nella nostra regione dal Centro di riferimento trapianti, diretto da Gabriela Sangiorgi. In questa complessa circostanza, l'intero meccanismo di gestione degli spostamenti e dei tempi, la tutela dei pazienti e della loro salute sono stati possibili grazie alla rete di numerose professionalità di quattro città italiane che hanno lavorato in sintonia sotto il coordinamento del Centro nazionale trapianti, diretto da Sandro Nanni Costa.

"Lavorare all'interno di una catena e sentirsi parte della rete per una professionista come me – dichiara Paola Zanelli responsabile del laboratorio di Immunogenetica dell'Ospedale di Parma – è stata davvero una grande emozione". Questo evento è eccezionale in quanto il primo donatore volontario innesca una catena senza neppure sapere a chi andrà il suo organo", precisa Umberto Maggiore, responsabile struttura semplice trapianti della Nefrologia.
"Il rene donato a Parma – spiega da parte sua Raffaele Dalla Valle, della Clinica chirurgica generale – è stato prelevato con tecnica laparoscopica, per consentire il recupero rapido del paziente" e permettere il rispetto della tabella di marcia. "La fiducia nella rete dei professionisti che operano nelle altre città è fondamentale, perché nessuno di noi può verificare in modo personale e diretto le condizioni dei pazienti", approfondisce il chirurgo che ha preso parte al trapianto Maurizio Iaria della Clinica chirurgica generale.
"In questa occasione abbiamo dato l'esempio di come il sistema della rete funzioni", sottolinea infine il direttore generale dell'Ospedale di Parma Massimo Fabi.

(Fonte: Ausl Parma)

 

Pubblicato in Comunicati Sanità Parma

Tumore al seno: rivoluzione nelle cure con i farmaci biologici. Parma capofila del progetto no profit di immunoterpia. Al via una ricerca clinica coordinata dall'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, con l'obiettivo di stimolare il sistema immunitario contro le cellule tumorali. 21 centri coinvolti, di cui 3 Irccs, e 3.600.000 euro di finanziamento. La terapia è già partita su una prima paziente in cura.

Parma, 30 dicembre 2016

Ventuno centri oncologici italiani coinvolti e 3 milioni e 600mila euro di finanziamento complessivo: ha preso il via in questi giorni, con la somministrazione della terapia sulla prima paziente, una ricerca clinica interamente no-profit sul tumore al seno.
Lo studio, coordinato dall'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, riguarda una particolare forma di carcinoma mammario molto aggressiva denominato "HER2 -Positivo" e prevede l'uso di farmaci biologici in grado di aumentare le difese immunitarie del paziente per contrastare lo sviluppo e la crescita delle cellule tumorali.

«Sarà per certi versi una rivoluzione terapeutica. A differenza della chemioterapia standard - spiega il dottor Antonino Musolino, oncologo dell'Ospedale di Parma e coordinatore dello studio- la terapia biologica denominata "immunoterapia" ha l'obiettivo di stimolare il sistema immunitario della paziente contro le cellule tumorali in accrescimento. L'utilizzo – prosegue Musolino - di due anticorpi monoclonali denominati Pertuzumab e Trastuzumab, entrambi diretti contro lo stesso bersaglio tumorale, permette di richiamare all'interno del tessuto neoplastico alcune cellule del sistema immunitario denominate linfociti che sono in grado di uccidere in maniera selettiva le cellule malate preservando le cellule sane della paziente».

La ricerca, totalmente no profit, è stata interamente finanziata dal Goirc, Gruppo oncologico italiano di ricerca clinica, e vede coinvolti tutti i centri oncologici dell'Emilia-Romagna, tre Ircss, Candiolo (Torino) Reggio-Emilia e Meldola (Forli) e 9 centri oncologici del nord Italia. Nell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, la ricerca oltre all'Oncologia medica diretta da Francesco Leonardi, coinvolge le strutture di: Anatomia e istologia patologica di Enrico Maria Silini, di Ricerca e Innovazione, diretta da Caterina Caminiti e il Laboratorio di Immunopatologia Virale, che vede come responsabile Gabriele Missale.

Dal punto di vista clinico, il trial ImmunHER tratterà le pazienti affette da carcinoma mammario HER2-positivo con un trattamento pre-chirurgico che prevede la combinazione di chemioterapia e immunoterapia. Lo scopo è quello di ottenere la scomparsa clinica e istologica (remissione completa patologica) del tumore prima dell'intervento chirurgico al seno. Si prevedono tassi di remissione completa patologica superiori al 60%.
Il carcinoma alla mammella ha un incidenza pari a circa 130 casi per 100.000 abitanti ogni anno, a Parma i nuovi casi nel 2015 sono stati circa 450.
All'Azienda Ospedaliera-Universitaria di Parma sono attivi l'unità di Brest Unit e il Percorso diagnostico terapeutico del tumore della mammella, composti da un team di professionisti altamente specializzati, al servizio dei pazienti in tutte le fasi diagnostiche, terapeutiche e riabilitative, secondarie a una diagnosi di tumore al seno. Questo approccio multidisciplinare si basa sulla discussione e condivisione di tutti gli aspetti della salute della donna e si integra con il programma di screening mammografico, già attivo nella nostra provincia, e con il registro tumori di Parma.

Cos'è il Goirc

Il Gruppo Oncologico Italiano di Ricerca Clinica (GOIRC) si è costituito nel 1982 ad opera del professor Giorgio Cocconi, primario dell'Oncologia medica dell'Ospedale di Parma con la collaborazione di importanti oncologi italiani. Nella seconda metà degli anni '90 rappresentava la prima esperienza italiana di gruppo oncologico in cui confluivano le esperienze e le professionalità di numerose strutture oncologiche del Sistema sanitario.
Tra i principali obiettivi del Gruppo c'è quello di implementare la ricerca clinica, la multidisciplinarietà e l'eccellenza a favore dei pazienti oncologici. Attualmente aderiscono al GOIRC circa 32 centri di Oncologia Medica, diffusi nel territorio italiano.

(Fonte: Ausl Parma)

Pubblicato in Comunicati Sanità Parma