talora, in alternativa alla corriera (spesso quando la perdevo…) mi servivo della vecchia cara ferrovia Parma-Suzzara – temporibus illis gestita, fin dal lontano 1885, dalla Società Veneta – per raggiungere Viadana, dove al sabato pomeriggio tenevo una trasmissione nella locale RC 29, l’odierna “Circuito 29”, il cui conduttore Michele Bianchi sovente documenta i problemi dei pendolari (tra cui lui, suppongo) che oggi se ne servono, tra inquinamento all’interno delle carrozze, trainate da stagionate motrici diesel, e perenni ritardi.
A questo proposito, se all’andata mi è andata anche bene, visto che non mi sono intossicato ed il treno viaggiava on schedule, come si legge nei monitor di quelli iper-moderni in servizio su altre tratte per dire che viaggia in orario, mi è andata meno bene al ritorno, allorquando il convoglio in arrivo da Suzzara è sopraggiunto con 15′ di ritardo, poi in parte assorbiti lungo la tratta. Come ho detto al Sindaco Nicola Cesari, che mi è persino venuto incontro in stazione per darmi il benvenuto a Sorbolo, in caso di stadio provvisorio bisognerà davvero che la vecchia strada ferrata di cui si servivano Don Camillo e Peppone, si trasformi in una moderna metropolitana leggera, con treni moderni e veloci, in grado di trasportare contemporaneamente qualche centinaia di viaggiatori, mettendo finalmente a riposo quelli trainati a motore diesel pre-Euro, sia pure oggetto di restyling dell’allestimento interno che a occhio e croce direi precedente l’inizio degli anni ’90.
Durante la nostra conversazione, iniziata, non a caso, in stazione a Sorbolo – perché uno dei punti salienti della candidatura è proprio la linea ferroviaria, che piace anche agli ultras, che sono romanticamente affezionati ai treni, per via di quella tipologia di trasferta ormai lontana (anche se un recente esempio è stata quella a Modena per il derbyno al Braglia) – l’attivo primo cittadino del paese sull’Enza, ci ha ricordato come, nonostante qualche ritardo in essere sulla tabella di marcia (del resto non parleremmo di treni…), l’elettrificazione della tratta dovrebbe essere ultimata entro ottobre 2024, un operaio addetto ai lavori, incrociato mentre aspettavamo di tornare in città, ci ha detto a principio 2025, comunque, più o meno, siamo lì.
Sulle mura perimetrali della stazione vediamo che i Boys ci hanno già messo la firma: in realtà si tratta di un falso storico, dal momento che l’autografo risale a qualche tempo fa e non alla visita informale di ieri di alcuni supporters ducali, desiderosi, come noi, di saperne di più sulla possibilità di risparmiarsi l’indesiderato esodo da Va pensiero a Piacenza, nel fatiscente stadio Garilli, ove peraltro si arriverebbe da ospiti indesiderati. Purtroppo, però, ad oggi resta quella la destinazione più probabile, dal momento che dopo essersi fatti fuggire dal seno l’ipotesi stadio provvisorio (cui nessuno dei tifosi prima pensava, né avrebbe preteso, se non fosse preventivamente annunciata, pur senza aver la minima idea di come concretarlo) ci si è fossilizzati su quel tipo di soluzione (soluzione?!?) che assassinerebbe quel clima di entusiasmo che i risultati strabilianti (incluso il modo di ottenerli) della squadra allenata da Mister Fabio Pecchia ha rianimato dopo anni di apatia.
Mi preme precisare che l’appuntamento con Cesari (spero che nessuno si scandalizzi, ascoltando i vari video nei quali ci diamo del tu, ma ci conosciamo da anni e di comune accordo abbiamo preferito evitare la messinscena farisea del lei) era stato da tempo fissato, ben prima che entrambi sapessimo della fresca presenza a Tv Parma di Fabio Fecci, sindaco di Noceto, il quale, a propria volta, vorrebbe ospitare il provvisorio nel suo territorio. Dunque, la presente, non è una controffensiva di Cesari al collega, anche se, sia pure senza menzionarlo, non gliele manda a dire quando spiega alcuni dettagli burocratici per demolire la sua ipotesi. Se Sorbolo Mezzani, infatti, assieme a Montechiarugolo, Sissa-Treacasali e Collecchio, è tra i pochi comuni ad avere in approvazione un piano urbanistico generale che è uno strumento certo, secondo la legge regionale del 2017, per poter pensare di dar vita a uno stadio provvisorio; viceversa ricorrendo all’articolo 53, della stessa legge, come ipotizza di fare il primo cittadino di Noceto, si andrebbe a fare un consumo di suolo (destinabile, per altre attività importanti per il proprio territorio, come quelli di attività produttive definitive e non a uno stadio provvisorio da smantellare), appunto perché non considerato in origine per l’urbanizzazione. “Avere un’area già classificata ti permette di saltare davanti a tutti in termini di tempistiche”,
Proprio ieri sera una mente illuminata, che ogni tanto dispensa perle attraverso una nota piazza virtuale frequentata dai supporters Crociati, invitava la politica locale a battere un colpo passando dalla modalità Ponzio Pilato ad un ruolo più attivo, come il tema e il ruolo meriterebbe. Visto che tutti i parmigiani sanno benissimo che giocare fuori provincia per 2 campionati sarebbe esiziale per il tifo locale e in ultima istanza per il Parma Calcio. Sono convinto che se Sindaco e Presidente della Provincia – che credo siano pure politicamente in sintonia tra loro – prendessero l’iniziativa, facendo una cabina di regia seria, azzerando i protagonismi alla Cesari e proponendo loro al Parma Calcio il progetto logisticamente più sensato e facilitandolo in ogni modo (da identificazione terreno sino a forme di compartecipazione all’investimento, andando eventualmente anche a cercare fondi statali o regionali come successo per importi molto più rilevanti praticamente in ogni città che ha un progetto stadio), il Parma non si tirerebbe mai indietro. Anzi. Ma bisogna che qualcuno batta un colpo, altrimenti di inerzia tra 12 mesi saremo punto a capo…”.
Con Nicola Cesari abbiamo percorso quel chilometrino (lui dice che si tratta della stessa distanza tra Strada Elevata e Piazzale Risorgimento) che separa la Stazione ferroviaria e l’area deputata ad ospitare il provvisorio, zigzagando in mezzo alle strade interne costeggiate dalle case dei sorbolesi. Magari anche qui, come nelle zone residenziali di Parma, qualcuno potrebbe lamentarsi per il disagio, ma la prospettiva di poter far del bene alla propria comunità spinge il sindaco (che mentre camminiamo bacchetta una coppia di anziani rei di aver gettato per terra una cartaccia) a guardare oltre l’ostacolo. Se, infatti, l’opera dovesse andare a buon fine, terminato l’utilizzo temporaneo (con tanto di Curve Nord e Sud che rispetterebbero l’attuale disposizione per tifosi di casa ed ospiti), parte delle strutture rimarrebbero a disposizione dei sorbolesi, in particolare la tribuna da rifarsi dell’attuale Stadio Comunale “Camp Nov” (che oltre ad essere Centro Federale Territoriale, ospita al momento, in attesa del ritorno a casa, le partite del Lentigione) e soprattutto gli spogliatoi che potrebbero esser utilizzati per coronare un vecchio sogno dei suoi concittadini, ossia la piscina.
Con i rendering tutto è facile (e Cesari non è il solo a trapiantare sulla carta, in scala precisa, il provvisorio del Cagliari sul terreno che ospiterebbe quello del Parma), poi, però, c’è da passare dalla teoria alla pratica, ma il primo cittadino di Sorbolo è sicuro delle potenzialità che può offrire il suo comune: oltre alla già citata metropolitana leggera, gli ampi spazi per i parcheggi nelle zone adiacenti l’impianto, ma anche eventuali scambiatori, oltre a quelli classici già in funzione, da pensare al Parma Retail (offrendo, così un valore aggiunto a quella struttura che ne potrebbe trarre giovamento), o perché no?, sfruttando la stazione intermedia di Chiozzola, nella vicina zona industriale, per un percorso misto auto-treno, o ancora una rigenerazione di luoghi dismessi come gli ex cantieri della TAV. Essendo, poi, un paese ad ampia vocazione eco-sostenibile, non vanno dimenticate le piste ciclabili che raggiungono o il centro del paese, o proprio la zona sportiva.
Alla chiara domanda “Ma chi paega?”, Cesari non ha esitazioni nell’indicare nel benefattore Krause l’altrettanto diretta risposta: “E’ il Parma Calcio che si deve assumere questo onere e non certo il Comune. ma quando il privato ha una responsabilità sociale sul territorio, può lasciare delle ricadute positive, come del resto sta accadendo ora”. Il proprietario del Parma, dunque, non vorrà disperdere quel patrimonio di entusiasmo dei tifosi, costringendoli ad abbonarsi alle piattaforme per rinunciare a seguire da vicino la propria squadra, macinando chilometri. Certo, per gli sportivi gialloblù Sorbolo sarebbe la soluzione più risparmiosa, (anche rispetto ad altri comuni più distanti dal capoluogo), anche se a Cesari preme rimarcare come il 70% dei frequentatori del Tardini arrivino dalla provincia e non dal capoluogo: il problema grosso, però, è che col Parma Calcio non sono ancora iniziati abboccamenti od interlocuzioni, e da questo punto di vista la situazione è la stessa di quella del collegamento di alcune settimane fa con Bar Sport, quando, in questo senso, evocava un gol del Parma in pieno recupero…
LINK Video