Gabriele Majo agli inizi della carriera di giornalista sportivo
Da antico appassionato di calcio femminile (nel lontano 2007, in tempi certamente non sospetti, in una intervista al quotidiano on line ParmaDaily dichiarai che il mio sogno nel cassetto sarebbe stato quello di avere a Parma una squadra rosa) nonché recente ex volto del Parma Calcio Donne (volto, in effetti, non molto confacente, anche perché non ho più quella fluente chioma bionda selvaggiamente cresciuta una ventina d’anni fa – foto ricordo a lato – e poi sacrificata proprio sull’altare del Parma Calcio: quando venni scritturato l’allora AD Luca Baraldi mi suggerì l’imperativo di sacrificarla e poi, tra l’altro, respinse al mittente la nota spesa relativa provocatoriamente presentata per “rifacimento look”), esprimo il desiderio di poter tornare ad ammirare le Crociate allo Stadio Ennio Tardini di Parma.
E mi permetto di suggerire da queste colonne – da tempo immemore fucina d’idee propositive, consigli e riflessioni – anche una data idonea che potrebbe contemperare le esigenze di ogni comparto, ossia il big match Parma-Lazio (ad oggi le nostre calciatrici sono seconde in classifica, a due punti di distanza dalla coppia di testa, la già battuta Ternana, e, appunto le biancazzurre) calendarizzato per le ore 14:30 di domenica 28 gennaio 2024, tra l’altro senza quella contemporaneità con la formazione virile che spinse qualche mese fa il presidente Kyle Krause ad una intemerata verso le istituzioni del calcio tesa ad evitare sovrapposizioni tra gare di squadre maschili e femminili (in particolare le sue). Da quel giorno, la Divisione Serie B Femminile, per venire incontro alle esigenze del tycoon, ha concesso tutta una serie di variazioni d’orario alla rappresentativa femminile del Parma, proprio per facilitarlo nel seguire, come auspicato, entrambi i teams.
Probabilmente la Lega Serie B maschile (erroneamente linkata – a mo’ di ringraziamento – nell’ultimo tweet a tema del proprietario) non sarebbe stata altrettanto accondiscendente, sebbene la B Men sia un campionato più spezzatino rispetto all’omologo women che di bello ha (avrebbe, aveva), normalmente, la contemporaneità per l’intero tabellone, come ai bei tempi che fu (scusate la nostalgia), prima che il pallone perdesse tutto il suo fascino di sport nazional popolare, seppellito dalla pioggia dorata, non sempre, anzi quasi mai, saputa sapientemente sfruttare.
Nel già citato cinguettio, Mister X, esprime il suo ringraziamento, perché così i tifosi possono seguire entrambe le gare di domani, domenica, 14 gennaio 2024: Parma-Pavia (ore 13.30 al Noce) delle donne, e Parma-Ascoli (ore 16.15 al Tardini) degli uomini. Il quesito, tuttavia, è: ma, effettivamente, quanti tifosi, a parte lui e il suo entourage, seguono entrambe le competizioni, sì da fare la maratona Noceto-Parma? Non molti, ahinoi, visto che al Noce, ad applaudire la squadra di Mister Salvatore Colantuono – che esprime un calcio piacevole, annichilendo spesso le competitor, e dunque con gli ingredienti giusti per creare attorno a sé entusiasmo – non si sono raggiunte e superate mai le 200 unità, ossia circa la metà della gara femminile meno seguita lo scorso anno in Serie A all’Ennio, e gran parte di questi sportivi – a parte poche unità, riconducibili ai vertici di PPC – sembrano non provenire dal bacino d’utenza della maschile, o del tradizionale tifo organizzato che supporta la maschile.
Insomma: pur vestendo la stessa amata maglia Crociata, purtroppo non si è (ancora) creata quell’anelata simbiosi, che, un anno fa, si era cercato di favorire e veicolare con tutta una serie di iniziative ben accolte a livello istituzionale e dei media nazionali: ricordo, ad esempio, il plauso de La 7, nel salotto televisivo precedente la partita, all’epoca trasmessa in chiaro dal network di Urbano Cairo, presente la CT pro tempore Milena Bertolini, per l’abbonamento unico per le partite maschili e femminili del Parma Calcio, che appunto, giocavano in un unico impianto, quello principale, ossia lo storico Stadio Ennio Tardini, così come si allenavano nello stesso centro di allenamento – il Mutti Training Center di Collecchio – ed avevano svolto la preparazione, sebbene in date diverse, nella medesima località in altura (Pejo).
Un anno dopo, complice l’immediata retrocessione in Serie B – che ha ricondotto il Parma Femminile esattamente in quella medesima categoria che si sarebbe potuto facilmente raggiungere se, anziché comprare un club di Serie A, l’Empoli, si fosse investito molto meno, anche uno zero, per adeguare la squadra, formata da calciatrici locali, che sul campo aveva guadagnato la promozione in Serie C, sotto la guida di Coach Ilenia Nicoli – la geografia è del tutto cambiata: le giocatrici del Parma, al Tardini, finora ci sono solo andate da tifose per applaudire la squadra maschile, ancora non emigrata altrove, come succederà se e quando arriverà l’ok per la costruzione della nuova arena in luogo dell’attuale impianto; in ritiro sono andate a Salsomaggiore (i maschietti a Ponte di Legno) e non si allenano neppure più a Collecchio, bensì a Noceto, dove è stata allestita pure una
tensostruttura che ospita anche gli uffici del personale, oltre a palestra, sala media, ed infermeria appunto cercando di capitalizzare al meglio la casa del calcio femminile trapiantata a Noceto (opera che dovrebbe essere ufficialmente presentata alle 14:00 di martedì 16 gennaio 2024).
Onestamente non ho mai capito come mai, se tra i desiderata del proprietario ci sia la par condicio uomini-donne, le Crociate siano esodate altrove: potrebbero essere ragioni legate al budget e al contenimento dei costi (chiaro che giocare al Noce rispetto che al Tardini si risparmi parecchio), ma è difficile credere che “KK” lesini risorse proprio per le sue predilette…
(immagine a lato: la Porta Monumentale dello Stadio Ennio Tardini di Parma, scatto di Antonio Nunno)
Ma al di là di queste congetture, resta il desiderio, appunto, di poter tornare ad ammirare le Crociate al Tardini nella partita più importante della stagione: una nuova opportunità per cercare di riavvicinarle all’interesse della Comunità, magari con tutta una serie di iniziative che la precedano e che stimolino a volerci essere.