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Editoriale: Lavoro, competitività e sicurezza - Lattiero caseari, settimana di calma apparente - Cereali e dintorni. mercati influenzati dal meteo e dal cambio. - A tutta elettricità - Cereali e dintorni. Il Super Euro.

SOMMARIO Anno 16 - n° 29 23 luglio 2017
1.1 editoriale
Lavoro, competitività e sicurezza
2.1 lattiero caseario
Lattiero caseari, settimana di calma apparente.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. mercati influenzati dal meteo e dal cambio.
4.1 energia A tutta elettricità
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Il Super Euro
6.1 assicurazioni Agrinsieme, polizze assicurative in diminuzione da tre anni
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 20170723-Cibus-29-23lug17-COP

 

Domenica, 23 Luglio 2017 12:06

Lavoro, competitività e sicurezza

La centralità dell'azione governativa dovrebbe riguardare i temi chiavi del lavoro, della competitività delle imprese e sulla sicurezza dei cittadini. Di tutto ciò, nella discussione politica, non vi è traccia.

di Lamberto Colla Parma 23 luglio 2017
I temi politici di tendenza di queste ultime settimane riguardano prevalentemente la questione dei migranti e dello jus soli. Temi certamente importanti ma un politico serio non dormirebbe la notte al pensiero del tasso di disoccupazione che sta minando la società e le imprese stesse.

La spesa pubblica nel frattempo aumenta, la crescita è ancorata a valori bassissimi e conseguentemente l'occupazione non cresce.
Vero che la quota maggiore di spesa pubblica è impegnata dal welfare ma continuare a interrogarsi su quali categorie destinare prioritariamente i fondi dell'assistenza condurrà a far aumentare sempre più il bacino dei bisognosi e sempre meno quelli che potranno ricevere sostegno dallo Stato.

E così i nodi reali verranno al pettine e allora giù con nuove tasse senza pensare che (o forse lo sanno ma fingono di ignorarlo) proprio l'incremento delle imposte è il fattore che inibisce crescita economica e conseguentemente lavoro e occupazione.

Un cane che si morde la coda.
Di politiche attive che riguardino il lavoro non si sente parlare ma nemmeno si sente parlare di agevolare l'accesso al credito delle micro, piccole e medie imprese, quel tessuto economico tipicamente italiano che da sempre rappresenta la spina dorsale della nostra economia. Di banche si parla solo del loro salvataggio (raramente della responsabilità degli amministratori) ma mai di come potrebbero intervenire per contribuire alla migliore l'operatività delle imprese, schiacciate dalle imposte, dalla liquidità insufficiente, frequentemente sotto-dimensionate e incapaci di reagire efficacemente ai sempre più rari picchi di ordinativi. Oppresse dalla burocrazia e dalle scadenze tributarie le piccole imprese stentano a cavalcare le rare occasioni di ripresa. Dopo l'abbattimento dei costi generali infatti sono andate a ridurre all'osso la voce di bilancio dedicato al personale, contribuendo così a abbattere il tasso di competenze, creatività e elasticità dell'impresa stessa.

Insomma, lavoro e competitività delle imprese (soprattutto MPMI) dovrebbero essere i temi dominanti della discussione politica così come pure il tema della sicurezza e della giustizia. E invece vai con lo ius soli, con l'emergenza incendi, con i migranti e le emergenze di cui quest'Italia prospera.

Ma si sa, in periodo di campagna elettorale, che da noi ormai è permanente, non si possono fare programmi di lungo periodo, perciò meglio "promuovere" e cavalcare le tante emergenze piuttosto che ipotizzare una nuova idea di Stato e di economia.

Insomma sarebbe necessaria una nuova classe politica, meno attenta al consenso popolare e più attenta al governo e alle sorti del Paese.
Una politica che, sui grandi temi, dovrebbe trovare la convergenza di tutti gli schieramenti mettendo da parte, almeno per un paio d'anni, i propri personalissimi interessi di parte e privati donando alla comunità nuove occasioni di speranza.


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Editoriale: Delitti in provincia - Lattiero caseari, settimana di calma apparente - Cereali e dintorni. Dati USDA fanno tremare- Ismea, scambi Italia-Giappone: nel I trimestre 2017 l'export agroalimentare cresce del 38%.


SOMMARIO Anno 16 - n° 28 16 luglio 2017
1.1 editoriale
Delitti in provincia
2.1 lattiero caseario
Lattiero caseari, settimana di calma apparente.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati in forte tensione
4.1 cereali Cereali e dintorni. Dati USDA fanno tremare i mercati
5.1 export agroalimentare Ismea, scambi Italia-Giappone: nel I trimestre 2017 l'export agroalimentare cresce del 38%
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 20170716-cibus-COP

Domenica, 16 Luglio 2017 12:14

Delitti in provincia

Una lunga sequenza di delitti ha percorso la storia di Parma da fine 2015 e non necessariamente connessi al degrado di certi quartieri. Dobbiamo invece interrogarci sulla malattia che sta dilagando a Parma e nella società italiana in genere.

di Lamberto Colla Parma 16 luglio 2017
In "provincia" non accadeva mai nulla. Erano infrequenti gli episodi di violenza cruenti e gli omicidi un fatto rarissimo, a differenza di quanto registravano le cronache delle città metropolitane.
Parma, ad esempio, è sempre stata ritenuta una splendida oasi di tranquillità dove chiunque era libero di girare, sereno e in sicurezza, con la propria "bici" in qualsiasi ora del giorno e in qualsiasi quartiere.

Oggi invece, nella ex tranquilla isola parmigiana, la percezione di insicurezza e degrado è talmente elevata che, durante l'ultima campagna elettorale, la questione "sicurezza" è stato un tema dominante e trasversale a quasi tutti i candidati.
Probabilmente è solo un caso, ma l'ultimo delitto parmense si è consumato in uno di quei quartieri dove lo spaccio è una attività fiorente e la violenza all'ordine del giorno. Poco più di un anno fa infatti, era aprile 2016, un 39enne di origine dominicana venne aggredito e accoltellato da un connazionale che cercò anche di dargli fuoco. Andò peggio al 22enne nigeriano trovato morto sempre nello stesso quartiere lo scorso novembre.

Ma il duplice omicidio di via San Leonardo 21 si è consumato tutto in famiglia, come lo fu il più famoso "Caso Carretta", con il secondogenito che massacra mamma e sorellina di undici anni per poi tentare la fuga. Quindi non un delitto nato dalla fiorente attività illegale che primeggia nel quartiere, salvo il fatto che il giovane assassino possa essere stato influenzato nel suo percorso di crescita, ma occorre invece interrogarsi sulla lunga scia di delitti che si sono consumati nella città ducale nell'arco di un anno e mezzo o poco più.

Vero è che la storia degli ultimi trent'anni di Parma è stata fin troppo ricca di episodi terribili che hanno segnato le famiglie ma anche l'intera comunità; dal delitto dell'industriale Mazza, al caso Carretta, per passare al piccolo Tommy e alla giovanissima Virginia, al delitto di "Mimma".

Ma è da fine 2015 che sembra essere esplosa una bolla criminale senza precedenti per Parma. Una sequenza impressionante di efferatissimi delitti, diversi dei quali consumati in famiglia o comunque all'interno di relazioni, molto probabilmente malate, e non necessariamente maturati in ambiti di degrado sociale.

Era maggio 2016 quando uno "Squadrone della morte" composto da quattro rumeni e due italiani decidono di "vendicarsi", in quel di Basilicagoiano, su Mohamed Habassi, 34enne tunisino, il quale sembra essere stato persino ferocemente torturato.
A settembre è il caso di Elisa Pavarani a accendere i riflettori sull'ennesimo "femminicidio". Un caso che riporta la memoria a 10 anni prima quando a fare le spese di una relazione malata fu Silvia Mantovani, uccisa dal fidanzato con otto coltellate il località Martorano.
A Novembre il corpo senza vita del 22enne nigeriano Omonkhegbele Thakgod venne ritrovato in via Gobetti, nel quartiere San Leonardo.
A Natale il dramma si consuma a San Prospero, con il duplice omicidio di Luca Manici (Kelly) e dell'argentina Gabriela Altamirano, assassinati nell'Angelica Vip Club
A fine gennaio 2017 è il caso di Arianna Rivara, uccisa dall'ex che poi si è tolto la vita, in un appartamento nel quartiere San Lazzaro. L'ennesimo femminicidio che si aggiunge, oltre a quelli citati nel 2016, a quello di Alessia della Pia massacrata di botte nel 2015 da Jella. E ancora Guesh Gabrehiwot uccisa con due colpi di pistola e seppellita in una buca a Pellegrino. Aveva solo 24 anni. Simonetta Moisè di anni ne aveva 56 ed è stata uccisa a Sala Baganza, freddata dal marito poi suicida Pietro Amighetti. Nell'elenco c'è anche Domenica Menna ferita a morte dall'ex marito guardia giurata Salvo Chirullo. Michel Campos invece è stata uccisa a martellate e nascosta sotto il letto dal fidanzato. Dolores Leonardi è stata invece assassinata dal figlio mentre Maria Virginia Fereoli è stata colpita da 470 coltellate a Felino.

Infine, è cronaca di pochi giorni fa, il 21enne ex promessa del calcio di origine ghanese, Solomon Nyantakyi, ha massacrato la madre e la sorella di undici anni all'interno della loro abitazione in via San Leonardo, 21.
La domanda che viene spontanea porsi dopo questo terrificante excursus di morti violente è: ma cosa sta accadendo alla nostra città e più in generale nella nostra società?

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Editoriale: Voglia di Golpe? - Rimbalzo per entrambi i formaggi - Cereali e dintorni: sorprese dall'USDA. - Cereali: diminuisce la produzione mondiale di frumento duro.-

SOMMARIO Anno 16 - n° 27 9 luglio 2017
1.1 editoriale
Voglia di Golpe?
2.1 lattiero caseario
Rimbalzo per entrambi i formaggi duri.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Sorprese dall'USDA
4.1 cereali -2,3% la produzione mondiale di frumento duro.
5.1 promozioni "vino" e partners
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 20170709-cibus-cop

Domenica, 09 Luglio 2017 12:23

Voglia di Golpe?

Il disagio sociale cresce e parallelamente diminuisce la stima e la fiducia verso le istituzioni mentre cresce l'apprezzamento verso i corpi di polizia; gli unici percepiti come positivi e al fianco della gente comune. Ciononostante i risultati del sondaggio realizzato da scenarieconomici.it sorprende e inquieta ma non può essere sottovalutato.

di Lamberto Colla Parma 9 luglio 2017
L'estate è il tempo delle frivolezze, dei gossip , delle diete più estrose e dei sondaggi più o meno strampalati e restano nella memoria giusto il tempo della lettura.
Ma il sondaggio realizzato da scenariconomici.it non può essere relegato a pura e semplice morbosa curiosità. Un campanello d'allarme che non deve essere sottovalutato, anzi andrebbe meglio approfondito.

Gli stessi estensori del sondaggio sono rimasi sorpresi sia per il volume di interesse registrato (quasi 20.000 letture) sia per i risultati statistici che ne sono scaturiti.

La "voglia" di Golpe supera il 71% delle preferenze e meno del 9% sarebbe disposto a scendere in piazza a contrapporsi alle milizie insorte.

"La finalità del nostro sondaggio - scrive l'estensore del sondaggio - era puramente di indagine politico-sociologica: percependo un diffuso malcontento, volevamo capire quanto questo fosse profondo, quanta sfiducia avesse scavato nel nostro sistema politico e nel sistema parlamentare."

A una domanda quasi paradossale, immaginando uno scenario estremo, i lettori hanno risposto ponendo una fiducia smisurata verso i nostri corpi militari. Quelli che si sono distinti per regolamentare la sicurezza interna e si sono sacrificati per onorare la patria in molti scenari di guerra internazionali.

Di fatto una conferma di piena fiducia verso le nostre forze di polizia, quelle che quotidianamente scendono al fianco dei cittadini nel tentativo di arginare le falle di una società che sta perdendo il senso della ragione e vede le persone più rette frequentemente in contrasto con gli apparati dello stato, sempre meno percepiti "amici" e sempre più come inquisitori.

Sono quelle stesse persone che trascinano una carretta pesante e a fatica arrivano a fine mese e pur pagando cospicue tasse ricevono sempre minori e squalificati servizi. Sono quelle stesse persone che si trovano indifesi contro l'arroganza delle istituzioni che invece sembrano così accondiscendenti con coloro che le regole non vogliono seguire.
La gente probabilmente è stanca di ascoltare le beghe di partito e le dispute sulla legge elettorale, stanca di sentire che l'economia è in ripresa quando nelle tasche rimane poco o addirittura nulla, stanca di sentire che non vi sono problemi di sicurezza, stanca di non trovare i responsabili dei problemi nazionali perché tutta la responsabilità viene scaricata sull'UE, stanca di toccare con mano una situazione di ampio disagio e sentirsi dire che così non è.

Per ora la dimostrazione di sfiducia verso la politica è stata espressa con l'astensione dal voto (vedi le recenti amministrative), ma se un minimo di attendibilità lo vogliamo accreditare al sondaggio di scenarieconomici.it, occorre intervenire affinché la febbre misurata su un campione di popolazione non sia sintomo di una malattia virulenta che possa ben presto raggiungere il culmine della diffusione e risulti perciò impossibile il contrasto con la medicina convenzionale, avendo già verificato che le cure palliative non hanno dato alcun risultato utile, salvo procrastinare e acuire i sintomi debilitanti.

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I risultati del sondaggio:
VOTI TOTALI – 4791
RISPOSTA A) SCENDEREI IN PIAZZA E MI OPPORREI, ANCHE IN MODO VIOLENTO NR 411 PARI AL 8,6%
RISPOSTA B) STAREI A CASA E VALUTEREI L'OPERATO DEL NUOVO GOVERNO NR 973 VOTI PARI AL 20,3%
RISPOSTA C) APPOGGEREI IN MODO ATTIVO L'OPERATO DEL GOVERNO MILITARE NR 3402 VOTI PARI AL 71,1%

20170706-scenari-golpe-italia


(Nella foto esercitazioni di Carri della Divisione Ariete sulle Murge all'indomani del ritiro delle truppe di "Pace" dal Libano - 1984 - La tabella dei dati del sondaggio scenarieconomici.it)

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Editoriale: Matteo "Attila" Renzi - Stazionari Parmigiano e Grana Padano- Cereali e dintorni. Continua l'ascesa del grano. - Emergenza acqua: il territorio di Parma si mobilita - Siccità Parma e Piacenza. Rainieri (Lega nord): aiuti immediati all'agricoltura in grave sofferenza - Farm Run - Ringrazia - Parmigiano Reggiano all'attacco negli USA -

SOMMARIO Anno 16 - n° 26 2 luglio 2017
1.1 editoriale
Matteo "Attila" Renzi
2.1 lattiero caseario
Stazionari Parmigiano e Grana Padano
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Continua l'ascesa del grano.
4.1 Cereali e siccità A sorpresa grano e orzo battono la siccità
4.2 Crisi idrica Emergenza acqua: il territorio di Parma si mobilita
5.2 siccità parma e piacenza Siccità Parma e Piacenza. Rainieri (Lega nord): aiuti immediati all'agricoltura in grave sofferenza
6.1 salumi e tutela Tre nuove DOP e IGP entrano in ISIT
6.2 finanziamenti fesr FESR: selezionati 954 progetti per 311 milioni
7.1 sport Farm Run - Ringrazia,
7.2 export "italian sounding" Parmigiano Reggiano all'attacco negli USA
8.1 export cooperazione - Fedagri e siccità
9.1 promozioni "vino" e partners
10.1 promozioni "birra" e partners

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 20170702-cibus-26-COP

 

Domenica, 02 Luglio 2017 12:00

Matteo “Attila” Renzi

In vent'anni il Cavaliere non è riuscito in quello che in tre anni è riuscito a Matteo "Attila" Renzi. Distruggere il PD e restare in sella (non la banca). Come è lontano quel 26 maggio 2014 quando il 40% delle europee cadde in mano al "PD di Renzi" doppiando il M5S.

di Lamberto Colla Parma 2 luglio 2017
"Poteva andare meglio", è stato il commento di Matteo Renzi negli istanti successivi alla lettura dei dati del ballottaggio di domenica scorsa.

Avrebbe potuto anche dire che ci "sono ampi margini di manovra" per migliorare. Certo che dall'exploit europeo del 2014, ogni tentativo di misurarsi da capo del PD è stato un insuccesso clamoroso.

20140526-Twit-Renzi-26may2014Il segnale del declino lo misura la stessa Toscana. Dopo la sconfitta negli anni scorsi nella rossissima Livorno, nella Arezzo di Maria Elena Boschi e a Grosseto, in questa ultima tornata elettorale il Pd perde Carrara e Pistoia. Perse cinque province toscane su dieci.
La sconfitta del Pd a Rignano sull'Arno, il paese di "Attila" Renzi, che inizialmente era stata dolcemente passata come semplice gossip, alla luce dei risultati del ballottaggio, è stato il simbolo di significati ben più pesanti riguardo l'avversione al renzismo.

Sul piano nazionale la sconfitta assume dimensioni storiche. Roccaforti come Genova e Sesto San Giovanni, considerate fino all'altro giorno imprendibili, sono cadute; città come Lodi, feudo di Lorenzo Guerini, amministrata da 20 anni dal Centrosinistra, sono passate alla Lega e a Forza Italia.

Se Renzi pensa positivo, altrettanto lo fa il movimento grillino. In finale in nessun capoluogo, il movimento pentastellato ha comunque avuto il coraggio di dichiarare la "costante crescita" e a poche ore dai risultati il Casaleggio junior si è fiondato a Roma, forse nel tentativo di riappacificare gli animi dei suoi generali sempre più in tensione e con poche idee da avanzare.

A gongolare è invece il "vecchio" Berlusconi. La coalizione di centro destra, così fortemente voluta dall'ex premier, è andata a scontrarsi in quasi tutti i ballottaggi. E alla fine il centro destra si è imposto in 15 comuni capoluogo (Alessandria, Asti, Rieti, Como, Gorizia, La Spezia, Lodi, Genova, Monza, Oristano, Piacenza, Pistoia, Verona, Catanzaro, l'Aquila), contro i 4 (Padova, Lecce, Lucca, Taranto) del centrosinistra.

Inquietante è invece, da parte di tutti, il silenzio sul vero vincitore del 2017: l'astensionismo.

Ben oltre il 50% degli aventi diritto ha "messo una croce" sulla chiamata elettorale.

Nessuno si interroga sul partito di maggioranza assoluta del Paese? E se un giorno esprimesse un "leader" focoso e capace di chiamare a sé le folle, cosa resterà dell'Italia, sempre che non scompaia prima per l'invasione di orde di sfortunati in fuga dall'inferno di mezzo mondo?

... "Corsi e ricorsi storici" (Giambattista Vico)
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Pubblicato in Politica Emilia

Elezioni a Parma - Il sindaco uscente Federico Pizzarotti, con la lista civica 'Effetto Parma', batte il candidato del centrosinistra Paolo Scarpa con un margine ampio, ottenendo un consenso attorno al 58% (57,9 il dato definitivo) e viene riconfermato. Nelle foto i festeggiamenti in Piazza Garibaldi di ieri sera.

Il vero sconfitto è il Movimento 5 Stelle.

Foto di Francesca Bocchia

Pubblicato in Cronaca Parma

A contendersi lo scranno di Sindaco di Piacenza erano Patrizia Barbieri per il centrodestra e Paolo Rizzi per il centrosinistra.

di LGC Parma 25 Giugno 2017 -
Alla fine l'ha spuntata la rappresentante del centro-destra, Patrizia Barbieri, con un netto 58,54% di preferenze e lasciando a secco il PD in Emilia Romagna.

Al primo turno la candidata del centrodestra Patrizia Barbieri, avvocato 57enne e già sindaco di Castelvetro dal 1994 al 2003 e assessore provinciale dal 2009 al 2014, era stata votata da 14.625 elettori conquistando il 34,78% delle preferenze. Il centrosinistra con il candidato Paolo Rizzi, economista dell'Università cattolica, aveva invece ottenuto 11.856 preferenze pari al 28,19% dei voti.

Per la prima volta nella storia, il Partito Democratico in Emilia-Romagna conclude la tornata elettorale totalizzando zero conquiste. Oltre a Piacenza, infatti, il Pd ha raccolto cinque sconfitte sui cinque comuni superiori ai 15 mila abitanti, ai quali va aggiunto Comacchio dove una lista civica aveva conquistato il comune al primo turno.

(foto dal profilo Facebook dei candidati)

Pubblicato in Politica Piacenza
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