Improvvisamente il mondo è in rivolta contro il premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi. Da eroina idolatrata in tutto l'occidente alle accuse di genocidio, da vittima a carnefice, Aung San Suu Kyi una stella che sta per spegnersi?
di Lamberto Colla Parma 24 dicembre 2017
In Myanmar (ex Birmania) la leader morale e premio nobel per la pace Aung San Suu Kyi, nel breve periodo di meno di 18 mesi, non è ancora riuscita a portare la pace sociale. Molto probabilmente i poteri forti (militari) sono difficili da arginare mentre il mondo occidentale, capace più a condannare che a aiutare, salvo in qualche regione dove l'interesse economico ha da essere salvaguardato e a quanto pare non è il caso della Birmania, si scaglia contro la fragile Aung San Suu Kyi.
L'occasione è stata servita sul palmo di mano dall'esodo di massa che si sta consumando ai confini dello stato, sotto la pressione delle armi dei militari che godono ancora di un grandissimo potere.
Osservatori internazionali dichiarano che i Rohingya, una minoranza mussulmana, sta fuggendo dal Myanmar alla volta del Bangladesh per sottrarsi allo sterminio, una sorta di pulizia etnica che fa rabbrividire.
Una situazione difficile da interpretare e soprattutto da affrontare senza creare altri e ulteriori danni.
Persino il Cardinale Birmano Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon, ha invitato Papa Francesco alla prudenza e non citare i "Rohingya" durante la sua visita pastorale tra Myanmar e Bangladesh di fine novembre scorso.
E' noto a tutti infatti che lo Stato occidentale del Rakhine, uno dei più poveri del Paese, da tempo sia una polveriera di settarismo, spesso teatro di conflitti religiosi tra la maggioranza buddista e la minoranza islamica dei Rohingya. L'ultima fase acuta si è scatenata lo scorso 25 agosto quando l'ARSA (Arakan Rohingya Salvation Army) ha dato il via a nuove violenze nel nord dello Stato e provocato una dura controffensiva del Tatmadaw, il potente esercito birmano.
Una situazione particolarmente delicata e difficile che avrebbe bisogno del sostegno degli Stati e non di una aggressione atta a screditare l'operato di quella che, almeno oggi, sembra essere l'unico germoglio di democrazia del Paese.
Invece, in modo quasi incomprensibile, ecco che i grandi influenzatori concentrano le attenzioni e le accuse contro Aung San Suu Kyi.
Il periodico "Internazionale" nello scorso novembre ha realizzato un lungo servizio giornalistico dal titolo "La fine della favola birmana" - "Migliaia di morti e seicentomila profughi. La pulizia etnica contro i rohingya non si ferma. Nella Birmania di Aung San Suu Kyi la democrazia è ancora lontana". Un titolo da copertina per un servizio che occupa le otto pagine centrali della rivista, accompagnato da un editoriale di "Le Monde" dal titolo "Un crimine contro l'Umanità".
"Senza compromessi il messaggio al governo birmano – scrive su Twitter Boris Johnson -. Fermare le uccisioni, garantire l'accesso agli aiuti umanitari e il rispetto dei diritti"
"È barbaro quanto sta accadendo ai Rohingya, su questo non c'è dubbio – ha detto il Ministro degli esteri britannico -, a margine dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York -. È ovvio che stia a Aung San Suu Kyi di fare prova di leadership e imporre la loro linea alle forze armate".
Sulla scia dell'invettiva di Boris Johnson, la prestigiosa Università di Oxford, dove il premio Nobel per la pace e attuale ministro degli Esteri della Birmania aveva studiato più di cinquant'anni fa – precisamente dal 1964 al 1967 – conseguendo un dottorato in filosofia, scienze politiche ed economia, ha tolto il ritratto della leader Birmana sostituendolo con un ritratto dell'artista giapponese Yoshihiro Takada.
Un gesto simbolico ma dal potente impatto emotivo.
Ma contro Aung San Suu Kyi si sono scagliati anche alcuni premi Nobel per la Pace come lei. Prima Malala, poi Desmond Tutu e infine anche Mohammed Yunus prendono fortemente le distanze da lei e da una scelta politica dettata da una "malsana ragion di Stato".
E se la rimozione del ritratto del ministro degli esteri birmano è un gesto simbolico, ben peggio e devastante sarebbe la revoca del riconoscimento del Nobel per Pace come alcuni stanno tentando di ottenere raccogliendo le firme affinché questo avvenga, prima volta nella storia del premio norvegese.
Una serie di iniziative sterili e che nulla di positivo potranno apportare alla causa Rohingya, anzi contribuiranno a peggiorare la situazione, non solo della minoranza mussulmana ma di tutte le minoranze, cristiana compresa.
Meglio sarebbe scendere dal pulpito e andare in Myanmar a portare sostegno Aung San Suu Kyi e aiuti al popolo birmano.
Un esempio in tal senso, viene dalla senatrice Albertina Soliani, già Presidente dell'Associazione parlamentare "Amici della Birmania" che, quasi sola, non ha girato le spalle a Aung San Suu Kyi, con la quale ha un rapporto confidenziale, e spesso torna a farle vista e a mantenere alta l'attenzione sulla leader e sul processo di democratizzazione che sta strenuamente tentando di far radicare .
E' dello scorso ottobre infatti, che al rientro dall'ultimo viaggio, ha trasmesso una lunga lettera al direttore dell' "Avvenire" dal titolo "Il sentiero stretto di Aung San Suu Kyi leader da sostenere".
"Caro direttore, - inizia Albertina Soliani -
ora è il tempo di un grande sostegno ad Aung San Suu Kyi. Perché trovi soluzione la tragedia dei musulmani del Rakhine, e perché la Birmania resti sulla strada della democrazia. Non può essere lasciata sola lei che così si è rivolta al mondo nel suo discorso il 19 settembre: «Vorrei che tutti si unissero a noi nel trovare nuove strade, nuove risposte, più costruttive, più positive, più innovative e forse più audaci». La tragedia del Rakhine e il difficile equilibrio politico della Birmania, così intrecciati, sono sulle sue spalle. Mentre lei li sta affrontando entrambi e insieme, il mondo in queste settimane ha considerato solo uno dei problemi. Senza vedere che proprio nel Rakhine si costruiva la strategia dei militari, i padroni del campo, per indebolire la posizione della leader democratica. Una miopia imperdonabile per la comunità internazionale..."
Non vogliamo e non possiamo che la voce della senatrice Albertina Soliani resti isolata, l'unica voce fuori dal coro. Il sospetto è forte che una macchinazione internazionale possa aver ordito un piano per una nuova colonizzazione del Myanmar.
L'isolamento politico della leader Birmana, screditata agli occhi dell'opinione pubblica internazionale, può soltanto condurre a interrompere il processo di democratizzazione del Paese, avviato da soli 18 mesi, e la stessa Aung San Suu Kyi posta nelle condizioni di fare la fine del padre Aung San che, dopo aver negoziato l'indipendenza della nazione dal Regno Unito nel 1947, fu infatti ucciso da alcuni avversari politici nello stesso anno.
Due ipotesi che possono apparire fantastiche ma non troppo distanti dalla realtà.
Buon Natale!
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(Foto 1 Copertina - Strasburgo 22/10/2013 - Claude TRUONG-NGOC -
Foto 2 21 sett 2016 ONU - UN Photo/Cia Pak
Foto 3 senatrice Albertina Soliani (repertorio)
Foto 4 Bagan, Burma Dr. Blofeld~commonswiki - This image was originally posted to Flickr by CortoMaltese_1999 at https://www.flickr.com/photos/9336281@N05/1118199938. It was reviewed on 01:28, 14 February 2009 (UTC) by FlickreviewR, - Corto Maltese 1999)
Editoriale: -Prevenzione, parole al vento. - Lattiero caseari. Burro e latte spot ancora in flessione. - Maltempo ed esondazioni a Parma, Reggio Emilia e Modena: Protezione civile al lavoro - Salvati dalle acque. Tre storie di animali a lieto fine -Salmonella nel pepe nero macinato - Turismo dei cammini in Emili Romagna
1.1 editoriale
Prevenzione, parole al vento.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Burro e latte spot ancora in flessione.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. I dati USDA di dicembre hanno spinto al ribasso
5.1 Maltempo e esondazioni in emilia Maltempo ed esondazioni a Parma, Reggio Emilia e Modena: Protezione civile al lavoro
6.1 maltempo bonifica parmense Berceto, Terenzo e Solignano. La Bonifica libera le strade interrotte e consente il deflusso delle acque.
6.2 maltempo ENZA Emergenza Enza- aggiornamento
7.1 MALTEMPO FIUME SECCHIA Fiume Secchia, ponti e scuole rimangono chiusi. A Campogalliano decine di animali morti
8.1 maltempo lieto fine Salvati dalle acque. Tre storie di animali a lieto fine
8.2 sicurezza alimentare Salmonella nel pepe nero macinato
9.1 turismo Turismo dei cammini in Emili Romagna
10.1promozioni "vino" e partners
11.1 promozioni "birra" e partners
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Parole, parole, parole. Emilia colabrodo. 4 esondazioni in 3 anni, frane a go go e ponti chiusi. E pensare che è una delle zone più ricche del Paese e d'Europa.
di Lamberto Colla Parma 17 dicembre 2017
Parole, parole, parole.
Si fa presto a dire prevenzione. Si fa presto a promettere che verrà fatto un piano organico per prevenire gli effetti del dissesto idrogeologico.
Fatto sta che dopo ogni evento le promesse si sprecano ma di fatti neanche l'ombra.
Non è stato sufficiente che Bomporto e dintorni fosse andato sott'acqua nel 2014, l'anno seguente al terremoto, peraltro. Non è stato sufficiente che sempre nel 2014 a andare a fondo fosse un intero quartiere di Parma per l'esondazione del torrente Baganza e che solo per un bicchier d'acqua Colorno e la sua Reggia scamparono l'alluvione. Non è stato sufficiente che l'alluvione colpisse un anno dopo (2015) il territorio piacentino.
Niente da fare. Il 12 dicembre tre fiumi emiliani sono tornati a far parlare di loro. Il primo a esondare è stato l'Enza a cavallo delle provincie di Parma e Reggio Emilia mettendo soqquadro soprattutto Lentigione, una frazione industriale dii Brescello, e da lì a poco è toccato al Parma esondare a Colorno e la dimora di campagna della duchessa di Parma questa volta non è stata risparmiata, così come l'ALMA, il tempio della cucina internazionale.
Ancora poche ore e a fare le bizze è stato il Secchia. Campogalliano e dintorni sono stati invasi dalle acque e molti animali son sono riusciti a mettersi in salvo.
Piogge che nelle stesse ore hanno compromesso la viabilità dell'appennino reggiano con non meno di 7 frane.
E che dire della transitabilità dei ponti?
Il Ponte Colorno-Casalmaggiore, che consente di collegare Parma alla lombardia è chiuso al transito e compromessa è anche la viabilità sul passaggio ferroviario.
L'altro ponte di collegamento tra le due regioni (Ragazzola) è. per un bel tratto, a senso unico alternato così come pure quello a Viadana.
Una situazione che ha ben fotografato il Consigliere Foti (FI) dichiarando che "Si rischia la secessione viaria".
No, tutto ciò non è bastato.
Gli emiliani devono solo rimboccarsi le maniche, sbadilare fango e anche tanta m...a, sapendo di essere comunque in buona compagnia. Val la pena infatti ricordare che nel centro Italia le popolazioni colpite dal terremoto stanno affrontando il secondo inverno fuori dalle casette promesse e quelle consegnate si scopre che non hanno le caratteristiche per affrontare i climi rigidi con i boiler che, se non si bloccano, esplodono.
Parole, parole, parole!
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Editoriale: -Cresce il reddito medio ma aumenta la povertà - Sensibile ridimensionamento del latte spot estero, e non solo.- Cereali e dintorni. Farina di soia ancora in crescita - Cento, passaggio di consegne all'Accademia Italiana della Cucina di Cento - VPE, al via la New.co di Veronafiere e Fiere di Parma
- SOMMARIO Anno 16 - n° 49 10 dicembre 2017
1.1 editoriale
Cresce il reddito medio ma aumenta la povertà
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Sensibile ridimensionamento del latte spot estero, e non solo.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Non sussistono le condizioni, ma i prezzi sono ancora in aumento.
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Farina di soia ancora in crescita.
5.1 Tv e Cucina Cento, passaggio di consegne all'Accademia Italiana della Cucina di Cento
6.1 eventi Merano Wine Festival – Non solo vino
7.1 eventi e fusioni VPE, al via la New.co di Veronafiere e Fiere di Parma
8.1 management lavoro La tecnologia, un mondo tra idee e realtà
8.2 Alimentazione Un nuovo studio rivela le proprietà dell'aglio per combattere le infezioni
9.1 consumi spesa alimentare Si conferma in aumento la spesa alimentare nei primi 9 mesi del 2017
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Ed ora è arrivata l'ufficialità. Quello che poteva apparire una sensazione negativa sì è rivelata una tragica realtà.
di Lamberto Colla Parma 10 dicembre 2017 - Come spesso abbiamo ricordato da queste colonne, la ripresa italiana, oltre che minimale è pure mal distribuita.
Tutti gli interventi straordinari sono stati orientati a salvare le banche e tutto il sistema bancario, con la vana promessa che quest'ultimo avrebbe ribaltato le agevolazioni sul sistema produttivo e quindi sul lavoro.
Niente di tutto ciò.
Il piccolo o grande aiuto è giunto prevalentemente da fattori congiunturali esterni, come il costo dell'energia (petrolio) e il QE (Quantitative Easing) messo in campo dalla BCE di Mario Draghi.
Ed ora è arrivata l'ufficialità. Quello che poteva apparire una sensazione negativa sì è rivelata una tragica realtà.
L'ISTAT ha infatti rilevato che nel 2015 le famiglie italiane hanno beneficiato di una «significativa e diffusa crescita del reddito disponibile e del potere d'acquisto». I dati diffusi dall'Istat dicono che il reddito netto medio annuo per famiglia (i dati fanno riferimento al 2016) è pari a 29.988 euro. La crescita è risultata più marcata per il quinto più ricco della popolazione, concentrata nella fascia alta dei redditi da lavoro autonomo.
Da ciò ne consegue che il rapporto tra il reddito del 20% più ricco e il reddito del 20% più povero è aumentato: da 5,8 a 6,3 volte.
Ne consegue quindi che si è ampliata la fascia della popolazione a rischio di povertà e di esclusione sociale che è stimata al 30% (esattamente 18.136.663).
Una situazione particolarmente grave, percepibile quotidianamente ma che l'ISTAT ha certificato e che ha spinto, ancora una volta, il Presidente Mattarella a invocare decise azioni di governo. "Creare lavoro è una priorità a tutti i livelli di governo. Occorre continuamente rafforzarne i presupposti e le condizioni normative, fiscali e sociali". Così infatti si è espresso il Presidente in occasione del discorso di consegna delle medaglie ai neo Cavalieri del lavoro, lo scorso 30 novembre.
"Questo periodo - ha sottolineato i capo dello Stato - registra una ripresa economica dai ritmi più sostenuti, in Italia e in Europa. Dobbiamo partire da qui". Un invito a raccogliere le migliori condizioni per accelerare la ripresa e lo sviluppo, che dovrebbe andare di pari passo con il lavoro e le condizioni lavorative.
Chissà se il Governo, qualsiasi coalizione prenderà la guida del Paese, saprà o vorrà prendersi quest'impegno a favore dei propri cittadini più deboli e non solo dei propri sponsor e sostenitori più forti (leggi lobbisti)!
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Editoriale: -Libertà di stampa, tra correttezza, rispetto e buon gusto - Lattiero caseari. Leggera flessione per il Grana Padano - Cereali e dintorni. L'onda lunga dei rincari prudenziali. - Si, al Glifosate. La posizione delle Organizzazioni professionali - Mutti annuncia l'acquisto di Co.Pad.Or. - Altro ...
SOMMARIO Anno 16 - n° 48 3 dicembre 2017
1.1 editoriale
Libertà di stampa, tra correttezza, rispetto e buon gusto
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Leggera flessione per il Grana Padano.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. L'onda lunga dei rincari prudenziali.
4.1 HO.RE.CA. Cibus prepara un focus speciale sull'Ho.Re.Ca.
4.2 nutrizione. La Cannella, contro l'obesità.
5.1 Glifosate Si, al Glifosate. La posizione delle Organizzazioni professionali
6.1 turismo emilia romagna Vola il turismo in Emilia Romagna
7.1 allerta alimentare Cozze vive pericolose per la salute
7.2 Eventi Consorzio Agrario dell'Emilia: Sabato prossimo a San Giorgio di Piano l'Open Day
8.1 pomodoro Mutti annuncia l'acquisto di Co.Pad.Or.
8.2 confcooperative i 70 anni di confcooperative Parma.
9.1 consumi. Lo Yogurt Lattiero caseario: tra il 2012 e il 2016 acquisti di yogurt in crescita del 4%
10.1promozioni "vino" e partners
11.1 promozioni "birra" e partners
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La tragedia di Rigopiano è tornata prepotentemente alla ribalta. Come spesso accade con le notizie dal fascino emozionante, la ridondanza esasperata deforma la verità e consolida nella pubblica opinione una "condanna" ancor prima dell'avvio del processo.
di Lamberto Colla Parma 3 dicembre 2017
E' quasi tutta la settimana che la vicenda di Rigopiano è tornata prepotentemente alla ribalta, con esasperata ridondanza, soprattutto riguardo alle intercettazioni telefoniche di quei giorni terribili, che hanno tenuto l'Italia incollata ai televisori e si è commossa per il coraggio dei due sciatori che per primi hanno raggiunto il luogo dove avrebbe dovuto trovarsi l'Hotel dei VIP, totalmente sommerso di neve e ruotato di molti gradi sotto la spinta violenta della massa nevosa, ancor più appesantita dal materiale raccolto lungo la discesa.
Ma come intercettazioni telefoniche? Come è possibile che ancor prima che si consumasse la tragedia gli inquirenti fossero già autorizzati a raccogliere le intercettazioni telefoniche?
Allora è proprio vero che la tragedia era prevedibile! Prevedibile che 4 scosse di magnitudo attorno a 5 si sarebbero abbattute in rapida successione, come prevedibile era che si accumulassero tre metri di neve in poche ore, prevedibile infine era che una valanga di dimensioni enormi (100.000 tonnellate di massa nevosa arricchita di alberi raccolti sul percorso), dopo cinquant'anni, dovesse per forza scendere a valle sullo spazio "impunemente" occupato da decenni dall'hotel.
La combinazione fortunata (per i giornalisti), a dire il vero, è che quelle intercettazioni erano state disposte per precedenti indagini ma venute buone, per gli avvoltoi della cronaca giudiziaria, per questa nuova. Due al prezzo di uno!
E i titoli d'effetto prendono possesso dell'informazione: "Allarmi ignorati, battute e risate" e "Rigopiano, risate un' ora prima: c' è la spa? Facciamo il bagno".
Così, quei dialoghi telefonici tra operatori un po' in confusione per quella sequenza di eventi assolutamente prevedibili, come lo era anche l'annunciata esondazione del fiume (avvenuta il giorno precedente - 18 gennaio ) che nelle stesse ore della bomba di neve stava allagando Pescara (luogo del coordinamento dello stato di emergenza) e dintorni mettendo oltremodo sotto pressione tutta la macchina dei soccorsi, sono diventati, a distanza di quasi un anno, prove di colpevolezza e responsabilità.
Già perché era, ovviamente, prevedibile che le pochissime turbine e spazzaneve disponibili (una era in riparazione e un'altra è rimasta bloccata senza carburante lungo la strada che conduce a Rigopiano) furono prioritariamente dirottate a liberare le zone a più alta intensità di anziani e/o malati.
Chissà cosa si racconterebbe oggi se il coordinamento dell'emergenza avesse privilegiato la scelta di liberare la strada dell'Hotel dei VIP, quella SPA frequentata spesso dalla Barbara D'Urso e altri volti noti della Tv, lasciando al loro destino i malati, gli anziani o i più deboli.
Probabilmente, quegli stessi operatori, sarebbero già al patibolo.
La "stampa" ha deciso che sono colpevoli e che a loro deve esser assegnata una responsabilità. Altre 23 persone hanno ricevuto l'avviso di garanzia (garanzia di che, se sono già colpevoli!), a partire dall'ex prefetto per arrivare ai miseri sindaci passando dagli operatori telefonici, tutti colpevoli. Il processo è già fatto, senza appello.
Vergogna! Con questo modo di fare informazione si mettono inutilmente alla gogna potenziali innocenti e non si contribuisce a fare chiarezza e giustizia, quella vera, anzi si alimentano speranze inutili ai familiari delle povere vittime.
Tutto questo fango inutile e gratuito per una manciata d'ascoltatori o di copie vendute o di "like" in più.
(Foto: Soccorritori di Modena per liberare strada a Comunanza Rigopiano)
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Capodanno a Parma: La festa di Fed(z). Botti di capodanno o elegia al Sindaco? - È stata pubblicata la delibera dirigenziale che impegna 250 mila euro del budget comunale per il Capodanno 2018 a Parma, la stampa dà per certo il concerto di Fedez, mentre restano ancora dubbi sul luogo dell'evento di fine anno, forse la Cittadella o altro luogo da individuare nel rispetto di tutte le normative sull'allestimento, acustica, soccorso pubblico, vigilanza e sicurezza.
Per il gruppo consigliare della Lega Nord: ancora una volta però manca la relazione con la realtà parmigiana: la città ha appena perso altre 3 posizioni e conquistato il novantesimo posto per la sicurezza nell'annuale classifica del Sole 24 ore, il bilancio comunale sarà chiuso probabilmente a gennaio con qualche problema, e il Sindaco decide di festeggiare lo stesso il Capodanno nella migliore tradizione del "panem et circenses", insomma sarà un Capodanno con effetti speciali, anzi ad Effetto Parma con "prestazioni artistiche uniche di musicisti e deejay" secondo quanto in delibera.
Il Capogruppo, Laura Cavandoli, dichiara che "Nell'anno della prima elezione il Sindaco accese l'Albero di Natale a pedali in piazza Garibaldi, ora persevera con il grande evento di Capodanno ma continua anche a non ascoltare i parmigiani, in molti stanno criticando la scelta dell'artista e la spesa che ne consegue, anche perché si dubita che potrà esserci per la città un ritorno economico adeguato se non viene individuata una location ottimale, forse lo Stadio o un centro commerciale finalmente lontano dal centro storico? Poche certezze, tanti soldi investiti, a mio parere la città merita più ascolto, non solo musicale."
(Comunicato stampa - Lega Nord Parma 30 novembre 2017)
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 16 - n° 47 26 novembre 2017 -
Editoriale: - Il quinto potere trasloca?- Cereali e dintorni. Rincari prudenziali in previsione del lungo week end del "ringraziamento"- Ancora allarmi alimentari per prodotti contaminati. - L'autostima, cos'é e a cosa serve.- Ismea: nuovi segnali positivi per l'agroalimentare - Altro ...
1.1 editoriale
Il quinto potere trasloca?
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Listini stabili.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Rincari prudenziali in previsione del lungo week end del "ringraziamento".
4.1 sicurezza alimentare Ancora allarmi alimentari per prodotti contaminati.
5.1 management e organizzazione L'autostima, cos'é e a cosa serve.
6.1 crisi, lavoro e suicidi La crisi spinge sulla povertà e sui suicidi. I giovani sono i più colpiti.
7.1 vino export Vino: nascono in Cina i primi corsi per "insegnare-imparando" il mercato cinese
7.2 Cibo e Salute La cura è servita: Un libro per guarire con il cibo
8.1 export La Food Valley punta alla Cina
9.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Gli aumenti di protezione.
10.1 agroalimentare Ismea: nuovi segnali positivi per l'agroalimentare
11.1promozioni "vino" e partners
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La televisione è ancora il mezzo che gode della maggiore fiducia del pubblico? Tra gaffes, notizie ridondanti e cuochi in tutte le salse, la Tv sta perdendo la capacità di influenzare la politica. Il quinto potere trasloca?
di Lamberto Colla Parma 26 novembre 2017
La televisione gode ancora di grandissima fiducia all'interno del complesso panorama dei mezzi d'informazione. E' quanto risulta dai dati forniti in occasione del 21esimo WORLD TV DAY, che ricorre ogni 21 novembre. Fiducia meritata forse, ma molte ombre si addensano sul più gettonato elettrodomestico.
I livelli di fiducia nei media tradizionali sono in crescita in Europa, mentre il pubblico si pone interrogativi sulla veridicità di ciò che vede e legge online.
Nel 70% dei 33 paesi analizzati, gli intervistati hanno risposto di essere inclini a fidarsi della TV e in 11 paesi, la TV risulta persino essere il mezzo che ispira maggior fiducia. In Italia, la televisione si conferma il principale strumento d'informazione, mentre i TG sono le fonti preferite (48%), seguiti dai siti internet di news (25%) e dalla stampa quotidiana (8%). A onor del vero il primo posto assoluto è conquistato dai periodici di informazione.
Molto è cambiato in questi ultimi anni e comunque la sensazione è forte, al di là dei sondaggi, che la autorevolezza della TV sia andata via via scemando. Una discesa costante seppure non così drammatica come è stata quella della carta stampata. Tv e ancor più i quotidiani, non hanno saputo interpretare il cambiamento per poi trovarsi smarriti nelle sabbie mobili della crisi economica dove la pubblicità è stata la prima illustre vittima. Le risorse finanziarie si sono volatilizzate da un anno all'altro e solo una infinitesima parte trasferite sul mercato digitale.
Così all'abbattimento dei budget pubblicitari ha fatto eco l'abbattimento delle idee, del tasso di professionalità, e programmi sempre meno originali e a basso costo sono andati aumentando e la formula dei talk show è dilagata arrivando addirittura a trasformarsi in un contenitore di informazione.
Gocce di news, sparse qua e là, all'interno dei grandi contenitori di intrattenimento, utili più a dare autorevolezza al programma "leggero" che a offrire un servizio puntuale all'utente televisivo.
Ma con l'andare del tempo, per effetto di una sorta di osmosi inversa, l'informazione stessa diventa attore della leggerezza del programma che la ospita.
L'euforia e la volontà di essere i primi a pubblicare lo scoop, peraltro molto annunciato ma spesso di notevole inconsistenza, ha condotto a clamorose gaffes e errori macroscopici contribuendo a indebolire il mito della correttezza informativa di cui la TV godeva, spalancando la porta a altri mezzi, agili, a basso costo e in grado di diffondersi rapidamente per la capacità di far diventare l'utente stesso un protagonista della notizia o un commentatore, libero di esprime la propria opinione, modificando, di fatto, il rapporto tra mezzo e utente.
Se prima l'utente, anche della pubblicità era un soggetto passivo, con l'avvento del digitale e dei social, l'utente diventa attore diretto, e con potere di scelta.
Così, per accaparrarsi il pubblico di massa, allo scopo di gratificare gli inserzionisti attaccati ai dati di share, ecco farsi largo nei palinsesti televisivi gli spazi destinati a chi catalizza, per un tempo più lungo possibile, la massa più ampia.
Nascono e proliferano i "grandi contenitori d'intrattenimento" che dalla Domenica, giornata che li ospitò per prima, si reinventano per il sabato e infine si adattano per la fascia del mattino e del pomeriggio. In questo contesto, quasi per scherzo, volendo soddisfare il gran pubblico delle casalinghe, ecco che i CUOCHI, oggi CHEF, fanno il loro ingresso nei programmi della mattina per poi "infettare" tutti i palinsesti, dalla mattina alla sera.
Da " Masterchef", con tutte le sue declinazioni, persino per bambini, a "Una cucina da incubo", solo per citare i più noti, i GURU dei fornelli sono andati a conquistare ogni angolino di quasi tutti i programmi/talk show, colonizzando il tubo catodico.
Intanto l'informazione diventa ridondante all'inverosimile. Sempre uguale, le notizie che restano sulla cresta dell'onda per più giorni con le redazioni che rincorrono sul web le più svariate, curiose, strane o particolarmente cruenti notizie, potenzialmente in grado di suonare le corde più sensibili del momento.
Ma con la fretta, l'errore è dietro l'angolo e a ogni errore un pezzo di autorevolezza viene alienato.
L'ultimo esempio e per di più ampiamente diffuso è accaduto lo scorso 21 novembre. Sulla falsa notizia della "Bambina di 9 anni stuprata dal 35enne mussulmano a Padova" ( http://www.ilpost.it/2017/11/22/bambina-musulmana-stuprata-padova/# ). ci sono cascati praticamente tutti, compreso La Zanzara che su Radio 24 (Sole 24 ore ) ha aperto la puntata con questa notizia.
In questa crisi di idee e di contenuti con la complicità della miopia dei direttori di rete, i "media" alternativi (digitali), con le loro contraddizioni e le purtroppo popolari "Fake News", hanno conquistato la fiducia di moltissimi giungendo a condizionare, più del mezzo televisivo, le scelte politiche.
Così, mentre la TV la fa da padrona sulla Cucina e sul Gossip (Rosa, Giallo o Noir) i Social Media sono entrati a gamba tesa a condizionare la politica.
Ma perdendo la capacità di indirizzare le scelte politiche, il quinto potere presto, anzi forse è già accaduto, traslocherà su altri mezzi.
Obama, Brexit e Trump sono i più illustri esempi in cui i social hanno avuto la meglio, vincendo anche sulla forza dei "sondaggi" , e per restare in Italia, il successo del M5S si identifica con i nuovi mezzi social, così come le grandi e inaspettate sconfitte dei referendum (trivelle e costituzionale) si devono assegnare alla forza di influenzamento della rete, visto come si erano graniticamente schierate le maggiori testate editoriali televisive.
Della perdita di potere di influenzamento politico della "televisione" se ne stanno accorgendo anche i politici.
Il rischio è che i governi (non solo quello italiano) tentino di mettere il bavaglio ai mezzi digitali, invece di dare uno scrollone alle reti TV (dovei partiti sono soci di maggioranza) affinché invertano la rotta e ritornino a fare una programmazione più seria, meno condizionata dagli share.
(foto copertina: Televisore anni '50 Jonnie Nord)
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