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Il ministro dell'Interno, Marco Minniti, con proprio decreto, ha fissato la data delle consultazioni per sindaci e consiglieri comunali, nonché per l'elezione dei consigli circoscrizionali nelle regioni a statuto ordinario. I cittadini saranno chiamati alle urne l'11 giugno. L'eventuale turno di ballottaggio per l'elezione diretta dei sindaci avrà luogo domenica 25 giugno.

In Emilia-Romagna si vota in due Comuni capoluogo di provincia, ovvero Parma e Piacenza. Alle urne anche altri quattro Comuni superiori ai 15mila abitanti: Riccione (Rimini), Vignola (Modena), Comacchio (Ferrara) e Budrio (Bologna).

29 marzo 2017

Pubblicato in Cronaca Emilia

Editoriale: Moriremo sani e infelici - 7 settimane di crescita per il latte spot. Cede ancora il Padano. - Formaggio contraffatto. Scoppia la grana dei DOP. - Il pasticcio dei voucher - Cereali e dintorni. Mercati esposti all'umore dei fondi. Timori per la siccità in Italia. - Questioni energetiche, bolle informative e paraocchi - A Parma apre la bottega della Biodiversità. Il Rural Market.
SOMMARIO Anno 16 - n° 12 26 marzo 2017

1.1 editoriale La tortura! Moriremo sani e infelici.
2.1 lattiero caseario
7 settimane di crescita per il latte spot. Cede ancora il Padano
3.1 export
Parmigiano Reggiano e l'Accordo Canada-UE. Parma e Reggio, una combinazione vincente.
3.2 frode e contraffazione
Formaggio contraffatto. Scoppia la grana dei DOP.
4.1 lavoro
Il pasticcio dei voucher
4.2 educational
ARGA, gli specialisti in cattedra
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati esposti all'umore dei fondi. Timori per la siccità in Italia.
6.1 questioni energetiche Questioni energetiche, bolle informative e paraocchi
6.2 clima e carenza idrica Siccità al nord e rischio per le colture e la fauna.
7.1 biodiversita' A Parma apre la bottega della Biodiversità. Il Rural Market
8.1 promozioni "vino" e partners
9.1 promozioni "birra" e partners

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 20170326-cibus-12-COP

 

Domenica, 26 Marzo 2017 11:36

La tortura! Moriremo sani e infelici.

La nuova frontiera del "senza" sta per raggiungere l'apice della teorizzazione. Ormai ci siamo, vivremo a lungo infelici e poveri. Anche le statistiche lo confermano, siamo al 48esimo posto per felicità ma al primo per longevità e salute. COCOON è qui.

di Lamberto Colla Parma 26 marzo 2017
Biologico, vegetariano, vegano, senza olio di palma, senza glutine, senza lieviti e chi più ne ha più ne metta. Dalla Nutraceutica alla dieta Lemme per passare dagli effetti "miracolosi" del Danacol è un susseguirsi di informazioni tutte orientate al miglioramento della salute. Tra fake e verità il consumatore tende a seguire i messaggi che più gli aggradano ma che spesso non sono, per usare un eufemismo, i più corretti.
Fatto sta che, sino a quando non verrà soppiantata dalla valanga di informazioni devianti, la dieta mediterranea si sta rivelando il nostro COCOON.

Stando infatti alla classifica stilata da Bloomberg, l'Italia svetta al primo posto, tra i 163 paesi presi in esame, per qualità e durata della vita.

Un po' a sorpresa il Bel Paese, nonostante tutto, si aggiudica il titolo di nazione più sana, con il ragguardevole punteggio di 93,11 su cento, risultante dalle diverse variabili considerate quali:. aspettativa di vita, cause di morte, rischi per la salute come pressione alta, consumo di tabacco, disponibilità di acqua pulita e rischio di malnutrizione.
Un primato che contrasta enormemente con il vissuto reale, con l'arrembante povertà (raddoppiata negli ultimi 10 anni) che sembra ben poco interessare i nostri politici salvo evocarla come target primario durante i loro comizi e interventi televisivi.
Tant'è che, nonostante siano stati scalati due posti, l'Italia è al 48esimo posto in quanto a tasso di Felicità che vede invece primeggiare la Norvegia avendo scavalcato la Danimarca che arretra al secondo posto.

"I Paesi felici sono quelli che hanno un bilancio positivo tra prosperità, come viene misurata convenzionalmente, e capitale sociale cioè il livello di fiducia nella società e nel governo e il livello di diseguaglianze", ha concluso il direttore del Sustainable development solutions network, l'agenzia dell'Onu che ha pubblicato il rapporto.

Come potremmo mai primeggiare, o quantomeno migliorare la nostra posizione, stante la situazione politica del nostro Paese e la continua e rapida erosione delle risorse destinate al welfare?

Colpa della crisi ma sopratutto di Governi pasticcioni, che come l'ultimo è riuscito a coprirsi di ridicolo anche sulla vicenda voucher, mettendo in tilt i "cervelloni" dell'INPS, abrogando da un giorno all'altro e senza gli adeguati accorgimenti, una disposizione che riguardava solo l'1% del mercato del lavoro.

... O forse è stata colpa del VENERDI' 17 giorno, dell'abrogazione dei voucher?

In tutti modi, molto probabilmente, moriremo sani e infelici.


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Editoriale- Politica arroccata e autoreferenziale - Torna a salire il burro mentre cede il latte spot. -Cresce la produzione di Mais e Soia in Brasile. - Cereali e dintorni. Mercati stabili ma con qualche fattore di incertezza sopratutto sul domestico. - Ambiente: in scadenza l'ultimo avvertimento UE all'Italia - Caldo record in Antartide - Le mitiche Terme di Salsomaggiore e Tabiano ancora al fianco della Farm Run. - Ismea, al via la "Banca delle Terre Agricole".

SOMMARIO Anno 16 - n° 11 19 marzo 2017
1.1 editoriale
Politica arroccata e autoreferenziale.
2.1 lattiero caseario
Torna a salire il burro mentre cede il latte spot.
3.1 mais e soia
Cresce la produzione di Mais e Soia in Brasile
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati stabili ma con qualche fattore di incertezza sopratutto sul domestico.
5.1 vino Spergola: Terroir Reggio Emilia
6.1 smog e sanzioni UE Ambiente: in scadenza l'ultimo avvertimento UE all'Italia
6.2 CLIMA e riscaldamento globale Caldo record in Antartide
7.1 territori e salute Le mitiche Terme di Salsomaggiore e Tabiano ancora al fianco della Farm Run
9.1 riordino fondiario Ismea, al via la "Banca delle Terre Agricole"
10.1 promozioni "vino" e partners
11.2 promozioni "birra" e partners

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 20170219-COP

 

Domenica, 19 Marzo 2017 12:39

Politica arroccata e autoreferenziale.

E chi l'avrebbe mai pensato che il Governo Gentiloni potesse così rapidamente "virare" a sinistra sotto la semplice minaccia di un altro referendum, quello sui voucher indetto dalla CGIL. Così, nel giro di 24 ore, i voucher sono diventati brutti e cattivi per tutti e non solo per coloro che ne hanno abusato, ovviamente; grandi imprese e sindacati (fonte INPS). ... e della legge Severino che diciamo?

di Lamberto Colla Parma 19 marzo 2017
Un colpo di spugna e via. In quattro e quattr'otto la minaccia di un nuovo referendum ha fatto decidere per la soluzione più drastica e più apprezzata dalla CGIL. Una svolta a sinistra come non si vedeva da anni da parte del PD pur di scongiurare un nuovo e devastante referendum.

I Voucher saranno totalmente eliminati dal 2018!
I grandi utilizzatori, almeno a giudicare dai dati dell'INPS, erano le grandi aziende e i sindacati e questi ultimi, nel 2016, avevano il più alto numero di voucher per lavoratore.

Senza ombra di dubbio vi era un abuso, anche da parte degli stessi sindacati a quanto pare, dello strumento ma al tempo stesso era un'ottima occasione per le famiglie che necessitavano di una collaboratrice domestica, per le imprese agricole così condizionate dalla stagionalità e dalle emergenze, per le micro imprese sempre così tirate tra carichi di lavoro "liquidi" e troppo costi organizzativi, per non parlare dei ristoratori.

E invece per l'abuso di pochi e "grandi" a rimetterci sono sempre i piccoli e indifesi, quelli che non pesano sullo Stato ma dal quale lo Stato preleva.
Non sembra infatti che l'arbitrario utilizzo dei Voucher sia stato in qualche modo punito, mentre indirettamente saranno puniti tutti i veri e corretti fruitori dello strumento di pagamento a chiamata.

Ma quello che sorprende è la rapidità della decisione. La minaccia concreta di un referendum sui voucher già calendariato per il prossimo 28 aprile non era salutare per l'economia del PD e della sinistra in genere, fuoriusciti e correnti interne compresi, che di colpo la Camusso ha portato a ragionare. Così invece di spremere le meningi e lasciare aperta l'opportunità alle famiglie e alle micro-imprese, magari senza dipendenti, pur di non subire la rappresaglia del potente sindacato, la proposta dell'Onorevole Patrizia Maestri,è stata totalmente e rapidamente accolta.

Non ce n'é più per nessuno. I voucher andranno a esaurimento a fine anno e ora si scatenerà la corsa a acquistare gli ultimi ticket disponibili.

Ancora una volta la politica ha dato dimostrazione della sua inconsistenza e della lontananza dai veri problemi della società. Mentre l'ISTAT confermava un calo industriale del 2,3% (Gennaio su Dicembre) e certificava un'arrembante povertà, raddoppiata dal 2005 al 2015 (da 2,3 milioni a 4,6 milioni di poveri assoluti), la politica si arrocca su nuove promesse, che aggredirà (come?) il mercato del lavoro, ma in realtà prende tempo per lavorare alle prossime elezioni senza il rischio di doversi contare prima sui risultati di un'altra trappola referendaria.

Per le persone normali lo stato di disagio della nostra società è visibile e palpabile quotidianamente e non hanno bisogno delle statistiche. Basta relazionarsi con i professionisti, gli artigiani, i piccoli commercianti, i ristoratori e i titolari di piccole e medie imprese per comprendere la reale difficoltà in cui versano, la negatività imperante e le speranze di un futuro migliore tenute accese dal fuoco di una candela.

Tutto questo sembra essere invisibile alla politica. Troppo impegnata a conservare sé stessa e a fare la conta degli inquisiti o degli arrestati da rinfacciare agli avversari per impegnarsi a trovare soluzioni a favore della gente del proprio Paese.

Infine che dire della legge Severino, valida per Berlusconi, che nel 2013 ha dovuto abbandonare il campo, e non per Minzolini. All'epoca Pietro Ichino così si espresse: "L'atto di applicazione della legge Severino contro la corruzione negli organi legislativi e amministrativi, compiuto oggi dal Senato, contribuisce a ridare al nostro Paese almeno in parte, agli occhi della comunità internazionale, una credibilità come Stato di diritto".

Oggi lo Stato di diritto dov'é? Arroccato!

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Editoriale- Ma quale Flat Tax! Solo fumo! - Grana Padano in leggera flessione. - Pomodoro. Cia: le aziende di trasformazione propongono un prezzo che non copre i costi produttivi" - Alimentare: Coldiretti, con semafori rischia record export a 28 mld - Cereali e dintorni. Lievi variazioni in attesa dei dati USDA. - ALTRO

SOMMARIO Anno 16 - n° 10 12 marzo 2017
1.1 editoriale
Ma quale Flat Tax! Solo fumo!
2.1 lattiero caseario
Grana Padano in leggera flessione.
3.1 crisi pomodoro
Pomodoro. Cia: le aziende di trasformazione propongono un prezzo che non copre i costi produttivi"
4.1 latte e formaggi
Latte e formaggi: obbligatoria l'origine in etichetta a partire dal 19 aprile. Cosa cambia.
4.2 latte e formaggi Alimentare: Coldiretti, con semafori rischia record export a 28 mld
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Lievi variazioni in attesa dei dati USDA.
6.1 vino e consumi Vino, nella GDO aumentano gli acquisti di DOC e spumanti
7.1 acquisizioni industriali Emak: precisazioni su indiscrezioni di stampa
7.2 Bonifica centrale Bonifica Centrale. Il TAR boccia il ricorso Coldiretti.
8.1 strategie export Strategie commerciali e di marketing per le piccole cooperative agroalimentari
9.1 promozioni "vino" e partners
10.2 promozioni "birra" e partners

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 20170312-COP

 

Domenica, 12 Marzo 2017 12:31

Ma quale Flat Tax! Solo fumo!

Da un lato una agevolazione straordinaria per un manipolo (1.000) di straricchi residenti all'estero e dall'altra l'ipotesi di aumento di 3 punti della aliquota agevolata del 10% (rientrano anche i servizi prestati alle scuole e agli asili).

di Lamberto Colla Parma 12 marzo 2017
L'hanno chiamata la tassa dei "Peperoni". L'hanno presentata come la tassa che attrarrà calciatori e cantanti da tutto il mondo. L'hanno enunciata come una tassa che, oltre alla imposta diretta di 100.000€/anno per ricco residente all'estero da almeno 10 anni (+25.000€ per ogni familiare al seguito), porterà altro gettito dall'indotto degli acquisti che questi mille privilegiati faranno nel Bel Paese.

La Flat Tax è finalmente approdata in Italia. Sono quasi tre anni che dalle colonne di questo giornale sostengo che un pezzo importante del progetto di rilancio dei consumi e conseguentemente dell'economica debba passare da un Flat Tax: un'aliquota fissa, chiara, certa e molto contenuta.

Ecco quindi il mio stupore all'annuncio della tassa che, quando venne introdotta nella Russia di Putin (13%), generò un incremento delle entrate tributarie del 46%. Una conferma indiretta della correttezza della della curva di Laffer.

Curva di Laffer - Entrate TributarieArthur Laffer infatti ipotizzò che esiste un livello del prelievo fiscale oltre il quale l'attività economica non è più conveniente e il gettito si azzera e quindi che le due grandezze siano legate da una curva continua a forma di campana.

La "felicità" però svanì immediatamente quando dall'annunciazione trionfalistica sono seguiti i contenuti della manovra.

Innanzitutto è indirizzata a residenti all'estero da almeno 10 anni (9 esercizi amministrativi non consumati in Italia) il che vuol dire che potrebbero essere anche italiani ricchi espatriati che avrebbero perciò l'opportunità di rientrare con un bel vantaggio fiscale.

Saranno 1.000, dichiarano le fonti governative, i soggetti che presumibilmente godranno del beneficio. Quasi che il Governo conosca già i nomi e cognomi di coloro che saranno attratti dalla nuova imposta a forfait.


Comunque ben vengano costoro e i loro familiari, che con i loro quattrini porteranno nuova liquidità nelle casse dei negozi di Milano, Roma, Cortina e Porto Cervo e forse, all'autogrill di Eboli durante una sosta caffè.

Ma quel che mi rattrista è che nelle medesime ore, quatto quatto, il Governo stava per varare l'aumento dell'aliquota Iva del 10% per passarla al 13% (rientrano in questa categoria anche i servizi prestati alle scuole e agli asili). 

Un aumento  che ha perso di peso nel giro di poche ore ma che la dice lunga sull'attenzione della nostra politica verso le fasce deboli e come invece sia particolarmente attratta dai "belli e ricchi" e magari anche amici "esiliati" con nostalgia della terra genitrice. 

Fumus! Solo fumo e nient'altro. Per attrarre capitali e investitori, italiani o stranieri, occorrono poche e chiare regole. Con i 171 adempimenti amministrativi ai quali occorre sottostare attualmente e il gazzabuglio di norme tributarie e civilistiche che formano il nostro ordinamento l'Italia resterà attrattiva solo in cartolina.

Ormai ci siamo. l'IVA, le accise sui carburanti e/o il prezzo dei tabacchi presto verranno ritoccati per dare soddisfazione agli "Uemanoidi".

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Pubblicato in Politica Emilia
Lunedì, 06 Marzo 2017 10:25

Primarie Pd Parma: vince Paolo Scarpa

Paolo Scarpa supera Dario Costi e Gentian Alimadhi. Alle elezioni Amministrative di giugno sfiderà il sindaco uscente ricandidato con la lista 'Effetto Parma' Federico Pizzarotti.

Parma 6 marzo 2017

Paolo Scarpa è il candidato del centrosinistra per le prossime elezioni amministrative del comune di Parma. E' lui ad aver vinto le primarie che si sono svolte ieri, con 3.471 voti su 6.300 (55,2 dei voti). Alle sue spalle Dario Costi con 2.078 (33%) e il terzo candidato Gentian Alimadhi con 747 voti (11,8 %).

Scarpa, ingegnere parmigiano di 60 anni, sfiderà a giugno Federico Pizzarotti - sindaco uscente - in corsa con la sua lista, 'Effetto Parma'. Nel 2012, ultima tornata amministrativa per le comunali di Parma, furono invece 8.336 e la scelta cadde su Vincenzo Bernazzoli, poi battuto al ballottaggio da Federico Pizzarotti. 

Le foto delle primarie nella galleria immagini, ph. Francesca Bocchia

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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 16 - n° 9 5 marzo 2017 -
Editoriale- Disoccupati cercasi - Primi segnali di cedimento del Grana. Crisi Pomodoro. Rabboni (OI) replica a Tonello (Coldiretti). Con ReQpro 5 milioni di mc di acqua in più all'agricoltura reggiana. Cereali e dintorni. Tra alti e bassi l'ottimismo è ancora il fattore imperante.

SOMMARIO Anno 16 - n° 09 5 marzo 2017
1.1 editoriale
Disoccupati, cercasi!
2.1 lattiero caseario
Primi segnali di cedimento per il Grana..
3.1 crisi pomodoro
Crisi Pomodoro. Rabboni (OI) replica a Tonello (Coldiretti)
4.1 Bonifica
Con ReQpro 5 milioni di mc di acqua in più all'agricoltura reggiana
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Stabilità ad alta energia.
6.1 frumento Frumento, la ricetta per un miglior reddito.
7.1 packaging International Packaging Competition, è Gilda Bojardi la presidente di giuria della 21esima edizione
7.2 vino CAP al via in città e provincia il tour delle degustazioni di vini
8.1 apicoltura eventi Apicoltura europea, appuntamento a Piacenza
8.2 Eventi "Lezioni di Parmigiano Reggiano per i ristoranti italiani
9.2 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Tra alti e bassi l'ottimismo è ancora il fattore imperante
10.1 agricoltura finanziamenti Italia e Malta maglia nera su PSR
11.1 promozioni "vino" e partners
12.2 promozioni "birra" e partners

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20170305 COP

Domenica, 05 Marzo 2017 12:17

Disoccupati, cercasi!

In Italia il lavoro langue e il tasso di disoccupazione resta alto, peggio di noi solo Grecia, Spagna e Cipro, seppure costante da 4 mesi. Eppure in Europa ci sono Paesi a rischio di crescita per il problema contrario: pochi disoccupati da assumere per soddisfare agli ordini industriali.

di Lamberto Colla Parma 05 marzo 2017
Il sogno di una economia che finalmente torni a competere. Dalla Danimarca una notizia che fa ben sperare ma che, allo stato attuale, sembra un paradosso; non ci sarebbero abbastanza lavoratori da assumere, questo è quanto raccontato dal New York Times che ha incontrato l'imprenditore Peter Enevoldsen, proprietario di un'azienda meccanica, la Sjorring Maskinfabrik. Con un tasso di disoccupazione del 4,3% e una economia in crescita, le imprese danesi stanno incontrando notevoli difficoltà a intercettare disoccupati in età lavorativa utili a sostenere la produzione industriale e quindi a soddisfare gli ordini.

Il piccolo stato dell'Unione Europea (membro Ue ma con valuta tradizionale, la Corona Danese così come il Regno Unito è la Sterlina) ha adottato una severa politica contro l'immigrazione scontrandosi di fatto con il problema della manodopera al punto tale che, nel corso del 2016, nonostante il grande potenziale di crescita, il PIL è cresciuto solo del 1,1%. Così procedendo, si legge nell'articolo del New York Times, il Paese scandinavo riconosciuto dalle Nazioni Unite col più alto tasso di felicità e qualità della vita nel mondo, rischia la paralisi dell'economia.

Al momento non ci resta che invidiare i danesi e accontentarci del nostro 0,9% di incremento di PIL e di un tasso di disoccupazione che da 4 mesi non si muove ma che resta a valori molto alti relegando l'Italia al fondo della classifica con un misero 11,9% seguita solo da Grecia e da Spagna ma con la differenza che l'economia spagnola sta producendo incrementi di PIL del 3,5%, tra i più alti dell'UE.
I dati diffusi dall'ISTAT hanno inoltre evidenziato un lieve calo la disoccupazione giovanile ma, con l'eliminazione degli incentivi, il mercato del lavoro ha perduto l'euforia drogata dal Jobs Act. Ciononostante, rileva l'istituto di statistica, il dato è peggiorativo di 0,3 punti percentuali rispetto il medesimo periodo del 2016.

L'Eurostat ha in contemporanea diffuso i dati riferiti alla disoccupazione europea che vede il dato stabile al 9,6%. Il dato italiano è il quarto dato più alto dopo Grecia (23%), Spagna (18,2%) e Cipro (14,1%). A gennaio, invece, il tasso più basso si è registrato in Repubblica Ceca (3,4%) e Germania (3,8%).

Una posizione di classifica ben poco onorevole per l'Italia e  lascia poche speranze per un futuro prossimo all'insegna del cambiamento soprattutto se la politica interna si occupa prevalentemente di primarie e di tangenti.

Se lo si vuole la strada per un pronto recupero dell'economia ci sarebbe: abbassare le tasse. Lo ha fatto la Russia di Putin introducendo la Flat Tax e lo faranno gli Stati Uniti di Trump abbattendo le tasse del ceto medio. Nel primo caso i risultati sono sotto gli occhi di tutti e nel secondo, sempre che i detrattori del neo presidente a stelle e strisce lo consentano, i risultati si vedranno ben presto.

La differenza? USA e Russia sono Stati sovrani mentre il nostro è uno stato vassallo dell'UE con l'aggravante di una classe politica mediocre, giusto per utilizzare un termine dal sapore ottimistico.


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